Le sostanze perfluoroalchiliche aggrediscono il nostro organismo colpendo il sistema endocrino. Luca Chiovato, già ordinario di Endocrinologia all’Università di Pavia, uno dei primi ad aver fatto ricerca su questo fronte, creando all’Irccs Maugeri il laboratorio sui “distruttori endocrini” quasi 25 anni fa, spiega come.
L’endocrinologo: «Come i Pfas ci avvelenano»
di Giampaolo Cerri
(pubblicato su vita.it il 22 aprile 2024)
È stato uno dei primissimi, in Italia, ad occuparsi dei distruttori endocrini, creando all’Irccs Maugeri di Pavia un Laboratorio di ricerca dedicato già nei primi anni 2000. Luca Chiovato, pisano, classe 1952, è stato ordinario di Endocrinologia dell’Università di Pavia, ha oltre 350 pubblicazioni scientifiche e più di 1.000 punti di impact factor. Membro di lungo corso della Società Italiana di Endocrinologia è dal punto di vista scientifico uno dei più titolati a parlare di Pfas, le sostanze perfluoroalchiliche usate da alcune industrie e che, penetrando nella falda, finiscono per avvelenarci con conseguenze piuttosto importanti.
Professor Chiovato, che cosa sono i distruttori endocrini e come operano sull’organismo dell’uomo? Quale il grado di pericolosità? Su Liberation dei giorni scorsi, leggo di diminuzione della fertilità, ipertensione arteriosa durante la gravidanza, neonati sottopeso, abbassamento della risposta anticorpale in adulti e bambini, innalzamento dei livelli di colesterolo, aumento dei rischi di malattie alla tiroide, lesioni al fegato, colite ulcerosa, neoplasie ai reni e ai testicoli.
Gli interferenti endocrini sono sostanze esogene o miscele di sostanze esogene prevalentemente di origine industriale, che interferiscono con la produzione, il rilascio, il trasporto, il metabolismo, il legame, l’azione o l’eliminazione degli ormoni che nell’organismo mantengono l’omeostasi e regolano i processi di sviluppo, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie.
Di che origine sono, professore?
La loro origine è duplice. La prima è quando siamo in presenza di sostanze introdotte nell’ambiente direi inevitabilmente, come gli ftalati delle plastiche, lo sono accidentalmente, come le famose diossine del disastro di Seveso, oppure illegalmente, è il caso del Poli-clorobifenili – Pcb da fluido refrigerante di trasformatori e condensatori.
La seconda?
Quella di sostanze volontariamente e “legalmente” introdotte nell’ambiente: diserbanti, insetticidi, fungicidi, fertilizzanti.
Da cosa deriva la loro pericolosità?
Da tre caratteristiche: in molti casi sono non biodegradabili – quindi inquinanti organici persistenti – hanno effetto non monotonico, cioè non necessariamente l’effetto dannoso maggiore si associa alla concentrazione maggiore, presenza di multipli inquinanti nello stesso ambiente, quando cioè si verifica un “effetto cocktail” che rende difficile attribuire i singoli danni a una specifica sostanza.
Quali sono gli effetti sull’organismo?
Mentre gli effetti sul sistema immunitario e sulle conseguenti malattie, come la colite ulcerosa, sono meno chiari, quelli endocrino-metabolici riguardano principalmente gli assi gonadici e della tiroide.
Cominciamo dal primo, professore, ricordando quelle ghiandole che elaborano gli ormoni regolatori dell’attività sessuale-riproduttiva nell’uomo, i testicoli, e nella donna, le ovaie.
L’effetto sull’asse gonadico è prevalentemente estrogenizzante-antiadrogeno, sono quindi stati “incriminati” per riduzione numero spermatozoi (e quindi fertilità), tumori del testicolo e malformazioni congenite, come il criptorchidismo nell’uomo,
La mancata discesa dei testicoli nel bambino…
Esatto, ma anche possibile pubertà precoce e tumori femminili ormono-dipendenti, come quelli di mammella e utero nelle donne.
Mentre gli effetti sull’asse tiroide?
Riguardano la comparsa di ipotiroidismo, particolarmente temuto durante la gravidanza per le conseguenze che potrebbe avere sullo sviluppo mentale dei neonati. Esistono anche ipotesi sun un possibile effetto metabolico che favorisca la comparsa di obesità, diabete tipo 2, dislipidemia.
Anche i Pfas sono distruttori endocrini, dicevamo
I Pfas, che hanno avuto come capostipiti i Pfoa (gli acidi perfluoroottanoici, ndr) e i Pfos (gli acidi perfluoroottansolfonici), , sono sostanze largamente utilizzate perché respingono sia acqua, sia grassi e resistono al calore. Purtroppo, resistono alla degradazione chimica/microbica e hanno elevata solubilità in acqua. Nell’industria manifatturiera sono stati impiegati – e molecole simili sono ancora impiegate – per la produzione del Teflon, largamente impiegato nella produzione di pentole, per i trattamenti impermeabilizzanti di pelle e tessuti (rivestimento di carta e cartone, impermeabili, schiume anti-incendio, pitture e vernici, industria fotografica). L’emivita dei Pfas, vale a dire il loro tempo di decadenza nell’ambiente, è di 41-92 anni e l’emivita di eliminazione nell’uomo è di 3-7 anni.
Non poco, certamente. E sulla cancerogeneità dei Pfas, professore, si discute molto. L’Oms ha riconosciuto di recente quella di alcuni. Allo stesso tempo non indica i livelli massimi tollerabili nelle acque. Dal suo punto di osservazione cosa vede?
Dal punto di vista oncologico, I Pfas sono stati associati con tumori del rene e del testicolo. Pfoa è ora classificato come possibile cancerogeno per l’uomo (gruppo 2B) dalla International Agency for Research on Cancer (Iarc). L’associazione tra Pfas è tumore della tiroide è stata per anni oggetto di controversie, ma uno studio caso-controllo multicentrico (Usa, Olanda, Israele), pubblicato nel 2023, ha stabilito un rapporto tra Pfos e carcinoma papillare della tiroide. Dal punto di vista funzionale I Pfas possono provocare un ipotiroidismo, soprattutto nei giovani.
Insomma, ce ne sarebbe abbastanza per metterli al bando, come la Francia ha fatto.
Nel 2019, infatti, un documento del Parlamento Europeo sulla esposizione agli interferenti endocrini rinnovava la raccomandazione di minimizzarne l’esposizione, Pfas inclusi. Sebbene le maggiori compagnie della chimica americane abbiano volontariamente eliminato l’uso di Pfoa e Pfos nei primi anni 2000, i Pfas sono rimasti largamente non regolati dalla US Environmental Protection Agency – Epa, l’agenzia federale americana, fino al 2021 quando la stessa EPA pubblicò una roadmap per il loro monitoraggio e la definizione di limiti nell’acqua da bere. Nel 2022, l’Epa ha proposto di designare Pfoa e Pfos come sostanze pericolose nell’ambito del Comprehensive Environmental Response, Compensation, and Liability Act (Cercla). Quindi il problema delle concentrazioni tollerabili è ancora in via di definizione.
C’è una cura per abbassare questi livelli?
Non ci sono antidoti per i Pfas, l’esposizione può essere ridotta evitando di bere acqua di zone le cui falde acquifere siano notoriamente contaminate. Studi condotti nel laboratorio dei distruttori endocrini di Ics Maugeri, Irccs di Pavia, indicano che i Pfas permeano organi e apparti (tra cui anche la tiroide) per gradiente di concentrazione dal sangue, quindi, riducendone la concentrazione sierica, è prevedibile una riduzione di quella organica. Le donne in età fertile hanno concentrazioni sieriche di Pfas più basse rispetto agli uomini, a causa delle perdite mestruali. Non credo però che si possa proporre l’uso sistematico dei salassi o la più sofisticata plasma exchange.
E a livello di popolazione?
L’unica “cura” è la prevenzione: evitare sversamenti diretti o indiretti di queste sostanze nell’ambiente e limitarne l’uso nell’industria manifatturiera. A questo proposito le compagnie della chimica hanno sintetizzato dei Pfas di nuova generazione che dovrebbero essere meno pericolosi dei vecchi, ma questa minore pericolosità deve essere testata e non sempre si è rivelata tale.
Secondo il consorzio europeo Hbm4eu, il 14% degli adolescenti europei sottoposti a analisi del sangue in Europa, nel 2022, aveva livelli di Pfas superiori a quelli massimi indicati dall’Autorità europea della sicurezza alimentare – Efsa, ossia 4,4 nanogrammi per litro in una settimana. Si parla di 15 milioni di cittadini europei esposti, per la prossimità di centri produttivi che usano i Pfas, di cui 2 milioni in Francia. Le risultano altri dati?
I dati riportati sono cumulativi settimanali, perché il limite di detezione dei dosaggi è di solito 0,5 mg/ml. La maggior parte dei dati di popolazione disponibili riguardano misurazioni estemporanee. A Pavia, in un nostro studio del 2009 su pazienti adulti non selezionati che eseguivano un intervento sulla tiroide, i valori mediani di Pfoa variavano tra 5 e 10 ng/ml e quelli di Pfos erano intorno a 10 mg/ml. Nella US National Health and Nutrition Examination Survey (popolazione adulta non selezionata) 2009-2010 la media geometrica era 4,15 ng/ml per Pfoa e 14,2 ng/ml per Pfos. Nella popolazione adulta (55-74 anni) della regione contaminata del fiume Hudson, la mediana di Pfoa era 9,2 mg/ml e di Pfos 31,6 ng/ml. Nei bambini di 1-17 anni viventi nell’area contaminata della valle del fiume Ohio la mediana di Pfoa era 29 mg/ml e di Pfos 20 ng/ml.
Dati impressionanti. E in altre aree italiane più colpite?
Nell’area rossa A della provincia di Vicenza nel 2019 i valori mediani di Pfoa e Pfos erano 23,3 ng/ml e 2,2 ng/ml, rispettivamente, nella popolazione di età inferiore a 14 anni e 46,6 ng/ml e 4,1 ng/ml, rispettivamente, nella popolazione di età superiore a 14 anni. Valori molto più alti sono stati osservati nei lavoratori professionalmente esposti di una azienda della chimica con siti di produzione in Belgio, Minnesota e Alabama: mediana 1100 ng/ml. Questi dati indicano che i valori sierici di Pfoa e Pfos hanno grandi variazioni a secondo del grado di contaminazione dei vari siti, con prevalenza di Pfoa o Pfos a seconda del tipo di manifattura. Ciò implica che valutazioni nazionali richiedo misurazioni effettuate sistematicamente in tutte le regioni, o meglio in tutte le province.
In Italia, nel Vicentino appunto, sono stati registrati molti casi, che spinsero la Regione a intervenire con norme restrittive, ve ne siete occupati?
In quell’area la Regione Veneto ha e sta attuando una campagna di misurazione sistematica dei livelli di Pfoa e Pfos nella popolazione di tutte le età dei comuni “contaminati” associata a screening sanitario che comprende anche l’ecografia tiroidea. Il coordinamento è stato affidato all’Istituto Superiore di Sanità.
Come Società italiana di Endocrinologia – Sie, qualche anno fa scriveste alla Commissione europea, vogliamo ricordare che cosa chiedevate? Ci sono state altre azioni pubbliche della Sie? Ha notizia di altre iniziative anche all’Estero di endocrinologici o clinici in generale?
Rappresento la Sie in un comitato sui distruttori endocrini della European Society of Endocrinology – Ese che produce documenti in accordo con la Endocrine Society Americana. Questo comitato è attivissimo nel pungolare le varie commissioni di Ue che si occupano di tossicologia ambientale e quindi anche di distruttori endocrini. Purtroppo, la materia è complessa, perché lo sviluppo e l’economia dell’Europa (e di tutto il mondo moderno) sono basati sulla chimica. Il tipico esempio è quello che è successo dopo la promulgazione della direttiva Ue su agricoltura: 4% di terreni non coltivati, riduzione fino all’abolizione dei pesticidi (che, tra l’altro, contengono distruttori endocrini): trattori, blocchi stradali, ecc.
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Primum vivere deinde philosophari. Gli antichi avevano già capito che la “filosofia” è bellissima disciplina, ma da tavolino. Bellissima e nobilissima, così come l’idea che gli “eletti” (in quanto hanno vinto delle elezioni) siano anche “eletti” (nel senso di nobili, da ampie vedute, lungimiranti, che fanno ciò che è giusto ecc). La realtà non ha mai funzionato così perché la natura umana non è fatta in quel modo. Questo vale per ogni tipo di politico, dal consigliere di circoscrizione ai capi di stato o di governo, e soprattutto vale per ogni colore politico, compresa anche la sinistra radicale. La vita reale è un’altra cosa rispetto alla filosofia e chi continua a credere nelle favole si prenderà solo grandi nasate (come si è sempre preso), anche laddove venissero eletti i candidati per i quali lui stesso ha votato.
continuare a ripetere che la politica e’ mera attività’ volta a soddisfare i propri elettori potrà anche essere realista in uno stato come il nostro, ma e’ banalmente inesatta sotto il profilo filosofico e semantico ed e’ una sciocca e pericolosa stortura.
Quello non e’ politica, e’ clientelismo. Ed e’ grazie alle perenni banalizzazioni alla Crovella e alla sempre più diffusa assenza di cultura che l’italia e’ spesso stata un ottimo laboratorio sociale per sperimentare le cose peggiori.
dalla Treccani
La p. in generale è stata di volta in volta concepita in modi molto diversi: come ricerca del bene comune, come strumento per la realizzazione della vita buona e virtuosa del cittadino, come arte della conquista e della conservazione del potere, come leva per la neutralizzazione dei conflitti tra individui e gruppi, come luogo della contrapposizione regolata di una pluralità di interessi ideali e materiali divergenti, radicati nella società civile, oppure ancora come relazione ‘amico-nemico’.
In modi altrettanto differenti è stato interpretato il grande tema dei rapporti tra etica e p., anche se nella tradizione dell’Occidente moderno e contemporaneo è risultata per lo più dominante l’idea tipicamente realistica – fissata da N. Machiavelli e poi riformulata da M. Weber – della p. come sfera autonoma e autonormativa dell’agire, indipendente cioè da qualsiasi precetto etico o religioso, e dotata piuttosto di una propria specifica ‘etica’ (la weberiana «etica della responsabilità»).
Giusto, la politica non de3ve fare il bene comune, serve solo per fare quello che vogliono gli elettori, magari dopo che sono stati indottrinati un po’ dagli amici con alternative truths e fake news…oltre naturalmente a piazzare amici, amanti, cognati e sorelle.
Sono la ggente che devono cambiare, mica la politica!
E ovviamente se la gente non sa nemmeno cosa sono i PFAS, mica bisogna dirglielo che fanno o dirgli che sversarli nell’ambiente è contro la legge, che sennò poi avanzano pretese, gli imprenditori del nord-est vanno in galera e il PIL va giù (ma sopratutto non votano più Lega!)
L’indagine condotta del professor Chiovato aggiunge un ulteriole tassello a quello che, purtroppo, era già noto e ha il merito di concorrere, con altre dello stesso tipo, all’importante azione di denuncia dei danni provocati alla salute umana dall’uso indiscriminato di certe sostanze. Speriamo che tutte queste voci, unendosi, formino un coro assordante che smuova chi ha in mano la salute pubblica.
L’idea che “fare politica sia fare le cose oggettivamente giuste e poi la popolazione le capirà” è di una ingenuità fanciullesca. Fare politica è puntate a fare le cose che piacciono ai tuoi elettori (e soprattutto evitare le cose che li infastidisco terribilmente, come questa), i quali, se ti hanno eletto, costituiscono la maggioranza (sennò non saresti stato eletto). Vale per i politici di ogni colore e orientamento e la realtà storica lo dimostra dalla notte dei tempi. Occorre prima incidere sull’opinione pubblica, in modo tale che essa cambi profondamente e quindi faccia cambiare i suoi “desiderata”, poi le decisioni politiche si modelleranno sui desiderata come per incanto. Sul tema PFAS è arduo pensare che la politica (sia destra che sinistra, nessuno sfugge a tale legge implicita) abbia il coraggio di andare contro il volere di fondo ancora dominante nell’elettorato, che ha le idee molto chiare e soprattutto traversali: più si produce e più si guadagna, e tutto ciò che aiuta a produrre di più è ben visto (di conseguenza ogni suo divieto è mal visto). Se aspettiamo che sia la politica a vietare i PFAS… campa cavallo, saremo tutti morti da tempo.
A titolo personale io sono contrarissimo ai PFAS, ma sono realista e conosco la natura umana: chi viene eletto (che sia di destra o di sinistra, non fa differenza) difficilmente “irrita” il bacino elettorale. La conferma specifica sui PFAS è che si conosce il problema da un po’ di tempo, quindi da prima dell’attuale governo nazionale, e nessuno (allora al governo) si è attivato per fermarli, anzi… Lo stesso dicasi a livello regionale: fanno tutti gli gnorri, a prescindere dal colore politico. Quindi gli appelli alla politica sono parole al vento. vanno bene interventi scientifici come questo per sensibilizzare la base della popolazione e cercare di modificare l’opinione pubblica. Ma i tempi sono biblici…
Ha detto una volta una mia “cuggina” se non ci fosse stata la chimica saremmo ancora nelle caverne e all’età della pietra…probabile che sia così, ma a che prezzo?Come diceva quel prigioniero a Flossenberg non tanto io come uscirò da quest’affare ma piuttosto le generazioni che verranno …
Finché colossi come Du Pont e BASF solo per citare i più noti saranno padroni di economia e politica la vedo dura cambiare le sorti del globo mangiando bio anche se sarà bene iniziare da qualcosa…quando attacchiamo lo scotch da pacchi,o leggiamo un qualsiasi libro indossiamo un pile o oggetto moderno pagato a nostro modo di vedere poco alimentiamo i PFAS e i mostri citati sopra.
AUGURI!
E non solo per S.Silvestro!
Si smetterà di produrre PFAS solo quando e se troveranno un sistema per sostituirli .. .come fu per DDT, CFC e i trattamenti nucleari che facevano agli alimenti negli anni 60.
I PFAS furono messi a punto per imitare l’axhillea ed il loto e la loro straordinaria capacità di non bagnarsi. Aprite l’armadio e ditemi se non avete qualcosa in goretex, sostituita poi da altro.
I PFAS del vicentino sono frutto di delinquenza da parte dei famosi im-prenditori del nord-est con la connivenza di mancati controlli
Anche se non sono sicuro che i PFAS siano il problema dei problemi e anzi trovo difficile, per mia ignoranza, definire una scala di pericolosità e importanza nell’inquinamento, sono piuttosto d’accordo con Crovella, tranne che su una cosa.
Non credo sia affatto vero che:
“l’unico vero modo per combatterli sia ridurre la nostra propensione al consumo”
che è sicuramente importante e alla lunga determinante per la sostenibilità della vita umana sulla terra, ma di certo una rivoluzione culturale e sociale (perché di questo si tratta) non è cosa che si possa sperare abbia effetto nel breve termine.
Mi chiedo perché un fautore del controllo sociale muscolare, poliziesco e penale delle opinioni e del dissenso, non ritenga che in questo caso la via più breve e sicura possa essere l’intervento statale con leggi che vietino l’impiego dei PFAS, la loro dispersione nell’ambiente, puniscano i contravventori, ecc. ecc.
Come è stato fatto con buon successo in passato con DDT, CFC, coloranti e additivi alimentari e molte altre sostanze.
Ho già spiegato, anche pochi gg fa, che i PFAS sono il problema dei problemi all’interno dell’enorme problema dell’inquinamento e che dovremmo combatterli con tutta la nostra determinazione, perché altrimenti ci avveleneranno. Tuttavia sono convinto che l’unico vero modo per combatterli sia ridurre la nostra propensione al consumo e quindi far contrarre la “domanda” globale, altrimenti mi sa che non c’è santo che tenga. Inutile elaborare ragionamenti anche fondatissimi e illustrissimi, come questi: nessuno riuscirà mai, solo a parole, a convincere il sistema produttivo (sia industriale che nei settori collaterali) ad autolimitarsi da solo. L’unico modo davvero efficace è strozzare il sistema con la diminuzione della domanda quantitativa e con una domanda qualitativamente più raffinata che sostituisca quella generalista. Se consumo di meno e, per esempio, acq1uisto solo la verdura “bio” del contadino che usa tale metodologia, ne deriva una inevitabile contrazione della domanda di prodotto agricoli “industriali”, per cui (con i dovuti tempi) il sistema si adeguerà e ridurrà le relative produzioni: non avrà più esigenza di spingere la produzione e quindi non esisterà più la tentazione di utilizzare pesticidi ecc., per cui diminuiranno anche i PFAS.