In Trentino meno orsi e meno turisti
di Michele Dalla Palma
“… Scolpita nella memoria l’emozione della prima notte vissuta nel bosco.
Il tramonto, ritmato dai colpi lontani di un picchio, aveva sciolto i contorni del mondo in un’unica, impenetrabile macchia scura. Raggomitolato come un animale nel vecchio sacco a pelo militare, avevo inutilmente sperato che la luce incerta del crepuscolo rimanesse a proteggermi dalle mie paure. L’improvviso, assoluto silenzio del buio mi terrorizzava. Per un istante solo il rumore sommesso del mio respiro aveva riempito l’aria, poi mille voci avevano parlato.
Mi ero costretto ad ascoltare. Distinguevo i linguaggi diversi della notte, del vento, degli alberi, delle creature della montagna. Mi sforzavo di dare identità ai rumori che mi spaventavano. E le paure si erano dissolte nel buio. Mi sentivo parte di un mondo che amavo e desideravo possedere. O esserne posseduto.
Il fischio malinconico di una civetta mi aveva tenuto compagnia fin quando il sonno aveva rubato i miei pensieri. Avevo dodici anni. Quante altre notti ho rincorso le mie fantasie tra i boschi, o aggrappato alla schiena delle montagne?”.
Ho voluto iniziare questo mio intervento con l’incipit di un libro che ho pubblicato anni fa sulla Val di Sella, per affermare la mia appartenenza a quelli che vengono bonariamente definiti, dalla cultura metropolitana, “montanari”. Uomini che vivono in uno degli ultimi ambienti ancora relativamente poco inquinati dalla frenesia della società umana.
Appartengo a una famiglia di origine cimbra che da almeno un millennio è vissuta tra boschi, praterie e montagne dei grandi altipiani tra Trentino e Veneto. Per amore della montagna e dei suoi straordinari ambienti naturali ho scelto di vivere in un vecchio “maso”, isolato tra i boschi della Val di Rabbi nel cuore trentino del Parco Nazionale dello Stelvio. Isolato significa lontano dalle facilità, dalle garanzie e dalle sicurezze della società umana, e spesso, soprattutto d’inverno con nevicate di forte intensità, mi capita di rimanere “bloccato” anche per molti giorni; a volte senza corrente elettrica né comunicazioni. Ma questa è la vita che mi piace, che ho scelto di vivere, e alla quale mi sono preparato e adattato. Intorno a casa mia girano senza preoccuparsi della mia presenza cervi, caprioli, tassi, volpi, ma anche lupi e orsi, di cui trovo spesso le tracce sul prato davanti alla porta del maso durante le prime nevicate autunnali, e che a volte ho intravisto tra gli alberi a pochi passi da casa. In montagna ho consolidato una parte della mia attività lavorativa come professionista di sport legati a questo straordinario terreno di gioco che è l’ambiente alpino. Ho arrampicato montagne in Himalaya, sulle Ande, in Alaska; ho attraversato tutti i grandi deserti del mondo; ho esplorato i luoghi più remoti del pianeta, sempre alla ricerca di quel rapporto intimo e unico tra me e il mondo della Natura, quella selvaggia e feroce. Perché la Natura, e in particolare quella delle montagne, non è quella che amano immaginare gli uomini metropolitani, fatta di caprette che saltano nei prati, piccole Heidi dalle trecce bionde e saggi nonni dalla barba bianca. La Natura, quella vera, e in particolare quella delle montagne, è feroce e spietata e, se non la conosci e non la rispetti, ti annienta.
L’altra parte della mia carriera professionale l’ho dedicata, da giornalista e comunicatore, a divulgare e difendere i temi della sostenibilità ambientale in relazione al turismo, e come Direttore Responsabile di una delle riviste leader sui temi del turismo sostenibile, per vent’anni sono stato uno degli esperti più ricercati in convegni ed eventi che trattavano questi temi.
Questa lunga prefazione mi serve semplicemente per sottolineare che l’opinione che mi permetto di esprimere è supportata da conoscenza ed esperienza diretta, fatto assolutamente anomalo e strano in quest’epoca dove la Tuttologia ignorante e becera tiene banco in ogni discussione.
Faccio una premessa in merito all’atteggiamento attuale di chiunque si confronti con un pensiero o un’idea: io credo che l’evento pandemico e le derive che ha generato dal punto di vista mediatico e percettivo abbiano esasperato la naturale tendenza delle persone a polarizzarsi; oggi non si ragiona più sul merito, ma ci si schiera pro o contro qualunque oggetto di discussione, e il tema di questi giorni è “orsi versus uomini”. O meglio, Trentini contro Orsi.
Drogata da immagini di gattini, cagnetti, lupetti, orsetti, orche e delfini umanizzati e assurti al ruolo di “personaggi”, la platea del pubblico “social” è convinta che gli orsi siano dei dolci e melliflui Winnie the Pooh, animalotti morbidosi da coccolare sul divano. E pensano che la “natura”, coi suoi boschi, i suoi prati e le sue montagne, sia una sorta di parco divertimenti “Gardaland Style” dove andare a cercare di scaricare le frustrazioni accumulate nella quotidianità metropolitana.
Amo il mio territorio col cuore e con le azioni, conosco e frequento, da ben più di mezzo secolo, infiniti sentieri che si perdono dove il bosco lascia spazio alle rocce, e amo, soprattutto, la sua straordinaria biodiversità. Compresi gli orsi e i lupi, che rappresentano quell’anima selvatica e selvaggia con cui mi sono identificato tutta la vita. Ma…
Oggi, nei boschi, prati e valli del Trentino Occidentale, noi che ci viviamo abbiamo un problema. Serio. Questo territorio ha perso il suo equilibrio. Per colpa umana, ovviamente. Perché la caratteristica primaria della Natura è la sua capacità di mantenersi in equilibrio, selezionando, grazie alla piramide ecologica, le varie specie vegetali e animali, a partire dagli invertebrati per arrivare, attraverso i vari piani abitati da erbivori, onnivori, carnivori, al vertice popolato dai superpredatori.
Gli “animalisti” che, dalle tastiere dei loro computer, urlano slogan sui social network, sbandierando proclami sul diritto primario dei selvatici – orsi e lupi in primis – ad essere padroni del LORO territorio, non sanno neppure di che territorio stanno parlando. Mille anni fa, i miei avi e tutti i clan familiari valligiani, già avevano “antropizzato” questi boschi, da cui traevano gran parte del loro sostentamento. Una vita di sussistenza di cui facevano parte, mediante la caccia, anche gli animali selvatici, unico approvvigionamento di proteine in una dieta poverissima. Alla fine dell’800, nei boschi, prati e montagne del Trentino erano rimasti un pugno di orsi, che tra gli anni ’60 e ’90 del secolo scorso si erano ulteriormente ridotti a non più di 2/3 esemplari, stanziati nelle valli più impervie delle Dolomiti di Brenta.
Poi, poco meno di trent’anni fa, un visionario progetto naturalistico ipotizzò la reintroduzione forzata degli orsi per cercare di salvare la specie sulle montagne italiane. E il Trentino, per le caratteristiche del suo territorio, divenne la culla perfetta del programma Life Ursus. Per vent’anni l’idea di convivere con i grandi animali – perché nel frattempo, e questa volta in modo assolutamente spontaneo, erano arrivati anche i lupi – è stato un pensiero emozionante. Una sorta di “sigillo di garanzia” sulla qualità ecologica e sostenibile del nostro territorio.
La popolazione trentina di orsi, prevista nel piano di ripopolamento, era di 40/60 esemplari nell’arco di alcune decine di anni, e gli esperti avevano previsto che, superata quella soglia critica, gli animali in esubero si sarebbero “dispersi” spontaneamente nei territori confinanti e da lì, col tempo, su tutto il versante italiano delle Alpi. Così recita il protocollo del progetto Life Ursus (https://grandicarnivori.provincia.tn.it/L-orso/Storia-sull-arco-alpino/Il-Progetto-di-reintroduzione-Life-Ursus) aggiornato al 2004:
“Obiettivi a lungo termine: l’obiettivo del progetto Life Ursus è di consentire nell’arco di qualche decina di anni la costituzione di una popolazione vitale di almeno 40-60 orsi adulti, la cui presenza interesserà molto probabilmente anche le province limitrofe. Non sono previsti ulteriori rilasci“.
Tuttavia gli interventi umani, in quanto tali, dovrebbero sempre essere tenuti sotto controllo. Altrimenti i delicati equilibri tra uomo e ambiente naturale molto facilmente saltano. E anche questa volta è accaduto!
Infatti, appena alcuni plantigradi hanno messo il naso fuori dai confini provinciali, sia verso l’Alto Adige che verso il Veneto, sono “scomparsi” e sicuramente diventati protagonisti di ricche cene a base di selvaggina; pertanto, i giovani orsi e le femmine con cuccioli, per non subire le angherie dei maschi dominanti che abitano le zone più impervie del territorio, hanno iniziato a muoversi anche in territori di bassa quota, ad altissima antropizzazione. Se può evitarlo, qualunque selvatico sta ben lontano da quello che considera il suo più temibile predatore, ma i sempre più frequenti incontri uomo/orso, sfociati nella tragedia di Andrea Papi, sono la conseguenza di questo bisogno degli orsi in esubero di trovare nuovi territori, superando l’atavico timore per gli esseri umani. I quali, pur con tutto l’amore che possono avere per la biodiversità e la fauna selvatica, non possono ritrovarsi “prigionieri” a casa loro. Perché i nostri prati e i nostri boschi, e stiamo parlando di quelli che confinano con le nostre case, sono luoghi dove da sempre viviamo, passeggiamo, corriamo, andiamo a funghi e a fiori; i territori dell’orso, quelli idonei alla sua corretta esistenza, si trovano molto più in alto, nascosti, spesso irraggiungibili. E lì dovrebbe vivere, in equilibrio, una congrua popolazione di plantigradi.
Oggi invece gli orsi, in questo angolo delle Alpi che è il Trentino nord-occidentale, sono circa 120, una colonia tre/quattro volte maggiore rispetto a quella ipotizzata nel 1996 dai fautori del piano di reintroduzione Life Ursus. E’ lapalissiano che almeno una congrua parte di esemplari dovrà lasciare questi territori, se si vuole evitare uno scontro diretto orso/uomo, che vedrebbe purtroppo l’animale soccombere alla più sofisticata capacità tecnica e strategica del suo antagonista. Il modo deve essere il più equilibrato possibile, ma la soluzione è questa, ed è l’unica.
Sicuramente molto lontana dalle deliranti dichiarazioni belliche del “governatore” trentino che, già in clima pre-elettorale, sfrutta ogni singolo evento per lanciare proclami e rassicurazioni alle proprie truppe elettorali, composte anche dalla potente lobby dei cacciatori, incurante dei danni collaterali provocati sull’intera comunità dal pensare soltanto al proprio scranno locale.
Su questo territorio il “problema orsi” non è di oggi, ma si è evidenziato in modo pesante nel momento in cui venne preso in carico da una gestione “politica” che utilizza, per l’analisi sul “cosa fare”, l’intestino crasso – più immediatamente fruibile e semplice da gestire, in dotazione anche a organismi semplici come i lamellibranchi – invece delle sinapsi cerebrali che sono però disponibili soltanto in cervelli mediamente evoluti.
La gestione faunistica del nostro territorio è stata letteralmente scippata agli organi competenti – Ente Parco Adamello Brenta e organismi collegati, tutti gestiti da esperti titolati – perché sembrava un ottimo argomento da sfruttare politicamente. Purtroppo, nella vita reale, non bastano i proclami, ma per agire in concreto ed efficacemente (in questo caso nella gestione dei grandi predatori) servono azioni. Che nessuno, dal momento in cui la Provincia si è accaparrata il diritto a gestire la fauna, ha più messo in atto. Gestione del territorio, gestione dei radiocollari, analisi delle aree “a rischio” da controllare ed eventualmente chiudere, sono tutti mancati interventi che hanno portato alla situazione attuale.
E’ auspicabile, pertanto, che la gestione tecnica della fauna ritorni nel più breve tempo possibile a chi ha titoli e competenze per mettere in atto sul territorio la gestione, il controllo, l’informazione e tutti gli interventi utili a tutelare la grande fauna selvatica e contestualmente la fruizione umana del territorio, come sottolineato da Andrea Mustoni, zoologo del Parco Naturale Adamello Brenta e ”padre” del progetto Life Ursus (https://tinyurl.com/5n723nhm).
Approfitto di questo spazio per puntualizzare che la sovrappopolazione di orsi non è l’unico problema del territorio trentino… l’Italia è un Paese molto desiderato dal turismo. Interno e internazionale. Abbiamo magnifiche città d’arte, con capolavori unici, e località balneari ricche di ogni tipologia di divertimento. Non per caso, con Venezia, Verona, Padova, Treviso, la laguna, le sue spiagge, ma anche Cortina d’Ampezzo e le Dolomiti, il Veneto, con 71 milioni di presenze turistiche sul suo territorio e un incasso di 5.047 milioni di Euro, è al primo posto tra le regioni per incoming turistico (dati ISTAT 2022). Ovviamente, subito dietro dovrebbero esserci Toscana, Lazio, Sicilia, coi loro tesori… Sbagliato! Il secondo territorio più richiesto e visitato dal turismo italiano e internazionale è una piccola area senza straordinari manufatti umani, ma con la più emozionante Natura di boschi, prati, laghi e montagne che si possa trovare alle nostre latitudini, il Trentino-Alto Adige, con oltre 52 milioni di presenze e 3.570 milioni di Euro di fatturato derivato dal turismo. Le altre regioni italiane seguono, quasi tutte a grande distanza. Ma non sempre i numeri positivi sono… positivi.
Perché il Trentino-Alto Adige, con una popolazione residente di un milione di abitanti, si ritrova ad avere il poco invidiabile record mondiale di rapporto turisti/residenti, ben 52 per ogni abitante. Gran parte dei quali convinti di venire a villeggiare in un parco giochi, e non in un territorio dall’equilibrio ambientale molto delicato. Troppi diseducati a confrontarsi nei modi corretti con la natura alpina, magnifica ma anche severa con chi non la rispetta.
Il problema delle nostre valli non sono gli orsi, comunque troppi ma che rappresentano un problema relativamente facile da risolvere con una corretta selezione e “deportazione” in aree capaci di accogliere questi magnifici animali: il vero problema è l’eccessiva quantità di turisti. A mio avviso altrettanto risolvibile con una politica dell’accoglienza più selettiva e attenta al rapporto uomo/territorio/ambiente naturale.
Molti di quei turisti, oggi, dai loro divani metropolitani, si dichiarano “amanti degli animali” e, per qualche giorno, hanno trovato, al grido “io sto con gli orsi”, uno sfogo alle loro frustrazioni da terrazzino con geranio di plastica vista tangenziale, e sognano “spazi liberi e sconfinati” visti solo nei videogames. Incapaci, nella realtà, di distinguere un animale selvatico da un cartone animato. Sono molto probabilmente gli stessi che, per una settimana all’anno, a turni da millantamila, si ammucchiano sui sentieri più gettonati del nostro territorio al solo scopo di farsi un selfie in uno scenario “cool & trendy”… gli stessi che, in espadrillas o infradito, vengono recuperati dal Soccorso Alpino perché non pensavano che camminare in montagna fosse una pratica faticosa per arti anchilosati dalla filiera divano/poltrona/water. Gli stessi che si lamentano, comunque e a prescindere, dei menù gourmet offerti da rifugi trasformati in locali alla moda. Gli stessi che sbuffano perché “in montagna ormai c’è troppa gente…” e tutto costa troppo. Gli stessi che, dopo il loro passaggio sui suddetti pensieri, lasciano tonnellate di plastica e immondizie che neanche in un concerto di Vasco Rossi (citato non a sproposito!)… “fedeli” a una antica massima veneziana “dove pago, cago!”.
Ribadisco, da professionista che si occupa, e vuole continuare ad occuparsi, di turismo in montagna: abbiamo forse necessità di avere qualche orso in meno, ma SICURAMENTE di migliorare la qualità della nostra clientela turistica. Mettendo qualche vincolo in più, e facendo pagare i servizi per quanto devono essere pagati. Sono pertanto favorevole ai ticket di ingresso a Venezia, ma anche sui passi e nelle valli dolomitiche. Per visitare il Bhutan si paga una “tassa” di 250 Euro al giorno, solamente per il “diritto” a essere lì. Se vogliamo salvaguardare il nostro territorio offrendolo per quello che vale, e non svendendolo a prezzi da discount, dobbiamo permettere di frequentarlo soltanto a quanti ne comprendono il valore, e quelli che “stanno con gli orsi” invitiamoli ad andare a Mirabilandia.
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Dovresti vergognarti di quello che hai detto sugli animalisti. Danno consigli saggi che fareste meglio a sfruttare e a ben impiegare, invece di vanificare i loro sforzi.
Credo che si sia guardato solo al profitto. Questi sono i risultati. Chi è causa dei propri mali pianga se stesso.
Alla luce dei primi risultati provvisori, la popolazione residente in Italia al 1° gennaio 2023 è di 58 milioni e 851mila
132 Stefano. Ma allora tutto questo essere diversi dei trentini dove sta? Uguali agli altri 59.500.000 di italiani…
Giacomo (137):
Giacomo, tu forse vuoi leggere tra le righe ma io ribadisco: RICONOSCO IL PROBLEMA.
Why not. Ma quantomeno da lì cominciassero. Però che è chiaro che non gli va e fin qui lo hanno fatto poco o niente. E la politica locale gli esperti li ha scaricati.
Non amo quelli che si sentono superiori, indipendente da che siano di Trento o di Forth Worth, TX.
Abito a Belluno e non ho bisogno di fare il turista in Trentino. Le montagne trentine sono bellissime e uniche e meritano di essere un’attrazione turistica. E non ho problemi a riconoscere che il Trentino è in grado di offrire al turista servizi di primissima classe. Detto questo, mi pare che l’astio mostrato pubblicamente da Dalla Palma sia inqualificabile, tanto più che lui col turismo ci campa. Cito testualmente dal suo articolo:
Sig. Carlo, la ringrazio, ma lo so benissimo. Quando ancora c’era il vecchio e glorioso rifugetto, c’ho fatto il solco, in sù e giù di lì.
I confini sono un’invenzione dell’uomo scritti sulla carta e servono solo a rimarcare ancora di più le divisioni ed acutizzare i conflitti.
@130 Claudio, posto che il problema sia riconosciuto, il punto e’ effettivamente che fare. Mi pareva che il tuo intervento appartenesse a quelli che minimizzano: per poter convivere con gli orsi, basta seguire le regole degli esperti. Mah, pur assumendo che questo possa bastare, non mi pare che sia ovvio che chi ci vive debba essere disposto a farlo in totale serenita’…
Sul resto, la critica alla gestione Trentina del territorio e relative risorse mi pare poco motivata da fatti e semmai generata da antipatia di un qualche tipo, forse campanilistico. In piu’, per quello che dice, vi sta sulle balle Della Palma, al quale a sua volta stanno sulle balle i turisti. Discussioni tra gente che si sta sulle balle a vicenda…
Sig.Stefano come vanno le cose in Trentino si legga la relazione che ogni anno il Presidente Corte Conti di Trento relaziona.Punto e basta.non si fa di tutta l erba un fascio…ma la dice lunga..io ne ho lette 8 una per ogni anno che risiedo…beh auguri e buona lettura
124
Alberto Benassi says:
5 Maggio 2023 alle 9:41
dove la natura è perfettamente preservata
Con l’ecomostro costruito al passo Santner…parliamone!!
Mi permetto farLe notare che il passo santner di trova in Alto Adige, così come il lago di Braies in altro commento citato. Non esiste più la regione Trentino Alto Adige, si sono divisi ed ora c’è la Provincia Autonoma di Trento ed l’Alto Adige Sud Tirol
Sign Stefano
a) non generilezzerei , se si rilegge gli interventi del Sign Andrea mi sento di dire che dimostra maleducazione, spocchia e un livore verso gli altri.
b) tra convivere con l’orso e accendere il fuoco in caverna ci sono 20.000 anni di civilizzazione, suvvia vuoLe che non riusciamo a trovare un equilibrio?? Oltretutto la soluzione sulla carta c’è e si chiama PACOBACE
c) Se ” vengono tirati giù ” avviene in modo illegale, non ne farei un esempio.
d) deve ammettere che chiusi in casa c’erano molte più degli abitanti d’Italia. A ridosso del 25 aprile non definirei TUTTI gli italiani come pavidi.
Stefano, tu secondo i miei calcoli sei di Feltre o agordino, una delle due. Non so se hai vissuto nella bambagia ma qualche volta, leggendo i tuoi commenti. e sempre che sia vera l’equazione che diceva il tuo papà, mi viene da pensare che sì, devi aver vissuto nella bambagia. Anche io, come te, ho conoscenti dal Trentino che stimo. Mi dispiace dunque per la generalizzazione ma per provare a fare un’analisi bisogna partire da considerazioni generali. Del resto, se la maggioranza di loro non avesse qualche problema, non avrebbero votato chi hanno votato. Un po’ come a Feltre e nell’Agordino dove c’è gente che, con la lingua di fuori, invidia l’assistenzialismo di cui godono i Trentini. Vi fate prendere per il culo da anni da Luca Zaia e non avete ancora capito? Decisamente troppa bambagia.
Mi sembra che non avete tanto presente la realta’.
Forse perchè siete di citta’, forse perchè guardate troppo la TV…
Di certo
a) i trentini sono gente alla mano e non se la tirano per niente, non si ritengono di certo superiori (semmai questi atteggiamenti li ho visti nei milanesi…loro sono lassu’ invece non han capito che sono i piu’ manipolabili del mondo)
b) qui a piagnuccolare per un orso, a fare i buonisti di sinistra che l’orso è un essere vivente e noi ci reputiamo a torto razza superiore… si vero, meglio ritornare alle caverne dove si accendevano i fuochi per tenere lontano le belve, vero? (siete veramente troppo viziati, vivete nella bambagia e non avete contezza delle cose, …mio padre diceva che la bambagia fa diventare stupidi…mai parole furono così azzeccate…).
c) In ultimo farei presente che ovunque se ci sono problemi con gli orsi li tirano giu’ dalle spese…solo in questo paese di cretini si frigna dietro ad una mamma orso (per l’amor del cielo se si puo’ farla vivere dignitosamente non ho nulla in contrario, uccidere tanto per fare non è nella mia indole) neanche se fosse un proprio figlio….
d) con questa scusante poi si va a rompere le scatole ai poveri trentini che non rompono mai l’anima a nessuno… non è giusto… ma pensate che se gli orsi si espandono anche in Veneto e Lombardia poi la gente di montagna non si stufa?
Una risposta a Vegetti….è l’ennesima volta che mi parli di scendere in piazza per rivendicare i diritti… ma scendere in piazza de che? che gli italiani sono il popolo piu’ timoroso dell’universo… sono riusciti a farsi chiudere in casa per 2 anni pensando che fosse per il bene collettivo… ma per piacere…
Sig.Genoria vivo in trentino da 8 anni ho vissuto molto in Svizzera e risiedevo in provincia di Verbania,Lei egregiamente ha centrato una buona parte di quello che è il Trentino e lo sono diventati i trentini. Magari loro malgrado. Vi è poi una analisi piuttosto storica del perchè l’autonomia del Trentino,che nulla ha a che fare con quella Altotesina, anche se per convenienza si associano. Ma è di pertinenza di luoghi e posti decisamente più qualificati.
Giacomo (128), copio e incollo dal mio precedente commento:
L’ho scritto, ed è innegabile. C’è una persona che ha perso la vita, a causa di questo problema, e avrei potuto essere al suo posto, non sono insensibile.
Come si risolve la situazione? Non chiederlo a me. Posso avere delle opinioni, le posizioni espresse dagli esperti in materia mi sembrano quasi sempre molto ragionevoli.
Qui però intervengo per parlare del teatrino che hanno messo in piedi i vari Ghezzer, Dalla Palma, che non sono esperti, così come non lo sono i vari anonimi trentini che hanno postato con livore pro/contro. Credo che vi sia un problema generalizzato, in Trentino, e che la politica locale ne sia espressione e conseguenza. Credo che non siano i Trentini (e i politici da loro eletti) i più adatti, in questo momento “storico”, ad affrontare il problema di sovra-popolamento di orsi e sovra-afflusso di turisti dei territori da loro abitati. Credo che residenti e turisti abbiano parimenti diritto di abitare e visitare responsabilmente il Trentino. Credo che il Trentino sia anche casa degli orsi.
Il problema c’è eccome!
Ma c’è anche un problema a monte: si considerano gli animali come se fossero dei soprammobili, come se fossero degli oggetti da arredo. Ma non è così perchè sono esseri viventi, la natura, gli ha dato un’istinto di riproduzione, protezione e conservazione.
Come l’ha dato a noi. Anzi, a noi purtroppo, ha dato anche il senso del dominio, del potere, della violenza per la violenza.
@123 Quindi, se capisco bene, per te non siamo di fronte ad un problema ecologico, rispetto a come la popolazione di orsi si sia sviluppata e distribuita negli anni. La tua tesi e’ che l’autonomia legislativa, l’auto-promozione e le scelte economiche per sviluppare il turismo hanno prodotto nella popolazione locale un senso di prepotenza sul territorio, che ora sfocia “nell’isteria collettiva”, in seguito alla mancanza delle (forse per te banali) misure di convivenza con gli orsi. Il problema orso non c’e’, in realta’.
Quella che si chiama un’opinione equilibrata.
123- Grazie a Claudio per aver scritto esattamente quel che ho cercato di dire in altri modi, forse meno pacati dei suoi…
Appunto, si raccontano bugie
Alberto, non ho scritto: “in Trentino la natura è perfettamente preservata”. Ho scritto che, grazie alla continua autopromozione, è questo quello che si percepisce, dall’esterno e anche all’interno.
Con l’ecomostro costruito al passo Santner…parliamone!!
La Provincia di Trento gode di ampia, probabilmente eccessiva autonomia. L’economia locale è ampiamente, eccessivamente assistita (anche dall’esterno, con fondi europei e aiuti di Stato). Uno dei risultati prodotti da questa situazione è il ricorso a costosissime campagne di autopromozione, che vanno in onda a tutte le ore in tutti i canali televisivi, escono da tutte le pagine di tutti i giornali, sponsorizzano gli eventi più importanti, o li organizzano direttamente, sempre facendo ricorso a una disponibilità di fondi che pare infinita.
È una cosa che ti entra nella testa. Per chi non ci vive, il Trentino diventa il Giardino dell’Eden, dove d’inverno ci sono i Mondiali di sci e d’estate i grandi festival, dove la natura è perfettamente preservata, al punto che ci vivono persino gli orsi (!), ed è tutto in ordine, servizi impeccabili, bellezze senza paragoni.
Nei residenti locali, invece, l’autopromozione continua ha prodotto un vero e proprio complesso di superiorità, finanche l’idea, sbagliata, che la Provincia Autonoma sia uno Stato a sé.
Poi a un certo punto la situazione s’inceppa. C’è un problema: troppi orsi. Un problema probabilmente evitabile, se non fosse che la politica locale (beninteso, espressione del voto locale) ha preso una piega populista. Come si sa, i populisti odiano i cosiddetti “esperti”, poiché gli esperti a volte dicono cose che alla gente non piace sentirsi dire. Gli esperti dicono che, per convivere senza incidenti con una popolazione di orsi divenuta oramai numerosa, bisogna adottare certe regole di comportamento, tipo: non slegare i cani nei boschi; non correre; non andare soli nei boschi, e soprattutto non di notte, all’alba, all’imbrunire; ecc.
Una serie di regole che vengono adottate senza problemi dai visitatori occasionali, dai turisti, dagli appassionati. Più restii ad adattarvisi, invece, sono i residenti locali: forse perché vivono dentro una bolla di autoreferenzialità e mal sopportano che qualcuno gli dica come comportarsi “a casa loro”. La risposta populista, da parte dei politici locali, non si fa attendere: sottraggono la gestione della fauna selvatica a quelli che se ne intendono, la prendono in carico, un colpo di gomito alla lobby dei cacciatori, e la Protezione civile si mette sull’attenti.
Risultato: primi incidenti, prime polemiche, e alla fine un morto. E a questo punto scatta lo psicodramma collettivo. Ma come? Non eravamo noi Trentini i migliori? Come si permettono, gli Italiani, di avere un’opinione? di scrivere “io sto con gli orsi”? Ingrati! Facciamogli pagare il visto d’ingresso, la prossima volta che vogliono venire a visitare il Trentino! (sì, ma aspetta: il Trentino non è uno Stato) Il visto d’ingresso ce l’hanno persino certi Stati africani di merda, facciamolo anche noi, e a maggior ragione! (sì, ma appunto: quelli sono Stati, il Trentino non lo è).
Nel frattempo, la politica locale (espressione del voto locale) prepara una ricetta che è tipica del populismo, proponendo l’abbattimento degli orsi, che ovviamente non si può fare, perlomeno non con i modi sommari che vorrebbero loro, perché a tutto c’è un limite, anche alla più sproporzionata delle autonomie esecutive c’è un limite. Loro (i politici locali) lo sanno, ma la gente no. Alla gente racconteranno che non glielo hanno fatto fare: giustificazioni che arrivano sempre dopo. Intanto votateli.
MI viene da pensare che forse si sta meglio così, senza tutto quell’assistenzialismo e quell’autonomia. Almeno si impara a camminare sulle proprie gambe. E non ci si rende ridicoli.
Cari Trentini, il vostro problema non sono gli orsi, e neanche i turisti. Il vostro problema siete voi stessi.
Sign Bertoncelli,grazie per il ricordo, anche me come Lei, credo di aver anticipato l’ufficialità dei lupi in Lessinia, splendido collegamento tra due etnie da secoli divise. Però sono in disaccordo con l’orso, anelo di vederlo qui come spesso li ho osservati in Slovenija, ovviamente con un buon teleobiettivo per non disturbarli. Se invece passeggio nei boschi a bassa quota five la visuale è ridotta faccio rumore e (qui ancora purtroppo no) e spesso ho sentito che si allontanano. La sensazione e l’emozione di sentire l’afrore, le loro movenze, il loro sguardo sono sensazioni che niente al mondo mi possono dare. Specie col lupo ci si sente proiettati in quel tempo profondo in cui il nostro cervello rettile torna a farsi sentire. Il mio desiderio è che anche l’orso possa ricongiungersi con la popolazione diarica
Frequento da una vita l’Appennino Tosco-Emiliano e so che lí vivono i lupi. In passato piú volte mi capitò d’inverno di osservare orme di canidi sulla neve lungo il crinale. Di che animale si trattava? La prima volta si era in un’epoca in cui non si parlava ancora di lupi, per cui credetti che fossero cani rinselvatichiti. Mi rimaneva però il dubbio: che cosa ci fa un cane d’inverno sulla traversata Cima Tauffi-Libro Aperto, che si percorre con piccozza e ramponi? Mah!
In seguito lessi che erano comparsi i lupi, per cui, per esclusione, ritenni che le impronte in cui mi ero imbattuto anni prima non potessero essere altro che le loro, in largo anticipo sulla notizia ufficiale.
Finora i lupi hanno attaccato le pecore ma non gli esseri umani, da cui si tengono alla larga. I cani rinselvatichiti invece possono attaccare anche noi.
Per tale motivo non sono preoccupato della presenza di lupi (spero di non sbagliarmi…).
Idem per i cinghiali, di cui però sui giornali lessi di qualche attacco, per esempio a un podista al Rifugio Capanno Tassoni; il malcapitato risolse il problema arrampicandosi su un albero. Io li ho incontrati numerose volte – perfino la madre seguita dai cuccioli – ma non sono mai stato degnato di uno sguardo.
Però se un orso sbrana un essere umano, beh… allora ho paura: vado da un’altra parte.
@119 Massimo: e quindi possiamo dire che la presenza degli orsi può risolvere il problema dell’affollamento dei sentieri senza ticket né niente? C’è da pensarci… (scherzo, ovviamente)
Sono anni che io e la mia famiglia frequentiamo il Trentino tanto amato.
Purtroppo la possibilità di incontrare un orso a “tu per tu” ci ha fatto ripensare di prenotare vacanze in questa stupenda regione, peccato , ma noi non siamo pronti per affrontare questa situazione. Grazie Trentino per le belle vacanze passate e speriamo che qualche turista abbia la capacità e la voglia di passare le sue vacanze nelle stupende valli trentine. 💖
Carissimo Andrea in trentino ci sono stato ed ho incontrato e conosciuto alcuni abitanti più intelligenti di lei che parla a sproposito. Con questo non ci vengo in vacanza pur essendoci ststo in passato perché avete trasformato la montagna in un luna park, così come confermato da altri trentini più onesti di lei.
Per quanto riguarda i dati, se lei è ignorante non è colpa mia, ed ovviamente non posso riportarle le statistiche disponibili negli archivi dell’ISTAT e dei vari enti statali, regionali ecc. Ma è facile chiacchierare senza sapere le cose, credersi più bravi e più furbi con i soldi delle altre regioni, stando a spalle degli altri.
In merito alla costruzione selvaggia, ovviamente c’è abusivismo in tutte le regioni e probabilmente soprattutto in Lombardia, infatti non l’ho negato ed anzi sono impegnato attivamente nella denuncia di questo. Il fatto è che ne io o altri rompiamo le scatole vantandoci del contrario come fa lei e altri suoi concittadini.
In merito agli orsi gliel’ho già scritto, tutti i guai sono colpa della gestione del trentino, non avendo addestrato la popolazione (ABITANTI e non turisti hanno dato da manfiare agli orsi..facendoli diventare confidenti) e il discorso cassonetti, ancora oggi solo parzialmente presenti quelli anti orso.. ma probabilmente i fondi sono stati usati per costruire l’ennesimo hotel o per ampliare un altro rifugio o per costruire altri impianti di risalita o un inutile ennesima galleria… Vedo con piacere che le brucia parecchio, probabilmente perché è la verità ed è dura quando qualcuno finalmente ve la sbatte in faccia.
Nuovamente è uscito un ulteriore articolo che evidenzia come la colpa della confidenza degli orsi sia tutta colpa di VOI abitanti trentini, evidentemente qualcuno ha dato loro del cibo. Gli errori sono aver avviato il progetto di popolamento degli orsi senza addestrare adeguatamente la popolazione, voi che credete di sapere tutto ciò che riguarda la montagna.. tutt’altro! E l’altra cosa non aver provveduto tempestivamente ad utilizzare cassonetti anti orso, ancora ad oggi moltissimi comuni ne sono sprovvisti. Poi per l’affermazione che fuori dal trentino si perdono le tracce degli orsi, spero che le facciano una bella querela le province e le regioni confinanti. Semmai gli articoli di giornale disponibili online dicono che i banchetti si sono fatti con gli orsi, ma in trentino.
Altra cosa, per la tassa che lei invoca…una bella tassa anche per la vostra monnezza che arriva nei termovalorizzatori di Brescia e altre città…dove si spedisce la vostra schifezza, quella che pensate di riciclare al 100% non è lontanamente così, tant’è che altre province e altri comuni hanno percentuali di riciclo ben più alte delle vostre.
Si faccia un auto esame prima di sparare sempre a zero sugli altri, imparate prima a gurdare i VOSTRI difetti invece di puntare sempre il dito.
Via lo statuto di regione autonoma al Trentino,da subito.poi parliamone.
Questi trentini stanno alzando troppo la cresta,in Italia ci sono anche tanti problemi.
I commenti con insulti devono essere eliminati.
Per tre motivi:
1) Per educazione.
2) Perché altrimenti il forum viene svilito.
3) Perché altrimenti i partecipanti si stancano e se ne vanno.
sig Riccardo a differenza sua io non mi metto a scrivere “cialtronate” (per essere educato xchè i saccenti si offendono) sulla triste pianura dove abita e dove nessuno devasta il territorio, nessuno edifica e nessuno prende contributi, a differenza sua che scrive falsità senza sapere una beata (il turistello di 50 anni fa che pensa di sapere dei fantomatici contributi). Invece di lagnare pubblichi qualcosa che supporti quello che scrive. Se vuole scrivere qualcosa di pesante faccia pure, tanto è un mese che offendete e tirate merda gratuitamente pensando di essere chissà chi, e comunque non lagnerei come un asilotto. Parli pure con un tecnico della sua triste pianura e chieda se in Trentino alto Adige possiamo prendere insegnamenti da voi altri per quel che riguarda l’urbanistica ! Io ignorante sulla realtà dei fatti ? Io sono nato qui e vivo qui perciò a differenza sua la realtà dei fatto la conosco, lei pensa di saperla ma in realtà non sa un fico secco.Noi abbiamo devastato talmente tanto il territorio e reso così brutto che però in estate e in inverno siete qui a frotte (a spargere le vostre immondizie ovunque).E qui la saluto xchè avete frantumato i cosiddetti, e di tempo con voi saccenti ne ho perso abbastanza
112. Se è per me, io non accuso né insulto i trentini. Non sono né pro né contro l’orso. Ma, questo sì, ho sempre detto solo che sono i trentini a doversi muovere, protestare, manifestare contro le loro Amministrazioni colpevoli del non aver fatto nulla i tutti questi anni, da LifeUrsus in poi. D’altra parte, se qui a Milano bloccassero la raccolta rifiuti (una delle più efficienti in Italia, grazie), protesterei con il mio Comune, non contro il resto d’Italia. In più, se le Amministrazioni delle Provincie Autonome hanno largo margine di manovra, se lo vogliono, così come li hanno i cittadini di quelle Provincie. I referendum regionali sono possibili. Ma, se i trentini lo prendono come un insulto è un problema loro, sinceramente non credo che riuscirebbero a raccogliere le firme (parliamo di regolamentazione e abbattimento degli orsi) e nel caso vincere la consultazione. E, ovviamente, voterebbero solo i residenti certificati, non i turisti…
Riguardo ad Andrea, lo capisco…
E’ come i novax che sono incazzati neri dopo la discriminazione durata 2 anni…
Ora è tutto un boicotta il trentino, i trentini sono irresponsabili, i trentini sono gente di m…
Come detto non è proprio così.. .è bellissima gente.. dicevano che sono i primi a muoversi in caso di calamita’.
Ora Andrea è stufo di sentirsi tutte queste accuse che trovo francamente non giuste verso un bellissimo popolo.
Alla fine ha ragione Matteo (si quello che mi aveva dato dell’idiota).
Ci si perde su un argomento di importanza limitata.
Vengono fuori le fazioni… è da 3 anni che leggo di gente che scrive “io tifo per..”… per Putin, per l’Ukraina, per il vax per i novax, etc. tutte queste contrapposizioni a mio avviso fanno buon gioco per chi sta gestendo il futuro del mondo (le elite economico finanziarie con l’aiuto dei politici).
Piu’ un popolo è diviso piu’ facile è poi fare delle transizioni da una civilta’ ad un’altra (la civilta’ del controllo, dell’assenza della proprieta’, etc. che vuole il WEF). Basti pensare alle alluvioni di questi giorni.. i deficienti di una parte politica.. “basta bisogna agire c’è il cambiamento climatico”.. si peccato che anche 10 e 20 anni fa c’erano alluvioni es. Genova.. e si dava la colpa alle costruzioni umane fatte senza criterio, oppure a non aver pulito i letti dei torrenti etc. .. vedete come l’informazione puo’ essere manipolata?.. e lo è con un certo intento…
Tornando a noi. Sull’orso ho gia’ scritto in 3 articoli qui sul blog e quindi basta leggerseli (sono cmq per un controllo di tutta la fauna se occorre anche con abbattimento e l’uomo ha il sacro santo diritto di muoversi di andare nel bosco…).
E’ emblematico il discorso di AGH.. “E’ un brutto articolo, francamente: uno sciocchezzaio ben assortito di banalità, cose vere, mezze verità e stupidaggini, scritto col solito ego ipetrofico e naturalmente antropocentrico.”
Neanche a me è piaciuto perché ci leggo la voglia di controllo statale che sta emergendo. La voglia di usare il BENE COMUNE come clava per abbattere diritti etc.
Il fatto è che AGH non capisce bene dove vive e cosa sta accadendo. Con marzo 2020 (con provvedimenti totalmente illegittimi, confermato poi dai giudici) si è iniziato ad abbattere le liberta’ dell’individuo e i diritti fondamentali dell’uomo (stiamo finendo la finestra delle democrazie per andare verso dittature). L’antropocentrismo è fondamentale non solo per non vedere le bestie ad ogni angolo ma anche per tutelare le tue liberta’. E’ un discorso che capirete nel prossimo decennio.
In ultimo i trentini. Ho vissuto qualche anno a Trento. Posso solo parlare bene di questa gente. Molto meglio delle persone dove abito io che sono ottuse, stupide, zero senso di socialita’.
Il trentino è rigoroso, laborioso, ma anche empatico, socievole, semplice ne suo vivere.
Certo non sono cretini e al soldino ci tengono, mica sono stupidi.
Per quanto riguarda gli incentivi che hanno un giorno parlavo con un altoatesino e mi lamentavo dello status quo delle due Province autonome….risposta… Caro Stefano è inutile che te la prenda con noi.. prenditela con i tuoi politici che non hanno fatto un bel azz.
Ed è proprio così… tante parole sull’autonomia e ZERO FATTI.
Potessi, andrei ben volentieri ad abitare a Trento o a Bolzano, e non è detto che non accada…
Avete e avrete sempre la mia stima.
Andrea: ma tu sai solo insultare la gente che non la pensa come te e che non abita dietro casa tua? Un modo più civile di interloquire no? Lo chiedo per favore, visto che nessuno dei tuoi interlocutori usa gli stessi tuoi toni, grazie.
Una domanda a tutti i saputelli commentatori, ma in italia si è edificato solo qui in Trentino ? Dove vivete voi è tutto ancora come 100 anni fa ?! Dai su vala che fate pena
106. Plauso. Idem. Prima volta a Molveno nel 1976. Mille altre volte poi. Amici trentini famosi e meno famosi, vivi e purtroppo morti. compreso uno scappato dalla sua terra natale per la povertà che vi regnava… Certi posti, anch’io non li riconosco quasi più se non fosse per il profilo delle montagne…
e ancora con ‘sta storia. a me pare ‘na cazzata, sinceramente.
Ho 64 anni, vivo in pianura, frequento le montagne trentine – specie quelle del Brenta-Adamello, ma non solo – da più di 50 anni. Quando, da bambino, andavo in villeggiatura in quelle valli, andavo per rifugi con i miei genitori, giravo per i boschi più vicini al paese, non c’erano ancora gli orsi. Ma non c’erano nemmeno i turisti. Non tanti, per lo meno; i sentieri di montagna erano frequentati da pochi appassionati. Gli insediamenti di valle vivevano ancora di un’economia tradizionale; qualcuno affittava parte della propria casa ai turisti più affezionati; pochi gli alberghi e le seconde case. Fino ai miei 40 anni ho continuato a frequentare quei posti, ampliando anche la mia esperienza escursionistica, alpinistica e arrampicatoria; e ho toccato con mano l’aumento esponenziale del turismo (io parlo di quello estivo) e la devastazione inflitta al territorio dall’esplosione dell’edilizia, certo incentivata anche dalle smisurate agevolazioni di cui godevano (godono?) i residenti della Provincia Autonoma. Essi sono usciti dalle condizioni economiche precarie in cui per lo più vivevano, diciamo pure che si sono arricchiti, ma, grazie e per colpa della conversione della loro economia al turismo, non hanno saputo governare una crescita ragionevole e sostenibile. Me ne sono andato da quei posti, vado comunque ancora un po’ in montagna, sono tornato diverse volte a arrampicare o a fare escursioni da quelle parti, ma quei paesaggi della mia infanzia, della mia adolescenza, della mia giovinezza e maturità sono stati manomessi e rovinati. Dai Trentini. Si guardino allo specchio e ci pensino, la colpa è loro, non dei turisti.
Il Gognablog è diventato il circo dei fotografi tridentini!
98 Ikbo già uno che non riesce nemmeno a mettere il suo nome al profilo…….a quanto pare siamo riusciti ad andare avanti anche senza il suo contributo economico dato che le ferie le passa altrove, xciò potremmo anche essere felici se ci resta anche in futuro xchè di gente ne viene a sufficienza e se perdiamo 4 personaggi come lei fa niente, anzi è sicuramente meglio. La pubblicità è l’anima del commercio qui come dalle altre parti 😉 (mi sembra che anche Lombardia e Veneto facciano pubblicità) onde per cui ha poco da blaterare dicendo che noi attiriamo. Riguardo allo spennare (mi chiedo come possa saperlo dato che qui dice di non venirci 😉), forse non gira a sufficienza per sapere che in molte altre parti dello stivale (sicuramente nella Lombardia da lei nominata) ti “spennano” sicuramente molto più che qui in Trentino. Comunque anche fosse, lei dice di non venire, perciò non vedo che fastidio le causerebbero i prezzi alti (ammesso che la sua affermazione diffamatoria fosse vera) oppure non è abbastanza onesto e obiettivo da ammetterlo, cosa molto probabile. In Lombardia può starsene tranquillo dato che li gli orsi stranamente non sconfinano o appena sconfinano varcano le soglie dei freezer. Per quel che riguarda le cifre, il rosso, la bilancia, non vedo cifre ufficiali riportate a sostenere quello che si permette di dichiarare con tanto fervore (senza documentazione restano chiacchiere da bar). Mi chiedo poi cosa la porti a commentare e soprattutto a commentare con disprezzo per la nostra provincia e la nostra gente se tanto qui non ci viene e men che meno ci vive. Nelle regioni da lei nominate non mi sembra abbiano edificato in maniera differente 😉, forse l’unica differenza può essere nel fatto che qui difficilmente hanno edificato abusivamente 😂😉 come spesso accade invece altrove. In ultimo il parcheggio da lei tirato in ballo, tralasciando che è in altra provincia (ma a voi piace fare minestroni), io a differenza sua ci sono stato ed è un parcheggio, punto. Ma lei non può saperlo dato che non ci viene 🤷🏻. Se vuole sì potrebbe iniziare a parlare di tutta la merda lombarda o veneta, ma a differenza sua non mi impiccio dei cazzi altrui dato che non andando li in ferie e non vivendoci non posso sapere con certezza di come stiano relamente le cose, a differenza sua che, come tutti i sui colleghi chiacchierelli , qui non viene, non ci vive e però crede di sapere. Cari Saluti e inizi a guardare nel suo di orto
Stiamo parlando del “primo” morto in 23 anni. dopo una tendenza in ascesa temporale direi… Forse se il morto fosse una persona a te cara la penseresti diversamente…
@101 siamo parlando di una vittima in 23 anni. Fai un grafico temporale dei morti in incidenti di montagna negli ultimi 23 anni. Dai su, di che parliamo?
@agh
Prova a fare un grafico temporale con i dati relativi agli incidenti dal 2000 ad oggi, e dimmi che non capisci che c’è un problema che nel prossimo futuro potrebbe essere sempre più grande.