Virginio Grosso (virginio.grosso@virgilio.it, tel: 348\3024821) è un AMM e IML della prima ora (nel senso che ha ottenuto entrambi i diplomi al termine dei rispettivi primi corsi effettuati) e quindi è nell’ambiente dell’escursionismo professionistico da oltre 20 anni.
Ne conosce quindi tutte le sfaccettature, anche quelle (e sono le più importanti) che sono raramente citate o oggetto di polemiche e scontri legali.
Si sta parlando dell’articolata complessità di quell’importante segmento del mercato del turismo escursionistico che è parte non marginale dell’intero mercato turistico.
Si badi bene che il termine Mercato del Turismo Escursionistico non è usato qui a caso, perché è assai più ampio del Mercato del Turismo Montano, sul quale si sono concentrate tutte le polemiche e gli scontri legali degli ultimi anni tra CONAGAI e AIGAE, condotti pertanto in un’ottica talmente parziale e riduttiva da risultare inconcludente e perdente per tutti.
Nel Mercato del Turismo Escursionistico i problemi non sono l’esistenza o la rimozione di una Riserva di Legge né la sua estensione. E nemmeno gli eventuali, più o meno estesi, combinati disposti.
NO. Il problema per i professionisti è quello di occupare, come professionisti dell’escursionismo, tutti i settori del mercato, prendendo il posto dei troppi esterni (e ormai anche abusivi) che invece lo occupano e lo monopolizzano, lasciando loro le briciole.
Questa riflessione può diventare una traccia di discussione a fini operativi.
I presupposti da cui Grosso parte sono due:
– l’epoca attuale è unica e irripetibile, perché è caratterizzata dagli investimenti del Recovery Fund, i più grossi dal Piano Marshall;
– negli ultimi anni vi è stata in Italia una profonda modifica legislativa nel settore, tale da modificarne il quadro complessivo.
E’ convinzione anche di questa Redazione che i professionisti dell’escursionismo in Italia debbano fare un salto qualitativo e gestirsi in modo autonomo, proprio perché quello escursionistico è un settore specifico e ampio, che va ben oltre la montagna, che ne è solo una parte.
Tra i due litiganti i terzi godono
(e gli Accompagnatori stanno a guardare…)
di Virginio Grosso
(scritto il 28 luglio 2021)
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una vera e propria guerra “all’ultimo ricorso” tra Guide Alpine (nei cui Collegi sono iscritti gli AMM (Accompagnatori Media Montagna), con nessuna possibilità decisionale come stabilito dalla 6\89) e Guide Ambientali Escursionistiche (con varie denominazioni), di cui AIGAE è il maggiore, anche se non unico, rappresentante. La guerra è diventata totale: da parte di AIGAE si cerca di far abolire l’intera riserva di legge per le Guide Alpine contenuta nella 6|89, da parte del CONAGAI si è cercato di utilizzare la riserva di legge per estromettere i GAE dal mercato e si cerca comunque di estenderla, a volte anche oltremisura, a discapito dell’attività professionale dei GAE e di AIGAE, che però è ormai legalizzata dalla 4\2013.
L’ultimo scontro ha portato al Parere del Consiglio di Stato sulla zonazione AMM della Regione Lombardia, col quale viene riconosciuto il terreno di difficoltà EE come terreno riservato agli AMM, ma ai GAE è consentito esercitare sui terreni di difficoltà più bassa.
Ma cosa viene davvero in tasca ai (comunque si chiamino) professionisti legalizzati dell’accompagnamento escursionistico da questa sentenza del Consiglio di Stato e da altre diatribe legali? L’incidenza economica di questa delibera è comunque minimale, sull’insieme del mercato escursionistico.
Gli AMM che se la sentivano sul terreno EE ci andavano anche prima. Se vi erano GAE che andavano su queste difficoltà possono comunque andare su tutti gli altri terreni escursionistici, come prima (e forse pure più di prima).
Ma siamo davvero sicuri che i problemi di mercato dei professionisti dell’escursionismo (e sottolineo dell’escursionismo, non di altre, più specifiche, forme di accompagnamento) in Italia si risolvano attraverso l’esistenza o meno di una riserva di legge? Non occorrerà invece una apertura mentale e di analisi diversa e un diverso approccio al mercato tenendo conto anche della particolare situazione economica attuale?
Dopo la pandemia si apre un ciclo economico nuovo caratterizzato da un enorme investimento statale, il così detto Recovery Fund, che ha lo scopo di rilanciare l’economia attraverso il rilancio dell’occupazione e dei consumi in vari settori.
In Italia il settore turistico è considerato talmente importante che per la prima volta è stato creato un Ministero del Turismo. Prima vi era solo una delega per il Turismo accorpata ad altri ministeri. Evidentemente si ritiene che il turismo sia parte importante, se non decisiva, del rilancio economico.
All’interno del mercato turistico esiste da anni un segmento che possiamo definire del turismo escursionistico. Non è un settore marginale: siamo noi, professionisti dell’escursionismo, ad essere stati finora marginali (e subalterni) all’interno di questo settore.
Questo segmento di mercato è composto da tanti importanti sottosettori: il mercato delle gite scolastiche, il mercato dei Grandi Trek per ferie, il mercato dei Medi Trek per ponti, il mercato delle Gite di Giornata e Week End, il mercato delle gite escursionistiche su isole e lungo le coste, il mercato delle vie della fede, quello dei Parchi, quello delle traversate da costa a costa, i Trek urbani, le Alte Vie alpine e appenniniche, i Trek montani, ecc.
Di tutto questo GAE e AMM si contendono, in una vera e propria guerra tra poveri, solo una parte delle gite fuori porta domenicali più qualche ponte e alcuni Grandi Trek, nonché le gite nei parchi, ma solo quelle organizzate dagli Enti parchi stessi. Cioè solo una parte di quel già non così ampio settore del turismo escursionistico che può essere definito turismo montano e anche qui non senza concorrenza terza. Infatti sul mercato del turismo escursionistico sono presenti, oltre ad alcuni Tour Operator, molte Associazioni non professionali, alcune in posizione nazionale decisamente dominante, praticamente monopolistica, altre presenti in modo più parcellizzato e localistico, ma comunque importante e fastidioso se assommato. Esse si prendono la quasi totalità del mercato escursionistico ma molto raramente utilizzano accompagnatori professionisti.
Quindi questo settore, economicamente rilevante, rischia di contribuire molto parzialmente al rilancio dell’occupazione, dei redditi da lavoro e dei consumi che sono invece obiettivo dichiarato dell’azione di Governo in questa fase economica. Mentre recenti previsioni prevedono un aumento della disoccupazione intorno al 10%.
E’ però mia opinione che, con le modifiche legislative già introdotte negli ultimi anni, e ancor più per le finalità del Recovery Fund, queste Associazioni non professionali si muovano ormai in modo abusivo all’interno del mercato e che esista (o comunque vada ricercata) la possibilità di estrometterle. Poi però deve essere chiaro che, poiché queste associazioni hanno un indotto economico rilevante (viaggi, strutture ricettive, committenti) e una domanda reale (persone interessate ai Trek), gli accompagnatori professionisti devono poi sapersi organizzare in un’ottica nazionale per colmare il vuoto lasciato in tutti i sottosettori di cui accennavo. Cioè dobbiamo rivolgere la nostra attenzione non alla scontro tra sigle di accompagnatori in alcuni settori marginali di mercato, ma alla capacità di occupare tutto il mercato, aprendolo a Tour Operator o magari creando noi stessi dei Tour Operator specifici nel settore.
Anziché contrapporci, proviamo a ragionare assieme sugli aspetti positivi delle leggi 6\89 e 4\2013, nonché sul parere 582/2019 del Consiglio di Stato.
La legge 6\89 introduce nell’ordinamento giuridico italiano il principio che esiste in Italia una categoria di Accompagnatori di Escursionismo che può anche godere di una Riserva di Legge, sia pur su limitati settori specifici (la difficoltà EE sui terreni ad essi non vietati). Su questa difficoltà è certo che nessun altro può accompagnare Trek a pagamento. La cosa però riguarda solo un molto restretto segmento dei Trek montani.
La 4\2013, nel definire, legalizzare e normare le Professioni non ordinistiche le distingue chiaramente da tutte le Associazioni non professionali, siano esse Associazioni di Promozione Sociale (APS) o Associazioni ludiche o sportive. Infatti:
Art 1, punto 2 (Ai fini della presente legge, per «professione non organizzata in ordini o collegi», di seguito denominata «professione», si intende l’attività economica, anche organizzata, volta alla prestazione di servizi o di opere a favore di terzi, esercitata abitualmente e prevalentemente mediante lavoro intellettuale, o comunque con il concorso di questo…);
Art 2, punto 1(Coloro che esercitano la professione di cui all’art. 1, comma 2, possono costituire associazioni a carattere professionale di natura privatistica,
fondate su base volontaria, senza alcun vincolo di rappresentanza esclusiva, con il fine di valorizzare le competenze degli associati e garantire il rispetto delle regole deontologiche, agevolando la scelta e la tutela degli utenti nel rispetto delle regole sulla concorrenza).
Così viene introdotto nell’ordinamento giuridico italiano la possibilità di esistenza di Associazioni professionali non riunite in Ordini o Collegi, le quali di conseguenza possono legalmente esercitare professionalmente in specifici settori.
Possono ancora, dopo questa legge, le Associazioni non professionali invadere il campo di azione di queste Associazioni professionali anche se non protette da specifiche riserve di legge? E se no, come agire legalmente? E si badi bene che ciò riguarda l’intero settore escursionistico.
Il Parere del Consiglio di Stato 582/2019, che ricordo è stato chiamato in causa per risolvere un contenzioso tra le categorie professionali degli AMM e dei GAE, dice esplicitamente, nel punto 11.2, che gli AMM hanno una riserva di legge sul terreno EE, ma che questa riserva viene meno rispetto ai GAE su terreni escursionistici di difficoltà minore. Al punto 13 si dice altresì esplicitamente che la zonazione della Regione Lombardia dovrà essere ridefinita per indicare quali terreni sono riservati agli AMM e quali sono consentiti ai GAE.
Può tutto questo essere interpretato come una barriera verso terzi non professionisti, anche indipendentemente da una Riserva di Legge? E se sì come agire legalmente?
In altre parole questa sentenza TAR può essere usata per escludere dal mercato chiunque organizzi gite a pagamento senza utilizzare per l’accompagnamento GAE o AMM?
Vediamo infatti anche le modifiche introdotte nel 2017 dal Decreto legislativo 117 meglio noto come Codice Terzo Settore (CTS) col quale si supera la Legge 383\2000 che regolava le adesioni al settore. Il CTS introduce delle qualificazioni più specifiche per diventare APS: Lo scopo dell’APS si amplia con la necessaria adozione di fini civici e/o solidaristici e/o di utilità sociale.
Nel nuovo CTS l’oggetto sociale delle nuove APS, come per gli altri enti di Terzo settore, è determinato dall’indicazione di una o più attività di interesse generale che esse realizzano per il raggiungimento dello scopo. L’attività di interesse generale costituisce l’oggetto sociale.
Con scopi ed oggetti così definiti, viene introdotto nel CTS una norma che prevede che le APS debbano avvalersi in modo prevalente dell’attività di volontariato dei propri associati o delle persone aderenti agli enti associati per lo svolgimento della propria attività. Viene esplicitato che il volontario non può essere retribuito. I volontari non occasionali devono essere iscritti in un apposito registro.
Nel CTS si stabilisce però anche che le associazioni di promozione sociale (APS) possono assumere lavoratori dipendenti o avvalersi di prestazioni di lavoro autonomo o di altra natura, anche dei propri associati, quando ciò sia necessario ai fini dello svolgimento dell’attività di interesse generale e al perseguimento delle finalità. In ogni caso, il numero dei lavoratori impiegati nell’attività non può essere superiore al cinquanta per cento del numero dei volontari o al cinque per cento del numero degli associati. Qui si devono fare due considerazioni:
1) Quale fine civico o solidaristico o di utilità sociale e soprattutto quale attività di interesse generale, vi sarebbe nel proporre Trek in ogni settore del mercato del turismo escursionistico, a prezzi di mercato (anzi direi condizionanti il mercato) per soci che si devono per forza iscrivere per poter partecipare ai Trek? E che, dato il livello dei prezzi, sono benestanti e comunque non certo indigenti?
2) Se i Trek sono fatti condurre da soci volontari, quindi obbligatoriamente in modo totalmente gratuito, come si concilia questo con l’azione del Governo che intende rilanciare lavoro, reddito e consumi particolarmente nel settore turistico e con le leggi 6\89 e 4\2013, visto che i Trek sono chiaramente a pagamento e con tanto di indicazione di tempi e modi di pagamento (e sempre supponendo che oggi questo sia ancora legale)?
Quindi cosa c’entrano le APS, se organizzate col volontariato gratuito, con l’escursionismo e ancor più col mercato turistico? Particolarmente in una situazione sociale di prevista forte crescita della disoccupazione? E in presenza delle leggi 6\89 e 4\2013, che introducono nell’ordinamento giuridico italiano il principio della professionalità anche per l’accompagnamento escursionistico?
Per quanto riguarda le altre Associazioni non professionali, sono sempre state abusive sul mercato perché non è mai stato lecito organizzare gite a pagamento per i propri soci. Oggi però vien meno anche la motivazione che il lavoro informale (o economia sommersa) potesse essere tollerato in quanto indispensabile integrazione ai redditi. La 4\2013 serve anche a questo: la professione non ordinistica di Accompagnatore Escursionistico è legalizzata e normata e i singoli accompagnatori possono organizzarsi in proprie associazioni professionali senza bisogno di inserirsi in altre associazioni parassitarie.
In questo caso dovrebbe essere relativamente più facile intervenire legalmente.
Quindi concludendo, secondo me la strada della contrapposizione sulla Riserva di Legge non porta a nessun beneficio per quello che io definisco la figura professionale dell’Accompagnatore Escursionistico, perché interessa solo una piccola porzione del solo turismo montano. E anche il continuare a sfornare Accompagnatori Professionisti, comunque denominati, senza modificare la situazione attuale, altro non fa che aumentare la marginalizzazione della categoria con una esasperata concorrenza tra soggetti isolati in settori limitati del mercato.
Il nodo da risolvere è la gestione del mercato del turismo escursionistico da parte dei professionisti dell’accompagnamento.
Ma io ribadisco anche che questa figura professionale non ha rappresentanza autonoma che indirizzi la categoria (comunque diversificata dalle varie Leggi) sulla strada dell’occupazione del proprio mercato. Le rappresentanze delegate non hanno finora dimostrato di cogliere la complessità dei problemi, né di saper rappresentare i reali interessi della categoria.
Cosa vogliamo fare nei prossimi mesi\anni? Assistere da spettatori a nuovi scontri legali sulla definizione terreno EE tra Collegi e AIGAE mentre gli altri vanno dappertutto ma anche sui terreni EE e senza professionisti? (Vedasi siti vari)? Oppure attendere pazientemente il risultato di corsi e ricorsi legali per definire chi tra AMM e GAE può accompagnare le gite organizzate dai singoli Parchi mentre altri ci vanno comunque e in tutti? Continuare a fare corsi neve per ottenere una preparazione adeguata e poi ricorrere alla Corte Europea per superare il (presunto) combinato disposto e poter accompagnare su neve sul terreno WT3 (ma assicurandoci che non servano ramponi) mentre altri vanno su tutte le isole mediterranee, le coste europee, le vie della fede, ecc. ma senza accompagnatori professionisti? Ma soprattutto vederci passare sopra la testa la quota del Recovery Fund dedicata al turismo mentre altri se la prendono, assieme ai ristori previsti per APS e al 5 per mille usando gli accompagnatori volontari? Per poi guardarci allo specchio e dirci: ma quanto siamo bravi e preparati noi?
Oppure vogliamo provarci ad occupare in proprio tutto il nostro mercato, con investimenti annessi, cominciando con la richiesta di un parere legale sulle questioni che ho sollevato e che sono le uniche ad avere un impatto reale sulla categoria?
Ricordo anche che a livello internazionale esiste già una associazione che potrebbe essere punto di riferimento. Mi riferisco a UIMLA, rappresentata in Italia da AIML, cui io sono iscritto.
Ma deve essere chiaro che anche UIMLA e AIML hanno bisogno di un tagliando di revisione per potersi rapportare all’intero mercato e non solo a quello montano. Il dibattito è comunque aperto.
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Per le associazioni bisogna vedere se il pagamento e’ per la prestazione accompagnatoria in escursione o per la copertura assicurativa ed il trasporto in zona ed eventuale pernottamento o pranzo in rifugio o ristoro.
Mi sembra che il problema non investa soltanto i professionisti, ma l’associazionismo in genere, sempre più assediato da organizzazioni mascherate da associazioni che hanno fatto dell’erogazione di uscite escursionistiche a pagamento un business.
In merito alla accompagnatrice francese..fatta una legge trovato un inganno..e’stata pagata come ?? gli accompagnati come testimonieranno..?e’ facile dire che ci si e’ trovati accanto per caso..come a volte ad una lezione di sci si avvicinano nei pressi dei non paganti che ascoltano, imitano e a volte sono piu’interessati ed efficaci nell’apprendere dei paganti
https://www.ansa.it/valledaosta/notizie/2021/07/31/montagna-falsa-guida-arrestata-in-francia_82708454-74cf-423a-8c6d-fc2703ddfa7d.html
COMUnque non sono riuscito a leggere tutto l’articolo.
Esperienza recente di figlio e compagna: escursione sull’Etna in attivita’con tanto di Guida regolare ingaggiata. Essendo in periodo di bassissima stagione, hanno speso 150 euro ed hanno avuto per molte ore la Guida solo a loro disposizione..paziente e prodiga di attenzioni e spiegazioni. Dopo l’esperienza positiva si sono ripromessi di compiere altre escursioni impegnative ( almeno una all’anno per aotgratificarsi )in altre zone, sempre ricorrendo a guide locali professionisti.
Un’idea sarebbe inserire nelle offerte del wellfare aziendale non solo palestra, dentista , esami medici,ecc anche una escursione con guida(e ricevuta del pagamento per sistemare la burocrazia). ma sì , allarghiamoci ,anche nel 730