Abbacinati da specchietti e bon bon, ingannati da false promesse, ci troviamo ora immersi in un mare di disperazione senza sponde. Per salvarsi ormai è tardi, bisognava giocare d’anticipo. Ne avevamo avuto la possibilità, ma chi poteva e chi avevamo delegato, ha preferito cercare di vincere facile.
GG
(Giorgio Gaber)
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt – 15 luglio 2024)
Secondo la tradizione vedica, Kali yuga corrisponde all’eone della povertà spirituale. Spostandoci su coordinate di pensiero e gergo filosofico occidentale, ne troviamo corrispondenza con il positivismo, il materialismo, lo scientismo.
Tuttavia, tutte le tradizioni sapienziali del mondo, ognuna a mezzo del proprio gergo, germinano e fioriscono attorno al concetto olistico dell’Uno. Parte e tutto non presentano differenze se non nel famelico ambito quantificatorio scientista, autoreferenziale. Nell’Uno, materia o storia e spirito o eternità, non sono affatto due metà complementari. Sono invece una, quella storica, l’espressione dell’altra, quella universale. Significa che, anche nel buio assoluto, segnato dalla recisione con la nostra origine – radice e culmine materialismo – la luce dello spirito eterno è, in quanto immortale, presente.
I tempi di oggi, simili a un insospettabile, terrifico, incubo, permettono di vedere dove la cultura del razionalismo – intelligenza cognitiva über alles – ci ha condotti e anche dove seguitando a precipitare ci porterà.
La cultura occidentale per eccellenza ha dimenticato, o meglio, gettato via, la ricchezza fornitaci dalla consapevolezza, disponibile a tutti nella sua evidenza, che l’uomo misurabile non ha nulla a che fare con l’uomo incontaminato da superstizioni d’indipendenza e d’onnipotenza. Una dimenticanza che ha comportato la marginalizzazione a irrilevanza della dimensione umana più profonda e necessaria alla storia. Così, tra l’altro, invece di impegnarsi a crescere persone compiute e capaci realizzare nel benessere la propria vita, si è dedicata a coltivare stampini, con la stessa cravatta e gli stessi pensieri. Naturalmente ostracizzando i primi, almeno quelli che sgusciano dalle fitte maglie del sistema, e premiando con bmw, titoli e benefit, i secondi.
Che ora ci si senta smarriti non fa difetto. Nella concezione del mondo di chi è avveduto sul fatto che un uomo senza bussola va necessariamente alla deriva nel mare dell’esistenza, cioè, va a finire nel vuoto di sé. E non è prerogativa di chi condivide l’incubo. Anche le persone con meno disponibilità di osservazione, informazione e studio, avvertono a loro modo che la loro esistenza non solo è peggiorata, ma che non c’è nulla che possa far pensare migliori in futuro.
Nonostante le case piene di oggetti, nonostante la disponibilità diffusa della migliore tecnologia ad uso privato e pubblico, nonostante la gran parte di noi che ancora gode del benessere di superficie, quello del tempo libero e del consumo vizioso, è ormai diffuso il sentimento di non avere più alcun potere contrattuale nei confronti dello stato. L’astensionismo quale primo partito non è stato di fatto ignorato a caso da chi ci governa per una minoritaria manciata di voti. Precarietà e disoccupazione sono crescenti, l’informazione e la politica sono allineate e in mano ai poteri economici, la sovranità, bene che vada, è una bandiera buona per raccogliere poltrone ma non per altro.
Così, recisi dalla nostra origine, lo siamo anche dal nostro vertice politico, nonostante le voci che ci hanno annunciato tale disastroso epilogo.
E nonostante il teatro di guerra esistenziale sia lapalissiano nel suo bombardarci di menzogne e futilità, il dramma è che qualcuno ne vuole le prove. Senza queste, seguiterà a organizzare i suoi fine settimana e credere in wikipedia e ai giornalacci, come se l’orizzonte politico nazionale e internazionale non destasse preoccupazione particolare, come se, con il suo scientismo, potesse calmare tutte le burrasche.
I cosiddetti catastrofisti, coloro che non vedono terapia possibile per sanare lo stato sociale, ma che auspicano la sua morte al fine della generazione di una nuova epoca, sono forse i più realisti, ottimisti, e con il barlume vitale che gli permette di constatare la disumanità dell’umanità. Ci sono, infatti, anche loro tra quelli che sanno cosa significa dissanguare un essere vivente dalla sua linfa creativa.
Tutti gli altri, quelli che vanno a votare, quelli dell’Europa Unita, della Nato, della destra e della sinistra, del libero mercato, del buon senso, tutti replicanti di successo della vita imparata ai master, discutono e dibattono, guardano la tv e leggono i giornali e senza timore ritengono che il nostro sia “il miglior sistema del mondo sebbene abbia bisogno di correzioni”. Parole di blasonati economisti e professori.
Parole che si generano e fluttuano nella kali yuga, una specie di corrente che ci trascina, obbligandoci a pensieri e azioni adatti alla sopravvivenza. Entri in acqua davanti all’ombrellone e torni a terra cento metri più in là. Significa che buttarsi a partecipare a vario titolo alla miglior gestione sociale, comporta entrare nella kermesse con le più pure intenzioni e ritrovarsi ad averle perse, dimenticate, cambiate, allineate alla corrente, appunto. Non la si può contrastare, la sua forza è superiore alla nostra. È come una notte, solo l’accondiscendenza, l’accettazione e l’attesa permettono di accorciarla.
Affinché la degenerazione non accada ci vuole anticipo, cioè consapevolezza d’insieme. Bisogna entrare in acqua cento metri a monte del flusso, se ne si vuole uscire al nostro ombrellone, sotto il quale giocano serene le nostre idee di bellezza, che, nonostante tutto, resta un comportamento riservato a pochi.
Eppure non erano i molti, la vera maggioranza, che in tweed, clarks, giornalaccio e grandi intenzioni si alzavano ad applaudire Giorgio Gaber. Uno dei tanti nella storia ad averci fatto presente dove ci stava portando la corrente.
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Grazia, non si può sempre far finta di non vedere e non sentire. Ogni tanto bisogna pur dire la nostra. BlackRock è una bestiaccia, non si impietosiscono.
Anche loro fanno parte dei PANZER…
Alberto, mi stupisco che tu segua gli incontri dei teatranti politici. Che interesse vi trovi?
Ho sentito al TG che per soli 40 millimetri di pioggia, oggi a Milano c’era il delirio, specie in mattinata. I mezzi pubblici avevano ritardi medi di 40 minuti. Pensate a chi stava andando al lavoro. Quindi è l’Italia nel suo complesso che fa acqua e tutta la classe politica contiene sacche di inefficienza, sia a livello centrale che locale, sia di destra che di sinistra.
Oddio , dipende ; io qualcosa che va bene non lo vendo.
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E’ chiaro che se un Soros si mette a shortare qualcosa , trascina tutto , ma puo’ anche prendersi delle belle scoppole.
Che poi puntualmente svendono alla faccia i chi ci lavora.
I fondi di investimento raccolgono il risparmio per investirlo in aziende.
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Se quelle aziende sono italiane e non spagnole o inglesi , e’ meglio che un vetro nel culo.
A proposito del secondo video di Gaber “Ci hanno insegnato tutto gli americani”
il 30/9 il presidente Meloni si è incontrata con A.D. del fondo d’investimento USA BlackRock.
Saranno venuti a insegnarci altre cose?
Ieri sera ho sentito in TV il filosofo e opinionista Massimo Cacciari (notoriamente non un estremista di destra) il quale ha dichiarato che i problemi sul nodo ferroviario di Roma sono iniziati diversi anni fa. Quando hanno inventato i treni ad alta velocità tutto filava liscio, ma per poco tempo. Il tema tecnico è che, fatta la rete ad alta velocità, col tempo essa è stata intasata da un eccesso di treni. Non so quale rimedio ci possa essere alla “fame” compulsiva della specie umana. Prima avevamo i direttiassimi, poi li abbiamo sostituiti con i treni espresso, poi con quelli ad alta velocità e ora dovremmo già rifare tutto con un’ipotesi di “altissima velocità”… MI domando: in tutto ciò c’entra Dio? Stoco il naso. Forse c’entra, nel senso che, già che c’era, quando ci ha creati, poteva creaci un po’ meno balenghi. Questo sì. Buona giornata a tutti e spero che non siate in treno…
Ieri un banale guasto alla stazione Termini di Roma ha paralizzato tutta l’Italia con centinaia di treni cancellati e ritardi di ore. Se io fossi Dio… quale Dio? Almeno salverei i viaggiatori dalla disperazione. Ma se il dio delle ferrovie fosse un dio di destra, il dio di sinistra sarebbe il dio delle biciclette? Provare per credere: chi crede in Dio può salvarsi dal materialismo scientista e andare in bicicletta da Roma a Milano.