Revelation Mountains

Revelation Mountains
(grandi obiettivi nelle montagne dimenticate dell’Alaska)
di Clint Helander
(pubblicato su The American Alpine Journal, 2013)
Foto di Clint Helander

Nel profondo sud-ovest dell’Alaska, le Revelation Mountains, come il loro omonimo biblico, costituiscono l’ultimo capitolo della Catena dell’Alaska. Queste magnifiche vette sono le ultime grandi pieghe di terra a ergersi sopra le pianure occidentali che si estendono per centinaia di chilometri fino al Mare di Bering. A differenza della maggior parte della Catena dell’Alaska, le Revelation sono completamente discoste da qualsiasi strada o città.

La parete ovest dell’Apocalypse. La prima ascensione di questa montagna è dell’aprile 2013 (per la via A Cold Day in Hell, 1350 m, AI5, Helander- Stuckey che segue una linea ghiacciata parzialmente nascosta nel settore di centro-destra. Nel 1983 una cordata scalò i 450 m del roccioso sperone centrale. Nel 1985, Karl Swanson tentò in solitaria la linea ghiacciata a sinistra dello sperone riuscendo a raggiungere il nevaio della zona sommitale.

Questo angolo di Alaska, poco visitato, custodisce solo tracce di storia e offre ancora la possibilità di un’arrampicata alpina davvero esplorativa. I pochi che si sono avventurati sulle Revelation hanno portato a casa un’esperienza che segna una pietra miliare nella loro vita.

Sebbene l’Hesperus sia noto per la roccia marcia, ci sono molte possibilità di vie di ghiaccio. Qui si vede l’inviolata parete nord-est di almeno 1500 m.
Guardando a sud-ovest dall’Apocalypse, oltre Jason Stuckey, verso la testata del Revelation Glacier. A sinistra, il Golgotha 2725 m. Al centro, l’Hydra 2377 m circa. A destra, l’Angel 2822 m.

Geografia
Come le Kichatna Spires, 112 km a nord-est, alcune vette delle Revelation vantano pareti di granito alte dai 900 ai quasi 1400 metri, ma su queste sono vene di ghiaccio e tratti di neve che le addolciscono. La maggior parte delle vette assomiglia a versioni più grandi delle Cascades settentrionali e centrali dello stato di Washington: un incanto davvero potente. Le tempeste che si formano nel Golfo dell’Alaska colpiscono le Revelation per prime e con scarso preavviso. Grandi sistemi di bassa pressione possono impantanarsi sulla catena, portando lunghi periodi di venti impetuosi e forti precipitazioni. Nelle rare giornate limpide e senza vento, le Revelation rivaleggiano con qualsiasi altra zona alpinistica dell’Alaska.

L’Hesperus 2995 m dall’Apocalypse

Incise dal Big River a nord, dallo Stony River a est e dallo Swift River a sud, le Revelation comprendono 13 vette che superano i 2700 metri e più di 35 che superano i 2400 metri. La qualità delle rocce varia dal superbo granito cristallino ai cumuli di terra ghiacciata alti un miglio.

La vetta più alta delle Revelation è il Mount Hesperus 2995 m. Con i suoi oltre 2100 metri dal Big River, questo “Cervino dell’Alaska” è la vetta più settentrionale della dorsale principale delle Revelation. Durante un tentativo di scalata nel 1981, Fred Beckey trovò “le condizioni di neve e roccia intollerabili” (AAJ 1983). La montagna è stata scalata una sola volta.

A=Hesperus; B=Apocalypse; C=Dike Peak (inviolato); D=Pyramid Peak (inviolato); E=Four Horsemen; F=Century; G=Sentry; H=Golgotha; I=Hydra; J=Angel; K=Seraph (inviolato); L=Vanishing Pinnacle; M=Sylph; N=Cherub; O=South Buttress; P=Patmos; Q=Babel Tower 2550 m (inviolata); R=Exodus; S=Medusa; T=Ice Pyramid; U=Mausolus; V=Pirate Peak; W=Peak 9304′ (inviolato); X=Jezebel; Y=Titanic; Z=Peak 9076’; SLO=Hartman Glacier, area della spedizione slovena del 2012 (vedi “Climbs and Expeditions” in AAJ 2013).

Laddove l’Hesperus assomiglia a un cumulo di pietre di scisto in decomposizione alto 2100 metri, con sacche di lastre di granito pallido, la qualità della roccia migliora drasticamente più a sud, dove una linea di vette selvagge e senza nome da 2100 a 2400 metri si innalza e si abbassa a ritmo costante. Queste cime presentano straordinari xenoliti di quarzo incastonati tra strati di granodiorite fratturata.

Le inviolate pareti sud-orientali del North Horseman 2550 m circa (a sinistra) e del Pyramid Peak 2612 m (dietro a destra) presentano un buon potenziale di arrampicate su roccia. Tre dei Four Horsemen sono stati scalati, il North Horseman no.

Grandi dicchi solcano numerose cime, offrendo interessanti itinerari di tipo Ham and Eggs, ancora in attesa di una salita [Il dicco è, in geologia, un corpo roccioso, costituito da un’intrusione di origine ignea, generalmente ad andamento prossimo al verticale, in una fessura tra gli strati (intrusione discordante) di rocce sedimentarie. La Ham and Eggs è una via di misto ghiaccio e roccia sulla parete sud del Mooses Tooth (Alaska), famosa per il suo stile diretto e la combinazione di difficoltà su ghiaccio e roccia. NdR].

La parete ovest (di circa 1000 m) dell’inviolato Pyramid Peak. L’autore ha fatto due tentativi nell’ovvia linea di ghiaccio che si sono arrestati a causa dei funghi di ghiaccio in alto. Un massiccio pilastro ghiacciato WI6 pencola a circa 600 m di altezza della via.

L’Apocalypse 2848 m ospita numerose pareti di granito alte oltre 900 metri che sostengono la corona innevata della montagna. Le vette che racchiudono il Revelation Glacier, largo circa 800 metri, in rapido ritiro, come l’Angel 2822 m, il Golgotha ​​2725 m e i Four Horsemen 2621 m, contengono le principali sacche di granito immacolato della catena.

L’inviolata parete nord del Golgotha, visto dall’Angel durante la prima ascensione completa della cresta sud, la via tentata sei volte da David Roberts e compagni nel 1967.

A est della dorsale principale, montagne significative sono separate da estesi ghiacciai. Tra le più suggestive ci sono l’Ice Pyramid 2819 m, il Mount Mausolus 2795 m e il Pirate Peak 2744 m. Tutte queste vette hanno visto una sola salita e presentano alcune delle più belle linee di roccia e ghiaccio della catena. La cresta sud-occidentale dell’Ice Pyramid ricorda la cresta sud-occidentale del Peak 11.300 nella Catena Centrale dell’Alaska. The Mausoleum (AAJ 2012), sulla parete ovest di 1300 m del Mount Mausolus, contiene oltre 760 m di ghiaccio tecnico continuo in una stretta fessura tra suggestivi e inviolati contrafforti granitici. A nord-est, un gruppo di imponenti vette di 2800 m si erge sopra il Big River. Molte sono state scalate da nord, ma le loro imponenti pareti meridionali rimangono inaccesse.

La parete est (1000 metri circa) del Golgotha. Clint Helander e Ben Trocki tentarono la via diretta per il canalone di ghiaccio che taglia la parete nel 2012, respinti da violenti spindrift. Tuttavia completarono la prima ascensione di questa montagna grazie alla rampa ghiacciata che porta a sinistra sulla parete sud-est.

Molte cime risultano inaccessibili a causa di creste affollate da gendarmi rocciosi e ampi salti di roccia apparentemente impraticabili. Canali sinuosi s’incastrano occasionalmente lungo pareti rocciose altrimenti scoscese. Non vi si può esprimere grande attività di sciatori di livello mondiale perché la scarsa quantità di neve sulle Revelation favorisce soprattutto percorsi alpinistici. Alcune vette offrono possibilità di arrampicata su big wall.

Clint Helander
Il Mount Hesperus è stato salito solo una volta, per la parete ovest di circa 2100 m di dislivello, qui vista dal lodge di Rob Jones.

Storia
Le Revelation furono esplorate per la prima volta nel 1967 da David Roberts e dai membri dell’Harvard Mountaineering Club, George e Rick Millikan, Matt Hale e Ned Fetcher. Art Davidson, che si stava ancora riprendendo dal congelamento dopo aver effettuato la prima salita invernale del Denali, completava la squadra. Questo gruppo effettuò sei seri tentativi sulla cresta sud dell’Angel, ma terribili ondate di vento e pioggia gelida li portarono sull’orlo dell’ipotermia, vanificando i loro sforzi più e più volte. “Durante quell’estate“, scrisse Roberts in un articolo del 2011 sulla rivista Climbing, “abbiamo sopportato le condizioni meteorologiche più diaboliche che avrei mai incontrato in 13 spedizioni in Alaska“.

La parete ovest (di circa 900 m di dislivello) di un Peak 2130 m, inviolato, tra l’Hesperus e l’Apocalypse.

Diversi membri del team scalarono e diedero un nome a numerose vette durante la loro straordinaria spedizione di 52 giorni (AAJ 1968), ma nessuno riuscì a scalare l’Angel. In uno degli ultimi giorni, Hale e Roberts raggiunsero il punto più alto in tempo record, con l’unico intento di recuperare gli ultimi resti di equipaggiamento rimasti lungo il percorso. Invece la cima, come una specie di sirena, li attirò più in alto di quanto fosse stato possibile negli altri tentativi. Con una sola piccozza, senza ramponi né attrezzatura da bivacco, non erano preparati per un tentativo alla vetta. Con angosciante riluttanza, scesero in quel giorno perfetto, quando la vetta era a portata di mano.

La parete est (di circa 1200 m di dislivello) del South Buttress 2848 m. Questa bella montagna è di granito eccellente e ha visto solo una salita (per un canalone della parete sud).

Le Revelation rimasero inesplorate dagli scalatori per quasi 15 anni. Fedele alla sua natura, Fred Beckey venne a conoscenza della zona e tentò l’Hesperus nel 1981. Scoraggiato dalla scarsa qualità della roccia, puntò gli occhi sulle scoscese cime di ghiaccio e roccia diverse miglia a est. “Di fronte a noi c’era un’importante parete di granito, un’opportunità di arrampicata che non abbiamo avuto il tempo di cogliere“, scrisse sull’AAJ. Navigando intorno alla base della parete sud, effettuarono la prima salita del Mount Titanic (oltre i 2800 m) attraverso una via di neve e ghiaccio sulla parete est. Nel 1981, Pete Sennhauser e Janet Smalley scalarono lo Jezebel 2932 m, la seconda vetta più alta della catena. Nel 1983, Dick Flaharty, di Fairbanks, e amici trascorsero 10 giorni sulla parete centrale dell’Apocalypse, raggiungendo i 450 metri di altezza prima di incontrare una fascia di roccia di scarsa qualità.

Il Peak 8301’ è un’attraente e inviolata cima di neve e ghiaccio alla testata del Swift Glacier, vicino al Mount Mausolus. Il dislivello di questa parete è di circa 850 metri.

Al loro terzo tentativo, attraverso tre vie diverse, gli alaskani Karl Swanson e Stephen Spalding, e il neozelandese Justin Lesueur, effettuarono la prima e unica salita dell’Hesperus nel 1985 (AAJ 1986). Nello stesso anno, Greg Collins, Tom Walter e alcuni amici collezionarono in sordina una manciata di audaci e prolifiche prime salite attorno alla parte alta del Revelation Glacier. Tra queste, l’Angel, attraverso una difficile via sul contrafforte sud-orientale che richiedeva diversi tiri di impegnativa arrampicata su roccia. La loro salita non fu segnalata per diversi anni (AAJ 1988). Ci sono racconti non confermati secondo cui una seconda squadra avrebbe scalato la stessa via, convinta di essere la prima sull’Angel. Si dice che abbiano trovato una fettuccia di corda doppia in alto lungo la via e ne siano rimasti piuttosto delusi. Mancano ulteriori dettagli. Ma questo costituisce il fascino delle Revelation Mountains.

La parete sud-ovest (alta più di 900 metri) dell’inviolato Peak 9.304’, a est del Big River Glacier.

La catena montuosa rimase per lo più in pace nel decennio successivo. Si possono trovare sporadiche testimonianze di buone arrampicate e maltempo nell’AAJ fino ai primi anni 2000. Ma sebbene tutte le altre catene montuose dell’Alaska registrassero frequenti attività in quel periodo, in qualche modo le Revelation rimasero ampiamente fuori dai radar delle scalate.

La parete nord-ovest (alta circa 1100 metri) dello Jezebel 2941 m (“Grandes Jorasses” dell’Alaska). Questa montagna è stata salita solo due volte, una per la Ice Schooner route, vicino allo skyline di sinistra (AAJ 2001) e l’altra per un canalone della parete sud-est (AAJ 1982).

Tra il 2008 e il 2013, l’autore ha effettuato spedizioni annuali sulle Revelation, rivendicando cinque prime ascensioni di montagne e diverse altre vie su cime raramente esplorate. In quel periodo, solo un’altra squadra di alpinisti ha visitato la catena (vedi la sezione “Climbs and expeditions” di AAJ, 2013).

Sebbene molte delle vette più importanti siano state ormai scalate, poche hanno visto seconde ascensioni. Molte linee evidenti su vette meno alte ma comunque incredibili devono ancora essere esplorate. Decine di vette di 2400 metri non sono mai state neppure tentate.

L’inviolata parete nord (1100 m circa) del Titanic 2835 m circa. Fred Beckey e il suo gruppo ne fecero la prima e ad oggi unica ascensione nel 1981 (per la parete est).

Quando scalare
Il periodo migliore per scalare nelle Revelation va da metà marzo a luglio. Prima di metà marzo, non è raro vedere temperature ben al di sotto dei -40°. Tra fine marzo e inizio aprile, il jet stream si sposta e si verifica un notevole cambiamento di temperatura. In combinazione con le giornate sempre più lunghe (quasi 18 ore di luce utilizzabile a inizio aprile), questo rende il clima molto favorevole per le scalate nei canaloni ombreggiati dove prevale il ghiaccio. Da marzo ad aprile si verificano solitamente lunghi periodi di alta pressione.

Dopo metà aprile, la maggior parte dei ripidi canali di ghiaccio e degli stretti canaloni si trasformano in canali di scolo che rimbombano di scariche di sassi e si riempiono di valanghe di fanghiglia bagnata. A metà maggio, il clima è abbastanza caldo da permettere un’arrampicata su roccia completamente godibile. Entro giugno e luglio, la maggior parte della neve è scomparsa e le temperature più miti portano un tempo instabile. Sono previsti lunghi periodi di vento e precipitazioni. Detto questo, le condizioni meteorologiche a metà estate possono essere fenomenali.

Punti salienti della via sull’Angel

Come arrivare
Arrivare alle Revelation non è né facile né economico. Nel 2013, la tariffa media a persona era compresa tra i 900 e 1.300 dollari da Anchorage o Talkeetna. Le due migliori opzioni per i voli verso le Revelation sono quelle di Rob Jones, di R&R Guide Services ad Anchorage, e di Talkeetna Air Taxi, diverse ore a nord. Jones vola direttamente alle Revelation da Anchorage e ha un lodge fantastico, il Big River Lodge, con vista sul Mount Hesperus. Anche se non può portarvi in ​​aereo sulle montagne, può quasi sempre raggiungere il suo lodge e osservare le previsioni del tempo da lì. Come pilota, conosce la catena montuosa meglio di chiunque altro. Se volate con Jones, è facile e incredibilmente piacevole (per non parlare del prezzo) raggiungere il suo lodge a piedi o con gli sci dal campo base su uno qualsiasi dei ghiacciai. Lasciate l’attrezzatura pesante sul ghiacciaio perché Jones la raccolga e partite tranquillamente in uno o due giorni. Camminare per 18-35 miglia dal suo lodge fino alle montagne con cibo e attrezzatura sarebbe meno piacevole. Talkeetna Air Taxi ha aerei più grandi, ma è più lontano dalle Revelation, il che potrebbe rendere più difficile prevedere il meteo locale e modificare i piani. Però, se viaggiate con più di due persone, Talkeetna Air Taxi è la scelta migliore.

La parete nord-ovest (circa 1000 metri di dislivello) dall’Apocalypse

Il cambiamento climatico sta rapidamente influenzando gli stretti bacini ghiacciati del Revelation Glacier. Il volume complessivo di ghiaccio su molti ghiacciai, incluso il Revelation Glacier, è in costante diminuzione. Un numero sempre maggiore di grandi massi è disseminato sul ghiaccio, limitando le potenziali aree di atterraggio. Allo stesso modo, i canali di fusione sembrano scorrere lateralmente al ghiacciaio in molte aree, rendendo sempre più problematici gli atterraggi a fine stagione sul ghiaccio nudo. Gli atterraggi sulla maggior parte dei ghiacciai in tutte le stagioni sono ancora possibili, ma è probabile che le condizioni cambino ulteriormente nei prossimi decenni. Numerose barriere fluviali facilitano gli atterraggi a fine stagione con piccoli aerei dotati di pneumatici da tundra, ma questo potrebbe aumentare la distanza di avvicinamento e la difficoltà per determinati obiettivi. Gli atterraggi in elicottero sono consentiti nella zona, ma il volo da Anchorage o Talkeetna avrebbe un costo esorbitante.

Dall’Apocalypse uno sguardo a sud-ovest verso la testata del Revelation Glacier.

Sebbene le Revelation non abbiano la vastità della Catena Centrale dell’Alaska, la solitudine è quasi garantita e l’avventura è assicurata. Questa catena montuosa remota e selvaggia offre possibilità ineguagliabili per nuove scalate all’avanguardia e classico-moderne. Un’opportunità di vera esplorazione e un confronto diretto con la natura selvaggia e incontaminata promette di esistere in questo splendido angolo dell’Alaska per gli anni a venire.

Coloro che sono disposti ad abbracciare lo spirito misterioso dell’Apocalisse scopriranno che ne vale la pena.

Informazioni sull’autore
Clint Helander, 28 anni, è emigrato ad Anchorage da Seattle quando ne aveva 18 e la sua passione per l’arrampicata è nata grazie ad amici e mentori dell’University of Alaska Outdoor Club. Ha partecipato a sei spedizioni sulle Revelation Mountains, la più recente delle quali è stata la prima salita dell’Apocalypse con Jason Stuckey nell’aprile 2013.

Revelation Mountains ultima modifica: 2025-10-15T05:48:00+02:00 da GognaBlog

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6 pensieri su “Revelation Mountains”

  1. fortuna si tratta di ambienti alla portata di pochi.

    Vero, per fortuna!!!
    E spero rimangano tali.

  2. Incomprensibile l’intervento polemico di @2.
    Condivido invece quello di Benassi, per fortuna si tratta di ambienti alla portata di pochi.

  3. Bene, dai. Diamo il via alla solita prassi:
    Montagna selvaggia
    Montagna inscalabile
    Montagna per signorine
    Montagna per mucche
    Montagna per tutti
    Montagna sfruttata
    Montagna Unesco
     
    Una prece

  4. Sebbene le Revelation non abbiano la vastità della Catena Centrale dell’Alaska, la solitudine è quasi garantita e l’avventura è assicurata. Questa catena montuosa remota e selvaggia offre possibilità ineguagliabili per nuove scalate all’avanguardia e classico-moderne. Un’opportunità di vera esplorazione e un confronto diretto con la natura selvaggia e incontaminata promette di esistere in questo splendido angolo dell’Alaska per gli anni a venire.

    Che bellezza!!

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