26 pensieri su “Quanto il CAI è contrario all’eliski?”

  1. Il Coordinamento delle Sezioni e Sottosezioni della Provincia di Sondrio del Club Alpino Italiano, riunitosi presso la sede del CAI Valtellinese in Sondrio il giorno 12 aprile 2016, discutendo in merito alla proposta di definizione di un regolamento per la pratica dell’eliski in Provincia di Sondrio avanzata nell’ambito del progetto “inverno sostenibile”, ha ribadito i concetti e la posizione espressi nel comunicato stampa diffuso dalla Sezione Valtellinese di Sondrio in data 09 marzo 2016, ed esprime pertanto parere negativo alla pratica dell’eliski anche se sottoposta a regolamentazione.
    In merito al prossimo tavolo tecnico, convocato presso la Provincia per il 20 aprile p.v., il Coordinamento ha unanimemente valutato di non sottoscrivere la proposta di regolamentazione poiché l’utilizzo di mezzi motorizzati per attività ludico-sportive in montagna è in contrasto con i principi del Club Alpino, così come espresso nel Bidecalogo del CAI.
    La posizione del Coordinamento non può oltrettutto prescindere dal fatto che anche nel corso della presente stagione sci-alpinistica la pratica dell’eliski ha provocato più di un contrasto con gli altri fruitori della montagna evidenziando, oltre a problematiche di carattere ambientale, anche l’insorgere di potenziali situazioni di pericolo, come segnalato da alcuni soci sci alpinisti del CAI.

  2. Tanto per non sbagliare… :
    http://www.cai.bs.it/ckfinder/userfiles/files/Adamellorivista/115.pdf
    Date pure un’occhiatina a quante belle parole si spendono ed a quanto poi la pratica sia lontana dalla grammatica…>
    Il .pdf richiama al numero 115 della rivista Adamello pubblicata dalla sezione del C.A.I. di Brescia datata 1° SEMESTRE 2014, ma nel numero 118 (arrivato in questi giorni ai soci) secondo semestre 2015 la musica non cambia e ci ritrova la stessa pubblicità in apetura.
    Ora che le aziende di servizi con elicotteri propongano anche l’eliski non è certo scandaloso, per diversi motivi e che si pubblicizzino o tentino di farlo laddove possono avere un audience ottimale neanche, scandaloso invece è come questa pubblicità passi tranquillamente su pubblicazioni a nome C.A.I. (sezione o centrale, poco o nulla importa, per quanto riguarda il messaggio che la massa riconosce come proveniente da una realtà unica e nazionale) che sentiamo urlare indignato per il reality del Monte Bianco ma che se ne sta zittino in questioni che lo riguardano direttamente…
    D’altra parte i panzoni a dirigenza quanto sono affini ai soci del sodalizio?

  3. Il CAI ha teoricamente delle idee chiare. A livello locale poi, ognuno fa ciò che vuole. Non è solo questione di eliski: sappiamo tutti che il CAI è pure contrario alle motoslitte in montagna a scopo ludico. Eppure, se ad esempio si guarda la pagina Facebook del CAI di Vigo di Cadore, si vede nella sezione “atleti” un tale che si qualifica rider. Questo tizio, oltre a postare foto di evoluzioni in pista, posta foto delle sue scorribande in ambiente montano, posta pure una foto di sé stesso con un amico, in macchina in una zona chiusa al traffico (zona di Casera Razzo, tra Carnia e Cadore).

  4. Essì caro Lettore, se i contenuti son la sostanza e ritieni di portar argomentazioni utili per meglio comprendere un mondo complesso, che mal si combina con la semplificazione forzata, perché non ti firmi? Perché non dai forza al pensiero mettendoci la faccia? Ti ascoltiamo.

  5. Egregio e forse più o meno noto lettore,
    dici che sono importanti i contenuti e non l’identità, ma ti firmi con i nomi di quelli che forse identifichi come avversari.
    In generale, ma molto in generale, è la persona che genera il contenuto: la guida alpina, il famoso alpinista, il guidatore di elicottero, l’alpinista della domenica, il riempitore di tempo libero outdoor, o indoor, ogni lavoratore precario, ogni imprenditore, ogni contadino, tutti attuiamo una azione che può essere o meno etica, che porta a degli effetti, effettini, effettoni, grandi opere, o grandi miserie. Il tutto mixato in una complessità da cui io, semmai non fosse chiaro, mi arrovello, sennò non starei qui, ma a smarcar vette o vie, come qualche amico simpaticone.
    Questo è il punto, in generale: l’etica individuale genera conseguenza.
    .
    Ora capisco che dichiarando il tuo nome e cognome potresti fare autogoal, e ci pensi bene…mentre io, che non sono nessuno, sono forse più libero. A te decidere se scoprire o no le carte.
    Ma non è questo il punto. Assolutamente non lo è.
    .
    Il personalismo è amabile quando c’è empatia e rispetto, amicizia…, ma fastidioso quando utilizzato nella comunicazione per schernire l’ “avversario”. E’ una tecnica molto usata nella politica e senza andare lontano, anche qui su questo blog; il thread “Everest” che tu avrai forse letto…, ne è un esempio.
    Ma non è questo il punto.
    .
    Veniamo al contenuto:
    Un pò per lavoro, un pò perchè sono nato balordo, Io amo fare analisi (un pò meno le sintesi, come si dovrebbe evincere dai miei lunghi scritti), chiamiamola “ricerca”, interiore se vuoi, e non mi piacciono le partigianerie ed i partiti. D’altronde mi è impossibile prescindere da una necessità morale (e cioè semplificando: una suddivisione tra quello che è “bene” da quello che è “male”), per misteriosa predisposizione… che condivido con alcuni amici qui, forse. Non è per niente facile e neanche sbrigativo arrivare a conclusioni su temi che riguardano l’ambiente montano, ll lavoro lassù come quaggiù nella violenta giungla urbana, tant’è che qui è da anni che esprimiamo opinioni a riguardo dell’eliski (è solo un esempio tra tanti) e credimi, c’è stata una evoluzione di opinione in alcuni di “noi”.
    .
    Ora a te la palla.
    A te spiegarci il confine tra ludico e professionale/necessario.
    A te spiegarci la delicatezza e la complessità del tema.
    Siamo qui ad ascoltarti

  6. Non è che usando i vocaboli più desueti e gli orpelli stilistici più aulici della lingua cambia la sostanza ,conoscere l’identità di chi parla avvalora di più il concetto? Si valuta la persona oppure il contenuto? Mi sembra una visione molto ingenua e semplicistica dividere il mondo tra buoni e cattivi come emerge dai commenti di questo blog. Le mie domande miravano a sottolineare come sia difficile distinguere quando l’elicottero sì quando l’elicottero no, perché il confine tra ludico e professionale/necessario non è sempre così netto. Il ché dimostra la delicatezza e la complessità del tema che non si può liquidare in una facile o categorica soluzione. Buona prosecuzione.

    LETTORE

  7. Suvvia Lettore, datti coraggio, dileggia questo magro conciliabolo di sognatori dell’Alpe libera dai rotori, firmandoti per esteso..

  8. un po’ troppo facile schivare o mal etichettare le domande che non convengono, buona prosecuzione tra voi soliti quattro gatti 🙂

  9. Ok, grazie Giorgio, rimane quindi solo l’elisoccorso, la costruzione di rifugi/bivacchi e il deposito di croci, giusto?

  10. Una domanda: almeno per i film si potranno usare gli elicotteri o si prevede invece il declino della cinematografia di montagna dei giorni nostri? Come vivrà il BANFF World Tour che è zeppo di dronate e riprese aeree?

  11. Buongiorno a tutti,
    Daniele Piccinini, sono d’accordo con te. Per me la battaglia contro l’eliski è congunta alla battaglia contro la motorizzazione.
    In ambiente non strettamente montano, ma nella “terra di mezzo” collinare, appenninica, prealpina, c’è un aumento vertiginoso di utilizzo di mezzi a motore a scopo “ludico”, nei boschi, sui sentieri, fuori dai sentieri ed anche in ambiente innevato, nelle campagne, etc.

    Qui su questo blog si è parlato spesso di incongruenze del CAI rispetto a certi accordi con associazioni motocross o simili, in palese contraddizione a quanto definito in Bidecalogo, vedi quanto successo in Lombardia l’anno scorso (cerca su questo blog la parola chiave “motocross” o simile).
    Il motivo della battaglia all’eliski in particolare, è anche (per me) dovuto a piccole storie locali, per esempio, due anni fà fu proposto da alcune Guide Alpine del Cadore, quindi all’interno di una comunità (alpinistica) che peraltro ha un amore viscerale per certe “proprie” specifiche montagne, aree molto circoscritte e fragili, “protette” dall’unesco, blablabla. Certamente non tutte le Guide Alpine ragionano alla stessa maniera fortunatamente, e quelle guide che avevano inizialmente proposto l’eliski mi pare che ci stiano ripensando… e li ringrazio. Capii benissimo gli intenti lavorativi e di passione personale (scialpinismo, etc.etc.). E tutti possiamo (anzi dobbiamo) nella vita elaborare un pensiero evolutivo.
    Generalizzando, rispetto alle posizioni rispetto eliski e motorizzazione ci sono tre/quattro categorie di opinione che vorrei rozzamente qui distingure per riflessione con voi:
    1. Quelli che dicono: a casa (montagna) nostra facciamo quello che ci pare…
    2. Quelli che dicono: ogni attività in montagna deve essere fatta in libertà (basta che non leda la libertà degli altri). Quella che appare di “buon senso”… ma secondo me è solo la versione soft del punto 1. Perchè il “compromesso” pià sincero è piuttosto cavalcato da
    3. Quelli che dicono: il problema in effetti c’è. Se sul Sorapiss e l’Antelao ed il Pelmo (solo per fare un esempio tra mille) incominciano a ronzare elicotteri per eliski ed eliturismo o per questo e quello, quelli che cacciano, quelli che vanno ai rifugi, quelli che fanno parapendio,, questo e quello, … diventa anche qui un luna park allucinante ed altro che paradiso di natura e turismo e benessere per la valli, tanto vale andare tutti a farsi il bagno a Venezia, anzi andiamo tutti da giorgio a Framura, che magari c’è meno casino e non sono così male le falesie al mare, nè. Plaisir.
    Quelli del punto 3 dicono,: no no, siamo seri: Bisogna Regolamentare! Max tot giorni a settimana, sempre che ci sia bel tempo… che questo e che quello. Tutto apparentemente di buon senso! E che sarà mai! con tutti questi limiti alla fine saranno 4 voli all’anno! Dai, dai.
    Peccato che lo spazio aereo è geolocalizzato ed i comuni sono tanti. Densità.
    Poteri e vicinato. Masi e contromasi, baite e baitine. Ognuno con il suo canpanile ed il suo assessore del turismo, ognuno con il suo dirigente CAI rampante. Ognuno con la sua gita sociale con tutti i mezzi, truppe di terra, corrazzate con quad, ed elitrasportate! Assalto al rifugio! La montagna è nostra e ce magnamo la polenta! Effetto domino. Tantè che ci sarà traffico, mi sà tanto.
    4. Quelli che dico: NO. Non si risolve niente con la regolamentazione, è una ipocrisia ed un compromesso “politico” da prima repubblica. No! Bisogna, almeno momentaneamente, in questa fase storica… vietare. Fare quello che hanno fatto i Francesi, con legge nazionale. Io sono tra questi ultimi. E non sono affatto felice di essere d’accordo con una soluzione di restringimento legislativo di una attività in ambiente, ma ci ho pensato a lungo e penso che la soluzione francese sia quella che l’Italia dovrebbe seguire. Ed insisto sul fatto che il CAI dovrebbe esattamente fare quello che ha fatto il CAF (Club Alpin Francais) nella azione di proposta governativa avvallata da verifica “referendaria” ovvero raccolta di voti nella popolazione ad avvallo della proposta al governo.
    P.S. Sulla carta anche il Bidecalogo del CAI si pone in questa prospettiva anti-eliski ed anti-motorizzazione. Ma quanto dichiarato nel documento programmatico è purtroppo smentito da troppi casi di accordi, da parte di dirigenti locali, in una direzione completamente opposta a quanto stabilito nel programma del Club Alpino Italiano.
    Ultima cosa mezza seria/mezza scherzosa: la tua annotazione, Ugo Bottari, non è da trascurare, perchè, ora ci può far ridere, ma tra qualche anno, diciamo una decina, avremo pure il problema dei droni per aria. Per droni intendo minielicotteri senza guidatore e nemmeno telecomandati: C’è una odiosa trovata commerciale di un drone pensato per escursionisti etc. che è ingrado di seguirvi e filmarvi mentre scalate o camminate, facendo bellissimi video e foto “selfie”. Pensa se una roba così prenderà campo… e prenderà campo sicuramente nelle città per il trasporto delle merci e poi in ambiente per scopi ludici…

  12. Su segnalazione di Alberto Paleari e Nicola Pech, ecco un poster del CAI Sezione SEO Domodossola. E’ stato stampato per pubblicizzare una gita sociale del 30 agosto 2015 al rifugio-bivacco Giovanni Leoni 2803 m. Il bivacco è raggiungibile in circa un’ora e trenta (stando larghi) dalla seggiovia San Domenico-Ciamporino-Dosso. Infatti il programma prevedeva di partire alle 8 da San Domenico e di raggiungere il bivacco più o meno alle 10.30. A questo link trovate il pdf del poster. Nella quartultima riga potrete leggere che la sezione ha previsto anche la possibilità di raggiungere il bivacco con l’elicottero. In effetti ci mancavano, le gite sociali in elicottero. NO COMMENT.

  13. Un piccolissima annotazione: proporrei di modificare la dizione “(elicotteri ed ae­roplani)” con “(elicotteri, ae­roplani e simili)” per escludere del tutto qualunque mezzo aereo motorizzato.

  14. Dico a Daniele Piccini che le sue considerazioni sono assolutamente condivisibili. Ma vorrei anche ricordargli che, per vincere una guerra, tutte le battaglie si devono affrontare una per una. Ora è il momento dell’eliski perché due presidenti sezionali del CAI si sono “esposti”. Questa falla del cerchiobottismo ci permette di agire. Se qualcuno ha notizia di altri presidenti di sezione che si sono comportati in modo non consono al Bidecalogo (e soprattutto ne ha le prove), si faccia avanti, per qualunque altro problema (trial, jeep, motoslitte, ecc.).

  15. L’eliski è solo la punta dell’iceberg, sotto oltre ai tanti problemi ambientali che affliggono la montagna intesa come ambiente da preservare e conservare, si stanno sviluppando le pratiche più selvagge, pregherei per un attimo di distogliere lo sguardo dalla catena alpina per rivolgerlo
    verso sud, Appennini e gruppi montuosi minori.
    In questi luoghi la motorizzazione selvaggia sta diventando insostenibile nell’indifferenza generale, non è più possibile percorrere a piedi un sentiero senza incontrare gruppi motorizzati (trial, fuoristrada, bikers di ogni tipo ecc.) una domenica sulla cima del Monte Catria Mt. 1.701 (Appennino Umbro- Marchigiano) ho contato una Jeep, 18 mountain bike, 4 moto da trial, io ero l’unico arrivato a piedi, mi sono sentito fuori luogo. Gli impianti di risalita costruiti scriteriatamente per qualche week end invernale non riuscendo a sostenersi si stanno trasformando in luna park estivi promuovendo discese in downhill con relative piste nere, rosse, gialle, verdi in base alla loro difficoltà e per ciò intervenendo pesantemente sul territorio con modifiche per le quali non vengono richieste né si rilasciano autorizzazioni di alcun tipo. Io sono socio CAI da molti anni e condivido le accuse di cerchiobottismo rivolte ai suoi vertici soprattutto sui temi ambientali, abbiamo ottimi predicatori e pessimi razzolatori, però la maggior parte dei soci ha una forte sensibilità su questi temi ed allora è giunto il momento di cambiare il verticismo di questa antica Associazione, bisogna allargare il dibattito portandolo all’interno delle Sezioni altrimenti rimarremo sempre un mostro con un grande corpo (300.000 soci ) ed una testa piccola ( direttivi scelti in primis per la loro capacità di dialogo con il mondo politico ed economico, maestri nel tenere i piedi sempre in due staffe). Rappresentanti soprattutto di se stessi.
    Allora se si vuole trasformare la battaglia contro l’eliski, per la quale sono completamente d’accordo, nel simbolo di una guerra contro lo svilimento ( pratico ed etico ) dell’ l’ambiente montano bisogna allargare il fronte e non restringerlo, si pensi ad una grande manifestazione nazionale che coinvolga tutti i soci CAI, oltre alle Associazioni che vi vogliono aderire. Penso che i tempi siano maturi ed un messaggio forte e chiaro contro la motorizzazione selvaggia non potrà essere ignorato né dal mondo politico né dagli attuali vertici CAI, se non rappresentano più la base è giusto che vadano a casa se invece si rivelasse il contrario sarà il caso di riconsiderare la nostra appartenenza al Club.
    Si deve puntare ad una Legge Nazionale semplice e chiara, con le Leggi Regionali, oltre ad alimentare il caos imperante, si rischia la concentrazioni su pochi luoghi di attività impattanti.
    Sarà difficile ma bisogna lottare per questo, i palliativi non servono.

  16. Considerato che…Constatato che… Rilevato che…la Giunta si impegna ad avviare in tempi rapidi un’apposita inziativa legislativa per la disciplina dell’eliski con l’obiettivo di contenere il fenomeno.
    Se questa è la premessa…

  17. Non generalizziamo. La maggiorparte dei soci CAI è nettamente contraria a queste pratiche, così come ai motori sui sentieri. Per lo meno la base dei soci. Purtroppo essendo un’organizzazione mastodontica ed istituzionalizzata ha al suo interno un po’ di tutto, anche chi come certe guide alpine vedono una possibilità di guadagno con queste pratiche. La cosa scandalosa, per cui do ragione ad Alessandro Gogna e a voi che avete commentato, è che, alla luce del bidecalogo, il CAI come istituzione dovrebbe prendere una posizione decisa e fare maggiore chiarezza e , se necessario, pulizia al suo interno.
    Matteo Fumagalli, da facebook 3 ottobre alle ore 13:30

  18. Un Presidente di sezione del Cai, tanto quanto un altro dirigente, fino anche al Presidente generale, in questi casi, aspettano che scada il loro mandato per lasciare la gatta da pelare a chi seguirà. Nel frattempo rinforzano il muro di gomma su cui fare rimbalzare questo e altri problemi. Lo dico per esperienza diretta. Il past President Annibale Salsa si ricorderà…

  19. Ciao sono uno di quelli che il 29 marzo insieme a altra bella gente stava intorno allo striscione in Val Formazza, ho letto tutti gli interventi, e siamo bravi, pacati, delle brave persone, ma…. arriva un momento in cui bisogna fare il muso duro e combattere per quello in cui si crede. Per cui, come dice Giando basta con le ambiguità !! è ora di farsi sentire RUMOROSAMENTE e che la dirigenza del CAI la smetta di fare i politicanti, ma faccia quello che lo statuto le impone.
    PS: della manifestazione del 29 l’ho saputo all’ultimo momento, sarebbe utile per la prossima, far girare prima un po’ di più la voce.

  20. Insomma, almeno per le Dolomiti, non una qualsiasi battaglia per la difesa dell’ambiente, ma la guerra intera, è oramai perduta.
    Proprio in questi giorni inaugurano una nuova via ferrata nella gola del Vajont, progettata dal Soccorso Alpino delle Dolomiti Bellunesi e realizzata dalle guide alpine di Cortina: vogliamo sperare ancora nel CAI?

  21. So per esempio che le guide del Cadore vorrebbero una regolamentazione, ma che quelle di Cortina manco per le palle. In entrambi i casi: bella merda! E poi ci si domanda perché uno come Michelazzi non è entrato nel direttivo…

  22. http://gruppopd.cr.piemonte.it/web/2015/09/29/eliski/
    Questa la mozione del PD. A me sembra contraddittoria, insensata. Prima si dice che l’eliski ha un forte impatto ambientale, poi si auspica che l’eliski sia praticabile, se regolamentato “a condizone che non impatti con l’ambiente naturale”. Dove sta l’arcano? Come si fa a praticarlo senza impatto? Puntare a una “regolamentazione”, mi sembra una posizione debole, ambigua, già fiaccata dal compromesso prima ancora di cominciare a trattare.
    L’unico risultato soddisfacente e’ il divieto per qualsiasi tipo di volo a scopo ludico

  23. Ben fatto. Basta con l’ambiguità, si arriva a un punto in cui bisogna prendere delle posizioni e non dare sempre un colpo al cerchio ed uno alla botte. Se i vertici del CAI sono favorevoli o meno all’eliski che lo dicano chiaramente e soprattutto che lo dicano con i fatti.

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