Viviamo su un piano di realtà inclinato, vertiginosamente ripido. Salvo imprevisti, ci porterà alla morte. E sarà una buona sorte, almeno dal punto di vista della rinascita. Qualche riga manichea che salta molti grigi della realtà, con il solo intento di riferirsi alle tendenze di fondo.
Lontani dal mondo
di Lorenzo Merlo
(ekarrrt 13 febbraio 2022)
Forse vivo o vengo da un altro mondo. In questi ultimi due anni sono accadute cose che ci avrebbero fatto perdere la casa e qualunque patrimonio se ci avessero proposto di scommettere su una simile distopia. Eppure, a cose fatte, la maggioranza ha accettato con indifferenza – al massimo con malesseri individualistici – la sua realizzazione. Anche la sovranità individuale è stata delegata, il guinzaglio attaccato e i canini mostrati ai propri simili meno disponibili ad alienare se stessi.
Abbiamo assistito a cambi di versione di verità, a minacce, a dichiarazioni di persecuzione, a preghiere di morte e di esclusione dallo stato sociale, a elicotteri a caccia di solitari in riva al mare, a cambi di definizione del concetto di pandemia; abbiamo saputo dell’obbligo contrattuale di irresponsabilità delle case farmaceutiche del siero e sapevamo della sua eterodossia, abbiamo sentito affermare bugie da capi di stato e di governo, da politici e giornalisti, mai seguite da dimissioni né smentite, tanto meno mea culpa; abbiamo visto affermare posizioni come fossero verità definitive, ci hanno fatto credere fosse per il nostro bene e tutto si è rivelato una strategica azione politica per alzare il controllo necessario al nuovo assetto socio-economico che ne azionava le mosse. Abbiamo visto ricatti nascosti sotto trasparenti foglie di fico tinte di verde, olezzanti di merda. Abbiamo visto la gioia in volto ai Figliol-codanti, che sarebbero potuti tornare a sciare e in discoteca, che credevano di scambiare un buco tossico per l’immunità. Abbiamo visto la frattura sociale alimentata dalla cosmologia del regime. Abbiamo visto ridicolizzate le manifestazioni nazionali e internazionali, come non contassero, come non esistessero, come fossero quattro gatti. Abbiamo visto ignorare i cambi di politica protopandemica di un crescente numero di paesi. Abbiamo assistito al miglior mondo che gente e agende meschine potessero realizzare. Abbiamo assistito ai peggiori tradimenti felici di vedere Fiorello a Sanremo e di applaudire ai suoi insulti ai sofferenti. Tutto ciò in mezzo al tradimento [nessun aggettivo disponibile, nda] dei 5Stelle, alla sideralizzazione del Pd, alla falsa fermezza delle destre, alla farsa dell’elezione presidenziale e a quella dell’Italia che riprende dopo essere stata veramente condannata.
E nessuno ha detto nulla.
Meglio, anche se ultimamente qualcuno sta dicendo qualcosa, per lungo tempo nessuno ha detto nulla.
Nessuno ha reagito. Tutti hanno seguitato ad accreditare la classe politica, i sindacati e le istituzioni, nonostante i fatti discriminatori così sostanzialmente identici a ciò che la storia dei totalitarismi ci ha mostrato fino a poco fa. Nessuno della maggioranza, infatti, nonostante la quantità di società andate a gambe all’aria, di lavoratori e di studenti impediti ad accedere alle sedi di lavoro e di studio, di bambini sottratti dal gioco, di medici non solo non ascoltati nonostante i loro successi di cura, ma anche sospesi dai loro ordini, di disoccupati condannati da probiviri governativi che offrono lavoro solo ai sottomessi, di malati rifiutati se privi della vergognosa tessera, ovvero di ciò che non serve a nulla, ha ritenuto di indignarsi, di cessare di dare il proprio accredito a chi ci ha offerto il peggior esempio della cosiddetta democrazia. E miglior campione di educazione sociale in vista delle prossime vessazioni per l’ambiente, per il clima, per l’energia, per i poveri, per la guerra. Nessuno ha reagito, se non contro chi gli faceva presente che un nuovo modello socio-politico-economico si era attestato nella spaccatura sociale, e l’hanno chiamato complottista e gli hanno augurato la morte.
Se l’operato dei giornalisti è fuori dalle classiche del demerito, quello dei medici gli è pari. Quello dei politici e della magistratura non è neppure più esorcizzabile. Il barcone che tutti insieme governavano nelle bonacce della paura si è subito riempito di piccoli uomini le cui doti di coraggio e determinazione si sarebbero subito palesate per gettare a mare gli ipotetici untori, solo perché si ponevano interrogativi elementari su quanto stava accadendo. Non è un’illazione. Chiunque, in questi anni, si sia mosso senza maschera, ha potuto vedere spettacolari salti di marciapiede e udire alle spalle insulti ed improperi a lui destinati dal popolo solerte alla vanitosa ubbidienza. Da pochi giorni abbiamo visto cadere il governativo obbligo di maschera, ma non abbiamo visto perdere la condizione di zerbini alla buona percentuale che ancora, forse con orgoglio, lo protrae come pusillanimi proboviri capoclasse.
Ma ci vorrebbe qualcuno che avesse preso nota strada facendo o qualcun altro che avesse voglia di spulciare l’archivio dei giorni per moltiplicare gli argomenti annotati in queste poche righe, che vogliono essere soltanto evocative di uno stato di incantesimo diffuso.
Alla stessa maniera è accaduto che i paesaggi si siano popolati di ciminiere, la strada di scatole meccaniche, il pensiero di pretese e vanità. Di volta in volta, nessuno ha detto nulla. E chi diceva era screditato, criminalizzato, colpevolizzato, ciarlatanizzato. E chi non lo è stato era solo un cantante, un cantautore o un teatrante: Celentano, Faber e Gaber. E se proprio rompeva, poeta, scrittore o regista che fosse, per ragion di stato si poteva anche fare ciò che essa richiede.
Quello di ora, come per tutti gli altri che in nome del progresso materiale hanno ammazzato più di Pasolini, è stato un processo di realtà che nulla aveva a che vedere con la conoscenza. Non quella dei saperi analitici, tanto utili quanto stupidi se concepiti come i soli degni di epistemologia, ma quella che fa riferimento alla natura, senza lucro né colore.
Rispetto a quanto accaduto in passato, il tempo di ora ha beneficiato di mezzi di comunicazione a terminale digitale. La quantità di attenzione che questa implica ha comportato assuefazione e, quindi, dipendenza. Significa che la tecnologia domina il nostro fare. Oppure che il fare naturale che terrebbe legati alla terra e alle sue verità è, per la maggioranza, divenuto lontano vaneggiamento new age. Nuovamente da screditare, criminalizzare, colpevolizzare e, se necessario, eliminare. Niente più.
Se ci vuole una rara virginea visionarietà per tracciare un progetto capace di interrompere il declino spirituale abbozzato in queste considerazioni, osservare cosa comporta proseguire secondo le logiche dell’attuale politica, è cosa più accessibile a molti. Se ne potrebbero scrivere volumi. Probabilmente se ne sono scritti. E se ne scriveranno. Basterebbe una loro pagina, una loro briciola per evocare l’impressionante esigenza di fermare la folle corsa. Ma sarebbe un’evocazione raccolta da pochi, da quelli che alla maggioranza piace chiamare apoti.
Se ne può scrivere, allora, anche qualche riga, almeno come pianto e invocazione.
Privati di identità sociale e individuale, come la politica globalista richiede, non solo siamo perduti, non solo siamo volatilmente disponibili a quella della maggioranza, dell’occasione e della moda, ma diveniamo definitivamente incapaci di evolvere, di divenire individui compiuti, il cui destino è nel sentire la dignità che ci viene data e quella che necessariamente daremo, nel riconoscere la natura come madre e maestra, come fonte e dimora, come essere e non più come oggetto. O nessuna storia potrà essere diversa da quella di un incantesimo. Il cui principio è di essere mossi da entità a noi aliene.
Forse vivo o vengo da un altro mondo. Davanti a queste considerazioni, il meglio che mi sono sentito dire è di essere disadattato, che non mi occupo di realtà, che devo dimostrare ciò che esprimo, che devo studiare. Erano le voci della maggioranza, quelle lontane dal mondo. Dentro l’incantesimo.
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Ma tu, gli studi che cita Frajese, li hai letti o ti fidi ciecamente delle sue opinioni ?
Piccolo spunto per quattro risate contro i ciarlatani radiati, contro i terrapiattisti di Radioradio, contro gli “irragionevoli” che non hanno voluto rivolgersi ad affidabili esperti, contro gli apoti che credono nelle minchiate e non alle bombe.
https://www.youtube.com/watch?v=VwwKleB6xMA&feature=youtu.be
“L’Unione Europea dovrebbe lasciare che Putin si prenda l’Ucraina, e “negoziare”. E’ cosi’?”
No, non è cosí. L’Unione Europea, gli USA, la Gran Bretagna e l’ONU (esiste ancora l’ONU?) dovrebbero proporre un referendum in Crimea e uno in Donbass, sotto controllo ONU: “Volete voi continuare a far parte dell’Ucraina? Volete voi unirvi alla Russia? Volete voi costituirvi in Stato indipendente?”.
Si chiama principio (o diritto) all’autodeterminazione dei popoli. Ovviamente col rispetto sacrosanto dei diritti delle minoranze, che siano russe, ucraine o eschimesi.
… … …
In quanto ai silenzi colpevoli sul Triangolo della Morte, sappi che ci sono ferite che non si rimarginano. Soprattutto se consideriamo che per quattordici anni noi – popolo disgraziato – abbiamo avuto un presidente della Repubblica che nel 1956 inneggiò all’invasione militare dell’Ungheria da parte del Patto di Varsavia. E che, ciò nonostante, fu appunto eletto presidente della Repubblica. Per due volte. Olé.
Per tacer del resto.
Fabio. Tralasciando il preambolo, di cui non colgo il punto imprescindibile, se capisco bene la tua opinione e’ che la Russia ha invaso l’Ucraina per difendere le minoranze del Donbass. E i comunisti, ancora una volta ti hanno nascosto la verita’. L’Unione Europea dovrebbe lasciare che Putin si prenda l’Ucraina, e “negoziare”. E’ cosi’? Ti sei mai chiesto se altri europei come te, per il solo fatto di abitare un poco piu’ vicino alla Russia ( e magari piu’ pragmatici, e meno affascinati dalle paranoie anti-atlantiste ), la troverebbero una buona idea? Ma allargare un po’ gli orizzonti da castelfranco emilia, e lasciare il Triangolo della Morte con annessi e connessi al passato?
In persona. L’emozione vale più di una lezione.
[Grazie per il lavoro Fabio].
Una sola dissenzione – se si può dire così.
Tutti all’angolo reagiamo o periamo.
Nel caso uno, non si passa nel torto.
Qualcuno può sostenere che la Russia non era all’angolo.
Bene. È un inizio di discussione.
Il cui sviluppo a mio parere è inaccessibile a chi pensa “è fuffa” quando qualcun altro dice “spirito”.
E poi, volendo stemperare un poco la tensione, chi è quello sciagurato che sceglie le immagini inquietanti che sempre accompagnano gli articoli di Lorenzo Merlo?
Sei tu, Lorenzo? 😉😉😉
Non avrei saputo esprimermi meglio di Fabio su questi argomenti
Giacomo, quante volte, dal 2014 al 23 febbraio 2022, abbiamo letto sui giornali della guerra nel Donbass? servizi giornalistici in prima pagina? aperture di telegiornale? Quante volte ci hanno informato dei problemi di quella regione? delle minoranze etniche e linguistiche oppresse? Quante volte ci hanno spiegato che, se si abbaia alla porta di casa di qualcuno, ti devi aspettare una reazione? Sono parole del papa.
Tutti gli antefatti ci sono stati taciuti. Poi, dal 24 febbraio, fiato alle trombe.
… … …
E il principio di autodeterminazione dei popoli? Valeva per il Kosovo e non vale per il Donbass?
… … …
Intendiamoci: Putin, attaccando e invadendo, a mio giudizio è passato ipso facto dalla parte del torto. Però la storia NON è iniziata il 24 febbraio.
E gli USA gettano benzina sul fuoco, in modo criminale. E l’Unione Europea getta benzina sul fuoco, in modo criminale.
… … …
L’unica via per uscirne senza rischiare catastrofi mondiali è quella diplomatica. Ma se tu insulti come ha fatto Biden, credi forse che la controparte si sieda al tavolo delle trattative?
P.S. Anche quel bel tomo di Di Maio si è espresso secondo le sue possibilità: insulti bestiali. Un totale incapace e ignorante come ministro degli Esteri: in Italia siamo ridotti cosí.
È giusto che vi informi di quanto segue.
Da dove nasce il mio disprezzo totale verso il comunismo? verso le menzogne, le mistificazioni, la malafede? Ecco da dove nasce.
Quando ero piccolo, a scuola e nella società mi insegnarono, giustamente, che cosa furono fascismo e nazismo. Ma nulla del comunismo. Anzi, tentarono di spacciarmelo come “il Sol dell’avvenire”.
Poi, intorno ai diciassette anni, incominciai a informarmi e studiare per mio conto: diritti civili, Costituzione, storia contemporanea, ecc. Scoprii cosí – sbigottito – che il mio paese natale, Castelfranco Emilia (MO), era stato uno dei vertici dell’originario e famigerato Triangolo della Morte. Trattandosi di un triangolo, vi domanderete quali fossero gli altri due vertici. Eccoveli: Piumazzo e Manzolino, sue piccolissime frazioni.
Fu un trauma: “Sono stato ingannato. La scuola mi ha imbrogliato”. Del paese in cui sono nato i miei concittadini comunisti avevano creato quella nomea che si era diffusa in tutta Italia. E gli storici ufficiali tacevano, la scuola aveva taciuto, i libri “importanti” tacevano.
Da allora me la sono legata al dito. E quel nodo non si scioglierà piú finché campo.
… … …
In gioventú cosí lessi un giorno sui muri dell’università: “CONTROINFORMATI O CREPA”. Beh, avevano ragione.
P.S. L’originario Triangolo della Morte corrisponde a ciò che vi ho detto. Dopo, ma solo molti anni dopo, si estese fino a comprendere una regione assai piú vasta.
Come disse “quel tale”, i fatti non cessano di esistere solo perché noi li ignoriamo.
Sentire più campane è necessario ma non sufficiente.
Senza associare all’ascolto l’esercizio dello spirito critico, si ottiene solo di farsi sanguinare le orecchie finendo sempre per seguire chi soddisfa la nostra pancia.
Il tuo spirito critico, sull’articolo di Santoianni non ti dice niente ?
Fabio, provaci tu visto che Lorenzo “non trasmette esperienze”. Quale sarebbe la tesi del tal Francesco Santoianni che trovi illuminante, e in cosa e da chi saresti stato turlupinato…?
L’articolo è apparso nel sito lantidiplomatico.it lo scorso 10 maggio. L’autore è Francesco Santoianni.
… … …
Morale della favola: bisogna sentire tutte le campane, perché può capitare di accorgersi che quelle che riteniamo stonate a volte suonano bene. E viceversa.
N.B. Naturalmente un giornalista può sbagliarsi nelle sue tesi.
Ciò che non sopporto sono la malafede, le menzogne, le mistificazioni, le omissioni clamorose. Ciò che non tollero è la volontà di turlupinare il lettore per i propri fini.
Per questa ed altre questioni, leggetevi l’intervista alla Strada. Avrete tutte le risposte.
1) Assolutamente vero
2) Nessuno dei giornali citati
3) Assolutamente d’accordo con te
Sulla risposta 2 sarei molto sorpreso di essermi sbagliato
“L’Alto Adige/Südtirol avrebbe potuto essere il Donbass italiano. Annesso all’Italia con il Trattato di Versailles del 1919, questo territorio, da sempre popolato da una popolazione di lingua tedesca, conobbe da allora una politica di italianizzazione durante il Fascismo. Nel secondo dopoguerra un vasto movimento chiese, per lo più, il bilinguismo e una autonomia amministrativa. Nulla di diverso da quanto previsto per il Donbass dal Protocollo di Minsk, stipulato nel 2015 anche dal governo di Kiev.
Negli anni Sessanta il movimento autonomista provocò innumerevoli attentati terroristici. La risposta del governo italiano fu, per una volta, buona: bilinguismo, autonomia amministrativa e fiscale, risolvendo definitivamente la questione.
Perché questa risposta? Intanto perché non c’era da trascinare in guerra la Russia, così come è stato per il Donbass, dal 2015 devastato da una guerra condotta da Kiev che ha provocato almeno 14.000 morti. E poi perché al governo in Italia c’erano politici che trovavano legittimazione non solo da una investitura da parte degli Usa ma, soprattutto, da un consenso popolare. Non rischiavano, una volta fuori dal governo, di tornare a vendere bibite negli stadi.“
… … …
1) È vero o non è vero?
2) E l’articolo dove è stato pubblicato? Sul Corriere della Sera? Su Repubblica? Sulla Stampa? Sul Messaggero?
3) Aridàtece Fanfani. Incredibile ma ormai vero. Siamo ridotti cosí.
Non mi nascondo. A meno che tu non veda che tutto ciò che stai prendendo in considerazione non ne sia campione.
Non propongo soluzioni per la medesima ragione. L’esperienza non è trasmissibile. e se per te non è ancora evidente, ne patirai le conseguenze. tra qui cui scrivere risibilità.
Credo che chi condivide certe critiche generi la soluzione.
Mai si torna sul medesimo discorso se l’interlocutore esprime di aver aggiornato il propro pensiero.
Anzianita’ “di servizio, nella vita” vs Senilità’. Con la prima, si acquista equilibrio, prudenza (nel credere e nel giudicare), disponibilità’ nell’ascoltare, lucidità’. La seconda e’ sostanzialmente molesta: presenta i segni di un’arrabbiatura/aggressivita’ permanente, ripete inesorabilmente ed infinitamente le stesse cose, vede solo problemi irresolvibili e non sa proporre vie d’uscita, in nessun caso.
Ognuno può’ farsi un’idea di quale delle due viene maggiormente tratteggiata in queste discussioni. Certo, Lorenzo mi dira’: “di’ qualcosa”. Beh la mia obiezione e’: di’ qualcos’altro. Altro che non sia il milionesimo copia-incolla dai soliti 3-4 siti, quelli si “vigliacchi e schifosi”, ma tanto nessuno con un minimo di rotelle che girano li leggera’ mai. Dicci come e’ fatto il mondo che immagini. Possibilmente senza nasconderti dietro “L’esperienza non e’ trasmissibile”, e magari senza “identificarti con le tue idee”.
Dì qualcosa. Ti prego.
Attribuire valore a un pensiero c.d. uniformato o anticonformista in quanto tale, è una fallacia logica.
Devo comunque constatare che le parole di Cecilia Strada hanno colto nel segno.
Eppure, qualche tempo fa (prima della pandemia, ora avrei dubbi), non mi sarei stupito nel sentire espressi da te gli stessi concetti.
Forse è questa la causa delle tue reazioni scomposte.
O c’è dell’altro ?
Mi sono chiesto quanti ne avessi tu per mettere la Strada in risposta – per te soddisfacente – alla mia richiesta di interventi a sostegno del pensiero uniformato. E anche ad ogni dito e ogni -36. Tanti da farne un rosario.
Merlo, toglimi una curiosità.
Ma tu, quanti anni hai ?
Negli anni Trenta si incominciò con il discriminare, bandire, espropriare gli ebrei in quanto tali. Poi essi furono imprigionati, assassinati, sterminati.
… … …
Nel 2022 si sta incominciando a discriminare, bandire, espropriare i cittadini russi in quanto tali. Per ora ci si ferma qui. Per ora.
Forse, se a qualcuno sui banchi di scuola fossero stati insegnati i diritti dell’uomo e del cittadino, e pure un pizzico di storia dei totalitarismi del Novecento, non saremmo a questo punto. Forse.
Se vi fa strano, se vi risulta razzista, gratuito, vergognoso, aberrante, inaccettabile, nessun problema. Chiedete e a Balsamo vi fornirà in risposta schacciante l’intervista a qualcuno che dirà ciò che diciamo tutti.
Ma poi, non ridete. Lui ce la mette tutta. Altro non gli esce.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-non_si_tratta_di_discriminazione_ma_lottusit_russofoba_colpisce_tre_violiniste_a_gorizia/39602_46326/
“Non se ne può più”.
Ditevelo e ripetetevelo per sottrarvi ancora.
O avete altre doti morali?
https://www.ingannati.it/2022/05/13/la-differenza-tra-notizie-complottistiche-e-verita-anche-meno-di-un-anno-ormai/
Siate “ragionevaoli”, non ascoltate chi ha grilli per la testa.
https://www.giornaledelribelle.it/index.php?option=com_content&task=view&id=3528&Itemid=10
Molti diti.
Una sola luna.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/loro-guardano-l-insieme-noi-solo-le-singole-parti
L’enormita’ di quello che accade in tema di russofobia e’ tanto evidente quanto spuntate sono le armi a disposizione per opporvisi. Davvero poco da fare e stracciarsi le vesti fa solo sangue cattivo. Come se ne esce non so.
E ci sono degli idioti che sostengono che non c’è censura sulla cultura russa…
Avrei bisogno di un argomento, almeno uno, per capire come sia possibile dare contro a un passaporto.
Almeno uno.
Grazie.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-premio_strega_cacciato_dalla_giuria_a_88_anni_il_pi_grande_italianista_russo/39602_46232/
Beh, qui c’è la pistola fumante…
https://www.nature.com/articles/s41598-022-10928-z#Abs1
Caso scottante dal punto di vista delle vere relazioni: una signora paesana , compagna di chiacchere e di qualche gitarella sulle prealpi, racconto’ di aver avutoto trombosi dopo la prima dose, purtroppo e’andata avanti (o prima). Altri suoi conoscenti hanno poi riferito che aveva ben altre patologie precedenti:quindi non e’possibile trarre conclusioni circa causa o concausa ,la medicina non e’matematica. Statistica medica fatta sul serio e’ un bel mattone impegnativo. Nutro un sospetto: gli Oligarchi,o Neomiliardari, come son abili nel mettere al sicuro il patrimonio, (malguadagnato??) , in paradisi fiscali, non è che zitti zitti si sono vaccinati con i vaccini procurati per vie traverse ,messi a punto nell’occidente decadente imperialista, e alla GENTE loro compatriota ( che mandano in parte a farsi massacrare) han rifilato i prodotti locali autarchici??
“Coaguli anomali nei cadaveri dei deceduti” (http://www.luogocomune.net).
A mio parere, un sito scrupoloso come http://www.luogocomune.net dovrebbe indagare pure sugli inquietanti casi di cadaveri non deceduti.
Certamente.
Ma resta una voce da considerare.
Ascolta anche più avanti. E gli altri link.
166) un imbalsamatore e’ anche medico legale esperto in tanatologia???Occorrerebbe approfondire sulla base di referti di autopsie condotte in Italia con medico legale e altro specialista nello stesso ramo incaricato dai famigliari di un defunto.La statistica medica e’ complessa ( galleggia sempre il sospetto di sua addomesticazione ?)
Info per i “ragionevoli”.
https://www.luogocomune.net/21-medicina-salute/5998-trombi-anomali-nei-cadaveri-dei-deceduti
(Altri link nei commenti)
Monarchia o Repubblica?
In ogni caso andate alle urne, il vostro voto sarà rispettato.https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-dai_cinque_stelle_alla_lega_il_caso_al_senato_che_inchioda_e_ridicolizza_i_finti_tonti_pacifisti/39130_46223/
C’è anche qualche “miresabile” della stampa.
https://www.ariannaeditrice.it/articoli/il-portalettere
Anzi io ho il sentore che se viene una cosa figa, se ne approveranno i partiti e la spacceranno come pensata da loro. D’altra parte senza la base offerta dai politici di professione, forse l’iniziativa non sarebbe partita. Ma a me non importa come sarà divulgata. Mi piace partecipare, dare il mio contributo, sperando di fare una cosa utile per tutti.
@159 sono certo di aver già precisato in modo chiaro che nella “cordata” ci sono politici professionisti o esponenti di spicco della cosiddetta società civile. Noi “amatori” siamo di sostegno, ruoli operstivi collaterali ma partecipiamo al dibattito e diamo un contributo di pensiero, a volte anche importante. È il mio modo di dare una mano alla causa.
I lavoratori non servono più. Sono stati buttati a mare. Dovranno subire ulteriori precarietà e guerre tra poveri. Una banalità del neoliberismo una necessità del great reset.
Leggo al commento 75:
Se questa è la visione del vostro “gruppo di lavoro”, allora c’è ben poco da stare allegri.
Senza contare che frasi del genere sono un INSULTO verso tutti i lavoratori, sfruttati, che oggi, nel 2022, sono sottoposti a condizioni occupazionali che è un complimento definire indecenti, a fronte di retribuzioni ancor più indecenti.
Evidentemente si tratta di lavoratori e lavoratrici che non rientrano nella fascia sociale di vostro interesse.
Però, Crovella, ammetterai che fare politica nel tempo libero rende quello che vi si dedica. Il tuo/vostro lavoro è encomiabile a livello gognablog o mercato rionale ma quando parli di elezioni significa che vi scontrerete con gente che la politica la fa di professione. Un po’ come istruttori Cai e guide alpine…
Quelli là hanno poco idealismo e sono squali dalla grande bocca che ve se magnano al primo confronto. Mi sa che i tuoi sforzi alla fine valgano come i nostri di protestoni sconclusionati. Anche se ammetto che “bisogna provarci” per conoscere il risultato.
La mia protesta sconclusionata personale, per esempio, è stata la scelta (legale) di non vaccinarmi per paura di quello che mi avrebbero iniettato nelle vene. Scelta che ha per me sortito il risultato di farmi sentire sano come ero, alla luce di quanto di nefasto si sta scoprendo oggi sui vaccini covid che tutti voi avete fatto. Bella lì. Ognuno fa le sue scelte credendo e sperando in risultati che lo facciano stare bene. Tutto qui.
Chiedi all’Onu e vai sereno.
@155
Trattandosi di film, lo spirito critico è più necessario che mai 🙂
Mi ricorda Mazzucco quando faceva vedere i risultati della ricerca su gugol di tumore+bicarbonato per dimostrare che aveva ragione.
E poi mancano i miei due preferiti: “Occhi bianchi sul pianeta Terra” (1975) e “Andromeda” (1971).
Come mai ? Cosa stanno cercando di nasconderci ?
Ma guardate che qui sto semplicemente indicando i principi di massima del ns lavoro. L’esempio dei diritti-rendite è solo uno dei tsntissimi esempi applicativi, come quello (da me fatto nei mesi scorsi) del taglio delle pensioni cosidette d’oro (anche in questo caso si interviene su diritti acquisiti).
L’apparenza imprecisione-confusione del miei inerventi qui deriva da un elemento molto preciso. Il ns lavoro è, al momento, work in progress. Se entrassi maggiormente nei dettagli, vi direi la “mia” idea su ogni dettaglio, ma potrebbe non risultare quella conseguente alla sintesi fra tutti noi su ciascun punto programmatico. Quando (e se) il manefiesto sarà pronto, verrà divulgato a livello nazionale e ogni cittadino potrà analizzarlo nella versione finale.
Quello che, in questa sede, mi preme sottolineare e’ che, se non vi va bene nessuna modifica del sistema in essere, alla fine vi terrete il sistema in essere, comprese le sue storture (esempoo Governi tecnici che governano per Decreto ecc ecc ecc). Benissimo, è scelte legittima. Però, se questa è la vs preferenza, allora smettetela di frignare se Draghi-Speranza vi impongono le mascherine-SGP oppure se determinati personaggi, “figli” di questo sistema, fanno uscote pubbliche come quelle citate nel commento 1. Il sistema in essere è fatto così: o vi tirate su le maniche per cambiarlo oppure vi tenete quello che c’è, senza continuare a frignare come bimbi dell’asilo.
“Ma nooo… non è vero. Non l’ha confermato nessuno. Né l’Onu, né la Ue, e neanche Bill Gates. Proprio come Odessa che era solo un incendio e Bandera che mica era nazista. L’hanno detto Wikipedia e il Corriere. Tranquilli non è vero. È roba da ‘miserabili del web'”.
https://www.ideeazione.com/come-mai-quello-che-sta-accadendo-non-spaventa-piu-nessuno-la-risposta-e-nei-film-e-nella-programmazione-predittiva/
Carlo, vi auguro buona fortuna, sinceramente. L’impresa è titanica.
Grattarsi la pancia al lavoro, dalla mattina alla sera, non è un diritto; è un illecito da punire con il licenziamento. Ricevere una sedia da scaldare non è un diritto; è una porcheria di chi la offre, a scopo elettorale, a spese dei contribuenti.
… … …
Però badate di rispettare i diritti di libertà: sono tutt’altra cosa.
E vi consiglio di usare parole «diritte e chiare» (cfr. Primo Levi, torinese e italiano). Non come qui nel GognaBlog, dove a volte c’è una leggerissima confusione di lessico e di concetti. 😉😉😉
Non sono diritti. Sono rendite. Quindi meglio dire “ridurre” o “eliminare” le rendite, perché così è. Suona anche meglio. Il problema è che una parte significativa del paese campa su rendite e non solo i ricconi con lo yacht, come demagogicamente fa comodo urlare periodicamente nelle piazze e sui social. Basta confrontare le dichiarazioni IRPEF pubblicate ogni anno e quello che ognuno vede in giro. Che fare dunque: provaci ancora Sam dicevano nel night di Casablanca.
La riduzione dei posti di lavoro, specie quelli burocratici ed elargiti per puro scambio elettorale, è uno dei tanti obiettivi e comporta andare a toccare dei diritti. Per snellie la pubblica amministrazione devi “lucenziare” ovvero sfatare il tabu dei diritti intoccabili. È uno dei miliardi di esempi operativi della correlazione fra sburocratizzazione e toccare o ridure i diritti, obiettivo tra l’altro richiesto dalla competizione internazionale. Nessuna altra economia importante ha questo problema (di posti di lavoro “inventati” per scambio elettorale) o quanto meno non ce l’ha nella stessa misura critica. Il punto non è stilare l’elenco dei diritti da conservare e, all’opposto, quelli da cancellare, ma rompere il tabu dell’intoccabilita’ dei diritti, al fine di snellire il sistema. Questo è il primo obiettivo strategico, poi caso per caso si entrerà nel vivo. Proprio nei prox giorni abbiamo una delle nostre riunioni via web. La squadra di lavoro non è solo torinese, anzi. Infatti va da Nord a Sud l’esigenza di maggior efficienza del sistema socio-politico-produtivo. Le persone coinvolte sono numerosissime, alcune già militano ufficialmente nei partiti altri, come me, lo fanno perché lo sentono. Quando (e se) il programma sarà completato, ci sarà ovviamente una diffusione ufficiale e nazionale. I tempi non sono brevissimi. E però una cosa in cui io credo profondamente. Buon week end.
Snellire la burocrazia sarebbe un sogno di tutti ma comporterebbe la perdita di molti posti di lavoro. Infatti ogni politico, per farsi eleggere, promette occupazione leggi posti di lavoro in più. Per crearli dal nulla occorre inventarsi ruoli inutili ed ecco che il burocrate al cubo fa il caso suo.
Crovella nella sua “campagna” dovrebbe proporre una forte riduzione dei posti di lavoro.
Crovella, ti appresti a seminare nella “Terra dei fuochi” che ormai è tutta quella del Paese. Se prima non bonifichi, hai voglia.
Di sicuro la burocrazia e l’iper-legiferazione siano un problema in Italia (anche se permette di prosperare a una miriade di consulenti, commercialisti, avvocati e notai).
Però credo sia un problema ben maggiore, rimanendo sulla casa, un sistema che elargisce bonus facciate più alti del valore catastale della casa stessa…
Ma non credo proprio che un governo “forte” saprebbe diminuirla (e tantomeno vorrebbe, perché si priverebbe di un’ottima arma di ricatto)
E comunque i diritti non c’entrano assolutamente nulla con la burocrazia: mescolare le due cose è semplicemente demagogia.
l’impianto costituzionale del paese riformato da un divulgatore da mercato rionale, nonché consigliere di condominio.
Che confonde la burocrazia amministrativa con i diritti. che essendo troppi, vanno sforbiciati.
Come dire che se hai la scabbia, invece che darti qualche farmaco per farla passare, tagliamo il braccio interessato.
sarà offensivo anche questo? attendo la censura del nuovo mattino.
Bertoncelli. “Il saluto piemontese cerea ha una connotazione un po’ più formale del “ciao”. Si tratta di un saluto che denota una certa distanza tra gli interlocutori, ma che allo stesso tempo esprime in modo elegante il rispetto che c’è tra le persone coinvolte.”
Cerea?! In quel di Verona?
… … …
Dimmi, Pasini, che fai a Cerea?
Sorgi il mattino e vai, contemplando i capannoni?
Pianti bullette e fai careghe fino a sera? Indi ti posi.
Ancor non sei tu pago di foderar i sempiterni divani?
Ancor non prendi a schivo?
Somiglia alla tua vita
la vita del Carlone.
Sorge in sul primo albore,
spara col cannone nel GognaBlog,
poi stanco si riposa in su la sera.
Dimmi, o Pasini:
ove tende il vagar del Carlone?
P.S. Attendo conferma: davvero sei finito a Cerea? Tu, proprio tu?
Oppure è un refuso di tipo “crovelliano”?
Crovella. Ho investito dieci anni della parte migliore della mia vita convinto che si potesse fare la “lunga marcia attraverso le istituzioni” teorizzata a livello europeo dall’ala giovanile e di sinistra della SPD, gli JUSOS. Ne sono uscito, ricominciando la mia carriera da zero, perché mi ero accorto che invece di cambiare il mondo sarei cambiato io. Da allora sono diventato pessimista in proposito e ho abbassato il livello delle aspettative. Ci sono molte varianti di capitalismo. Il nostro è un capitalismo relazionale, nel bene e nel male. Il famoso familismo amorale del sociologo americano che studio’ il nostro Sud nel dopoguerra. Funziona così: nel bene lascia molti spazi allo svililuppo di forti individualità, nel male diventa mafioso e collusivo. Difficile cambiarlo con riforme istituzionali. Molti si sono schiantati di fronte ad un muro di alleanze “conservatrici” inaspettate. Mi accontenterei di un doppio canale più esteso. Molte più operazioni Genova per intenderci e una sconsolata ma realistica accettazione delle due Italie. Lo so che è poco, ma sul piano concreto è quello che si può fare nell’arco di quel che resta del giorno (del nostro ovviamente, se avessi 30 anni farei altre scelte). Sul piano ideale è diverso, ma putroppo “fa finu e impegna nen”(non se ho scritto giusto). Comunque è apprezzabile che qualcuno ci provi, anche se non condivido la direzione che sta cercando di percorrere la destra per bene, perché c’è anche una destra per bene. Per fortuna. D’Alema (che mi è sempre stato sulle palle) scrisse o si fece scrivere un libro con un bel titolo “Un paese normale”. Un bell’auspicio, visto anche quello che ogni tanto nel piccolo succede anche qui,microcosmo ma rappresentativo. Cerea.
«Troppi diritti si traducono in eccessi burocratici e si tramutano in un aggravio operativo, imballando il sistema.»
Il diritto di parola si traduce in un eccesso burocratico?
La libertà di stampa si traduce in un eccesso burocratico?
La libertà di soggiornare e circolare nel territorio nazionale si traduce in un eccesso burocratico?
La libertà di associarsi liberamente si traduce in un eccesso burocratico?
Il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa si traduce in un eccesso burocratico?
Il diritto di riunirsi pacificamente si traduce in un eccesso burocratico?
La libertà sindacale si traduce in un eccesso burocratico?
Il diritto di sciopero si traduce in un eccesso burocratico?
La libertà e la segretezza della corrispondenza si traducono in un eccesso burocratico?
Eccetera, eccetera, eccetera. Mille volte eccetera.
… … …
Qui si confonde la burocrazia con i fondamentali diritti dell’uomo e del cittadino.
Qui si confonde il diritto condominiale col diritto costituzionale.
Qui, semplicemente, si ignora il buon senso.
… … …
Se costoro si propongono come alternativa, allora siamo a posto: dalla padella alla brace.
Quasi quasi, aridatece i grillini… (beninteso, è una battuta sarcastica).
Ci sono diritti e DIRITTI così come ci sono doveri e DOVERI. Non si può fare di tutta l’erba un fascio.
L’eccesso di burocrazia ha origini antiche e nasce dal fatto che non ci si fida l’uno dell’altro. Una volta, anni cinquanta/sessanta, una stretta di mano al mercato della carne aveva un valore, oggi è carta straccia. Sicuramente esistono ancora paesi nel mondo in cui una stretta di mano vale qualcosa ma nelle nostre nazioni progredite fra un po’ ci vorrà il chip sottopelle per dimostrare che sei veramente tu.
E’ un problema di tipo valoriale, se mancano i valori di base, il senso di appartenenza, il senso della comunità, si può avere un guinzaglio lungo o corto ma alla fine non cambia nulla. Nel nostro mondo civilizzato il concetto di persona e di famiglia è rimasto sulla carta, in realtà siamo dei consumatori valutati in quanto tali. E guai se non si consuma perché se no salta tutto per aria. Se tieni i soldi in banca, che in parte te li ciulano, crei deflazione, le aziende chiudono, e se consumi troppo fai debito contribuendo allo schema Ponzi fino allo scoppio della prossima bolla che azzera i DIRITTI acquisiti dai nostri padri.
Più che guinzaglio lungo e corto si può avere una visione lunga e una corta. Quella lunga guarda al mondo nella sua globalità, quella corta ai propri interessi di bottega (e con questo Carlo, non mi fraintendere, perché non sto’ certo dicendo che tu abbia la vista corta). Il problema è che quello dell’empatia è un esercizio difficile da esercitare e fino a quando non si tocca con mano si pensa sempre che chi la slonga la scampa e che in fondo è un problema altrui.
Non serve a niente o quantomeno a poco leggere i giornali, guardare i talk shaw, ecc. se poi non si prova a fare uno sforzo d’immedesimazione. Forse è perché non sto’ passando un bel periodo, che poi c’è di peggio, ma mi accorgo che molte cose le quali prima mi sembravano ovvie oggi lo sono meno.
D’altro canto l’istinto di sopravvivenza ci pone sempre davanti al grande dilemma: o io o loro. Difficile trovare la quadra.
@138 Invece c’entra, è lì il vero succo del discorso. Troppi diritti si traducono in eccessi burocratici e si tramutano in un aggravio operativo, imballando il sistema.
Faccio un sintetico esempio, non ha connessioni sul fronte politico-istituzionale, ma concettualmente sì. In qualità di consigliere condominiale, affianco l’amministratore (con gradimento sia di costui che di tutti i condomini) per il ns condominio. Poche settimane fa abbiano adempiuto al rinnovo di una pratica che, precedentemente, facemmo 15 anni fa. Ebbene nel frattempo, per la stessa identica pratica sul piano tecnico, la mole burocratica è esplosa a dismisura. Gran parte della burocrazia è conseguenza di una serie innumerevole di cosiddetti diritti, non ultimi quelli sulla privacy (dei condomini ecc), tutte cazzate micidiali, ma per le quali la legge obbliga di fatto a compilare migliaia di scartoffie, tenerle in copia cartacea, avere i nomi tradotti in codici alfanumerici (con relativa tabella di traduzione, solo a soggetti ben definiti da specifica delibera) ecc ecc ecc. Morale abbiamo impiegato circa una settimana per fare una pratica che, 15 anni fa, ci richiese mezz’ora. Ampliando questa scemenzina a livello nazionale, la massa ingente di diritti “superflui” ha imballato la vita operativa ed è un costo (non solo finanziario, ma anche finanziario) che non possiamo più permetterci, pena l’affondamento definitivo della nave Italia.
Gli esempi che ha fatto Pasini qualche gg fa (modello organizzativo per la ricostruzione del Ponte di Genova ecc) indicano invece che, per essere rapidi ed efficaci, occorre avere struttura burocratica molto snella: altro che correre dietro a questo o quel diritto che impone solo scartoffie, tempo perso, costi diretti e indiretti. La sburocratizzazione richiede inevitabilmente lo smagrimento della massa informe di diritti appiccicatisi (come patelle sullo scoglio) decennio dopo decennio. Se non si accetta questo punto, non si fa una vera sburocratizzazione e quindi non si accorcia davvero il guinzaglio. Senza il guinzaglio corto, inutile varare il presidenzialismo. Per cui chi crede davvero nel presidenzialismo, incorpora i concetti di guinzaglio corto, sburocratizzazione, snellezza nella massa dei diritti.
Se ci pensate, il sistema politico in essere, apparentemente molto “costituzionale” ma che fa governare i tecnici con il Decreti legge, a suo modo ha attuato un accorciamento strisciante del guinzaglio. Di fronte a situazione considerate di emergenza (pandemia, forse prossimamente allargamento della guerra o arrivo di recessione economica) emette un bel Decreto Legge immediatamente esecutivo e salta il Parlamento. Di fatto il Parlamento è completamente esautorato: le regole costituzionali stabiliscono che il Decreto Legge, esecutivo da subito, debba essere approvato in Parlamento entro 90 giorni, pena decadenza. Ma in 90 giorni il quadro sottostante cambia e, nel frattempo, il Governo emette un altro Decreto a sua volta immediatamente esecutivo. Il primo Decreto si estingue, ma nel frattempo è stato efficace, cioè ha prodotto effetti giuridici.
Non è un accorciare il guinzaglio, questo andazzo? e in tale accorciamento del guinzaglio, esautorando di fatto il Parlamento (Decreto dopo Decreto), non hanno implicitamente cancellato i diritti (o almeno il rispetto dei diritti)?D’altra parte se non fosse così, per cosa protestereste contro l’attuale modello? protestate per lo scavalcamento/non rispetto dei diritti, no?
E allora tanto vale fare le cose in pulito e archiviare questo modello ipocrita che da un lato vi dice che vivete in uno stato di diritto e dall’altro opera esautorando l’impostazione dei diritti.
La conclusione è: se vuoi un modello socio-politico-produttivo efficace e efficiente, devi accettare tre concetti: guinzaglio corto, sburocratizzazione, smagrimento massa dei diritti. Se non ti va di accettare questi tre concetti, allora devi accettare un modello inefficace e inefficiente. Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Caro Matteo, certamente un po’ di consapevolezza aiuta. Toglie le decorazioni, le pinzillacchere, gli abbellimenti, le etichette colorate, per cercare di andare al nocciolo. Poi quando sei lì vicino a volte devi scegliere. È come in montagna. Togli tutto il castello di chiacchere e poi ti trovi lì: passo di qui o di la’, faccio il diedro o la placca? Non sempre le due opzioni sono quelle che speravi e allora o stai fermo, o torni giù o scegli l’opzione meno peggio per te. Senza urlare o recriminare, perché in quel monento non serve a niente, peggiora solo le cose. Anche noi alpinisti modesti e tapascioni lo abbiamo imparato, nel nostro piccolo e sulla nostra pelle. Ugualmente nella vita. Ciao
Si Roberto, suona molto familiare: Putin dittatore, omicida e liberticida e Zelensky difensore della democrazia e speranza della civiltà occidentale.
Molto familiare e molto più perfezionato, purtroppo
La zuppa è sempre quella e a confezionarla sono sempre gli stessi, con qualche variante. Tra varianti a guinzaglio corto e varianti a guinzaglio lungo molti come me preferiscono il guinzaglio lungo. Perché così almeno leggo sul NYT l’articolo guerrafondaio di Krugmann e contemporaneamente la rivelazione del ruolo dell’intelligence USA e se mi arrestano per le mie idee posso cercare di difendermi davanti ad un giudice.Poi c’è il grande tema posto da Latouche. L’economia politica classica, prima di essere rodotta ad una tecnica di calcolo, e’ stata un ramo della filosofia morale. Una riflessione sulle leve dell’animo umano su cui fondare un sistema di produzione e distribuzione della ricchezza. Caro e antico maestro Claudio Napoleoni,ispiratore di un gruppo di ragazzotti dalle belle speranze, incerti sul dilemma tra filosofia e economia e politica e che leggevano come una bibbia il suo “Smith, Ricardo, Marx”. Il famoso “interesse” del birraio, macellaio, panettiere da cui dipende la nostra cena. Si è cercato nel secolo scorso di creare un sistema su altre basi. Si è un po’ sacrificata la libertà in favore di fraternità e uguaglianza. Abbiamo visto come è finita: un disastro. Niente libertà, niente uguaglianza e fame, tanta fame. Potra’ l’ecologia essere il nuovo principio fondante, il nuovo sole dell’avvenire? Forse. Troppo presto per dirlo. I sistemi non crollano finché non hanno esaurito il loro potenziale. Nel frattempo cerchiamo di non perdere la bussola e di difendere i Minima Moralia. E già fare questo oggi è un 7c strapiombante e la testa e le braccia, cara signora, non sono più quelle di una volta. Amen.
Che poi parlare di meno diritti per le persone.. Manco ci facessimo il bagno nei diritti.
@130
A mio parere hai dato due spiegazioni diverse del guinzaglio corto
1) Catena di comando corta: meno burocrazia nel mettere in pratica le scelte che si cerca di mettere in pratica; potrei essere d’accordo
2) Meno diritti per le persone: questo non c’entra assolutamente nulla con la catena di comando corta.
Matteo. Appunto. Il Nazional Socialismo e il Fascismo delle corporazioni contrapposti alle plutocrazie capitaliste anglosassoni erano ideologia pura, venduta alle masse con una grande e sistematica operazione di marketing sociale come diremmo oggi. Varianti a guinzaglio corto. Però, come qualcuno ha detto,le guerre sono sempre anche guerre di religione o almeno così vengono presentate e vendute. Suona familiare per quanto succede oggi?” Putin ci salverà” qualcuno scrisse??? È sempre la famosa falsa coscienza di cui parlava il filosofo economista di Treviri.
Il problema del guinzaglio è sempre e solo chi lo regge e la direzione in cui vuole andare, a prescindere dalla lunghezza. Ma ovviamente più è corto, maggiore è il problema.
Questo problema che viene costantemente ignorato e spesso volutamente; maxime da che lo vuole corto, perché chi lo vuole corto pretende di avere la soluzione (ovviamente per il bene di tutti!) e la cosa che più teme è la critica.
Questo perché normalmente “il bene di tutti” significa “il bene di chi voglio io”.
L’opera di straniamento dalla realtà e di mistificazione dei fatti è particolarmente evidente nella frase “non era Hitler un feroce critico dell’orrido capitalismo”: provate a chiedere ai Krupp, ai Thyssen, alla IG Farben quanto Hitler fosse anticapitalista (do per scontato che sappiate quanto corto fosse il suo guinzaglio).
Oppure in Italia chiedete alla Fiat.
Il guinzaglio corto è la soluzione preferita da chi non è capace, di chi teme di essere messo in crisi dall’altro e dai ragionamenti che lui non sa e non può fare. In definitiva di chi si sente minacciato dal diverso da se’, lo percepisce come un pericolo e non è capace di confrontarsi.
Per una specie sociale come la nostra questa può essere una condizione patologica e Hitler ne è un valido esempio.
La distanza dal mondo. La meno compresa.
https://www.theunconditionalblog.com/pietra-della-follia-caos-ed-eudemonismo/?fbclid=IwAR3if9vD6Mi5PI8bp9SlEFu17ncEK7CUxLJm009Zyst19oEhii0V3dtxiaA
Se utile al progetto mortifero, diranno e faranno nientemeno che quello che gli serve. Il legame con chi li ha eletti è semplicemente stasto stracciato. Senza dire nulla naturalmente. Sarebbe bello come chiamarli invece di vigliacchi e schifosi. Sarebbe bello leggere i commenti e gli argomenti di qualcuno che ancora crede nelle istituzioni.
Qualunque legge elettorale non sarà che una facciata, una spennellata di democrazia. Il progetto lo impone.
Lo voterete.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-comitato_no_alla_guerra_appello_urgente_mandiamo_una_pioggia_di_email_per_la_democrazia_e_la_pace_contro_un_atto_gravissimo_al_senato/39130_46189/
Caro Ginesi, anche tu sottoposto alla gogna, come l’arguto e pugnace discesista ambrosiano Alberto, forse partito per difendere Mariupol insieme agli svasticati filoamericani (Certo che è ben strana la storia, ma non era Hitler un feroce critico dell’orrido capitalismo anglosassone declinante come ci è stato ricordato con il link ad un suo coinvolgente e illuminante discorso in proposito? Mah…limiti del razionalismo scientista, incapace di connettere i punti e di capire la complessità “olistica”direbbe il mitico venditore di olive di Porta Palazzo (che è cugino della casalinga di Voghera, peraltro). Però…però anche tu hai commesso due gravi errori. Il Primo. Non tener conto del fatto che la libertà di spittare (spit= sputo) appartiene al diritto consuetudinario e quindi come tale è esposta a variazioni e interpretazioni locali, temporali e soggettive. Pochi hanno la licenza di spittare. È un lungo processo di formazione, quasi come quello delle guide alpine,che infatti spesso qui spittano e come spittano. Niente Laurea in Giurisprudenza. Non vale. Il secondo. Hai sbagliato bersaglio. Lascia perdere il nuovo Risorgimento sabaudo, è roba subalpina, come i gianduiotti di Peirano, non adatti allo spirito caliente della costa toscana. Si liquefano e non vengono apprezzati. Avresti dovuto seguire il filone più facile dei vigliacchi, schifosi, traditori, nullita’, democristiani travestiti, piddini idioti, servi della Nato, papalinati ….lì non avresti avuto problemi, anzi ti saresti guadagnati probabilmente dei punti da mettere sulla bandana per quando rispunterà il Nuovo Mattino (con un po’ di pazienza s’intende). Comunque tieni duro, non mollare e alegher alegher che il blog l’e’ semper negher, inteso come sfondo s’intende, non fraintendiamo e non confondiamo rosso, bruno e nerone😀
Guinzaglio lungo o corto la cricca dei paraculo fa sempre i propri porci comodi. Alla fine diventa solo una questione di facciata e i frutti marci se li mangiano sempre quelli delle bettole.
Senza valori di base il pendolo colpisce con moto perpetuo la zucca del poveraccio, sia da destra sia da sinistra.
A mente (più) fredda e con l’obiettivo di farmi capire, senza necessariamente obbligare a condividere lo spirito, spiego perché chi crede davvero in un modello presidenziale non può esimersi dal incorporare il corollario del “guinzaglio corto”.
Guinzaglio corto è un’immagine sintetica che ho coniato per farmi capire rapidamente dagli interlocutori. In gergo più tecnico si dice “catena di comando”. Ovvero l’efficacia delle decisioni (in questo caso governative) non può convivere con un guinzaglio lungo, per cui ci si deve riconvertire verso il guinzaglio corto. Metafora del guinzaglio: pensate al movimento del pendolo. Da un lato c’è il governo, il guinzaglio e il meccanismo di trasmissione delle decisioni, il cane è la concretizzazione delle decisioni. Se il guinzaglio e corto, l’ampiezza di oscillazione e limitata, il cane ha un raggio di azione contenuto (come un piccolo compasso). Fuor di metafora: con guinzaglio corto le decisioni impiegano poco tempo a concretizzarsi e, soprattutto, è limitata l’ampiezza dello scostamento fra decisione presa dal Governo e concretizzazione operativa. Conseguenza opposte se il guinzaglio è lungo: tempi lunghi da percorrere e, soprattutto, (per il movimento del pendolo) ampio scostamento fra decisioni govetnative e loro concretizzazione. Ora chi crede nel presidenzialismo, lo fa per ottenere più efficacia operativa anche quotidiana, nel modello sociale-produttivo-politico. Di conseguenza chi preferisce il presidenzialismo, incorpora necessariamente la preferenza per il guinzaglio corto.
Cosa c’entra tutto ciò con i “diritti”? C’entra eccome, perché la massa smisurata di diritti che si sono accumulati in 75 anni costituisce, di fatto, il famoso guinzaglio (o quanto meno lo ha appesantito). Sintetizzo. Tantissimi diritti=guinzaglio lunghissimo. All’opposto, meno massa di diritti=guinzaglio piu’ corto.
È questo il meccanismo per il quale chi è un sostenitore del sistema presidenziale punta implicitamente, a scremare la massa informe dei diritti. Si preferisce anteporre l’efficacia del sistema allo spazio di “movimento” individuale (va inteso in senso metaforico).
Chi invece preferisce l’ampiezza dei movimenti individuali, punta (anche senza rendersene conto) ad un guinzaglio lungo. Cioè antepone i diritti all’efficacia del sistema.
Possiamo semplicisticamente dire: guinzaglio corto=destra; guinzaglio lungo=sinistra.
Ognuno faccia le sue scelte. Il risultato delle consultazioni darà un vincitore. L’unica osservazione che faccio è che c’è un’asimmetria di impegno fra i sostenitori della proposta presidenzialista e il minestrone alternativo. Noi ci siamo tirati su le maniche e da tempo stiamo “lavorando”, nei diversi ruoli, verso un obiettovo chiaro. L’alternativa finora si limita a protestare contro il Governo Draghi senza costruire nulla da contrapporre. La cosa pazzesca è che protestate verso decreti che spesso sono emanati anche dal Ministro della Salute, per competenza di materia. Ricordo che Speranza è anche il leader di LEU, cioè il partito più a sinistra in Parlamento. Qui Dk protestate contro un governo.con forte sostegno dei partiti di sinistra e con esponenti governativi che sono leader della sinistra!
Alcuni di voi sono furiosi di fronte alle idee che espongo. Bene, voterete contro al momento dell’eventuale referendum costituzionale. Ma se la ns proposta non passa, resta lo status quo, ovvero un sistema politico che non riesce a governare e quindi delega ai tecnici che operano pet decreto. In altre parole: quando voterete contro all’ipotesi di riforma presidenzialista, rimarrete nella palude del Governo Draghi e del Ministro Speranza, palude contro la quale esprimete proteste, malcontento, insoddisfazione… Beh, conteni voi…
interessante la censura selettiva del gogna blog!
Crovella può dare del coglione a destra e manca e un post argomentato viene cancellato.
Ottimo nuova mattino. state bene
@123 siccome tuto è relativo, ovvero visto in reciprocità, le mie idee a te appaiono delle stronzate così come le tue a me appaiono delle stronzate. Tienti le tue e io mi tengo le mie. Ognuno di noi due è convinto che l’altro è un coglione. Solo la storia dimostrerà chi ha ragione. Non mi pare però, che nemmeno tu ti impegni in azioni politiche verso i tuoi obiettivi. Almeno io mi sono tirato su le maniche e mi do da fare e forse arriverò (insieme ai miei compagni di cordata) a un risultato. Tu che stai facendo a sostegno delle “tue” idee???
Frigni, protesti, ti agiti scanbdalizzato per quello che viene scritto, ti esce fumo dalle orecchie (come nei fumetti)… e poi? Tutto resta uguale. E allora tienti anche tu Draghi che ti imbavaglierà per sempre.
Ecco Matteo, hai detto tutto: autoritaria e tragicamente razzista!!
Questa è la svolta politica proposta da questi personaggi che vanno a parlare con gli inconsapevoli fornai e fruttivendoli. Inconsapevoli che, una volta ottenuto il loro appoggio, saranno svenduti sull’altare dei potenti.
La dicotomia (nelle sue varie forme storiche) governo accentrato dei migliori/governo decentrato del popolo è molto antica. Precede il mondo moderno e attraversa sia la destra che la sinistra degli ultimi due secoli. Anche nella tradizione del movimento operaio abbiamo visto dittatura del proletariato (governo leninista dei migliori, i 1000 circa mandarini del Partito Comunista Cinese) e repubblica dei soviet (Rosa Luxermburg & C. fino all’operaismo torinese dei Quaderni Rossi, per restare in Sabaudia). Per ora abbiamo visto pendoli e qualche forma ibrida e ancora ci arrabattiamo tra Scilla e Cariddi? E se fosse così: un inevitabile pendolo situazionale che renderebbe vana la nostra continua ricerca della forma suprema? In fondo anche nella nostra vita individuale capita a tutti di alternare le due formule nella gestione dei fatti nostri, a volte con risultati disastrosi a volte azzeccando la soluzione migliore per la situazione.
Il seme della sharia tecno-materialistica d’Occidente ha già messo radici. Il suo germoglio, innaffiato a colpi di paura porterà a fiori la cui fragranza inonderà le magioni ma non i vicoli delle bettole, dove invece cadranno i frutti marci di cui dovremo nutrirci.
Tutto va – avremmo detto un tempo – a destra. Pd docet.
Forse Putin ci salverà. Modalità a suo tempo.
Crovella, l’unico che non capisce sei tu (non vuoi, non puoi o fai finta di non capire?) .
intervento 86, h14.02 di ieriil concetto generale è … meno diritti…
Più snellezza e più libertà. Anche nel lavoro …
se il mondo del lavoro è più flessibile e snello…Se il sistema è molto più dinamico, piace molto di più. Lo stesso coincetto viene esteso a ogni risvolto dell’esistenza.
intervento 119 h11.36 di oggi:
Allora per governare l’Italia…occorrono meccanismo più rigidi. Ecco la necessità di meccanismo che garantiscano la governabilità politica. …se non inseriamo meccanismi più rigorosi
In meno di 24 ore passi dal chiedere meno leggi, lacci e lacciuoli a invocare meccanismi più rigorosi.
Ma ovviamente non per tutti, non in tutti i campi, non sempre.
Decide il capo, l’uomo forte, il migliore, il salvatore, il generalissimo. Di volta in volta, secondo convenienza…e scommetto sarebbe delitto capitale metterne in dubbio autorità, efficacia e volontà.
Lo stridore delle tue unghie sul vetro nel tentativo di giustificare una posizione insostenibile sarebbe anche divertente se non fosse che sottende un’idea autoritaria, messianica e razzista tragica.
E che abbiamo già provato tante, troppe volte che non funziona affatto.
Fra le stronzate crovellianee, sparse a piene mani e con grande sprezzo del ridicolo (e assai spesso di ogni settore del sapere, dall’ambito giuridico a quello sociale) negli ultimi anni su questo blog, quella di tutelare le classi future togliendogli diritti affinché si rafforzino contro popoli abituati a lavorare 12 ore al giorno 7 giorni su 7 mi pare la più straordinaria.
(quindi per combattere assetti sociali devastanti è sufficiente organizzarne di ancor peggiori, se ben capisco)
immagino che l’insigne e oscuro cenacolo di giuristi cui appartiene non vada molto oltre il venditore di olive (abisit iniuria verbis), poiché chiunque e di qualunque orientamento politico, dotato di un minimo di senno e mezzi culturali, lo accoglierebbe con solenni pernacchioni.
Certo è che dopo anni, quando mi capita di leggere qualcosa di interessante, trovarlo farcito dei soliti panegirici autoreferenziali e ridicoli, è semplicemente penoso.
Certo è che, laddove i numeri premiassero davvero i venditori di olive e i loro guru culturali (sul voto la penso come Merlo, e non mi stupirebbe…), sarei disposto a prendere le armi per combattere una simile claque dirigente (non oso chiamarla classe).
o forse, più prosaicamente, mi ritirerei con un gregge a nord di cominetti, appena oltre il crinale di confine.
stai bene, irato e iroso convincitore di mercati (rionali), una piccola nota di costume: “combinato disposto dal o del”, disposto è participio passato di disporre, visto che ti accingi a fare il costituzionalista oleoso, sarebbe utile almeno conoscere i fondamentali …
Io, Fabio, balengo. Tu, Alberto, balenghi. Marcello balenga. Noi del forum balenghiamo. Voi (“voi” crovelliano, ovviamente) balengate. Essi (Fabio, Alberto, Marcello, Matteo, Mario Rossi, Pinco Palla, ecc. ecc. ecc.) balengano.
… … …
Dal vocabolario Devoto-Oli: voce del verbo balengare, modo indicativo, tempo presente. Trattasi di verbo difettivo, in quanto manca della seguente persona verbale: “Crovella balenga”.
Il caso Genova è emblematico. Di fronte all’emergenza di dover costruire il ponte in due anni si è utilizzata una formula basata su tre gambe: sospensione temporanea di lacci e lacciuoli, accentramento del potere decisionale e gestionale, utilizzo di risorse umane abituate a operare in contesti internazionali e a confrontarsi con livelli molto elevati di competitività (USA il sindaco Bucci, il mondo Renzo Piano, con doppia cittadinanza, francese e italiana, Bono , Fincantieri, vecchio uomo della prima repubblica ma che ha sempre operato sul mercato internazionale, sia civile che militare). L’operazione vaccini, dal punto di vista esclusivamente operativo, dopo la partenza confusa affidata alle Regioni, ha seguito lo stesso schema. Alcuni pensano che questa ricetta possa funzionare anche nella “normalità”. Tutto da vedere. Le “viscosità” e “omertà” presenti nella nostra società civile mi fanno dubitare. Vedo che qui in Liguria, ad esempio, dopo l’operazione speciale Ponte, che sicuramente è stata un successo, si è tornati alla solita manfrina. Forse bisognera’ rassegnarsi ad un doppio canale, in attesa che sorga il “sol dell’avveninre”. Almeno si potrebbe risolvere qualche urgenza non eludibile.
Forse utile una precisazione.
Analogico allude a pre-Great Reset.
Digitale allude all’attestazione del Great Reset.
Great Reset allude al progetto di mantenimento dell’egemonia americana, economica e quindi militare sul mondo.
Russia allude a una forza contraria al mantenimento di quell’egemonia e al tentativo del multipolarismo.
Le sanzioni alla Russia e il coniugato problema per l’economia europea, come dice bene Giorgio Bianchi, fanno parte del progetto.
Un’Europa debole a chi si appella? Guarda Draghi cosa dice e trovi la risposta.
@107 Ti ho già risposto sul quel tema, mille volte, se non in questa chat in altre del passato. se tu che sei disattento, superficiale e non sai leggere i contenuti.
Non è possibile paragonare la situazione sociuo-politica dell’Italia a quella di Germania, Francia e UK per un semplicissimo elemento di fondo.
Ovvero il senso del dovere civico individuale. Tutte quelle popolazioni lo hanno per caratteristica storica. I Francesi un po’ meno di tedeschi e britannici, ma compensano con un fortissimo senso dello Stato, cioè il cittadino francese mediamente “si riconosce” nello Stato.
Invece gli italiani sono dei cialtroni, infidi, mafiosetti, approfittatori, subdoli, ognuno pensa al suo orticello ecc ecc ecc. Senso del dovere civico: zero. Senso dello Stato: sotto zero. Lo Stato in Italia viene visto come una diligenza da saccheggiare…
Allora per governare l’Italia, data la ‘indole della popolazione, occorrono meccanismo più rigidi. Ecco la necessità di meccanismo che garantiscano la governabilità politica. Se fossimo tuti cittadini più consapevoli (più tedeschi o più britannici rispetto a come siamo), i meccanismi tecnico-politici potrebbero essere più laschi, senza provocare danni al sistema, perché ci “pensa” il singolo a compensare la momentanea assenza di governabilità con suo senso del dovere.
Invece da noi non è così e, se non inseriamo meccanismi più rigorosi, il gregge se ne va dove vuole, anzi si disperde. Ognuno fa i capperi suoi… e frigna solo e chiede soldi allo Stato (Pasini ci ricorda sempre il detto partenopeo: il gatto frigna quando fotte).
L’ho scritto migliaia di volte, adesso mi pare che sia espresso in modo a prova di balengo.
117 Lorenzo, è vero. Ho elencato cianfrusaglie del tempo analogico.
Ho però la sensazione che lo stesso disegno egemonico dell’occidente faccia parte dell’analogico. Secondo me il digitale non l’ha ancora ben compreso nessuno, nemmeno chi è più avanti ma si trova ancora a cavallo fra l’analogico e il digitale.
Secondo me il digitale spazzerà via anche il concetto di egemonia a cui siamo abituati nel senso che ci sarà probabilmente sempre una forma di egemonia ma della quale ancora non si conoscono bene i modi e le forme.
Quanto tempo ci vorrà poi non lo so.
Antonio, bello e condivido. Ma anche le tue note hanno radici e frutti nel terreno del tempo analogico.
Quello digitile ha come come uno dei suoi scopi proprio spazzare via la cianfrusaglia che hai elencato.
È nella logica di compattazione dell’Occidente, necessaria al suo stesso mantenimento di egemonia anche atttraverso la riduzione dei costi del capitalismo.
Basta guardare il Pd e si capisce a quale cavallo vuole stare in sella.
Fare considerazioni nazionali, solo entro i nostri confini, è come fare previmeteo guardando il cielo dalla finestra.
Questo è poco ma sicuro.
L’unico sistema elettorale che garantisca la governabilità per un periodo di tempo definito è quello utilizzato per eleggere i sindaci. Di fatto una sorta di presidenzialismo. Se al posto di una persona mettiamo un partito il risultato non cambia, se invece mettiamo una coalizione sappiamo come va a finire (almeno da noi).
Ciò detto i problemi dell’Italia sono gli italiani e questo vale per tutte le nazioni. Questo non vuol dire che siamo tutti responsabili in egual misura ma se siamo leader o comunque ai primi posti nell’evasione fiscale, nella criminalità organizzata di stampio mafioso, nel lavoro nero, nel bizantinismo burocratico e in altro ancora diventa difficile dare la colpa a Tizio, Caio, Sempronio, a prescindere dal fatto che governi o meno.
Chi comanda è comunque espressione non solo di un voto (e nel sistema attuale a volte neanche di quello) bensì di una cultura, di una mentalità, di usi e costumi radicati in un popolo a volte anche da secoli e secoli.
E’ chiaro che poi non facciamo così schifo, c’è di molto peggio come di molto meglio, è solo per dire che le cose non si cambiano con la bacchetta magica ma solo con un lavoro che se si aspetta possa partire solo dall’alto stiamo freschi.
Questioni giuste. Ma forse appartenenti al tempo analogico.
Quello digitale ci sottrae definitivamente dalla partecipazione alla democrazia e sottrae i governi dalla loro sovranità.
Al momento, le uscite di Draghi – grenpaz, vaccino, morte, Putin, armi e aria condizionata – alludono all’Italia come un territorio eletto a sondare le reazioni sociali relative all’affermazione della logica egemonica dell’Occidente.
Fare considerazioni nazionali, solo entro i nostri confini, è come fare previmeteo guardando il cielo dalla finestra.
Matteo, la governabilità risolve almeno un problema: si sa chi vince e si sa chi perde. Chi vince ha il potere di governare. Al termine della legislatura noi elettori conosceremmo esattamente meriti e colpe, cioè chi ha fatto che cosa e chi invece non ha fatto. Ora purtroppo quasi non lo si capisce. I capi politici cosí giustificano le loro manchevolezze rispetto al programma elettorale: “Io avrei voluto, ma è stato quell’altro a impedirmelo”. Con un sistema elettorale efficace, per lo meno i politici non potrebbero piú accampare scuse pretestuose per la loro incapacità e ignavia. Tutto qui: 1) Io ti voto; 2) Tu governi grazie a me; 3) Alla fine mi presenti il resoconto, nel bene e nel male.
Fabio, questo è quello che dicono tutti e che preoccupa tutti: siamo proprio proprio sicuri che sapere chi ha vinto il giorno stesso delle elezioni(ma cosa vuol dire “vinto” poi?) e la governabilità garantita per 4 anni risolveranno tutti i problemi? Così come siamo sicuri che diminuire il costo del lavoro e le garanzie dei dipendenti renderanno l’industria italiana concorrenziale e vincente?
Ma allora come mai la Germania può permettersi di aspettare più di 6 mesi per avere un governo e avere un costo del lavoro e garanzie almeno pari a quelli italiani ed essere governabile e decisamente concorrenziale?
Francamente non ho una risposta e tantomeno una soluzione, ma ho il forte dubbio che governabilità e sistema di governo siano al massimo una parte del problema e non la più importante.
Trovo che manchi anche l’idea di condurre un’analisi almeno un po’ seria, ma tutti siamo convinti già che la soluzione sia cambiare.
Ma cambiare le cose senza un minimo di analisi porta a fare vaccate: vedi la serie di leggi elettorali, di cui alcune anticostituzionali, che non hanno portato a nulla…se non a governi tecnici che governano per decreto legge.
Se poi le figure che chiedono, si esprimono e agiscono in favore del presidenzialismo hanno la levatura di Berlusconi, Salvini o simili il sospetto che l’approccio sia totalmente sbagliato diviene quasi certezza
“Siamo sicuri che i problemi dell’Italia siano tutti risolti se si garantisce la governabilità?”
Matteo, la governabilità risolve almeno un problema: si sa chi vince e si sa chi perde. Chi vince ha il potere di governare. Al termine della legislatura noi elettori conosceremmo esattamente meriti e colpe, cioè chi ha fatto che cosa e chi invece non ha fatto.
Ora purtroppo quasi non lo si capisce. I capi politici cosí giustificano le loro manchevolezze rispetto al programma elettorale: “Io avrei voluto, ma è stato quell’altro a impedirmelo”.
Con un sistema elettorale efficace, per lo meno i politici non potrebbero piú accampare scuse pretestuose per la loro incapacità e ignavia. Tutto qui: 1) Io ti voto; 2) Tu governi grazie a me; 3) Alla fine mi presenti il resoconto, nel bene e nel male.
Crovella non mi sembra quello che, se fatto riflettere, possa cambiare idea, ma una cosa giusta l’ha detta. Ovvero, che saranno le elezioni a stabilire un risultato.
Con lode.
@102
La c.d. “reductio ad hitlerum” è una fallacia logica ben nota che, vedo, ultimamente sta andando molto di moda.
Considerare Moni Ovadia (o chiunque altro) un idiota è agli antipodi del mio pensiero.
Solo, nel suo trafficare in rete, non avrebbe dovuto fermarsi a quello che conferma il suo pregiudizio, ma continuare a trafficare scoprendo altre cose molto interessanti dette dalla Logan. Magari queste gli sarebbero piaciute un pò meno.
Per chi vuole approfondire, suggerisco l’articolo di Capone su Il Foglio.
Per chi si accontenta di soddisfare la pancia, basta quello sull’AD 🙂
P.S. C’è pure chi ritiene che la svastica nella bandiera in foto assieme a quella della Nato è (probabilmente) un fake. Un pò come la famosa foto di Navalny a braccio teso.
Ma questi son dettagli…
Fabio, la presenza del pensiero unico parte proprio dal linguaggio.
Adottare qualcosa come fosse nostra ne rappresenta la penetrazione.
Esserne inconsapevoli esprime l’opera di omologazione compiuta.
Un ultimo appunto nato dall’intervento di Bertoncelli e poi la pianto li; lo faccio perché mi permette di sottolineare il livello di propaganda a cui siamo sottoposti e che ci pervade e ci condiziona (Fabio, non ce l’ho con te, credimi: mi sei solo utile per evidenziare una situazione di cui mi sento assolutamente vittima anch’io)
Bertoncelli chiede la governabilità e cita i sistemi politici di Inghilterra e Francia. Paesi degnissimi e qualità auspicabile, intendiamoci, ma perché ci si limita sempre e solo a questo? Siamo sicuri che i problemi dell’Italia siano tutti risolti se si garantisce la governabilità?
La domanda che ho già posto a Crovella, a cui lui si guarda bene dal rispondere, more solito perché provocatoria ovviamente, è piuttosto semplice.
Siamo sicuri che il problema sia la governabilità? Perché nessuno mai guarda a paesi che vanno decisamente meglio dell’Italia sotto tutti i punti di vista (economico, giudiziario, welfare, ecc.) e che, guarda caso, non sono assolutamente presidenzialisti e possono permettersi di 6 mesi e più per formare un governo? Non dovremmo forse guardare da qualche altra parte e tenerci l’impianto politico che in fondo a retto piuttosto bene a ricostruzione, lotte sociali, terrorismo (e anche a Berlusconi)?
Per essere chiaro, sennò mi accusano di nefandezze varie, sto parlando di paesi del belino come Germania, Olanda, Danimarca…
Paesi che non vengono mai in mente a nessuno: come mai?
Propongo la gogna per chi usa parole inglesi qualora esistano i traducenti italiani. Non se ne può piú.
… … …
Perché molti si esprimono in “itanglese”? La mia opinione è la seguente: [CENSURA].
P.S. Gli ortolani e i panettieri non parlano di feedback e trend.
@102
La dice lunga sull’ipocrisia di tutto l’occidente, a partire dalla questione ebraica e antisemita. Molto interessante
@101 non resta che andare a votare e i numeri parleranno a sé. Sbagli se pensi che io mi limiti a fare ragionamenti numerici solo sul.mio quartiere. Il quartiere è lo spazio che mi è stato assegnato sul piano operativo. Ma altri hanno altri spazi, ovviamente anche in altre città. I feedback sono tutti allineati sulle stesse previsioni di trend. Inutile ora, a priori, voler dimostrare una tesi o l’altra. Quando sarà ora, i numeri dei risultati elettorali parleranno da soli.
Crovella e il suo cerchio magico…
Stanno lavorando nell’oscurità per rovescire la traballante democrazia italiana e metterci tutti in fila a 90 gradi .😂
C’è qui un idiota che dice cosa già dette da mesi. Non intervenire “è poco interessante”.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-moni_ovadia_su_azov_e_neonazisti_ucraini_una_spaventosa_presa_per_il_culo_che_potrebbe_avere_conseguenze_devastanti/45289_46174/
O povero colui che si irrita. Pure molto e il suo tempo è preziosissimo, olé.
Crovella ma chi ti credi di essere?
Tu e i tuoi progetti politici che propagandi tra mercato rionale, Cai, parrucchiere e bar sotto casa. Ma ci prendi per il culo o dici sul serio?
Certo che nella tua ristrettissima cerchia la maggior parte la pensa come te. È forse per questo che non ne esci, perché li dentro ti senti sicuro e hai le tue conferme.
Minacci chi la pensa diversamente da te sostenendo che siamo una minoranza trascurabile. Che 30mila in una piazza di una cittadina di provincia sono un nulla rispetto ai 60 milioni che popolano l’Italia. Tue teorie naif che puoi propinare al gognablog.
Vedi, io di politica non c’azzecco molto però, nonostante per te sia una guida alpina grezza e puzzolente, ho una vita culturale molto vispa. Frequento intellettuali d’ogni sorta e non solo italiani, con cui mi rapporto con i mezzi che ho. Viaggio molto, quando non sto nel bosco, ma non credere che non abbia il cervello come spesso dai a vedere nei tuoi sproloqui intrisi di provincialismo che si ritorcono sempre su 3 punti da anni.
Sono convinto che quelli come te siano numericamente meno di quanto tu creda. Siete sempre troppi per i miei gusti, perché quanto riesci a irritarmi tu non riescono neppure a farlo le zanzare groenlandesi in agosto. Pensa un po’. ‘Notte.