Telemark Journal si prefigge di creare un libro, recuperando la tradizione letteraria delle pubblicazioni cartacee. Si vuole che questo libro, semestrale, vada fisicamente a porsi nelle librerie di casa e non si accatasti settimanalmente sul tavolino del soggiorno. La speranza è che diventi un appuntamento di qualità nel mondo del telemark, per la comunità del telemark.
Telemark Journal vuole avere la caratteristica dell’internazionalità sia per i luoghi che verranno descritti sia per gli autori degli articoli che conterrà. Luoghi del mondo e scrittori del mondo.
Un semestrale. L’augurio è catturare l’interesse degli appassionati. Se così sarà il numero di articoli aumenterà, le voci saranno ancor più variegate e oltre alla maggior facilità di comporre il volume crescerà il suo valore. Quindi la redazione di Telemark Journal invita tutti voi già da ora a memorizzare, scrivere, far passare la parola di questa iniziativa e inviare i vostri articoli. Tutti sono chiamati a creare dall’antico del telemark e dei Journal qualcosa di originale, di nuovo. Perchè il telemark è originale.
Se siete interessati a collaborare con scritti, fotografie, disegni: contattare la redazione al seguente indirizzo: luca.gasparini@gmail.com
Telemark Journal is a book linked to the literature tradition of the mountain. We like to think this half yearly book to end in your book shelves and not to pile up on the table of your sitting room. We hope it will become an a moment of quality for the telemark community.
The Journal wants to be International describing places and mountains of the World through the voices of international writers.
Half yearly. It is a hard task which we will succeed only if of a certain quality. Quality will attract others skiers/writers. More readers, more writers, more articles, more unknown places and interpretations. You are all requested to spread the news of the Journal among the community, to excite your curiosity, to write and send the description of your experiences.
From the tradition of old times Journals we wish to achieve something new and outstanding. Cause telemark is new and outstanding.
In case you are interested in cooperating send your articles, paints, photos at this email address: luca.gasparini@gmail.com
Telemark Journal International
di Luca Gasparini
Il Telemark non è legato al passato solo in quanto prima forma di discesa con gli sci sulla neve ma lo è anche per molte altre ragioni che non starò ad elencare. Sta di fatto che se sciamo con sguardo rivolto al futuro il nostro sentimento è sempre legato al passato.
In un passato non più recente era frequente imbattersi in quelli che erano definiti Taccuini, Journals, Cahiers. Ricordo quando alcune decine di anni fa inviai un articolo sulla Grigna e le sue possibilità di scalate all’Alpine Journal. Quanti britannici avranno letto il mio articolo e quanti si saranno recati a Lecco per via di quella lettura?
È per tutto quanto accennato qui sopra che due anni fa decisi, in quanto appassionato di sci a tallone libero, di creare il Telemark Journal International. Grazie all’aiuto o forse devo dire la passione di molti altri, tra cui Bob Mazarei figura di spicco del telemark, mia figlia Carlotta art designer, Giorgio Daidola, Leonardo Bizzaro e tanti altri siamo riusciti a raccogliere numerosi articoli e foto e così dar inizio all’auto pubblicazione del Journal.
La nostra è un’iniziativa non profit. Non abbiamo risorse economiche con cui pagare gli interventi ma rivolgendoci al “mondo” non è stato un problema e ad ogni numero – il Journal è semestrale – siamo riusciti a proporre tra i 25 e 35 articoli per numero. L’ipotesi è di riuscire in futuro a erogare compensi, ma ancora una volta la passione per questa forma sciistica ci ha spinto a creare il Journal senza altro fine che il piacere di scambiare aneddoti e racconti, passione corrisposta da una abbondante affluenza di articoli e scritti da ogni angolo del mondo, Grecia, Giappone, Slovacchia, Australia, Canada, Stati Uniti, ecc.
È pubblicazione solo per telemarker? Direi proprio di no perché in tutti gli articoli non si legge di tecnica ma bensì di luoghi, di avventure, itinerari dai più semplici ai più fantasiosi. Credo che qualsiasi sci alpinista, a talloni liberi o bloccati, potrebbe trarre dai Journal ispirazioni o idee per luoghi da visitare con gli sci.
Quel che è stupefacente è la vitalità e energia che attraversa il telemark. Benchè sia disciplina riconosciuta dalla FIS e quindi dalla FISI è sicuramente la Cenerentola del mondo della discesa ma chi lo pratica è arso da un fuoco interno e così la mancanza di aiuti e appoggi si rivela liberatorio perché i singoli o i gruppi sono liberi di proporre, fare, creare. Noi abbiamo creato il Telemark Journal, ditemi voi se c’è qualcosa di simile nel mondo variegato delle discipline di scivolamento sulla neve.
Raccogliamo articoli e storie provenienti da appassionati che vivono in tutti i luoghi benedetti dalla neve. Li corrediamo con le loro foto, pubblichiamo in lingua originale seguita poi da traduzione in inglese e italiano. È proprio international, ma è fatto tra Italia e Svizzera.
Non lo si trova in libreria ma lo si può ordinare presso la piattaforma di auto pubblicazione che utilizziamo. Facendosi indirizzare a questo indirizzo troverete i 3 volumi che abbiamo pubblicato fino ad oggi.
È una raccolta di storie scritte e agli scritti dedichiamo la maggior attenzione, le foto per quanto belle non sono stampate con criteri ottimali ma è una questione di costi. Utilizzassimo la miglior carta il prezzo finale sarebbe improponibile.
https://www.lulu.com/search?adult_audience_rating=00&page=1&pageSize=10&q=Telemark+Journal
Il prossimo numero, programmato per gli inizi di dicembre 2021, sarà un numero speciale con solo 10 autori di fama mondiale, sempre per quel che riguarda il mondo del telemark. Ultimamente ci son giunti articoli di personalità note sia al mondo del Telemark sia al mondo della montagna. Chi intendo? Yvon Chouinard vi dice qualcosa? Yvon oltre a tutto quanto sappiamo è stato anche sciatore a tallone libero e venuto a conoscenza del Journal ha voluto donarci… donarvi, due articoli, il primo è presente nel Volume 3, il prossimo sarà nel numero speciale di dicembre 2021.
Editoriale del Telemark Journal numero 2
di Luca Gasparini
Cominciamo dall’immagine di copertina, quella che ho deciso di usare. Per me, questa bellissima immagine scattata da Marko Shapiro che cattura una grande curva di Jim Hayward in Verbier rappresenta tutto ciò che ho immaginato per il Telemark Journal.
Si vede chiaramente la punta di uno sci da telemark – il punto focale di questo Telemark Journal che ora hai tra le mani – ma cos’altro vediamo? La punta dello sci emerge davanti alla polvere che ha spostato creando una nuvola di magia. Un piccolo albero fantasma fa da sentinella. L’appoggio del bastoncino, un dolce punto esclamativo a risaltare questa immagine. Il nostro attacco da telemark – questi sono gli identificatori tecnici del nostro sport. I nostri attacchi ci identificano – una connessione metaforica basata sulla connessione reale – che ci lega al nostro clan e alla nostra comunità. Ma è la punta dello sci che indica la strada. Ci porta alla montagna, all’amicizia, alla solitudine, a un gesto di classe di livello mondiale, alla normalità, al silenzio. Abbiamo raccolto per voi – come nel numero 1 del Telemark Journal – un mix eclettico di storie.
L’immagine di copertina e le storie che seguono mi ricordano lo Yin e lo Yang. Telemark Journal Issue 2 riflette tutto ciò che conosciamo come telemark. È un’antologia privata per coloro che non capiscono cosa potrebbe essere il loro telemark, il telemark è mascherato. Tutti noi continuiamo a diffondere la parola, attraverso il design e l’interazione. E il gruppo cresce.
Ci sono voluti molti sforzi ed energie per tutti coloro che hanno contribuito con le loro storie al numero 2. E voi tutti l’avete fatto gratis. Siamo toccati, perché è una cosa enorme. Voi create ilTelemark Journal, ecco che cos’è in definitiva.
Mi piace usare l’analogia di un bicchiere da bere quando la gente mi chiede del telemark. Tutti beviamo un bicchiere una volta. È nelle nostre mani per tutta la vita. Ma con il telemark, ci versiamo così tanto di noi stessi in questo bicchiere. Perché? Dopotutto, si tratta solo di scivolare sulla neve, no? In effetti è per il sentimento. Il piacere di questa ricerca è pura motivazione ed energia. Riempiamo il nostro bicchiere con questa vita – è il nostro elisir.
Abbiamo aperto e chiuso il Telemark Journal Issue 2 con due storie scritte da due meravigliose signore del telemark: una, una sciatrice famosa, l’altra, un’umile esperta di tutti i giorni. Non importa le loro origini. Ciò che ci ha commosso con queste due storie particolari è stata l’umanità del duo. Quello che ci ha colpito sono state le anime di queste donne.
Un grande sforzo è stato fatto per tradurre tutte le storie in inglese e in italiano dalla lingua di origine. Le traduzioni sono arrivate attraverso gli autori stessi, il vostro umile editore, io, e un certo Joseph Conrad. Vi prego scusarci se non abbiamo ottenuto il massimo dei voti per le traduzioni. Ci è voluto uno sforzo notevole, e naturalmente le traduzioni miglioreranno in futuro.
Bob e Pat hanno scritto due delle nostre storie, ma ci hanno anche aiutato enormemente con correzioni, immagini, presenza sui social media, ecc… Ma ancora una volta, torniamo a ciò che rende possibile Telemark Journal: le storie di cuore dei nostri collaboratori.
In chiusura, un po’ di informazioni su come andato il Telemark Journal Issue 1. Il numero 1 ha venduto poco meno di 200 copie. I nostri costi sono stati coperti, con un utile di 10 euro. È evaporato in un paio di birre. Con il vostro aiuto, speriamo di vendere più copie, realizzare un budget maggiore, che sarà investito direttamente nel migliorare la qualità del numero 3. Speriamo di poter tutti sciare mentre metteremo insieme il terzo numero. Un’ovvietà: più sciamo, meno tempo abbiamo per scrivere. Yin e Yang – più energia per sciare, meno energia per scrivere – ma va bene. Ci riusciremo. Nel frattempo il cartello “Aperto-chiuso” fuori dalla porta della redazione è girato e si può legere “Chiuso, son fuori a sciare”.
E tra una giornata di sci e l’altra, prendete una tazza di tè o una birra e godetevi il Telemark Journal Issue 2. Buona stagione a tutti.
Editoriale del Telemark Journal numero 3
di Luca Gasparini
A causa delle restrizioni relative al CoVid-19 e del fatto che vivo in Italia, la mia stagione sciistica di quest’anno ha riguardato principalmente lo sci alpinismo, salendo con le pelli e scendendo con curve telemark. Ho sciato con gli impianti di risalita solo 3 giorni. Anche se è stato bello arrivare in quota senza fatica, dopo un’ora di sci in pista, lo sci stesso è diventato ripetitivo. Un giorno a casa, guardando tutte le mie diapositive di viaggio, mi sono imbattuto in un’immagine che ho scattato in cima al Bandarpunch, in Himalaya. Un paio di sci da telemark montati con attacchi Riva 1. Altezza della montagna 6850 metri. Avevo sicuramente 20 anni di meno. Il giorno prima di vedere questa vecchia foto, ho testato un nuovo paio di scarponi da telemark NTN conformi al sistema telemark tech 2-pin. Queste due fatti: la vecchia foto e questo nuovo scarpone sembravano stridere e mi hanno fatto pensare alla disparità tra l’attrezzatura più semplice di anche pochi anni fa e l’attrezzatura moderna. Ho concluso che forse la dimensione ultima del telemark è proprio quella più vicina all’originale. I più semplici. Come quello usato da Nansen per attraversare la Groenlandia. Quando lo sci è nato, nella sua forma più semplice. Penso che nel telemark siamo scivolati nella trappola di volere sempre l’ultimo modello e il più pubblicizzato. Questo atteggiamento di enfatizzare l’attrezzatura rispetto alla tecnica credo porti ad una riduzione generale e spirituale di tutto ciò che amiamo del telemark. Per me, le traversate con gli sci via terra, i viaggi con gli sci, le esplorazioni sci-alpinistiche, questo è il massimo. L’obiettivo non è l’attrezzatura, ma l’avventura.
Per sostenere la mia ipotesi permettetemi di usare ciò che il nostro amico Giorgio Daidola, probabilmente il più esperto sci alpinista italiano di telemark, ha inviato per essere pubblicato in questo volume del Journal. Giorgio è stato su alcune montagne incredibili tra le altre cose è stato il primo a sciare a telemark da una cima di 8000 metri, lo Shishapangma in Tibet. Tra le altre cose in questo Volume del Journal potete leggere di una delle tante spedizioni di Giorgio in compagnia di Filippo Iacoacci. Filippo scrive delle imprese sue e di Giorgio sul Mount Logan, una storia gustosa, una vera cucchiaiata di cacio sui maccheroni. Ecco cosa di racconta:
“Come scriveva il grande fotografo e scrittore Jean-Pierre Bonfort in un vecchio articolo su Montagnes Magazine, lo spirito dell’avventura sciistica è “passare la giornata camminando, guardando il tramonto, e preparando il nido… poi, leggeri, senza zaino né piumino, salire in cima al pendio, a quel colle”. Occorre flessibilità, soprattutto flessibilità. Nei tuoi piani e nella tua testa. Bisogna lasciare che sia la neve a decidere.
Lo sci d’avventura si è sviluppato molto grazie alla facilità di trasporto che c’è oggi verso le montagne bianche del mondo. Scialpinismo, sci alpinismo, libertà e facilità di viaggio con gli sci. È importante ricordare chi è venuto prima di noi. Seguiamo le orme di un Marc Breuil nei Pirenei, nell’isola di Baffin, nelle Alpi di Stauning, nel Karakorum. Nel suo eccezionale libro Nero-Bianco-Nero seguiamo Mario Casella mentre attraversa il Caucaso, dal Mar Caspio al Mar Nero. L’ispirazione sciistica letteraria abbonda. Anche se è difficile da acquistare, i due libri dello sciatore errante per eccellenza Michel Parmentier sulle sue straordinarie incursioni attraverso le montagne che si affacciano sul Mar Mediterraneo sono libri ispiratori. Oppure seguire le orme della guida alpina Pierre Neyret, autore di Hautes Vallées du Pakistan e ripetere mentalmente la più audace traversata sciistica del Karakorum. È quello che hanno fatto Marc Breuil e i suoi compagni nel 1990, seguendo le orme di Eric Shipton e Bill Tilman, che aprirono (a piedi) questa fantastica via nel 1937 e nel 1939. Il gioco finale è senza dubbio quello di chiudere il cerchio, di tornare alle origini dell’avventura sciistica, attraversando figurativamente (o letteralmente) la Groenlandia come fece Nansen. Questo tipo di avventure sciistiche, senza squadre di supporto, senza ossessioni per la velocità, senza sponsor da soddisfare, senza programmi troppo definiti, sono ancora possibili e non sono affatto superate. Tutto quello che dovete fare è leggere e lasciare che la vostra immaginazione vi porti dove può.”
Sci d’avventura, circumnavigazioni, lunghe traversate, cime vergini e ben battute. Programmi. Come si comincia? La ricerca e lo studio di libri importanti è il primo passo. La letteratura alpinistica non solo informa, ma diverte e ispira. La mia ispirazione e la decisione di creare il Telemark Journal International è nata dalla lettura dei libri. È un sentimento condiviso con Bob, Pat, Giorgio, e ora, molti altri che hanno contribuito a questo numero del Journal che ora state tenendo nelle vostre mani. Lasciatemi elencare alcuni dei miei preferiti.
Eric Shipton – Blank on the Map; Fridtjof Nansen – The First Crossing of Greenland; Roland Huntford – Scott and Amundsen: Last Place on Earth; Ned Gillette & Jan Reynolds – Everest Grand Circle; Jan Reynolds – High altitude woman, The Glass Summit – One Woman’s Epic Journey Breaking Through; Apsley Cherry-Garrard – Il più orribile viaggio del mondo; Galen Rowell – High and Wild; Marcel Kurz – Alpinismo invernale… [1]
Potrei continuare, ma la lista di cui sopra dovrebbe essere sufficiente per stuzzicare l’appetito e ispirare l’avventura. Alla fine, il nostro obiettivo qui al Telemark Journal International è quello di diventare anch’esso fonte d’ispirazione, aiutarvi ad accedere al mondo dei sogni.
Con questo spirito vi proproniamo di Filippo Iacoacci – Mt. Logan; di Dick Dorworth – Solo En La Sierra; di Cristina Franceschini – Oberland e tanti altri. Siamo particolarmente onorati di avere un pezzo di Yvon Chouinard, che non ha bisogno di presentazioni. Diana Rivera ha scritto The Origin of We Telemark, un racconto su un gruppo di donne che provenienti da tutte le parti del mondo, legate dal telemark come solo le donne sanno fare. Michael Russell racconta la sua storia, una storia di ispirazione, concentrazione e diversità in Who is Tele Mike?
Potreste aver notato il nuovo nome Telemark Journal International. Il motivo di questo cambiamento è quello di rendere chiaro che i contributi alla composizione del Journal provengono da tutto il mondo. Pubblichiamo nella lingua originale degli autori, seguita da traduzioni in inglese e in italiano. Siamo anche passati dall’uso di Issue a quello di Volume perché ci sembra sia più in linea col concetto di libri rispetto a rivista.
Grazie per il vostro sostegno e per aver acquistato il Volume 3. In ogni caso, acquistate i due libri precedenti per completare la vostra collezione. Accogliamo con favore i feedback, negativi o positivi. Godetevi la vostra estate e la vostra lettura estiva del Journal. Ci rivedremo a dicembre 2021 con il numero speciale.
[1] Sfortunatamente come potete vedere solo due libri della mia lista sono tradotti in italiano. La buona notizia è che quello di Jan Reynold – una vera chicca – sarà presto edito in Italiano grazie alla collaborazione tra l’autrice, le Edizioni del Gran Sasso e Telemark Journal International.
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Grazie a tutti quelli che hanno comprato il journal volume 3 e hanno fatto complimenti all’iniziativa.
Siamo terminando la preparazione del volume 4 che sarà una chicca. 12 soli articoli scritti dai più famosi telemarkers dell’epoca della rinascita del Telemark: Yvon Chouinard, Paul Parker, Jan Reynolds, Dick Dorworth, Giorgio Daidola, e altri.
Inoltre il prossimo volume verrà stampato, sempre con le stesse dimensioni ma soprattutto su carta migliore così da dare il giusto valore alle fotografie anche se il Telemark Journal è prima di tutto un libro di scritti, di articoli, di storie
Ottima idea di Gasparini, avevo acquistato il primo numero,mi era piaciuto quasi tutto e sino a ieri pensavo non avesse avuto seguito, ma la colpa è solo mia.
Mi fa piacere che c’è stato il numero 2 e ora il 3, correrò ai ripari.
Abituato per lavoro a leggere alcuni Journal, non mi pareva vero di leggere un periodico dedicato alla cultura della sciata a tallone libero.
Concordo con l’editoriale di Luca, forse rincorriamo troppo le poche novità tecniche, forse lo facciamo o almeno io sono portato a farlo con l’obiettivo di ridurre i pesi degli attacchi nel settore teleskialp.
Poi mi dimentico che gli scarponi sono sempre gli stessi e che il peso è un problema relativo se stiamo andando in giro per piacere, specie se c è costanza di attività, anche quando si inizia ad essere”anziani”.
Benefici e/o inconvenienti?
Tralascio i benefici che ritengo siano tanti.
Come mi dice sempre un mio amico radiologo e uomo di sport, alcuni sport come correre lasciano poi il segno, specie sulle articolazioni.
È il telemark?
Probabilmente ci sono pochi dati sugli eventuali “inconvenienti” legati a tale pratica,le eventuali pubblicazioni risentono sicuramente di un bias dovuto al fatto che i praticanti tele fanno anche altre attività fisiche e che non è possibile standardizzare gruppi e o corti in un attività quale la pratica tele, es. in pista verso skialp , personalmente le mie ginocchia soffrono di più nelle lunghe Camminate in discesa.
oggi 6 novembre molti skialper in val diFassa si sono gia’scatenati..a scelta su piste pre-battute ma non aperte al turismo… i duri e puri solo su neve intatta, pure lontani da ripetitori…distanziamento + divertimento assicurato + gusto di essere in pochi in anticipo su ogni sogno sperato.
Sostengo i prerequisiti ideologici dell’iniziativa che concettualmente mi ricorda, mutatis mutandis, quella di Passage, chaiers d’alpinisme o, forse più direttamente, il mitico Dimensione Sci dell’amico Daidola (a sua volta telemarker sopraffino). Sono curioso di vedere le firme che sfodererà, anche prospetticamente, questo libro a puntate. Tuttavia l’idea mi intriga molto a prescindere. In un mondo dove l’effimero del virtuale la fa da padrone a mani basse, un bel testo cartaceo è già una cosa rara. Un testo che “cresce” semestre dopo semestre è una talea eccezione che merita la tutela come specie in estinzione… Se la qualità anche in futuro terrà fede alle premesse, sarò un lettore appassionato (pur non essendo un telemarker incallito). In bocca la lupo.
Telemark, vecchio amore. Ogni tanto lo rispolvero e faccio ancora la banana. A non farla più e a criticare la mia, ci pensa mia figlia. Ma lei è giovane e non ha iniziato con il cuoio. I Tua/Chouinard Toute Neige con cui Morten Haas discese le Jorasses per le riprese di The Time Machine sono incastonati nel mio divano. Mi han detto che in Svizzera han costruito un hotel con gli sci, ma non credo sia vero.
https://www.my-personaltrainer.it/sport/telemark-che-cos-e-pratica-benefici.html
Il telemark comporta solo Benefici oppure oltre una certa eta’qualche inconveniente lo provoca ?Secondo me oltre una certa eta’si va come abbiamo gia’imparato e meglio usarlo per escursionismo quieto.