La peggiore crisi umanitaria al mondo dimenticata dalla comunità internazionale. L’esercito accusa il generale libico Haftar di sostenere gli ex janjaweed del Rapid Support Forces.
Il Sudan muore nel silenzio generale
(e lontano dai media)
di Cornelia Toelgyes *
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 14 giugno 2025)
Il Sudan è ormai dimenticato dai maggiori media e dalla comunità internazionale. Tom Fletcher, sottosegretario generale per gli Affari Umanitari delle Nazioni Unite (OCHA) ha ricordato giorni fa che nell’ex protettorato anglo-egiziano si sta consumando la più grande crisi umanitaria del mondo. Metà della popolazione (circa 30 milioni di persone) necessita di assistenza umanitaria.
Quattro milioni in fuga
Dall’inizio del conflitto nell’aprile 2023, oltre 4 milioni di sudanesi hanno cercato protezione nei Paesi limitrofi, mentre gli sfollati sono più di 10 milioni. E fino ad oggi nessuna tregua è in vista. La guerra tra i due generali – Mohamed Hamdan Dagalo “Hemetti”, leader delle Rapid Support Forces (RFS), da un lato e Abdel Fattah Abdelrahman al-Burhan, a capo delle forze armate sudanesi (SAF) e capo del Consiglio sovrano e de facto presidente del Sudan, dall’altro, continua senza sosta.
I morti non si contano più. Si stima che siano oltre 150mila, deceduti non solo durante i combattimenti, molti hanno perso la vita per fame e stenti, malattie, come il colera che sta flagellando il Paese.
Pochi giorni fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha lanciato un nuovo allarme: i casi di colera in Sudan sono destinati ad aumentare e potrebbero diffondersi nei Paesi vicini, specie in Ciad, che ospita centinaia di migliaia di rifugiati sudanesi in campi sovraffollati.
Poche risorse
Ora anche diverse aree a sud di Khartoum, la capitale del Paese, sono a rischio carestia. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi da Laurent Bukera, direttore nazionale del Programma Alimentare Mondiale dell’ONU (PAM), il fabbisogno della gente è ben superiore alle risorse disponibili, perché molti governi hanno ridotto notevolmente i loro contributi. Ora PAM ha chiesto maggiori finanziamenti alla comunità internazionale per evitare il peggio e ha chiesto anche di investire nella ricostruzione del Paese.
I governativi hanno ripreso il controllo sulla capitale a fine marzo, ma la città e i dintorni sono ridotti in gran parte in cenere. Acqua potabile e corrente elettrica sono spesso un optional.
La carestia è stata confermata in Sudan nel campo sfollati di Zamzam, nel Nord Darfur, già nell’agosto del 2024. La terribile piaga si è poi estesa in altre 10 aree del Paese; altre 17 zone sono alto rischio fame.
Intanto i paramilitari delle RFS hanno dichiarato di aver preso il controllo delle zone in prossimità al confine con Egitto e Libia. E SAF ha ammesso di aver ritirato i proprio militari nel nord-ovest del Paese, proprio per le pressioni esercitate dagli uomini di Hemetti, con il supporto delle truppe fedeli al potente generale libico, Khalifa Haftar.
Segreto di Pulcinella
Un segreto di Pulcinella, perché Haftar e le sue truppe hanno sempre appoggiato Hemetti. Ma ora, per la prima volta, l’esercito sudanese ha accusato direttamente il comandante libico di un coinvolgimento diretto nel conflitto sudanese. SAF sostiene, infatti, che gli uomini fedeli all’uomo forte della Cirenaica abbiano attaccato i posti di frontiera sudanesi.
Già sin dall’inizio del conflitto Khartoum ha avuto sentore che Haftar sostenesse le RFS con forniture di armi e da tempo le autorità sudanesi accusano anche gli Emirati Arabi Uniti, alleati del generale, di supportare Hemetti. Ma Abu Dhabi ha sempre respinto tali incriminazioni e anche la Corte Internazionale di Giustizia non si è pronunciata in merito.
Cornelia Toelgyes *
corneliacit@hotmail.it
X: @cotoelgyes
Giornalista, vicedirettore di Africa Express, ha vissuti in diversi Paesi africani tra cui Nigeria, Angola, Etiopia, Kenya. Cresciuta in Svizzera, parla correntemente oltre all’italiano, inglese, francese e tedesco.
Il commento
di Carlo Crovella
Già da tempo mi ha colpito la netta differenza di diffusione delle informazioni fra la situazione mediorientale, in particolare di Gaza, e quella forse in assoluto ancor più problematica che si sta sviluppando a sud-ovest, nel Sudan.
In particolare stride la contrapposizione tra l’eccesso di mediatizzazione su Gaza e il silenzio totale in merito alla situazione sudanese. Se si valutassero in assoluto i due problemi umanitari, a fronte della tanto sbandierata piazza di 300.000 persone pro Gaza (Roma, 7 giugno 2025), ce ne dovrebbe essere una da 3.000.000 di presenze per il Sudan.
Invece il Sudan non interessa un fico secco ai buonisti di casa nostra: silenzio totale. Questa asimmetria colpisce. Con la mia tradizionale schiettezza, esasperata fino ad esser caustico, espongo la mia tesi su tale diverso interesse in merito ai due problemi umanitari da parte dei nostri buonisti e della sinistra in particolare.
Gaza “serve” perché viene presentata come un tassello tardivo del colonialismo bianco nei confronti dei popoli oppressi, sfruttati e martoriati: per cui c’è di che flagellarci anche per tutti noi, europei, bianchi e colonialisti.
Invece il Sudan non serve ai buonisti di casa nostra per un motivo molto semplice: lì sono africani che uccidono altri africani (a vicenda gli uni con gli altri) e tutto il tema del colpevolizzare noi bianchi europei come eredi dei colonialisti non trova appigli cui attaccarsi, per cui non interessa.
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P.S.: con il mio post precedente non ho affatto voluto sostenere che quella in Sudan non sia una tragedia e una crisi umanitaria grave
Sono sempre colpito da come le persone siano incapaci di capire i numeri.
O forse vogliano fraintenderli per confermare i propri pregiudizi ideologici.
Sudan
41,7 milioni di abitanti (2021)
150000 morti pari al 3.5 per mille della popolazione
secondo l’articolo metà della popolazione a rischio carestia.
Gaza
590481 abitanti (censimento 2017)
60000 morti pari al 10% della popolazione
carestia grave per tutti gli abitanti
Giusto per finire di mettere le cose al loro posto, anche se in Sudan sono negri che ammazzano altri negri è comunque anche quello frutto del lascito del colonialismo storico e una conseguenza diretta di quello moderno, in particolare dell’instabilizzazione della Libia da parte francese e americana (con il nostro solito, imbelle concorso esteno)
I commenti sono spessissimo delle piccole autobiografie a volte a insaputa anche dei loro autori…il pensiero di Crovella finale è l’autografo del fan sul poster/pensiero occidentale.
All’indifferenza dei bianchi nei confronti dei negri bisogna anche aggiungere l’ossessione degli ebrei. Si parla di Gaza e della Palestina per parlare contro gli ebrei, per nascondere l’antisemitismo nella critica dello stato israeliano. Come se gli ebrei fossero ancora un’organizzazione segreta che complotta per il dominio del mondo.