Hans Kammerlander, pioniere della discesa con gli sci dall’Everest nel 1996, ritiene inappropriato il clamore suscitato dalla “prima mondiale” del polacco Andrzej Bargiel.
La Red Bull sta rovinando l’alpinismo
(Kammerlander critica lo show sull’Everest)
di Thomas Hirner
(pubblicato su derstandard.at il 21 ottobre 2025)
All’inizio di ottobre, Andrzej Bargiel ha fatto scalpore con la sua discesa con gli sci dell’Everest. Il suo sponsor, Red Bull, ha colto l’occasione per promuovere Bargiel e inondare i social media di titoli, foto e video: l’impresa è stata salutata come una “prima mondiale sugli sci”. Il trentasettenne scialpinista polacco avrebbe presumibilmente realizzato ciò che nessuno aveva mai fatto prima, hanno affermato. Ma questo è vero solo in senso stretto.
In ogni caso, Bargiel ha completato l’intero percorso dalla vetta, lungo il versante meridionale fino al campo base, senza l’ausilio di ossigeno supplementare, nemmeno attraverso l’insidiosa cascata di ghiaccio del Khumbu. Nell’ultima tappa, fu supportato dal fratello Bartek, il cui drone fungeva essenzialmente da terzo occhio di Andrzej.

“Non è leale”
Hans Kammerlander, tuttavia, non è stato contento di questo “spettacolo”: “Non è leale, mi ha solo deluso”, ha dichiarato a derstandard.at, che lo incontrava nel bel mezzo delle sue conferenze a Velden am Wörthersee e Grindelwald, in Svizzera. L’altoatesino, oggi 68enne, era già sceso con gli sci dall’Everest nel 1996 attraverso il versante nord-orientale fino al campo base avanzato.
Kammerlander aveva dovuto slacciare gli sci un paio di volte durante la discesa. Pertanto, la sua discesa non era stata registrata come “completa”. “C’era relativamente poca neve, in qualche punto ho dovuto scendere dei tratti dove la neve era stata spazzata via, ma la lunghezza di queste sezioni “secche” era minima rispetto alla totalità del dislivello. Quindi, la mia era da considerare una discesa a tutti gli effetti”.

Ha dominato i passaggi chiave con gli sci, slacciandoli solo dove avrebbe potuto scendere anche con gli sci ai piedi. “Ma non ha senso incaponirsi su rocce e sassi con gli sci. Se avessi saputo che confusione avrebbe causato, avrei lasciato gli sci ai piedi, ovviamente, anche se sarebbe stato davvero stupido“.
Kammerlander: “Quando si mette in scena uno spettacolo come questo della Red Bull a distanza di così tanti anni, con una storia che non è paragonabile a nulla, è un vero peccato. Rovina l’alpinismo, annacqua tutto. È stato davvero uno spettacolo indescrivibile quello messo in scena con una spedizione classica e del tutto normale“.
Kammerlander, che nel 1996 era davvero un pioniere, era partito per la vetta da solo con un equipaggiamento molto meno avanzato di quello odierno. “Non avevo neppure uno sherpa, ho trasportato tutto da solo e il tutto si è concluso in poco meno di 24 ore. Avevo con me solo un litro di tè ed ero stato accompagnato da una troupe televisiva dell’ORF per il programma televisivo ‘Land der Berge’ fino a 7000 metri. Poi è calato il buio e hanno montato una tenda. Ero, così, completamente solo, senza ossigeno supplementare. Sci in spalla e via“. In totale, aveva impiegato 23 ore e 50 minuti per salita e la discesa. Bargiel ha impiegato quattro giorni, quattro ore e 15 minuti e, a differenza di Kammerlander, ha ricevuto un ampio supporto.
“Tappeto a patchwork”
Secondo Kammerlander, la Red Bull ha “un po’ esagerato”. “Hanno confezionato un tappeto a patchwork, un’impresa ‘costruita’. Se qualcuno scala la montagna con mezzi giganteschi, con un enorme seguito di sherpa che si occupa di tutto, e poi affronta la discesa – incluso un bivacco intermedio – va benissimo, ma non ha assolutamente nulla a che fare con l’alpinismo di alto livello”. Anche il drone contribuisce all’impresa costruita a tavolino, dato che permette una facile decisione se andare a sinistra o a destra.

“Prestazione brillante” sul K2
Bargiel era già l’unico ad aver sciato giù dal K2, la seconda montagna più alta, nel 2018. Kammerlander: “Quella è stata una grande impresa. Ma sono un po’ sorpreso che ora si sia lasciato pubblicizzare in questo modo“. Bargiel è finalmente riuscito a scalare e scendere l’Everest al terzo tentativo, dopo i tentativi falliti del 2019 e del 2022. Nel 2000, lo sloveno Davorin Davo Karničar aveva già sciato giù dall’Everest in cinque ore e mezza. Kammerlander: “Ha usato l’ossigeno supplementare l’ultimo giorno. È una differenza notevole e rende difficili i paragoni“.
Kammerlander descrive i tentativi di record sull’Everest come “puro alpinismo carnevalesco. Se le cose continuano così, prima o poi arriveremo al punto in cui uno sherpa porterà un neonato in cima alla montagna. Tutto il resto è già stato fatto“. Ritiene che gli sviluppi, soprattutto sulla via normale dell’Everest, abbiano perso da tempo il loro significato.
Kammerlander è assolutamente contrario alle ascensioni rapide con lo xeno: “Acclimatatevi a casa, tenetevi pronti a partire, fate il volo quando è prevista una finestra di bel tempo. Là è tutto preparato. Volate il più in alto possibile. Con il pieno di ossigeno. Potranno anche essere stati lassù, ma senza poter affermare di aver scalato l’Everest. Solo chi scala la montagna senza ossigeno supplementare l’ha veramente scalata. Allora è alpinismo d’alta quota“.
“Un business criminale”
Per Kammerlander, opporsi al turismo di massa sull’Everest è praticamente una causa persa. “Perché è un business enorme. Tariffe più alte attraggono ancora più persone incompetenti. Anche solo la metà di loro sarebbe già troppo. Quando eravamo lì noi, rilasciavano un solo permesso di spedizione per itinerario. Quella era una vera spedizione“.
Per l’altoatesino la stagione alpina è finita per quest’anno. Ha trascorso molto tempo all’estero: “In Nepal, in Bhutan, in India, semplicemente per godermi le montagne”.
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Anch’io mi incazzo!
Mi incazzo quando la domenica mattina raccolgo le lattine vuote del famoso beverone sulla strada davanti a casa mia. Non sono “perse” da austriaci ma da italiano DOC!
E’ un cane che si morde la coda: la cannibalizzazione dell’andar in montagna da parte di amatori, illustri sconosciuti, nei weekend e ferie (quello che io chiamo Il Circo Barnum) deve essere alimentato, a monte (scusate il gioco di parole), da un alpinismo di punta drogato, esagerato e sponsorizzato a manetta. per interrompere quest’ultimo dovremmo entrare con il lanciafiamme nel Circo Barnun dei comuni mortali e farlo tornare quello di un tempo. Come per incanto gli sponsor non sarebbero più interessati all’alpinismo di punta, che perderebbe il valore mediatico che ha nell’attuale modello, per cui anche l’alpinismo di punta tornerebbe quello nobile, raro e di pochi individui. Nessuno però vuole né l’uno né l’altro intervento e quindi non cambierà nulla, anzi purtroppo andrà sempre peggio.
Ivazanicchi personalmente mi è capitato di berla e non posso che concordate, sulla serietà mi ripeto: chrigel maurer non è un atleta serio? E lo stesso kammerlander se ne avesse avuto la possibilità non si sarebbe fatto sponsorizzare da rb? Riflettici e rispondi onestamente,
La bibita Red Bull fa schifo!
L’avete mai bevuta?
Quella venduta in Austria ha un contenuto di taurina molto superiore alla versione italiana.
Eppure riscuote grande successo tra i giovani (un po’ idioti, occorre dire) che la mescolano con alcolici vari.
Nel senso che: la propaganda slava i cervelli.
Un atleta serio non si farebbe mai sponsorizzare da redbull.
Sulle foto inclinate di Kammerlander e altri, concordo, ma il vecchio Hans l’Everest con gli sci l’aveva comunque sceso (e salito), e in maniera decisamente più elegante, per questo s’incazza.
e comunque Marco Siffredi aveva già fatto una discesa integrale dell’Everest nel 2001 ma con la tavola (e salendo con l’ossigeno). Poi ci era risalito l’anno dopo per scendere dall’hormbein ma non ce l’ha fatta
Si:
Baumgartner rovina il paracadutismo.
Godziek rovina il ciclismo.
Dario Costa rovina il volo aereo.
Ecc. ecc..
Dai Hans smetti di ragionare, beviti qualche birra e continua a …Sragionare!
E lungi da me difendere redbull ( che per altro che bisogno ne avrebbe essendo una multinazionale) ne criticare grandi alpinisti come voi, ma questa narrazione che redbull abbia fatto solo pagliacciate non completamente vera, certo ne ha fatte molte e disdicevoli ma in fondo la spettacolarizzazione non è parte dell alpinismo di alto livello dai tempi di whimper? E quando lo stesso h.k. o chi per lui giravano le foto per falsare l’inclinazione?
Ah cominetti quindi le salite di d.lama tu non le apprezzi? E l’x alp è soltanto una roba per le masse che di vele non capiscono niente? Interessante vedo che come kammerlander sei un po’ piccato
Secondo me la nota bevanda austriaca, dal sapore di gomma da masticare, suggella quelle prodezze solo spettacolari che vengono apprezzate dalla massa ma non da chi ha un minimo di competenza.
E purtroppo questi ultimi sono in netta minoranza numerica. Bravo Hans a farlo notare. Credo che la sua protesta sia più per una corretta visione dei fatti che per una sua personale convenienza di cui non ha certo bisogno.
“Red Bull…rovina l’alpinismo, annacqua tutto.”
Maddai, chi l’avrebbe mai detto…