Adam Ondra in vetta a Dawn Wall

Adam Ondra in vetta a Dawn Wall dopo il Big Pusher
di Nando Zanchetta
(già pubblicato il 24 novembre 2016 su https://nandozanchetta.com/)

Ce l’ha fatta: Adam Ondra, partito il 15 novembre per il Big Pusher il giorno 22 è uscito in vetta dopo aver superato in libera tutti i tiri di Dawn Wall.
Ad attenderlo c’era la banda a stelle strisce dei pompieri di Sacramento che suonavano Lucy in the Sky with (Black) Diamond (LSBD). Con questo storico hit dei Beatles si è voluta così ricordare la stagione d’oro dell’arrampicata in Yosemite, quando la generazione Think Pink stazionava in parete per settimane e settimane, facendo viaggi verticali, sia fisici che mentali, a base di LSD.

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Tutta la comunità degli arrampicatori ha seguito, giorno per giorno, tappa dopo tappa, con affetto e trepidazione la scalata di Adam, che, nessuno nutriva dubbi, sarebbe stata coronata dal successo.

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Arrampicate notturne, illuminate dagli elicotteri in volo con proiettori da 2000 Watt che diffondevano a tutto volume drum&bass underground della West Coast;

migliaia di metri e centinaia di salite e discese sulle corde fisse con il supporto degli argani a manovella azionati dai boscaioli del Parco e dai numerosi fans festanti presenti in valle e giunti da ogni angolo del pianeta;

sette paia di scarpette numero 34, per lui che porta 43, strette e dolorose, con le suole rifinite al tornio e riprofilate al raggio laser per poterle meglio spalmare sulle microtacche e gli svasi del granito Californiano;

14.600 tonnellate di rinvii, distribuiti su tutta la parete, alcuni dei quali utilizzati per appendere macchinette Nespresso What Else? e Refiller di Pepsi Cola Light con molto giaccio per le giornate calde;

pericolosissimi run-out sul 7c+ protetti con le attach plastificate multicolore dell’ufficio di papà;

Jacuzzi appese a 800 metri di altezza, con idromassaggio alle acque di sorgente, sigari cubani, strisce di magnesite e prostitute portoricane, per sentirsi finalmente Lo Scarface che viene dall’Est;

cliffhanger tenuti fermi sulla parete con lo Scotch o con il Bourbon (ma si sa, Adam preferisce il Single Malt);

faticosissime e stressanti dülfer su aleatorie fessurine lunghe 140 metri di grado 8b+ o su fessuroni off-width larghi fino a 5 metri, protetti incastrando carrelli elevatori e altri macchinari per uso industriale, avvoltolati con cordini da 15 metri;

pelle consumata dai micro cristalli e ricostruita in poche ore con speciali e rivoluzionari unguenti, preparati nei laboratori clandestini della ex Unione Sovietica a base di cellule staminali, uranio 235 e proteine sintetiche, già in uso ai ginnasti della DDR;

lanci di 14 metri in orizzontale tra una tacca e l’altra, con sbandierate, circonvoluzioni di 360 gradi, avvitamenti, doppi carpiati e tripli tolup;

formose donnine in bikini che annunciavano l’assalto al prossimo tiro, come negli incontri di boxe;

grandi velieri dalle fauci infuocate, rinoceronti rossi e dinosauri alati che gli svolazzavano intorno durante i tentativi lanciando stelle filanti argentate e incitandolo al grido Ola! Ola!;

skateboard in carbonio a 12 ruote per fare qualche flip trick e qualche loop slegato sulle strettissime cenge (visto che ce no sono tante…);

brevi ma comodi riposi sul portaledge, trascorsi tra una minestrina nutriente, qualche Twix da fame chimica, una intervista via satellite con la stampa internazionale, una foto per gli sponsor e qualche ora di sonno leggero;

e tanta, tanta classe e determinazione.

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Questi gli ingredienti della salita che ha portato il fortissimo fuoriclasse ceco ad essere il primo uomo al mondo ad aver percorso integralmente in libera questa via che è ormai da considerarsi a tutti gli effetti una cult route del ventunesimo secolo.

Di ritorno in valle, le Cheerleader hanno fatto una grande festa: divise in due gruppi, le biondine si dedicavano a balli e coreografie, che includevano anche eleganti trazioni e sensuali sospensioni con l’ombelico scoperto sui rami degli alberi, mentre le morette massaggiavano dolcemente i piedi di Adam come delle geishe giapponesi. «È stata un festa meravigliosa» ha detto Ondra ringraziando tutti e sorridendo con le guance sporche di rossetto, come i campioni del Giro d’Italia.

Dalla Colombia, il cartello di Medellín ha fatto sapere di voler reclutare Ondra tra i suoi testimonial mentre il senatore Gasparri dall’Italia, pur apprezzando il gesto sportivo, ha dichiarato «Siamo contrari alla cultura dello sballo».

Adam invece rimane concentrato sui suoi progetti «Ora voglio tornare a casa per andare dal mio podologo a Brno. Ma il mio grande sogno è quello di tornare e finalmente scalare questa via in sole 24 ore, in libera, in stile alpino e senza mai cadere. Sempre che non mi facciano l’antidoping!».

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Adam Ondra in vetta a Dawn Wall ultima modifica: 2017-01-29T05:38:23+01:00 da GognaBlog

4 pensieri su “Adam Ondra in vetta a Dawn Wall”

  1. “aiuto aiuto sono vecchio, mi sento vecchio, mi fanno sentire vecchio, e non avendo più altro da fare in montagna, mi resta solo la penna per scrivere, il mouse per cliccare e condividere i post e “articoli” vari e la bocca per parlare”. E’ sempre stato così, le giovani generazioni scansano le vecchie. Ma c’è vecchio e vecchio. Il vecchio rispettato e il vecchio maltrattato, dipende da come ci si pone. Gogna, e altri, hanno trovato nella lamentela fine a se stessa e noiosa un modo per farsi prendere in giro dalle giovani generazioni. Dai Alessandro (Gogna), appendi anche la penna al chiodo e riposati in un paesino sull’appennino ligure e i giovani alpinisti/scalatori/falesisti/bulderisti/cascatisti la smetteranno di sorridere e di prenderti in giro quando leggono il tuo nome e inizieranno a rispettarlo.

  2. ……a dire il vero di Ondra non me ne frega una emerita cippa!!!! Viva Camp 4, viva i nuovi mattini e tutti gli appassionati che in silenzio mettono le mani sulla roccia!!!….tutto il resto è noia!!!

  3. Bravo però un casino simile non mi sembra serio, dove sono i grandi giorni di Yosemity con Baso Harding ed il cristiano R. Robins altri tempi che comunque nel casino odierno rimangono sempre GRANDI

  4. Complimenti alle Cheerleaders 🙂
    Scarpe numero 34..? No grazie! Forse è anche per quello che non ho mai raggiunto grandi livelli in arrampicata, mi piace stare comodo e non amo la tendinite..
    Scherzi a parte, Ondra è un grandissimo.

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