Rifugio bocciato? «Non è un autogrill»

Carestiato “sconsigliatissimo” da una recensione sui social per il “sentiero allucinante e un panino pagato quattro euro”. La replica del gestore Diego Favero, lassù da 16 anni: «Adesso basta farci prendere in giro, non siamo in città».

Rifugio bocciato? «Non è un autogrill»
(pubblicato su gazzettino.it il 2 settembre 2025)
di Claudio Fontanive

Rifugio alpino definito “sconsigliatissimo” in una recensione. Motivo? Panino farcito a 4 euro e sentiero “allucinante”. Il gestore non ci sta e replica: «Le prese per i fondelli vanno fermate. Non siamo quassù per farci prendere In giro. Non siamo un autogrill”.

Accade di tutto in questa pazza estate in montagna e il mondo digitale legittima pareri che il più delle volte prima di essere resi visibili al mondo intero, anche in funzione dei sospiratissimi like, meriterebbero invece almeno una riflessione sul mondo della montagna e sui sacrifici di chi la custodisce a beneficio della collettività.

Il rifugio Carestiato si raggiunge dal posso Duran dopo una facile passeggiata di un’ora.

Siamo al rifugio Carestiato, in comune di Agordo. Si raggiunge dal Passo Duran con una comoda passeggiata su una strada silvo-pastorale che può essere percorsa anche in auto (ma solo dai mezzi autorizzati, come quelli dei gestori del rifugio per le normali operazioni di approvvigionamento). Solo il tratto iniziale presenta un breve salita.

In quota
La struttura è deliziosa e ben tenuta, con diversi posti a sedere al coperto e altri sulla terrazza, ed è di proprietà della sezione agordina del CAI che cura anche, su base volontaria, la manutenzione dei sentieri della zona. Il gestore da 16 anni è Diego Favero, tra l’altro capo del soccorso alpino di Agordo, che con la famiglia ne apre le porte ad alpinisti, ciclisti ed escursionisti in estate, e anche nei fine settimana d’inverno. Il panorama mozzafiato sulla conca agordina e sulle sue vette delizia lo sguardo. Volgendolo indietro, si nota la vicina maestosità della Molazza che abbraccia il rifugio, posto lungo il percorso dell’Alta Via numero 1 e quindi particolarmente frequentato dai turisti di tutto il mondo.

Diego Favero

L’impegno
Gestire questa struttura, come altri rifugi alpini in quota, richiede notevoli sacrifici e problemi, fra cui il reperimento dei collaboratori: tanto che lo stesso Diego Favero qualche inverno fa aveva dovuto mettersi ai fornelli in cucina, oltre a svolgere le altre incombenze quotidiane. Ma quest’estate il personale c’è. E specie in agosto si prodiga per soddisfare le richieste di chi, affaticato da lunghe ore di camminata o arrampicata, vi giunge per un ristoro, ma anche da chi, compiuta una passeggiata di poco meno di un’ora, alle volte avanza pretese come se fosse arrivato in un ristorante cittadino.

In rete
Sui social la recensione dell’ ex cliente Gianluca Sacchetti: “Volevo un panino alle 10.30 e la ragazza del bar (scocciatissima) mi ha detto che in cucina non avevano tempo perché dovevano preparare il pranzo. Poi, cambiando idea, i panini sono usciti uno dietro l’altro. Sconsigliatissimo. Anche per i prezzi e per il sentiero, veramente allucinante“.

Pronta la replica a firma dello staff del rifugio: “Riteniamo opportuno condividere la sua recensione in modo da spiegare non solo a lei ma anche alle altre persone che pensano di essere arrivati in autogrill invece che sotto la Moiazza. Anzitutto ci scusiamo se la ragazza al banco è andata in cucina a chiedere se c’erano panini; siccome il pane per i panini farciti viene acquistato al forno fresco tutti i giorni o quasi, voleva essere sicura che la sua richiesta potesse essere esaudita. Più di tutto però volevamo soffermarci sul fatto che un panino farcito con un etto e mezzo di affettato al prezzo di 4 euro le possa sembrare caro. Lei stesso conclude dicendo che il sentiero è “allucinante”, quindi si è reso conto che non slamo in centro città. Le chiediamo: può essere caro a 4 euro? Cerchiamo ogni giorno di dare il meglio per tutti i clienti che passano, educati o meno, pretenziosi o meno. Se questo non è in grado di coglierlo, la preghiamo di ripassare ai famosi autogrill e pagare 8 euro il panino confezionato e pronto all’istante“.

Non c’è solo il turismo cafone. Tempo fa Umberto Eco affermò che “i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli”.

Rifugio bocciato? «Non è un autogrill» ultima modifica: 2025-09-10T05:40:00+02:00 da GognaBlog

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52 pensieri su “Rifugio bocciato? «Non è un autogrill»”

  1. 46 Regattin. E’ un pò di anni che non  ritorno alla Casera Bosconero. Se è come dici te, posso solo esserne contento. E sicuramente ne sarà contenta anche la Monica.

  2. Alla Leschaux non c’è sala da pranzo. Si cena e si fa la prima colazione, solitamente al buio, fuori sul terrazzo

    Vero, si mangiò sulla terrazza godendoci la vista sulla nord delle Jorasses. 
    Ricordo anche con un un pò di nostalgia il rifugio Envers des Aiguilles allora gestito dall’accogliente  Babette con la sua mitica charlotte, i suoi barattoli di marmellata, formaggi e omelette.

  3. Cloe merita una telefonata quando arrivi in patria “Cloe!düch bien! nus alòn a la mesón” così Andreas Oberbacher tranquillizzò la gestrice!

  4. Alla Leschaux non c’è sala da pranzo. Si cena e si fa la prima colazione, solitamente al buio, fuori sul terrazzo. Intanto se il tempo è brutto non ci va nessuno. Nei rifugi sopra la Mer de Glace quando chiami per prenotare ti dicono le previsioni meteo e se fa brutto ti dicono di non andare. Ti dicono, anzi, di chiamare all’ultimo momento e se cancelli, e non hai versato nessuna caparra, ti dicono: alla prossima!
    A parte l’impareggiabile bellezza dei luoghi, è per quest’elasticità che ci vado spesso.
    Alla Leschaux, oltre a Cloe e al suo gatto c’è una chitarra che ha una corda (il si, o b) mancante. Mi ero messo una multa di corde di nylon nello zaino per sostituirgliele ma il meteo incerto di una decina di giorni fa mi ha impedito di salirci. In Agosto sono stato un paio di giorni al Couvercle con mia figlia di 23 anni che non c’era mai stata. Scalavamo le vie sui contrafforti dull’Aiguille du Moine proprio sopra al rifugio e poi ci sprofondavamo nel divano  Chesterfield a leggere libri di carta in un’atmosfera da disegni di Samivel.
    In Dolomiti non si riesce più a farlo.

  5. 38. Ognuno ha il suo stile, la sua personalità, la sua esperienza, non si può pretendere che un nuovo gestore possa sostituire in tutto e per  tutto chi è venuto a mancare e a cui si era affezionati. Detto ciò a mio avviso la gestione attuale è ottima, la cucina è ottima e offre, tra gli altri, piatti tradizionali zoldani, anche senza l’astice e l’aragosta, l’ambiente è molto famigliare, ci sono pure delle simpatiche galline che scorrazzano libere e felici. Si respira un’aria diversa da quella di molti altri rifugi. E pure il vino è di livello.

  6. Un pò di anni fa alla capanna Leschaux, gestita da una ragazza e da un gatto, mangivi quello che c’era, oppure ti arrangi. Ma non è che patimmo la fame. Oltre tutto quando tornammo a notte fonda, rassegnati a stare digiuni, invece trovammo ad aspettarci un bel vassoio e un bel thermos. Mica glielo avevamo chiesto, ci aveva pensato da se!!

  7. “Sentiero allucinante e un panino pagato quattro euro”.
     
    Che sa da fa’ pe’ campa’… 

  8. Nei mie commenti precedenti ho preso ad esempio questo caso per dire la mia.
    In sintesi, colui che ha scritto la recensione e’ uno dei tipi da web e non aggiungo altro se no non avrebbe nemmeno scritto la recensione. Peraltro il prezzo del panino mi sembra irrisorio anche a quote più basse. Come ho detto non andava nemmeno preso in considerazione.
    Il tema dei rifugi e’ più generale. Già’ il solo fatto di fare un sito web ti pone in un’altra situazione rispetto a non averlo. Tempo fa ma non nel 1800 ai rifugi si andava prima per alloggiare meglio o al massimo si doveva telefonare per prenotare è chiusa lì. Oggi si fa il sito web forse per gestire al meglio le prenotazioni, lo fai carino ed attraente, benissimo mi sembra giusto bisogna far fruttare il proprio lavoro ma devi essere consapevole che quel sito sarà potenzialmente visitato da migliaia di persone, alpinisti esperti come imbecilli di prima categoria. Stop tutto qui, lo sai e non ti offendi per un commento che tutto sommato non era nemmeno così violento e lasci perdere. Non si colpevolizza nessuno e i gestori fanno di solito un lavoro buono e immagino lo sarà anche per questo rifugio.  Ma se entri nella rete poi devi stare al gioco. Se no cambi “linea editoriale” ed imposti le cose come faceva Perlotto al Boccalatte…per fare un esempio……li’ uno screzio di questo tipo non sarebbe mai successo.

  9. Mi sembra davvero ingeneroso colpevolizzare se pur velatamente,il gestore del rifugio perché si fa una buona pubblicità sul web.La sostanza della querelle non va persa di vista: un cliente che si lamenta di un panino a 4 euro e di aver dovuto camminare un po’ per arrivare al rifugio…..e,udite udite,di aver fatto una fatica allucinante…Allora se un’oretta di cammino gli risulta allucinante forse era meglio stare a casa o fare una serena passeggiata in paese.In qualsiasi posto poi 4 euro per un buon panino sono anche pochi.
    Però in Dolomiti c’è anche troppo troppo turismo e certe cose possono capitare..

  10. Matteo, certo la Monica faceva un’ottima cucina. Una sera ci fece un buonissimo risotto con la zucca che coltivava nell’orto intorno al rifugio. La Monica era un’ottima rifugista, attenta e sempre sorridente. Si informava sempre su cosa andavi a fare ed era in grado di darti consigli ed informazioni sui percorsi e sulle vie che conosceva piuttosto bene. Non aveva problemi ad alzarsi prestissimo per prepararti la colazione. La prima volta che sono stato li era il 1984 per salire la via Navasa, il rifugio era appena partito e mi ricordo che dormimmo tutti per terra dove poco prima avevamo cenato. In seguito sono tornato tante altre volte e l’accoglienza della Monica è sempre stata ottima insieme ad una bella semplicità. Accoglienza e semplicità, questo si dovrebbe respirare in un rifugio. E dalla Monica c’era. Spero che chi ha in gestione adesso la Casera Bosconero abbia continuto su questa strada.

  11. 39@ Rustichella che tra l’altro costa 7,50 € distante quasi il doppio dai 4 citati, o e tanto che non va’ in autostrada o aveva tempo per il firmato cazzeggio in rete.

  12. Buon esempio Pizzo, però anche Monica faceva della gran buona cucina, variata e attenta ai bisogni del cliente e quindi? Per questo non era un rifugio?
    Non conosco bene il Carestiato ma non credo che nel caso in questione il problema fosse nel rifugio e volergli attribuire colpe per il sito internet carino mi pare stupido.
    In altre parole, credo che il gestore gli abbia risposto anche troppo a modo a Gianluca Sacchetti: io gli avrei detto di provare ad andare in Autogrill a comprarsi una Rustichella prima di scrivere cazzate!

  13. 37) Ci dovranno pur essere delle differenze, delle caratteristiche diverse  tra rifugio e albergo. Oppure no??
    Un rifugio dovrebbe offrire un servizio dignitoso ma spartano, altrimenti non è un rifugio, è un albergo.  Questo non vuol dire che un rifugio deve esse sporco o cone le coperte pulciose. Ma da li a fare concorrenza ad un albergo ce ne corre. E’ un pò come le sagre di paese che sono diventate dei ristoranti a cielo aperto.
    Ad esempio per me un bel rifugio gestito bene era la Casera Bosconero gestito dalla Monica sotto la Rocchetta Alta di Bosconero. Lo dico con grande affetto e tristezza perchè la Monica, purtroppo  non c’è più. Non so se chi lo gestisce adesso ha continuato sullo stello stile. Lo spero.
     

  14. @35 Ditemi ma lo avete visto il sito? Trasuda montagna vera?? O si dice anche che nel menu si possono avere ravioli ecc..
    Come deve essere un sito per trasudare montagna vera? A me sembra fatto bene e fa venire voglia di andare a vedere un rifugio tenuto bene e con amore. Come ad esempio un rifugio coi fiori. Trasandato e tenuto male non mi sembra un sinonimo di montagna vera.
    Per quanto riguarda i ravioli sono un piatto tipico di quella zona. Come in friuli i cjarsons.

  15. Anche se mi piacerebbe non potrei mai gestire un rifugio. Diventerebbe subito un centro sociale dove per accedere al servizio bisogna superare dei test sulla tacca da 2 cm, il cibo servito in dosi inversamente proporzionali rispetto al peso corporeo e il tempo d’attesa per il servizio inversamente proporzionale alla gentilezza dell’ospite…. Sul sito poche info e tanti consigli sull’allenamento…….e poi ogni tanto chiuso con cartello : ottime condizioni siamo a scalare 

  16. Luciano,
    giusto quanto dici ma io non condivido il gestore che si stupisce della recensione e si fa trascinare nel meccanismo. Il turista si e’ autoreferenziato con la sua recensione ma il punto non è il suo commento ma quanto propongono i rifugi.
    Ditemi ma lo avete visto il sito? Trasuda montagna vera?? O si dice anche che nel menu si possono avere ravioli ecc..
    Ragazzi il tema e’ chiaro’ piantiamola di proporre i rifugi come alberghi. Proponiamo alberghi? Avremo clienti che pretendono servizi da 5 stelle.
    Punto.

  17. “Chi è causa del proprio male, pianga se stesso”.
    E, all’occorrenza: “Non discutere mai con un idiota, la gente potrebbe non notare la differenza”.

  18. Enri, però la recensione non riguardava quanto hai elencato, ma semplicemente il costo di un panino, i prezzi alti e il sentiero “allucinante”. Già questa ultimo termine utilizzato dal “cliente” lo identifica senza alcuna possibilità di errore. E infine non credo che nelle foto del rifugio si veda una strada asfaltata con pista ciclabile e panchine e tavolini, magari con fontanella, ogni 100 m.

  19. Non siamo noi qui a decidere chi è imbecille o chi merita di andare in montagna.
    Lo decide l’offerta. Se un rifugio propone avvicinamento ben segnalato, menù variegato, stanzette curate con pochi letti e magari con bagno, perfino i piumini nei singoli letti, il tutto in un bel sito web…….ma cosa credete che arrivi? No dico ma ai miei tempi e sono ancora abbastanza giovane i rifugi avevano lo stanzone, coperte di un quintale di peso che non sembravano proprio appena lavate, un solo bagno per 50 persone che si era disposti ad andare a 5 km fuori piuttosto che usarlo. Il bello è che in montagna ci si andava anche e proprio per questo. Quando i rifugi e relativi gestori la smetteranno di proporsi come alberghi? Altro che poi lamentarsi delle recensioni….. ma via dai….

  20. tutto il mio rispetto per il rifugista, che purtroppo non ho avuto modo di conoscere, e per il suo staff, il mio caro amico Dawa in primis. Conosco il lavoro che svolgono e le ore che non si contano mai; certo è che ci si deve oramai abituare alle persone che possono frequentare rifugi come questo dove ci vuole ben poco impegno ad arrivare. Forse sarebbe meglio scrivere “adattare” che abituare; ma fa parte del gioco e del giro dell’economia. Ci sta una reazione forte da parte del gestore ad una recensione così ignorante, ci sta perché posso capire la stanchezza e lo stress del periodo estivo. Anzi, secondo me ha avuto un comportamento molto educato. Mi hanno sempre detto che se parlano bene o male di te; basta che ne parlino. 

  21. Certa gente non deve uscire di casa! Mare e montagna devono essere vietati agli imbecilli frustrati di città! Da noi,abito in una piccola zona turistica estiva, si lamentano dei gabbiani,del rumore della fontana,dei menù dei ristoranti se per caso qualcuno fa cose diverse dal pesce perché tanto l’imbecille di turno” lo fa meglio”.. si lamentano delle gestioni storiche se i proprietari sono anziani, perché per il turista medio italiano il proprietario anziano deve morire e basta. Si lamentano se i locali non sono aperti H24 come se la gente che lavora nelle zone turistiche non avesse diritto ad avere il giusto riposo e, peggio ancora, come se camerieri,cuochi,baristi,bagnini, fossero schiavi pronti ad esaudire gli ordini di ogni cretino che crede di essere seduto su un trono..e invece ogni mattina al massimo si siede sulla tazza del wc… 

  22. È chiaro. Ognuno valuta per se. A volte leggo le recensioni dei posti in cui vado e faccio fatica a credere che stiamo parlando dello stesso posto. 
    Le parole usate, gli argomenti , tutto spiega chi ha scritto la recensione ….io non lascio mai recensioni……in linea di massima mi sembra inutile

  23. “Se il gatto l’abitui col patè poi non ti puoi lamentare se lo pretende e non ti mangia altro.”
    Confermo. La mia gattina, da quando ha scoperto il patè, disdegna i croccantini.

  24. I rifugi si sono trasformati sempre di più in  alberghi /ristoranti con menù  a 5 primi, 5 secondi e altrettanti dessert. Come giustamente fa notare Enri fanno pubblicità attraenti sul web con proposte che non hanno nulla di rifugio. Quindi raccolgono quello che hanno seminato. Questo non vuol dire che quello che offri non debba essere dignitoso. Ma un rifugio è una cosa un albergo/ristorante è un’altra. Se il gatto l’abitui col patè poi non ti puoi lamentare se lo pretende e non ti mangia altro.

  25. Penso che sia una moda doversi lamentare di ogni attivita’ di ristorazione. Certo ci sono dei casi estremi ed e’ giusto lamentarsi, ma non e’ giusto parlare per parlare. Un panino a 4 euro in un rifugio e’ uno scandalo? Magari la stessa persona si e’ fermata all’autogrill a mangiare un panino durante il viaggio di ritorno. Non parliamo per parlare. Se ci lamentiamo del costo della spesa giornaliera come possiamo farci regalare le consumazioni da chi paga un afgitto di un locale, i dipendenti e contributi, i fornitori, i propri contributi e il proprio stipendio ed infine le tasse sull’utile che comprende il proprio stipendio. A questo punto mi domando: quanto ha guadagnato su un panino da 4 euro? E poi eravate in montagna possibile che il panorama non vi abbia appagato?

  26. Concordo con Enri: un rifugio o è rifugio (così come inteso originariamente) o, sempre più, un albergo in quota. Il Carestiato a quale categoria appartiene? Tutto farebbe pensare ad un rifugio-autogrill. Verificate gente, verificate di persona, a prescindere dalle recensioni fasulle 

  27. Concordo con Enri: un rifugio o è rifugio (così come inteso originariamente) o, sempre più, un albergo in quota. Il Carestiato a quale categoria appartiene? Tutto farebbe pensare ad un rifugio-autogrill. Verificate gente, verificate di persona, a prescindere dalle recensioni fasulle 

  28. Concordo con Enri: un rifugio o è rifugio (così come inteso originariamente) o, sempre più, un albergo in quota. Il Carestiato a quale categoria appartiene? Tutto farebbe pensare ad un rifugio-autogrill. Verificate gente, verificate di persona, a prescindere dalle recensioni fasulle 

  29. @ 15
    Sono d’accordo con Enri, assolutamente. Di piú, io sistemerei un bel cartello all’inizio dei sentieri:
    “LASCIATE OGNE SPERANZA, VOI CH’INTRATE”.  (Inferno, III, 9)
     
    P.S. Sto scherzando, ma non troppo…

  30. Vero che i rifugi non sono ne devono essere un autogrill.
    Però nemmeno i prezzi dovrebbero essere da autogrill.
    Un burrino, una marmellatina, due fette biscottate ed un caffè 10 euro e una montagna di rifiuti….mi paiono proprio da autogrill.
    Voglio dire che oltre al prezzo della odiosa “mezza pensione” c’è pure da pagare il sacco del mesdì….per fare una alta via di dieci giorni…..non bastano 1000 euro a testa!!!!
     
     

  31. Matteo,  perverso perché non conta il pensiero sul rifugio ma il certificare la propria esistenza mediante un giudizio. Più è sprezzante e violento nei modi e più si ottiene visibilità, placando l’ansia di essere uno tra i tanti.  

  32. C’è stato un tempo in cui queste robe non accadevano.. e i rifugi si campavano lo stesso.
    È solo una fottuta moda, passerà. Almeno, ci voglio sperare. 
    Poi, come ho già scritto, bisogna anche non aspirare a fatturati da Autogrill. Altrimenti ti becchi quella gentaglia lì.

  33. Premetto che ho tutto il rispetto per il lavoro di chi gestisce un rifugio e che considero deprecabile l’andazzo di coloro che salgono in montagna pretendendo di trovare le comodità della città. Però mi sembra che si sia fatto un caso su nulla e in giro ci sia ben di peggio che non un turista che si lamenta del fatto che è stato trattato un po’ malamente e dei prezzi. E la risposta del gestore mi sembra un po’ sovradimensionata, forse voleva sfogarsi anche a seguito di altre lamentele analoghe che avrà ricevuto altre volte. 
    Ma a parte questo, quando un rifugio fa un sito web, pubblicizza camere, cucina (con tanto di foto dei piatti!) e vabbè ma allora perchè poi lamentarsi se qualcuno scrive una recensione negativa e dirgli che non siamo in Autogrill ecc.?
    Se poi nel sito sottolinei che sei a pochi passi dalla ferrata più lunga delle dolomiti, a pochi metri hai una palestra di roccia e via dicendo….è chiaro che stai invitando i più a venirti a trovare. E a quel punto, visto che usi la rete, legittimamente, per attrarre clienti, poi devi anche accettare che arrivi chiunque e che qualcuno scriva qualcosa che non ti piace. Io al posto del gestore avrei lasciato perdere e non avrei risposto, altrimenti ci si rende parte di questo meccanismo perverso di scrivere qualsiasi sciocchezza sul web. Se cercate rifugio Mezzalama, venite ricondotti al sito del Cai, dove vi è una pagina dedicata al rifugio, direi molto spartana come il rifugio del resto, senza foto dei piatti di portata…. Se davvero si vuole che i rifugi rimangano tali allora anche la parte web dovrebbe essere più sobria. O addirittura sfruttare la pagina web per dire che chi pretende comodità non è benvenuto, anzi non venga proprio, che non troverà un menu ma solo un piatto di pasta al pomodoro ed via andare, che il sentiero di accesso non è comodo e adatto solo a chi ha voglia di camminare a faticare e che non ci sono camerette deliziose ma un unico bello stanzone dove solo chi russa più forte dorme tranquillo…se mi dite che c’è un rifugio con una simile pagina web fatemi sapere.

  34. “Se si vuole rompere questo meccanismo perverso”
    Massimo, perché perverso?
    Io credo che quello delle recensioni pubbliche sia un portato decisamente positivo.
    Penso uno strumento per cui chiunque può esprimere il proprio parere e a cui tutti possano accedere aumenti l’informazione e quindi la libertà di ognuno.
    Poi come tutti gli strumenti può essere usato male in molti modi con recensioni false o pilotate, vendette personali o semplice stupidità e può porre il problema di discriminare tra le recensioni tra quali siano “oneste” o attendibili e quali no.
     
    Nel caso in oggetto non  mi pare difficile capire che il parere di uno come Gianluca Sacchetti che trova allucinante il sentiero per il Carestiato non è proprio da prendere in considerazione!

  35. Sui social chiunque, nel rispetto delle regole definite dall’amministratore, può dire ciò che vuole, vale per tutti, anche su gognablog.
    Credo che il punto sia selezionare i commenti che interessano

  36. “Non è un autogrill”.
    Vero. E quindi perché rispondere alla recensione? Se si vuole rompere questo meccanismo perverso forse un buon modo sarebbe quello di sottrarsi al gioco. Non partecipare proprio.
    Se il rifugio è spazio “altro” non sporchiamolo con le modalità che vigono all’autogrill.
     
     

  37. Effettivamente il signor Cominetti ha ragione da vendere. Aggiungo però che i social e relativi socialites ( orridi termini) fanno parte del fondo nel vaso di Pandora. La feccia.

  38. Ho 72 anni e negli anni 80 e 90 ho frequentato con passione tutti i rifugi del cuneese e  ricordo con nostalgia la gioia nel raggiungerli ed il piacere della sosta,generalmente spartana e piena di amore e rispetto per il luogo e le persone.Mai e poi mai avrei “preteso”un servizio.Si dovrebbe ringraziare chi con impegno e sacrificio li gestisce permettendo a tutti di poterne fruire,purtroppo fra i tutti ci sono anche i cafoni scoppiati da due ore di cammino che evidentemente scambiano la montagna per una riviera romagnola e grazie alle recensioni sfogano la loro frustrazione.

  39. sacrifici di chi la custodisce a beneficio della collettività
     
    I rifugisti custodi della montagna? Interessante.
    Ma non erano i cacciatori?
    O i montanari veri (TM)?
    O il CAI?
    Certo che, con tutti questi custodi, la montagna dovrebbe essere in una botte di ferro. E invece…
    Ma non è che, magari, causa del problema sono proprio i c.d. custodi?
    (Oltre ai cannibbali, naturalmente 🙂 )

  40. Premesso che 150 gr di riempimento non li ho mai visti e temo siano un’esagerazione, vi è da dire che encomiabile il prezzo al di là del peso dell’affettato. 4 € é un prezzo più che onesto per un rifugio di montagna. Purtroppo è lo dico da chi come me si occupa di soccorso da oltre 30 anni vi è un approccio alla montagna e ai suoi rischi da parte di un pubblico impreparato che non solo ne ignora la natura ma non la rispetta nemmeno. Gente con improbabili vestizioni e scarpe inadatte, cafoni che si aspettano servizi di lusso a 3000 m. Forse sarebbe il caso di chiudere gli impianti d’estate e le vette siano lasciate a chi veramente in grado di raggiungerle. Ma ahimé anche la gente di montagna è qui l’altra faccia della medaglia si fa attrarre dal dio denaro. E allora poi con i soldi cari montanari vi prendete anche i cafoni e non vi lamentate più. Troppo comodo.peraltro è finisco la montagna é di tutti fare pagare accesso alle tre Cime o mettere tortelli sui sentieri meriterebbe pene corporali.

  41. Bellissimo rifugio il Carestiato, che utilizzai come base per alcune vie in Moiazza nel 2012. Certo il livello di accoglienza e servizi è quasi a livello di albergo più che di rifugio. Sinceramente non so quale possa essere la soluzione a questa diffusa maleducazione. Per certo i social non aiutano il pensiero riflessivo. M

  42. I cannibali non perdono occasione per farsi riconoscere: è nella loro natura. Se avessero un minimo di dignità, se ne starebbero defilati e in silenzio: non ti piace l’avvicinamento? non ti piace il panino? lo trovi caro? Basta che ci metti una pietra sopra e “lì” non ci andrai più. non c’è bisogno di sputtanare (fondatamente o meno) il rifugio, i rifugisti, lo staff. Il fenomeno delle “recensioni stroncanti” va ben oltre i temi della montagna, abbracciano la realtà a 360 gradi, dalla politica, allo sport, alle miserie della spicciola quotidianità (mesi fa ho letto una recensione scandalizzatissima sul rifacimento degli angoli di un marciapiede del quartiere dove vivo…). Io mi sono fatto persuaso (come dice il Commissario Montalbano) che gli episodi in sé non giustificherebbero tali recensioni stroncanti e che il fenomeno ha una comune matrice nell’infelicità e nell’insoddisfazione della gente, incazzata perché non trova un suo equilibrio nella vita e quindi spara a zero su tutto e tutti. inutile sottolineare che tale situazione, quella dell’infelicità e del disorientamento esistenziale, è la prerogativa principe di qui soggetti che io chiamo “cannibali”.

  43. Con le piattaforme sociali si è data la possibilità di esternare al mondo, oltre che ai soggetti individuati da Umberto Eco, pure ai criticoni patologici, cioè a coloro che criticano qualsiasi cosa di qualsiasi tipo in qualsiasi posto per qualsiasi ragione o con qualsiasi pretesto. 

  44. Non conosco la zona e il rifugio in oggetto, descrivere come accesso allucinante il percorso di un’ora su carrozzabile con poco dislivello, è davvero allucinante. Gente che va in montagna ?
    Quanto al panino, in nessun bar della provincia di Cuneo, nel Roero, nelle Langhe, dove frequento da ciclista, costa meno di 4 euro, oggi quasi sempre 4,5 o 5. E in un rifugio molto frequentato, in val Maira, e con accesso poco più severo, il panino costa 6 euro ( e molto meno farcito di quello in oggetto ).

  45. Le recensioni sui siti appositi andrebbero sempre interpretate.
    Infatti penso che riceverne di negative non sia sempre un danno. Dipende da chi si ricevono e cosa dicono.
    Ci sono osti che praticamente dipendono totalmente dal giudizio altrui e altri che, se convinti di fare bene il proprio lavoro, se ne infischiano.
    A Finale ligure ho sentito un oste dire a un milanese di recensire pessimamente il suo locale perché lo avrebbe aiutato a non avere avventori rompicoglioni come lui.
     
    Alla faccia delle recensioni negative!

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