Il No di Balme a motori e rotori

Il No di Balme a motori e rotori

Un NO che però è anche un SÌ a tutte le attività economiche basate sul rispetto dell’ambiente.

Un NO e un SÌ deliberati all’unanimità dal consiglio comunale balmese nella seduta del 30 novembre 2016. Questo comune delle Valli di Lanzo, in provincia di Torino, aveva già fatto notizia qualche anno fa con la decisione di introdurre la sosta a pagamento sul Pian della Mussa. Decisione finalizzata a porre un argine al parcheggio selvaggio in un’area di elevatissimo pregio ambientale. La decisione suscitò non poche polemiche, ma il comune non tornò sui suoi passi e oggi rilancia con un atto ufficiale che è un vero programma di futuro.

Balme (Val di Ala di Lanzo)
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La delibera fa seguito a una richiesta dell’Associazione Mountain Wilderness, strenua oppositrice di questa pratica ritenuta inutile e fortemente lesiva dell’ambiente montano. Questo il titolo della delibera, il cui testo integrale si può leggere qui in allegato: Determinazioni in merito alla fruizione estiva e invernale del territorio con mezzi motorizzati.

Per comprendere quali siano le determinazioni è sufficiente l’apertura:
Premesso che la natura alpina nella sua straordinaria biodiversità e nella sua interazione con la secolare attività dell’uomo è un valore in sé, da tutelare in modo rigoroso anche in ragione della sua fragilità”.

Un valore in sé, e allo stesso tempo un fattore basilare di sviluppo: “Considerato che natura preservata e paesaggio tradizionale sono gli elementi su cui fondare durature prospettive di futuro decoroso agli abitanti della montagna”.

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Sono considerazioni che non si prestano a dubbi, ma soprattutto non si presta a dubbi il deliberato, dove di stabilisce:
di ritenere inopportuna, impropria e dunque di esprimere la propria contrarietà alla pratica di qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio, sia estiva, quando preveda la percorrenza di sentieri e piste con motocicli, mezzi fuoristrada e quad, sia nel periodo invernale quando ciò avvenga per mezzo di motoslitte e di elicotteri per il trasporto turistico”.

Una decisione significativa, pionieristica. Il consiglio comunale aveva già negato un paio di anni fa l’autorizzazione a effettuare voli per sciatori sul proprio territorio, ma con questa delibera Balme è probabilmente il primo comune piemontese ad adottare un atto ufficiale che rigetta la pratica dell’eliski. Decisione significativa anche alla luce dei DDL all’esame del Consiglio regionale del Piemonte che demandano proprio ai comuni la responsabilità di individuare sui propri territori aree per tale attività.

Uja di Bessanese, alla testata della Val di Ala di Lanzo
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Con questa delibera Balme può diventare un vero laboratorio di sviluppo sostenibile nella montagna piemontese, affiancandosi ad altre realtà (Valle Maira in primis) che già hanno intrapreso questo percorso virtuoso.

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Green economy anche nelle Valli di Lanzo, dunque. Con la collaborazione di Mountain Wilderness e altre associazioni è ora allo studio un programma di eventi e iniziative volte da una lato a valorizzare l’atto deliberativo, e dall’altro a far conoscere questo angolo delle Alpi Graie ricco di storia e di ambiente.

La decisione del comune di Balme ha suscitato l’interesse di organi d’informazione come La Stampa e La Repubblica. Ecco, qui di seguito, il bell’articolo apparso su La Repubblica:

 

Balme rifiuta l’eliski: “Abbiamo scelto un inverno sostenibile”
(Turismo dolce nelle torinesi valli di Lanzo no anche alle motoslitte e a quad e moto sui sentieri d’estate)
di Federica Cravero
9 dicembre 2016

Balme, il vecchio albergo Camussot
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Hanno scelto di essere il paese delle ciaspole e non degli elicotteri. Dello sport in mezzo ai boschi e non dei grandi impianti sportivi. Del turismo sostenibile e non di massa. Per questo il piccolo centro di Balme, nelle valli di Lanzo, nei giorni scorsi si è impegnato, con una delibera votata dal consiglio comunale, a vietare sul suo territorio la pratica dell’eliski e le scorribande – d’inverno e d’estate – di altri mezzi motorizzati come quad, moto, fuoristrada e motoslitte.
La scelta di oggi è la naturale conseguenza di decisioni prese oltre dieci anni fa, quando i tre impianti di risalita furono chiusi. “Il paese era diventato un mortorio – ricorda Gianni Castagneri, oggi assessore e all’epoca sindaco di Balme – Non avevamo molte risorse, perciò puntammo su percorsi battuti per i pedoni, piste di fondo a Pian della Mussa e soprattutto sentieri per le ciaspole: un fenomeno allora emergente che adesso è esploso“. E la scommessa è stata vincente. I tre ristoranti che c’erano sono diventati otto, hanno aperto due bed and breakfast, è stato costruito un nuovo rifugio e ha anche riaperto lo storico albergo Camussot, chiuso da tempo. Anziché spopolarsi, Balme è anche cresciuta, passando da 94 a 116 residenti con l’arrivo, a gestire le attività commerciali, di nuovi nuclei familiari assieme ai loro bambini. Numeri piccoli in termini assoluti, ma che rivelano crescite percentuali da record. “Non dico che ci sia la coda dei turisti – continua l’assessore – ma abbiamo una bella presenza soprattutto di torinesi d’inverno, mentre d’estate, essendo un posto tappa della Grande Traversata delle Alpi, arrivano anche molti olandesi, tedeschi e francesi“. Stonava con questa visione di un turismo dolce l’idea di avere le pale rumorose degli elicotteri sopra la testa o di essere circondati in quota da motoslitte e moto da cross. Senza contare che portare in quota con l’eliski turisti che non conoscono la montagna sotto i loro piedi significa anche far correre rischi a chi fa scialpinismo o sci di fondo o va a piedi alle pendici della montagna.

Balme, il nuovo albergo Camussot
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Così il piccolo Comune, per dire di sì a un progetto vincente che aveva avviato, ha detto no a chi lo avrebbe rovinato. E lo ha fatto con una delibera sulla fruizione estiva e invernale del territorio con mezzi motorizzati che parte dal presupposto “che la natura alpina nella sua straordinaria biodiversità e nella sua interazione con la secolare attività dell’uomo è un valore in sé, da tutelare in modo rigoroso anche in ragione della sua fragilità“. Una posizione che sostengono anche Mountain Wilderness, UNCEM e altre associazioni che stanno collaborando a un programma di eventi per valorizzare questo angolo delle Alpi Graie.

Gianni Castagneri
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Con questa delibera abbiamo sancito una scelta che avevamo fatto già due anni fa, quando negammo l’autorizzazione a una società di eliski che voleva operare da noi – spiega Castagneri – Dire di no in quel momento fu più difficile, la questione fu assai dibattuta. C’era chi si chiedeva perché dovessimo rinunciare a un’opportunità che ci veniva offerta. Ma alla fine vinsero coloro che avevano capito che non si può essere tutto e il contrario di tutto. Aprire all’eliski sarebbe stata una scelta incongrua perché Balme aveva già maturato la sua identità di paese votato a un turismo leggero, lento, fruibile per tutti, silenzioso“.

 

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Il No di Balme a motori e rotori ultima modifica: 2016-12-17T05:34:16+01:00 da GognaBlog

6 pensieri su “Il No di Balme a motori e rotori”

  1. A commento della risposta del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla mia interrogazione a risposta immediata in Commissione sulla dannosa pratica dell’eliski:
    Un passo avanti importante per vietare o limitare fortemente l’eliski anche in Italia con una regolamentazione stringente. L’eliski è una pratica pericolosa per sciare fuoripista che utilizza l’elicottero come mezzo di risalita ed è considerata «non adatta alle Alpi per ragioni ambientali» dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi (CIPRA) e per questo vietata o limitata negli altri Paesi alpini europei. Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti rispondendo a una interrogazione presentata da me e dal collega Borghi, anche su sollecitazione di Beppe Leyduan, Carlo Alberto Pinelli, Mountain Wilderness e CAI, ha annunciato l’intenzione di definire, di concerto con il ministero dell’Ambiente e gli Enti territoriali coinvolti , un rigido sistema regolatorio per l’eliski in linea con quanto indicato dalla CIPRA e con quanto già posto in essere dagli altri paesi alpini europei.
    Il MIT condivide infatti la necessità di regolamentare con chiarezza e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale l’utilizzo dell’eliski, vista la pericolosità di questa pratica per l’uomo e l’ambiente. Usare l’elicottero come mezzo di risalita crea infatti il rischio del possibile distacco di valanghe causato dai rotori o dall’azione degli sciatori che, peraltro, non testano la compattezza della neve durante la salita ignorando così le condizioni dei pendii che si accingono a percorrere. L’eliski è poi fonte di un forte inquinamento acustico che disturba la fauna alpina in un periodo dell’anno in cui diverse specie sono già messe a dura prova dai rigori del clima.
    Per questi motivi l’eliski comincia ad essere vietato anche in alcuni comuni italiani. Il piccolo centro di Balme nelle valli di Lanzo (TO), ad esempio, si è impegnato a inizio dicembre con una delibera a non autorizzare sul suo territorio la pratica dello sci con l’elicottero, né l’utilizzo di altri mezzi come quad, moto, fuoristrada e motoslitte.
    Regolamentare in modo rigoroso questa pratica significa garantire maggiore sicurezza alle persone e permette di puntare su un turismo più sostenibile e sempre più attrattivo per il futuro.
    Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

  2. Notizia ANSA:
    “Estendere (…) il divieto di eliski, ad eccezione delle aviosuperfici autorizzate, in tutto l’arco alpino del territorio italiano a tutela dell’ambiente e della sicurezza delle persone e delle cose”. E’ la richiesta avanzata dal deputato Pd Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente, al ministri dei Trasporti, dell’Interno e dell’Ambiente. L’interrogazione scritta, del 14 dicembre scorso, è firmata anche da Enrico Borghi (Pd), e viene fatta alla luce “di quanto già deciso dagli altri Paesi in Europa, al fine di ottemperare alle indicazioni date dalla Commissione internazionale per la protezione delle Alpi”. Già il Comune di Balme (Torino) nelle scorse settimane con una delibera ha vietato l’eliski e l’impiego “di altri mezzi motorizzati come quad, moto, fuoristrada e motoslitte affinché si possa offrire al turista un contatto più genuino ed autentico con la natura, nel rispetto delle fragilità dell’ambiente alpino”, si legge nell’atto parlamentare.

    Mai in vita mia avrei potuto immaginare di essere d’accordo con Ermete Realacci. Se si arriverà a una legge di divieto totale, sono disposto a dargli un bacino sulla barba.

  3. Eliski: Interrogazione Parlamentare di Ermete Realacci PD
    Sull’onda lunga della rivoluzionaria delibera del 30/11/2016 del Comune di Balme (TO) che vieta “qualsiasi tipologia di accesso e di fruizione motorizzata a scopo ludico del proprio territorio, sia estiva, quando preveda la percorrenza di sentieri e piste con motocicli, mezzi fuoristrada e quad, sia nel periodo invernale quando ciò avvenga per mezzo di motoslitte e di elicotteri per il trasporto turistico”, Ermete Realacci, parlamentare PD e presidente della commissione Ambiente della Camera dei Deputati, ha presentato in data 16 dicembre un’Interrogazione Parlamentare per difendere le Alpi e promuovere un turismo responsabile.
    Qui il testo integrale dell’Interrogazione.
    http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0714&tipo=atti_indirizzo_controllo&pag=allegato_b#sed0714.allegato_b.attiControllo.34

    La Delibera e l’Interrogazione Parlamentare fanno seguito a una richiesta dell’Associazione Mountain Wilderness Italia, strenua oppositrice di questa pratica ritenuta inutile, elitaria e fortemente lesiva dell’ambiente montano. Dopo anni di battaglie, sembra che le Istituzioni comincino finalmente a comprendere che la spinta verso un turismo rispettoso e sostenibile sulle montagne italiane rappresenta l’unica seria opzione per il futuro.
    La richiesta minima è quella di adeguare la legislazione Italiana a quella degli altri Paesi Alpini.
    Le attività di eliski sono infatti interdette in Germania, Slovenia, Liechtenstein e Francia.  In Austria questa pratica è consentita unicamente nella regione dell’Arlberg, con soltanto due destinazioni. In Svizzera la legge consente l’atterraggio su una quarantina di siti (la maggior parte dei quali situati nel Canton Vallese); tuttavia è recente la notizia che la Confederazione elvetica starebbe per ridurre i voli nella zona del Monte Rosa (una delle più battute) in quanto questo gruppo montuoso è considerato di alto pregio ambientale.

    Di seguito la rassegna stampa relativa alla storica delibera del Comune Di Balme.
    http://www.lastampa.it/2016/12/06/cronaca/balme-dice-stop-a-quad-e-motoslitte-vietato-anche-arrivare-in-eliski-sulle-piste-S0xQZvQ0kpY10hKyVi50CJ/pagina.html
    http://torino.repubblica.it/cronaca/2016/12/09/news/balme_rifiuta_l_eliski_abbiamo_scelto_un_inverno_sostenibile_-153752680
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2016/12/15/eliski-ce-chi-dice-no-lesempio-del-comune-di-balme/3253306/
    http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php?option=com_k2&view=item&id=1718:il-comune-di-balme-dice-no-all-eliski&Itemid=292

  4. Danilo Villa… seppur condivido un fastidio nei confronti di certe situazioni ormai dilaganti devo dirti di aggiornarti…:
    1) le Guide Alpine no fanno parte del CAI ( e speriamo rimanga così ad eternam viste le incongruenze del sodalizio…)
    2) su quale base si porrebbe un eventuale interessamento degli organismi previsti nei confronti dell’eliski??? Non è illegale fino a prova contraria…! Poi di etica se ne può parlare ma è materia culturale non giuridica!
    Buone feste!

  5. Un grande plauso per gli amministratori, concordo con Michele, speriamo che altri comuni ne seguano l’esempio.
    Per quanto riguarda il seguito del post di Michele sul “eli-degrado” in Valtellina dico solo che; il fatto che delle G.A. promuovano l’eliski, lo trovo eticamente inaccettabile, e mi domando dove sia il loro organo “interno” di controllo, considerando che comunque fanno parte del CAI e che l’eliski non è una delle attività compatibili con il Bidecalogo.

  6. Ottimo esempio per gli incauti Comuni che svendono la propria riserva di silenzio, dichiarandosi impotenti di fronte alla mancanza di norme specifiche che regolano il volo in montagna.
    Intanto l’eli-degrado continua in Provincia di Sondrio.
    Ho tra le mani la carta che riporta le possibili aree d’atterraggio per lo sbarco degli elisciatori.
    Pare sia il prodotto ufficioso redatto dalle società d’elicotteri e da alcune guide alpine, in corso di approvazione da parte degli enti provinciali, una sorta di codice d’autoregolamentazione, in mancanza di norme specifiche, che individua zone meno sensibili, dove poter volare ed atterrare per finalità ludico-sportive. Da un lato potrebbe sembrare un passo avanti, per la “conservazione” della montagna, ispirato al modello svizzero. Se si osserva però l’elenco delle aree di atterraggio situate a un’altitudine superiore a 1100 m utilizzate per sport e attività turistiche, quelle autorizzate per l’intera Confederazione Elvetica sono quaranta, mentre in Valtellina se ne concentrerebbero oltre sessanta (senza contare l’area di Livigno). Quattro in Engadina, contro ben ventuno individuate nella sola Valmalenco!
    Una foglia di fico che non nasconde l’assalto seriale in atto, soprattutto ad opera di tour operator stranieri cui è impedito il volo a casa loro, che non ostacola l’annientamento dei pochi spazi integri che ci rimangono, in contrasto con ogni altra forma di frequentazione silenziosa della montagna. L’area di atterraggio e l’osceno corridoio di discesa individuato sulle pendici del Disgrazia, nel suo angolo più remoto e meno conosciuto, presso il ghiacciaio di Cassandra, costituisce l’emblema perfetto di questa criminosa insensibilità verso le nostre montagne.
    Se sembra vano ogni tentativo di mobilitazione presso i “portatori di interesse” (gran parte delle guide e sezioni del CAI), val la pena ricordare agli aspiranti sciatori elitrasportati che scansando la salita si illudono di conquistare un momento di libertà, mentre non fanno che replicare l’oppressione che vivono ogni giorno.
    Mappa: https://map.geo.admin.ch/?topic=ech&lang=it&bgLayer=ch.swisstopo.pixelkarte-farbe&layers=ch.swisstopo.zeitreihen,ch.bfs.gebaeude_wohnungs_register,ch.bafu.wrz-wildruhezonen_portal,ch.swisstopo.swisstlm3d-wanderwege,KML%7C%7Chttps:%2F%2Fpublic.geo.admin.ch%2FYxm8qqg6ROeW2zuwa33bfg&layers_visibility=false,false,true,false,true&layers_timestamp=18641231,,,,&X=129873.86&Y=755298.97&zoom=6

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