Risposta a Luca Gardelli

Il presidente del Soccorso Alpino Emilia-Romagna, Danilo Righi, in merito alle esternazioni del volontario del Soccorso Alpino Luca Gardelli apparse in questo blog in data 9 giugno 2015 (con il titolo La delusione di Luca Gardelli), ha ritenuto opportuno intervenire con un’articolata risposta, cui diamo volentieri spazio.


Risposta a Luca Gardelli
di Danilo Righi (presidente del Soccorso Alpino Emilia-Romagna), 15 giugno 2015

Il Soccorso Alpino è un ente operativo che tradizionalmente rimane indifferente alle polemiche, ai personalismi e agli individualismi, con il presupposto che rifuggire da questi realizzi il proprio miglioramento etico.

Lo spirito di appartenenza al Soccorso Alpino è imperniato sul “fare” e non sul “chiacchierare”.

Purtroppo a volte capita di assistere a cadute di stile di volontari che innescano discussioni solo per la soddisfazione di lasciare ad ogni costo la propria personale impronta negli eventi, di voler incidere sulle decisioni pur nella misera consapevolezza che le stesse ricadono sotto la diretta responsabilità altrui.

Le cadute di stile sono accettate come espressione dell’indole e del carattere della persona purché non intralcino o screditino le attività che il Soccorso Alpino è chiamato quotidianamente ad affrontare.

Danilo Righi
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Leggiamo della teatrale delusione di sentirsi emarginato, da parte di chi si autoreferenzia “interprete dell’obbligo morale legato alla necessità di testimoniare qualcosa di differente al comune sentire e che forse un giorno avrebbe trovato terreno fertile per dare origine a un cambiamento” raffigurando in modo autentico la propria personalità egocentrica.

Rammentiamo che il Soccorso Alpino non è un ente immutato e immutabile ma in continuo divenire, coerentemente alle trasformazioni delle esigenze sociali e del soccorso e rammentiamo anche a codesto interprete, che la storia del CNSAS insegna che i cambiamenti nel Soccorso Alpino ci sono e ci son sempre stati ma portati avanti con il metodo democratico, quello che lui stesso ha disdegnato e rinunciato a prescindere.

Il sistema elettivo dal basso dei suoi rappresentanti (non auto-referenziati ma votati in seno all’assemblea), la impugnabilità delle loro decisioni, a mezzo delle procedure di contestazione presso gli organi sovraordinati, il collegio dei probiviri e anche la Giustizia Ordinaria, garantiscono all’interno del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino il rispetto dei diritti di tutti i volontari nel dominio del principio del contraddittorio e della democrazia.

Rammarica essere pleonastici, ma a parere di chi scrive:
– poco etico è (ed appare) opporsi a un’attività di ripulitura di un ponte, sito nel tratto cittadino di un fiume, in un periodo di dissesto idrogeologico;
– poco etico è (ed appare) innescare diatribe sulla ovvia utilità di un’attività prestata gratuitamente per il bene comune al fine di prevenire episodi sciagurati;
– poco etico e gravemente scorretto è dubitare a priori sulla serietà e sulla professionalità di chi valuta, sotto la propria diretta responsabilità, le attività di Soccorso Alpino;
– poco etico e gravemente scorretto è presumere che alcune attività siano eseguite senza l’adeguata formazione e senza l’utilizzo dei DPI da parte degli operatori;
– poco etico, gravemente scorretto e anche diffamatorio è riferire agli Enti preposti come lo SPISAL (Servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza sul Lavoro), organo di Vigilanza della AUSL, che alcune attività si presume siano eseguite dal Soccorso Alpino senza l’adeguata formazione e senza l’utilizzo dei DPI da parte degli addetti.

Vizioso e inadeguato (e peraltro goffo) è apparso, non solo al parere di chi scrive, visto l’esito dell’assemblea di stazione e del consiglio di zona, il tentativo di giustificare la massiva disapprovazione espressa dai propri compartecipi con la ritenuta percezione da parte loro di appartenere a una associazione in cui “ogni dubbio che si solleva può determinare emarginazione e intimidazione (se non si rientra nelle giuste “simpatie”)”.

Una votazione a voto segreto sarebbe stata, nella sua “nutrita maggioranza”, intimidita? Una deliberazione dei membri del consiglio di zona capziosa? Grottesco e inverosimile. Come è grottesca e incredibile la pervicace e presuntuosa determinazione del Sig. Gardelli di pretendere che il comune sentire sia inevitabilmente l’espressione di una ipocrisia o ancor peggio di una stoltezza, ed ancora pensare se stesso ad un Benjamin Malaussène del Soccorso Alpino, sia locale e regionale che addirittura nazionale.

Il metodo democratico ha valutato i suoi comportamenti e l’irrevocabilità di questa valutazione si è determinata con la rinuncia, dell’avente diritto, a percorrere le impugnazioni, pur avendone la possibilità come manifestazione e realizzazione del diritto al contraddittorio.

Questi sono i fatti, tutto il resto sono chiacchiere costruite ad arte per captare l’altrui compatimento.
Cercare di essere compatiti però spesso è segno di mera vanità.

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SOCCORSO ALPINO EMILIA ROMAGNA
Servizio Regionale Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico
MEDAGLIA D’ORO AL VALOR CIVILE
XXV Delegazione Alpina XII Zona Speleologica
Sede Legale: Via dei Partigiani 3/a – 42035 Castelnovo ne’ Monti (RE)
p.iva: 94033610364 Tel. /fax: +39 0522 612171
web: www.saer.org
e-mail: saer@saer.org

Risposta a Luca Gardelli ultima modifica: 2015-06-19T06:00:22+02:00 da GognaBlog

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41 pensieri su “Risposta a Luca Gardelli”

  1. … e continuiamo a credere di volerci togliere l’atteggiamento mafioso dalle palle?
    MATTE, caruccio, il tuo questo è: ATTEGGIAMENTO MAFIOSO!
    E chiamiamo le cose col loro nome ogni tanto!!!
    Va bene la discussione, va bene tentare di capire i divesi punti di vista, ma quando è troppo è troppo!

  2. Matte,

    1. fai accuse generiche e non circostanziate da fatti, e che quindi appaiono poco credibili, per chi vede dall’esterno.
    Pare non verosimile che “l’imputato” non abbia mai messo le sue competenze a disposizione della stazione.
    Quali sono queste goccie antecedenti a quella che ha fatto traboccare il vaso ?
    .
    2. Il fatto che sia “giusto o no” non è un dettaglio, ma il punto centrale di tutto il bailamme!
    .
    3. Però su una cosa ti do ragione, quando tu auguri che quanto successo non capiti a nessuno,
    perchè io non vorrei mai essere nè nei panni dell’espulso, nè nei panni del votante in segreto all’espulsione.
    Mi parrebbe di essere una pedina in una setta segreta e non in una organizzazione per tutti e “di tutti”.
    .
    4. Quindi pare avere le sue ragioni, “l’imputato” del processo CNAS, a pretendere ancora GIUSTIZIA,
    perchè sto vaso ci pare bucato “da sotto” e fa acqua da tutte le parti 🙂
    .
    Buon lavoro (di SOCCORSO alpino, e non di pulizia muri) a tutti.

  3. Detto in altre parole, caro Matte: “ci siamo levati dalle palle uno (che “ha sempre fatto notare le sue competenze”, e non le avete mai considerate aggiungo io) che non ci lasciava lavorare come volevano noi” Come da miglior tradizione di questa italietta degli ultimi vent’anni (il famoso “lasciateci lavorare” di berlusconiana memoria). Seconda occasione persa per stare zitti. Mi compiaccio.

  4. “Giusto o no …”???

    cioè anche se è ingiusto va bene ugualmente!!

    complimenti Sig. MATTE un vero comportamento da opportunista. Classico in questa Italiuccia.

  5. Rammarica ancora una volta prendere atto di una risposta sempre su base “emotiva”, la cui credibilità nei contenuti espressi si testimonia da sola e non necessita di alcun mio commento.

    Non si tratta di “polemica” quella a me attribuita, ma di una richiesta di chiarimento su quesiti seri che credo siano dovuti a tutti membri del CNSAS (non si è ancora capito se il CNSAS ritiene legittimo effettuare la pulizia di un muro da erbe infestanti). Probabilmente una organizzazione di livello dovrebbe saper operare una netta distinzione tra emotività e capacità di confrontarsi seriamente sui fatti.

    Mi auguro proprio, come scritto nel post che mi precede, che la mia esclusione dal CNSAS possa rappresentare un “notevole salto di qualità nei rapporti personali tra membri e vertici di stazione e delegazione”. Magari sarebbe interessante appurare questo “salto di qualità” attraverso una risposta ufficiale del CNSAS ai quesiti sui quali ancora nessuno ha voluto pronunciarsi.

    In ultimo, è deludente constatare che per crescere una organizzazione debba escludere un suo membro solo per aver richiesto un confronto. Mi auguro che in futuro non possa capitare ad altri membri del CNSAS.

  6. Cari signori,signore e addetti ai lavori questa polemica è stata sollevata da una persona (L.G.) che ha sempre fatto notare le proprie competenze senza mai metterle a disposizione della stazione d’appartenenza spesso ostacolando il lavoro di gruppi operativi.
    Questo avvenimento è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
    Giusto o no il provvedimento preso ha consentito un notevole salto di qualità nei rapporti personali tra membri e vertici di stazione e delegazione.
    Mi auguro non capiti a nessuno di voi
    Buon lavoro a tutti

  7. Avrei volentieri evitato di rispondere, ma dopo giorni e leggendo i commenti alla risposta di Righi, credo sia opportuna una breve nota. Tralasciando le numerose imprecisioni contenute nel testo di Righi, rammarica constatare che al di là di un profilo prettamente emotivo, il Presidente SAER non abbia dato risposta ad alcun mio quesito che Egli conosce bene. Provo a rammentare a Righi i miei quesiti:
    1) è legittima l’attività di pulizia di un muro nell’ambito delle attività di Soccorso Alpino?
    2) i DPI e la formazione dei volontari CNSAS sono idonei a lavori in fune in contesti urbanizzati?
    3) le polizze assicurative stipulate dal CNSAS coprirebbero eventuali infortuni per queste attività?
    4) ritiene che le mie richieste di chiarimento in proposito siano state soddisfatte dal CNSAS a tutti i livelli?
    5) ritiene che gli approfondimenti da me condotti presso l’AUSL siano assimilabili ad una denuncia?
    6) ritiene corretto che il Presidente Nazionale abbia agito legittimamente rifiutandosi per ben 2 volte ad attivare il Collegio dei Probiviri per la controversia su questa vicenda a seguito di mie dettagliate richieste?

    Ringrazio tutti per i contributi offerti alla discussione su questo blog, suggerendo uno stile più sobrio e favorevole al rispettoso confronto reciproco, un confronto che nel CNSAS è stato a me negato con mia grande delusione.

  8. Fa sorridere (poi però amaramente piangere a causa di ciò che significa…) leggere che qualcuno scambi la pulizia di un ponte per preservazione del dissesto idrogeologico…! Come dire che a Genova pulendo i ponti dalle erbacce e dai licheni si sarebbe evitato il disastro… e Genova nemmeno è la situazione più grave a livello nazionale…
    Tra i links presentati probabilmente il meno soggetto a critche, potrebbe essere quello inerente all’intervento di sgombero ramaglie varie sull’Adige, situazione che vista l’emergenza relativa può coinvolgere la protezione civile ma quali nuclei? Antincendio boschivo mi sa difficile soccorso ALPINO anche…ci pigliamo per i fondelli da soli??? Orgoglio? Ma quale??? Di ché???
    Siamo un Paese dove il capo supremo, gran diktator , lup mannar, faraon principal, sua eminenza eccellentissima bertolaso creatore del cielo e della terra e soprattutto degli affaracci suoi ha inventato un corpo volonatario che prima era gestito alla bell’e meglio, ma ora…. eh…ora… soltanto durante il terremoto in Abruzzo ha dimostrato quanto sia carente in fattore organizzativo e non solo e dobbiamo essere orgogliosi di chè???? Non dimentichiamo…! Dobbiamo essere orgogliosi che il parroco di Vattelapesca ha gabbato lo Stato facendosi ridipingere il campanile “aggratisse” in barba a leggi e regolamenti??? Mentre il cittadino qualunque di turno per sistemare casa deve chiedere ed aspettare sperando, fior di permessi????
    C’è molto marcio in ciò che viene venduto per buona volontà e questo dipende non solo dai vertici ma spesso dalla ricerca di vanagloria delle pedine minori purttroppo!!! Definire orgoglio ciò che salta a pié pari le leggi lo dimostra appieno!!!

  9. Prevenzione dei disastri…..

    ma perchè in Italia abbiamo la cultura della prevenzione? la risposta è semplice . Basta guardarsi intorno per avere la risposta: di come trattiamo male questo nostro territorio, del pattume abbandonato dovunque, della mancanza del rispetto delle regole, della mamma che fuma in macchina con il proprio figlio e quando ha finito il pacchetto lo butta fuori per strada.

    In Italia caso mai abbiamo la cultura dell’eterna emergenza . Anche perchè con l ‘emergenza qualcuno ci sguazza.

  10. Paola, lascerei un attimo da parte l’onore, ultimo dei sentimenti che dovrebbero nobilitare una azione di volontariato.
    .
    Parli di “Prevenzione del Dissesto Idorogeologico”.
    .
    Si è già appurato e documentato in questa discussione che le attività manutentive, di pulizia dell’ambiente, urbano o montano, fluviale o quant’altro, NON sono di pertinenza del CNSAS, la cui missione è facile da capire perchè stà nel nome:
    1. SOCCORSO
    2. ALPINO.
    .
    Ma lasciamo da parte la legislatura e lo statuto un attimo. E Lasciamo da parte un attimo anche il fatto ad origine della discussione, per cui un volontario del CNSAS viene espulso perchè (tra l’altro) si rifiuta di partecipare alla pulizia di un muro di un ponte di una cittadina.
    .
    Invece in generale la domanda che emerge e pongo a tutti è:
    Possibile che i probelmi della prevenzione dei disastri ambientali abbia soluzioni nelle competenze ed attività attuate dal (volontariato del) Soccorso Alpino (o della Protezione Civile) ?
    .
    La mia personale risposta è: NO!
    .
    Penso ad una situazione urbana che personalmente conosco bene: le ricorrenti alluvioni nel centro della mia città, Genova (io vivo in un quartiere limitrofo al torrente Bisagno (https://it.wikipedia.org/wiki/Bisagno), e del minuscolo, ridicolo, ma mortale affluente Fereggiano).
    .
    Vado spesso a correre sulle colline della città (da cui scende ovviamente l’acqua che poi va a finire nei torrenti ed inonda la città ogni santo anno) e da anni mi rendo conto dell’assoluto, completo, sempiterno, stato di abbandono delle terre collinari (e dei letti di torrenti e fiumi). Ne ho scritto spesso qua e là sul web, ed anche in questo blog se non ricordo male.
    .
    Mi aveva colpito per esempio l’apparente (secondo me sincero) sgomento del precedente sindaco della città (ora indagato per omicidio colposo per la vicenda dei morti della alluvione del Fereggiano), in una intervista fatta in occasione di coincidenti molteplici incendi che avevano devastato le alture della città nel 2012. Il sindaco, a riguardo della impossibilità di operare un controllo del territorio da parte del Comune,argomentava sostenendo che le alture sono in gran parte “proprietà privata”, i cui proprietari sono spesso persone anziane che non vogliono (!) o non possono fare alcunchè in aree di territorio proprie.
    Ah bhe! Quindi non si fa niente se per caso bisogna attraversare una proprietà privata e magari scopriamo che le colline sono in gran parte proprietà privata ?
    .
    Aneddoto personale stupido, riguardante il letto del fiume Bisagno (sarà questo territorio pubblico, nò?): un giorno dell’Agosto scorso, 2014, per la troppa calura… invece che andare in alto, andai a correre lungo il fiume (cosa che non faccio quasi mai per lo schifo di inquinamento ed aria irrespirabile di sta “bellisssima” città); corsi da casa mia (non lontano dal quartiere dove ci sono SEMPRE le esondazioni) fino all’uscita a monte dalla città (fin oltre Struppa), mugugnando lungo il percorso, tra me e me, dicendomi: “per dio! ma dopo tutta la cagnara che si fà sui lavori di prevenzione (dopo la tremenda alluvione del 2011)… sto belin di letto del fiume è ancora sempre strapieno di rumenta… addirittura in certi punti ci sono dei “boschi” dentro i letto del fiume e le solite carcasse di frigoriferi, auto, etc. + tronchi di alberi e tantissima terra e pietre portate giù dalle colline … ca***o è sempre tutto lì!”. La sera stessa, casualmente, ad un telegiornale di una qualche emittente locale veniva intervistato qualcuno di una qualche azienda municipalizzata (o assessore.. non ricordo bene, ma poco importa) che si autolodava del lavoro svolto di ripulitura del Bisagno…?!
    .
    Tutto questo per dire cosa ? E torno alla domanda iniziale:
    Ma chi lo deve fare sto benedetto lavoro di “Prevenzione del Dissesto Idorogeologico”?
    .
    Nella pratica (anzi diciamo in teoria!), nel comune di Genova, i lavori di manutenzione ordinaria credo siano competenza di una azienda municipalizzata… quella che si occupa della manutenzione di strade e spazi pubblici… no comment.
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    Su possibili “grandi” opere tipo il famigerato “scolmatore” non mi ci metto nemmeno a raccontare… a parte il fatto che non sono affatto convinto (e molti cittadini con me) che sta opera monumentale e costosissima serva funzionalmente davvero…, la vicenda dell’appalto pubblico è un casino legitativo/amministrativo inenarrabile… ne è venuta a dare la bendizione il presidente del consiglio recentemente, ma non so, le mie orecchie filtrano la propaganda “politica”.
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    Ma lasciamo addirittura da parte le questioni urbane, e tornando a pensare ad una prevenzione du TUTTO il territorio nazionale, chi è che se ne deve occupare ?
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    La Protezione Civile ?
    Personalmente, scusate, io non ho mai capito l’ambito di competenza di questa “organizzazione”, se non per le tragicomiche vicende-Bertolaso. E soprattutto: come vengono “arruolate” le persone all’interno dell’ente ? Ci sono lavoratori operativi assunti ? O la Protezione Civile è una “dependence” di chi ha il potere politico amministrativo al momento ? Non è una ironia la mia: davvero non ci ho mai capito. E come s’incastra il lavoro di eventuali lavoratori assunti a regime con quello dei volontari ? Misteri della fede (per me).
    .
    I Vigili del Fuoco ?
    A mio avviso, in ambito urbano, sono quelli che hanno la REALE conoscenza della città, metro a metro. Eppure! Eppure, come raccontavo in precedente post a Genova sono stati mandati a casa la maggior parte dei lavoratori precari, che con nuove direttive proposte dal governo verranno ad essere considderti “volontariato”. Questa è una cosa, che da semplice cittadino, a me fa molto incazzare. Rimangono in organico in città credo meno di 40 persone assunte a tempo pieno, tutte senior… ed nel caso dei pompieri… un fisico giovane aiuta… I dato è semplice: durante i giorni l’ultima alluvione (Ottobre 2014) in servizo c’erano 40 persone. 500 chiamate in coda. 600.000 abitanti. I Vigili del Fuoco lamentano una richiesta di 600 persone.
    Non sono dati allucinanti ? E’ chiaro che con 40 persone in organico, non riesci nemmeno ad avere asistenza se rimani chiuso fuori casa. Ma forse con qualche centinaio di persone in organico, le operazioni tecniciche di disgaggio potrenbbero farle i vigili del fuoco, o magari dando un pò di lavoro ai professionisti dei lavori edili su fune (ho un amico che fa questo di lavoro e da mesi è a “casa”, vista la crisi dell’edilizia privata e ovviamente… l’esclusione dei lavoratori autonomi dai “grandi” appalti comunali … )
    .
    La Guardia Forestale ?
    Ah terreno minato eh! Altro corpo che recenti proposte governative vogliono scorporare/incorporare o non so cosa, insomma ridurre di organico e già sono in 4 gatti 4 in tutta la provincia di Genova. Che poi, lo sò, la manutenzione del territorio collinare, nell’ottica del contenimento del trasporto di materiale a valle, non è di competenza nemmeno loro, d’accordo! Ma chi dovrebbe farla ? Ad ogni modo i compiti di “polizia” (NON di “puizia”) in ambiente extra-urbano a mio avviso sono essenziali anche rispetto proprio al dissesto idrogeologico. Quindi tale corpo andrebbe rafforzato e non “assorbito” come da recenti proposte governative (di cui non ho però notizie recenti sullo stato di avanzamento della legge, spero che sia stata riempita di emendamenti).
    .
    Io sono convinto di una cosa però: che quale che sia l’ente che si debba occupare di un riassetto del territorio, le attività non possono essere sempre attuate da un lato con il volontariato, dall’altro con appalti a grandi opere mai iniziate, mai finite, ma con una grande opera nazionale di lavoro retribuito, che preveda assunzioni, per lo meno a tempo determinato, con un grande vero “Job act” nazionale… lo chiamerei “Environmental Act” o “job stability for the hydrogeological instability”!
    .
    Aiutatemi a sconfondermi le idee!

  11. Nei tre articoli apparsi si nota la partecipazione ed il supporto del Soccorso Alpino ad opere di pulizia.
    Questo fa onore ai volontari del CNSAS che si adoprano per rendere sicuro e pulito l’ambiente che ci circonda per prevenire il dissesto idogeologico.

  12. Alè! A far la manutenzione di ponti e monumenti, non solo il Soccorso Alpino, ma giustamente, anche la padrona di tutte le situazioni di emergenza nazionale: la Protezione Civile, con impiego di jeep e “speciali fotocellule” (?!) per far lavorare (i volontari) di notte!
    Però…che marketing, che LAVORONE! Ma che c’azzecca la Protezione Civile ? Che c’azzecca il Soccorso Alpino ? 🙂

  13. Gianantonio…GIANANToNIOOOOOOOO…. ma ‘ndo vai???
    Mi scappa follemente da ridere a leggere certe spiacevolezze (non uso “francesismi” perché andnado avanti così mi si irrita il colon…!)
    Ma scusa “caro amico del giaguaro” (ormai antico programma radiofonico…) ma sei reale , un fake o un cake un drake o qualcosa di simile???
    Ma in base a quali ragionamenti tu sei disposto a difendere l’indifendibile che nemmeno chi viene citato tenta di difendere aldilà di un tentativo di denigrazione maldestra (oggi cosiddetta macchina del fango)???
    Ognuno ha i suoi gusti (“de gustibus”) ma a tirarsi mazzate sui piedi (anche qui evito francesismi) pretendendo che gli altri conocrdino sul fatto che fanno bene, … ce ne vuole…!
    Ma come vuoi, poi, che qualcuno ti risponda in maniera seria, se le tue argomentazioni sono da farsa o da tragedia greca???
    Mah…?
    Ah…dimenticavo…neanche tu vinci nulla…! Rileggi darai più fortunato… capita…!
    Proviamoci lo stesso… sia mai…:
    Gardelli non ha sporto alcuna denuncia all’AUSL, ha solo chiesto un parere dopo che per settimane le sue richieste ai vari organi del CNSAS erano state ignorate (è tutto documentato).
    E’ un obbligo di ogni volontario, pri9ncipalmente come cittadino di questo Paese (e non discrezione), segnalare perplessità se ritiene vi siano dubbi sulle attività proposte. Dubbi fondati come in questo caso in cui veniva proposta una attività non prevista (lavoro in fune e non soccorso), giusto giusto una CONTRADDIZIONE IN TERMINI e non solo…!
    Non si è trattato quindi di polemica da parte di Gardelli, ma di un atto dovuto da cittadino onesto, su un fatto estremamente grave in ordine alla regolarità e sicurezza del CNSAS e sull’ordinamento del Paese chiamato Italia!
    Obbedienza alle gerarchie non significa rinunciare al diritto di informazione (tra l’altro sancito al comma b art 5 statuto CNSAS).altrimenti ti meriteresti un nuovo ventennio e … sai che divertimento…
    La reazione del CNSAS alla richiesta di Gardelli sembra invece proprio un regolamento di conti, forse proprio per un conto aperto su analoghe richieste di trasparenza avanzate dallo stesso Gardelli che giustamente non è stato lì a guardare! Come dovrebbe fare ogni cittadino che si consideri tale…!

  14. l’ultimo commento di Stefano è una elissi da interpretare un attimino!
    .
    Il suo pensiero è però ben chiaro nel suo primo commento, a riguardo della “democrazia”. Una democrazia molto tra virgolette, condivido, infatti l’argomentare, fatto dal presidente del soccorso alpino, che l’espulsione avallata dal “metodo” democratico ha risolto tutto, ha subito colpito anche me ed Enrico ci è tornato con sublime ironica sintesi.
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    Bene, o meglio: Male! Perchè la questione in oggetto purtroppo non è caso isolato. Siamo qui troppo spesso a parlare di non trasparenza ed abusi di potere (o addiritura di malaffare) all’interno del Club Alpino Italiano (vedi articolo odierno su questo blog!), nelle Guide Alpine, nel Soccorso Alpino. C’è “qualcosa” che non funziona nelle strutture della nostra cosa pubblica (Stato Italiano) e per paradosso ce ne raccontano la legittimità democratica. Una verità orwelliana 😉
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    C’è poi un tema che mi è caro, Gianantonio, che è la sottile linea rossa tra volontariato e lavoro, tra interessi privati ed interessi pubblici. E qui lo dico per esperienza diretta nei servizi di pronto soccorso urbano (20 mesi di delirio che feci come obbiettore di coscenza…e non come volontario): ne ho visto di tutti i colori; ho visto dal-di-dentro gravissimi abusi. Indicibili. Sono passati quasi 30 anni e magari ora le cose con il 118 sono migliori… ma lasciamo perdere.
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    Il VOLONTARIATO è cosa nobile ma la sua strumentalizzazione da parte dei furbetti manovratori nelle strutture piramidali (per l’amor di dio, eletti tutti democraticamente da consigli di probi viri…)…, e suo uso in sostituzione del LAVORO, è cosa ignobile che ultimamente… sta prendendo un pò troppo campo (e sto pensando più in generale al mondo del lavoro giovanile…per esempio). Qui non è questione di difendere il proprio orticello di lavoro, la propria corporazione. Qui stiamo parlando di servizi dello Stato per i cittadini e per dirla tutta a mio avviso tutti i servizi di soccorso dello stato dovrebbero essere lavoro retribuito. Ma questa è forse un’altra storia. E’ la mia visione di uno stato “trad” 😉

  15. Gianantonio, conviene che si rilegga bene l’articolo di Luca Gardelli prima di accusare a caso. E comunque, come già qui sostenuto, il lavoro non è stato fatto, segno che le cose non erano per niente lecite.

  16. Leggo: “…quando mi viene chiesto qualcosa che va “oltre” le competenze specifiche (e succede), a me viene da dire “ok”… predisposizione a fare e non polemizzare”.
    Il problema è chi chiede qualcosa che va “oltre” le competenze specifiche. Perchè deve chiederlo? Perchè vi è necessità di andare “oltre”? No limits? Non dovrebbe assolutamente essere chiesto di andare oltre le competenze specifiche.
    Dire ok non fa altro che “avvalorare” e “sostenere” e quindi rendersi corresponsabili di colui che chiede qualcosa che va “oltre” le competenze specifiche e la cosiddetta “predisposizione a fare e non polemizzare” non può essere un giustificativo e in in ogni caso non può ritenersi un’attenuante, sopratutto per colui che ha conoscenza delle regole e delle competenze ed è cosciente di andare “oltre”.

  17. tralasciando il paragone, piuttosto fuori luogo, con mafia ecc… dico solo che da volontario (non del socc alp) , anche quando mi viene chiesto qualcosa che va “oltre” le competenze specifiche (e succede), a me viene da dire “ok”, non di andare all’ausl a sporgere denuncia; o almeno, prima di farlo forse dovrei avere dei motivi piuttosto gravi. non si tratta di omertà, ma di predisposizione a fare e non polemizzare. poi giustamente, ai sensi delle leggi il soccorso alpino ha sbagliato, e sicuramente ha attirato su di se gli strali di chi magari con quei lavori ci vive… la cosa che mi stupisce e mi lascia un po’ perplesso è – ripeto – il fatto che questo volontario abbia pensato come prima cosa di sporgere segnalazione… forse ha colto l’occasione per saldare un conto già aperto con qualcuno….

  18. Leggere è un bene importante, questo è certo, e per diversi motivi…
    Saper leggere e comprendere ciò che si legge è l’evoluzione che segue la prima parte…
    Se tu mi trovi, “caro” Luigi dove ho paragonato Righi a Riina e dove il CNSAS alla MAFIA ti pago da bere per i prossimi dieci anni!!!
    Probabilmente la sindrome da link di FB sta mietendo diverse vittime…
    Come sta scritto sui “Boeri” o un tempo sulle chewing gum…: Ritenta sarai più fortunato!!!

  19. Mi sembra eccessivo paragonare Danilo Righi a Toto’ Riina è il CNSAS alla MAFIA…. forse si potrebbe ricondurre l’analisi degli avvenimenti ad un tenore di discussione più consona ad un Blog come questo… certe affermazioni fanno solo male. E non servono a chiarire… anzi!

  20. Alla fine dei conti, il “lavoro”, dopo la segnalazione del Sig. Gardelli NON è stato fatto; se il soccorso alpino, fosse stato in una situazione giusta ed inoppugnabile, non sarebbe stata una sola voce fuori dal coro a farli dissuadere dallo svolgere il compito.
    Il Sig. Gardelli è stato cacciato, dal soccorso, perché dissentiva dal fare un servizio che non gli competeva, se fossimo in ambito lavorativo, si potrebbe forse parlare di mobbing, nell’ambito del soccorso alpino, si parla di decisione democraticamente presa.

  21. Totò Riina a questo punto dovrebbe venire riabilitato e scarcerato se le tesi di Gianantonio (che purtroppo però bisogna ammettere condividono in molti italiani, non a caso è il Bengodi degli abusivi e degli abusivismi…) fossero accolte come giustificative di un andazzo che senza strafare, ho già definito “piuttosto anomalo”…
    Una delle tesi di Riina (si trovano ancora le dichiarazioni in interenet oltre che su diverse pubblicazioni) e di molti altri mafiosi, è che loro si sono sempre adoperati per sopperire alle carenze dello Stato, per proteggere i propri concittadini, per garantire la sicurezza…
    La M.A.F.I.A., che nacque come fronte di contestazione ai soprusi borbonici ma che servì poi la nobiltà latifondista siciliana opprimendo il popolo, la ‘ndrangheta che si definisce gestore del territorio e le diverse “criminalità organizzate di stampo mafioso”, si definiscono proprio come pronti all’evenienza, quando un associato o un semplice cittadino ne richiede l’intervento… cosa accada poi come conseguenza lo sappiamo tutti o almeno spero…
    Qui ovviamente non si tratta di criminalità organizzata (spero), ma sia l’arroganza della risposta di Righi, sia una “tesi difensiva” di questo calibro, come detto, sarebbero ottime motivazioni per richiedere la scarcerazione degli esponenti condannati con l’art.416-bis, se venissero considerate valide attenuanti ad un’operazione illecita…

  22. Ma io mi domando: ha scritto qualcosa di sbagliato Enrico? Gianantonio: I lavori cosiddetti “in quota” in ambito urbano e non di emergenza sanitaria o di soccorso richiedono l’organizzazione aziendale, i requisiti di legge per le aziende che operano nell’edilizia, la formazione specifica dei lavoratori, tutte cose che ha elencato Enrico. Insomma ci sono le leggi da rispettare. Solitamente amo dire che il culo del volontario e di un lavoratore specializzato hanno la stessa consistenza quando arrivano per terra dopo un volo e la “deroga” non te lo rende elastico così da rimbalzare. Il CNSAS è un corpo di volontari organizzato che ha finalità ben precise (scritte, basta leggerle) e non ha competenze nei lavori su fune propriamente detti e nemmeno la formazione secondo il DLgs 81/08; le chiacchere stanno a zero, Gianantonio. Questi aspetti sono stati più e più volta descritti, è inutile ritornarci su ancora, vada a leggerseli. Il signor Danilo Righi, e mi dispiace dirlo visto la sua posizione, ha perso un’occasione per stare zitto e ora si vede chiaramente lo “stile” che impera in questa organizzazione. C’è invece molto da preoccuparsi per lo scarso livello di consapevolezza del loro ruolo. Dal mio punto di vista c’è poco da aggiungere.

  23. lo stato e le sue emanazioni/associazioni i suoi funzionari ha/hanno il DOVERE di fare chiarezza su quanto viene fatto, sempre e comunque! Questo perchè amministrano cose e soldi pubblici.
    Il primo dovere di uno stato e dei suoi funzionari è dare l’esempio nel rispetto delle legge e dei regolamenti.

  24. caro Gianantonio, prova a pensare ad un momento di bisogno ed a farti aiutare anche momentaneamente da un tuo genitore nella tua attività. Arriva l’ispettore dell’ INPS o quello dell’USL e ti chiede chi è questa persona e cosa fa.

    Cosa pensi che succeda?

    Pensi che si accontenti del fatto che è li per aiutarti??

    Non puoi fare dei paragoni con una situazione di emergenza quali un’alluvione o un terremoto. Io sono stato nel soccorso alpino e quando ci fu l’alluvione in Versilia abbiamo partecipato e dato il nostro contributo, il nostro aiuto. Non solo perchè l’alluvione è successa in un territorio montano ad evacuare nell’immediato le persone rimaste isolate , ma anche a scavare , a pulire le case dal fango.

    Stessa cosa molti anni prima la nostra Stazione diede il suo contributo nel terremoto dell’Irpinia.

    Ma questi sono fatti eccezionali che richiedono risposte eccezionali .

    Ben diversa è la pulizia/manutenzione di un ponte.

    Inoltre se questo intervento non rientra negli scopi del soccorso alpino. Non vedo con quale diritto questo volantario è stato buttato fuori, visto che questo volontario ha solo fatto valere il regolamento.
    Ben diverso sarebbe stato se questo si fosse rifuiutato di intervenire per soccorrere una persona.

    La sua estromissione è solamente una prepotenza, una violenza nei confronti dei diritti di questa persona.
    Un regolamento è un regolamento, punto e basta e non si può fare valere più o meno a seconda di come conviene a qualcuno che comanda.

    Il soccorso alpino vive anche di soldi pubblici quindi deve fare e dare chiarezza del suo operato . E’ l’ora di farla finita che a fare chiarezza, a rendere conto di come si vive debba essere solo il privato cittadino.

  25. Gianantonio,
    Ti prego leggere l’intervento di Luigi Trippa in cui riporta l’articolo di legge, da cui si evince che la manutenzione di manufatti appare chiaramente non di pertinenza del soccorso alpino: http://www.banff.it/la-delusione-di-luca-gardelli/#comment-15878
    .
    In ambito urbano, attività “tecniche” di emergenza su “cose” (a complemento del soccorso sanitario d’ambulanza a “persone”), sono semmai di pertinenza dei Vigili del Fuoco (e non del soccorso alpino).

    Vogliamo parlare dei Vigili del Fuoco ?
    Tra l’altro, in Aprile 2015 i precari dei vigili del fuoco della provincia di Genova (ma credo contemporaneamente in tutta la Liguria, anzi in tutta Italia) hanno manifestato per parecchi giorni, chiedendo la stabilizzazione dei 600.000 precari su territorio nazionale: http://www.ilsecoloxix.it/p/multimedia/genova/2015/04/12/ARxBNj6D-precari_rischio_soccorso.shtml
    .
    Ora fai un semplice test: a Genova, o a Monterosso, in quanto cittadino “qualsiasi”, prova a chiamare i vigili del fuoco per una qualche delle attività che tu citi (roba pericolante, disgaggi, etc.) e fammi sapere che ti rispondono… 😉
    .
    Vogliamo quindi parlare di alluvioni?
    Durante l’ultima esondazione del Bisagno, scorso autunno, i pompieri in servizio nella città di Genova erano solo 40 (su 600.000 abitanti!) con richieste d’intervento con coda di 500 richieste durante le ore d’emergenza…
    .
    Vogliamo parlare del supporto dell’Esercito Italiano ?
    Che si “abbassassero” loro ad attività emergeniziali (ed anche manutentive) per i “civili”! Perchè tutta l’attività e le spese militari dello stato Italiano sono un’assurdità seppoi c’abbiamo i vigili del fuoco (e tra i precari ho conosciuto persone con competenze tecniche specializzate) che vengono mandati a casa a frotte. Quindi per me i precari dei vigili del fuoco tornassero a lavorare e pure insegnassero ai corpi militari “superspecializzati” a come si taglia la lamiera di una portiera d’auto, robe così… 😉 ed il Soccorso Alpino insegnasse ai militari a fare na doppia in due, robe così… 😉

  26. andare a fare manutenzione gratis a casa di un privato è una cosa e in questo caso enrico avrebbe ragione, “sbattersi” per la comunità, per preservare manufatti collettivi su richiesta di enti pubblici è – a mio modestissimo modo di pensare – un altro paio di maniche. Chi fa volontariato lo sa che funziona così: sei parte della società, sei naturalmente portato a dare una mano laddove ve ne sia bisogno per il bene collettivo, anche se non è prettamente il tuo campo: io per esempio sono volontario di una assist. pubblica e anche noi siamo chiamati ad altri compiti secondari “di pubblica utilità” che non sono eminentemente soccorso sanitario: certo il nostro compito principale è sempre uscire con l’ambulanza, ma se ci chiedono di fare assistenza a una gara ciclistica o ci chiedono materiali per manifestazioni/eventi gratuiti a favore della collettività, credo sia nostro DOVERE dire di si e mettersi a disposizione!!!!!!!! e credo che la cosa valga anche per il soccorso alpino!!

  27. Enrico ha, in maniera semplice e diretta, espresso e detto delle verità.
    Non si tratta di capacità in questo caso, quanto invece di volersi mettere in mostra e sforare al di fuori dei propri ambiti e competenze.
    Le leggi ci sono e parlano chiaro: soccorso e coordinamento in montagna, ipogeo e impervio per il CNSAS, il tutto in risposta ad una richiesta di SOCCORSO, non manutenzione, e non in ambiente Civile e/o industriale.

    Per il resto ci sono gli altri Enti e le imprese private autorizzate.
    Punto.

  28. Penso che il CNSAS debba intervenire solo e soltanto in situazioni di pericolo ed emergenza e non assolutamente nelle manutenzioni che devono essere eseguite da aziende pagate dalla pubblica amministrazione.
    Intervenendo in opere che non siano casi di emergenza il CNSAS toglie lavoro alle imprese facendo concorrenza sleale e non avendo il personale in regola con gli oneri fiscali, contributivi, assicurativi, retributivi e formativi e non ottemperando a quanto previsto dalle normative relativamente ai DPI in ambiente lavorativo.

  29. Voglio fare il bastian contrario e andare controcorrente: ma secondo me contribuire alla manutenzione di manufatti quali ponti, campanili, antenne ecc. ricade sotto i compiti del soccorso alpino; si tratta di preservare beni della comunità e/o fare prevenzione ed evitare conseguenze come crolli, cadute ecc. Se non sbaglio nella mission del soccorso alpino vi è anche questa voce. Ovvio che il tutto deve essere fatto con l’opportuno addestramento e l’opportuno buon senso.
    Trovo strano che una persona che volontariamente decide di far parte di un’associazione il cui fine è sostanzialmente aiutare il prossimo, trovi fuori luogo “abbassarsi” a ripulire un ponte; cos’è, un soccorritore alpino non può aiutare la comunità sotto i 1500m o se non c’è neve? durante l’alluvione delle 5 terre i comsubin della marina (elite mondiale tra i corpi speciali) si sono prestati a montare mense-tenda e riempire sacchi di sabbia… sinceramente la differenza tra stare appesi ad una corda in una parete o sulle volte di un ponte mi sfugge…se non la volontà di far polemica gratuita. Vi lascio dicendo che se continuiamo a ragionare per compartimenti stagni e senza il dovuto buon senso in italia faremo davvero poca strada

  30. Nell’articolo leggo: “poco etico è (ed appare) opporsi a un’attività di ripulitura di un ponte, sito nel tratto cittadino di un fiume, in un periodo di dissesto idrogeologico”.

    Poichè l’Art. 10 – Obblighi (del Regolamento del CNSAS) dice:
    “I Soci debbono astenersi dall’utilizzare la propria appartenenza al CNSAS per finalità che non siano specificatamente stabilite dallo Statuto….”
    Desumo che chi si oppone all’attività di ripulitura di un ponte – dal punto di vista etico osservi strettamente un obbligo del Regolamento (debbono) – ovvero si attenga all’etica del dovere.

    Oltre a questo pongo una domanda: cosa sarebbe successo se fosse accaduto un incidente grave (caduta dal ponte) da parte di Soci CNSAS durante lo svolgimento dell’attività di ripulitura del ponte, sito nel tratto cittadino?

  31. Sono una profana amante della montagna e non mi permetto di esprimere giudizi sull’accaduto, non conoscendo se non per quanto scritto negli articoli, né i fatti né le normative che regolano il Corpo del Soccorso Alpino.

    Io credo che la serietà di una organizzazione si misuri sulla capacità di confrontarsi su fatti ed elementi concreti, piuttosto che su reazioni emotive e scomposte.
    Il Sig. Righi che prima afferma che “Lo spirito di appartenenza al Soccorso Alpino è imperniato sul fare e non sul chiacchierare.”, poi mi sembra dimostri il contrario disquisendo in modo superficiale senza affrontare la sostanza della questione. Se non sbaglio ad oggi nessuno del CNSAS si è espresso in modo chiaro sui dubbi segnalati da Gardelli, e cioè se l’attività di pulizia di un muro può essere svolta o no dal CNSAS in modo legittimo.

    Gardelli ha pagato con l’esclusione dal CNSAS questa richiesta di chiarimento.

    Questi sono i fatti, il resto al giudizio di ognuno

  32. Vedo che questi articoli, molto interessanti, sono partecipati soprattutto da addetti ai lavori, e da professionisti che quindi possono scrivere con più cognizione di causa di me… Provo comunque a lasciare la mia riflessione, sintetizzato quanto letto:
    Il Gardelli ha rifiutato di partecipare ad una operazione che non rientra nelle competenze del Soccorso Alpino; per questo è stato estromesso “democraticamente” dallo stesso.
    Il presidente del CNSAS dell’Emilia Romagna stigmatizza il Gardelli per avere esposto quanto è successo… mi sembra una cosa fuori dal mondo…
    Non so se l’intervento a cui Gardelli si è opposto è stato fatto per buoni e trasparenti motivi o per altro… Ma era nel suo diritto non partecipare.. E trovo assurdo averlo estromesso dal Corpo per questo motivo.
    Scusate le eventuali imprecisioni!

  33. è veramente incredibile quando si vuole fare chiarezza per il bene di tutti. ci sia sempre qualcuno che vuole fermare tutto.

    Non fare domande!

    non pretendere risposte!

    Alla faccia della democrazia.

  34. Viene un pò troppo abusato l’aggettivo “etico”, con un giudizio personale categorico.
    Strano.
    .
    Ma non c’è invece una analisi dettagliata del fatto specifico.
    Strano.
    .
    Mi colpisce il sottointendere la conclusione definitiva del “metodo democratico”. Vorrei capire:
    C’è democrazia quando un pò di persone dell’ente si riuniscono e (con voto segreto) decretano: Dentro / Fuori ?
    E’ un tema molto interessante in generale, se penso (per quel che poco che sò) per esempio a come funzionano le assemblee delle strutture “piramidali” del CAI, quelle dei Collegi delle Guide Alpine, ed ancor più in generale, per cose che nell’ “immaginario collettivo” consideriamo “cosa pubblica”, come il Soccorso Alpino, e quello di emergenza urbana del 118 (quest’ultimo lo ho conosciuto da dentro un poco). Ma ancor più in generale in tutte le strutture sociali che consideriamo “dmocratiche”.
    Un dubbio sincero, più che una ironia.
    .
    Ma quindi vorrei capire:
    E’ contemplato che il soccorso alpino ripulisca i ponti dei fiumi in zone cittadine alluvionabili ?
    Sotto quali condizioni esattamente ?
    .
    No perchè… se è contemplata davvero tale attività (ma non mi pare…), allora bisogna che il soccorso alpino di tutta Italia venga per cortesia a Genova a fare i lavori nei fiumi che non si fanno da anni e per cui sono morti parecchi esseri umani…

  35. Non riesco a comprendere se questo signore viva su questo pianeta, su Marte o magari nel paese di Alice… Spero per lui che, magari troppo indaffarato, non sia riuscito a rileggere ciò che ha scritto e maldestramente è stato inviato per essere pubblicato… mi auguro infine che non pensi di rivolgersi a degli sprovveduti…
    Parla il signore di “metodo democratico” e poi si rammarica e definisce poco etico e gravemente scorretto il fatto di “dubitare sulla serietà e sulla professionalità di chi valuta, sotto la propria diretta responsabilità, le attività di Soccorso Alpino” alla faccia della Democrazia…! Probabilmente gli sfugge la concezione di criticabiliità e valutabilità di chi è stato eletto in un sistema democratico che rappresenta l’estrema sintesi del sistema stesso (sempre che anche la Democrazia non sia in “continuo divenire”…) e ancor di più gli sfugge la concezione di coinvolgimento popolare (di tutti i facenti parte in questo caso) che esclude qualsiasi atteggiamento di dirigenza assoluta con la conseguenza di essere nel pieno diritto “di voler incidere sulle decisioni” e non certo “pur nella misera consapevolezza che le stesse ricadono sotto la diretta responsabilità altrui” che sono espressioni di altre tipologie di sistemi, per i quali invito il signor Danilo Righi ad informarsi ed acculturarsi, cosa non di poco conto, visto il ruolo di interesse pubblico che intende ricoprire.
    Definire poco etico, poi,”opporsi a un’attività di ripulitura di un ponte…” che è evidentemente, come oltretutto appurato da un’Ente preposto come l’AUSL, poco lecito, in quanto esce dai canoni imposti da una legge di Stato ( legge 74/2001 ) la quale stabilisce i limiti operativi del soccorso alpino, dimostra se non altro una scarsa o addirittura inesistente conoscenza del ruolo ricoperto sia dall’ente rappresentato, sia del proprio, il quale deve garantire anche il rispetto delle leggi e normative vigenti ed anche in questo caso il termine Democrazia sembra, anzi per dirla con gli stessi termini “(ed appare)”, lontano dai suoi concetti…
    Scambiare un Ente pubblico per il proprio giardino d’infanzia (parco giochi) potrebbe essere prerogativa di Alice senza dubbio, ma vivendo in Italia e non nel mondo di Oz, spero vivamente che Luca Gardelli abbia segnalato l’accaduto alla magistratura per dare modo alla citata Giustizia ordinaria di procedere alle perizie sul caso in questione che “è (ed appare)” piuttosto anomalo…!

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