Nel campo dell’outdoor, la bicicletta sta conquistando il ruolo di star dell’estate 2020. Il valore ambientalista della propulsione a pedali si coniuga con la possibilità di svolgere attività sportiva nel pieno rispetto del distanziamento imposto dall’epidemia.
La bici ha preso il sopravvento sui principali mezzi di informazione: pagine intere, inserti dedicati, filmati esclusivi. Mountain bike o bici da corsa, poco importa. Chiaro che l’atmosfera estiva fa preferire per itinerari fuori dalle strade asfaltate, trafficate e pericolose. Si cercano quindi le cosiddette “strade bianche”, di cui l’Italia è ricchissima.
Così, nel periodo vacanziero, l’Italia si riscopre paese di ciclisti. A maggior ragione quest’anno. La preferenza per le vacanze sulle due ruote deriva sia dalle esigenze di budget, per l’andamento non brillantissimo della nostra economia, sia dall’ampia gamma delle velocità di crociera, che possono spaziare dalle famigliole ai pensionati, transitando per gli agguerriti sportivi “cronodipendenti”. Ci sono intriganti possibilità per tutti i gusti.
La morfologia del nostro territorio aggiunge una chicca in più, portando alla ribalta percorsi poco noti fino a qualche settimana fa. Si va dalle uscite giornaliere (magari sui tracciati di vecchie ferrovie dismesse) fino agli itinerari di più giorni, dei veri e propri trekking ciclistici con valide reti di punti di appoggio ben organizzati.
In tale campo riemerge il fascino della Via Francigena, l’antico percorso dei pellegrini che, in epoca medievale, si recavano a Roma provenendo dal Nord Europa: specie coloro, per i quali le lancette del cronometro non sono sempre lì a “pressare”, se la possono godere a piacimento (Carlo Crovella).

I centomila chilometri dell’Italia da scoprire viaggiando su due ruote
di Carlo Gravina
(pubblicato su La Stampa del 29 giugno 2020)
Piste ciclabili, ciclovie e sentieri, a volte sterrati ma battuti, a volte un po’ più accidentati. E poi alberghi, pensioni, trattorie e luoghi da visitare lungo il percorso. Sono questi gli ingredienti principali del cicloturismo, che negli ultimi anni si è affermato come uno dei settori più in espansione anche in Italia. Ora, complice l’emergenza sanitaria legata al CoViD-19 e gli incentivi previsti dal governo per chi acquista biciclette, sono in molti a scommettere che l’estate 2020 sarà una stagione di ulteriore boom. I percorsi disponibili sono praticamente adatti a tutti: dai più esperti a chi, per la prima volta, magari con la famiglia, intende cimentarsi con una nuova esperienza. Anche le tipologie di viaggio possono essere variegate. C’è chi pratica questa attività da anni, per cui non ha problemi di attrezzatura e può raggiungere il percorso portando con sé la propria bicicletta. Ma non si deve scoraggiare nemmeno chi intende confrontarsi con il cicloturismo e non ha la bici. Sulla maggior parte delle ciclabili attrezzate è possibile noleggiarle e, sempre più spesso, gli alberghi che si trovano nei pressi dei percorsi affittano, od offrono gratuitamente, le biciclette ai loro clienti. «Il cicloturismo era già in crescita, e ora sta beneficiando degli effetti della rivoluzione bici che in Italia sta interessando soprattutto l’utilizzo in ambito urbano – dice Alessandro Tursi, presidente nazionale FIAB (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta ) – dopo mesi di lockdown si prevede un turismo di vicinanza con tanta voglia di stare all’aperto e sfruttare l’occasione per ritrovare un po’ di forma fisica: è importante che tutto ciò ruoti attorno alla bicicletta, che dopo anni ha ritrovato una sua centralità».

Importante programmare
Gli esperti sono concordi nel dare un comandamento base: per evitare spiacevoli sorprese, prima di partire bisogna programmare il viaggio nei minimi dettagli, a cominciare dalla scelta dell’itinerario. Solo in Italia arrivano a 100 mila i chilometri percorribili in bicicletta lungo tragitti già individuati. Senza dimenticare che ne nascono sempre di nuovi: oltre al governo, si stanno muovendo anche gli enti locali, che in collaborazione con il ministero dei Trasporti, stanno investendo risorse importanti per progettare e realizzare nuove piste ciclabili. I percorsi, però, sono molto diversi tra di loro e il livello di difficoltà può oscillare moltissimo. Per di più, con le bici a pedalata assistita, il quadro offre ulteriori variabili. Una cosa è affrontare la ciclabile Levanto-Bonassola-Framura in Liguria di appena 3 km e completamente pianeggiante, altra è cimentarsi con i 370 km della ciclovia Claudia Agusta che attraversa Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia. E non va dimenticato il tipo di fondo: alcune ciclabili sono interamente asfaltate, mentre non sono poche quelle con tratti sterrati. E poi ci sono percorsi esclusivamente dedicati alle bici, mentre altri si intersecano con la viabilità ordinaria. Discriminanti nella scelta di un percorso possono essere anche i servizi offerti lungo l’itinerario, come aree di ristoro, ristoranti, stazioni e collegamenti con i mezzi pubblici. Per evitare di trovarsi, casomai con famiglia a seguito, lungo un percorso che all’improvviso attraversa diversi chilometri di viabilità ordinaria, è sempre preferibile programmare con attenzione le tappe. Per farlo si può ricorrere anche al web, dove siti come bicitalia.org, bikeitalia.it e pisteciclabili.com offrono informazioni sui percorsi da scegliere. L’offerta è davvero ampia. Si va dalle ciclovie lunghe centinaia di chilometri che fanno parte di percorsi europei, a tratte più brevi di notevole interesse storico-naturalistico o paesaggistico, che possono essere affrontate in più giorni anche dai meno esperti e dalle famiglie con bambini.
In questa mappa sono alcuni degli itinerari italiani più apprezzati, divisi tra quelli ricavati da ferrovie dismesse e gli altri. Come si capisce anche da una rapida occhiata, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Il trasporto in treno
Sui convogli regionali Trenitalia contrassegnati da apposito pittogramma, limitatamente ai posti disponibili, ogni viaggiatore può trasportare con sé una bicicletta montata, acquistando il supplemento bici. Sempre sui regionali – anche quelli non segnalati con apposito pittogramma – viene ammesso il trasporto gratuito di una bicicletta pieghevole opportunamente chiusa, per ciascun viaggiatore, anche al di fuori dell’apposita sacca, a condizione che le dimensioni non superino i cm 120x80x45. Da maggio sono ammessi a bordo anche monopattini, hoverboard e monoruota.
Dove far tappa per mangiare e dormire
Trovare un luogo confortevole dove trascorrere la notte a due passi dalla ciclabile, e magari mangiare qualcosa di tipico, sono aspetti fondamentali per il cicloturismo. Prima di mettersi in viaggio, è sempre preferibile studiare bene l’itinerario, anche per sapere se ci sono luoghi dove lasciare la bici al sicuro la notte e, nel caso, avere un punto di appoggio per fare manutenzione di base. Sul web ci sono portali come albergabici di FIAB grazie al quale, inserendo l’itinerario che si vuole percorrere, è possibile avere tutte le informazioni necessarie.
I circuiti europei
In Europa esiste una rete che attraversa molti Paesi: si chiama EuroVelo. Si tratta di un progetto dell’ECF (European Cyclists’ Federation, www.ecf.com), che ha l’obiettivo di sviluppare una rete di 15 itinerari ciclabili di lunga percorrenza attraverso tutto il continente. Il progetto prevede oltre 70.000 km di rete ciclabile, di cui più di 40.000 km già utilizzabili. Gli itinerari nascono dalla fusione di tratti nazionali di vie ciclabili esistenti opportunamente raccordati ed estesi a nazioni sprovviste di itinerari ciclabili propri.
I pacchetti vacanza
Chi non ha voglia di organizzare il viaggio da solo, può rivolgersi a una delle tante agenzie specializzate che offrono pacchetti vacanza completi. Si va dai percorsi più semplici di uno o due giorni comprensivi di albergo e ristoranti a itinerari molto più complessi, che possono durare anche una o più settimane. Le offerte sono tante. In molti casi le agenzie specializzate offrono anche il noleggio delle biciclette e la possibilità di farsi accompagnare da una guida durante l’intero tragitto.
Via Francigena, le meraviglie di un tesoro a ogni pedalata
(tratto italiano: dal Colle del Gran San Bernardo (AO) a Roma, 1.040 km, livello impegnativo)
di Andrea Castanini
(pubblicato su La Stampa del 29 giugno 2020)
Ci sono le piste ciclabili, ci sono le ciclovie. E poi c’è lei, la via Francigena, il cammino in bicicletta, una pedalata nella storia che si dipana per oltre mille chilometri dal Gran San Bernardo a Roma attraverso Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Toscana e Lazio. Nata come percorso di fede, battuta dai piedi dei pellegrini europei già nel Medioevo sulla direttrice che parte da Canterbury, è dal punto di vista culturale l’equivalente del cammino francese tra Roncisvalle e Santiago di Compostela in Spagna. E a renderla più fruibile è il grande sforzo organizzativo per attrezzarla con segnali stradali dedicati, mappe su carta e Gpx e con una rete di strutture di accoglienza di diverse fasce di prezzo, ostelli compresi.

Le caratteristiche
La Francigena in bicicletta è un percorso lento e molto vario, lungo il tragitto percorso a piedi nel 990 dall’arcivescovo anglosassone Sigerico, diretto a Roma per ricevere l’investitura papale. Dal suo diario di viaggio è nato il percorso tracciato e diviso per i ciclisti in 23 tappe da Alberto Conte e dall’associazione SloWays.
Ogni luogo di arrivo è un centro medioevale scrigno di tesori d’arte e architettura. Ogni pedalata può aprire le porte su un tesoro. A volte sono paesi lontani dai flussi turistici e tutti da riscoprire come Sarzana, San Miniato, Monteriggioni, Radicofani, Montefiascone, Formello. A volte sono luoghi magici ma affollati come San Gimignano, Siena o Viterbo. Altre volte ancora sono meraviglie della natura come la quercia delle Checche di Pienza, vecchia di 300 anni, o le cascate di Monte Gelato, poco lontano da Sutri. Lungo il percorso può capitare di pedalare sul basolato romano della via Cassia, attraverso le strade bianche della val d’Orcia oppure lungo sentieri stretti tra i campi e le risaie, come nel Vercellese. Quando è possibile, la strada si snoda lontano dal traffico, attraverso percorsi protetti. Più spesso si percorrono strade provinciali poco battute. In pochi casi ci si trova immersi nel traffico. Per i ciclisti esperti non è un problema, ma se si hanno bambini al seguito è bene consultare le guide per evitare brutte sorprese. Ci sono anche le salite. Alcune molto impegnative, come quelle della Cisa e di Radicofani.
Perdersi è possibile. Ritrovare la strada però è sempre abbastanza semplice, a condizione di scaricare sul telefono l’applicazione ufficiale gratuita “Via Francigena”, che contiene tutte le informazioni utili sulle tappe da percorrere, le tracce Gpx e – soprattutto – indica la propria posizione sulla mappa in tempo reale attraverso il satellite. Per il resto, occorre affidarsi ai cartelli e ai segnavia. Quelli da non perdere mai di vista sono a strisce orizzontali bianche e azzurre con il simbolo di un pellegrino e la ruota di una bicicletta.
Come prepararsi
Per quanto riguarda i libri, un punto di riferimento imprescindibile è Guida alla via Francigena in bicicletta di Roberta Ferraris (Terre di mezzo editore). Per ogni tappa ci sono mappe e possibili varianti, altimetria, chilometri da percorrere, classificazione per difficoltà, luoghi dove fermarsi a dormire e mangiare. Utili anche le proposte per chi vuole affrontare la via Francigena solo in parte. Per chi ha a disposizione un weekend il suggerimento è pedalare lungo la via ciclabile della Dora Baltea tra Aosta e Ivrea. Per chi ha una settimana il tratto classico è quello tra la Toscana e il Lazio. Per gli amanti dell’architettura romanica, le tappe consigliate sono tra Mortara e Pavia e fino a Piacenza.

Se intendete affrontare un tratto più lungo di un giorno, è fondamentale l’attrezzatura. La bici a pedalata assistita consente di supplire a una insufficiente preparazione fisica. Per chi è più in forma la scelta più versatile è una bici ibrida con le marce, attrezzata con almeno due borse laterali. Non serve portare più di due ricambi per l’abbigliamento, ma è fondamentale trovare un posto con lavanderia quando ci si ferma. E prima di partire occorre fare una scelta fondamentale. Se si vuole affrontare la via Francigena come un pellegrinaggio, dormendo in ostelli e camerate di conventi a costo ridotto, occorre attrezzarsi con la “Credenziale del pellegrino”, un documento che si può richiedere all’indirizzo www.viefrancigene.com e che va fatto timbrare in ogni luogo di sosta. Se si preferiscono hotel, agriturismi e b&b il prezzo sarà più alto ma la comodità maggiore. La Credenziale in questo caso non sarà necessaria ma, se non l’avete, quando giungerete a San Pietro non avrete la soddisfazione di ricevere la pergamena che certifica il viaggio compiuto. In questo periodo di restrizioni CoViD-19 è sempre fondamentale prenotare i luoghi di sosta in ogni singola tappa.
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Finirà anche la moda dei sentieri riscoperti e delle biciclette a pedalata assistita. Torneranno la subacquea ed il windsurf, come negli anni 90′.
non è ETICA
Però deve fare biciclismo estremo: 1ooo km!
bello ci siano idee anche per chi non fa alpinismo estremo