Anche le bestie hanno un’anima

Anche le bestie hanno un’anima
di Anacleto Verrecchia
(pubblicato su La Stampa del 6 settembre 1986, ripreso su camoscibianchi.wordpress.com il 18 giugno 2023)

Albert Einstein diceva che è più facile spezzare un atomo che un luogo comune. Chi mai riuscirà a spezzare il luogo comune che nega agli animali non solo l’intelligenza, ma anche la capacità di soffrire o di amare? Dinanzi al commovente episodio del gorilla che accarezza il bambino caduto nella sua gabbia non si sa fare altro che parlare di istinto, come se le scimmie fossero degli automatismi per la salvaguardia dei ragazzini sbadati. E se nella gabbia fosse caduto un adulto, per esempio un teologo o un filosofo dell’istinto, il gorilla si sarebbe comportato in maniera altrettanto gentile?

Ho conversato a lungo, su questi argomenti, con Konrad Lorenz, padre dell’etologia moderna. Alla domanda se anche gli animali siano consapevoli, con il tono passionale e affascinante che lo distingue, risponde: «Nessuna persona seria dovrebbe dubitare di questo. Sono pienamente convinto, dico pienamente, che gli animali hanno una coscienza. L’uomo non è il solo ad avere una vita interiore soggettiva». E aggiunge che l’uomo è troppo presuntuoso, troppo preso di sé. Naturalmente, dice ancora il grande scienziato, il fatto che gli animali abbiano una coscienza «solleva dei problemi». Forse l’uomo ha paura di fare altri passi in questa logica, riconoscendo una vita interiore agli animali, sarebbe costretto a inorridire per il modo con cui li tratta.

Lorenz mi ha parlato anche dell’infallibilità con cui gli animali conoscono subito le intenzioni di chi sta loro di fronte. Ma non c’è bisogno di scomodare tanta autorità, per commentare l’episodio del gorilla in questione. Solo una mente rozza o malata di dogmatismi, potrebbe dubitare delle buone intenzioni dell’animale. E i cani di Vienna, compresi quelli di Lorenz, non sono mai minacciosi per istinto o perché capiscono che la gente li ama e non farebbe loro mai del male?

Grandi carnivori in Trentino (Provincia Autonoma di Trento)

In fondo l’etologia va confermando quello che Giordano Bruno aveva intuito con il suo genio filosofico, e cioè che tutti gli esseri viventi sono fenomeni diversi di un’unica sostanza universale. Traggono dalla stessa radice metafisica e la loro differenza è quantitativa non qualitativa o, per usare il linguaggio di Kant, fenomenica non noumenica. L’intelletto, che serve a intuire la relazione delle cose tra di loro, è comune, sia pure proporzionato ai bisogni, a tutti gli esseri viventi. Questo insegnano i grandi pensatori, a incominciare da Schopenhauer, e questo sostiene, in ultima analisi, Lorenz. Sarebbe pura cecità considerare l’uomo come qualche cosa di completamente avulso dal resto del regno animale. La scoperta che gli animali mentono — per esempio i gracchi alpini e corallini, ma Lorenz mi ha parlato anche di altri animali — e quindi sono capaci di astrazione, ha fatto cadere perfino il dogma che solo l’uomo avesse la facoltà di riflettere in abstracto.

Foto: Luca Giunti

La filosofia occidentale è troppo impregnata di teologia. Lo riconosceva perfino Nietzsche, che pure parlava e predicava come un prete capovolto. Il male è già all’inizio: «Crescete e moltiplicatevi, e popolate la terra, ed assoggettatevela, e signoreggiate i pesci del mare e i volatili del cielo, e tutti gli animali che si muovono sulla terra». Signoreggiate, cioè opprimete, tormentate e uccidete tutti gli altri esseri viventi: parla cosi, un Dio? E non poteva anche risparmiarsi queste parole, dopo aver creato un essere malvagio come l’uomo? Lorenz, sia pure dopo una disamina di carattere storico, definisce «satanico», un simile comandamento.

Quale penoso contrasto con le sublimi parole che Buddha rivolse al suo cavallo, quando lo lasciò libero: «Va’! Anche tu, un giorno, dovrai essere redento». Questo episodio faceva tremare di commozione Schopenhauer e Wagner, ma non impressiona minimamente la corteccia cerebrale dei nostri filosofi-teologi. A loro è più congeniale Cartesio, che considerava gli animali delle semplici macchine.

Vicino a Lorenz si respira meglio sia scientificamente che moralmente. Proprio perché ha scandagliato come nessun altro la vita interiore degli animali, sa anche quale responsabilità morale questo comporti. Quando gli cito le parole di Leonardo da Vinci: «Verrà il giorno in cui l’uccisione di un animale sarà considerata come quella di un uomo», fa un piccolo scatto e risponde«Ma questo io lo faccio già! Non potrei assolutamente uccidere un animale! Nella mia casa la morte di un cane è assolutamente come quella di un uomo». Una volta uccise, per compassione e per non vederla più soffrire, un’oca ferita a morte: aveva il ventre squarciato. «Ma oggi, dice, glielo ricucirei». Non darebbe via neppure i suoi pesci, anche se li sapesse affidati alle migliori mani. Altro che «signoreggiarli»! Quale meraviglia, dunque, se la sua casa di Altenberg, alla periferia di Vienna, sembra un’oasi felice per tutte le creature?

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Anche le bestie hanno un’anima ultima modifica: 2023-08-24T04:47:00+02:00 da GognaBlog

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3 pensieri su “Anche le bestie hanno un’anima”

  1. Io non so dire se gli animali diversi dagli umani abbiano un’anima, ma so che non è questa componente che li rende più o meno meritevoli di rispetto, al pari di tutti gli esseri, conosciuti o meno. 

  2. Gli scritti di Lorenz assieme a quelli di Herriot  restano capisaldi per aprire la mente verso il cosiddetto “mondo animale” la natura in genere , gli istinti e i respiri di ogni essere vivente sul pianeta senza distinzione…insomma anche (purtroppo)NOI.
    Strada lunga .
    Bene che venga ripubblicato questo bell articolo anche a distanza nel tempo…
    Grazie alla redazione e buon lavoro.

  3. Questo articolo è bellissimo. Come si fa a mantenere il dualismo uomo-animale quando sappiamo che la differenza fra noi e uno scimpanzè bonobo è poco più dell’uno per cento? Inoltre: gli esseri “intermedi” che conosciamo (il Neanderthal, il Pitecantropo, la nostra cara antenata Lucy- un Australopiteco-, ecc.: sono circa un centinaio) avevano o non avevano l’anima??? Non c’ alcuna discontinuità. Siamo animali a tutti gli effetti, e quindi l’etica deve riguardare tutta la Vita, non solo quella umana.

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