In seguito all’interpretazione (da parte del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo del CAI) dell’art. 71 comma 2 del Regolamento Generale, 86 soci hanno scritto e pubblicato questa lettera aperta allo scopo di manifestare disagio e disappunto per la non accettazione del candidato Lorella Franceschini alla carica di Presidente del CAI per il triennio 2022-2024. Seguono la risposta del Comitato Centrale e una lettera aperta di Lorella Franceschini.
Vogliamo Lorella!
Lettera aperta alle Socie e ai Soci del CAI di 86 Soci (vedi nomi al fondo)
(pubblicato su Montagne360, marzo 2022)
Alle Socie e ai Soci del Club alpino Italiano e, per conoscenza, al Presidente generale, al Coordinatore del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo, ai Presidenti dei Gruppi Regionali e Provinciali
Care amiche e cari amici, siamo un gruppo di Soci che vogliono esprimere la propria indignazione, il proprio disagio e disappunto in merito a una decisione assunta dal Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CCIC) nella seduta tenutasi in data 24 novembre 2021; in tale circostanza è stato deliberato in merito alla interpretazione autentica dell’art. 71 comma 2 del Regolamento Generale del CAI; tale articolo indica i requisiti che il candidato alla carica di Presidente generale deve possedere all’atto dell’elezione ovvero il candidato deve avere maturato esperienza negli organi centrali o alla presidenza di un Gruppo Regionale per un intero mandato e deve avere maturato esperienza pluriennale alla presidenza di una struttura territoriale del CAI; il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CCIC) ha interpretato che per struttura territoriale del CAI sono da intendersi solo le Sezioni e i raggruppamenti regionali. L’applicazione immediata di tale interpretazione ha impedito a Lorella Franceschini, candidata alla Presidenza generale per il triennio 2022/2024, di proseguire nel suo percorso elettorale, a campagna già avviata per la designazione dei candidati e con alcuni Gruppi Regionali che già si erano espressi a tal proposito; Lorella Franceschini è stata sì Presidente di un struttura territoriale quale la Commissione interregionale delle scuole di alpinismo, scialpinismo e arrampicata libera della regione Toscana ed Emilia Romagna, ma tale carica per effetto dell’interpretazione assunta non ha valore ai fini del possesso dei requisiti per la elezione a Presidente generale.
Lorella Franceschini, nella sua attività per il CAI, è stata componente del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo per un intero mandato, è Vicepresidente generale da oltre 4 anni, è istruttore nazionale di alpinismo, è componente della scuola centrale di alpinismo, ha sempre dimostrato competenza, professionalità, capacità gestionali e dirigenziali, ma per un cavillo interpretativo non può mettere a disposizione, nonostante ne avesse la volontà, tutta questa grande esperienza maturata nel corso degli anni per la carica di Presidente generale; questo tra l’altro avviene in una fase storica del Sodalizio in cui si ha necessità di donne e uomini preparati, di alto valore etico, morale e culturale, per potere rispondere alle esigenze e alle necessità della società civile e per essere punto di riferimento delle nuove generazioni.
Riteniamo che la norma sopraccitata, e oggetto di interpretazione, debba essere considerata tenendo conto dell’intero apparato normativo e valutata nell’ambito dei principi generali che regolano l’attività del CAI; apparato normativo che non è un insieme di codici e codicilli, da applicare con scrupoloso piglio burocratico, ma che esprime valori di democrazia, di libero accesso alle cariche sociali, di partecipazione all’attività sociale, di senso di appartenenza e di solidarietà; l’interpretazione dell’art. 71 avrebbe dovuto inserirsi in questo quadro normativo e quindi tendere al principio di facilitare l’accesso alle cariche sociali e interpretare che la presidenza di un organo tecnico territoriale è equiparabile a quella di una Sezione o di un raggruppamento regionale, considerando che anche tale carica, pur settoriale, è una carica elettiva, che comporta assunzione di responsabilità, capacità di coordinamento e di gestione delle risorse umane, capacità di promuovere e attuare idee e progetti. Si è persa un’occasione per dimostrare che la scelta delle più alte cariche sociali non è un premio alla carriera, ma ricerca di persone adeguate che siano in grado di promuovere e attuare programmi volti alla crescita del CAI; da anni si sente parlare nelle assemblee dei delegati di questi principi, ma circa la loro applicabilità non ne vediamo ancora sviluppo. Il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo è organo di indirizzo, oltre che di controllo, e ha il dovere di guardare al futuro del CAI per renderlo più attivo, aperto, al passo con i tempi e anche la sua competenza in materia di regolamenti deve essere indirizzata verso questo compito; diversamente constatiamo una visione miope e tesa al rispetto della mera formalità di cui la base sociale non sente bisogno e necessità. Invitiamo tutte le Socie e i Soci che hanno a cuore il futuro del CAI a essere di stimolo nei confronti delle proprie Sezioni e raggruppamenti regionali, affinché si avvii un vero programma di riforme regolamentari che facilitino, riformando l’art. 71, l’accesso alle cariche sociali, e affinché si avvii un serio programma volto all’ascolto e al coinvolgimento delle giovani generazioni, che diversamente si allontaneranno sempre di più da un ruolo di volontariato attivo all’interno del CAI.
Di seguito le firme delle Socie e dei Soci CAI: Donatella Acciaro (Sez. Bologna), Giuseppe Acquino (Sez. Lumezzane), Agnese Agrizzi (Sez. Bologna), Marco Bagnoli (Sez. Firenze), Neri Baldi (Sez. Firenze), Luigi Bardelli (Sez. Firenze), Anna Besana (Sez. Mariano Comense), Fabio Bonfanti (Sez. Lumezzane), Mauro Cappelli (Sez. Forlì), Virginia Cappi (Sez. Sassuolo), Maria Casagrande (Sez. Codroipo), Cristiana Casini (Sez. Firenze), Andrea Castaldi (Sez. Firenze), Daniele Cecconi (Sez. Firenze), Luca Chiarcos (Sez. Codroipo), Giuseppe Ciabatti (Sez. Firenze), Gianluca Ciappi (Sez. Firenze), Claudia Colussi (Sez. San Vito al Tagliamento), Emanuele Crocetti (Sez. Firenze), Carolina Crugnola (Sez. Firenze), Antonio Cozzato (Sez. Bologna), Maurizio Dalla Libera (Sez. Vicenza), Sandro Dal Pozzo (Sez. Bologna), Ivan Da Rios (Sez. Conegliano), Roberta De Lorenzo (Sez. Venezia), Stefano Etti (Sez. Mariano Comense), Giuliano Fabbrica (Sez. Bovìsio Masciago), Franco Falai (Sez. Firenze), Paolo Fedeli (Sez. Venezia), Lamberto Ferraioli (Sez. Bologna), Edoardo Fioretti (Sez. Vittorio Veneto), Marica Freschi (Sez. Conegliano), Luca Frezzini (Sez. Milano), Lorenzo Furia (Sez. Firenze), Raffaele Gallo (Sez. Firenze), Eriberto Gallorini (Sez. Firenze), Elena Ghirardi (Sez. Bologna), Valentina Giacomini (Sez. Bologna), Cristina Guardagli (Sez. Bologna), Giuseppe Guzzelloni (Sez. S.E.M. Milano), Lorenzo Lorenzini (Sez. Firenze), Elena Mainardis (Sez. Codroipo), Lorenzo Maritan (Sez. Milano), Piercarlo Martoia (Sez. Bussoleno), Pietro Matarazzo (Sez. Pordenone), Claudio Melchiorri (Sez. Sassuolo), Alessandro Miot (Sez. Pordenone), Federico Monti (Sez. Bologna), Patrizia Mori (Sez. Firenze), Michele Morolli (Sez. Firenze), Carlo Natali (Sez. Firenze), Emiliano Olivero (Sez. Chivasso), Marco Orsenigo (Sez. Firenze), Ubaldo Panont (Sez. Pordenone), Marco Passaleva (Sez. Firenze), David Pellegrini (Sez. Firenze), Claudio Pellin (Sez. Treviso), Pietro Piccaroletti (Sez. Lumezzane), Livio Picchetto (Sez. Bologna), Paolo Piccini (Sez. XXX Ottobre Trieste). Stefano Pimazzoni (Sez. Firenze), Elisa Pompillo (Sez. Bologna), Gabriele Remondi (Sez. Pordenone), Mario Romiti (Sez. Bologna), Riccardo Rosa (Sez. Bologna), Riccardo Rossini (Sez. Bologna), Adriano Rosso (Sez. Codroipo), Antonio Rosso (Sez. Pordenone), Stefano Rovida (Sez. Firenze), Luisa Ruberl (Sez. Milano), Vinicio Roggeri (Sez. Bologna), Camilla Sala (Sez. Seregno), Giuliano Sala (Sez. Seregno), Mattia Santini (Sez. Bologna), Davide Schiavo (Sez. Vicenza), Stefano Sgarzi (Sez. Bologna), Angelo Taddei (Sez. Bologna), Fabio Tamburini (Sez. Bologna), Aldo Terreni (Sez. Firenze), Moreno Todaro (Sez. Pordenone), Valeria Tonini (Sez. Firenze), Andrea Tozzi (Sez. Firenze), Lorenzo Trevisan (Sez. Vicenza), Marco Venturi (Sez. Pesaro), Luca Zuppani (Sez. Firenze).
La risposta del Comitato Centrale di Indirizzo e di Controllo
Care Socie, cari Soci, in risposta alla vostra lettera aperta il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CC) evidenzia quanto segue. La richiesta di esprimersi riguardo all’interpretazione autentica è stata posta all’attenzione del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CC) da parte del Consiglio Direttivo Centrale (CDC) (art. 82, comma 1 Regolamento Generale). Subito il Comitato Centrale si è attivato per dare risposta celere, visto che già era in corso la procedura di designazione alla Presidenza Generale da parte dell’Assemblea Regionale dei Delegati (ARO). Un convinto e sofferto dibattito interno al nostro organo ha portato alla decisione che si conosce, ovvero che per Strutture territoriali si debbano intendere le Sezioni e i Gruppi Regionali. Le valutazioni che hanno portato a questa decisione si sono attenute strettamente al disposto dello Statuto e del Regolamento Generale, nessun’altra considerazione è stata fatta, né tanto meno si sono prese in esame le caratteristiche dei candidati e delle candidate a quel momento designati. Anche in questa occasione, il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CC) ha operato nell’interesse del Club Alpino Italiano, riteniamo che le forti espressioni di contrarietà a quanto abbiamo deciso ledano la serietà e l’onestà intellettuale con la quale ci siamo impegnati per trovare, a questa situazione, una soluzione oggettiva rispondente al disposto normativo.
Per quel che riguarda il Regolamento Generale, ben consci delle criticità che l’attuale formulazione presenta, abbiamo già in programma per il prossimo futuro di dedicarci alla sua analisi, allo scopo di migliorarlo per renderlo più idoneo alle attuali necessità dei soci e delle socie e delle varie componenti del Sodalizio. Per leggere la delibera per intero: www.cai.it/wp-content/uploads/2021/12/del_CC_100_21.pdf
Per il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo (CC), il coordinatore Alessandro Ferrero Varsino.
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Caro Luciano,
Montani è giovane e la maggior parte delle persone che non capisce che la prima regola nella vita è l’autoironia è perchè rappresenta l’elefantiaco zoccolo del CAI che predica bene e razzola male.
Volete una donna Presidente Generale? bene ma prima fate entrare le donne anche nella base. Un pesce d’aprile rappresenta “l’andazzo della politica italiana” e cambiare le regole AD PERSONAM cosa mi rappresenta?
Vogliamo i giovani nel Cai? iniziamo a tollerare i giovani, soprattutto quando si danno da fare. Iniziamo a prendere in considerazione che non bisogna per forza essere settantenni per poter esprimere la propria opinione.
Con questa mentalità non penso si avrà molto spazio, non solo per i giovani e i pesci d’aprile ma nemmeno per le donne.
Ormai questa associazione, CAI, rispecchia l’andazzo della politica italiana e del politichese. Montani è giovane e gli piace scherzare. Sulla sua pagina FB, il 1 aprile, ha postato… Cari amici è con profondo rammarico che vi comunico che sarò costretto ad un lungo periodo all’estero, pertanto dovrò rinunciare alla mia candidatura a Presidente Generale del Club Alpino Italiano.
Approfitterò di questa parentesi per aprire i miei orizzonti per la direzione del Club Alpino sloveno. MA SI E’ SUBITO SMENTITO, manipolando IL PESCE DI APRILE, ha subito corretto il tiro… sto andando all’estero per rappresentare il CAI in un incontro europeo e considerato che molti invece ironizzano sulle mie capacità di gestire le responsabilità che il ruolo comporta non vedo perché non renderli, almeno per oggi, felici!... omissis… Un commento opportuno è stato… Secondo il mio modesto pensiero un candidato alla Presidenza Generale del Club Alpino Italiano non può ironizzare su una carica così importante e se è vero su una scelta personale non si possono dare giudizi
Insomma, IO NON LO VOTEREI, e inviterei i firmatari della lettera, 86 SOCI, ad ABBANDONARE IL CAI.
Il pasticcio è che prima di candidarsi alla carica di Presidente Generale è necessario leggere il Regolamento Generale e prendere atto che quelle sono le regole. Eventualmente ponendosi qualche domanda in anticipo.
Non aver approfondito a sufficienza questi aspetti non è una giustificazione per chiedere una modifica al regolamento in corsa, nonostante tutte le buone qualità del candidato.
di chiaro e lampante in questa faccenda ci vedo ben poco, ho invece l’impressione di un brutto pasticcio
Se le regole sono quelle, così deve essere. Giuste o sbagliate che siano. Uomo o donna.
Ma la situazione è semplice, giusta o ingiusta il regolamento è questo e lei non e mai stata presidente di sezione.
Se si vuole cambiare il regolamemto va cambiato in sede di congresso generale e penso ci voglia anche un notaio che controfirmi.
Lei non può non in quanto donna, come ha commentato qualcuno ma perché lo statuto attuale non lo permette. Le regole e i regolamenti non si interpretano ma si applicano.
MARCELLO 19 – Bravo, mi hai anticipato sul commento. NON FA UNA PIEGA. Ciao
anch’io socio del C.A.I. di Prato mi associo perché LORELLA, sia ammessa a detta presidenza.AA
Alberto Vieri
Fossi in Lorella fonderei un Club di alpinisti di cui mi autoeleggerei presidentessa (fanculo alla burocrazia). Il Cai andrebbe chiuso. Chi vuole fare gite in mtb e polentate che si arruoli negli Alpini. Anche il Cnsas resterebbe orfano e il soccorso lo farebbero finalmente i corpi militari. I rifugi potrebbe gestirli Benetton.
Feltrinelli potrebbe ristampare le Guide dei Monti d’Italia aggiornate e con la vecchia copertina di juta a maglie ancor più grosse.
I giovani così, non potendosi iscrivere al Cai dei vecchi, perché non esiste più, potrebbero continuare a fare quello che fanno, però senza suscitare invidie e bramosie da parte di anacronistici personaggi pataccati e burocraticizzati.
Che ne dite?
Monti. Difficile che il vertice cambi se non cambia la base della piramide dei “grandi elettori”. Per questo mi piacerebbe conoscerne la composizione. È un po’ quello che succede in altri campi, compresa la politica. Sono gli “azionisti” (in senso lato) che scelgono il management. Magari prima ti fanno fare un lavoro di valutazione preliminare dei requisiti ma poi decidono loro. Quindi dipende da chi sono gli “elettori/decisori” e dalla loro cultura/interessi.
Marcello @16
Non ho detto che il problema sia l’assicurazione ho detto che tutti gli atti firmati dal legale rappresentante, se il rappresentante non è eleggibile, sono nulli.
E’ come avere un ministro o un sindaco che non può firmare atti perchè gli stessi possono essere impugnabili in qualunque momento.
Le assicurazioni erano un esempio che però causerebbe un grave danno ai soci: l’assicurazione pur di non pagare si appella all’atto nullo.
Monti 11, se il problema (uno dei tanti) è l’assicurazione, esiste quella di http://www.dolomitiemergency.it che con 20€/anno offre garanzie in caso di incidente forse superiori a quelle che offre il Cai. La consiglio a tutti soci Cai e non.
Roberto @14
Da quello che mi pare di capire al momento candidati ci sono gli altri due Vicepresidenti Generali, uno in scadenza piuttosto giovane per il target CAI Antonio Montani e l’altro intorno ai 70 anni Francesco Carrer che è stato eletto lo scorso anno come Vicepresidente (era già stato altre volte in consiglio direttivo) e ha deciso di candidarsi alla carica di Presidenete Generale senza dimettersi dall’attuale carica.
Quindi qualora venisse eletto il secondo ci sarebbe una carica da Vicepresidente vacante per un anno.
Luca Monti. Giusto richiamo al rispetto delle regole formali per evitare di arricchire gli studi legali in caso di contenzioso. Nello specifico forse ci sarebbero gli spazi per differenti interpretazioni, ma non sono un legale e questi temi non sono la mia passione. Non penso comunque che si finirà in tribunale, per diversi motivi. Certo mi piacerebbe sapere la composizione per sesso ed età dei potenziali eleggibili. A proposito di pari opportunità, ho la sensazione che il problema sia alla base della piramide, come in molte organizzazioni del nostro paese che non è un paese per giovani e donne e forse il CAI non fa eccezione alla cultura dominante. Il cambio generazionale è ben lontanto ancora.
Sono iscritto al CAI da molti anni ( trentadue ) , sono un titolato da 28, all’interno di questa Associazione ho visto e vissuto momenti di euforia, momenti tragici e momenti di amarezza e disillusione come in questo caso. Ho sempre pensato che impegnarsi e lavorare per cambiare le cose non condivise dall’interno fosse un modo costruttivo, leale ed efficace per portare il proprio mattone utile alla causa di un’associazione che volenti o nolenti ha rappresentato, in modo organizzato e per oltre un secolo, gli appassionati della montagna ed è servita alla formazione di tanti, sia soci che non. Adesso giunto in prossimità del traguardo mi chiedo se il tempo speso in qualità di volontario, insieme a tantissimi altri, serva o sia servito a migliorare qualcosa , ma questa inesorabile interpretazione del C.C.I.C. costruita ricercando appigli da 8c su un sentiero attrezzato, qualche piccolo dubbio me lo lascia. Mi consolo ripensando ad una massima che citava un mio amico scozzese che approssimativamente recita: nella vita guardare indietro serve solo ad aumentare i dolori alla cervicale.
Mi duole notare che nel 2022, dopo anni di lotte per la parità di genere si crei un caso per una mancanza di requisiti.
Certamente una donna Presidente dopo 150 non sarebbe una cattiva idea…ma parità di genere non significa, facciamo cambiare il regolamento per poter avere una donna. Significa dare pari oppurtunità di accesso fermo restando le medesime regole degli uomini. Se ci fossero state altre regole magari avremmo avuto una donna Presidente anni fa.
Tutte le donne che hanno lottato per essere considerate al pari degli uomini per le proprie competenze si rivolterebbero vedendo che si richiede una modifica statutaria pur di poter accedere alla carica…e poi non sarebbe forse scorretto nei confronti di tutti quegli uomini, nonchè altre donne che con altre regole avrebbero potuto aspirare anchessi alla presidenza?
Cosa insegnamo alle nostre figlie: che siccome siamo donne non dobbiamo rispettare le regole che rispettano gli uomini?
Faccio presente che pur con tutte le buone qualità del candidat* essendo il Club Alpino Italiano un ente pubblico ogni atto firmato, se il Presidente eletto non avesse i requisiti di eleggibilità, sarebbe nullo e facilmente invalidabile. Ad esempio gli accordi assicurativi per i soci…l’assicurazione potrebbe non rispondere perchè gli accordi firmati dal legale rappresentante sono nulli.
Credo sia una considerazione non da poco
Bragantini. Come tu ben sai, nelle organizzazioni le regole formali vengono spesso usate come fa comodo, subordinandole alla grande regola universale della gestione del potere. Non sono in grado di valutare. Nel caso della Vicepresidenza uno potrebbe anche dire che a quel ruolo si accede anche con carriera tecnica che non esclude competenze gestionali specifiche di un certo ambito professionale ma che il salto all presidenza e’ di natura diversa. Un po’ come i Vicepresident delle multinazionali. Ne ho viste di ogni colore in proposito. Effettivamente a pensar male si fa peccato però……
Roberto Pasini @7. Puoi aver ragione ma lei è stata, o ancora è, Vice presidente Cai, carica che qualche eperienza gestionale dovrà pure averle fatto maturare; a meno che non si tratti di un’altra sinecura, ma allora avremmo un altro problema. Marco Furlani è andato dritto al cuore della questione, domandandosi provocatoriamente la Lorella Franceschini è un’alpinista forte è istruttore va in montagna cosa c’entra con il cai…
È tutto degradato.
Mi pare di capire che le regole attuali del Cai considerino requisito essenziale per la nomina a Presidente un’esperienza gestionale a livello territoriale in cariche elettive di carattere generale e non tecnico. Questa regola può avere un senso perché privilegia un’esperienza gestionale di carattere “politico” rispetto ad un’esperienza gestionale di carattere “tecnico”. Effettivamente le competenze che si sviluppano svolgendo ruoli del primo tipo sono diverse da quelle che si sviluppano in ruolo del secondo tipo. È un po’ quello che vediamo nei politici o negli Amministratori delegati che vengono da una carriera tecnica. Può succedere che siano influenzati nel loro approccio dalle loro specificità professionali. Gli esempi potrebbero essere numerosi a partire dall’attuale presidente del consiglio. Può essere che questa regola sia stata usata in questo caso a scopo “conservativo” da una oligarchia ostile al cambiamento e non a scopo “cautelativo”. Non sono addentro alle dinamiche dell’organizzazione Cai per poter valutare. Ma di per se’ la regola non è priva di senso. Anche in ambito aziendale nella valutazione dei curricula gli azionisti considerano per la nomina alla cariche più elevate le esperienze gestionali generali, salvo mettere da parte il tutto nel caso di persone di particolare eccellenza “a prescindere”, come può essere stato per un Marchionne che pure veniva da ruoli finanziari ma anche nel suo caso la scelta ha avuto conseguenze e forse era stata fatta da azionisti che in quel momento privilegiavano proprio quel tipo di approccio avendo in mente di vendere di fatto l’azienda. Si sa che le regole comportano eccezioni, ma in questo caso evidentemente si è pensato di non farne e la ragioni sono opinabili. In ogni caso, donna, uomo, transgender o non-binary come si dice oggi, io cercherei di stringere i candidati su domande concrete rispetto a temi cruciali, come ho già detto. Facciamo domande e confrontiamo risposte. Può essere un contributo utile per chi legge e magari poi sarà un elettore, anche se poi alla fine è rimasto un solo candidato o sbaglio?
forse dovrebbe rispondere lei, visto che si era candidata a diventare presidente di questa grande famiglia.
Sottoscrivo pienamente e favorevolmente la lettera Vogliamo Lorella!
Lorella presidente!
Ma scusate la Lorella Franceschini è un’alpinista forte è istruttore va in montagna cosa centra con il cai
Se i 5 Stelle hanno visto le loro decisioni ribaltate da un Tribunale, forse anche il Cai si merita un bel “sindacato giurisdizionale”, cioè un intervento della magistratura?
Un altro treno …ops tri-ennio perso e mancato!,ripassera?
E non da parte della Franceschini…
Come dice la Frare qui sopra ; gli elefanti così anziani spesso sono mezzi ciechi.
Questa elefantiaca burocrazia, che si esprime in sigle ai più incomprensibili e in patacche da appendere in bella vista dai vari pataccati, è quello che fa allontanare i giovani, e i meno giovani dal CAI! Capisco che ormai è forse indispensabile fare questo per normale un corpo gigantesco, ma induce a perdere fiducia nello spirito che dovrebbero avere attività volte alla liberta e alla naturalità in un ambiente splendido come sono le nostre montagne tutte.
È indispensabile un cambiamento, e ci vogliono veramente più DONNE ai vertici di questa e di altre simili Associazioni.