Lettura: spessore-weight*, impegno-effort*, disimpegno-entertainment**
Sci di velocità
(scritto nel 1997)
La mia più grande paura? Quando indossai male il casco e il fiato mi appannò la visiera… In genere si sciolina all’ultimo momento, tanto lo strato deve durare per non più di venti secondi… Oggi non capisco bene se normalmente scendo in apnea oppure mi concedo qualche breve respiro… sono alcune confidenze di Cesare Pedrazzo. Ma che sport è questo? È il chilometro lanciato, o sci di velocità che dir si voglia. Nel 1989 la rivista francese Vertical riporta, a firma di “Slow John”, alcune considerazioni molto interessanti: paragonare il KL ad uno scenario di fantascienza, guardando solo agli aspetti esteriori, non è sufficiente a descrivere questa realtà figlia della velocità. Il KL è fiction. Lo stesso corridore non è che una formidabile messa in scena degli effetti della velocità, una stranezza accelerata, uno schermo su cui egli stesso si proietta… Fino ai 170, 180 km/h, massa, materia e profondità di campo appaiono ancora “normali”… Poi è il gran “rilascio” e nella visiera il cielo si appiattisce… ad ogni discesa si aprono le porte di un altro mondo, lo sciatore si proietta nell’altrove di una quasi-sparizione. Queste parole fanno pensare al KL come ad un grande esperimento di concentrazione, ad un modo tutto occidentale per estraniarsi da sé.
Tale è la pendenza che le piste son tracciate con un gatto delle nevi che s’inabissa giù per il pendio trattenuto da un cavo d’acciaio. La misurazione è fatta con due coppie di fotocellule poste a cento metri l’una dall’altra. Una striscia rossa sulla neve (in corrispondenza della seconda coppia) fa da riferimento allo sciatore per avvertirlo che lì termina la sua prova e che quindi può incominciare a frenare.
Gli atleti sembrano cosmonauti: tute così lucide da sembrare appena immerse nella cera, caschi allargati sulle spalle così da formare un cuneo perfetto per la resistenza dell’aria. Si sta studiando come poter inclinare lateralmente gli scarponi (per poter divaricare di più le gambe) senza costringere lo sci a spigolare con le già poco pronunciate lamine. Qui la tecnologia avrà ancora da sbizzarrirsi parecchio, come pure attorno agli sci, il cui peso è obbligatoriamente limitato (attacchi compresi) a 15 kg.
Ma, tecnologia a parte, del KL ci si entusiasma da piccoli e procura emozioni così forti che si smette di correre molto malvolentieri.
Tony Renaldo, di Biella (35 anni, assicuratore, sposato con due figli, record personale 203,390 km/h), racconta: da sempre ho avuto ammirazione per gli sciatori che si cimentavano a Cervinia (Casse, Meynet, McKinney, ecc.) e sognavo di poterlo fare un giorno anch’io. Il mio amico Gian Paolo Cattaneo mi diede l’opportunità di iniziare, e così feci. La prima volta fu a Tignes e me ne tornai a casa con un modesto (per le velocità di oggi) 149 km/h, ma per me era come se avessi volato, soprattutto per la soddisfazione personale e per aver potuto coronare un sogno… La sensazione che provo è quella di un trascinamento degli sci verso valle, gli occhi piantati appena sopra le punte: l’immagine che ho davanti diventa bianca come tutta la neve che è intorno.
E Cesare Pedrazzo (Biella, 24 anni, idraulico, record personale 212,891 km/h): io ho sempre paragonato l’accelerazione che si ha al risucchio di un vortice, perché di mano in mano che aumenta si sente solo la resistenza dell’aria che ti viene incontro e tende a destabilizzarti. Si insiste fino alla striscia rossa, poi inizia la frenata. Questa è la sensazione più pazzesca, perché è lì che si capisce a quale velocità si stava andando!
Lo scenario di quest’attività estrema, che già gli anni scorsi contava non certo molti adepti, ha subito recentemente una importante divisione: oggi esiste infatti accanto al campionato FIS (gare a velocità limitata) un circuito professionistico nel quale non esiste alcuna limitazione e dove ciascun atleta cerca il record di velocità. C’è una netta differenza d’intenti tra i due tipi di gare: pare che uno escluda l’altro.
Per il momento il record italiano (poco oltre i 221 km/h) appartiene a Maurizio Cuccovillo, di Novara, e in campo femminile a Monica Malugani, lombarda (201,117 km/h), entrambi in gara nel circuito FIS. Se poche sono le piste per i campionati, pochissime sono quelle dove il record del mondo possa ancora essere ritentato. In Europa, due sono in Francia, Les Arcs 2000 e Vars; un’altra è in Svezia, a Hundfjallet. Nella maggioranza di francesi, svizzeri e americani, anche quattro italiani oggi si cimentano in quest’attività di ricerca del record: Fabio Milani (Monza), Alessandro Zuzic (Milano), e i già citati Renaldo e Pedrazzo.
Personalmente, solo impegni di carattere familiare mi potranno impedire di continuare quest’attività che è realmente senza limiti di età, grazie al fatto di non dover avere una specifica preparazione atletica, ma giusto mentale (Tony Renaldo).
Nel 1993, il finlandese Hakkjnen voleva, per il suo 65° compleanno, raggiungere i 200 km/h: ci riuscì. Quando Pedrazzo, dopo un primo esperimento con normali sci da discesa libera e caschetto da supergigante in cui ottenne 136 km/h, fece la sua prima prova con materiali speciali anche se presi a prestito da amici, ottenne un fantastico 194,040 km/h.
Queste considerazioni fanno pensare che il KL è ancora uno sport fortemente “garibaldino”, dove la concentrazione in linea di massima è assai più importante dei muscoli: e oltre una certa velocità, accanto alla concentrazione, la vincono soprattutto i materiali. Come tutti gli sport di questo genere, anche lo sci di velocità soffre della mancanza di assistenza di squadra e soprattutto di sponsor. Il recordman mondiale Jeff Hamilton (241,448 km/h) è assistito alla grande nella sciolinatura, nella ricerca dei nuovi materiali, ma soprattutto c’è chi affitta per lui le piste su cui provare e riprovare. E Renaldo rincara la dose: Il problema è sempre lo stesso: trovare fondi per avere l’opportunità di potersi allenare di continuo. Americani e finlandesi trascorrono tutta la stagione sulla pista di Vars a spese di sponsor e federazione. Noi proviamo solo due o tre volte l’anno, e la carenza di preparazione si riflette inevitabilmente sulle gare.
Note odierne
Cesare Pedrazzo, ex recordman del chilometro lanciato, è morto a 42 anni nel 2015. Ucciso da un male incurabile, tra gli atleti biellesi più importanti nel settore degli sport invernali.
Ivan Origone ha stabilito il nuovo primato mondiale di velocità sugli sci: sulla pista Chabrieres di Vars (Provenza), in Francia, l’atleta aostano, 29 anni, ha toccato i 254,958 km/h. Poco prima di lui il record del 2015 era stato battuto sia dal fratello maggiore di Ivan, Simone Origone, che dal francese Simon Billy. Ma Ivan ha messo d’accordo tutti.