Monte Giogo di Villore

I danni che la proliferazione delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli provoca ai paesaggi italiani sono incalcolabili.

Monte Giogo di Villore, condannare la violenza dei vandali
(ma comprenderne l’esasperazione)
di Carlo Alberto Pinelli *
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 9 luglio 2025)

Il fatto
8 luglio 2025: due raid nel cantiere del parco eolico del Monte Giogo di Villore in Mugello: una cinquantina di persone incappucciate e armate di coltello appartenenti all’universo anarco-ambientalista ha causato danni ingenti all’azienda che gestisce il progetto. Minacciati e aggrediti ingegneri e boscaioli. Sul caso indagano carabinieri e digos. I raid sarebbero stati pianificati su una chat di Telegram.

Esprimo piena solidarietà ad AGSM AIM, agli ingegneri e agli operai aggrediti e minacciati nei giorni scorsi nel cantiere dell’impianto eolico di Monte Giogo, in Mugello”. A dirlo l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni, che prosegue: “Gli episodi di violenza e sabotaggio avvenuti, che hanno portato a ingenti danni e messo a rischio la sicurezza delle persone, sono atti terroristici veri e propri: inaccettabili in una società democratica, tanto più perché colpiscono un progetto dichiarato di pubblica utilità dalla Regione Toscana e dal Governo nazionale”.

Questi gesti – ha aggiunto l’assessora – non solo seminano paura, ma contribuiscono, paradossalmente, a perpetuare il consumo di idrocarburi, ostacolando la transizione energetica che è fondamentale per dare un futuro sostenibile e sicuro ai nostri territori. La transizione ecologica richiede confronto, partecipazione e dialogo: la violenza non è e non sarà mai una strada accettabile. Confidiamo nel lavoro delle Forze dell’Ordine, che ringraziamo per l’impegno e la professionalità con cui stanno affrontando questa vicenda, e auspichiamo che si possano rapidamente individuare i responsabili e assicurarli alla giustizia”.

La Regione Toscana – ha concluso Monni – continuerà a lavorare con determinazione al fianco delle istituzioni e delle imprese impegnate in opere strategiche per il raggiungimento degli obiettivi climatici, nella piena tutela della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori”.

“Anche l’ira per l’ingiustizia può rendere roca la voce (Bertolt Brecht)”.

Molti media in questi giorni hanno lanciato indignati anatemi contro un gruppetto di sprovveduti personaggi mascherati, colpevoli di aver aggredito con minacce verbali, qualche spintone e un paio di coltellini tascabili gli addetti di un cantiere che apriva la via all’installazione, a Monte Giogo di Villore, nel Mugello, di un ennesimo gigantesco e devastante impianto di aerogeneratori, alti circa dieci volte il campanile di Giotto.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di precisare il mio e nostro giudizio negativo su una iniziativa così maldestra e inopportuna, troppo simile, per venire anche lontanamente condivisa, alla analoga violenza intimidatoria di cui sono state vittime in tante occasioni molti nostri amici, quando hanno tentato di spiegare ai propri concittadini le gravi contraddizioni, le illusioni bambinesche e i numerosi lati opachi che fanno da corollario all’invasione delle cosiddette energie pulite. Dalla nostra parte sarebbe più che sufficiente la ragione che siamo certi d’avere; per convincere chi dovrebbe ascoltarci non servono i pugni e i randelli: basterebbe che non ci venisse tappata sistematicamente la bocca.

Da più di trent’anni lotto anche io, a fianco di tanti altri, per aprire gli occhi degli italiani sui danni incalcolabili che la proliferazione delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli sta provocando ai paesaggi italiani, alla biodiversità, alla migrazione degli uccelli. Ma ancora di più sulla palese insignificanza di questa barbarica aggressione per quel che concerne la mitigazione del progressivo riscaldamento del pianeta. I paesaggi continuano a venir massacrati, ma la CO2 nell’atmosfera terrestre aumenta ogni anno. Dunque, pur condannando decisamente il metodo adottato da quegli improvvisati vandali, non posso fingere di non comprenderne l’esasperazione e la frustrazione, derivate dal sistematico, sprezzante, non innocente silenzio della politica e dei media nei confronti di chi solleva qualche dubbio sulle sciagurate scelte energetiche ufficiali.

⁠ La nostra voce e le nostre ragioni, forse proprio perché così innegabilmente veritiere, vengono costantemente ignorate o derise, quasi si trattasse dei deliri dei terrapiattisti. Per quel che mi riguarda, a stento in questi decenni sono riuscito a pubblicare qualche articolo controcorrente su Huffington Post, su Domani, su Micromega. Prontamente “tamponato” da successivi contributi di “esperti” di parte, alle cui argomentazioni avrei potuto con facilità rispondere per le rime, se solo me ne fosse stata data la possibilità.

Sono certo che la mia debole voce non ha raggiunto quella ventina di arrabbiati anti eolici, né sia stata da loro prima condivisa e poi male interpretata, spingendoli verso attentati infantili e controproducenti. Ma se qualcuno vorrà accusarmi di essere uno dei loro “mandanti morali”, non mi tirerò indietro. I cattivi maestri abitano la sponda opposta.

Per approfondire
Bene le rinnovabili, ma serve pianificare: perché l’eolico sul Monte Giogo di Villore per noi va contrastato

Carlo Alberto Pinelli * Fondatore di Mountain Wilderness, attualmente presidente onorario di Mountain Wilderness International nonché responsabile dell’Asian Desk di MW. Nato lo stesso giorno del Dalai Lama, ha recentemente festeggiato i suoi primi 90 anni.

Monte Giogo di Villore ultima modifica: 2025-07-18T05:18:00+02:00 da GognaBlog

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55 pensieri su “Monte Giogo di Villore”

  1. pandemia Covid, Ponte sullo Stretto e Olimpiadi 2026 sono i primi esempi (diversissimi fra loro, ma uguali nel ruolo della politica a maneggiare i dati, a volte sul momento a volte ex ante) che mi tengono in mente
     
    Difatti esempi migliori di scelte scellerate non potevi farli. Continuiamo pure così: furbizia e incompetenza come metodo di governo.
     
    Quanto alle c.d. “fisime che vi attanagliano” e alle “idee più concrete” che “recepiremo anche noi” riguardo alla gestione delle scorie, ti invito alla lettura di questo articolo:
    https://www.qualenergia.it/articoli/smaltimento-selvaggio-scorie-radioattive
    Non per deboli di cuore, ma che dovrebbe essere illuminante sulle belle strategie usate finora per risolvere il problema.
     
    Vedi Crovè, alle radiazioni emesse dal decadimento fotte sega della “soluzione, magari formale” trovata in modo che “i dati non conteranno una mazza“. Ma tanto qual’è il problema: finiti i vantaggi ai privati del “grande business” sarà come sempre la collettività a farsi carico di ripulire la merda. Magari la manderemo nello spazio.
     
    Ah, Crovè Crovè, serebbe bello se fossero sufficienti chiacchiere e ignoranza e per risolvere i problemi: avremmo a nostra disposizione dei campioni del mondo 🙂

  2. Con “scelte politiche” intendo che prenderà il predominio quella ipotedi che comporterà più opportunità di business. Da che mondo è mondo, i dati vengono adattati alle esigenze del momento: pandemia Covid, Ponte sullo Stretto e Olimpiadi 2026 sono i primi esempi (diversissimi fra loro, ma uguali nel ruolo della politica a maneggiare i dati, a volte sul momento a volte ex ante) che mi tengono in mente. Credere nel predominio della scienza sulla politica è da illusi, in questo come in qualsiasi altro risvolto dell’esistenza. Quando sarà tempo, se il mondo imprenditoriale annusera’ che costruire centrali nucleari sarà fonte di grande business, state tranquilli che i dati non conteranno una mazza e i problemi troveranno una soluzione, magari formale ma la troveranno, e si procedera. Con qualsiasi governo, di qualsiasi colore.

  3. @ 25
    Certo, l’ambiente in cui viviamo. Infatti ho scritto di chi ci propina un numero incalcolabile di luoghi ‘incontaminati, mentre all’opposto quegli stessi luoghi sarebbero al collasso. Schiziofrenie attuali. “Saremo capaci di comportarci meglio…?”. Mi viene da dare una risposta un po’ laconica: l’Unione Europea ha tra le sue priorità l’Ambiente. Ho notato come, di fronte alle guerre in atto, ci si impegni per la produzione e la vendita di armi e il prolungamento dei conflitti, glissando completamente sul loro severo impatto sull’Ambiente. Quindi no, almeno per il momento non vedo che si sia capaci di fare qualcosa di sostanziale per noi e i luoghi in cui viviamo. Adesso la priorità è distruggere per poi ‘ricostruire’.

  4. Sostanzialmente non ho potuto partecipare a questo confronto né leggere i vari interventi.
    Se guardiamo l’Italia come è adesso, essa sostanzialmente non ha più nulla a che vedere con ciò che era molti secoli fa. L’essere umano l’ha completamente trasformata, persino abbellita ma anche impoverita, cementificata, resa orribile e incoerente nei paesaggi. Questo processo non credo proprio che si arresterà. I parchi nazionali e le riserve aumenteranno ma aumenterà il degrado ove i parchi non saranno presenti. Per stare sull’argomento, quello che credo è che purtroppo pale e pannelli invaderanno l’Italia (e non sappiamo ancora cos’altro inventeranno), e che, chi ne ha la possibilità, si sbrighera’ a colonizzare il nostro Paese con tali strumenti, voglio dire prima che arrivi il nucleare. Così avremo tutto: pannelli, pale, altro e in fine il nucleare, così ognuno avrà fatto per benino i suoi affari.

  5. Freghieri, campione littorio di nuoto d’audace stirpe palombara, ha il solo fiato per dire: “Non c’è aria”
    Un semplice «Me ne frego» sostituisce respiratori e vezzosi orpelli con cui le donnette arricchiscono il paese della sterlina e la marcia riprende. Ossigeno o no, Marte sarà conquistata” (cit. Fascisti su Marte)
     
    Ma certo Crovella, prescindiamo pure dai dati, cosa potrà mai andare storto?
    Magari, con un pò di propaganda possiamo convincere quel pelandrone del Plutonio a decadere un pò più in fretta 🙂
     
    Grazie per la sincerità, ma non ho nessun pregiudizio verso il nucleare, ho solo voluto farti notare al riguardo qualche fatto che sembri non conoscere o voler sottovalutare.
     
    Riassumiamone qualcuno.
    Le centrali nucleari di quarta generazione ad oggi non esistono.
    Il problema delle scorie non è stato affatto “risolto” tantomeno in maniera definitiva.
    La formazione nel settore da noi è ferma da decenni.
    L’anno scorso le rinnovabili hanno coperto il 41% del nostro fabbisogno nazionale.
    Questo con l’attuale installato, senza bisogno di “tappezzare l’intero suolo nazionale con pale e pannelli“.
     
    Chiaro che le decisioni saranno politiche (altrimenti la politica che ci sta a fare – e sarebbe estremamente preoccupante se tali strategie venissero decise solo dai tecnici), ma le “scelte che prescindono dai dati” difficilmente sono buone scelte, specie quando i dati dicono l’opposto dei nostri bias.
    E gli esempi di scelte scellerate non ci mancano.
     
    P.S. E chi l’ha detto che l’energia nucleare sia così economica? Hai dei dati in proposito? 🙂

  6. “…le scelte che verranno prese saranno scelte “politiche”, in una direzione o nell’altra, e non scelte “scientifiche”. Cioè scelte che prescindono dai dati.”
     
    Scelte politiche che prescindono dai dati?!?
    Cos’è, la ricetta perfetta per un disastro o la ricetta per il disastro perfetto?

  7. @44 in tutta sincerità mi dai la stessa impressione in modo speculare. cioè sei invasato da convinzioni ideologiche e in particolare da pregiudizi verso il nucleare. Non mi avventuro nell’analisi dei dati perché le scelte che verranno prese saranno scelte “politiche”, in una direzione o nell’altra, e non scelte “scientifiche”. Cioè scelte che prescindono dai dati. Mi permetto di sottolineare che se le rinnovabili coprissero già tutto il fabbisogno elettrico della produzione industriale nazionale non capisco come mai ci sia la diffusa preoccupazione che riscontro quotidianamente in ambito industriale, appunto quello di restare improvvisamente con gli impianti fermi. A questa si associa la diffusissima constatazione che il costo dell’energia (destinata al settore produttivo) è troppo alto. Occorre risolvere questi due problemi, altrimenti le aziende se ne andranno dall’Italia (nel senso che spostano gli stabilimenti produttivi, li delocalizzano). In realtà se ne vanno per una serie infinita di cause, fra le quali però ci sono anche le problematiche legate all’energia.

  8. Stamattina nella acciaieria dove lavoro, nel mentre della colata della ghisa c’è stato un calo di energia, capita spesso. Guardando sul crinale dei monti il vento stava calando e si vedevano le pale eoliche che rallentavano. Il sole era ancora basso e non si poteva contare sui pannelli fotovoltaici installati sul tetto dei magazzini. Allora il direttore ha telefonato alla vicina centrale termoelettrica a ciclo combinato gas/carbone: “Accendetemi per qualche ora la centrale, poi quando torna il vento e il sole vi mando un messaggio whatsapp e spegnete tutto. Grazie”
    Abbiamo potuto così continuare la colata della ghisa che già stava raffreddando.

  9. Non ci credo che un sistema elettrico nazionale esclusivamente di pale e pannelli riesca a sostenere tutta la ns produzione industriale
     
    E’ proprio questo il tuo problema, Crovella (e non solo tuo). Credi o non credi in base alla tua “quarantennale esperienza nei vari ruoli in aziende dei piùdisparati settori merceologici“.
    Se non fossi bene educato scriverei: esticazzi? E invece ti rispondo: effetto D&K in purezza. Ti ho chiesto dati e mi rispondi con chiacchiere.
     
    Vedi, Crovella, nel 2024 le fonti rinnovabili hanno coperto il 41% dell’intero fabbisogno nazionale (dati Terna). Siccome di tutta la produzione l’industria ne assorbe dal 30 al 40% (a seconda di come la calcoli), le rinnovabili possono sostenerla interamente GIA’ OGGI, senza bisogno di “tappezzare l’intero suolo nazionale con pale e pannelli” (*).
     
    Sia chiaro, le rinnovabili non sono la panacea di tutti i mali (e nemmeno le centrali nucleari di IV generazione: animali fantastici e dove trovarli).
    Quindi non è che dobbiamo mettere pale su ogni crinale e pannelli su ogni terreno, tuttavia bisognerà fare delle scelte.
    Sarà possibile farle dialogando in modo consapevole o, al solito, ideologicamente polarizzati bianco/nero, buoni/cattivi e banalizzanti?
     
    (*) Naturalmente sto semplificando, perché la produzione delle rinnovabili non è costante nè durante l’anno nè di anno in anno eccetera eccetera.
    Si tratta di un problema complesso, difatti, ma per smontare certe convinzioni che hanno molto di ideologico e poco o nulla di tecnico non è necessario entrare troppo nei dettagli, giusto? 😉

  10. Ha raggione Cruovella non possiamo ottolleraree più al lungooo questa fuga verso est dei prenditori  di ricchezza per sfamare la poveritudine atruove.
    Io ero geometra e ho fatto un imperio di tuifiga e tra macchine e motori son Gioele o dolores?guarda colla Benetton come vincevamo, avevamo le pecore al posto de cavalli vaporizzaati…
    Il posto per le centraline 4 e 5 misura lo troooviamo…per sempio la mia seconda patria la Sardigna ,poca agente tutta pastorizzata li facciamo a forma di nuraghe…che si confondono e manco li vedono…poi per le scorie ci inventiamo una nuova pizza, dobbiamo discuterne con Cruovella di sta cosa delle bollette per gli italiani col risparmio ci possono comprare delle Bentelej o delle Stonmartin …

  11. Il sistema produttivo sta letteralmente scappando dall’Italia. Magari alcune aziende mantengono ancora la sede legale in Italia (mentre altre hanno spostato pure quella!), ma piano piano chiudono qui gli stabilimenti e li aprono vuoi i Slovacchia o in Polonia, o in paesi europei non EU (Serbia e Albania per far due nomi) o addirittura in India e in Vietnam. Il problema è molto complesso e variegato e non ho certo voglia di perdere tempo a spiegarlo ora, tra l’altro le cause sono molteplici e piuttosto profonde, ma fra queste si inserisce anche la specifica voce dell’eccessivo costo dell’energia destinata alla produzione. Se non troviamo una efficace soluzione a questo problema,  non stupiamoci che la produzione si sposti. Si sposterà sempre di più: è la legge della globalizzazione. Non è il nucleare la soluzione ottimale? Ma può darsi, per carità, io non ne vedo un’altra “valida” sul tavolo. Se non è il nucleare la soluzione, allora cerchiamo quale potrebbe essere questa benedetta soluzione ottimale e investiamoci con decisione. Sennò, altro che referendum sull’articolo 18: sparirà quasi completamente il lavoro manuale dal settore industriale italiano, perché gli stabilimenti produttivi saranno quasi tutti delocalizzati.

  12. Certo, prima decidiamo, poi i problemi tecnici si risolvono, tanto è solo fisica nucleare, cosa vuoi che è!
     
    Che poi manutenzione e controllo del rispetto delle procedure di sicurezza di una centrale nucleare, 24 su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni su 365, con gente del calibro di Salvini alle Infrastrutture, cosa potrebbe mai succedere?

  13. Crovella crede nell’unica legge fisica che conosce: quella del fil di ferro!
    Dalle, dalle, se rompe pure lu metalle.

  14. Sulla base della mia quarantennale esperienza nei vari ruoli in aziende dei più disparati settori merceologici, mi riesce difficile credere che le produzioni industriali pesanti possano essere rifornite da energia esclusivamente prodotta da un sistema nazionale fatto solo di pale e pannelli. Cito, come esempio per capirci, una produzione di acciaio a ciclo continuo, tipo l’ILVA, immaginandola a pieno regime e totalmente decarbonizzata. Si tratta di altoforni attivi 24 su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni su 365. Non ci credo che un sistema elettrico nazionale  esclusivamente di pale e pannelli riesca a sostenere tutta la ns produzione industriale, specie quella pesante, 365 gg su 365. I pannelli possono andar bene per unità medio piccole o iniziarive tipo, per es, un rifugio alpino. Ma impostare un intero sistema elettrico nazionale solo su pale e pannelli la vedo veramente dura. Occorre quindi disporre di alternative. Esistono alternative a pale/pannelli oltre al nucleare? Se sì, bene, si insista su queste alternative, ma non si legge in giro di grandi iniziative alternative. Ergo banalmente direi di iniziare a impostare un programma pluridecennale di nuclearizzazione della produzione nazionale di energia, studiando, in partnership con chi è già nel settore, le soluzioni migliori su tutti i vari risvolti e soprattutto i problemi. Altrimenti o non abbandoneremo mai le centrali a fonti combustibili o saremo condannati a comperare a sovrapprezzo l’ energia dagli altri paesi (es Francia) che la producono con le loro centrali nucleari senza tutte le fisime che vi attanagliano. L’elevato prezzo strutturale dell’energia per le aziende italiane è una delle cause (non l’unica, ma una delle pricipali) che determinano la bassissima competitività del sistema produttivo italiano e quindi anche i bassi livelli salariali italiani. Per cui è interesse di tutti trovare una soluzione, puntando a evitare i problemi, nel limite del possibili (non esiste nessuna alternativa che abbia solo pro e nessun contro). Ma dire NO a priori è un freno ideologico che non stimola a cercare soluzioni ai problemi tecnici.

  15. io preferisco il nucleare di nuova generazione
     
    Crovella, non so più come dirtelo: il nucleare di IV generazione non esiste. Ad oggi è solo teoria e sperimentazione.
    Va bene seguirne attentamente i progressi, ma farlo da spettatori senza una filiera, competenze e operatività, ci relega a un ruolo esclusivamente marginale. Ma che vuoi pianificare, in un Paese governato così?
     
    E sulle scorie? Recepire le idee degli altri? Ma sei serio?
    Lo sai che il Deposito Unico Nazionale (dei rifiuti radioattivi) aspetta una sede geografica dal 2010?
    Nel 2023 sono stati individuati 51 siti idonei, ma, caso strano, fuori dal ministero non c’era la fila per autocandidarsi, nemmeno fra quelli governati dal centro-destra (patrioti sì, pirla anche no).
    E questo solo per i rifiuti a bassa attività (ospedalieri, prevalentemente).
    Per quelli ad alta attività (centrali) è prevista l’attivazione di un deposito geologico non prima del 2050. Fra 25 anni, Crovè!
     
    Quanto all’idea che l’alternativa sia “tappezzare l’intero suolo nazionale con pale e pannelli” rinnovo la richiesta dei dati sui quali basi questa affermazione (e, tra parentesi, esistono anche altre rinnovabili oltre a “pale e pannelli“).
    Ce li hai questi dati o il tuo è un pensiero magico?
     
    Ma che sei un pezzo in là lo si capisce già da questa tua affermazione: “una volta superato il freno ideologico, i problemi tecnici si risolvono“, che, semmai, è proprio il contario di quanto dovrebbe succedere.
    Perché non è che i “problemi tecnici” si risolvono per magia: le leggi fisiche hanno quell’antipatica caratteristica di non adattarsi alla retorica ideologica.

  16. Chiaro che sto ragionando su progetti futuri, cioè di concretizzazione a lungo termine, ma sui quali converrebbe che, come nazione, partissimo già ora nella programmazione, sennò rischiamo di non vederne mai la realtà. Il nucleare di ultimissima generazione è oggi solo a livello sperimentale in Cina? Bene, seguiamolo attentamente, in modo tale che, quando non sarà più “sperimentale”,  ne maneggeremo il know how! Le scorie? Sarà un problema europeo 8e quindi coinvolgerà anche noi italiani, a prescindere dal fatto che avremo o men o centrali nazionali), sul quale non psi potrà andare aventi all’infinito a nascondere la polvere sotto al tappeto: si dovrà trovare una destinazione. Quindi agganciamoci agli altri paesi europei (quelli che, avendo già ora le centrali, hanno questo problema e dovranno scervellarsi per risolverlo), così, appena gli altri avranno idee più concrete, le recepiremo anche noi.
     
    Il punto cardine è il seguente: per questioni di inquinamento, occorre prevedere una politica di progressivo spegnimento delle centrali tradizionali che producono energia da fonti fossili. Quali alternative ci sono oggi? Ci sono le cosiddette “fonti rinnovabili” (pale e pannelli) e il nucleare. Pale e pannelli presuppongono il “prezzo” dell’inquinamento visivo del paesaggio. Infatti per raggiungere davvero la produzione di energia richiesta dall’intero sistema, dovremmo praticamente tappezzare l’intero suolo nazionale con pale e pannelli, sennò è solo un palliativo, non il canale principale di produzione di energia. A tale ipotesi, inquinante sul piano visivo, io preferisco il nucleare di nuova generazione, che se ha dei problemi (ma tanto li hanno tutti e quindi non ci sottraiamo, neppure oggi: le centrali sono a un tiro di schioppo dal ns confini e magari ci stoccano le scorie appena dietro al confine…), piuttosto che vivere in una relatà tappezzata da pale e pannelli a raffica.

  17. Ti è chiaro il concetto?

    Balsamo, ti stai confrontando con il TUTTOLOGO Crovè.
    Quindi certo che l’avrà chiaro!
    Che domande fai!!!

  18. non sono mica deputato io a risolvere questi problemi
     
    E per fortuna, aggiungerei! 🙂
    Ma però scrivi: “impostiamo un programma (pluridecennale) di centrali nucleari della nuova generazione“.
    Ma quale programma, Crovè. Le centrali “della nuova generazione” (sic), ad oggi esistono solo a livello sperimentale (in Cina).
    Se decidessimo di iniziare a costruirle domani (che è lunedì), per scopi produttivi e non di studio, non sapremmo nemmeno da che parte cominciare.
    Ti è chiaro il concetto?
     
    Quindi dovresti accontentarti di quelle attuali, ma chi le gestirebbe? Chi farebbe manutenzione? Da dove uscirebbero i tecnici necessari, dato che in Italia la formazione sul nucleare è ferma da decenni?
     
    Riguardo alle scorie, il problema dello smaltimento non è affatto “risolto”.
    Nessun Paese europeo dispone di un deposito geologico definitivo per le scorie ad alta attività. Anche la Francia, con il suo nucleare spinto, le stocca provvisoriamente. Poi si vedrà. Cosa potrebbe mai andare storto?
    Fare come gli altri” sembra semplice, ma in Italia abbiamo un territorio complicato: sismico, franoso, alluvionale, con densità abitativa tra le più alte d’Europa.
     
    E infine: che le rinnovabili “non arriveranno mai a garantire l’energia di cui ha bisogno il sistema”, l’hai già ripetuto due volte.
    Avrai dei dati a supporto, immagino. Facceli sapere: così li mandiamo direttamente all’IEA, che a quanto pare la pensa in modo opposto.
    Magari Carlo Crovella riesce a convincerli che stanno sbagliando tutto.

  19. Sarà il sistema stesso che spingerà verso la produzione di energia nazionale con centrali nucleari in Italia. Infatti uno dei problemi dei sistema produttivo italiano è l’eccessivo costo dell’energia, anche nei confronti dei competitor europei: anche quella prodotta da centrali nucleari estere (esempio Francia) la compriamo a un costo più alto rispetto al costo di produzione. Sarà giocoforza indirizzarsi al nucleare nostrano, affinché l’energia prodotta da centrali nucleari ci costi “solo2 il costo di produzione, senza sovrapprezzi. Ridurre i costi dell’energia (oltre che sulle bollette finali dei privati cittadini) incide sulla competitività del sistema produttivo: come detto, oggi il sistema italiano paga molto di più l’energia dei competitor. Ridurre quel costo di sistema significa disporre di maggiori margini per politiche industriali e quindi per politiche sul lavoro. Vedrai che alla fine anche la sinistra e il mondo sindacale recepiranno questo ragionamento, non c’è alternativa. Le location adatte si trovano, basta cercarle. Il freno è solo ideologico, non tecnico: una volta superato il freno ideologico, i problemi tecnici si risolvono.

  20. Quando non sono in sintonia con i miei i pensieri degli altri non per forza sono del menga!Questo per quello che riguarda l incipit.
    Non sarà certo la mia opinione o la tua a rallentare o accelerare dei percorsi futuri sull energia,sicuro!
    Detto questo rimane però sul tavolo la nostra Italia con la sua geografia, geologia e conformazione e credo non sia facile nemmeno per chi è “deputato” decidere dove posizionare questi gingilli un gran bel busillis.
    I paesi che citi e che hanno intrapreso quella strada nucleare sono in un altro contesto , diciamocelo terra terra hanno meno frane!e non hanno fatto il nostro referendum sulla questione nucleare.   Bel tema  ad ogni modo.

  21. Be’,  ma che ragionamenti del menga. 1 e 2: non sono mica deputato io a risolvere questi problemi, meno che mai in un commento domenicale su un (rispettabilissimo) blog di montagna. Chi di dovere farà adeguati studi da con il coinvolgimento di gente ufficialmente incaricata e preparata sul piano tecnico e scientifico. D’altra parte, ripeto, se i paesi europei hanno impiantato oltre 400 centrali nucleari in tutta Europa, significa che  tutti i problemi annessi e connessi li hanno affrontati e risolti, compreso quello dello smaltimento delle scorie… Basta far tesoro della loro esperienza: come fanno gli altri paesi già oggi, potremo fare noi in un prossimo futuro. Non è un problema “tecnico”, è un problema di pregiudizio ideologico, ma privo di fondamento perché, ripeto, se sei avvinghiato dal timore di incidenti in centrali nucleari,  dovresti non dormire la notte già adesso, con tutte le centrali che sono operative oltre confine… Anche per colpa di “freni” ideologici come il tuo, finisce che viene rallentata (per non dire fermata) la chiusura delle centrali tradizionali che producono energia da fonti combustibili (cioè le centrali estremamente inquinanti). Infatti pale e pannelli, oltre ad essere brutti e a inquinare visivamente il paesaggio, non arriveranno mai a garantire l’energia di cui ha bisogno il sistema. L’unica vera alternativa alle vecchie centrali combustibili è il nucleare

  22. Un passo verso le caverne penso lo stiamo già iniziando.,forse unpasso è poco.
    Esempi i tuoi che non galleggiano con un potenziale atomico che se fuori controllo a quelle caverne ci siamo già dopodomani, speriamo di aver tendine in tinta.
    1 e 2 attendono risposta. 

  23. I tempi per costruire nuove centrali nucleari sono (per certi versi “purtroppo”) piuttosto lunghi, per cui si può ragionare che esistano margini di ulteriore miglioramento delle tecnologia rispetto ai giorni nostri. I tempi in questione vanno ben oltre quelli del Governo Meloni, anche nel caso di conferma di un secondo mandato.  Non si può pensare di sostituire le centrali classiche a fonti combustili “solo” con pale e pannelli, quindi un’altra soluzione la dobbiamo trovare. Se tutti i paesi europei sono “pieni” di centrali, già oggi intendo, significa che altre soluzioni (rispetto al nucleare) al momento non sono sul tavolo. Anche gli altri paesi europei avranno gli stessi problemi che citate, dai “rischi” di incidenti allo “smaltimento scorie”, eppure non si sono fatti fermare da tali ostacoli. Avranno quindi trovato delle soluzioni: possiamo ispirarci alle loro esperienze, la strada è già tracciata.
    Che l’Italia, sul piano sociale, sia particolarmente “marcia” per affaristi vari e criminalità organizzata, ecc è vero (tra l’altro lo dimostra l’attualità milanese di questi giorni!), ma è problema che esiste dalla notte dei tempi e tipicamente endemico della nostra società: allora non dovremmo fare nulla di nulla in nessun settore, perché questi individui agiscono in ogni settore, non solo nell’ipotetico business del nucleare.  infatti il marciume italiano si estende dalla gestione dell’immigrazione all’immobiliare, dal “ri-affitto” di case popolari ai concorsi truccati ecc ecc ecc: allora facciamo che astenerci da qualsiasi attività e andiamo a vivere in caverne come i nostri antenati preistorici (e probabilmente anche ai quei tempi, gli italici di allora erano infarciti di mafiosi, criminali, collusi e corrotti…)

  24. Dove pensi di metterle? A casa tua? 

    Balsamo, Crovella non può, a casa sua è già impegnato a metterci  i palestinesi deportati da Gaza. Comunque dall’alto della sua grande  generosità e solidarietà,  li farà mettere a casa tua.

  25. Problemi complessi non ammettono soluzioni semplici.
     
    Crovè, capisco che il nucleare di IV generazione sia il sogno bagnato del governo Meloni, ma bisognerebbe restare con i piedi per terra.
    Ad oggi esistono solo prototipi e centrali sperimentali con questa tecnologia, e ci vorranno anni (se non decenni) per una diffusione commerciale, anche nei Paesi più avanzati (figuriamoci in Italia).
    Senza dimenticare che producono comunque scorie radioattive, anche se in quantità minore rispetto alle generazioni precedenti.
    Dove pensi di metterle? A casa tua? 🙂 Il Plutonio, tanto per dire, ha un’emivita di 24.000 anni.
     
    Quanto alla “copertura a tappeto del suolo nazionale con pale e pannelli”, ti faccio notare che, già con l’attuale installato, a giugno 2025 il fotovoltaico è risultato la principale fonte di produzione elettrica in EU (dati Eurostat).
     
    P.S. @16 “la Terra è in fin di vita
    Caro Lupo, la Terra se ne frega. Quello che è in fin di vita è l’ecosistema come lo conosciamo e di cui siamo parte.
    La Terra ha già visto estinzioni di massa, esplosioni vulcaniche, meteoriti, e sopravvivrà ben oltre noi (mai sentito parlare dei cianobatteri?) fino a quando sarà inglobata dal Sole.
    Quelli interessati a preservare l’attuale equilibrio nel quale ci siamo evoluti dovremmo essere noi umani.
    La vera domanda è: saremo capaci di comportarci meglio di una colonia di batteri in una piastra di Petri?
     
    P.P.S. Comunque ha ragione Bertoncè: maledetti comunisti! 🙂

  26. Non scrivere quello che ti pare non ho mai , mai detto che sono meglio o che son belle ci mancherebbe altro la penso come te in linea di massima anche sul nucleare ,solamente in un umico piccolissimo dettaglio non concordo sull onestà e bontà del nostro operato per uso comune.Esempi non occorre farne mi sembra.
    Poi due ultime cose e poi chiudo che domani è un altro giorno….ma di lavoro.
    Dove farle?1
    Dove stoccare i residui radio?2
    Non so se rammenti l unico sito con le giuste caratteristiche ovvero la Lucania/Basilicata e come ha reagito…

  27. Quindo tu preferisci la copertira a tappeto del suolo nazionale con pale pannelli? Che vita di “m”, spero di non vedere mai una schifezza del genere. Le nostre eventuali centrali nucleari, di nuova generazione (ecco perché i timori sono da secolo scorso: le nuove centrali hanno una tecnologia infinitamente più evoluta), le ns centrali, dicevo, ci permetterebbero di produrre energia in alternativa a quale da combustibili fossili, ma senza riempire il paesaggio italiano di pale e pannelli, evitando l’inquinamento visivo di questi.  Non capisco cosa ci sia di difficile nel ragionamento, e’ autoesplicativo. Fanno paura le centrali nucleari? Beh ma allora dovresti aver paura già oggi perché noi italiani viviamo in mezzo a una ridda di centrali nucleari posizionate in tutta Europa. Se ti fa paura l’eventualità di un incidente, non c’è differenza se la centrale che “esplode” è in Italia, cioè poniamo a 100 km da casa tua, oppure in Francia o (a seconda delle regioni) in Germania a 300-400 anche 500 km. Per non dormite la notte, già adesso,a causa dell’angoscia (immotivata) di un incidente in una qualsiasi delle centrali europee, tanto vale, in futuro, non dormire la notte per la stessa angoscia, ma almeno produrre da noi l’energia con ns centrali nucleari e non comprarla per esempio dalla Francia che, producendola nelle sue centrali nucleari, ce la fa pagare molto cara. Paghiamo ai francesi un di più (rispetto ai costi di produzione con ns centrali), ma se esplode una centrale nucleare francese, moriamo lo stesso anche noi. Non è che pagando di più l’ energia ai francesi, scarichiamo solo su di loro le conseguenze di un ipotetico incidente.

  28. Tornando alle pale ;il “sistema” è sempre lo stesso : per il bene collettivo bla bla , qualcuno bisogna che rinunci e “guardi avanti”( pale permettendo!), i terreni valgono sciocchezze (prima) e a qualcuno danno qualche soldo di più per creare zizzania dopo,i progetti (anche preliminari)godono di iter mai stanchi ne vecchi, mettici sopra anche qualche carico da 11 con il turnante politico compiacente et voilà le jeux son fait.(mi usciva FIAT …e quasi lo lasciavo😏)
    Questa era anche la storia dai bellunesi e i loro amati bacini idroelettrici…
    Zona dove (adesso!)in quel di Lamon sul torrente Vanoi stanno ritentando ,il gioco sporco collaudato di cui sopra in un area di vecchie frane (cosa non insolita in montagna,vero?) continua.
     

  29. La situazione Europea con le mappe dei siti è conosciuta e concreta e tu stesso ammetti il.possibile sempre possibile ” incidente”.Qui in provincia (bl)i valori(eufemismo) post nuvola Ucraina di Chernobyl sono ancora alti e per non allarmare., nessuno ne parla.

  30. Appunto Carlo mettiamone anche di nostre…con cementi mafiosi senza provini o ingegneri come nella val di Stava /Montecatini..vedi remember odierno.poi cosa significa timori da secolo scorso? il nucleare sta al uomo moderno come il fuoco per quello preistorico… …La situazione scorie come la risolvi ?Ha si un po di ptoiettiloni per le guerre che verranno e che sempre ci saranno ? Tanto sono  già poveri,  con l uranio impoverito che vuoi che gli cambi.
    Beato te che hai ancora fiducia!
     
     

  31. Sono rimasto perplesso dalla persistenza di “timori” circa la presenza di centrali nucleari: pensavo fossero “cose” morte e sepolte, roba da secolo scorso. In ogni caso ho cercato rapidamente delle mappe di localizzazione delle centrali attive in altri stati europei. Neppure io avevo contezza che ci sono oltre 400 centrali nucleari attive in Europa. Già oggi, in caso di incidenti in una o più centrali, non saremmo per nulla fuori dall’area coinvolta dalle conseguenze, vista la (relativa) vicinanza di molte centrali. Per cui occorre mettersi il cuore in pace: già oggi potremmo morire per le conseguenze di incidenti in centrali nucleari, pur in assenza dei benefici derivanti dalle centrali sul suolo italiano. tanto vale metterle anche in Italia.
     
    Carico sotto due link, sperando che si riesca facilmente ad arrivate alle mappe. Praticamente noi italiani siamo circondati da centrali attive, in particolare se viviamo nell’Italia settentrionale (numerosissime le centrali in Francia, ma anche in altre aree del nord ed est Europa). Tuttavia credo che, per questioni di venti che spirano in certe direzioni, neppure l’Italia meridionale sia del tutto esente da rischi, considerate le centrali in Spagna e nell’Est europa… 
    https://www.repubblica.it/popup/servizi/2008/centrali-europa/centrali-nucleari.html
     
    https://it.wikipedia.org/wiki/Centrali_elettronucleari_in_Francia#/media/File:Nuclear_power_plants_map_France-fr_2.svg

  32. Appunto! Già che ci siamo, facciamo l’intero percorso e impostiamo un programma (pluridecennale) di centrali nucleari della nuova generazione, molto più sicure di quelle del passato (per cui avere timori, oggi, è privo di fondamento). Ribadisco che molte centrali straniere, perfettamente attive, sono a poche centinaia di km dai confini italiani. Per esempio  importiamo dalla Francia energia, sovrapagandola, prodotta con il loro nucleare e, se qualcosa va storto nelle loro centrali (a poca distanza relativa da noi), le radiazioni mica si fermano al confine, per cui siamo sotto allo stesso rischio come se avessimo le centrali in Pianura Padana. Per cui tanto vale farle fa noi, ovviamente con un programma ben studiato. Fermarsi alle pale eoliche e ai pannelli solari significa fermarsi a metà del guado: riduciamo l’inquinamento perché abbandoniamo la creazione di energia da fonti fossili, e chi lo nega, ma imbruttendoci la vita con un paesaggio “inquinato” da una distesa infinita di pale e pannelli. Meglio le centrali nucleari di nuova generazione, così lo sguardo non è rovinato. E’ il concetto esposto, in versione molto poetica, nel commento n. 1

  33. Le pale eoliche sono brutte. Il fotovoltaico è brutto. Non si è capito quali siano gli “incalcolabili danni” che producono. A me sembrano una alternativa migliore rispetto alle centrali elettriche a carbone o a gasolio, il cui danno è certo e calcolabile. Cioè, non si possono fare le pugnette su TUTTO, santo cielo, occorrerà anche accettare il meno peggio, non puoi avere la botte piena eccetera. O sviluppi uno straccio di transizione da idrocarburi ad altro “più pulito”, oppure stai lì a farti dei viaggi finendo a considerare il nucleare come valida alternativa eco (certo, basta stoccare le scorie in Sakazzistan a un Euro la tonnellata finché gli abitanti diventano verdi). Un minimo di realismo, di comprensione che dobbiamo fare in fretta, please.

  34. Nessuno purtroppo fermerà la corsa di chi può e vuole essere più potente e ricco. E se ci sarà una terza guerra mondiale, dopo di essa la gara per un ‘progresso’ che faccia arricchire di nuovo qualcuno sarà ancora di più senza esclusione di colpi. Che si sia in democrazia è vero e non è vero allo stesso tempo. D’altronde neanche il sistema democratico è perfetto e può essere usato abilmente per manipolare le persone.
    Quanto all’ambiente, noto spesso una schizofrenia dialettica: la Terra è in fin di vita (soltanto pochi giorni e sarà perduta) ma, per chi vende turismo, essa è piena, anzi strapiena, di luoghi incontaminati. Bene impegnarsi, ma non illudersi. Però, non sono d’accordo con Moravia. L’essere umano (per includere le donne) per me rimane la creatura più alta e nobile su questa nostra Terra. Se non avessi stima di chi forse mi legge, non starei qui a scrivere. Comunque mi sono munito di un buon parasassi, o breccole, come si dice a Roma.

  35. Paura! Non facciamo l’ordinaria manutenzione ai ponti…figuriamoci le  centrali , ancora non troviamo siti adeguati e benvoluti per le porcherie da smaltire  negli ’80…mahsperem ben!
    Saranno brutte rumorose antiestetiche le pale mentre i pannelli rubano suolo fertile etc ma si può sempre far dietrofront ,con il nucleare invece se qualcosa va storto è per sempre…o quasi !

  36. Il maggior costo del nucleare e il prezzo che si paga per evitare l’inquinamento da paele e pannelli. La scelta non è sul minor costo dell’energia prodotta ma sulla preferenza a non avere il paesaggio rovinato da distese di pale e pannelli

  37. Almeno 2 attivisti di questa lotta contro le pale eoliche hanno avuto i telefoni infettati da spyware. Non è ancora successo nulla e siamo già a questo punto.

  38. @ 8
    Possiamo denigrare il Carlone quanto vogliamo, ma stavolta ha ragione!
    Se in gioventú non si fosse servito di dieci paia di sci per stagione e non avesse diretto gite con duecento scialpinisti assatanati, sarebbe stato perfetto. Ma poi si è convertito, folgorato sulla via di Damasco.

  39. In quale regione italiana si trovano le Apuane? In Toscana?
    E chi comanda in Toscana?

  40. In quale regione italiana si trova il Mugello? In Toscana?
    E chi comanda in Toscana?

  41. Carlo non era quello il punto o almeno non solo , ma che a conti fatti costa tanto in termini non solo economici…leggi bene.
    Per quanto hai scritto sopra applausi ,oognuno di noi dovrebbe essere più consapevole e darsi una regolata…da oggi…no da domani meno post che scaldano il pianeta pure quelli.

  42. Da tempo immemore sono sostenitore di un ridimensionamento del ns stile di vita, iniziando proprio dalla spicciola quotidianità: un solo paio di scarpe a stagione anziché dieci, uso parco di riscaldamento (inverno) e aria condizionata (estate), auto semplici e non mega SUV status symbol e chi più ne ha più ne metta. Non sono per la decrescita felice in stile sandali da monaco francescano, ma per uno stile di vita più  sobrio e spartano sì. Anche in quella ipotesi, però, di energia ne avremo cmq bisogno. Assodato che le fonti combustibili dovrebbero azzerarsi per questioni di inquinamento, non restano che due alternative: o ci riempiamo di pal(l)e e pannelli oppure riprendiamo in considerazione il nucleare. Per quest’ultimo i tempi non sono brevi, che scoperta, ma più rinviamo l’inizio e più tardi arriveremo ad averlo

  43. E’ singolare che nessuno parli mai di risparmiare energia, e non semplicemente di produrne di più…

  44. Condivido pienamente il pensiero di Betto e lo ringrazio per il suo costante impegno che non si ferma nemmeno davanti ad una età rispettabilissima.
    Ho letto da poco un intervento di Francesca Albanese che commenta le sanzioni che gli USA hanno fatto a lei personalmente, rappresentante dell’ONU, per aver denunciato “un sistema”riguardo a ciò che avviene con il genocidio di GAZA. 
    Credo che un “parallelo” (non certo in termini di crimini umani) si possa fare anche nel caso della cosiddetta “transizione ecologica”, ovvero che viviamo in un sistema economico distorto che mette avanti l’interesse privato all’interesse pubblico. Qualunque azione che parte con i migliori intenti e per cause nobili viene usata come grimaldello per essere trasformata nella più riprovevole speculazione economica stravolgendone completamente il significato e, come sottolinea Pinelli, una falsa Democrazia ti da pure l’illusione di poter dibattere ciò che si dice pubblicamente ma contornato da schiere di “esperti” ben pagati per ridicolizzarti e senza possibilità di controbattere.
    E’ un sistema malato e lo abbiamo visto con la Pandemia, la guerra in Ucraina, il genocidio di GAZA, la transizione energetica ed il Green deal ecc …. ecc .. dove tutto diventa un occasione per specularci sopra senza risolvere i problemi ….. anzi riversandone il peso sulle classi sociali più deboli a tutto vantaggio di pochissime persone. NON VIVIAMO PIU’ IN DEMOCRAZIA, la parola è stata svuotata di significato.
    La stessa Albanese lo riconosce ed indica l’impegno diretto di ognuno di noi come unica soluzione oppure il futuro sarà veramente buio …..

  45. Insieme alla testa del toro ci metterei anche gli organi riproduttori …le centrali sono lentissime da costruire e avviare, oltre che costose e una volta vetuste e sorpassate sono ancora più costose da smaltire e non saper dove metterle è un dettaglio non da poco, per non parlare del piccolo particolare scorie…è l insieme che fa il totale(Totò?).La Germania sta lottando da decenni con questi piccoli problemini da ciaoDarwin!
    Il vantaggio?!intermedio dell energia prodotta ne dovrebbe tener conto.
    La soluzione sta nei commenti 3 e 4 oppure essere meno energivori ,ma il segno meno piace poco alla ci viltà  industriale.

  46. Molti anni fa’Alberto Moravia in una discussione sul futuro dell’umanità disse testualmente:<L’esperimento Uomo sul pianeta Terra e’ da considerarsi fallito>. Non credo che ci sia nulla da aggiungere 

  47. La cosiddetta “transizione energetica” è una follia. Le pale eoliche sono orribili. Il consumo è il male del mondo. La civiltà industriale è condannata, perchè è incompatibile con la vita (se preferite, con il funzionamento) della Terra. 50 anni fa c’è stata “l’Ultima Chiamata”: nessuno ha risposto.

  48. In effetti pannelli e pale sono un’insopportabile mortificazione del paesaggio. sono fattori inquinanti né più né meno di quelle forme tradizionali di energia di cui vorrebbero essere l’alternativa pulita e intelligente. Non resta che il nucleare, quello di nuova generazione, considerato che molte centrali nucleari europee sono posizionate relativamente vicine ai confini con l’Italia, per cui in caso di incidente le radiazioni arriverebbero anche da noi. Rischio per rischio, tanto vale avere delle ns. centrali sul ns territorio e tagliare la testa al toro a tutti i problemi sia dell’energia ottenuta con le fonti combustibili sia con l’energia eolica o solare.

  49. Non ho paura della catastrofe atomica. Preferisco morire nella contemplazione del mare e delle montagne che sopravvivere nella desolazione delle pale eoliche e dei panelli solari.

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