Aggiornamento sulla questione Marmolada

Aggiornamento sulla questione Marmolada
di Luigi Casanova
16 gennaio 2018

Lettura: spessore-weight***, impegno-effort**, disimpegno-entertainment**

Vorrei fare il resoconto di quanto è stato discusso pubblicamente ieri 15 gennaio a Rocca Pietore (BL), indi trarne le conseguenze.

Anzitutto occorre tenere presente che sulla questione Marmolada stiamo giocando, per come l’ho impostata da due decenni, una partita a scacchi, faticosa. Vinceremo noi, su tutta la linea. Ad oggi Mountain Wilderness ha perso un solo passaggio della partita, il rifacimento del terzo tronco della funivia. Ma sulla Marmolada non è stato imposto niente altro, grazie alla nostra continua presenza, alla tenacia, alla capacità di cogliere ogni opportunità ed errori degli avversari. Come accaduto ieri.

Sono andato a Rocca Pietore solo perché invitato in mattinata dal sindaco, ovviamente morivo dalla voglia di esserci, ma senza invito diretto la mia presenza avrebbe avuto forse un significato negativo. Siamo usciti in una ovazione di applausi, sono rimasto sbalordito, mentre abbandonavo l’assemblea perché stavano discutendo tecnicamente sul come formare il comitato tecnico. I presenti, oltre 100 persone, si sono alzati ad applaudirmi, quindi ad applaudire Mountain Wilderness. Pensate un po’, a Rocca Pietore… (qui Casanova si riferisce a quanto successo 30 anni fa in occasione delle prime pulizie della Marmolada promosse da MW: Gogna e Sperotto fischiati, minacciati e protetti dalle forze dell’ordine, NdR).

Rocca Pietore, 15 gennaio 2018

I fatti
Il sindaco di Livinallongo, Leandro Grones, che appoggia il collegamento Arabba – Porta Vescovo – Fedaja – Punta Rocca a nome degli impiantisti della Valgardena, convoca i grandi giornali nazionali per denunciare lo scandalo del confine scippato dai bellunesi al Trentino (Punta Rocca, 60 metri strategici di ghiacciaio).

Ciò che non fa La Repubblica, giornale ormai alla frutta e servo del PD renziano, lo fanno altri quotidiani: il Corriere della Sera (Gianantonio Stella) e Il Fatto quotidiano (Ferruccio Sansa) mi interpellano, 50 minuti al telefono ciascuno, per strappare poche righe di MW, ma utili a fornire indirizzi strategici affinché i servizi, invece dei soli confini, parlino dello scandalo dell’assalto alla Marmolada. Così avviene. Segue poi un’incresciosa intervista su Il Corriere delle Alpi e Il Trentino a Gustavo Thoeni, fantastico campione dello sci, ma povero culturalmente, che inneggia al collegamento pur ammettendo di non conoscere nulla del luogo.

Andrea De Bernardin

La reazione
A quel punto i bellunesi non ci stanno. Già scossi per l’idiozia della Regione di chiudere i due banali skilift di Malga Ciapèla per pericolo valanghe su un pilone… con un danno indiretto alla vallata di oltre 800.000 euro di indotto, si vedrebbero imporre un impianto che collegherebbe direttamente il giro del Sella alla Marmolada, due attrattive che cancellerebbero lo sci da Alleghe e dal comprensorio della Civetta. Un disastro economico in una vallata, come spiega Annibale Salsa, già destinata all’abbandono e alla sconfitta sociale.

Il sindaco di Rocca Pietore Andrea De Bernardin organizza per lunedì 15 gennaio un’assemblea pubblica per costituire un comitato tecnico che si assuma due compiti:

1) tutte le urgenti iniziative per portare alla riapertura dei due skilift (Padon);
2) tutte le iniziative opportune tese a impedire la costruzione degli impianti mancanti al collegamento Arabba – Porta Vescovo – Fedaja – Punta Rocca.

Sul tavolo dei relatori siedono il sindaco di Rocca Pietore, il sindaco di Alleghe Siro De Biasio, Mario Vascellari (presidente della società Funivie Marmolada Tofana), David Pisoni (direttore degli impianti del Padon), Tullio Pitscheider (presidente della società Padon che è 95% proprietà della Ciampac di Canazei, presente nel Consiglio di amministrazione di SuperSki Dolomiti), Sergio Prà (presidente degli operatori turistici di Alleghe e Caprile), e a sorpresa mi chiamano, Luigi Casanova, di Mountain Wilderness.

Al di là della necessità di riaprire i due skilift, delle difficoltà economiche della Padon, dei soldi dei comuni di confine persi (oltre 2 milioni di euro) causa problemi burocratici, tutti i soggetti si oppongono al sindaco di Livinallongo Grones e al prospettato collegamento per due motivi: la Marmolada non può accogliere, per motivi morfologici, un solo sciatore in più, immaginiamoci un nuovo impianto. La Marmolada non può accogliere nuove piste pena lo sconvolgimento paesaggistico del territorio. Qualora realizzato l’impianto farebbe morire la Val Pettorina e l’alto Agordino.

Mario Vascellari

Mario Vascellari, dopo aver ricordato i feroci scontri con MW (e con il sottoscritto) e le relative condanne penali risolte solo con l’indulto, propone un’alternativa, che noi di MW conoscevamo dallo scorso anno, accolta anche dall’amico Guido Trevisan, gestore del rifugio Pian dei Fiacconi. Finalmente ufficiale, e ora pubblica, perché sostenuta da SuperSki Dolomiti. Un collegamento leggero con seggiovia, a fianco del lago, da quota 2200 m veneta fino alla diga, quota 2050 m in territorio trentino, con relativa stretta posta di collegamento. Solo così non si distrugge la Marmolada e si offre un collegamento serio fra i due versanti. Facile quindi il gioco che mi viene offerto.

Ho detto questo:

– Finiamola con la guerra dei confini. La politica nobile deve assumersi oneri e responsabilità sul tema. L’accordo Dellai – Galan del 2002 non ha alcun valore in quanto la provincia di Trento non era titolata a recepire la decisione del Consiglio di Stato del 1998, favorevole al Trentino, ma spettava alla Regione Trentino-Alto Adige, leggersi gli statuti. Il regalo ai Veneti da parte del Trentino è illegittimo. Invece di parlare di confini parliamo di Marmolada.

– Come? Recuperare dignità, recuperare qualità, intervenire sui parcheggi, la pista ciclabile attorno al lago, riqualificare le strutture ricettive della Fedaja trentina, mettere in rete i tre musei della Grande Guerra, i sentieri naturalistici, la complessa geologia della Marmolada, la storia dello sci e dell’alpinismo. Per fare questo è necessario leggere la Marmolada come gruppo, partendo dalla valle di Franzedas, dal Passo san Pellegrino, dalla valle di San Nicolò, dal Contrin. Solo così la Marmolada sarà appetibile al turismo del futuro e non subirà altre umiliazioni. Quello che diciamo dal 1998, primo documento propositivo di MW.

– No assoluto al collegamento Porta Vescovo – Fedaja – Punta Rocca. Se viene presentato un progetto del genere, il mese dopo, sia pure con grande sofferenza, MW sarà a Parigi da UNESCO per chiedere di togliere la Marmolada intera dal patrocinio UNESCO.

– Sì al collegamento leggero proposto fra i due versanti.

Luigi Casanova

Tutti questi contenuti sono stati condivisi dagli impiantisti del Padon e quindi della Ciampàc (Alba di Canazei).

Un grande passo, dimostrato dall’entusiasmo evidente. Il sindaco di Rocca Pietore mentre uscivo mi ha ricordato che è la prima volta che MW esce con una simile ovazione da un’assemblea di Rocca Pietore. Sorridendo gli ho fatto notare che invece è la seconda volta: in passato, stessa accoglienza sul tema della centralina idroelettrica grazie a Lucia Ruffato e gli amici del Cadore.

Questo è tutto. Ovviamente ho tralasciato le critiche e le irrisioni rivolte ai sindaci di Livinallongo e Canazei che a noi interessano poco o niente.

Mi sembrava doveroso trasmettere un passaggio tanto importante, parte di questo lo si trova sulla stampa locale veneta o trentina, a parte Il Gazzettino che mai ci è stato amico e unico giornale comunque presente. Gli altri… li ho informati io.

Ora si rende ancora più importante la nostra presenza in Marmolada.

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Aggiornamento sulla questione Marmolada ultima modifica: 2018-01-28T05:43:54+01:00 da GognaBlog

1 commento su “Aggiornamento sulla questione Marmolada”

  1. Sul rapporto tra MW e gli impianti ho sempre avuto pareri variabili, valutando caso per caso.
    Mentre nel caso del Collegamento Padola – Sesto sono contrario alle loro posizioni, nel caso Marmolada invece mi pare che siano sacrosante, solo un folle potrebbe auspicare un nuovo impianto sul ghiacciaio della Marmolada, e spero quindi che questo mega collegamento P.V.-Marmolada non debba mai andare in porto.

    Solo un appunto però vorrei fare, un appunto che probabilmente farà alzare parecchie sporacciglia: l’ alto agordino -almeno turisticamente – è stato ammazzato già da anni dal complesso industriale di Agordo.
    Tale complesso, se da un lato è vero che da da vivere a migliaia di persone, dall’ altro lato ha messo la croce sul turismo e sull’ agricoltura di montagna.
    Quanti sono i residenti che vivono di turismo? quanti gestori di rifugi? quanti malgari?
    In Trentino è da fare a pugni per trovare un rifugio o una malga da gestire, nel bellunese invece piú dela metà sono abbandonate, e nelle poche ancora aperte, e nei rifugi, trovo spesso miei concittadini (sono padovano), vicentini e veneziani in fuga dalla città.
    E i “locals”, che oltre provincia farebbero a pugni per avere un rifugio?
    Troppa fatica lavorare in hotel, o in rifugio, o in malga, è retrogrado, è svilente, è da sfigati!
    È molto piú fiko andare in fabbrica a battere occhiali, e magari si affitta la casa dei nonni a qualche compagnia che la prende tutto l’ inverno, si porta la spesa da casa, e la sera resta in casa. Lo dico con cognizione di causa, perché l’ anno scorso ho preso un appartamento nel falcadino con gli amici: di giorno le piste da sci erano intasate di gente (ovviamente solo il weekend, perché le seconde case affittate a stagione ti portano gente 2 giorni a settimana, a differenza degli alberghi che ne portetrebbero 7/7), la sera non un’ anima in giro (ceni a casa e poi ti bevi le grappe portate da casa), un paese dormitorio manco fossimo a Casale di Scodosia…
    È questo che ha ammazzato l’ alto agordino, cosí come la zona industriale di Longarone, e gli occhiali, hanno ammazzato il Cadore.

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