Andare per funghi responsabilmente: un piacere, non un dovere. Solo rispettando i boschi potremo continuare a raccogliere anche in futuro.
Cercare funghi nel modo giusto
(regole scritte e non per non danneggiare il bosco)
di Angelo Giovinazzo @Funghimagazine.it
(pubblicato su funghimagazine.it il 2 settembre 2025)
Ogni anno, con l’arrivo delle buone piogge e delle prime segnalazioni sui social, milioni di persone si riversano nei boschi alla ricerca di funghi. Un gesto antico, che un tempo si tramandava di padre in figlio, oggi è diventato anche moda, alimentata da foto e video condivisi online e dalla competizione tra cercatori. Vere e proprie gare a chi trova di più.
Gare che però snaturano il vero senso della ricerca dei funghi, che non deve essere una semplice caccia al bottino. I funghi non sono una risorsa infinita né inesauribile: sono organismi fondamentali per la vita del bosco, delicati e vulnerabili. Senza funghi, senza micorrize e senza decompositori, i boschi perderebbero equilibrio, fertilità e capacità di rigenerarsi.
Per questo andare per funghi non può ridursi a un gesto istintivo, né a una gara tra chi riempie più cestini. È un’occasione per entrare in connessione con la natura, per scoprire e rispettare un mondo fatto di equilibri sottili, ma per farlo correttamente, occorre essere informati su come cercare funghi nel modo giusto, per questo Funghimagazine.it è sempre attento al rispetto dei boschi e dei funghi.
Tra miti e cattive abitudini
Nonostante internet e le tante occasioni di informazione disponibili, ancora oggi circolano leggende metropolitane dure a morire. Alcuni esempi?
C’è chi è convinto che i funghi nascano “grazie alla luna”; chi pensa che il colore indichi se una specie sia commestibile o velenosa, chi addirittura crede che basti togliere le scaglie bianche dal cappello per renderli mangiabili. Tutte convinzioni pericolose, che possono mettere a rischio la salute di chi raccoglie e trasmettono idee distorte sulla vera ecologia dei funghi.
A queste superstizioni si affiancano cattive abitudini diffuse. Nei boschi capita ancora di vedere persone che calpestano funghi “non commestibili” per disattenzione o addirittura per puro disprezzo, ignorando che ogni specie ha un ruolo preciso: dalla decomposizione della materia organica alla simbiosi con le piante.
Senza i cosiddetti “funghi matti” non avremmo humus, né boschi vitali.
I funghi, infatti, sono i principali decompositori del bosco: trasformano foglie secche, legno e residui vegetali in humus, quella sostanza scura e ricchissima che nutre il terreno. L’humus è il pane quotidiano delle radici delle piante e, a sua volta, diventa la base per la vita di altri funghi. È un circolo virtuoso: i funghi decompongono, creano humus, l’humus alimenta le piante e queste, in simbiosi, continuano a sostenere i funghi. Se venisse a mancare questo equilibrio, i boschi non avrebbero più energia vitale né capacità di rigenerarsi.
Altro errore comune è raccogliere funghi ancora immaturi, piccoli come noci o uova: un gesto che priva il bosco dei suoi “semi”, ovvero le “spore” e riduce le possibilità di nuove nascite. Ci sono persino pseudo-cercatori che smuovono la lettiera con bastoni per scovare primordi invisibili, distruggendo così il “letto” naturale dei funghi e danneggiando il micelio.
Chi di noi si sognerebbe di distruggere il letto in cui dovrebbe dormire? Eppure molti pseudo-cercatori quotidianamente distruggono il letto in cui giacciono i funghi.
Ma non mancano esempi più gravi: sacchi interi di funghi raccolti senza criterio e poi abbandonati perché troppo maturi o pieni di larve. Tutti comportamenti che tradiscono la vera essenza della ricerca: non una depredazione, ma un incontro con la natura.
Tante abitudini sbagliate che non corrispondo a ciò che si intende con cercare funghi nel modo giusto.
Oltre i bottini: il vero senso della raccolta
Il cercatore responsabile sa che il bosco non è un supermercato e che i funghi non sono una risorsa infinita da accumulare. Ogni fungo ha un ruolo, e ogni gesto di chi li raccoglie può favorire o compromettere le future nascite.
Raccogliere in modo sostenibile significa adottare alcune semplici pratiche che non devono essere imposte per legge, ma dal semplice buon senso:
- Prendere solo ciò che serve: resistere alla tentazione di riempire la cesta quando i funghi sono abbondanti. Lasciare che una parte dei carpofori maturi e rilasci spore è garanzia di continuità. Più funghi maturano nei boschi, più “semi” saranno disponibili, più funghi nasceranno nell’immediato e in futuro.
- Non calpestare troppo le fungaie: il micelio è fragile e invisibile, basta una suola pesante per danneggiarlo. Camminare ripetutamente sulle fungaie provoca danni inimmaginabili, soprattutto quando il terreno è ancora molto umido e instabile. Un micelio danneggiato potrebbe non produrre più Porcini per mesi.
- Rispettare anche i funghi non commestibili o velenosi: fanno parte dell’equilibrio del bosco e hanno un ruolo insostituibile nella decomposizione. Ogni fungo distrutto impoverisce il suo ecosistema, mettendo a rischio anche le nascite dei Porcini.
- Raccogliere con delicatezza: una leggera torsione alla base, piuttosto che un taglio netto, evita di ferire il micelio e ne preserva la capacità di fruttificare.
La vera soddisfazione non sta nel vantarsi di ceste colme o nel postare foto virali, ma nell’essere parte di un ciclo che continua a rigenerarsi. Rispettare il bosco significa garantirgli salute e fertilità, e assicurarsi che i funghi possano essere presenti anche per le generazioni future.
Tanti piccoli gesti che fanno la differenza
La sostenibilità non riguarda soltanto il modo in cui raccogliamo i funghi, ma anche il nostro atteggiamento generale nei confronti del bosco. Piccoli gesti quotidiani possono sembrare banali, ma messi insieme fanno la differenza tra un ambiente rispettato e uno degradato.
- Non fumare nei boschi: un mozzicone acceso può trasformarsi in un incendio capace di distruggere ettari di foresta. Anche quando non provoca fiamme, resta comunque un rifiuto tossico e inquinante, che impiega anni a degradarsi.
- Evitare rumori inutili: urla, musica ad alto volume o schiamazzi disturbano la fauna. Gli animali, se spaventati, potrebbero attaccare noi o altri cercatori.
- Seguire i sentieri: inoltrarsi ovunque nel sottobosco significa calpestare il terreno fragile, distruggere piccoli organismi e correre rischi inutili. Camminare sui percorsi riduce l’impatto ambientale e rende più sicura l’escursione.
- Usare calzature adeguate: ogni anno i soccorsi devono intervenire per incidenti causati da scarpe inadatte. Essere responsabili significa anche prevenire infortuni, evitando di mettere in difficoltà chi potrebbe doverci aiutare.
- Raccogliere i rifiuti trovati lungo il cammino: non solo i propri, ma anche quelli abbandonati da altri. Non è piacevole, ma ogni bottiglia o involucro riportato a valle è un segno concreto di rispetto verso la natura e verso chi verrà dopo di noi.
Sono attenzioni semplici, che non costano nulla ma trasformano la ricerca dei funghi in un atto di cura condivisa: verso il bosco, verso gli altri cercatori e verso le generazioni future che avranno ancora diritto a scoprire funghi in un ambiente sano.
Informarsi è un dovere
Non si diventa esperti da un giorno all’altro, nè tanto meno improvvisando o perpetrando come pappagalli, leggende metropolitane apprese nei bar, da presunti anziani esperti o peggio ancora da taluni social.
Prima di mettersi in cerca è fondamentale informarsi, partecipando a corsi, confrontandosi con micologi e associazioni, leggendo manuali e libri o le tante risorse disponibili online.
Funghimagazine.it, ad esempio, mette a disposizione centinaia di articoli che non sono semplici riempitivi, ma strumenti utili per capire i boschi, riconoscere le specie, conoscere le regole di sicurezza e coltivare un approccio rispettoso.
Per esempio, nella sezione Atlante dei Funghi sono presenti un centinaio di specie fungine che abbiamo osservato, fotografato e studiato. La sezione Enciclopedia invece, include esaustivi articoli didattici, utili per approfondire gli aspetti più scientifici dei funghi.
Il futuro dei funghi dipende da noi
Se vogliamo che i funghi continuino a nascere, dobbiamo cambiare mentalità: non approssimazione e superficialità, non bottini e like, ma equilibrio e sostenibilità.
Ogni nostro gesto in natura contribuisce a preservare o a danneggiare il micelio, il cuore invisibile dei boschi. La ricerca funghi può essere un’esperienza di gioia e scoperta, a patto che sia accompagnata da responsabilità e rispetto.
Ogni nostro gesto nel bosco lascia una traccia. Può essere invisibile, come una rete di micelio calpestata, oppure evidente, come un rifiuto abbandonato. Ma in entrambi i casi contribuisce a determinare il futuro delle nascite.
Il micelio, cuore invisibile del bosco, vive grazie a un equilibrio fragile: troppa pressione umana, raccolte eccessive o comportamenti irresponsabili possono danneggiarlo in modo irreversibile. Al contrario, attenzione e rispetto lo mantengono vitale e capace di produrre nuovi frutti, anche negli anni a venire.
La ricerca funghi può e deve essere un’esperienza di gioia, scoperta e connessione con la natura. Non una corsa al bottino, ma un modo per sentirsi parte di un sistema più grande, che si rinnova anno dopo anno.
Il futuro dei funghi — e dei boschi stessi — dipende dalle scelte che facciamo oggi. Sta a noi decidere se lasciare alle prossime generazioni solo ricordi di ceste colme, oppure un ambiente sano e fertile dove i funghi continueranno a nascere spontaneamente.
C’è modo e modo di cercare funghi. Farlo da predoni o anche semplicemente da inconsapevoli non è mai ciò che si intende con cercare funghi nel modo giusto.
Rispettare i boschi non è un dovere imposto, ma un piacere consapevole: è il modo migliore per assicurarsi che il miracolo delle nascite fungine non smetta mai di sorprenderci.
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«Mario Rigoni Stern mi portava a raccogliere funghi. Una volta trovando un porcino mi disse: “Basta così. È sufficienteper condire la pasta. Abbiamo prelevato, adesso torniamo a casa”. Non c’era forse modo migliore per spiegarmi quale dovrebbe essere il rapporto armonico fra uomo e natura».
Eraldo Affinati