100mila euro per abitare in uno di 33 paesi del Trentino

La Provincia di Trento fornirà fino a 80mila euro per la ristrutturazione di un immobile (e fino a 20mila per l’acquisto). I paesi coinvolti sono quelli che hanno perso più abitanti negli ultimi anni. Per ottenere i soldi, obbligatorio viverci per 10 anni o affittarlo a canone moderato a qualcuno che ci risieda.

100mila euro per abitare in uno di 33 paesi del Trentino
(ecco come ottenerli)
di Mario Parolari
(pubblicato su corrieredeltrentino.corriere.it il 18 marzo 2025)

Tra solo un mese e mezzo la proposta dovrebbe essere approvata e da ovunque viviate in Italia – potenzialmente da ogni parte del globo – il sogno di una pacifica casa in Trentino potrebbe diventare realtà. Grazie ai contributi della Provincia autonoma di Trento. «È un provvedimento di coesione sociale, per ripopolare alcuni comuni», spiega Ileana Olivo, dirigente provinciale dell’unità di missione che ha individuato i territori e vi accompagnerà i nuovi residenti. «Non chiediamo l’Isee, ma che i ristrutturatori portino al territorio nuovi cittadini attivi. Stiamo parlando di comuni “marginali” molto piccoli, in cui l’immissione di soli cinque nuovi gruppi familiari cambia la vita di un paese».

Sagron-Mis (TN)

Quelli messi a disposizione dalla Provincia sono contributi a fondo perduto per sostenere le spese di chi acquista e ristruttura un immobile, per usarlo come abitazione oppure per affittarlo a canone moderato a lavoratori o cittadini che spostano la loro residenza per dieci anni (a partire dalla conclusione dei lavori) nell’immobile situato nei comuni trentini colpiti dal calo demografico. Tutte aree – 33 paesi – in cui proliferano case abbandonate e possibilità di recupero edilizio. Per ovviare a questo problema, chi si impegna – per esempio – a ristrutturare una sua proprietà in uno di questi comuni riceverà un contributo fino a 80mila euro su una spesa complessiva di 200mila (fino al 40% nei centri storici e al 35% al di fuori). Se poi qualcuno da fuori comune decidesse di acquistare una casa in uno di questi territorio, oltre alla cifra  per ristrutturarla, riceverà fino a  20mila euro di aiuti per l’acquisizione.  

I beneficiari
I beneficiari saranno persone fisiche «che hanno o intendono acquisire un diritto di proprietà o di godimento su un immobile, ed è consentito richiedere i contributi fino a un massimo di 3 unità, questo per dare unitarietà all’intervento di ristrutturazione, ad esempio per le facciate degli edifici – spiega la Provincia – Il soggetto beneficiario non deve essere residente nel territorio dove si trova l’unità immobiliare, a meno che non abbia compiuto il quarantacinquesimo anno di età». A partire dall’approvazione del provvedimento, spiega Olivo, la Provincia inizierà a raccogliere le domande. «Il provvedimento è diretto a proprietari o futuri titolari di diritto reale su immobili che necessitano di una riqualificazione per essere abitati – spiega Olivo – Non vogliamo escludere la possibilità che qualcuno acquisti un immobile deperito e con questi fondi lo ristrutturi. Stileremo delle graduatorie (di domande già accolte) per tranches di 3-4 mesi di raccolta, così da dare la possibilità di iniziare i lavori già quest’anno».

I tempi dei contributi
Trascorsi i 4 mesi di tranche, i tempi amministrativi sono di massimo 60 giorni per emettere il contributo. In proiezione, i più rapidi potrebbero incassare e avviare i lavori anche a inizio settembre. Non ci sono limiti per le unità immobiliari, solo la necessità di interventi di ristrutturazione. Chi fa richiesta di contributo deve, però, aver già individuato l’immobile e indicarlo nella domanda: «Stiamo pensando, per evitare speculazioni, di coinvolgere agenzie immobiliari e organizzare tavoli territoriali, per connettere domanda e offerta di case – spiega Olivo – Ma per la prima tranche punteremo su chi è già proprietario e vive fuori comune. Lo scopo resta creare un senso di comunità: ogni nuovo arrivo va inserito e accompagnato».

Il calo dei residenti 
Dagli studi del Servizio statistica provinciale (Ispat) sono quindi emersi 33 territori con il segno meno (dal -0,3% al -20%), che negli ultimi 10 anni hanno subito un calo dei residenti, ottenuti «scartando» i comuni con molte presenze turistiche, dove il calo dei residenti è dovuto alla riconversione degli alloggi ad affitti brevi. Comuni con il segno meno davanti, spiega la Provincia, selezionati attraverso due indicatori: «L’indice di decremento demografico dei comuni più un indicatore composito di turisticità che scaturisce dal rapporto tra presenze turistiche e popolazione residente e dal rapporto fra le presenze turistiche e la media delle presenze turistiche in provincia».

I territori coinvolti
Come spiega Olivo, non c’è ancora una lista precisa di territori, dato che il provvedimento deve per legge essere sottoposto al parere del Consiglio delle autonomie locali e della commissione competente del Consiglio provinciale. Ma a meno di esclusioni e sorprese dell’ultima, ora, tra i 33 paesi preselezionati dalla giunta provinciale, ci sarebbero comuni in territori trentini come la Val di Non, con Bresimo Livo, la Val di Sole con Rabbi e l’hollywoodiano Vermiglio. Nella Comunità delle Giudicarie, la sciistica Tre Ville, Bondone e Borgo Chiese. Poi Terragnolo in Vallagarina, e Luserna, nella Magnifica Comunità degli Altipiani cimbri. A pochi chilometri da Trento inclusi, inoltre, i comuni di Sover e Giovo, in Val di Cembra, e quelli della Valsugana: Palù del Fersina, Castello Tesino, Cinte Tesino e Grigno. Attorno agli impianti da sci di San Martino di Castrozza e le fonti termali feltrine, ecco località del Primiero come Sagron Mis, Mezzano e Canal San Bovo. Si scia anche nelle valli di Fiemme e Fassa, con Valfloriana e Campitello di Fassa.

100mila euro per abitare in uno di 33 paesi del Trentino ultima modifica: 2025-04-02T05:23:00+02:00 da GognaBlog

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7 pensieri su “100mila euro per abitare in uno di 33 paesi del Trentino”

  1. Adil:
    Dillo anche ai tuoi fratelli, cugini, cognati e parenti vari, di case ce n’è per tutti!

  2. Il ripopolamento dei paesi alpini è un tema molto sentito su questo blog, che come minimo è piddino

  3. La misura riguarda i comuni di:

    Altavalle
    Bleggio Superiore
    Bondone
    Borgo Chiese
    Bresimo
    Canal San Bovo
    Castel Condino
    Castello Tesino
    Cis
    Cinte Tesino
    Dambel
    Frassilongo
    Grigno
    Livo
    Luserna
    Mezzano
    Novella
    Ospedaletto
    Peio
    Pieve di Bono-Prezzo
    Pieve Tesino
    Rabbi
    Rumo
    Sagron Mis
    Segonzano
    Sover
    Terragnolo
    Tre Ville Valdaone
    Valfloriana
    Vallarsa
    Vermiglio

  4. puttanata elettorale del governo leghista che guida il Trentino. A parte che non esiste un vero spopolamento, alcune valli periferiche (Vallarsa, Tesino etc) soffrono per la mancanza di lavoro, la mancanza di servizi, le strade malagevoli. Pensare di ripopolare certe zone svantaggiate a suon di regali in quattrini è la classica balordaggine leghista

  5. Certo è che quelli del Corriere del Trentino hanno dato una bella mano:
    “I paesi trentini dove non vuole abitare nessuno, fino a 80mila euro per chi compra casa: «Ma ci deve vivere almeno 10 anni»”
    Compri casa dove tutti se ne vanno, e, se per caso ti accorgi di aver fatto una sciocchezza  sei condannato a viverci 10 anni in paesi che d’estate sono invasi da migliaia di turisti.
    Ci sarà la fila di popolazione attiva – leggi giovani – con 120000 euro da spendere.
    Comunque auguri.

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