Nulla di più impossibile…

Il commissario Sant’Andrea due giorni fa aveva chiarito che non c’erano alternative alla costruzione della nuova pista da bob a Cortina per i Giochi invernali. Nel primo articolo, bocciata Innsbruck, la pista da bob per le Olimpiadi 2026 sarà a Cortina: via allo “Sliding centre”.

Ma sul Dolomiten l’ad degli impianti austriaci racconta la sua versione: “La pista sarà rinnovata a prescindere per il 2025, non chiediamo una partecipazione ai costi“. Quindi, nel secondo articolo, Innsbruck smentisce l’Italia: “Può usare gratis la nostra pista da bob”.

Non c’è nulla di più impossibile di quanto non si vuole fare.

Nulla di più impossibile
di Marco Dibona
(pubblicato su ilgazzettino.it il 19 gennaio 2023)

La pista di bob per i Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026 si farà a Cortina d’Ampezzo, e si farà presto. Non sono percorribili le altre strade ipotizzate, che spingevano a cercare un impianto già esistente, in Italia o all’estero. È stato ribadito con fermezza il 18 gennaio 2023, nella conferenza di servizi che ha deciso sul progetto Sliding centre e riqualificazione della storica pista Eugenio Monti.

Non si andrà dunque a Igls, presso Innsbruck, in Austria, anche perché quell’impianto ha bisogno di importanti interventi di ammodernamento, per una spesa di una cinquantina di milioni di euro. Non è più utilizzabile l’impianto di Cesana, in Piemonte, costruito per i Giochi Torino 2006. Si è andati a verificare fino in Germania, dove l’impianto di Koenigssee è stato gravemente danneggiato da una frana, nel luglio 2021. Altre strutture non sono disponibili, a distanze ragionevoli. Lo ha ribadito Luigivalerio Sant’Andrea, commissario di governo e amministratore delegato della Società Infrastrutture Milano Cortina 2020-2026, che ha presieduto la conferenza: «Ad oggi, non risulta percorribile l’ipotesi di un immediato utilizzo, senza sostanziali interventi di riqualificazione, degli impianti sportivi oggetto d’indagine, in quanto non sono in possesso dei requisiti minimi previsti dalle federazioni internazionali per lo svolgimento delle prossime gare olimpiche».

I tempi
Alla conferenza, nel municipio ampezzano, c’erano amministrazioni ed enti locali interessati alla realizzazione dell’opera. In quanto ai tempi, sono stretti: entro il 27 gennaio sono attesi tutti i pareri, per andare all’appalto prima dell’estate e cominciare i lavori, al massimo, nel mese di luglio. Intanto, fra poche settimane, comincerà la demolizione della vecchia pista Eugenio Monti, chiusa nel 2008 e in degrado. «Oggi è una giornata molto importante – conferma Sant’Andrea – tutte le amministrazioni sono potute intervenire nel dettaglio, sui riscontri del progetto definitivo, che abbiamo presentato, ai fini del perfezionamento dell’iter di autorizzazione. L’interlocuzione con tutte le amministrazioni è stata particolarmente favorevole. L’approfondimento del progetto è stato molto zelante, da parte del gruppo di progettazione. La mandataria, che è capogruppo, è proprio la stessa Società infrastrutture Milano Cortina, con contributi esterni per attività specialistiche». Lo Sliding centre accoglierà le discipline di bob, parabob, slittino e skeleton. L’intervento rientra tra le opere essenziali indifferibili dei Giochi 2026. In quanto ai tempi, il commissario assicura: «La prossima settimana procederemo ad acquisire gli ultimi pareri favorevoli, oppure con prescrizioni, per procedere quindi con il decreto che autorizza la realizzazione dell’opera. Abbiamo già appaltato l’intervento del primo lotto, lo strip out, la demolizione controllata della vecchia pista, quindi significa che siamo pronti ad aprire il cantiere, indicativamente in una quindicina di giorni. Siamo esattamente nelle scadenze, con la programmazione che abbiamo fatto, molto ambiziosa, che partirà sicuramente entro il prossimo mese. L’ottimizzazione del progetto esecutivo della pista, e quindi il secondo lotto, prevede l’inizio dei lavori di costruzione dell’impianto entro l’estate di quest’anno, entro luglio. Nel dicembre 2024 dovremo consegnare il campo gara, per il test event, le gare che anticiperanno di un anno i Giochi olimpici e paralimpici. Completeremo tutte le aree contermini, in tempo per le gare a cinque cerchi. Il programma è quindi serrato».

Per i contrari
Sant’Andrea replica infine a chi contesta l’impianto: «Riteniamo ci siano tutte le condizioni per un intervento con tutti i requisiti previsti, di sostenibilità economica, sociale e ambientale, richiesti per un’opera così importante. Abbiamo inoltre introdotto un aspetto culturale, che si unisce alla destinazione sportiva di questo impianto: infatti l’area di Ronco sarà integrata con un memoriale, che ricorderà i riti e i miti di Cortina, degli ultimi cento anni, legando le Olimpiadi 1956 alle prossime, di Milano Cortina 2026».

La smentita di innsbruck
di Daniele Fiori
(pubblicato su ilfattoquotidiano.it il 20 Gennaio 2023)

Il finanziamento è già assicurato, all’Italia non costerebbe nulla“. Innsbruck replica così agli organizzatori delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026: i lavori per rinnovare la pista da bob della città austriaca sono ormai programmati a prescindere dai Giochi e quindi all’Italia non verrebbe chiesta nessuna partecipazione ai costi. Eppure, solo due giorni fa il commissario di governo Luigivalerio Sant’Andrea, amministratore delegato di Società Infrastrutture, aveva chiarito che non c’erano alternative alla costruzione della nuova pista da bob a Cortina, nonostante i ritardi e il costo elevato. Perché? Gli altri impianti presi in esame, compreso appunto quello austriaco, non sono in possesso “dei requisiti minimi previsti dalle federazioni internazionali per lo svolgimento delle prossime gare olimpiche”. Intervistato dal quotidiano Dolomiten, l’amministratore delegato dell’Olympia World di Innsbruck Matthias Schipflinger smentisce questa versione. E aggiunge che l’impianto sarebbe a disposizione praticamente gratis per l’Italia. Mentre avverte: “Una nuova pista non costa meno di 100-150 milioni di euro“.

La pista da bob di Innsbruck

Per capire il botta e risposta tra Innsbruck e Cortina bisogna tornare ad agosto. Di fronte agli evidenti ritardi nella costruzione della pista che alle Olimpiadi invernali 2026 dovrebbe ospitare le gare di bob, skeleton e slittino, gli austriaci avevano avanzato per la prima volta la loro proposta, dicendosi pronti ad ospitare le gare. Anzi, avevano sottolineato che era in corso una ristrutturazione dell’impianto di Igls, a Innsbruck, che dovrebbe concludersi per l’inizio della stagione invernale 2024-25, in tempo quindi per consentire il collaudo in vista dei Giochi del febbraio 2026. “Ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna richiesta di informazioni”, diceva allora Schipflinger. Il 18 gennaio 2023, nella sala consiliare del municipio di Cortina d’Ampezzo, il commissario Sant’Andrea ha spiegato che nell’ultimo periodo è stato invece approfondito “lo stato di consistenza degli impianti sportivi più prossimi al confine italiano”. Ma anche la pista austriaca è stata scartata, visto che ad oggi non è idonea a ospitare una competizione olimpica e rinnovarla costa 50 milioni di euro. “Non è così“: al Dolomiten l’amministratore delegato Schipflinger racconta però una realtà diversa. Spiega che effettivamente l’impianto deve essere omologato per poter ospitare nuove gare internazionali. Per questo servono degli adattamenti che costeranno all’incirca 30 milioni di euro. “Questi lavori sono già programmati – sottolinea però Schipflinger – e verranno realizzati a prescindere, indipendentemente dalle Olimpiadi. Il finanziamento tramite lo Stato austriaco, la Regione Tirolo e il Comune è già assicurato“, ribadisce l’ad dell’Olympia World. Gli altri 20 milioni di euro, che portano la cifra totale a 50, sono previsti per interventi che non hanno a che fare con l’idoneità della pista da bob. Idoneità che arriverà – spiega sempre l’ad – durante l’inverno 2024-25, quindi un anno prima dei Giochi, come richiesto. In ogni caso, prosegue Schipflinger, “abbiamo fatto l’offerta per utilizzare questa pista per i Giochi e non c’è tra le condizioni una partecipazione ai costi di rinnovamento”.

Insomma, secondo la versione austriaca, all’Italia non è stato chiesto di partecipare ai costi di ristrutturazione della pista. Certo, per Milano-Cortina sarebbe uno smacco dover disputare delle gare fuori dal territorio italiano. Ma è altrettanto vero che, come hanno denunciato fin dall’inizio le associazioni ambientaliste, per costruire un nuovo impianto al posto della storica pista “Eugenio Monti” bisogna prevedere costi molti elevati. Forse anche più degli 85 milioni di euro di cui si parla ufficialmente. Già il commissario Sant’Andrea avrebbe ammesso che i lavori alla fine potrebbero sforare i 90 milioni. Ma Schipflinger stima che ne servano almeno un centinaio. D’altronde l’impianto di Cesana realizzato in Piemonte per i Giochi di Torino 2006 costò circa 110 milioni di euro. E l’amministratore delegato austriaco aggiunge: “Non si può pensare che con una pista da bob si arrivi a coprire le spese”. Secondo la sua esperienza, infatti, si deve fare i conti con una perdita di circa mezzo milione all’anno. Senza dimenticare che l’Austria conta su un bacino di praticanti della specialità più elevato di quello italiano.

Nulla di più impossibile… ultima modifica: 2023-01-23T05:39:00+01:00 da GognaBlog

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11 pensieri su “Nulla di più impossibile…”

  1. Milano-Cortina 2026: sostenibile solo sulla carta

    La strategia è buona, l’attuazione insufficiente: le Olimpiadi invernali del 2026 rischiano di diventare ancora una volta un fiasco finanziario ed ecologico, come osserva la CIPRA.

    Milano-Cortina 2026 avrebbe dovuto essere la prima Olimpiade invernale realmente improntata alla sostenibilità. In effetti, la strategia di sostenibilità del CIO contiene molti validi approcci: l’utilizzo di impianti sportivi esistenti o rimovibili, l’organizzazione di gare anche al di fuori della città e del Paese ospitante e la salvaguardia delle aree protette.

    I preparativi per le Olimpiadi invernali del 2026 procedono tuttavia con modalità diverse: la valutazione ambientale strategica (VAS) completa per tutte le opere connesse ai Giochi, prevista dalla candidatura e dalle direttive europee, ripetutamente richiesta dalle organizzazioni ambientaliste, non è stata effettuata. “Con l’eccezione della rinuncia alla costruzione di un nuovo impianto per il pattinaggio di velocità, tutte le altre opportunità per dare a Milano-Cortina 2026 almeno una parvenza di sostenibilità sono sfumate”, denunciano Serena Arduino e Bianca Elzenbaumer, presidenti della CIPRA International.

    La decisione di costruire una nuova pista da bob a Cortina è stata presa nonostante il CIO avesse assicurato alle ONG italiane che sarebbe stato predisposto un piano di utilizzo concreto e sostenibile. Questo piano non è ancora disponibile, mentre il costo della pista, inizialmente stimato in 60 milioni di euro, è attualmente arrivato a 80 milioni e potrebbe superare i 100 milioni di euro. L’alternativa decisamente più ragionevole ed economica, rappresentata dalla vicina pista di bob di Innsbruck-Igls/A, non è mai stata presa seriamente in considerazione. “La pista di Cortina, come quella dei Giochi invernali di Torino 2006, sarà utilizzata solo per pochi giorni e poi abbandonata. Non si è imparato nulla dall’eredità negativa di Torino 2006”, affermano Arduino ed Elzenbaumer.

    La CIPRA critica anche la palese mancanza di informazioni e di trasparenza nella progettazione e nella costruzione delle infrastrutture. I progetti di costruzione previsti non rispettano né la Convenzione di Aahrus né la Convenzione delle Alpi e i suoi protocolli, il trattato internazionale vincolante che impegna gli Stati alpini alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle Alpi.

    Per questo motivo, la CIPRA esprime la sua grande preoccupazione per i Giochi olimpici invernali del 2026: “Chiediamo un immediato riorientamento ad una reale sostenibilità. In particolare, insistiamo affinché il CIO garantisca che venga effettuata una valutazione di impatto ambientale rigorosa e completa prima che qualsiasi decisione sia considerata definitiva. Chiediamo l’abbandono del progetto di una nuova pista da bob, il coinvolgimento effettivo della società civile e che il dossier di candidatura sia vincolante”.

    CIPRA ha aderito e sostiene la Staffetta delle Alpi per le Olimpiadi invernali trasparenti, rispettose e responsabili indetta dall’associazione “Libera contro le Mafie”.

  2. Io non sono un esperto di bob, e in tutta sta vicenda ci sono domande alle quali vorrei dare una risposta se qualcuno può delucidarmi.
    1)Se le piste da bob in Italia Austria e Germania non sono utilizzabili…. Dove si allenano gli atleti? 
    2) quanti sono gli atleti in Italia che praticano bob?
    Il loro numero giustifica una spesa di 100 milioni di € ? Sono 200 miliardi di vecchie lire, !
    3) c’è un campionato di bob in Italia?
    Perché se la risposta a queste domande e quella che si legge in internet mi dico , ma essendo uno sport così di nicchia e numericamente limitato di partecipanti non sarebbe il caso di escluderlo dalle Olimpiadi ? Inserendone altri più popolari e meno costosi ?
    Non me ne vogliano i bobbisti, ma lo scialpinismo ad esempio e uno sport ormai di massa che dovrebbe entrare a titolo nelle specialità olimpiche, e anche altri sport invernali che sicuramente avrebbero costi e impatto ambientale minori
    La stessa cosa succede anche nelle olimpiadi classiche, la discesa in canoa sulle rapide costo alla Grecia una cifra pazzesca perche dovette organizzare una struttura artificiale simile a un fiume in piena. Struttura mai più utilizzata per meno di 20 concorrenti!, Pazzesco!

  3. Carlo. Zelensky, la guerra partigiana in Italia, la lotta armata in difesa dell’ambiente, l’istigazione a uccidere i politici e i loro mandanti….più che un minestrone mi sembra un cassonetto della raccolta indiferenziata. Anche le scorie mentali, oltre a quelle materiali, andrebbero conferite negli appositi contenitori. È un piccolo ma significativo contributo a mantenere l’ambiente pulito, anche quello virtuale. Saluti.

  4. Zeleneky è partigiano nel giusto quando uccide i russi invasori??
    Armarci e uccidere chi distrugge inerme natura è da considerare pazzo terrorista??

  5. “armarci e cominciare a uccidere”
    Caro Anonimo, Ma chi sei? Da dove vieni e dove vai? Se scherzi e’ uno scherzo di pessimo gusto, soprattutto tenendo conto che qui molti hanno visto sparare nelle strade negli anni di piombo e sanno cosa significa.  Escludo per carità e ottimismo che tu parli sul serio. Riguardati. 

  6. Secondo me dovremo fare come fecero i partigiani per difendere il paese: armarci e cominciare a uccidere, a iniziare dai capi politici e i loro sostenitori economici. Chiamate l’Unesco temo sia come aver chiamato gli americani…..han tolto le armi ai partigiani

  7. Ormai dicono tutto ed il contrario di tutto! E noi ambientalisti,associazioni,CAI,MW, Italia Nostra ecc. Abbiamo le tastiere spuntate a furia di scrivere parole al vento . Nella ultima manifestazione a Cortina quanti eravamo? Cosa abbiamo proposto in seguito come forma di lotta (come si diceva una volta) …di sicuro sono stati scritti tanti commenti ma di concreto…nulla! Ed ora aspettiamo i cantieri! Fa ridere l’affermazione della sostenibilità economica…basta stanziare la montagna di euro ed il gioco è fatto…sostenibile . Non fa ridere la sostenibilità ambientale soprattutto i cortinesi ne pagheranno le conseguenze in fatto di modificazione del territorio di consumo di suolo e consumo di acqua ! Cosa ci rimane da fare? Incatenarci ai cancelli dei cantieri o alle ce tinaia di alberi che saranno sacrificati. Prima però direi di chiedere a DOLOMITI UNESCO che fino ad ora ha brillato per la sua assenza!

  8. Anche Saink Moritz aveva proposto la pista, attualmente in uso per gare di coppa del mondo. Incredibile spreco.
     

  9. Comunicato stampa a seguito della rinuncia ad ospitare le gare di pattinaggio veloce a Baselga di Pinè in occasione dei Giochi Olimpici invernali 2026.
    Per le associazioni CIPRA Italia, CAI, Federazione Nazionale Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, LIPU e Mountain Wilderness è apprezzabile la scelta di rinunciare a costruire un nuovo impianto per il pattinaggio veloce e far ricorso a strutture esistenti. Si faccia lo stesso anche per la pista da bob.
    Il Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, intervenuto in conferenza stampa con il Presidente del CONI Giovanni Malagó, il 20 gennaio ha ufficializzato la rinuncia a investire 100 milioni di euro per coprire la pista di pattinaggio di Baselga di Pinè. Sarà quindi probabilmente
    l’Oval Olympic Arena di Torino ad ospitare le gare di pattinaggio di velocità dei Giochi 2026.
    La scelta di riutilizzare impianti esistenti, oltre che una scelta di buon senso, in linea con l’Agenda 2020 del CIO, è per le scriventi associazioni una delle poche decisioni coerenti da parte degli organizzatori di Milano – Cortina 2026 rispetto a quanto dichiarato nel dossier di candidatura.
    Anche se si tratta di una scelta obbligata dai problemi di tempistiche e di risorse economiche.
    Lo spostamento permetterà un enorme risparmio di denaro, stimato tra gli 80 e i 100 milioni di euro. Baselga di Pinè, il piccolo centro trentino, avrebbe dovuto ospitare un impianto per il pattinaggio eccessivamente costoso e sproporzionato per la località stessa: il CIO pretendeva un impianto coperto capace di quasi 6000 spettatori in un comune di circa 5000 abitanti. Baselga di Pinè paga il prezzo del gigantismo olimpico che nelle ultime edizioni dei giochi invernali ha dato prova di come i grandi eventi sportivi sempre meno si adattino ai territori montani.
    Le scriventi associazioni sostengono da sempre la necessità, nel caso di grandi manifestazioni sportive, di fare ricorso a strutture esistenti o rimovibili, in un’ottica di sostenibilità, sia ambientale che economica.
    Per le scriventi associazioni un analogo approccio dovrebbe essere assunto anche per altri impianti olimpici, in particolare la pista per il bob. Ostinarsi a realizzare una nuova pista a Cortina d’Ampezzo – i cui costi di costruzione sono lievitati a 85 milioni di euro e si stima possano superare i 100 milioni – significa non trarre alcun insegnamento dagli errori del passato, vedasi la pista di Cesana Torinese, abbandonata a pochi anni dai Giochi a causa dello scarso utilizzo e dei proibitivi costi di gestione.
    La soluzione da tempo proposta dalle associazioni di protezione ambientale, ma mai seriamente presa in considerazione dagli organizzatori dei Giochi, è quella di trasferire le gare di queste discipline a Igls, presso Innsbruck, nella vicina Austria, dove l’impianto, contrariamente da quanto sostenuto dal commissario Sant’Andrea, è disponibile senza costi aggiuntivi. Anche questa
    operazione permetterebbe un enorme risparmio economico, sia per le spese di costruzione che per i costi di gestione dell’impianto per gli anni a venire. Risorse economiche che potrebbero essere destinate a migliorare i servizi dell’area dolomitica veneta.
    Ciononostante, dalla Conferenza di servizi tenutasi a Cortina lo scorso 18 gennaio, appare sempre più chiaro che tutti i soggetti coinvolti siano fermamente intenzionati a voler costruire ad ogni costo la nuova pista da bob a Cortina. Sarebbe l’ennesimo colpo alla sostenibilità dei Giochi tanto
    decantata nei dossier di candidatura e predicata dal CIO.
    L’auspicio è quello che, come per la pista di pattinaggio, anche per la pista da bob i tempi stretti, la lievitazione dei costi, ed un minimo di coerenza rispetto agli impegni assunti nel dossier di candidatura e nell’Agenda 2020 del CIO, inducano gli organizzatori ad un ripensamento.

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