In montagna con i cani

In montagna con i cani
Chi è Børge Ousland? È un norvegese di 52 anni che probabilmente possiamo definire l’ultimo degli esploratori orizzontali, essendo lui riuscito in due imprese che hanno veramente dell’eccezionale, cioè aver attraversato da solo l’Antartide (dal 15 novembre 1996 al 17 gennaio 1997) e l’Oceano Artico (dal 3 marzo al 23 maggio 2001).

Al di là dell’immane impegno richiesto in quei mesi per superare le difficoltà ambientali, la cosa più notevole che caratterizza entrambe le imprese è senza alcun dubbio l’assenza dei cani, quindi la necessità di trainare la slitta con le proprie solitarie e limitate forze.

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Ai tempi di Scott o Amundsen bastava raggiungere il Polo Sud per passare alla storia, e non contava affatto con quali mezzi. Scott fece la scelta di evitare i cani, forse per il principio di fair play di evitare che i cani si dovessero mangiare tra di loro: Amundsen fece la scelta contraria e vinse.

Ma oggi Ousland deve andarci da solo e senza neppure i cani, per avere la sua grande pagina di storia.

Ma, Ousland a parte, non c’è rischio che i cani da slitta rimangano disoccupati, anche a dispetto delle imperversanti motoslitte: perché sono tutti “impiegati” nello “sleddog”!

Questo termine è americano e significa “slitta trainata da una muta di cani”, con un conduttore chiamato musher. Prima dell’ avvento delle motoslitte, lo sleddog era l’unico mezzo di locomozione tra i distanti villaggi del Grande Nord. Gli utilizzatori erano Eschimesi, Indiani Atabaskan e pionieri (cercatori d’oro).

Oggi si utilizza ancora lo sleddog come mezzo di trasporto, ma soprattutto è divenuto uno sport dove i principali protagonisti, cioè i cani, sono considerati veri e propri atleti che corrono instancabilmente anche distanze che superano i 200 km al giorno, come nel caso delle competizioni nord-americane, quali l’Iditarod o la Yukon Quest.

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Leggere ogni anno di queste due grandi competizioni, così distanti dal nostro mondo italico, mi ha sempre affascinato, ed è per questo motivo che davvero mi incuriosii quando per caso venni a sapere dello Sleddog Husky Village di Arnoga in Valdidentro, un paesello a 1874 m vicino a Livigno, in provincia di Sondrio. Lorenzo Tilli, 48 anni, milanese, era un odontotecnico, poi restauratore di mobili d’epoca, ed era scappato da Milano definitivamente nel dicembre 2002.

«Atterrai in Alaska, ad Anchorage, affittai una macchina e raggiunsi Knik, dove Redington Sr aveva il suo centro, e nel giro di pochi giorni entrai a far parte della grande famiglia. All’interno del kennel (allevamento) mi occupavo giornalmente dell’alimentazione, della pulizia e dell’ allenamento dei Teams (mute), un impegno importante, visto che parliamo di una struttura di 130 husky. Nonostante la fatica fisica mi regalava soddisfazioni immense.
Fu la convivenza meravigliosa con i cani, a farmi scattare la molla per aprire l’Husky Village. Lasciai l’Alaska, portandomi in Italia 6 husky (Kobuk, Ruby, Amber, Kuma, Rufus e Luna). Kobuk, il capostipite e mio leader, fu un regalo che mi fece proprio Mr. Redington, prima di morire. Portai in Italia i sei cuccioli: il volo fu abbastanza lungo, e ad ogni scalo chiedevo se me li lasciassero controllare. Volevo farli bere, sgranchire, dovevo coccolarli e rassicurarli. Erano i miei… bambini e senza tante attenzioni si sarebbero spaventati.
Rientrato in Italia, ho sentito la neccesità di ricreare un ambiente dove poter continuare insieme questa splendida avventura chiamata sleddog. Una volta mi ritrovai da solo, in mezzo a boschi di abeti e larici nel cuore delle nostre Alpi, con una muta di 4 husky. Provai un senso di libertà assoluto e fu da subito un colpo di fulmine. Tutte le emozioni lette sui libri, le stavo vivendo in prima persona. In collaborazione con altri musher ho aperto questo Centro per dare la possibilità a tutti coloro che vogliono entrare in questo mondo di venirci a trovare ad Arnoga per provare le emozioni che questa disciplina può trasmettere… continuando così a sognare insieme» racconta Tilli.

Dopo le esperienze maturate nel Grande Nord alaskano dall’estate 1999 alla primavera del 2000, con migliaia di chilometri percorsi sulla slitta in compagnia dei suoi inseparabili cani di razza Alaskan Husky e con l’insegnamento di campioni come Joe Redington Sr, inventore dell’Igitarod, la più grande competizione di sleddog al mondo,, con i suoi 1688 km di traversata con temperature fino a -70°. Tilli decise di portare queste sue esperienze fatte in Alaska nel nostro paese, aprendo un Centro che riproponesse in scala minore le stesse emozioni e le stesse avventure da lui provate: ecco dunque nascere il Centro Italiano Sleddog HUSKY VILLAGE. Arnoga tra l’altro è lo scenario di una delle tappe più belle ed avvincenti dell’Alpirod, la storica gara di slitte trainate da cani più famosa in Italia, dal 1996 sostituita dall’Alpen Trail.

Siamo ai limiti del Parco Nazionale dello Stelvio e siamo venuti a trovarlo. La pelle color cuoio, cotta dal gelo, Tilli non pretende certo di offrire agli appassionati quel mondo estremo che solo l’Alaska può offrire: in ogni caso però l’esperienza è bellissima, vedere come l’uomo possa fare società con i cani, un vero e proprio team di sapore pioneristico nella foresta.

Com’è la vita quassù? «Beh, non è facile. Bisogna esserci tagliati. In questa stagione la neve può arrivare fino a 280 cm di altezza e la temperatura può andare facilmente a -30°. Mi alzo alle 4 del mattino per battere la pista che sale ai Laghi di Cancano, e sono 50 km. Devi fare le scorte di cibo, spaccare per tempo la legna per poter riscaldare la baita, prepararti a restare bloccato anche per giorni. E comunque non è facile tenere allenati e nutrire bene 48 husky… poi devo dividermi tra tutti gli Alaskan, per non creare gelosie… occorre partire con le coccole dal primo e fare il giro di tutti: ne pettini uno, ne accarezzi un altro, a un altro gli parli, e così via…».

I 48 cani sono di cinque diverse razze, alaskan e siberian husky, alaskan malamute, groenlandesi e samoiedo: pesano tutti dai 17 ai 30 kg, con una forza muscolare sbalorditiva. Per mantenerli, la cosa più difficile non è di rifornirli di carne e pesce (tra l’altro congelati, per rinforzare i denti): è l’obbligo di farli correre almeno 20 km al giorno, perché è questo che loro chiedono. Come se l’avessero scritto nel DNA di correre e trainare.

Lorenzo TilliSleddog-lorenzo

Per fortuna Lorenzo non è solo, lo aiuta la moglie Silvia Piolini, istruttore cinofilo, anche lei ben convinta che i cani c’insegnino l’istintività, da noi persa.

Sono cresciuta in mezzo ai cani e quello che so me lo ha insegnato mio nonno, che ne possedeva diversi – spiega Silvia Piolini – ho lavorato per molti anni nel canile dell’ENPA di Crema e questa lunga gavetta è stata impagabile“. Determinata, schietta, innamorata dei cani e della natura, Silvia alterna il suo impegnativo ruolo di mamma della piccola Alaska, lavorando con grande passione nel Centro di Arnoga.
E sì che sono arrivata qui per caso… stavo guardando la televisione e il mio sguardo cadde su un servizio (Mela Verde su rete 4) che stavano trasmettendo proprio sull’Husky Village di Lorenzo Tilli. Andai immediatamente a visitare il sito, e decisi di iscrivermi al corso per diventare musher. Andò tutto per il meglio, al punto che non tornai più a casa. E adesso c’è Alaska… la bimba è piccola, cerca di avvicinare i cani… bisogna solo stare attenti alla manualità dei bambini. A volte per giocare diventano involontariamente maneschi“.

Il Centro Italiano Sleddog HUSKY VILLAGE http://www.huskyvillage.it/ organizza escursioni dove si può essere protagonisti guidando una slitta trainata da una muta di cani (da 2 a 4), accompagnati da un istruttore. Le escursioni sono individuali o collettive con gruppi massimo di 8 persone. Le escursioni sono divise in escursione base da 5 km (30/40 minuti), escursione base da 20 km (2 ore circa) ed escursione da 2 gg. con pernottamento in casetta di legno parzialmente riscaldata.
In mancanza di neve i cani possono trainare dei carrelli su percorsi sterrati.
I corsi sono organizzati corsi di apprendimenti in cinque livelli, per una durata di 12 ore circa complessive. Nota curiosa, a questi corsi possono anche partecipare i cani di proprietà degli allievi, purché in regola con il libretto sanitario.

Silvia PioliniSleddog-silvia

postato il 5 luglio 2014

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In montagna con i cani ultima modifica: 2014-07-05T06:35:54+02:00 da GognaBlog

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