La giornalista: «Meloni è presidente ma vive costantemente sulle barricate. E doveva avvertire Giambruno di evitare commenti inutili che l’avrebbero messa in imbarazzo».
Lilli Gruber: «Il circo-spettacolo in tv non è giornalismo»
di Aldo Cazzullo
(pubblicato su corriere.it il 10 settembre 2023)
Lilli Gruber, domani (11 settembre 2023, NdR) lei ricomincia. Che anno sarà?
«È un anno di campagna elettorale per le europee di giugno, quindi sarà un anno cruciale per capire dove sta andando l’Italia di Giorgia Meloni e qual è la vera natura del potere di questa destra al governo. E anche per capire se l’opposizione sarà in grado di costruire una vera alternativa».
Un anno fa la Meloni vinceva le elezioni e diventava la prima donna presidente del Consiglio. Lei in passato l’ha avuta ospite più volte, e talora vi siete un po’ scontrate. Che tipo è? Umanamente come la trova?
«Di sicuro non è una underdog, ma una politica abile che ha costruito la sua carriera in anni di militanza e Parlamento. Ora è presidente del Consiglio, ma ugualmente vive costantemente sulle barricate: in tempi così critici avremmo bisogno di non dividere il Paese in amici e nemici. Sembra le risulti difficile togliersi l’abito della comiziante d’opposizione per mettersi quello istituzionale di premier».
Ma qual è finora il suo bilancio politico?
«È un giano bifronte: su politica internazionale, Nato e conti pubblici ha le mani legate, e quindi si muove in continuità con i precedenti governi, come in sostanza anche nei rapporti con l’Europa. Siamo lontani dalla propaganda sovranista di quando stava all’opposizione. Sul fronte interno invece cavalca i temi identitari di una destra reazionaria».
Le si rimproverano sia il familismo, sia la difficoltà a prendere le distanze dalla storia missina.
«Basterebbe che il 25 aprile dicesse che l’antifascismo è un valore fondante della Repubblica italiana per chiudere la questione una volta per tutte. Forse teme di perdere consensi o di rinnegare la sua storia di militanza nel Movimento sociale, un partito apertamente neofascista. Quanto al familiare, è sempre un segnale di debolezza quello di privilegiare la fedeltà alla competenza».
Lei, Gruber, è stata molto critica con Giambruno, ma la Meloni cosa poteva fare?
«La politica è anche capacità di prevenire i problemi. Giorgia Meloni doveva avvertire il suo compagno di evitare commenti inutili che l’avrebbero messa inevitabilmente in imbarazzo, vista la rilevanza del suo nuovo ruolo istituzionale».
Non è che il compagno giornalista rischia di diventare una mina vagante per la premier?
«Non è una questione di libertà di stampa, come ha detto la Meloni, ma di gestione del potere politico, in tutti gli ambiti. Compreso quello familiare e personale. Una necessità, quando si è sotto i riflettori in permanenza».
Esiste un rigurgito fascista nell’Italia di oggi?
«Il pericolo è che questi rigurgiti vengano legittimati da alcuni esponenti della maggioranza. La destra sta conducendo una legittima battaglia culturale contro quella che definisce “l’egemonia” della sinistra. Il rischio è che si finisca per dare dignità a pulsioni retrive, xenofobe e antidemocratiche che la nostra Repubblica finora è riuscita a tenere ai margini».
Lei ha espresso perplessità sull’espressione «patriota». Lei non si sente patriota? E qual è la sua patria? L’Europa, l’Italia, il Sud Tirolo?
«Io sono sudtirolese, italiana ed europea. Ho un problema con chi prende in ostaggio la parola “patriota” per piegarla al neonazionalismo. Le vere patrie includono, non escludono».
Lei ha scritto libri di grande successo sulla storia della sua famiglia e della sua terra. Cosa si sentono oggi i sudtirolesi?
«Non posso parlare a nome di tutti i sudtirolesi, ma è un territorio che lavora molto sul passato, sulle sue ferite e sulle necessarie riconciliazioni. Questa, che in tedesco si chiama Geschichtsaufarbeitung, il lavoro sulla memoria storica, è una necessità per tutti: anche per l’Italia, come dimostra la cronaca recente».
La Germania, il mondo tedesco, per anni locomotiva d’Europa, oggi appare fermo, in crisi. Scholz non è Angela Merkel. Questo è un problema anche per noi?
«Lo è, le nostre economie sono interconnesse, lo scambio commerciale complessivo nel 2022 è stato di 168 miliardi di euro. Per noi è il primo partner in assoluto. Se frena la Germania frena l’Europa, e soprattutto l’Italia».
Siamo stati un po’ ingrati con Draghi? La sua esperienza di governo si è chiusa bruscamente, lui forse sperava nel Quirinale… Che ruolo vede per lui in futuro?
«Ci dimentichiamo che alla fine Mario Draghi è stato sfiduciato da tutti i partiti del Parlamento, esclusi Pd e centristi. Dopo averlo sostenuto per risolvere i suoi problemi, la politica lo ha rigettato. Come dimostra la mancata elezione al Quirinale. Ma il suo governo ha gestito bene una fase delicatissima nella vita del Paese, dal Covid alla guerra. Il futuro di Draghi lo conosce solo Draghi».
Il 2024 sarà l’anno della pace in Ucraina? Putin è saldo o rischia?
«Temo abbia ragione Lucio Caracciolo quando scrive che la pace in Ucraina è per ora impossibile. Con potenziali conseguenze devastanti per tutti, a cominciare da noi europei. Impossibile predire la longevità politica di Putin. È stato dato per finito troppe volte».
Secondo lei c’è davvero la possibilità che Trump torni alla Casa Bianca?
«Trump insegna cosa succede alle democrazie quando alimenti divisioni, sdogani l’odio e utilizzi nella propaganda politica delle palesi menzogne. Detto questo, mancano 14 mesi: in politica sono lunghi, anche in America».
Parliamo di tv. In Rai la destra ha fatto né più né meno quel che faceva la sinistra? O ha fatto peggio?
«La Rai è irriformabile e la politica insaziabile. E leggo che Giorgia Meloni avrebbe stretto un patto con Marina Berlusconi per tutelare le aziende di famiglia. I cittadini che pagano il canone meriterebbero uno spettacolo più decoroso. E finalmente una legge sul conflitto di interessi».
Rai 3 in particolare cambia pelle. Se ne sono andati volti storici come Fazio, Berlinguer, Gramellini, Annunziata. Si rischia il crollo? Era giusto o no che ci fosse una rete apertamente di sinistra?
«Rai 3 viene istituita da una riforma del 1975, parliamo di un’era geologica fa, e oggi abbiamo di nuovo il governo che — grazie a Renzi — controlla la Rai. Comunque, molti dei volti che ha citato saranno in onda anche questa stagione: sarà il pubblico a dare il suo verdetto».
Anche di lei dicono che sia un po’ troppo di sinistra, o comunque anti-governativa. C’è del vero?
«Più che l’etichetta di destra o sinistra, di un giornalista credo vada evidenziato se fa o no tutte le domande, se si attiene ai fatti o cerca di manipolare il racconto, se fa da grancassa alla propaganda o se cerca di smontarla. Questo conta alla fine, se parliamo di giornalismo».
E Mediaset senza Berlusconi che futuro ha?
«Leggo che il figlio Pier Silvio ha saldamente le redini dell’azienda in mano. Più complicato mi sembra il discorso sul futuro di Forza Italia senza Berlusconi».
Posso chiederle come mai va al Bilderberg? Cosa succede in quelle riunioni di potenti?
«Succede che si decidono i destini del mondo, anche del suo Aldo (Lilli Gruber ride). Cospirazionismo a parte, per un giornalista è un’occasione unica di incontrare figure come Henry Kissinger, Jeff Bezos, Emmanuel Macron, Jens Stoltenberg e altri grandi protagonisti del nostro tempo».
Lei due anni fa disse al Corriere, a proposito dei No Vax, «non credo sia giusto dare voce a chi propaga fake news». Non tutti hanno fatto la sua scelta. Era giusto far parlare i No Vax, o no?
«Rivendico la mia scelta. Le ricette per affrontare un’emergenza possono essere diverse. Negare le emergenze o propagare tesi antiscientifiche è un’altra cosa».
Questo però in teoria potrebbe valere anche per altri argomenti. Ad esempio per chi nega il cambiamento climatico. A volte sono le stesse persone.
«Dire che nei vaccini c’era il grafene o i feti morti è una bestialità. Lo è anche negare il cambiamento climatico, dove però c’è un dibattito scientifico su cause, conseguenze e possibili rimedi che va approfondito».
E i difensori di Putin?
«Ci riferiamo a quei leader politici, e non solo, che fino a un giorno prima della guerra flirtavano con Putin, o a chi da sempre chiede sforzi diplomatici per far cessare il conflitto? C’è un’enorme differenza tra gli agenti più o meno palesi della Russia e coloro che ripudiano la guerra come strumento di risoluzione delle controversie».
La tv, i talk, hanno ancora un ruolo importante?
«Direi di sì, visto che il Censis ci dice che tre italiani su quattro si informano abitualmente su tv, radio e quotidiani. Quindi riconoscono ai media tradizionali un sigillo di qualità. E la tv resta centrale».
E il giornalismo? In fondo non era scontato che nell’era digitale si sarebbe ancora passati dalla tv e dai siti dei giornali per informarsi.
«Non c’è contrapposizione tra digitale e giornalismo, al contrario: i progressi tecnologici sono una grande opportunità per un giornalismo di qualità, che così ha accesso a un bacino di utenti molto più ampio».
Anche i suoi critici le riconoscono di saper tenere la trasmissione in mano. Qual è la tecnica? Come si frenano, ad esempio, le furie di Cacciari?
«Massimo Cacciari è uno dei più grandi intellettuali del nostro Paese. Non esiste una tecnica, c’è bisogno di disciplina intellettuale ed estetica, di duro lavoro e di sangue freddo. Un giornalista e conduttore non deve deliberatamente mettere in scena un circo-spettacolo».
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“Altrimenti il detto non ha molto senso.”
Come sovente tante altre delle cose scritte…
L’ho letto e riletto, il tuo commento, e non ha nulla a che fare con me. Il mio impegno in politica l’ho iniziato dal basso, a 15 anni, facendo le fotocopie (anzi i ciclostilati, allora si usavano quelli per volantinare…) e piano piano ho imparato e sono cresciuto. Per cui, il tuo commento (su chi si cala dall’alto) non c’entra una cippa con la mia esperienza in politica (in realtà non c’entra una cippa proprio con la mia vita a 360 gradi, perché IN OGNI RISVOLTO – anche nella scuola di scialpinismo – ho iniziato facendo gavetta e sono cresciuto, passo dopo passo, fino ai vertici). Una mia eventuale candidatura in politica, che NON voglio concretizzare per i motivi già spiegati, sarebbe quindi il coronamento di una lunga crescita e non una forzatura di chi pende le decisioni dall’alto.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Altrimenti il detto non ha molto senso.
Comunque ho capito, dopo il tuo ultimo commento, che non hai capito cosa ho scritto. Forse non hai focalizzato. Eppure non è difficile.
Non so più come spiegarmi ma ti prego di non spiegarmi ancora.
Suggerimento: quando rispondi a un commento prima leggilo.
@51 Non hai capito niente. Ammazza: non c’è peggior sordo di chi non vuol capire. Il significato è: se mi chiedono (anche ripetutamente) di candidarmi e io sistematicamente declino (per due motivi ben precisi: 1) non voglio fare della politica il mio mestiere e 2) voglio tenermi libero di dedicarmi ai mie mille altri interessi), è ovvio che mettano altre persone in lista… Ecco perché non si vede il mio nome in giro. Io mi rendo disponibile, quando posso e quando ne ho voglia, sotto forma di contributi di pensiero e di impegno spicciolo a livello di promozione con le persone della circoscrizione. Accidenti, non mi pare un concetto einsteiniano, tale per cui solo i premi Nobel riescono a focalizzarlo!
In ogni caso, come “impegno politico” faccio molto di più del 99% dei normali cittadini.
Concordo pienamente con Bertoncelli al 49. Probabilmente chi offende non sa argomentare
Di conseguenza, è ovvio che, di fronte a questa mia scelta, il sistema politico punti su altri personaggi, come esponenti di rilievo.
Crovella era ovvio che avrebbe iniziato una carriera politica già dall’alto.
Come se uno che fosse lievemente incuriosito dell’arrampicata su roccia ripetesse, come approccio iniziale, Silbergaier senza corda.
Magari è possibile, ma non è ancora successo.
@43 Intervengo solo per amor di precisione, sia nei tuoi confronti che verso gli altri lettori. Ti ho già spiegato esplicitamente che l’interpretazione che tu hai dato di una mia affermazione (della serie che io non sto in prima fila nell’agone politico) è completamente SBAGLIATA.
Infatti non intendevo dire che, per codardia, mi paro dietro agli altri. Ho detto che, per scelta mia lucida e razionale, NON voglio fare dell’impegno politico il mio “mestiere”, per cui esso resta uno dei miei mille interessi culturali. Ne ho ha dozzine di interessi di tale natura, da quelli sportivi a quelli civici, a quelli del volontariato… e non voglio rinunciare a nessuno di essi. Siccome il tempo totale è sempre lo stesso (le giornate sono di 24 ore…), dovendolo dividere fra i miei mille interessi, ho sempre evitato di propormi come un personaggio politico (cioè: di candidarmi, tanto per esser chiaro). Di conseguenza, è ovvio che, di fronte a questa mia scelta, il sistema politico punti su altri personaggi, come esponenti di rilievo.
Ammesso che la mia affermazione originaria aprisse ad un’interpretazione come quella di cui ti sei “fissato”, ti invito a prendere atto di questa realtà e a smontare la tua interpretazione perché quest’ultima è assolutamente ERRATA e INFONDATA (cioè non corrisponde alla realtà dei fatti). Te l’ho già spiegato, non possiamo ogni volta tornare su questo punto… Mettiamoci un punto fermo e basta così.
Scusatemi, ma credo che ciascuno di noi dovrebbe saper contenersi. Si possono criticare le opinioni, anche in modo aspro, ma non si deve insultare la persona. Grazie.
P.S. Ritengo che i commenti con offese dovrebbero essere eliminati.
In realta’ credo ci voglia uno psichiatra visto il livello di ossessione: indipendentemente di cosa si parli, tu scrivi sempre di quanto male sta venendo a tutto il mondo per il fatto di contrariare il tuo eroe. Saresti solo patetico, se non avessi varcato la soglia di fanatismo che ti mette invece nella categoria dei miserabili…
Lasciatemi stare il Vegetti!
Nonostante le idee un po’ stagionate (diciamo cosí…), da quel che posso capire dai suoi commenti è una persona onesta, integra, in buona fede. Certo, ha quel “vizietto”, ma chi non ne ha?
Per me viene prima l’uomo – alla Diogene ‐ e poi il “bolscevico”. Mio nonno materno era comunista ma onesto e buono; fu picchiato dagli squadristi durante il Ventennio. Io, da bambino, ricordo il suo sorriso con due o tre denti d’oro, lascito del glorioso fascio littorio.
…. … …
Il nostro Marco nei primi anni Ottanta salí la via degli Italiani sulla Punta Parrot! All’epoca avevo adocchiato la via Cavanna-Gabbio sulla parete ENE, ma alla fine desistetti. Gli avvicinamenti alle grandi vie della Valsesia con partenza da Castelfranco Emilia sono sempre stati un po’ laboriosi 😂😂😂. E la mia lista delle ascensioni bramate era un po’ troppo lunga…
Però nel luglio 1983 (appena quaranta anni fa…) con un amico fraterno salii la Cresta Signal. Che giorni!
P.S. Marco, ho capito bene? Salisti davvero la via degli Italiani?
A me danno il vomito le dichiarazioni di chi ha cercato, voluto, foraggiato questa guerra. Le Merkel, gli Hollande, il cioccolataio Poroshenko, il pagliaccio Boris Johnson che dopo quasi due anni di conflitto ammettono (stampa, tv, media) che gli accordi di Minsk erano solo un trucco per dare tempo all’Ucraina di armarsi. E oggi lo confermano anche ucraini che erano presenti al tavolo di Minsk (David Arahamia sul canale tv ucraino 1+1 lo ha detto chiaro: i russi erano prnti a firmare un compromesso già nel marzo 2023 ma Boris Johnson ha imposto a Zelensky di combattere). E’ sulle spalle di quella gente che pesano i morti e il dolore. Esattamente come quello in Medio Oriente, dopo decenni di violazioni di dichiarazioni ONU… Facile poi rovesciare su il solito “compagno”…
Il numero di civili morti in 650 è infinitamente minore di ogni guerra combattuta in età contemporanea. Fonte: ONU. Spero che a tua commozione per i morti valga anche per i civili del Donbass (Donetsk in particolare) bombardati quasi tutti i giorni dagli ucraini da 9 anni (a Donetsk non c’è NESSUNA installazione militare). O per i 18.000 palestinesi uccisi in poco più di un mese (5000 bambini) da Israele a Gaza.
Ossessioni/frustazioni? Oddio, un altro psicologo online! Invece di vomitare, non leggere quando vedi il mio nome, semplice. Oppure Zofran o Plasil.
@43 Compagno Vegetti, ma proprio non ce la fai a risparmiarci le tue ossessioni/frustrazioni? Ad ogni intervento ci devi sventolare la tua cinica bandiera da ultra’ della riconquista sovietica? MA non ti viene in mente, che al di la’ delle linee del fronte che tu guardi ogni sera sulla cartina, ci sono morti e famiglie che soffrono? A me i tuoi interventi danno letteralmente il vomito
38 Crovella: Non ho nessuna voglia di andare a cercare (tanto è agli atti, no?) ma TU affermavi che non ti esponi, che lasci che siano gli altri a stare in prima fila nel smuovere verso il cambiamento degaullistico… (Lo so, questa parola non esiste…).
36 Enri: beh, se ti rileggi un po’ di Crovella (è agli atti) ti renderai conto che ritiene tutti quelli che non lo osannano o semplicemente non la pensan0 come lui come bambini intellettualmente indietro, ritardati, ecc. ecc. Quindi, sarà anche coerente, ma la manifesta chiosa di superiorità è identica. E semplice, in tutti i due casi: “Io sono meglio di voi”. Sinistra o destra non c’entrano, quel che c’entra è la spocchia trasversale….
39 Crovella: Caro Carlo, ma se un sistema è una merda, lo è a prescindere. E, a prescindere, lo si può criticare, da destra o da sinistra o senza schierarsi affatto. Io credo che coloro che si sentono bene in questo sistema, chiunque essi siano, vivono ormai in una realtà separata, assuefatti, azzitti, asserviti credendo di farne parte “portante”. E’ come Zelensky che ieri in USA dichiarava ai senatori americani e alla stampa che i russi non hanno preso nessuna città, cittadina o villaggio in 650 giorni e che la offensiva ucraina de l2024 li ricaccerà nei confini del 1991… Separated Reality…
È da un bel po che ho sostituito i programmi TV con quelli più varii della lavatrice …a parte Blob e qualche evento sportivo c’è miseria e tristezza ovunque.
Comunque almeno nel titolo ha ragione ,ma mi sembra il classico bue che da del cornuto ai colleghi ops al asino.
Cominetti 40 – d’accordo con te. Che se ne stia pure nel suo bel salotto a prendere il tè con il Sig. Bezos.
Però a me questa gente che fa finta di preoccuparsi del prossimo, mi sa sulle palle. Che si sporchino le manine, che si facciano un pò di calli.
Benassi 37, non credo che all’operaio licenziato dalla multinazionale di turno farebbe piacere incontrare…Lilli Gruber nei suoi scialli di cachemire. A che pro?
Lascia che vada alle riunioni dei potenti, intanto li può nuocere poco sentendosi importante. Ci sono persone le cui autostima ed egocentrismo si alimentano con azioni e situazioni che poco importano a chi vive con la passione di farlo.
A proposito dell’atteggiamento di strisciante para-fascismo della sinistrorsa Gruber (tesi di Enri, che approvo in pieno), eccovi un recentissimo esempio di come la maestrina altoatesina zittisce i suoi stessi ospiti, quando questi ultimi osano dire cose che non piace a lei:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/12/13/scontro-calenda-gruber-meloni-coraggiosa-a-differenza-della-sinistra-il-campo-largo-non-andra-mai-al-governo-ma-neanche-lei/7381891/
ALLA FACCIA DEL PLURALISMO DEMOCRATICO!!!!! Il conduttore di una trasmissione deve fare il conduttore super partes, non un giocatore in più che si schiera.
Però, ribadisco, per quanto mi stia antipatica la Gruber, io la “riconosco”, certo la riconosco come mia esplicita avversaria, ma la riconosco. Cioè fa parte anche lei del sistema di cui faccio parte anche io (ovviamente su fronti diametralmente opposti). Mentre gli antisistema proprio sono “FUORI”. Fuori dal sistema, fuori da tutto e quindi fuori da ogni commiserazione.
Ma scusate: dov’è che avrei “sbagliato”? i mie ragionamenti sono sempre molto lineari. Sul punto sono da sempre un arci-nemico degli antisistema. Specie perché ora è diventato un atteggiamento da salotto: molto più coerenti, nella loro tragicità (specie a carico delle loro vittime) gli estremisti extraparlamentari degli anni ’70, sia rossi che neri. Quelli davvero vivevano in clandestinità e combattevano apertamente il sistema, ma ne erano apertamente combattuti. Non li approvo per nulla e sono contentissimo che siano stati sconfitti, sia chiaro, ma almeno erano coerenti. Invece oggi i vari “NO” dei giorni nostri (no vax, no greenpass, no tav, no Israele…… ecc ecc ecc) si beano dei loro “NO”, ma stando comodamente al caldo fra le pieghe del sistema.
Ho già raccontato mille volte (“è agli atti”…) che, per finalità spassionata e non per tornaconto individuale, mi occupo di promozione politica nel mio quartiere e, girando per le vie, i negozi e i mercati, raccolgo le istanze, le doglianze, le richieste (sempre più spesso anche le manifestazioni di sostegno e approvazione, capita…) di commercianti, baristi, venditori ambulanti del mercato rionale, semplici cittadini… Quindi il mio impegno sul terreno c’è e le insinuazioni di “codardia” (codardo io? ma non sapete proprio di cosa state parlando…) sono del tutto infondate.
Inoltre sfugge a molti che, quand’anche io fossi un “comodoso” salottiero, siccome mi dichiaro apertamente un sostenitore del sistema, sarei cmq coerente: infatti mi rintanerei nel calduccio del sistema che approvo. La contraddizione invece è in chi sa solo urlare “no”… ma alla fin fine se ne sta dentro al salotto del sistema anche lui.
Invece scendere dalla poltrona, uscire dal salotto e andare ad incontrare gli operai che vengono licenziati dalle multinazionali, i poveracci, i bisognosi, gli emarginati???
Dargli parola??
Già, è vero, questi non sono i “grandi protagonisti del nostro tempo”.
Vegetti 35Per quanto possa essere possibile il confronto fra “ il darsi ragione “ di Crovella rispetto a quello della Gruber, proverò’ a dire la mia, prendila per quello che vale. Crovella fa evidentemente un po’ fatica a dire ho sbagliato ed in questo ricorda un po’ Fonzie di Happy Days ma, da come scrive, mi sembra un persona intelligente che certamente, magari non lo dice, ma in cuor suo sa dove ha sbagliato quando gli è’ capitato di sbagliare ( tutti nella vita sbagliamo) e sa riconoscere quando e’ il momento di dare ragione agli altri. Forse è’ una sensazione ma è’ quello che filtra dalla sua prosa, anche se effettivamente un po’ enfatica ed auto referenziata. Del resto lo dice lui stesso apertamente e di questa trasparenza gli va dato atto. Non si nasconde e non si traveste. La Gruber, ripeto, e dico di lei quello che pensi di tutti gli esponenti di una certa sinistra, si ritiene superiore a chi non la pensa come lei quando contemporaneamente straparla di diritti, di mondo inclusivo, di antifascismo e via dicendo. Non è’ la ragione che deriva da aver fatto una cosa giusta anziché’ sbagliata, e’ la ragione che crede di avere perché’ Superiore. E’ questo che è’ profondamente fastidioso, inutile e antidemocratico. Si lamenta delle presunte reminiscenze fasciste dell’attuale destra quando e’ la prima a tappare la bocca a tutti quelli che non la pensano come lei, organizzando ad arte le sue trasmissioni, travestendole da palcoscenici democratici quando vi è’ un solo pensiero. Apprezzo di più certe schifezze che girano su canali di altra proprietà’ almeno sono dichiarati, si da che sono di parte. E’ un profilo profondamente non diretto, poco trasparente e manipolatorio. Di queste persone non ce ne è’ bisogno, qualsiasi sia l’idea politica che uno ha. Mi sembrano quindi due modi di darsi ragione molto diversi. Uno evidente, lo si prende o lo si lascia, l’altro molto subdolo ed adulatorio.
Enri 20: ” comunque tutti quelli che non la pensano come la Gruber sono dei trogloditi senza cervello.”
Cambia Gruber con Crovella e il gioco è fatto: stesso modo di pensare. Quindi, è la Gruber di sinistra o di destra?
Crovella 32: ” comprendo la mia impossibilità di dialogare con quelli che io chiamo i protestatori seriali, cioè gli “antisistema a prescindere”.”
Ecco, bravo, allora smettila con le tue spataffiate da 200 righe….
E ricordati che tu stai lì di fianco e aspetti che gli altri si espongano in prima linea, furbo italiota codardo. Ma blateri tanto che ti dimentichi di quello che tu stesso scrivi…
Corre voce che al CAI di Torino sia affisso in bacheca il seguente avviso in sette punti:
1) Carlo Crovella ha ragione.
2) Carlo Crovella ha sempre ragione.
3) Carlo Crovella ha ragione pure quando sproloquia.
4) Nell’ipotetico caso in cui Carlo Crovella non avesse ragione, valgono i punti 1, 2, 3.
5) Di conseguenza, in ottemperanza alla presente disposizione, gli interlocutori del medesimo hanno sempre torto.
6) Se – nonostante i punti 1, 2, 3, 4, 5 – qualcuno avesse ancora velleità di discussione, il nominato Crovella, con i suoi ragionamenti, provvederà di persona allo sfiancamento del malcapitato.
7) Tiè. 😜😜😜
FIRMATO (firma illeggibile, forse Kr…lik).
Qualcuno può confermare?
Carlo, confermi? o si tratta di malalingua?
O pallino, ma di che parli. Troppo comodo cosa?? In poltrona ci starai te! Qui ci facciamo il culo, come te se non più di te. Al sistema gli diamo tanto e qualcuno anche tutto senza ricevere nulla in cambio : visto che lavoriamo, contribuiamo con il nostro impegno all’economia di questo paese, ci mettiamo in gioco, paghiamo le tasse ricevendo in cambio dei servizi decisamente carenti.
Quindi di che parli.
Nelle critiche aprioristiche che leggo su Lilli Gruber (che in campo politico, sia chiaro, è una mia avversaria e non una mia socia di cordata), comprendo la mia impossibilità di dialogare con quelli che io chiamo i protestatori seriali, cioè gli “antisistema a prescindere”.
Ovvero: mettendo insieme queste conversazioni con altre recenti, nelle sommatoria delle critiche non ci sono differenze o “sconti” né ai personaggi di destra né a quelli di sinistra. Io sono il primo a esser critico verso i politici di destra che hanno comportamenti imbarazzanti (dal treno fermato a “spezzeremo le reni alla magistratura”…), perché arrecano danni alla nostra causa, e sono il primo a volerli marginalizzare fino a renderli del tutto irrilevanti. Ma dei personaggi di sinistra, che – ripeto – sono miei avversari politici, io so distinguere quelli che hanno cultura e intelligenza da quelli che sono imbarazzanti a sinistra come il frenatore del treno è imbarazzante a destra. So distinguere, perché io mi riconosco nel sistema, dove cerco di giocare la mia partita, ovviamente, ma la gioco all’interno del sistema e seguendo le regole del sistema. E così dovrebbero fare tutti i cittadini responsabili.
Le critiche a prescindere verso tutto e tutti, sono invece figlie del rifiuto del sistema. Ho già detto che è una delle opzioni esistenziali sul tavolo. Però, allora, si deve avere il coraggio di andare fino in fondo e quindi di girare davvero le spalle al sistema e alla collettività. In parole semplici ci si sposta in un atollo del Pacifico oppure ci si rintana in una baita in alta montagna, ma (in caso di necessità individuale) non si dipende da quella stessa collettività che la si sbeffeggia quotidianamente.
In conclusione mi sembra invece che anche il ruolo di “antisistema” sia ormai diventato “da salotto”: si critica il sistema stando in poltrona e, se si ha bisogno, non ci si fa problemi a ricorrere al sistema stesso. Troppo comodo.
il nuovo motto della sinistra stile Lilli Gruber:
Lavoratori???
PPPPPPRRRRRRRRPPPPRRRRR…………………….
@27
“Giuseppe, non ritieni che…”
No, non ritengo.
In linea di principio non mi meraviglia (né indigna) che un* giornalista partecipi, benché su invito, a eventi di questo genere in quanto giornalista.
Il punto, semmai, è cio che ne scriverà ai lettori.
Al riguardo (anche per rispondere al tuo leggerissimo accenno complottista che traspare dallo scrivere di “riunioni secretate” 🙂 ) ti consiglio la lettura di questo articolo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/28/perche-vado-alla-riunione-del-gruppo-bilderberg/5215441/
P.S. Immaginavo che non avresti gradito l’accenno a La Verità.
Potevo usare Il Giornale, ma, per quello che spesso titola e scrive, trovo La Verità esempio assai più calzante.
Un pò come La Pravda del secolo scorso… 🙂
@28
“Internet ti da la scelta che la TV ormai non ti può più dare”
La pluralità dell’offerta è condizione necessaria ma non sufficiente per operare delle scelte.
Se manca la volontà di scelta (e soprattutto quella di scegliere ciò che non conferma i nostri pregiudizi), la pluralità è percepita come mera entropia.
Eh..lo so Balsamo noi siamo gente ingenua. Viviamo di aria e acqua fresca, non siamo abituati al caviale, ci facciamo domande semplici e scontate. Siamo come i bimbetti, ai salotti buoni non siamo abituati, scorraziamo per l’ aiee dei contadini, tra galline, maiali, conigli .
La mi nonna mi diceva sempre che chi va al mulino s’ infarina…Frequenti quelli della Bildemberg? Benissimo. Ognuno fa le proprie scelte. Ma poi quandi parli al popolo e vorresti interpretare, rappresentare le sue esigenze i suoi bisogni e dargli voce, non sperare che ti si creda, che ti sia dia fiducia.
Balsamo, la TV la spazzatura in casa te la porta comunque, anche da spenta. A parte che secondo me è un oggetto bruttissimo e antiestetico in una casa.
Internet ti da la scelta che la TV ormai non ti può più dare.
Forse ci resta l’utilizzarla come monitor collegato a internet in cui scegliere i contenuti, a infinito titolo, da consultare.
Non parliamo poi del canone RAI, gabella anacronistica imposta con la forza in stile vaccino “anti” covid, la cui esenzione per il non possesso dell’apparecchio televisivo, è operazione grottesca e truffaldina come poche.
Io la faccio ogni anno: provare per credere, anche solo per curiosità.
Giuseppe, non ritieni che esista una leggerissima contraddizione tra la Lilli giornalista che partecipa alle riunioni secretate dei potenti del mondo e la Lilli della sinistra e dei lavoratori, ex parlamentare europea dell’Ulivo?
A me pare che la leggerissima contraddizione in realtà sia tanto enorme da scadere in somma ipocrisia. Alla faccia dei lavoratori.
Dimmi, quando parla la Lilli, chi parla? Quella del Gruppo Bilderberg oppure l’ex parlamentare di un partito che sostiene (sosteneva) di difendere i piú deboli del popolo?
P.S. L’accenno a La Verità – a prescindere dal fatto che il quotidiano scriva o non scriva notizie vere, false o mistificatorie – c’entra come i cavoli a merenda. Qui si sta parlando di mele e tu, per svicolare, tiri fuori le pere.
Il problema non è tanto la presenza della TV in casa (ancora resiste qualche programma decente in mezzo a parecchia spazzatura), quanto l’assenza dello spirito critico nel cervello.
Altrimenti il rischio è credere che La Verità dica la verità (qualunque cosa essa sia).
P.S. La Gruber fa il suo mestiere (o, meglio, l’interpetazione personale che lei dà al suo mestiere).
Chiedersi come mai vada al Bildemberg [sic] fa tenerezza (a parte che l’ha pure detto nell’intervista 🙂 ).
P.P.S. Quello de La Verità è un mero esempio. Che, quanto a fonte del c.d. sterco, anche internet spesso non scherza.
Come mai lla Gruber va alle riunioni della Bildemberg ma se ne guarda bene di andare a qualche manifestazione di operai o a parlare con loro in qualche cantiere edile??? I potenti finanzieri sono più interessanti degli sporchi muratori?
Mia moglie ha lavorato diversi anni in RAI e La7. Ne è rimasta schifata al punto di avere i brividi quando vede un apparecchio televisivo anche spento.
Ha sempre detto che la TV cambia chiunque in peggio, senza altra possibilità.
Direi che guardandola si capisce.
Ribadisco: chi ha la TV in casa si merita tutto lo sterco che ne deriva. Meglio non averla e crescere i figli senza fin da piccoli.
Infine, premio speciale a chi indovinerà che ci fa un’ex parlamentare dell’Ulivo nel Gruppo Bilderberg, in cui molti partecipanti sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell’Unione Europea ma prevalentemente esponenti di spicco dell’alta finanza e potenti del mondo.
Le discussioni del Gruppo Bilderberg sono secretate. Non si sa di che cosa parlino. Di ippica? di vacanze alle Seichelles? del campionato di calcio? o forse di altro?
Dimmi, Lilli dell’Ulivo e dei lavoratori e della sinistra: che ci fai lí?
1) Un premio a chi indovinerà se l’ultima volta che il PD/DS/PDS/PCI ha pronunciato le parole “lavoratori” e “popolo” eravamo già in questo secolo oppure ancora nel Novecento.
2) Un premio a chi indovinerà se la Gruber in vita sua ha mai pronunciato le parole “lavoratori” e “popolo”.
3) Un premio a chi indovinerà perché mai Landini, dopo anni e anni di mutismo assoluto, ha proclamato sciopero. Per di piú uno sciopero contro la legge finanziaria indetto quando ancora nessuno al governo aveva deciso alcunché in merito.
Berlinguer si starà rivoltando nella tomba.
La Gruber è un icona di quella sinistra dei salotti buoni, che si è totalmente distaccata da quelle classi sociali, che la sinistra avrebbe dovuto invece difendere . Perché questa dovtebbe essere la missione della sinistra. Invece se ne è allontanata totalmente preferendo avvicinarsi a ben altri ambienti di potere economico e finanziario.
La Gruber è’ la rappresentante di quella parte di sinistra che, nell’ultimo decennio, non si è’ preoccupata degli interessi ( lavoro, stipendi ecc.) delle persone che storicamente avrebbero dovuto votare a sinistra ma si è’ occupata solo di discreditare la fazione politica avversaria. Quest’ultima azione, screditare la destra, non è’ avvenuta sul piano delle cose da fare ma semplicemente sostenendo che quelli di destra o comunque tutti quelli che non la pensano come la Gruber sono dei trogloditi senza cervello. Questa sinistra, e la Gruber ne è’ l’esempio per come gestisce la sua trasmissione, ha fatto, ha voluto fare esattamente solo questo. E’ una modalità’ fascista, questa si, proprio perché’ non riconosce agli altri, avversari politici e comunque tutti coloro che la pensano diversamente, la dignità’ di pensiero. Chi va dalla Gruber ed ha un’idea diversa dalla sua su diritti ( cosa poi vorrà’ dire sta parola…), economia, ecc. viene immediatamente trattato come uno appartenente ad una categoria inferiore, quasi che esistessero le caste anche da noi.
E questo modo di fare e’ ed è’ stato il danno più grande che sia potuto capitare alla sinistra stessa. Che non si accorge che l’Italia mediamente è’ di centro destra e non si accorge di aver perso la gran parte del mondo operaio che giustamente non si fida certo di certi intellettuali e porta il suo voto altrove.
E’ talmente faziosa che nemmeno nel momento in cui la Meloni è’ stata eletta Presidente, prima donna nella storia, e’ riuscita ad applaudirla, rinchiudendosi in un femminismo pieno zeppo di invidia. Della serie sono femminista, sto con le donne, ma solo con quelle che la pensano come me. Un personaggio triste, del tutto inutile.
Esempio di “scorrettezza” Huffington Post, articolo di Emilio Barucci sull’inflazione, 11 dicembre 2023.
“Partiamo dal primo aspetto. L’inflazione è stata guidata dalla crescita dei prezzi all’importazione dell’energia e dei beni agricoli a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.”
Ovvio che c’entra l’invasione russa dell’Ucraina ma… gli aumenti sono dovuti alle sanzioni, non all’invasione di per sé: un giornalista obiettivo l’avrebbe scritto, non tralasciato…
Crovella 5: tu mischi sempre tutto perché nel polverone magari ci stai bene… Se vado al Pronto Soccorso pretendo di esser5e curato perché PAGO LE TASSE, non perché critico la destra e una “sinistra” che non mi piace. Questo, il criticare, non vuol dire stare fuori dalla collettività, significa ragionare con la propria testa cosa che, a quanto sembra, tu non accetti a meno che la testa sia la tua.
Quanto alla Gruber, condivido il pensiero di Marcello, di Grazie e di Benassi. Lei La Gruber è un’icona, ma di s stessa. E sinceramente, da ex iscritto all’Albo dei giornalisti, i media italiani mi fanno un po’ ribrezzo (lo dice uno che ha comprato Repubblica dalla prima uscita ma che da un paio d’anni ha detto basta a chi non ha un minimo di coscienza critica e di deontologia professionale. Mi piacciono i giornalisti che informano (soprattutto nel servizio pubblico) non quelli che si schierano facendo finta di essere neutrali o super partes.
Un icona proprio…sinistra.
Preferivo il maggiore Grubert di Moebius.
Non mi fido delle donne che si rifanno tette, naso, e culo. Figuriamoci la faccia.
In alto Alto Adige o Suedtirol, ci sono vari traditori, alcuni si arruolano nei Carabinieri e altri vanno a palazzo.
Ma le persone in gamba, che ci sono eccome, sono altre.
Lo dico da italiano e residente (2 miei figli sono sudtirolesi, parlano ladino e tedesco) in provincia per 24 anni.
Della Gruber mi è piaciuto il suo libro Eredità perché il suo essere italiana per modo di dire l’ha resa involontariamente imparziale. Da un’interpretazione magistrale del nazionalsocialismo, come pochi.
Ma poi si è rifatta, esteticamente è diventata irriconoscibile e lì le è andato il cervello in pappa. È invecchiata proprio male.
@ 11
1) Le parole “No Vax” e “negazionista” sono di per sé chiarissime: secondo i Sí Vax comprendono tutti coloro che sono contrari, per qualsivoglia ragione, o perfino osano dubitare.
2) In origine, il termine “negazionista” si riferiva soltanto a chi nega l’Olocausto. I sostenitori del vaccino l’hanno invece usato in modo truffaldino, dove c’entra come i cavoli a merenda, accomunando in modo ignobile chi dubita del vaccino a chi nega la strage degli ebrei.
3) Gruber: “Al potere maggioranza no vax” (dicembre 2023).
4) Gruber: “Noi a Otto e Mezzo non diamo spazio ai no vax” (YouTube, La7 Attualità). Anche qui, per la definizione di ‘no vax’ ci pensa la Gruber, in senso onnicomprensivo.
5) Parlami del presidente della Repubblica (“Sui media forse troppo spazio ai No Vax”).
In quanto al “disco rotto”, be’, se tu te ne fotti delle persone di cui ho scritto nell’altro commento, sono problemi tuoi, non miei. E sono problemi seri.
C’è sempre qualcuno che non sopporta le persone che si fanno delle domande. Non le sopporta e le trova pericolose.
La Gruber appartiene ad una certa classe di potere, di destra e di sinistra, che spesso e volentieri si riempie la bocca con buone intenzioni, ma nella realtà dei fatti fa i propri interessi di classe, guarda tutti dall’alto in basso e si guarda bene di sporcarsi le mani.
“Dove e quando avrebbe detto ciò? Qui c’è scritto testualmente …Mi pare abbia un significato profondamente diverso da come l’hai interpretato”
Questo è la base fondamentale della polarizzazione…se condisci con frasi adeguatamente scandalizzate e tonitruanti riesci anche a far si che nessuno controlli osi o abbia tempo di controllare la correttezza della citazione e debba schierarsi…
Spesso si cade nella propria trappola…
Per fare un esempio io affermo che un No-vax è di sicuro persona alla quale non dare spazio, perché essere contro i vaccini è posizione stupida, pericolosa e antiscientifica.
Ma non essere pregiudizialmente contro i vaccini, non significa affatto non essere contro uno specifico vaccino o l’uso che che ne è fatto
Esattamente come essere di sinistra non significa approvare o sostenere qualunque personaggio o posizione sia di sinistra…purtroppo pare che non valga lo stesso per la destra!
La Gruber è stata europarlamentare del Pd. E’ noto il suo schieramento ideologico (legittimo) in quel campo. Nella sua trasmissione si circonda abitualmente di pensatori di sinistra (giornalisti ecc). Di quei pochi giornalisti di destra che invita, se dicono una cosa a lei sgradita, reagisce subito “Non diciamo sciocchezze!” E che è? di destra? Data la sua personalità carismatica è considerata un’icona di quel tipo di ideologia.
Per il resto, io sono un pensatore liberissimo. Mi pare invece che, in altri commentatori, spesso scatti una dittatura al contrario, del tipo “essere liberi vuol dire essere fuori dal sistema. Quelli del sistema, che siano di destra o di sinistra, sono tutti in prigione.”
Ma il punto non è neppure questo. Potrei anche seguire quel ragionamento, pur considerandolo infondato nella realtà. Sottolineo una conseguenza: vuoi stare fuori dal sistema? Non è la mia scelta, ma, per carità, stacci pure. Però stacci sempre, “fuori dal sistema”, anche quando sei nella cacca. Sennò è troppo comodo protestare contro il sistema e però, se uno ha bisogno, pretendere che il sistema (addosso al quale si è sputato fino al giorno prima) abbia cura di te, in ogni risvolto della vita.
Il fatto che alcuni sbeffeggino perfino gli esponenti di sinistra del sistema, significa che proprio non piace “stare nel sistema”. Benissimo, ma allora prendete baracca e burattini e andate a vivere in un atollo in mezzo al Pacifico.
9. Anche tu però cominci ad essere un disco rotto, ti manca solo di dire che “è agli atti”.
Quanto a “Ora dobbiamo pure assistere alla Gruber, (…) che, incredibilmente, dichiara(no) che si è dato troppo spazio alle persone che hanno protestato.”
Dove e quando avrebbe detto ciò? Qui c’è scritto testualmente “Negare le emergenze o propagare tesi antiscientifiche” e “Dire che nei vaccini c’era il grafene o i feti morti è una bestialità”.
Mi pare abbia un significato profondamente diverso da come l’hai interpretato (o meglio manipolato), le proteste sono altro.
Scrivere che la Gruber sia un’icona di sinistra, così attenta all’immagine di se stessa, mi pare un po’ azzardato.
D’accordo con tutti i commenti che non la favoreggiano.
Vogliamo ora considerare il caso specifico di Lilli Gruber?
Lei dichiara: “A proposito dei No Vax, non credo sia giusto dare voce a chi propaga fake news. Le ricette per affrontare un’emergenza possono essere diverse. Negare le emergenze o propagare tesi antiscientifiche è un’altra cosa».
Quelle che la Gruber chiama fake news, mescolando colpevolmente il tutto in un unico calderone, sono anche – semplicemente – opinioni di chi la pensa in modo diverso da lei. Si tratta di persone che si sono preoccupate della politica sanitaria a proposito del Covid (erano in ballo le nostre vite!); persone che si sono indignate per la politica liberticida a proposito del Covid; persone che hanno perduto familiari e amici a causa della “tachipirina e vigile attesa”; persone che hanno subito gravi effetti collaterali per il vaccino o ne sono addirittura decedute; persone che vedono insabbiati dati e inchieste; persone che allibiscono di fronte ai messaggi (poi cancellati) tra l’Ursula e la Pfizer in merito agli accordi contrattuali per il vaccino; persone che assistono esterrefatte all’audizione al Parlamento europeo di una galoppina inviata dalla Pfizer (in segno di disprezzo verso la UE), che osò dichiarare ridacchiando ciò che dichiarò; persone che non possono sapere che cosa sia contemplato nel contratto con la Pfizer perché secretato (!) nelle parti importanti. Con vergognosa arroganza, tutte queste persone sono state chiamate No Vax oppure, ancor peggio, “negazionisti”.
Ora dobbiamo pure assistere alla Gruber, a Mario Monti e addirittura al presidente della Repubblica che, incredibilmente, dichiarano che si è dato troppo spazio alle persone che hanno protestato.
Ebbene, a mio giudizio chi vuole togliere libertà di parola a chi la pensa in modo differente si comporta come un fascista (nero, rosso o giallo non importa).
P.S. Per par condicio, considero indecente che il presidente del Senato conservi sul comò il busto del Duce. Pare comunque che La Russa abbia mantenuto quell’unico “vizietto” del suo passato; per il resto si sta comportando bene, finora. Come del resto fu imparziale pure Bertinotti alla presidenza della Camera, nonostante il suo bandierone rosso.
Chi invece si comportò in modo pessimo fu una nota presidenta, celebre per le sue creazioni lessicali e la faziosità.
Caro Carlo, se vuoi essere libero pensatore, devi ragionare prescindendo dagli schemi di partito, dai paraocchi ideologici e persino dal concetto di destra e sinistra. Insomma, devi giudicare sulla base dei fatti e dei princípi etici basilari.
Tanti auguri: la strada è lunga e impervia, piena di trappole.
P.S. Vale per tutti.
Cazpita, non dovrebbe essere permesso criticare qualcuno della tua parte, altrimenti come si fa a capire da che parte stai?
Come può essere etichettato qualcuno che si comporta così?
Ci vuole una legge che uno sceglie da che parte sta e c’è scritto chi può criticare e chi invece è dalla sua parte e allora non può…ci vuole ordine, altrimenti qui va a finire che tutti fanno quello che vogliono e non se ne assumono la responsabilità!
dov’è la destra…?
dov’è la sinistra…?
Io sono molto critico verso la Gruber (anche se, per mio interesse culturale, cerco di non perdermi la sua trasmissione), ma la critico perché io e lei stiamo in campi ideologico opposti. Campi opposti, ma sempre dello stesso “sport”.
Certo che se voi sfottete pure la Gruber, che è un’acclamata icona dell’intellighentia di sinistra, significa che vivete proprio “fuori dal consesso”: giocate a un altro sport.
Liberi di stare fuori dalla vite civile e di protestare sempre e comunque, però poi se vi rompete una gamba andate al pronto soccorso e “pretendete” di esser curati. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. O si sta nella dibattito istituzionale (chi a destra e chi a sinistra) e si sopportano anche i fastidi dell’esser dentro alla vita civile della collettività, oppure si sta fuori dalla collettività, ma allora si sta fuori da tutto, non solo quando fa comodo.
Una rifattona sudtirolese che si è venduta al nemico (l’Italia). È ciò che si merita chi ha ancora la TV in casa.
@2 Esempi?
Quante stronzate dice… Sorvoliamo…
Lei, però, lo stesso circo che menziona lo ha alimentato per anni.
Non mi sento di annoverarla tra chi sta dalla parte della verità.