Una vittoria per gli aborigeni
(divieto di estrarre uranio nell’area di Jubiluka)
di Elena Gogna
Il governo australiano ha introdotto il divieto di estrarre uranio dall’area di Jabiluka, uno dei più grandi depositi a livello globale. Si tratta di una vittoria per gli aborigeni, che considerano questo luogo sacro.
Con una mossa senza precedenti, il ministro delle miniere australiano del Territorio del Nord, Mark Monaghan, ha stabilito un divieto permanente all’estrazione di uranio in un territorio abitato dagli aborigeni e situato ai confini del Kakadu national park.
Il provvedimento mette fine a decenni di battaglie legali. Il divieto si allinea a recenti provvedimenti simili, come il divieto di attraversamento delle “cascate orizzontali” di Horizontal falls e l’importante decisione di vietare l’arrampicata e la salita sul monolito di Uluru-Ayers Rock, entrambi luoghi considerati sacri dagli aborigeni, proprio come la zona di Jabiluka.
Ne parla Elena Gogna (@elena.gozleme ) nel nono episodio di LifeGate Stories, la rubrica settimanale in collaborazione con @eplanet_mediaset.
Elena vi aspetta ogni domenica alle 14 su Italia1 per il prossimo episodio e sull’app @mediasetinfinity o sul sito TgCom24 per recuperare tutte le puntate ????
Sul principio del commento 1 concordo pienamente. Purtroppo l’umanità è composta in gran parte da cannibali che non sanno proprio “mettersi in fila”. Quini calpestano il sacro, cioè la sacralità dei luoghi o dei contesti, perché non rispettano e soprattutto NON VOGLIO rispettare il sacro per partito preso. con feccia del genere hai un bel fare il discorso nobilissimo del commento 1: ti ridono in faccia o addirittura ti sputano addosso… E allora non restano che restrizioni (divieti, numeri chiusi, prenotazioni obbligatorie, ecc). Vale in montagna, vale nelle città, vale nei musei. Non vale nelle chiese (a meno che contegano opere d’arte, ma allora appartengono alla categoria “musei”), solo perché non c’è più fede e la frequentazione alle messe è ormai ridotta al minimo… Non sono contrario, in linea di principio, ai “divieti”, ma mi urta terribilmente l’asimmetria: per colpa di alcuni, i cannibali, il divieto colpisce tutti, anche le persone educate e rispettose della sacralità dei luoghi e di contesti.
Ovviamente sul divieto dell’uranio incombe la paura dell’atomica. Ma sul concetto di sacro grava un equivoco, come se fosse un sinonimo di esclusione, come se la domenica non tutti possano entrare in chiesa, come se non tutti possano andare in paradiso. Allora non tutti potrebbero andare a scuola o visitare un museo, per fare altri esempi di luoghi sacri. Non tutti avrebbero diritto all’istruzione o alla bellezza? Al contrario il sacro è sinonimo di inclusione e partecipazione a patto di rispettare il sacro. Come tutti possono entrare in chiesa, andare a scuola o visitare un museo, cosí tutti possono andare in montagna o al mare eccetera, purché rispettino la sacralità del luogo, purché tutti abbiano un comportamento conforme ai caratteri del luogo: in chiesa per la chiesa, a scuola per la scuola, in montagna per la montagna, al mare per il mare eccetera. Il sacro esclude il profano, ma include tutti quelli che condividono il sacro, un luogo dello spirito in opposizione ai luoghi della materia e della banalità quotidiana. Sono troppi gli amanti della montagna? sono troppi in cima all’Uluru? sono troppi in cima al Bianco? sono troppi i cristiani nella basilica di San Pietro? sono troppi gli uomini? Per un pellegrinaggio gli uomini non sono mai troppi: basta avere pazienza e mettersi fila!