Il Sentiero tematico di Cimalegna
Nell’alto vallone d’Olen, sotto al passo dei Salati (Alagna Valsésia), è un itinerario ad anello a circa 3000 metri di quota, lungo il quale sono stati collocati otto pannelli che illustrano la storia geologica di questo settore della catena alpina, le principali rocce affioranti ed i loro suoli. Il sentiero parte dal passo dei Salati, a 2936 m, scende allo storico Istituto Scientifico Angelo Mosso, presso il Lago Bowditch, per proseguire fino all’ex-rifugio Vigevano; si spinge poi a ovest fino al Col d’Olen 2881 m e sale al Corno del Camoscio 3024 m da dove si ha un panorama a 360° sul versante meridionale del Monte Rosa, sulla Valsésia e sulla Valle di Gressoney; il percorso infine scende verso nord ritornando al passo dei Salati.
L’Altopiano di Cimalegna su cui si snoda il percorso è un pianoro glaciale, luogo ideale per esaminare la storia geologica delle Alpi nord-occidentali, con particolare riguardo alle dinamiche geologiche degli ultimi 200 milioni di anni. I pannelli spiegano con fotografie e schemi la storia geologica di questa zona a partire dall’antico oceano della Tetide fino alla formazione delle Alpi, soffermandosi anche sui suoli, che qui si formano in condizioni particolari per la presenza di una zona quasi pianeggiante, di quote elevate e di condizioni climatiche estreme. Per maggiori informazioni vedi:
http://www.areeprotettevallesesia.it/files/sent-geologico-pedologico-cimalegna.pdf
Dall’aprile scorso c’è motivo di ritenere che questa zona stupenda, già comunque sorvolata dall’impianto funiviario del passo dei Salati, sia in serio pericolo.
Uno dei laghetti dell’altopiano di Cimalegna (Vallone d’Olen, Alagna Valsésia)
Monocultura dello sci: nuovi impianti sul Monte Rosa, in zona protetta
a cura del Comitato Noi walser, per un turismo sostenibile e responsabile
(articolo postato su http://www.salviamoilpaesaggio.it/ il 21 aprile 2015)
E’ stato presentato in questi giorni ad Alagna Valsesia presso il Teatro dell’Unione il Piano di Sviluppo di Monterosa 2000 S.p.A., Società a totale capitale pubblico proprietaria e gestore degli impianti di risalita.
Sono ben 15 gli interventi in progetto sul Monte Rosa per un investimento di 15 milioni di euro da realizzarsi in tempi ravvicinati (da 1 a 4 anni) in conseguenza dei quali si verificherà inevitabilmente un incremento spropositato dell’antropizzazione nelle alte quote degli ambienti montani in zone protette coinvolgendo Siti Natura 2000 IT1120028 e IT1120027 Alta Valsesia (SIC e ZPS) in zona dichiarata dal Ministero dell’Ambiente “di notevole interesse pubblico” vincolo D.M. 1 agosto 1985 per l’Alta Valsesia e Valli laterali.
Si programma lo sfruttamento intenso delle risorse idriche per l’innevamento programmato e per centraline idroelettriche, si prevede addirittura un “lago artificiale” a cielo aperto che modificherà in modo significativo l’attuale paesaggio, si progettano collegamenti stradali sterrati in alta quota (2400/2500 mt.), persino tapis roulant che nulla hanno di montano, si compromettono nell’altopiano di Cimalegna zone umide caratterizzate da laghetti alpini e torbiere d’alta quota. Gli interventi comportano una grave intrusione sulla percezione del paesaggio locale.
Il Piano di Sviluppo Monterosa 2000 non è altro che il progetto di un grande Luna Park provvisto persino di luminarie notturne, un parco divertimenti finalizzato al solo profitto senza tenere in considerazione la protezione e la tutela dell’ambiente naturale e del paesaggio così da garantire stabilmente l’efficienza degli ecosistemi, la conservazione della flora e della fauna e dei loro habitat, l’unicità e la bellezza della natura e del paesaggio nel loro insieme.
Vallone d’Olen
Dobbiamo conservare e valorizzare la montagna per quello che la natura offre, dobbiamo salvaguardarla come bene collettivo destinato a soddisfare bisogni profondi, duraturi ed essenziali, dobbiamo assumerci la responsabilità di detenere un bene prezioso e delicato e di consegnarlo alle generazioni future, dobbiamo pensare che anche verso la montagna abbiamo dei doveri e non solo dei diritti. La montagna può essere lasciata lì, per quel che è, per consentire a chi lo desidera di essere contemplata, ammirata, vissuta, nel rispetto della sua natura. Chiunque ami la natura e l’autenticità della montagna deve opporsi a questo scriteriato approccio al modo di fare sviluppo. Date le caratteristiche del territorio, lo sci praticabile ad Alagna non è certo quello dello sciatore principiante o delle famiglie. Alagna è sempre stata meta di sciatori esperti dotati di buona tecnica ed è stata pubblicizzata negli ultimi anni come “freeride paradise”. I costi economici e ambientali degli interventi previsti sono elevati in rapporto ai benefici, considerato che il bacino di utenza è alquanto limitato. Le caratteristiche generali del territorio non consentono di cambiare con successo il target turistico.
E’ tempo che tutti i soggetti del territorio alpino (operatori locali ed enti territoriali) cambino atteggiamento rispetto alla monocultura esasperata dello sci e sempre più volgano l’attenzione verso quelle pratiche sportive che garantiscano il minimo impatto ambientale, sociale e culturale delle strutture e delle attività legate al turismo sul territorio.
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Il monte rosa è stata la mia prima montagna vera, io che vengo dall’appennino. Me ne sono innamorata a prima vista e ad alagna ho passato molte estati bellissime. Se fanno come in altre aree delle e dolomiti, se pure in questo angolo remoto il profitto conta più della salvaguardia di ambienti naturali unici, allora questa sarà la mia ultima estate lassù. Andrò via con la morte nel cuore ma il Rosa devastato ancora di più non lo voglio vedere né vivere….
La comica è che Domenica al ritorno da Alagna ho fatto 4 Km di coda per il semaforo di Campertogno …. e vogliono fare parchi ? Sono ridicoli!