Non solo Cortina

Livigno, la ‘perla’ della Valtellina, con 160 milioni di investimento e 9 opere tra aree sportive e di legacy per il territorio, attende circa 10mila visitatori al giorno.
Nell’area sud-est di Milano sei edifici ospiteranno gli atleti olimpici e paralimpici tra febbraio e marzo 2026. A disposizione della città una piazza che resterà aperta al pubblico.

Le piste di Livigno
di Raffaella Cagnazzo
(pubblicato su corriere.it il 19 aprile 2025)

Livigno si prepara a ospitare le gare di snowboard e freestyle alle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 per l’assegnazione di 26 medaglie nelle specialità più seguite dal pubblico dei giovani, con una particolare attenzione da parte del pubblico americano, grande affezionato a queste discipline. Saranno circa 1.100 le persone tra atleti e gli staff delle gare che verranno ospitate in due hotel già esistenti; attesi, invece, picchi fino a 10 mila visitatori giornalieri nell’orbita dell’area livignasca.

Se il Livigno Aerials & Moguls, allestito a Carosello 3000, è stata la prima venue olimpica ad essere completata a metà dicembre 2024, sono ancora in corso i lavori presso la ski-area a Mottolino per quello che sarà il Livigno Snowpark e che ospiterà le gare di half pipe, slopestyle, big air, snowboard cross, ski cross e parallel giant slalom.

«Sull’area sportiva del Mottolino si sta ancora lavorando. C’è qualche ritardo per i lavori ancora in corso al parcheggio da 500 posti che sarà completamente coperto dalla zona finale delle gare olimpiche nella piana della cittadina» spiega Luca Morelli, direttore dell’Apt di Livigno.

«A Livigno sono stati investiti 160 milioni di euro per 9 opere tra Carosello, Mottolino e un’opera interversante», commenta Fabio Massimo Saldini, ceo di Simico: «Un parte delle opere sono sportive per le gare, una parte sono di ‘legacy’, previste come eredità per il territorio».

Si tratta del parcheggio sotterraneo sul versante Mottolino, in consegna tra ottobre e novembre; un bacino alpino per l’innevamento artificiale a quota 2.600 metri sopra Mottolino; un collegamento tra i due versanti con due linee di cabinovia e un ulteriore parcheggio nella stazione intermedia, con una fine lavori prevista per inizio 2026.

Si tratterà delle prime Olimpiadi diffuse nella storia del nostro Paese perché estese su varie località, anche se la copertura mediatica supplirà alle distanze. «Non ci sarà nomadismo legato alle varie discipline sportive», precisa il sottosegretario di Stato Alessandro Morelli.

Dentro il Villaggio Olimpico di Milano
di Raffaella Cagnazzo
(pubblicato su corriere.it il 28 marzo 2025)

Manca meno di un anno al via ai Giochi Olimpici Invernali di Milano Cortina 2026 e l’organizzazione è entrata nel vivo. Se ancora le venue olimpiche non sono state consegnate, la loro realizzazione è in via di completamento.
I cantieri ancora aperti lavorano alacremente alla consegna delle strutture alla Fondazione Milano-Cortina per l’allestimento finale.

È il caso del Villaggio Olimpico di Milano, che sorge nell’area dell’ex scalo ferroviario di Porta Romana, nella zona sud di Milano tra via Ripamonti e corso Lodi e che occupa circa un quarto dell’area sottoposta a rigenerazione urbana.

«Si tratta di un progetto a destinazione mista con uffici e residenze libere, sociali o a canone ‘affordable’. Il Villaggio Olimpico, che è la prima realizzazione nell’area, sarà convertito in studentato da 1.700 posti letto convenzionato con il Comune di Milano a tariffe agevolate», spiega Luca Mangia, direttore generale Coima, la società che si occupa della componente residenziale di tutta l’area.

La consegna del Villaggio è prevista per luglio 2025, in fase di completamento sono la facciata esterna e gli interni con le stanze che ospiteranno gli atleti prima, gli studenti poi. «Il progetto architettonico parte dai requisiti di pulizia e semplicità degli edifici richiesto da esigenze olimpiche e si concentra soprattutto sull’attivazione dello spazio pubblico», precisa Mangia. «Sono state utilizzate tecniche di prefabbricazione che accorciano i tempi di lavorazione in cantiere: le strutture portanti sono tutte in prefabbricato, le facciate interne sono in x-lam ovvero legno modulare prefabbricato, così come i 1.100 bagni che sono arrivati finiti e sono stati posati con le gru nelle posizioni esatte. In cantiere sono stati fatti solo gli allacci delle utenze».

Sulle critiche alle facciate squadrate e tacciate di essere “anonime”, Mangia invita alla pazienza: «Gli edifici non sono ancora finiti, anche se all’occhio non esperto paiono completati. L’effetto finale si potrà vedere solo dopo la restituzione del Villaggio Olimpico, con la riconversione a studentato quindi per l’autunno del 2026. Manca ancora tutta la parte di landscaping prevista per le facciate degli edifici, in parte perché si tratta di uno dei requisiti richiesti da Fondazione Milano-Cortina che hanno necessità di più spazi liberi, in parte perché il verde è tuttora in vivaio affinché possa essere installato già rigoglioso».

Conclusa invece la costruzione delle stanze, dove mancano solo gli arredi che saranno di produzione italiana, in legno e il letto con un tradizionale materasso a molle. Niente materasso in cartone di parigina memoria, insomma.

Il commento
di Carlo Crovella
“Non solo Cortina”: questo è il titolo azzeccato per il corposo investimento di denaro pubblico, il tutto finalizzato alle Olimpiadi 2026. Non solo denaro di tutti noi che viene “sprecato”, ma soprattutto interventi irreversibili sul territorio: se la pista da bob di Cortina è l’emblema di tutto ciò, essa mette in disparte gli analoghi investimenti e le modifiche ambientali in ben altre località.

Nella storia del nostro Paese, quelle del 2026 sono le prime Olimpiadi “diffuse” – dicono con orgoglio i loro sostenitori – ma questo non attenuta i loro effetti devastanti: semplicemente li spalma su più aree e non è detto che ciò sia un bene. Magari proprio per quel motivo, ci saranno doppioni e sovrapposizioni. E soprattutto un decuplicazione del magna magna, parliamoci chiaro.

Insomma: “Non solo Cortina” potrebbe essere il film del prossimo cine-panettone: tette, culi, battute da caserma, opulenza sfacciata e vita da fighetti.

È solo questa l’Italia? Io credo di NO ed è per questo che mi batto contro l’uso delle Olimpiadi come se fossero “panettoni” di cui strafogarsi.

Non solo Cortina ultima modifica: 2025-05-08T05:14:00+02:00 da GognaBlog

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14 pensieri su “Non solo Cortina”

  1. Non sono il solito vecchio brontolone (buono il primo, ma non il secondo aggettivo) di quelli che erano belli i tempi in cui con un solo paio di sci si faceva salita, discesa e fondo. Per ricordare con un po’ di nostalgia la vera Livigno che fu, mi permetto un suggerimento librario:

    Un prete in alta quota. Avventure di don Sandro Parenti a Trepalle. Ed. lyasis

     
    Negli anni ’50 a Trepalle, frazione di Livigno, il nuovo parroco della valle non solo si adatta presto a quel posto sperduto e gelido, ma impone anche grandi cambiamenti … ecc.
    Una storia vera con personaggi autentici da leggere e … rileggere.
    Si capisce perché quella valle è stata liberata da parecchie imposte, tasse e accise. Oggi non capiamo perché non le rimettano, come ovunque in Italia.

     

     

  2. La candidatura di Livigno a ‘perla della Valtellina’ è di molto ben precedente alla sua inclusione nelle Olimpiadi 2026. Ben raggiungibile dai Paesi centrali  europei ha anche la fortuna (per ora) di sentire meno gli effetti del cambiamento climatico. Da molti anni è il luogo ideale, e così si è ben attrezzata, occorre dirlo, per la preparazione di atleti d’elite di ogni parte: atletica, nuoto, ciclismo, sci di fondo in particolare, anche per via (finora!) dei prezzi competitivi verso la vicina Engadina. Hanno costruito una regolare pista di atletica ed una piscina olimpionica e gli alberghi, per atleti e non, sono sempre pieni in ogni stagione. Si viene attirati dalla propagandatissima ‘zona franca’? Tutte balle. Lasciate l’auto nei  salati parcheggi a pagamento (ci sono solo quelli) e già vi siete bruciati il vantaggio della benzina meno cara. Per gli altri prezzi, nulla di competitivo con i centri commerciali e il web. Comunque Livigno è l’illusione di un grande centro commerciale lungo qualche km. E’un luna park tutto l’anno: in estate si vedono affollamenti di superbiciclette che costano più di un’utilitaria! Non a caso lì si svolgeranno non le gare classiche (slalom, discesa, ecc.) ma quelle dei saltimbanchi tavolari e dintorni, con tutto il loro seguito coloratissimo come gli atleti, tutti sempre ben disposti alla movida 24 ore non stop. E così a Livigno  aspettano il raddoppio degli incassi … molto molto … esentasse!

  3. Provocations are not arguments and deserve grammatical counter-provocations, Ciruzzo beddo!

  4. Alberto, vorresti spiegarci cosa c’entra lo sport con la distruzione dell’identità del tessuto urbano di un intero quartiere milanese e con le opere inutili promosse per l’evento Milano-Cortina?
     
    Ci spieghi, di grazia, perché cavolo si debba collegare una grande città con un’area montana di un’altra regione, millantando pure che non ci sarà nomadismo? 
    Peccato non ci fossi alla manifestazione avvenuta a Milano l’anno scorso e che tu non abbia colloquiato con chi sta perdendo preziosi punti di riferimento. 

  5. Orpo! Dare del “sinistrorso” a Carlo Crovella….è vero, nel Gogna Blog non c’ è più religione! 😀 
    P.s.: Crovella, sono con Lei!

  6. Si Marcello! Me lo immagino all arrivo in Hotel; con accento Milanese (hue’ piirla , Milano -via della Spiga -Livigno h 2 !! Dicasi due ore…altro che Cortina!
    Tieni le chiavi e parcheggiati il Ferrarino dai!

  7. “Per fortuna che ci è quei come a te che loro si che sano raggionare buono. e scrivere correggiutamente per esprimerlo i lori penzieri,
    ma la puntegiattura zoppratuto?”
     
    TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA
    “Per fortuna che ci sono quelli come te. Loro sí che ragionano bene e, per esprimere i loro pensieri, scrivono in modo corretto, soprattutto la punteggiatura.”
     
    Matteo – porca pu**ana! – ma è mai possibile che tu, per scrivere le consuete castronerie, non abbia ancora imparato l’italiano? 
    Fai concorrenza al Carlone. Almeno nel suo caso la spiegazione è un’altra: fa tre cose alla volta.
    E Gogna che fa? Tollera e non censura? Vigila o non vigila? Si gratta la pancia?
     
    Nel GognaBlog non c’è piú religione.
    😀 😀 😀

  8. Per fortuna che ci è quei come a te che loro si che sano raggionare buono. e scrivere correggiutamente per esprimerlo i lori penzieri,
    ma la puntegiattura zoppratuto?

  9. Certo che siete tutti nemici dello sport del progresso dell’andare avanti, A sentire voi la montagna è solo per pochi eleti, preferibilmente poveri, di sinistra con poche eccezioni, un mondo tristissimo il vostro. Per fortuna la realtà è diversa. lo sport vive e le Olimpiadi vivomìno, sogno di ogni atleta. Per voi di gogna, sterco del diavolo. Mia consolazione, nel reale contate nulla

  10. A esser precisini, il primo esplicito rifiuto alle Olimpiadi (sempre da tenersi a Roma) arrivò da Mario Monti, quando era al governo del paese (2012-13). E anche Chiara Appendino, al tempo ancora Sindaca di Torino (ultimo sgoccioli del suo mandato), si sfilò dalle Olimpiadi 2026, sganciandosi dal tandem Milano-Cortina (peraltro con un gran sospiro di sollievo di milenesi e veneti, che vedevano il terzo incomodo come un estraneo con il quale condividere i miliari a pioggia). Vedremo cosa decideranno gli amministratori romani di fronte all’eventualità del terzo tentativo per le Olimpiadi estive. Essendo io un pessimista cronico di natura, temo che abboccheranno. Le Olimpiadi sono una vera aittura per i conti pubblici: du proprio lo sfondamento dei conti per le Olimpiadi di Atene 2004 a portare la Grecia al fallimento dinanziario. Arricò la troika (UE+BCE+FMI) e impose un regime “militaresco”. Ricordo che per parecchi mesi i bancomat in terra greca furono programmati in modo da NON erogare più di 20 euro giornalieri per tessera. Chi ci rimise furono i ceti medio-bassi. I riccastri, con i conti all’estero, continuarono a fare le vacanze sui loro pandili nel Mar Egeo. invece i ceti più fragili pagarono in prima persona il riassetto dei conti pubblici, tirando la cinghia per un lungo tempo. La situazione italiana è molto diversa da quella greca, ma non possiamo più aumentare il debito pubblico ed eventuali restrizioni per compensare i miliardi distribuiti a pioggia, si trasformeranno in minori servizi (welfare, sanità, istruzione). Anche in Italia chi potrà pagare di tasca sua, supplirà in tal modo, per cui la riduzione dei servizi pubblici graverà soprattutto sulle nostre fasce più fragili. Oltre all’importantissimo tema del danno ambientale, le Olimpiadi nascondono questo altro rischio che spesso nessuno vede perché non vuole vedere.

  11. A posteriori sarebbe ragionevole riconoscere la saggezza della sindaca grillina Virginia Raggi che nel 2016 rifiutò di ospitare a Roma le Olimpiadi del 2024. A cominciare dalle Olimpiadi romane del 1960 i grandi eventi sono pretestuosamente giustificati per i vantaggi che portano alle città. Allora furono l’occasione per costruire la prima autostrada all’interno del tessuto urbano, quando non c’erano ancora le tangenziali per velocizzare il traffico locale. Oppure i mondiali di calcio del 1990 furono utilizzati sempre a Roma per completare l’anello ferroviario attorno alla città. Due progetti ambiziosi e futuristici destinati entrambi al fallimento: dell’autostrada urbana rimane solo qualche frammento e l’anello ferroviario è stato attivato solo trentadue anni piu tardi. Sarebbe saggio che lo spreco non fosse il prezzo da pagare per le buone opere.

  12. Luca “Mangia” della ditta Coima, che in Argentina è l’equivalente della nostra cagnotta o cresta, sembra davvero un personaggio da film dei fratelli Vanzina.
     
    Altra chicca in tema:
    Non ci sarà nomadismo legato alle varie discipline sportive», precisa il sottosegretario di Stato Alessandro Morelli.
     
    In effetti i personaggi dei cinepanettoni sono spesso dei cliché milanesi che vanno in vacanza sulla neve.

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