Alberto Rosso

Alberto Rosso (GPM 043)
di Gian Piero Motti
(pubblicato su Rivista della Montagna n. 22, ottobre 1975)

Lettura: spessore-weight***, impegno-effort*, disimpegno-entertainment**

Un incidente automobilistico avvenuto il 15 agosto (1975, NdR) in Spagna ha posto termine alla vita di Alberto Rosso. La notizia, giunta in Italia in un periodo particolare in cui molti di noi erano lontani o assenti, si è tardivamente diffusa e ha lasciato sconcertati.

Ciascuno di noi avrà modo e tempo per vivere il senso di sofferente mancanza che la scomparsa di Alberto ha determinato. D’altra parte la sfera dei sentimenti è troppo soggettiva per essere estesa all’universale.

Non mi sento di fare l’elenco delle sue indiscusse qualità, come sovente accade in queste situazioni. D’altronde ad Alberto so che non fanno piacere ed è lui il primo a sorridere di queste cose.

 

Alberto Rosso indubbiamente ci ha lasciati in un momento in cui tutto il suo appoggio e il suo entusiasmo ci erano necessari. Ormai la Rivista ha assunto un ruolo di primo piano ed egli era pronto a dedicarle tutto il suo impegno, tralasciando occupazioni di carattere diverso che sicuramente gli avrebbero garantito una sistemazione economica ben più soddisfacente.

È nel ricordo di tutti il suo piano di ristrutturazione della Rivista, formulato nell’ultima riunione collegiale del Consiglio di redazione: programma ambizioso e difficile, ma che sicuramente, sotto la spinta calma e allo stesso tempo costante di Alberto, avremmo saputo realizzare. Ora, davanti a un vuoto purtroppo incolmabile, lo scoramento e la sfiducia ci possono anche assalire. Ma credo che proprio per rispetto delle idee dell’amico e per proseguire in una direzione da lui definita, dobbiamo a maggior ragione serrare le fila e continuare nello sforzo superando quelle stesse difficoltà che già ci parevano insormontabili con lui. Cosa dire dunque di Alberto? Chi lo conosce non ha bisogno di nulla che meglio possa farlo vivere nel ricordo. Certo la passione per la montagna in senso lato occupava grande spazio nella sua vita.

Non era un alpinista esasperato, ma sapeva distribuirsi in tutte le ramificazioni attive e intellettive che la montagna propone ai più intelligenti e sensibili.

Certo aveva dei problemi, era alla ricerca di qualcosa. E avrebbe saputo rinunciare anche a questa immensa passione in vista di un futuro diverso. Proprio per questo la sua scelta per la Rivista aveva un significato ben definito.

Ma in un mondo come quello attuale, saper cogliere il significato assurdo di una farsa esistenziale non scelta, ma imposta da forze indefinibili, è certo un punto di merito non comune ed è una porta che pochi sanno e vogliono aprire lucidamente.

E ora che tocca a me seguire la sua traccia, solo questo vorrei ricordare dell’amico: la tenacia, la capacità di lottare in silenzio, la dolcezza così grande da rendere invisibile agli altri la sua sofferenza.

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Alberto Rosso ultima modifica: 2018-09-10T05:13:37+02:00 da GognaBlog

2 pensieri su “Alberto Rosso”

  1. Io devo moltissimo ad Alberto! È stato lui a volermi nella redazione della Rivista della Montagna, è stato con lui che ho vissuto uno scialpinismo spensierato e ricco di soddisfazioni. Alberto aveva deciso di dedicarsi a pieno tempo alla direzione della Rivista: è vero che aveva dei problemi, come dice Gian Piero, ma come direttore aveva le idee chiare ed era la persona giusta per motivare tutti noi, garantendo alla testata un grande futuro. Purtroppo non è andata così. Alberto è passato come un lampo ma sua energia unita alla sua dolcezza non è stata dimenticata da chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

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