Cosa fare se si incontra un orso?

Gli orsi tendono ad evitare l’uomo, ma in zone molto frequentate un contatto è possibile.  Cosa fare se questo avviene durante una passeggiata nei boschi? E se abbiamo con noi un cane? E quando è possibile che il plantigrado ci attacchi? Ecco come comportarsi nelle diverse situazioni: cosa fare ma anche cosa non fare.

Cosa fare se si incontra un orso?
(e cosa non fare)
di Silvia Morosi, con la consulenza di Andrea Mustoni
(pubblicato su corriere.it/animali il 4 marzo 2025)

Dopo l’incidente in cui il runner 26enne Andrea Papi ha perso la vita, il 5 aprile 2023, aggredito dall’orsa Jj4 nei boschi sopra Caldes, in Trentino, si è accesala discussione sulla pericolosità e problematicità di questi plantigradi. Ed è stata rilanciata in queste ore, dopo la morte di un motociclista italiano in Romania, attaccato dopo che si era fermato a scattare alcune foto a distanza ravvicinata. Se da un lato i contatti con gli orsi avvengono sempre più spesso, anche con esemplari che raggiungono i centri abitati, è bene ricordare come in generale questi animali non siano aggressivi e non rappresentino un pericolo per l’uomo, che tendono piuttosto ad evitare. Attraverso questa guida, redatta con la consulenza scientifica di Andrea Mustoni, zoologo del Parco Naturale Adamello-Brenta, vogliamo offrire alcuni consigli su come gestire un eventuale incontro. 

L’orsa Jurka, una delle capostipiti della popolazione di orsi bruni del Trentino-Alto Adige. Foto: Provincia di Trento / Ansa.

Partiamo dai numeri 
Gli attacchi da parte di orsi sono molto rari, e in genere sono finalizzati all’autodifesa, non a un comportamento predatorio. Lo studio più aggiornato e su larga scala – citato nella rivista del Parco I Nuovi fogli dell’orso di marzo 2024 – è quello pubblicato nel 2019 da Bombieri et al. e raccoglie gli eventi registrati nel mondo tra il 2000 e il 2015. Si parla di 664 attacchi documentati distribuiti nelle tre macroregioni nelle quali la specie è presente: 183 attacchi in Nord America (Usa e Canada), 291 in Europa (esclusa la Russia) e 190 nella “macroarea est” (Russia, Iran e Turchia). In media si tratta di 39,6 attacchi all’anno nel mondo, e per l’Europa di 18,2 aggressioni all’anno che, escludendo la Romania, si riducono a 10. Negli ultimi 150 anni in Italia sono state documentate 9 aggressioni da orso nei confronti dell’uomo, di cui una fatale.

Una convivenza necessaria
L’orso bruno (Ursus arctos) abita i boschi delle Alpi da sempre, ma a partire dal Settecento la ricerca di nuovi spazi per le attività agricole e il disboscamento ne hanno compromesso la sopravvivenza. Per scongiurarne l’estinzione, il Parco Naturale Adamello Brenta, in collaborazione con la provincia autonoma di Trento e l’Ispra, ha promosso il progetto «Life Ursus» finanziato dall’Unione Europea e durato dal 1996 al 2004. Grazie all’iniziativa, una decina di esemplari sono giunti sulle Alpi centrali dove oggi se ne contano in tutto un centinaio. «Prima di entrare nel dettaglio dei comportamenti da attuare in caso di incontro con l’orso, è necessario ricordare che ci muoviamo in una logica nella quale è giusto ricercare la convivenza. Gli orsi ci sono, sono nei nostri boschi, li abbiamo voluti, li ha voluti la nostra società, anche attraverso un apparato di leggi e direttive provinciali, regionali, nazionali, comunitarie e anche internazionali che ci fanno capire che siamo di fronte a un animale particolarmente importante per l’uomo, sia da un punto di vista ecologico sia anche culturale», sottolinea Andrea MustoniLa convivenza tra uomo e orso, e più in generale con grandi carnivori, non è facile ma non è nemmeno un’utopia: è necessario investire in questa direzione culturale per garantire un futuro migliore all’uomo, alla società e alla natura in generale.

Quando un orso decide di attaccare?
L’orso è un animale dall’indole pacifica che solo in casi molto rari e particolari può essere pericoloso per l’uomo, ma rimane «un animale selvatico particolarmente grosso, forte, vigoroso. Quindi un margine di pericolosità ai confronti dell’uomo c’è e anche le aggressioni che ci sono state in Trentino negli ultimi anni confermano questa evidenza», chiarisce Mustoni. «Bisogna cercare di conservare l’orso nei nostri boschi, ma allo stesso tempo, può sembrare un controsenso, evitare l’incontro con questo grande animale che, come tutti i selvatici, mantiene un certo grado di imprevedibilità comportamentale, che lo rende pericoloso nel momento in cui lo si incontra», ricorda. Gli orsi attaccano l’uomo solo in casi molto rari e generalmente legati alla difesa del cibo, dei cuccioli o del loro «spazio vitale» quando vengono sorpresi da vicino. Per questo motivo è una cosa utile conoscere alcune semplici regole di convivenza. 

Cosa non bisogna fare
Partiamo, allora, da alcune indicazioni per capire innanzitutto cosa NON fare: «Non dobbiamo attirare l’animale fornendogli del cibo con l’intento di vederlo o fotografarlo. Non dobbiamo lasciare cibo o rifiuti organici a disposizione dell’orso. E ancora, non dobbiamo avvicinarci nel caso di un avvistamento a distanza nel contesto del quale l’orso non si è accorto della nostra presenza. Infine, nel caso in cui l’orso si sia accorto della nostra presenza non si deve cercare nessun tipo di interazione con lui e ci si deve allontanare lentamente». 

La giusta distanza
La prima fondamentale regola, per citare il film di Carlo Mazzacurati del 2007, è quella della giusta distanza: «Da tanti anni lavoro sugli animali selvatici e ho maturato la convinzione, amandoli profondamente, che tra l’uomo e gli animali selvatici ci debba essere una distanza, una barriera. Noi dobbiamo godere della presenza degli animali ma a distanza, senza disturbarli o entrare in contatto con loro. Quindi con l’orso ancora di più dobbiamo cercare di evitare l’incontro, con tutta una serie di accorgimenti all’interno dei boschi o degli ambienti naturali. E quando lo si incontra, il primo suggerimento che mi viene da dare è quello di allontanarsi o, quando non è possibile farlo, non interagire con l’orso», ricorda l’esperto.

Le situazioni di pericolo nei boschi
Torniamo al concetto di paura: può sembrare un paradosso perché nel caso di incontro con un orso, i primi ad avere timore siamo proprio noi uomini, ma anche l’animale, se sorpreso può spaventarsi e in rari casi diventare aggressivo. «È come se noi entrassimo in un locale e dietro la porta ci fosse qualcuno che ci fa il classico “buu”. Rimaniamo sorpresi e ci spaventiamo e possiamo reagire in modo scomposto. Inoltre, con l’orso è essenziale evitare le situazioni nelle quali può interpretare la nostra presenza come un pericolo per le sue fonti di cibo, i suoi cuccioli, il suo spazio vitale», chiarisce Mustoni, richiamando il confine sul quale dobbiamo ragionare quando «invadiamo» la natura e non la consideriamo con il giusto rispetto. «I selvatici e la natura in generale sono elementi di pericolosità: dalla slavina alla zecca, fino all’orso, quello che serve quando ci muoviamo è la consapevolezza, basata sulla conoscenza prima che sull’emotività».

Come valutare la pericolosità di un orso
L’orso bruno nei secoli si è evoluto con una serie di comportamenti e atteggiamenti utili a segnalare a distanza il proprio «disagio», prima che attaccare con un contatto fisico. Raramente l’orso esibisce i denti mentre più spesso realizza vocalizzazioni quali forti rugli e/o soffi, spesso accompagnati da movimenti evidenti del capo. In casi ancora più rari può effettuare rincorse o finti attacchi. Una curiosità? «Come tutti i mammiferi, anche gli orsi e i selvatici guardano ci guardano negli occhi nel momento dell’incontro: è importante, allora, distogliere lo sguardo, in caso contrario, il nostro atteggiamento può essere interpretato dall’animale come una sfida. Se li fissiamo o se addirittura ci mostriamo aggressivi con l’idea di spaventarli, possono diventare più aggressivi. Gli esperti invece consigliano di alzare la voce senza urlare e allontanarsi, ma senza correre», sottolinea Mustoni.

Segnalare la propria presenza
È sempre importante segnalare la propria presenza: la quasi totalità degli orsi cerca di evitare l’uomo e fare rumore può spingerli a tenersi lontani, il più delle volte senza nemmeno entrare in contatto visivo con l’uomo. «Camminando nel bosco, soprattutto se fuori sentiero, è una buona regola “chiamare” saltuariamente l’animale (“hei orso, ci sei?”), come avviene in America (“hey bear!”). È chiaro che persone come me che sono cresciute nel tentativo di vedere animali selvatici a distanza, rispettando il bosco, fanno fatica a produrre rumore. La montagna resta un tempio del silenzio, ma in alcuni casi dobbiamo trasgredire questa regola, e usare la voce che è lo strumento che abbiamo sempre a nostra disposizione», precisa. Possiamo, poi, utilizzare campanelli attaccati allo zaino o dei fischietti, come quelli dei bagnini o degli arbitri di calcio, il cui rumore viene percepito dagli orsi anche a grande distanza.

Come gestire le attività outdoor
Le attività sportive richiedono degli accorgimenti: correre in montagna è una delle più rischiose nel caso si incontri un orso che può rimanere sorpreso a causa della velocità delle nostre azioni. A cosa prestare attenzione? Alla scarsa visibilità dell’area, come nei boschi fitti o in prossimità di curve o tratti «ciechi»; in questi casi è opportuno segnalare la nostra presenza producendo rumore. Altri fattori capaci di aumentare il rischio sono la scarsa frequentazione antropica dell’area e l’ora del giorno nella quale ci muoviamo. Correre da soli espone a un rischio maggiore che praticare lo sport in gruppo. Quindi, «ricordiamoci anche in questo caso di fare rumore, segnalare la nostra presenza, cercare di non sorprendere un orso con movimenti bruschi o improvvisi. Chi corre in montagna, è più a rischio di chi fa escursioni con la famiglia, che a rischio non è», precisa Mustoni.

Quando si è in bicicletta
Anche la mountain bike può essere un elemento di rischio da questo punto di vista, perché ci si muove molto velocemente, anche se su una strada battuta. A cosa fare attenzione? Ancora una volta, all’orario di attività – le ore crepuscolari sono più a rischio del pieno giorno – e all’essere in compagnia di altri bikers. Attenzione alle curve «cieche», dietro alle quali si può trovare un orso; anche in questi casi, prima della curva è opportuno produrre rumore in modo che il plantigrado possa allontanarsi.

Gli orari dell’orso
Ci sono ore in cui l’animale è più attivo, quelle del crepuscolo, mattutino e serale. Anche se l’incontro può avvenire anche nelle ore centrali della giornata, sappiamo che gli orsi si muovono più frequentemente la mattina e la sera, come peraltro tutti i selvatici.

Come comportarsi se si ha un cane al seguito
Per evitare incontri a sorpresa con gli orsi è utile – lo abbiamo ricordato – fare del rumore o parlare ad alta voce, soprattutto se si è soli e nel bosco c’è scarsa visibilità. Se siamo accompagnati dal nostro cane, «è importante ricordarsi di tenerlo al guinzaglio quando ci si muove in zone dove è stata segnalata la presenza dei plantigradi. Il nostro migliore amico non va molto d’accordo con l’orso… Se il cane è libero c’è infatti il rischio che rincorra un orso, disturbandolo o attaccandolo, e che lo porti poi verso di noi nel tornare indietro in cerca di protezione», evidenzia l’esperto, ricordando come all’interno del Parco Naturale Adamello Brenta i cani devono sempre essere tenuti al guinzaglio in base alle Norme di Attuazione del Piano del Parco, che ha lo scopo di tutelare la fauna in generale. Il cane, aggiunge, «è un elemento spesso presente nelle aggressioni dell’orso nei confronti dell’uomo che sono documentate a livello mondiale: probabilmente riesce ad aumentare la paura del selvatico, la sua tensione e la sua aggressività. La prima cosa che dobbiamo evitare è che il cane, fiutato un orso, si butti sulle sue tracce, impedendo all’orso di andarsene naturalmente, o addirittura poi tornando verso il padrone, inseguito». Il guinzaglio protegge noi stessi, ma anche il nostro cane, da un incontro che può essere negativo.

Cosa fare quando andiamo a funghi
Anche quando andiamo a raccogliere funghi o frutti di bosco, restano le stesse accortezze, trattandosi di attività che presuppongono l’abbandono dei sentieri principali e l’approccio ad aree spesso poco frequentate dove gli orsi possono trovare rifugio. Privilegiamo, allora, la compagnia di altre persone; facciamo rumore; parliamo ad alta voce; effettuiamo l’escursione in aree dove non è stata recentemente segnalata la presenza di orsi

Cosa fare se si avvista un orso sulla neve
Sono rarissimi i casi di avvistamento in inverno: «In 25 anni circa di presenza dell’orso in Trentino, diciamo di nuova presenza dell’orso in Trentino dopo la reintroduzione, a mia memoria è capitato una volta sola, forse due che gli orsi fossero avvistati in prossimità delle piste da sci», racconta Mustoni. Gli orsi normalmente da novembre fino a marzo sono in ibernazione, quindi dormono: ma l’ibernazione può essere interrotta, e alcuni orsi possono riposare per un periodo molto breve. I consigli dell’esperto? «Anche in questi casi valgono i criteri di cui abbiamo già parlato: mantenere le distanze come con tutti i selvatici, non avvicinarsi per fare delle fotografie, mai; godersi lo spettacolo da lontano, in assoluta tranquillità, allontanandosi il prima possibile; evitare qualsiasi tipo di interazione».

E se l’orso è molto vicino o si sta avvicinando?
Nella situazione estrema in cui l’orso sia molto vicino ci sono delle ovvie difficoltà di gestione della situazione ed è sempre bene evitare ogni tipo di reazione e mostrarsi passivi. «Stiamo parlando di incontri ravvicinati, non a distanza: in questi casi non dobbiamo mostrarci aggressivi nei confronti dell’orso, quindi è bene non alzare le braccia, non urlare, non cercare di spaventare l’animale per mandarlo via, farsi piccoli. Magari chiudendo le spalle e chinando il capo, addirittura mettendosi per terra lentamente, fino ad arrivare all’ultima soluzione, che è quella di coricarsi con le mani dietro la nuca e non interagire con l’orso. Personalmente – racconta Mustoni – ho vissuto questa situazione e, nonostante sia abituato a lavorare con gli animali selvatici, per me non è stato facile. Posso quindi capire quale tempesta emotiva possa vivere chi ha già una comprensibile paura dell’orso. Quando è possibile pensiamo ad allontanarci con calma, cercando di gestire la situazione per non aumentare la tensione e la paura che l’orso ha nei nostri confronti, e non accrescerne l’aggressività. Gli orsi sono pericolosi solo quando sono spaventati».

Facciamo chiarezza sullo spray anti-orso
Ricordando che la vendita delle bombolette spray anti-orso è attualmente proibita in Italia, «come Parco ci siamo sempre battuti perché – anche dove l’uso è consentito – lo spray venga considerato come “l’ultima linea difensiva” nei confronti dell’orso e mai sostitutiva rispetto alle altre misure di sicurezza di cui abbiamo parlato. Se ne fa un gran parlare, ma pochi sanno che è pericoloso in un contesto molto più ampio di quello del bosco se non si sa utilizzare nel modo corretto. La nostra legislazione lo considera un’arma, tanto che in Trentino lo possono usare solo i membri del corpo forestale che hanno il porto d’armi. Può essere addirittura controproducente, e far spaventare l’animale ancora di più. Come il fucile, dà una finta sicurezza. Certo, ci sono delle statistiche che arrivano dal Nord America che dicono che usato bene funziona, ma nella maggior parte dei casi anche chi lo possiede non fa in tempo a usarlo», spiega l’esperto. La soluzione, ancora una volta, è la conoscenza dell’animale. 

È l’orso che si deve adeguare all’uomo o viceversa?
Concludiamo questa guida richiamando il tema della coesistenza possibile a cui ci siamo ispirati. «L’orso c’è. Diventa un dovere civico conoscerlo. Le persone che si recano in montagna e nei boschi hanno il dovere civico di informarsi sulla sua presenza. C’è un solo bene che è la conoscenza, e un solo male che è l’ignoranza. Solo la conoscenza ci permette di ridurre al minimo la possibilità di incontro oppure di gestirlo nel modo più corretto. In un contesto sociale nel quale il dibattito è particolarmente accesso, lancio una provocazione e do una risposta pragmatica: è l’orso che si deve adeguare all’uomo in un contesto come quello delle Alpi, la catena montuosa più antropizzata. Da parte nostra, però, qualcosa dobbiamo fare: penso a misure come i cassonetti anti-orso o di rifusione dei danni. L’orso è animale che potremmo definire “intelligente”, capace di apprendere e modificare il proprio comportamento: per questo riesce a sfruttare gli ambienti anche fortemente antropizzati, è capace di interpretare le situazioni nelle quali vive, e riesce spesso ad adeguarsi alla nostra presenza. Se vogliamo il bene degli orsi dobbiamo tenerli lontani da noi: non lasciare cibo, non avvicinarci per fare fotografie, non abbandonare la spazzatura. L’orso non vorrebbe, ma si fa portavoce inconsapevole di questo messaggio. Senza di loro saremmo più poveri, prima culturalmente e poi anche dal punto di vista della biodiversità. La loro presenza va assaporata da lontano, come il profumo di una natura ricca, una natura che abbiamo troppo spesso idealizzata ma che è fatta sia di meraviglie, sia di pericoli», conclude.

Cosa fare se si incontra un orso? ultima modifica: 2025-08-14T05:02:00+02:00 da GognaBlog

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40 pensieri su “Cosa fare se si incontra un orso?”

  1. Qualcuno sarà pure contento, ma quella che la sostituirà sarà ancora peggio.

    Ho.paura che hai ragione

  2. Quello per gli animali è l’esito di un rimbambimento tipico di una civiltà votata alla propria estinzione.
    Qualcuno sarà pure contento, ma quella che la sostituirà sarà ancora peggio.
     

  3. Da diversi anni lavoro per una cantina vincola della Valli  del Sarche  e i numeri che mi hanno riferito in azienda, tra sconforto e preoccupazione, sono 7/8 volte superiori alle 100 unita’ di plantigradi stimati nell’articolo.

  4. Già Lupo! ,ed è strano che gli stessi posti dove vive l orsetto non di balsa reintrodotto a ritmo di salsa conviva pure quel fenomeno che continuiamo ostinatamente a definire “overturismo”( parolache mista’sullcazzoincredibilmente) edulcorazione di sovraffollamento di fintobenessere e agiatezza.
    Si spera che le urgenze di orso e uomo non coincidano e che tuttedue siano memori e freddi…sennò addio vademecum!
     

  5. Vi sono molte teche il legno in giro per l alpe con addentro la carta sederea con fuori scritto “in caso incontriate l orso rompere il vetro! “

  6. 31@ sfuggito da ogni controllo , una  gran bella merdaccia! Purtroppo.

  7. “Avete voluto la bicicletta? Adesso pedalate!”
    È però significativo considerare che la bicicletta – cioè gli orsi nei boschi intorno a casa – forse non l’avevano voluta… 
     
    P.S. Ho scritto forse, ma avrei dovuto scrivere certamente.

  8. Ma  che coglioni!!!
    Ancora a menare il torrone per 3 orsi e 4 lupi che non hanno nessuna intenzione di essere aggressivi con l’uomo.
    Cosa fare se sei una donna di 71 anni e ti scontri casualmente con una macchina rubata guidata da 4 rom di 11/14 anni e ci lasci la pelle?
    Un Canadair di benzina sul campo e un fiammifero.
     
    I problemi da risolvere sono altri, altro che orsi e lupi.

  9. La summa teologica della stragrande maggioranza dei commenti è che la reintroduzione degli orsi sloveni (abituati a territori vastissimi) nel NE sia stata una enorme cazzata.
    Chissá se qcuno se ne renderà conto e sia in grado di fare un bel rewind ? (come canta Vasco)

  10. Il Bartezzaghi più il Bersaglio di mattino presto ululanti dalla sdraio a 90€, urlano alla luna dello storione.
    E l’orso fugge. 

  11. @ 25
    Invece non capisco queste tre battute. Forse perché a quest’ora sono un po’ stanco? Può darsi. Però magari me ne arriverà una spiegazione.

  12. @ 23, 24
    Grazie per la puntualizzazione circa il Trentino Alto Adige. Ne sono al corrente. Avrei dovuto evitare l’accostamento delle due province su questo tema. Mi è venuto spontaneo per altre questioni trattate altrove in questo blog, ma che esulano da questo contesto preciso. Quindi ho sbagliato.
    Il secondo errore invece non lo vedo, dal momento che ho specificato che si tratta di orsi non autoctoni.
    Grazie per alcune informazioni utili contenute nei suoi commenti.

  13. Quelli che credono che il cane sia un sostitutivo del figlio, ooohhh yeahhh.
     
    Quelli che quando parcheggiano l’auto ci mettono un sasso dietro la ruota,  ooohhhh yeaaaahhh.
     
    Quelli che credono che Gesù bambino sia Babbo Natale da giovane, ooohhh yeahhhh

  14. Una precisazione,mi scuso per alcuni errori di battitura L’orso maschio raramente attacca,cosa invece frequente nella femmina con i piccoli,ma questo è comune nel mondo animale,anche nell’essere umano.Oggi vi è da dire che a differenza del passato non si sale più per monti,creste ghiacciai e ferrate se non si ha con il proprio amato cane.Ecco questo amabile essere è lo scatenante di molte aggressioni,il cane ringhia,abbaia,l’orso vede una minaccia,il cane noncurante del giuramento di fedeltà al proprio padrone si eclissa,e l’orso che non distingue tra i due chi è più cane..aggredisce il bipede dotato di linguaggio articolato.( da riflettere che molti di coloro che tengono il cane libero,sostengono di averlo addestrato,cosa che regolarmente non fà l orso)

  15. Sig.Lupo80
    chiarire due cose il Trentino è una realtà, lAlto Adige un altra non sono laxstessa cosa ma per definiamola proiezione,vengono assjciate come in unoca realtà.Primo errore
    Secondo errore l’orso non trentino,quello originario non esiste più come ceppo genetico,esiste un orso importato dai paesi dell’est,e che vive,bene solo in Trentino.
    In Alto Adige non ve ne sono,perchè gli Altotesini,non sono trentini.
    Poi vi sono i trentini che abitano a est dell Autobrenner,e qui l autostrada fà la differenza,vige infatti il divieto di attraversarla per ogni essere vivente .anche per cause ben note
    Nell area Bondone gli orsi censiti sono 20,poi vi sono quelli non censiti ne radiocollarati,taluni frequentano ogni realtà vi sia cibo,i centri abitati,i ristoranti,chd assieme alle malghe,producono anche rifiuti edibili per gli animali,che se ne cibano fregandosene delle reccensioni.
    Poi vi è quella ben più pericolosa dell orso come popolazione che maggiormente risiede in Provincia a forme apicali,regolarmente votate dal 45% della popolazione trentina.Fare sempre attenzione,anche qui l Alto Adige non c’entra.

  16. Il Trentino è tutto meno che il tripudio della natura. Direi che oramai è un luna park.

  17. Innanzitutto vanno tenuti in conto i pareri e i sentimenti delle persone che vivono a contatto con la fauna selvatica. Tuttavia, ci diciamo continuamente che la natura va preservata e che non siamo soli. Alla fine però non facciamo altro che continuare ad affrancarci dalla natura, tenendoci di essa solamente quello che non può nuocerci (cosa legittima). Sulla base di questo poi si confezionano le ‘cartoline’. Si tratta solamente di decidere da che parte vogliamo stare. Gli orsi possono essere nuovamente eliminati, e va bene, se è necessario, però poi non presentiamo il Trentino Alto Adige come il custode e il tripudio della natura… “Respira, sei in Trentino”.

  18. Mi associo al commento di Daidola e pongo la domanda a quei cittadini (magari) che difendono la presenza dell’orso in Trentino sul come acceterebbero di vivere con l’orso sotto casa.
    Un conto è l’animalismo da salotto (l’animalismo mi sembra sempre da salotto) del turista lontano o che frequenta le zone con gli orsi e poi se ne torna a casa sua, un altro è quello dei residenti, che hanno molte più probabilità di incontrare questi animali.
    Sia chiaro, io sono un estremo amante della natura, animali compresi ovviamente, ma penso che ognuno debba stare al suo posto e l’introduzione di una specie che necessita di una grande area di caccia in una zona fortemente antropizzata, mi è sembrata una cagata pazzesca (cit.).
     

  19. Ho un po’ il sospetto che il Trentino Alto Adige, per timore di essere sorpassato, stia emulando l’Abruzzo, il quale è arrivato ad avere una presenza molto importante di turisti ambientali sul suo territorio, senza aver fatto ricorso allo sfruttamento intensivo delle sue montagne. L’Orso Bruno Marsicano appare alquanto mite, non si sono mai registrati casi di aggressione, per quanto io ne sappia. Le femmine di orso girano per le viuzze dei villaggi con i loro cuccioli, mentre le persone escono di casa e vanno a fare la spesa, a volte altri orsi si mettono davanti a un forno e aspettano una ciambella. Allo stesso tempo sono molto schivi. Nella mia passata attività di guarda parco ausiliario, non ne ho mai incontrati. Ne ho seguito le tracce, anche durante un loro censimento, anche delle madri con i cuccioli, ma senza poterli avvistare. I lupi, bellissimi coi loro manti coperti di neve, arrivano sino ai villaggi. In Abruzzo però si è saputa trovare una strada, la convivenza tra esseri umani e orsi e lupi è stata spesso problematica ma è atavica; qualcuno si lamenta persino del fatto che gli orsi siano pochi, altri si arrabbiano per i danni che creano. Ma la convivenza c’è, anche perché l’Abruzzo non è un parco giochi e i montanari (e in parte anche i turisti) lo sanno, per cui l’approccio alla natura selvatica è più consapevole. Il Trentino Alto Adige introduce gli orsi e poi abbatte orsi e lupi. Temo che lì, la convivenza tra esseri umani e animali si allontanerà. Dovranno trovare un modo e secondo me non sarà facile. Se questa strada non sarà trovata, le persone vivranno scontente e nella paura, e l’orso finirà con lo scomparire di nuovo. Temo che non ci sarà  la pazienza di assecondare tutto ciò che richiede il raggiungimento di una convivenza, soprattutto i tempi molto lunghi, per di più di fronte a un turismo sempre più aggressivo.
     

  20. Piccola precisazione, la stragrande maggioranza della popolazione trentina NON ha gradito e NON gradisce la reintroduzione dell’Orso. L’operazione è stata fatta senza consultare i residenti e solo per accaparrarsi i contributi della pseudo_comunità europea. Quello che è ancora peggio è che ad oggi nessuna autorità ha comunicato il numero massimo di plantigradi che il territorio (Brenta, Paganella e Bondone) può accogliere senza problemi. Personalmente non ho nulla contro l’orso e non rinunciò a frequentare boschi e montagne pensando di poterne incontrare uno. Ma il problema ripeto è quanto un territorio densamente popolato come una ristretta zona del Trentino ne può accogliere? La situazione è ancora peggiore per gli allevatori. Vogliamo difendere l’allevamento non intensivo ma come sempre in italia solo chiacchere, burocrazia e orsi

  21. Mi sembra che siano stati introdotti, o lasciati riprodure, o entrambe le cose, troppi orsi per un territorio così piccolo, il quale nel tempo si è largamente antropizzato e molto sviluppato in senso turistico, come opportunamente ha puntualizzato Giuliano Bosco. Inoltre, non si tratta di orsi autoctoni, e questo potrebbe pure fare la differenza, anzi, penso proprio che la faccia. Non basta. È passato troppo poco tempo dalla introduzione di questo animale perché si possa parlare di una prossima convivenza tra di esso e l’uomo. Una tale convivenza si genera in tempi molto lunghi e non facilmente, e non senza buoni ragionamenti e buone pratiche. La cosa poi si complica ulteriormente perché l’approccio dei turisti, non dico tutti, si attua sulla base di un sentire, di una umanizzazione sentimentale degli animali che tradisce la mancata conoscenza della natura selvatica. Voglio dire che, quando sento una giovane donna  invitare il suo cane così: “Dai amore, andiamo dalla nonna.” e la nonna è la madre di lei, non so come quella donna possa vedere un orso se lo incontra sul suo percorso. Proprio certi pastori di montagna denunciano l’approccio errato dei turisti ai cani che proteggono le greggi, rischiando di essere aggrediti.

  22. J’aime les ours. Ce sont des animaux paisibles qui n’aiment pas être dérangés, et je les comprends.
    Néanmoins, je préférerais ne pas en rencontrer dans les bois.

  23. Mi permetto di raccontare la mia esperienza con l’orso.  17/06/2021 giretto sopra il lago di Tovel appena dopo malga Tuena nella radura a circa 200 mt di distanza c’era un bel orso. Subito non ero sicuro della cosa, poi Lui ci ha sentito,  si è alzato in piedi e ci ha guardato e allora sono stato sicuro…Come ci ha visto ha cominciato a correre…in direzione opposta alla nostra in direzione nord, mentre noi abbiamo continuato in direzione ovest preseguendo per il  nostro giro, senza correre e cmq voltandosi indietro ogni tanto, giusto così…. Personalmente credo che sia stata un’esperienza molto emozionante: avevo avuto la fortuna di vederli anche Canada, ma vederne uno quà fa un altro effetto. Siamo stati fortunati?  Non saprei mi limito a riportare la cosa.  Comprendo cmq le apprensioni di chi lavora e vive in questi posti.

  24. Mettetevi una maschera con la faccia di Salvini e vedrete che l’orso se la darà a gambe velocemente. 

  25. Sottoscrivo il N.11.
    vogliamo gli orsi, benissimo ma allora si chiude tutta la zona a rischio con chiaro ed evidente divieto di accesso agli umani. Perché non lo si è fatto? Perché insieme all’orso non si voleva rinunciare ai soldi ? Ovvio che una località che chiude un’intera area per rischio orso perderà turismo. E non parliamo di sciocchezze tipo i metodi di convivenza per favore. Non basta la morte di un tranquillo uomo che faceva una corsetta in una sterrata per capire che le due cose non stanno insieme? Se al posto del runner ci fosse stato il figlio di quelli che oggi predicano la reintroduzione e la convivenza? Delle due l’una o l’orso sparisce o intere aree vanno chiuse vietate e chi entra lo fa a suo rischio e pericolo. Quindi pubblicità al contrario, invito a stare alla larga da certi posti e andare altrove.

  26. Premesso che sono sempre stato contrario all’attività venatoria mi chiedo perché in zone come il Trentino occidentale dove gli orsi sono davvero troppi non venga aperta la caccia a questi animali, come quella a cervi e caprioli. Quando leggo, come in questo articolo, delle motivazioni”culturali” che avrebbero giustificato la reintroduzione dell’orso in ambienti molto antropizzati (che se ne erano con difficoltà liberati), mi chiedo come sia possibile non provare sconcerto e sdegno di fronte a simili superficiali e personali affermazioni. Invito inoltre l’autore a non usare il plurale maiestatis per affermare che tutti hanno voluto la reintroduzione dell’orso in Trentino perché questo è falso. Faccio anche presente che i suggerimenti dati per evitare i pericoli dell’orso che vengono per l’ennesima volta elencati in questo articolo sono in gran parte inutili e puerili. Occorrerebbe piuttosto avere il coraggio di chiudere le zone dove c’è l’orso alla frequentazione umana almeno in certi periodi dell’anno, come si fa ad esempio in Canada. Nessuno può infatti garantire che dietro un cespuglio lungo un sentiero ci sia un’orsa pronta a difendere i suoi cuccioli. Se non lo si fa è solo per non essere additati quali responsabili dei gravissimi danni al turismo che tale decisione comporterebbe. Concludo dicendo che la storia degli orsi “problematici”è un’altra vergognosa bufala: come gli umani in certe situazioni tutto gli orsi possono diventare estremamente pericolosi.

  27. Faccio presente che lupi e orsi hanno comportamenti assai diversi. I primi sono un problema per gli allevatori ma molto meno per l’uomo (a mano che non siano canidi).
    L’orso ha già dato ampia dimostrazione della sua estrema pericolosità per l’uomo.

  28. A proposito dei grandi predatori: quanti sono coscienti del fatto che la densità per Km2 dei lupi in Italia è la maggiore al mondo (solo la Svizzera ci contende il primato). Nessuna soluzione facile, ma nessuna “deificazione” dei grandi predatori, anche se sono affascinanti. 
     

  29. Il rispetto della distanza doveva far parte delle valutazioni di chi ha avuto la bella idea di reintrodurre gli orsi dimenticandosi che, rispetto al periodo in cui erano presenti in passato, le attività umane si sono ampliate moltissimo.
    Il risultato ottenuto è quello di una zona in cui la vicinanza media tra i due mammiferi in questione è la più ridotta al mondo.
    Rispetto alla tragedia del runner di Caldes, a me risulta che il tragico incontro sia avvenuto su un normale percorso di allenamento senza ingerenze. Un tragico incontro frutto solo della casualità.
    Ovviamente nulla da dire sugli orsi che si limitano … a fare gli orsi e secondo me è anche sbagliato abbatterli per un comportamento per lui del tutto naturale.
    Ma molto, moltissimo da dire su chi ha consentito che si creasse questa assurda situazione.

  30. Noi dobbiamo godere della presenza degli animali ma a distanza, senza disturbarli o entrare in contatto con loro
     
    Vale per l’orso ma vale per ogni tipo di animale. Per estensione vale per l’intera Natura.

  31. …  Li si ringrazia per aver aver evitato l’estinzione di un animale utile all’ecosistema e sul quale si basa, tra l’altro, gran parte della fama del Trentino di terra dove la natura è incontaminata, e le conseguenti fortune economiche.
    Al di là della reintroduzione dell’orso in Trentino, stiamo oltretutto assistendo ovunque in Italia ad aumento spontaneo del numero degli animali selvatici (speriamo in futuro anche dell’orso marsicano e della lince) e inevitabilmente dobbiamo imparare a come comportarci in loro presenza. Che fare ad esempio con lo sciacallo?
    Se i milioni di cinghiali forse necessitano qualche intervento di controllo in più (a caccia non ci va quasi più nessuno e i lupi non bastano), gli orsi, tra marsicani e trentini forse duecento, occorre assolutamente salvarli.
     

  32. Bisognerebbe anche chiedersi “cosa fare se si incontra chi ha reintrodotto gli orsi in una zona fortementre antropizzata”. Io qualche idea ce l’avrei …

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