Lo scorso agosto 2022 gli imprenditori Franz e Daniela Kraler hanno acquistato lo storico rifugio Ria De Saco, ai piedi delle Tofane, con l’obiettivo di ristrutturarlo e trasformarlo nel primo rifugio in Italia location di eventi in quota con le maison di moda. Il battesimo è avvenuto nel lungo ponte dell’Immacolata, con Valentino che ha fatto il take over dello chalet con la sua The Party Collection 2022, la collezione che Pierpaolo Piccioli ha creato per queste festività natalizie.
Questo è il cappello all’articolo che riportiamo qui sotto, logica introduzione a un modo di fare informazione che, su queste pagine di GognaBlog, sarà sempre preso ad esempio di ciò che non è più ammissibile accettare, almeno in una società che in teoria dovrebbe fare della sostenibilità la propria essenza.
Un primo giudizio: ignoranza, voluta o meno, della reale situazione; cieco ottimismo, fatuo orgoglio, superficialità ostentata, spregio totale delle reali esigenze della montagna e di chi la abita. Volevate il turismo sostenibile in montagna? Eccolo! (la Redazione).
Un secondo giudizio: destino amaro quello cui non sfuggirà mai la Perla delle Dolomiti: è Disneyland in quota, è set per cinepanettorni (“Vacanze di Natale”), è Circo Barnum di vanità e ostentazione. Il recupero di una location abbandonata è a prima vista da ammirare, ma se la location diventa il contesto per sfilate e cocktail, meglio il silenzio assoluto del casolare diroccato nella neve intonsa. E già che ci siamo, al giro dopo spegniamo anche gli impianti. Magari ritroveremo la “vera” Perla delle Dolomiti (Carlo Crovella).
Cortina, il Fashion Weekend
(ha dato il via alla stagione invernale)
di Ilaria Mauri
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 12 dicembre 2022)
Lo scintillio magico degli addobbi delle feste scalda il cuore. Il profumo di vin brûlé pervade l’aria, i canti di Natale riecheggiano in sottofondo alternandosi alle hit del momento. La neve ricopre ogni cosa con il suo manto bianco e rende l’atmosfera ovattata.
Nelle vie del centro una folla festosa si gode lo struscio, attardandosi a salutare amici e conoscenti davanti alle vetrine dei negozi tripudianti d’addobbi.
I negozianti, a turno, offrono aperitivi e degustazioni a tema: “Sembra di stare al Fuorisalone di Milano”, è il commento di un passante.
Capannelli di ragazzi siedono ai tavoli esterni dei bar del centro, riscaldati dal calore delle stufe. Donne d’ogni età sfoggiano con un compiacimento liberatorio la propria pelliccia, che finalmente può uscire dall’armadio: in città non osano, il rischio di attirarsi le critiche degli animalisti è troppo.
Qui non solo è concessa, ma è addirittura un “must have”, proprio come negli anni ’80/’90, e infatti molte sono originali di quel periodo. Magari della nonna, ora adattata e indossata dalla nipote.
Cortina d’Ampezzo è tornata ad essere la meta invernale per eccellenza, epicentro del jet set, meta glamour e sinonimo di sport e divertimento.
Ne è una dimostrazione il successo che la Perla delle Dolomiti ha riscosso nei giorni del lungo ponte dell’Immacolata, con il Cortina Fashion Weekend che ha dato ufficialmente il via alla stagione invernale 2022/2023.
Che si tratti di fedelissimi habitué, di paperoni pronti a farsi coccolare, o di influencer e tiktoker determinati a immortalare gli scorci più suggestivi e i party più esclusivi, tutti vogliono essere a Cortina.
Le prime stime parlano di ventimila arrivi in valle tra Sant’Ambrogio e l’Immacolata, con gli hotel della cittadina ampezzana che hanno registrato il pienone e tante seconde case riaperte.
C’era anche la neo ministra del Turismo Daniela Santanché. Da qualche anno infatti, la cittadina non solo è tornata a essere una delle località di montagna più attrattive al mondo, ma è riuscita anche a strappare presenze illustri a Saint Moritz, Zermatt e Courmayeur, in una sfida tutta social a colpi di post e hashtag.
E così, ecco che nei giorni scorsi la Perla delle Dolomiti si è animata con un turbinio di eventi, appuntamenti culturali e sportivi, ma soprattutto di moda.
Sì, perché se questi luoghi da sempre conosciuti e amati dalla noblesse di tutta Europa sono ora al centro dell’attenzione internazionale lo si deve non solo ai Mondiali e alle Olimpiadi, ma soprattutto al fashion system.
E ad una famiglia, i Kraler, che non solo ha investito sul proprio territorio, ma vi ha scommesso puntando tutto sulla moda come catalizzatore.
Per il Cortina Fashion Weekend 2022 Daniela e Franz Kraler hanno organizzato assieme a Maison Valentino un’esclusiva tre giorni all’insegna del magico connubio tra moda e buon cibo, inaugurando così il rifugio Ria De Saco, ai piedi delle Tofane, proprio tra le piste di sci.
Dopo aver dedicato della moda tutta la loro vita, aprendo negli anni una decina di boutique a marchio Franz Kraler tra Veneto e Alto Adige con le più importanti griffe del lusso, gli imprenditori altoatesini hanno intuito che la bellezza dei panorami e l’offerta di sport invernali non bastavano più: per fare la differenza con chi è abituate ad ogni lusso, bisognava offrire qualcosa di diverso, di oltremodo esclusivo.
Qualcosa che facesse di Cortina il richiamo delle sirene. Così lo scorso agosto hanno acquistato lo storico rifugio Ria De Saco con l’obiettivo di ristrutturarlo e trasformarlo nel primo rifugio in Italia location di eventi in quota con le maison di moda.
Il battesimo è avvenuto con Valentino che ha fatto il take over dello chalet con la sua The Party Collection 2022, la collezione che Pierpaolo Piccioli ha creato per queste festività natalizie.
Viola, oro e verde smeraldo sono i colori chiave di una serie di capi che solo a guardarli trasmettono voglia di festa, tra tessuti impreziositi da piume e strass effetto gioiello, paillettes all-over e ricami ricercati.
Una combinazione eclettica e raffinata che rispecchia perfettamente lo spirito della cucina stellata dello chef Graziano Prest, un’istituzione del settore ristorazione con all’attivo Casa Italia alle Olimpiadi di Pechino nel 2020 e a quelle di Tokyo nel 2022, in qualità di capo cucina.
Ecco quindi che in queste prime giornate di neve (non copiosa, ma bastevole per far aprire i primi 12 impianti di risalita), la sosta al rifugio dopo lo sci è stata un’esperienza unica, tra letture di tarocchi, giochi, cioccolatini, sculture di ghiaccio e le prelibatezze a pranzo, merenda e cena. Impossibile non riconoscerlo: all’ingresso c’è un enorme “V” di ghiaccio.
All’interno, il rivestimento in legno color miele è caldo e avvolgente e il pubblico – cellulare alla mano – si contendeva un posto vicino alle finestre per immortalare i vetri personalizzati con l’iconico V Logo di Maison Valentino. Dalla dama agli scacchi, passando per le sdraio, i cuscini e le grandi palle-scultura all’esterno, tutto è viola e oro.
Una vera chicca: “Oggi il vero lusso è concedersi dei momenti di puro relax circondandosi di affetti e amici”, ci dice Daniela Kraler con gli occhi che brillano per l’emozione. “Per questo ho pensato a questo chalet come ad un tempio della convivialità, dove riscoprire il piacere di stare insieme attorno ad una tavola. Oggi siamo così abituati a parlare via chat che ci dimentichiamo quanto sia bello perdere la cognizione del tempo quando si è vicini e si chiacchiera tra prelibatezze del nostro territorio e un buon vino”.
D’altra parte, lei e il marito Franz con loro figlio Alexander hanno sempre avuto una vocazione per l’accoglienza, trattando i loro clienti non come semplici compratori ma come amici: “Molte di queste persone sono davvero tutt’oggi dei nostri amici. Per loro il massimo è poter venire a casa nostra, magari a cena, a mangiare la polenta, comodamente in pantofole: così ci è venuta l’idea di recuperare questo luogo che giaceva abbandonato e farne una sorta di seconda casa, per noi, per i nostri ospiti e per chiunque voglia godere di un po’ di relax. Con i soldi possono comprare qualsiasi cosa, ma non il calore delle coccole in famiglia. Ecco, noi gli diamo questo, il calore della famiglia Kraler e, in più, i lussi a cui sono abituati in città”.
E bastava passare sabato 10 dicembre nel centralissimo Corso Italia di Cortina per rendersi conto dell’affetto che ruota intorno a questa famiglia di imprenditori altoatesini: al cocktail party Valentino The Party Collection 2022 c’era un continuo via vai, tra saluti ed abbracci.
Ma il Cortina Fashion Weekend ha visto anche la riapertura dell’iconica discoteca Belvedere a Pocol, il locale che ha fatto la storia del divertimento ampezzano ma soprattutto del cinema, dato che è stato il set fisso dei film Vacanze di Natale dei Vanzina.
E la suggestiva fiaccolata nella neve organizzata dall’Ista Ski Area sulle piste di Socrepes. Insomma, la stagione invernale 2022 si è aperta alla grande e già ci si prepara alle ferie natalizie, per le quali in città si registra già il tutto esaurito nonostante i prezzi alle stelle (si va dai 25-30mila euro per un mese di affitto di una casa ai 1000-4000 euro a notte degli hotel).
Resta solo un rebus da risolvere a Cortina: il traffico. Al momento l’unico modo per arrivare nella Perla delle Dolomiti è infatti usare l’auto e questo provoca non pochi disagi, sia alla viabilità locale che dell’intera valle. Domenica 11 dicembre code chilometriche hanno funestato il rientro in città dei villeggianti, con tempi di percorrenza anche di 7-8 ore per raggiungere Milano. Tutti si lamentano, ma poi tornano sempre: è proprio questo il bello.
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Quasi completamente d’accordo. Sputtanate le Tofane versante Cortina, sputtanata Cortina, sputtanato il Plan de Corones. Vogliono sputtanare i luoghi mitici della Montagna? Fate pure, io vado altrove, ma per piacere non metter panchine giganti e nuove croci in luoghi dove non arrivano i soldi luccicanti. Lasciateci un angolo di montagna dove ci si arriva solo sudando con lo zaino e gli scarponi
Scusate… Il rifugio era lì, semi abbandonato. Di proprietà privata a quanto ho capito. Se qualcuno aveva idee alternative, singolo o gruppi, poteva farsi avanti e comprarlo e farci altro. Lamentarsi poi perché altri han fatto altro è un po’ sterile, direi… PS Non sto dicendo che mi piace quel che han fatto, chiaro?
siete dei poveretti ( nel senso: poveri di spirito e con una spocchia grande così…). La montagna in mano vostra sarebbe ancora peggio che vederla popolata due settimane all’anno da questi quattro somari esibizionisti
Va bene, resto, ma giuro, al primo commento stupido sotto al climbing porn di oggi, scateno l’inferno 😬
Lasci perdere i vari Franz… non per niente ci facevano le barzellette. Resti qui nel Gognablog, altrimenti il Sig. Crovella ci ammorba tutti inesorabilmente. Resti!
No no prof., ormai è deciso: mi ritiro in un casolare diroccato, circondato di affetti e amiche della famiglia Only Franz
Foca Monaca Genoria non ci lasciare. I suoi pareri sono così equilibrati. Se ne ha bisogno.
Nun ce lascià.
https://youtu.be/aeyirAzRyAg
Io, invece, non capisco i post che dicono non si post più. 😁😁
Crovella, non sai darti pace.
In realtà, leggo volentieri praticamente il 95% dei contenuti di questo blog. Quell che non mi è piaciuto sono i climbing porn, soprattutto a causa dei commenti, compresi i tuoi. Non mi è piaciuto il post del circo barnum con gli articoli presi da La Stampa, per lo stesso motivo per cui non mi è piaciuto questo post. Non mi piacciono le tue noiose menate, la tua aggressività e la tua saccenza e sono in completo disaccordo con le tue idee, che considero ingenue, borghesi e sconclusionate. Il fatto è che molto spesso monopolizzi i commenti ai post, rendendoli una lettura indigesta.
Comunque accolgo l’invito a non commentare più. Grazie e ciao
Per esigenze di chiarezza agli occhi di tutti i lettori, mi concedo un piccolo sconfinamento alla mia decisione di non considerare l’autore del commento 40.
Gli pongo la seguente domanda: se le scelte redazionali del blog ti infastidiscono tutte o quasi tutte (dalla riproduzione degli articoli alla ripubblicazione di foto di ragazze… ecc ecc ecc), ma che ci stai a fare qui?
Tra l’altro molte di queste scelte redazionali non sono ricollegabili a me, quindi l’incompatibilità non è fra te e Crovella, ma fra te e questo contesto.
Se questo non è il contesto in cui ti “riconosci”, sei solo un provocatore che interviene per dare fastidio.
Paolo, capisco e posso anche aver sbagliato. Ma ricordo tempo fa la reazione di due giornalisti de La Stampa, che non sembravano troppo contenti dell’essersi ritrovati gli articoli riprodotti qui. Non sto dicendo che non è giusto o legittimo criticare. Sto dicendo che sarebbe opportuno che, perlomeno, fosse reso noto agli autori di questi articoli, che il loro lavoro è sottoposto a critica fuori dal contesto dove, in origine, era stato pubblicato: sbaglio?
Peggio ancora l’abitudine di riprodurre fotografie di donne, fuori dal contesto dove loro stesse avevano acconsentito alla pubblicazione delle loro immagini (nella fattispecie un account di instagram) e a loro insaputa. Davvero sbaglio anche qui? Se sbaglio, me ne scuso con tutti.
Firmandomi foca monaca (senza peraltro nascondere la mia vera identità, come ha scoperto l’astutissimo Crovella), tempo fa, pubblicai i seguenti versi, che sono la mia opinione (poi Crovella dice che non sono geniale):
Suona forte la zampognaAlle cinque di mattinaCorri svelta al blog di GognaChe ti ha messa alla berlinaTra uno stralcio di BusiardaTra ricordi e poesiaCi son io in fotografiaMezza nuda in terra sarda
E con questo, chiudo.
20@ Claudio il lavoro di una o un giornalista è farsi leggere. Com tutto quello che comporta nel bene o nel male. Io scrivevo su Repubblica e il Corriere tanti anni fa. E se ti criticano, be’, fa parte del gioco.
Per quanto riguarda “foca monaca”, sei proprio tu, come hai scritto esplicitamente di tua mano nel commento 35 del sottostante post, pubblicato tempo fa sul GognaBlog:
https://gognablog.sherpa-gate.com/climbingprn-03/
Controlla pure, verificherai che è cosi.
Per il resto, nick inventato o nome vero poco rileva: ora ti ho codificato come un provocatore del web (non troppo geniale, per usare un eufenismo) e non ti degnero’ più neppure di uno sguardo. Se qualcuno ha ancora dei dubbi su cosa intendo per “cannibale”, la tua persona li dirada definitivamente. Meglio una montagna senza cannibali.
Per il contenuto dell’articolo, ti suggerisco di rileggere l’inizio del post e soprattutto il “primo giudizio”, scritto da Gogna. Se non ami questa impostazione, significa che qui non troverai tanti interlocutori di tuo gradimento.
foca monaca sarai tu! 🙂
Crovella fatti una risata e mettiti calmo, che io me ne sbatto del mondo fashion, non ho il ristorantino e non ho speso qui una sola parola, una, per difendere qualsivoglia “modello di business”.
La mia critica a questo post si articola su due punti precisi:
1) Non mi sembra giusto pescare dal lavoro giornalistico di un’altra persona (o di un’altra redazione) per esporla alla berlina, qui, a sua insaputa. Questo indipendentemente da cosa abbia scritto e da quali siano le cose che promuove.
2) Mi deprime stare a sentire sempre la solita solfa sull’edonismo e i climber e i runner, hai perso in partenza se fai la guerra a chi si diverte, di certo non puoi pretendere che a questo mondo si comportino tutti come piacerebbe a te. Adesso non mi fare la predica che non ti ho letto bene, che non ho capito ecc. ecc. Sei tu che fai la morale al circo barnum, che una volta sono le gare di corsa in montagna, la volta dopo sono l’aperitivo in baita, la vanità, i ricchi. Scherziamo?! L’articolo di questa povera giornalista sarà anche pieno di cazzate – e lo è – ma porca vacca ma anche CHISSENEFREGA.
Crovella, “oggi è domenica, domani si muore”, prossimo fine settimana ti contieni o te la godi un po’?
Claudio, semplicemente non ha idea di cosa sia l’ironia in quanto completamente sfornito di senso dell’umorismo
Stavo per farti io la stessa domanda ovviamente rivolta a te. Non sembri avere una gran lucidità di analisi.
Ho riletto i tuoi commenti giornalieri per cercare di “capirti” meglio e da un accenno del tuo 20 ho compreso che sei “foca monaca”. Già con quel nick mi avevi dato impressione si essere molto borderline, diciamo così (in piemontese li chiamiamo baraventani). Dai.impressione di vivere in un mondo tutto tuo, con parametri e ragionamenti tutto tuoi, ma non puoi pretendere che la gente con la testa sul collo ti segua nei ragionamenti solo per farti piacere…
Sul punto odierno, se la gran parte dei commentatori si è schierato su posizioni critiche o addirittura sferzanti verso il mondo fashion vuol dire che questo non è tanto un posto da cui attendersi osanna a favore di quel mondo. Se a te piace, legittimo. Ma non aspettarti “viva inter” dalla curva rossonera (la metafora è perfettamente calzante). Stame non.
Crovella ma ci fai o ci sei.
@25 Claudio. Nulla di male, lo ripeto, che tu abbia un ristorantino in valle. Ecco ufficializzato la causa del tuo comportamento. Legittimo. Ma altrettanto legittima e’ l’azione di chi critica quel particolare mondo. E quindi devi accettare che emergano tali critiche.
Se posso permettermi, ti riveli un po’ ingenuo a stupirti di posizioni critiche, come quelle emerse da più pari oggi, in uno spazio web come questo, strutturalmente collegato con l’ideologia di Mountain Wilderness e spesso caratterizzato da prese di posizioni ambientaliste. Ma come? Scriviamo ripetutamente “no nuove strade in montagna” (es Vallone del Grauson, Valle di Cogne) oppure “non nuovi impianti” (es Vallone Cime Bianche, sempre in VdA), oppure condividiami l’illustrazione di progetti culturali come “Montagna Sacra” ecc ecc ecc e…e poi ti aspetti che apprezziamo il mondo vacuo e superficiale descritto sul Fatto???
Pur con delle differenze, anche profonde su altri temi, su questo punto i lettori/commentatori più presenti sul Blog convergono inevitabilmente su posizioni critiche, anche sferzanti, nei confronti del mondo fashion e dei VIP… pretendere che ci si esprimiamo in senso opposto è come andare sotto la curva rossonera, a San Siro, e attendersi “forza inter”… (o viceversa, ovviamente).
Genoria. Giusto. Non si pretende la genialità di Foster Wallace. Io mi accontenterei di molto meno, solo un po’ di senso del ridicolo e dei luoghi comuni come “il calore familiare (a pagamento)”. Però è una questione di gusti e ognuno ha i suoi. Magari a qualcuno piace leggere certe storie, pur sapendo che sono un po’ costruite e pompate. Succede anche al pubblico degli amanti dei monti a cui piace sentir raccontare , again & again, storie di passione, amore, morte, avventura, amicizia con gran godimento dell’editoria specializzata. Un mio amico scrittore mi ha detto che il suo editore ha coniato il terminev”cognettata”.” Dai per favore, scrivimi una cognettata che te la vendo subito” così gli dice sempre. Lui resiste, ma presto sarà costretto a cedere.
“se, come dici, la maggioranza dei residenti non vede altro che questo modello di sviluppo”
non l’ho mica detto io: ce l’hanno detto e ripetuto a iosa per giustificare tutte le porcate che hanno fatto e ribadito con interviste a nastro a sindaci, assessori, APT e proloco, votati dai residenti (con diversi interventi storici di locals anche in questo blog)
“Il traffico stradale ha certo anche un pessimo impatto sull’ambiente, ma dal mio punto di vista la qualità della vita dei residenti viene prima di ogni altra considerazione.”
il traffico stradale nel Cadore, non ha poi questo grande impatto sull’ambiente; se danneggia la qualità della vita dei residenti…bé se la sono voluta, e, come dici anche tu, forse è un argomento che capiscono
“allora io faccio parte della minoranza che la pensa diversamente.”
ne sono lieto e magari ci incontreremo per arrampicare a Cortina, che amo e frequento da anni con la famiglia…nel più spartano dei campeggi e tenendomi ben lontano dalla sua putrefatta mondanità! 🙂
Anche David Foster Wallace andò gratis in crociera e ne nacque Una cosa divertente che non farò mai più
Rimanendo sul tema marketta. È prassi nel giornalismo turistico che il giornalista venga ospitato gratis in albergo o nel viaggio. Anche Kracauer partecipo’ gratis alla tragica spedizione sulla quale avrebbe dovuto scrivere una serie di articoli e su cui poi scrisse il libro. Lo dice apertamente e si trattava di una tariffa di 100.000 dollari. Anche il Finalcial Times pubblica periodicamente nell’inserto domenicale resoconti di viaggi avventurosi. Di solito in una finestra c’è scritto: l’autore dell’articolo è stato ospitato nei giorni…e il prezzo complessivo sarebbe stato..Quindi esplicitare sarebbe sempre apprezzabile. In un’altra rubrica di grande successo sempre di FT , Lunch with FT, viene pubblicato il conto del ristorante dove il giornalista offre il pranzo all’ospite ed è un’informazione intressante anche sull’intervistato che propone il ristorante e il menù. La chiarezza e’ sempre aprrezzabile. Poi ovviamente c’è marketta e marketta. Ma questo dipende dall’abilità del giornalista o dalla sua valutazione di cosa gradiscono i suoi lettori. Sono convinto che se tutto fosse andato bene e Kracauer avesse scritto i suoi articoli non ci avrebbe scritto sicuramente banalità, come non ne scrivono di solito i giornalisti di FT nei loro resoconti, spesso pieni di ironia british. Come abbiamo già detto su altri argomenti è spesso un problema di livello più che di cattiva o buona volontà, salvo i casi di evidente disonesta’.
Ma i ricchi dovranno pur andare da qualche parte a fare quel che a loro piace come noi no? E allora lasciamoli nelle baite e nel gran baito di Cortina
Moi a Caviola nella mia tana
Bon Nadal a duc!
Insomma, ci vantiamo che siamo i migliori al mondo nello stile e nella moda. Andrebbe stimato il pil che genera. Se lo agganciamo alla unicità delle nostre montagne….in fondo è stile anche quello. Ovvio che questo business porti turisti. Non vogliamo forse sostenere un proprio col tutismo? Non è forse il turismo “industria pesante”? Per l’ambiente, poi, quelle quattro checche che seguono la moda di sicuro non vanno a disturbare animali e piante nei boschi. Quindi, almeno finché non troviamo un altro modo per tener alto nome e pil, queste cose ci possono stare. Giuste le recriminazioni sul traffico, sacrosante direi. Ma ricordo che sulla linea ferroviaria che collegava Calalzo con Cortina ci hanno fatto una pista ciclabile!!!! La giornalista ha fatto il suo lavoro e si è astenuta da dare un suo commento….ce ne fossero!
Fate in molti, una certa tenerezza.
Sul modello di sviluppo del Cadore, che a quanto pare è chiaro per molti commentatori, cito una scritta bellissima che ho visto in un parco pubblico:
VIETATO GIOCARE A PALLA.
E ALLORA NOI CI DROGHIAMO!
Ho un ristorantino in valle e ho anche messo fuori la scritta “welcome bikers” 🙂
@ 20
Il mio schifo non va solo all’articolo indecente pubblicato sul Fatto Quotidiano.
Il mio schifo è causato anche – anzi, soprattutto – dal mondo descritto nell’articolo: un mondo venale, vacuo, futile, avido, superficiale. Un mondo agli antipodi dalla bellezza della montagna. Un mondo che pone il denaro, l’apparenza, l’ostentazione idiota ai primi posti nella scala dei valori umani.
Infine, ma non ultimo, un mondo di valligiani ingordi che, con incredibile impudenza, si presentano cosí:
“Con i soldi possono comprare qualsiasi cosa, ma non il calore delle coccole in famiglia. Ecco, noi gli diamo questo, il calore della famiglia Kraler e, in più, i lussi a cui sono abituati in città”.
Ecco da dove traggono origine i miei conati di vomito.
@20 sul punto che forse la giornalista si è anche divertita, ho già risposto nel mio intervento precedente quando dico che se i giornalisti sono dei “cantori” del sistema, mi riservo la libertà di criticarli come facenti parte del mondo che critico aspramente.
Per quanto riguarda me, non mi considero triste a titolo personale né considero triste quello che scrivo. In ogni casi, come vedi anche qui, non sono l’unico a esprimere una certa posizione. Cmq esser tristi non è reato e quindi ci permettiamo di esserlo.
Non è chiaro invece il motivo della tua irritazione così accesa. Sembra che ti abbiamo toccato nel vivo… Per caso hai un ristorantino in valle? Nulla di male, ma non aspettarti osanna da gente come me: ho (da sempre, non da oggi) una visione severa in generale e in particolare verso quel tipo di mondo. Mettiti il cuore in pace: questo penso e questo sempre penserò, quindi non modifico certo la mia linea ideologica solo per i tuoi strali (un po’ isterici, lascatelo dire). Cerea
Come diceva mia nonna:
” Chi disprezza ama.”
Matteo (n. 19): se, come dici, la maggioranza dei residenti non vede altro che questo modello di sviluppo, allora io faccio parte della minoranza che la pensa diversamente. Il traffico stradale ha certo anche un pessimo impatto sull’ambiente, ma dal mio punto di vista la qualità della vita dei residenti viene prima di ogni altra considerazione. Anche perché, se vuoi fargli cambiare idea sul “modello di sviluppo”, devi far leva su un argomento che capiscono. Sempre poi che ce l’abbiano un’idea sul “modello di sviluppo”: dalle mie parti la maggioranza delle persone ha votato contro l’immigrazione e a favore di un atteggiamento più tollerante nei confronti dell’evasione fiscale. Cosa vuoi che gli importi del modello di sviluppo del turismo, quella è una cosa di cui parliamo io e te, e mi pare che siamo sostanzialmente d’accordo, tra l’altro.
Le espressioni di meraviglia o fastidio (Gallese), le espressioni di schifo (Bertoncelli), la derisione (Benassi, Matteo), sono tutti commenti riferiti al lavoro di una giornalista che, da quello che capisco, neppure sa di essere stata ripubblicata su questo blog. Questo è un fatto e a nulla vale l’obiezione di Carlo Crovella, secondo cui questa sarebbe una mestierante che scrive le cose che le ordinano di scrivere. E se invece fosse convinta di quello che fa? e se invece – infamia delle infamie – nel suo soggiorno di lavoro a Cortina si fosse anche divertita?
Come ho già scritto, l’unica cosa che ci si potrebbe e che le si potrebbe chiedere è questa: è un articolo sponsorizzato? Ci sono testate che, correttamente, lo renderebbero noto (es. il Post). E comunque chissenefrega.
Quanto a Crovella, dove scrive che a essere stata messa alla gogna è “una scelta redazionale che esalta uno stile di vita”, gli rispondo e ribadisco: sei triste. Ma non dico triste tu, come persona (io manco ti conosco, figurati): è triste quello che scrivi. Partiamo da un concetto: c’è stato un tempo in cui l’après ski e le farfalline all’inguine mi piacevano, eccome se mi piacevano. A te invece queste cose danno fastidio, le trovi “disgustose” (salvo concederti di tanto in tanto un po’ di “relax visivo”, come hai scritto altrove) e a maggior ragione non vuoi che queste cose accadano in montagna, che restino nelle metropoli, che i giovani vadano a divertirsi nelle metropoli. Le montagne ai pensionati, la pianura ai giovani che – conati di vomito di Bertoncelli sullo sfondo – hanno voglia di divertirsi. Queste argomentazioni mi rendono triste, mi fanno pensare al tempo che passa, mi fanno pensare alla morte. Ora, Crovella, puoi dire quello che vuoi ma non dire che ho preso roma per toma. Anche l’uso di questa espressione mi fa pensare alla tempo che passa.
Claudio, “tuo modello di sviluppo” è una costruzione verbale impersonale e non necessariamente (o totalmente) riferita a te (Claudio); poteva anche essere espressa come “se si sceglie un certo tipo di sviluppo, allora…”
“questo turismo ha poi come minimo un risvolto negativo, questo sì da bestemmie, nel traffico assurdo da Pieve di Cadore a Ponte nelle Alpi. Questo pesa sugli abitanti del posto, e bisognerà far qualcosa prima o poi.”
A mio parere, il peso del traffico in Cadore sui residenti è proprio l’ultimo dei risvolti negativi di questo modello di turismo. Sopratutto considerando che, a quanto pare, sia la maggioranza dei residenti a non vedere altro che questo modello di sviluppo e a non pensare o volerne una alternativa.
Quindi il fatto che in realtà siano altri che ingrassano e che loro, e ancor di più i loro figli, devono sopportarne gli effetti peggiori, mi commuove ben poco!
Comunque io non voglio prendere in giro la “giornalista”…io la vorrei sottoporrei a punizioni corporali o almeno a una completa rieducazione di vecchia scuola.
Come mi rifiuto di considerare giornalista gente come lei (o come Fede o Feltri)
Terrei comunque distinti i due temi. Uno è quello della pratica delle “marchette” nella pubblicistica e sui social, l’altro è quello del contenuto della “marchetta”, in questo caso un certo modo di vivere il turismo montano/mondano. Perché esistono anche le “marchette” alternative e tutti i giorni uno sguardo un po’ attento le vede, ma sempre marchette sono. Il contenuto le nobilita? Bel tema. Antico peraltro.
Io non sono meravigliato.
IO SONO SCHIFATO.
Per @Claudio.
Non ho deriso la giornalista. Mi sono limitato ad esprimere una mia reazione al tipo di descrizione. Non c’è nulla di denigratorio. Però sarò libero di considerare il fatto che quel tipo di ambiente mi infastidisce? L’ambiente, non la giornalista, che fa il suo mestiere.
Inoltre, non c’è stupore da parte mia. C’è fastidio verso quel mondo. Puro fastidio. Nulla di profondo.
*casolare diroccato
Matteo, se vuoi prendere per il culo la giornalista Ilaria Mauri, perché non vai a commentare direttamente sotto ai suoi articoli, anziché farlo qui, di nascosto da lei. E per quanto riguarda il mio modello di sviluppo, tu cosa ne sai: ma davvero il tuo problema è la gente ricca che va a divertirsi a Cortina?
Quello che penso è che questo turismo che arricchisce i proprietari del ristorante tal dei tali sulle piste di Cortina – e in misura molto ma molto minore, e a prezzo di grossi sacrifici personali, i loro dipendenti stagionali – questo turismo ha poi come minimo un risvolto negativo, questo sì da bestemmie, nel traffico assurdo da Pieve di Cadore a Ponte nelle Alpi. Questo pesa sugli abitanti del posto, e bisognerà far qualcosa prima o poi. Hai qualche idea o ti basta prendere per il culo una giornalista il cui lavoro potresti tranquillamente ignorare (l’unica cosa sensata che mi viene da dire è che quando pubblicano certe cose dovrebbero, per correttezza, segnalare che si tratta di promozione, non dico sponsorizzata ma quasi, nel senso che qualcuno la seratona al rifugio, alla giornalista, l’avrà pagata; però francamente chissenefrega).
Certo i risvolti negativi di “questo modello di sviluppo” possono essere molti altri e possiamo anche parlarne, ma se ti piace credere che il problema sia la sfilata di moda al rifugio, e che prima di essere ristrutturato questo posto potesse essere un “casolare ristrutturato nella neve intonsa”, allora sei un’anima bella anche tu.
@5 nessuno di noi si muove con l’intenzione di mettere alla gogna i giornalisti. Questo l’abbiamo chiarito molto a fondo in altre occasione: non si può ripetere tutto ogni volta, partendo, ogni volta, da Adamo ed Eva. Gli articolisti, se (come solitamente avviene) ricevono dai capiredattori il compito di descrivere un certo fenomeno, positivo o negativo che sia, lo descrivono e basta, asetticamente.
Piuttosto mettiamo alla gogna la scelta redazionale (comune, ahimè, all’intero mondo dei media, non solo cartacei – quindi anche TV, social, altri blogg ecc ecc ecc) di esaltare uno stile di vita che (parlo a titolo strettamente personale) io disprezzo in assoluto e in particolare se trasportato in montagna.
Lo stile di vita “sotto il vestito niente”, le gag dei cinepanettoni (di cui, guarda caso, il capostipite invernale fu ambientato proprio a Cortina), l’après-ski, le cene in baita, la jacuzzi sul bordo della neve, sushi in quota, le farfalline all’inguine, i trenini brasiliani ecc ecc ecc danno particolarmente fastidio, specie se trasportati in quota. Fosse per me, li distruggerei con il lanciafiamme ovunque e comunque. Posizione radicale, lo so, ma io non sono un tipo da mezze misure: o bianco o nero. Lasciamo quindi esistere, questi fenomeni consumistici e disgustosi, ma almeno restino nelle metropoli. In tal modo, tra l’altro, evitiamo l’inquinamento degli scappamenti di 7-8 ore di viaggio in auto. Credo che sia legittimo criticare tutto questo “mondo”, e anche aspramente, per cui non mi tiro indietro.
Tornando ai giornalisti non prendo neppure in considerazione l’ipotesi che i giornalisti, anziché semplici descrittori asettici dei fenomeni, siano dei “cantori” convinti di questo mondo. L’ho già detto che parto dal presupposto che siano degli articolisti distaccati e quindi non sono minimamente polemico nei loro confronti. Se però qualcuno di loro si sente “colpito” da questo tipo di considerazioni (excusatio non petita…), mi porta a immaginare che egli sia più convinto e più “coinvolto” della mia prima impressione. In tal caso (ma solo in tal caso…), a titolo personale, modifico la mia polemica indirizzando anche nei confronti dei “cantori”. Finora non si hanno prove provate che gli articolisti siano dei “cantori”, per cui tutte le illazioni su eventuali polemiche da parte mia nei confronti dei giornalisti sono solo stupidaggini.
Per quanto riguarda la mia presunta “tristezza”, rassicuro il lettore che so anche essere allegro e scanzonato. Da ragazzo ero noto ANCHE per fare il capo-coro nei canti goliardici, comprese le famose “osterie”, durante i ritorni in pullman dalle gite o nelle serate in rifugio. Sono passati alcuni decenni, è vero, e il mio stile di vita è più posato e maturo. Ma il post non è incentrato su Crovella e sui suoi stati d’animo: qui ciò che rileva è che NON è vero che il divertimento in montagna sia incentrato su sfilate e party mondani. Lasciamo tutto ciò in pianura e riportiamo la montagna alla sua vera natura: d’inverno boschi innevati e silenziosi. Se non agiamo anche su questo tassello, è inutile che facciamo poi delle battaglie ambientaliste. E’ questo mondo che “mangia” nuovi terreni con altri impianti (es Cime Bianche in VdA): per contrapporci efficacemente ai nuovi impianti, dobbiamo arginare e, se possibile, espellere il mondo fatuo dalla montagna.
Nel frattempo, privati di Valentino e dei pullman di tr… berlusconiane, i “poveri” turisti di Cortina potranno ingannare il tempo leggendo Le cheminau de la montagne (Il vagabondo delle montagne) di Léon Zwingelstein o Ski sauvage (non c’è bisogno di traduzione) di Francois Labande.
Repetita juavant. Cerea.
Continuo a non capire di che cosa vi stiate meravigliando.
invece di sparlare di affetto e amicizia, perchè non parlano di opportunismo, di soldi, recitazione.
Ma ci vuole tanto ad essere SINCERI ogni tanto.
Il mio giudizio, a partire da Ilaria Mauri per finire con il fashion system e passando per il Cortina Fashion Weekend, è il seguente: 😳😖😠😡🤬👹☠.
… … …
“Con i soldi possono comprare qualsiasi cosa, ma non il calore delle coccole in famiglia. Ecco, noi gli diamo questo, il calore della famiglia Kraler e, in più, i lussi a cui sono abituati in città”.
Scusate, ma a questo punto mi ha preso un conato di vomito.
“è giusto deriderla per come fa il suo mestiere?”
No, in effetti…
il suo mestiere andrebbe vietato e lei bastonata sulla pubblica piazza!
Quanto al traffico, se il tuo modello di sviluppo è attirare in montagna quanti più gonzi, ricchi, riccastri, spandimerda e obnubilati imitatori proletari, bé, non ti puoi lamentare del traffico!
All’espressione di Gallese io avrei messo un PORCO!
Questa è proprio bella!!
Me lo immagino che affetto e che amicizia.
E già. Un redazionale è un redazionale e ha un suo canone, anche stilistico. Pure sul Fatto Quotidiano. Si sa, non per nulla abbiamo fatto il militare a Cuneo. Ah…a proposito…io lancerei una petizione su change.org a favore della dipendente di Gardaland licenziata perché metteva foto in mutande su Only Fans per arrotondare lo stipendio di 1000 €. La CGIL dei vecchi compagni come Panzeri, ex segretario della Camera del lavoro di Milano dei miei tempi, lo avrebbe fatto sicuramente. Cerea
Sinceramente, non ci vedo nulla di strano.
Paolo Gallese, ci sono giorni in cui questo bel blog si trasforma, letteralmente, in una gogna di giornalisti (peraltro ignari, mi par di capire): se scorri tra i titoli pubblicati da Ilaria Mauri, trovi Swatch, Armani, Prima alla Scala. Il restyling di un rifugio del comprensorio sciistico di Cortina fa parte di queste cose, di questo “bel mondo”, come dici tu, e quale altro modo di descrivere questa roba, se non quello usato dalla giornalista in questione: tu ne conosci uno migliore? è giusto deriderla per come fa il suo mestiere?
Poi io vorrei capire cosa abbia a che fare questo articolo di giornale col discorso sulla sostenibilità del turismo di montagna. Il commento di Crovella, poi, è la solita tirata da borghese, senile e triste, per cui chi si diverte è sempre colpevole di qualcosa. Stanco riempitivo di un blog che forse si è auto-condannato a pubblicare ogni santo giorno, avrà come unico risultato – prevedo e forse malignamente spero – di attirare la trollata dell’utente Alberto che, come le battute di caccia di Willy il Coyote, finirà per essere censurata nel giro di pochi minuti, il tempo, per Alessandro Gogna, di accorgersene.
L’unica cosa interessante dell’articolo qui ripubblicato è la noticina finale sul traffico: quella, e non la sfilata di moda in rifugio, è la sola cosa insostenibile di questo turismo. Se abiti in Cadore o a Longarone, e per qualsiasi motivo devi andare a Belluno, o viceversa, sei obbligato a fare coda in mezzo ai turisti, anche per ore. Parliamo di questo, se proprio dobbiamo parlare di qualcosa.
..e mancano ancora più di 3 anni alle Olimpiadi “Milano Cortina”.. mi chiedo quante altre assurdità come questa nonché quanti altri nomi inutili in ogni ambito, ma soprattutto in quello della montagna, tipo Santanchè o Malagò (con tanto di accento finale naturalmente), dovremo leggere prima che su questa manifestazione che avremmo fatto meglio a lasciare ad altri, cali il sipario, lasciando il solito strascico di soldi svaniti nella realizzazione di opere realizzate solo per essere utilizzate una sola volta e magari neppure quella perchè ultimate fuori tempo massimo..!? L’Italia è e continuerà a rimanere il paese più bello e le Dolomiti le montagne più belle del mondo, senza alcun bisogno di manifestazioni inutili quanto devastanti della natura, e il turismo continuerà a vivere delle nostre bellezze naturali anche e soprattutto “se” i sopracitati personaggi cambiassero mestiere evitando inutili sprechi alle nostre già scarse risorse finanziarie..!? Vivendo a Bormio, e vedendo giorno dopo giorno dove vanno a finire i milioni destinati alle Olimpiadi, anzi non vedendolo affatto, visto che qui si continua a sentir parlare di strade e impianti nuovi, ma non si vede nulla (e non so se dire purtroppo o per fortuna), mi domando dove ed in quali tasche vadano a finire tutti questi soldi?.. ma soprattutto mi chiedo cosa scriveranno i reporter di tutto il mondo, quando arrivati qui per commentare le discipline tecniche dello sci, si accorgeranno di essere stati catapultati nel medio evo..!?!
No, la mia esclamazione era riferita al tenore dell’articolo, al modo in cui descrive un certo bel mondo. Fa una certa impressione nonostante tutti noi sappiamo bene come quella sia una parte di realtà, con il suo peso.
Ah, non sono un’anima bella. Anzi… 😄
Gallese, anima bella, parliamo di un esercizio commerciale situato sulle piste da sci di Cortina d’Ampezzo: il “casolare diroccato nella neve intonsa” esiste solo nella testa di Carlo Crovella.
Dio mio…