Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza»

A Gaza non ne ricorrono i caratteri tipici, mentre sono evidenti crimini di guerra e contro l’umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall’esercito israeliano.

Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza»
(ma di crimini di guerra e contro l’umanità, sì)
di Liliana Segre
(pubblicato su corriere.it il 29 novembre 2024)

Le parole, a volte, diventano clave. Negli ultimi mesi ho fatto appelli per il cessate il fuoco, ho condannato le violenze, ho espresso la più profonda partecipazione al dramma delle vittime innocenti palestinesi e israeliane, ho invocato un rispetto sacrale verso i bambini di ogni nazionalità, di ogni credo, di ogni religione, ho manifestato ripulsa verso lo spirito di vendetta.

Liliana Segre

Eppure, o ti adegui e ti unisci alla campagna che tende ad imporre l’uso del termine «genocidio» per descrivere l’operato di Israele nella guerra in corso nella Striscia di Gaza, o finisci subito nel mirino come «agente sionista». Le cose in realtà sono più complesse e colpisce che alcuni tra i più infervorati nell’uso contundente della parola malata si trovino in ambienti solitamente dediti alla cura, talora maniacale, del politicamente corretto, del linguaggio sorvegliato che si fa carico di tutte le suscettibilità fin nelle nicchie più minute.

Nella drammatica situazione di Gaza non ricorre nessuno dei due caratteri tipici dei principali genocidi generalmente riconosciuti come tali — il Medz Yeghern degli armeni, l’Holodomor dei kulaki ucraini, la Shoah degli ebrei, il Porrajmos dei rom e sinti, la strage della borghesia cambogiana, lo sterminio dei tutsi in Ruanda — mentre sono piuttosto evidenti crimini di guerra e crimini contro l’umanità, commessi sia da Hamas e dalla Jihad, sia dall’esercito israeliano. I caratteri tipici dei genocidi sono essenzialmente due, uno è la pianificazione della eliminazione, almeno nelle intenzioni completa, dell’etnia o del gruppo sociale oggetto della campagna genocidaria, l’altro è l’assenza di un rapporto funzionale con una guerra. Anche i genocidi commessi durante le due guerre mondiali (armeni, ebrei, rom e sinti) non ebbero la guerra né come causa né come scopo, anzi furono eseguiti sottraendo uomini e mezzi allo sforzo bellico.

D’altronde, anche di fronte ad operazioni militari volte intenzionalmente a produrre vittime civili, e che hanno causato morti innocenti nell’ordine di decine di migliaia (Dresda) o centinaia di migliaia in pochi giorni (Hiroshima e Nagasaki) o addirittura un milione (assedio di Leningrado), non si è mai parlato di genocidi. L’abuso della parola genocidio dovrebbe essere evitato con estrema cura per più di una ragione. In primo luogo, solo coprendosi occhi e orecchie si può evitare di percepire il compiacimento, la libidine con cui troppi sembrano cogliere un’opportunità per sbattere in faccia agli ebrei l’accusa di fare ad altri quello che è stato fatto a loro. Un complesso di colpa collettivo prodotto dalla storia si scioglie in un rabbioso sfregio liberatorio verso lo Stato ebraico di Israele, non solo equiparandolo ai nazisti ma rinfocolando tutti i più vieti stereotipi sugli ebrei vendicativi, suprematisti, assetati del sangue dei bambini non ebrei. L’impennata delle manifestazioni di antisemitismo nel mondo, a livelli mai visti da decenni, dimostra l’effetto devastante delle tossine che sono tornate in circolo.

In secondo luogo, l’accusa strumentale del genocidio proietta sull’intero Stato di Israele e su tutto il popolo israeliano — non solo sul pessimo governo in carica — l’immagine del male assoluto. Una demonizzazione ingiusta, ma anche controproducente per le prospettive di pace e convivenza. Ogni riduzione dell’altro a mostro, ogni cancellazione manichea delle sue ragioni — vale per i sostenitori acritici dei palestinesi, ma vale specularmente anche per i sostenitori acritici del governo israeliano — serve solo a perpetuare la guerra, a rinsaldare la trappola dell’odio e ad allontanare il giorno in cui potrà, dovrà sorgere uno Stato di Palestina accanto allo Stato di Israele.

In terzo luogo,  la cultura antifascista e antitotalitaria ha avvertito da sempre le implicazioni velenose delle operazioni di negazionismo, riduzionismo, relativizzazione, distorsione o banalizzazione dei genocidi. Di lì passano inesorabilmente le rivalutazioni delle peggiori dittature e le campagne nostalgiche. Da lì parte il sistematico abbassamento degli anticorpi che sorreggono la coscienza democratica dei cittadini. Inquieta che anche alcuni di coloro che meritoriamente si dedicano alla tutela e alla trasmissione della Memoria sembrino non capire che lasciar passare oggi l’abuso del termine genocidio significa produrre una crepa in un argine. E se crolla quell’argine, domani, potrà passare ben altro.

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Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza» ultima modifica: 2024-12-05T04:28:00+01:00 da GognaBlog

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109 pensieri su “Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza»”

  1. Appunto, la Albanese l’ho sentita una volta in TV: è una trinariciuta, è impostata in un certo modo (Israele nazista) e tutti i suoi ragionamenti ne conseguono. Fonte di parte e molto coinvolta emotivamente: VALE UN CAZZO, dà idea di odiare Israele, per cui ovvio che ogni cosa che fa Israele sta tipa la definisce come il diavolo.
    Per il resto, siamo quasi al 110 commento (per non contare tutti quelli dall’ottobre 2023 a oggi) e DOBBIAMO RICOMINCIARE IL DISCORSO DA CAPO?Israele VUOLE liberare gli spazi perché ne ha bisogno e perché vuole toglierseli dalle palle i ricettacoli da cui originano gli attacchi a sé. L’occidente è alleato di Israele per cui MAI NESSUN GOVERNO occidentale mollerà Israele. Toglerle armi e soldi? Potrebbe essere, ma nessuno la farà mai, perché NON c’è la VOLONTA’ di farlo. Non confondete l’attuale astensione dell’invio di armi dall’Italia: esso è scattato solo dopo che Israele ha distrutto le telecamere della base italiana nel sud del Libano. in assenza di atle evento, anche l’Italia continuerebbe a inviare a tutt’oggi armi a Israele e non escluso che riprenda a farlo. Con tali presupposti, Israele NON si fermerà SE NON QUANDO AVRA’ LIBERATO DEL TUTTO GAZA. il che si può ottenere o con l’intervento degli Occidentali che SOPOSTANO i palestinesi oppure lasciando i palestinesi a Gaza, ma allora Israele li bombarderà finche non ce ne sarà neppure uno in vita. In Occidente chi tiene davvero al destino dei palestinesi (incominciando da quella gran rompicoglioni della Albanese) dovrebbe attivarsi per spostare i palestinesi, perché se si fanno solo grandi parole (disquisendo se siamo di fronte a un genocidio, o solo a una pulizia etnica o ancor meno a un atto colonialista…), ogni giorno ne muoiono sotto le bombe israeliane.

  2. “Sai che fonte!”
    La fonte è Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati. Che l’intervista si trovi su altreconomia.it o pincopallino.cazz mi sembra irrilevante, così come irrilevanti sono i commenti che non entrano nel merito.
     
    Perché fermare Israele?
    Perché sta violando trattati e convenzioni internazionali riconosciute da Israele stesso. Forse la legge va rispettata solo quando fa comodo o ci riguarda in prima persona?
    Quando c’è la volontà, il modo si trova.

  3. “lasciate i palestinesi lì e saranno sterminati.”
    Ma kekazzo scrivi Crovella? Chi li lascia li? Il problema è chi li vuole cacciare visto che li sono.
     
    “Qualcuno può fermare Israele?”
    Quanto a questo è facilissimo: basta smettere di coprirli di soldi e di vender loro armi. 
     
    “Sai che fonte! “
    Certo migliore di uno che ritiene che se qualcosa è stato fatto da un sacco di altre società e da giocatori stra-amati allora va bene!
     

  4. Sai che fonte! E cmq è ovvio che spostare i palestinesi da Gaza/Cisgiordania è un modo incruento di effettuare pulizia etnica per esigenze coloniali. lo capisce anche un bambino che l’obiettivo finale è quello (inoltre è dall’ottobre 2023 che lo sto sottolineando anche sin questo blog). Vi scandalizza che non ci dormite la notte? Ma per carità: lasciate i palestinesi lì e saranno sterminati. Qualcuno può fermare Israele? Ma CHI? Quale paese? Gli USA, l’Italia, l’UE? E perché dovrebbero farlo? E poi come? Mandiamo il Battaglione San Marco contro l’esercito israeliano? Perché devono morire i soldati italiani?

  5. Capitato a un sacco di altre società, compreso il Milan… capitato anche a giocatori poi stra-amati come Paolo Rossi (in quel momento al Perugia)… In ogni caso quella fu una gestione di alcuni personaggi (Moggi e Giraudo) che nello stesso momento cercavano di fare le scarpe alla famiglia proprietaria per sfilarle la squadra… la declassazione in B fu anche un modo per togliersi dalle palle i due suddetti personaggi… 8la sotria è lunga, molto interessante, ma fuori tema).
     
    Se devi ridurti a insulti da curva della stadio sei proprio alla frutta, ma d’altra parte si vede che non riesci a comprendere che alla grande pancia elettorale NON gliene frega niente se le ns affermazioni siano fondate o meno, a loro interessano solo tre cose (già citate) e il ns modello gliele offre, mentre voi li stufate con dissertazioni accademiche noiose e sterili. Per questo l’Europa tutta sta virando a destra, perché si è rotta i coglioni delle vs dissertazioni accademiche, a prescindere che siano corrette o meno. E voi, anziché correggere il tiro, insistete… Per questo vi considero dei cretini: totale assenza di intelligenza strategica. Le urne dimostreranno che la situazione è quella da me raccontata.

  6. Che tu ci disprezzi è decisamente poco importante e mi non mi interessa, che i tuoi interventi moderni si basino costantemente su falsità e ignoranza invece si.
     
    Questa invece me la servi su un piatto d’argento:
    “Io sono un tifoso della Juventus.
    Alla Juventus c’è una sola regole: “L’unica cosa che conta è vincere”
    Non stupisce che uno come te sia tifoso di chi ha vinto solo perché ha comprato non solo i giocatori della propria squadra, ma anche quelli avversari, procuratori e arbitri ed è riuscita anche a farsi retrocedere in serie B.
     

  7. Avevo cose più importanti e interessanti da fare che sottolineare (per la miliardesima volta) quanto siete irrilevanti. Io vi disprezzo NON tanto per le idee che esprimete, che trovo da gnugnu perché ancorate al Jurassico, ma perché siete convinti che con testi fondate, provate, numeri, grafici, argomentazioni ecc potrete csensibilizzare la grabnde pancia elettorale. Non avete capito proprio niente. La grande pancia elettorale vuole solo tre cose molto semplici: 1) pagare meno tasse; 2) rilanciare un po’ l’economia; 3) che le togliamo dai coglioni l’immigrazione irregolare, specie se composta da afro-islamici. Tutto il resto NON interessa. per cui le vs dotte argomentazioni sono solo orinatoio dell’autogrill. 
     
    Io sono un tifoso della Juventus. Mopderato, mai stato alla stadio, ma fedela, è dal campionato 1971-72 che tifo Juve. Alla Juventus c’è una sola regole: “L’unica cosa che conta è vincere”.  Non facciamo facile ironia sugli attuali risultati non eclatanti, per questo siamo molto irritati. Mi serve la metafora calcistica come espressione di vita. Voi siete dei cultori del bel gioco, le vs argomentazioni (provate, fondate, magnificamente illustrate) sono bellissime azioni di gioco, ma che NON finiscono in gol. A me interessa vincere, intendo vincere nelle cabine elettorali. Chi vince nelle elezioni, determina i parlamenti e attraverso queswti i governi e quindi l’azione politica. Tre sono le cose che chiede la pancia elettorale e la “mia” squadra (politica e ideologica) gliele offre, non per opportunismo ma perché le condividiamo, compreso il sostegno a Israele e per estensione agli ebrei tutti. Proprio ieri una rivista americana, ieri, ha definito la Meloni come la più potente personalità europea. Quindi abbiamo il sostegno della grande pancia elettorale. Se voi continuate nelle vs minchiate di tesi, magari anche nobilissime, resterete nella posizione di totale irrilevanza in cui siete già finiti. CONTATE UN CAZZO E SOPRATTUTTO CONTENERE SEMPRE PIU’ UN CAZZO DI NIENTE.

  8. P.S.: noto con piacere che, tanto per cambiare, il mio rilancio circa le cazzate tue e di Espò nel post del conflitto è rimasto senza risposta E dai e dai sedula gutta…

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