Antiche tradizioni tirolesi
È curioso e significativo che il Tirolo, una regione con 287 comuni, abbia più bande musicali che comuni e di conseguenza più maestri di bande musicali che sindaci, oltre a 230 cori.
L’anno lavorativo dei contadini tirolesi è collegato alle varie stagioni ed è accompagnato da bellissime sagre, usanze basate in parte su antichi riti pagani mescolati a tradizioni cristiane. Ne sono un esempio le Rauhnächte, le notti tra Natale ed Epifania. Ad Alpbach, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio, le streghe con maschere paurose, le Perchten, girano per case e stalle per scacciare i demoni; il 6 gennaio in tutto il Tirolo si incontrano i tre re magi, vestiti a festa. Nella notte di San Silvestro i ragazzi della frazione di Hötting a Innsbruck danno inizio all’Aperschnalzen (schiocchi per liberare dalla neve): una specie di frusta di pelle dovrebbe scacciare l’inverno. Dopo San Silvestro e fino all’epifania le fruste devono stare in silenzio fino a carnevale. La Scheibenschlagen è un’usanza praticata nella zona di Landeck e di Ausserfern. La prima domenica di quaresima il legno di betulle viene tagliato a piattelli, bucati nel mezzo e posati nel fuoco finche diventano roventi. In seguito, infilzati su un bastone vengono lanciati in aria. Ogni lancio è un porta fortuna dedicato ad una persona o ad una famiglia.
Nella stessa ricorrenza, nell’Ausserfern, si celebra il Funkensonntag (domenica delle scintille): per cacciare l’inverno, nei giorni precedenti viene costruita una grande strega di paglia che alla vigilia viene bruciata sul rogo. In occasione della domenica delle Palme si svolgono festose processioni. Con ramoscelli di salice e cespugli sempreverdi si fanno mazzolini riccamente ornati, poi fissati su lunghe pertiche (Palmbuschen) coperte di carta crespa colorata, alte anche 10 metri. Anticamente anche un «asinello delle palme» (Palmesel) in legno faceva parte di ogni processione; oggi quest’antica tradizione si trova soltanto a Thaur ed a Hall. La domenica di Pasqua in casa si prepara l’Osterstrauss, ramoscelli di salice riccamente ornati di nastrini e gusci di uova dipinti. L’usanza vuole che tutti i bambini, anche gli ospiti, la mattina cerchino le uova sode dipinte o di cioccolato accuratamente nascoste. Un divertimento per i bambini è anche il pecken o guffen che consiste nel far scontrare i gusci di uova sode colorate.
Nel periodo pasquale si trovano in tutte le panetterie i Brezen, conigli, galli, cervi ed agnelli creati con uno speciale pane al latte. Salutare l’inizio dell’estate con i Fuochi di San Giovanni è un’antica tradizione. Ma in Tirolo, ancora più sentiti e ancora più luminosi sono i Fuochi dedicati al Sacro Cuore, i cosiddetti Herz-Jesu-Feuer. Questi risalgono ad un voto fatto attorno al 1900 per ottenere protezione in momenti difficili; confermato almeno altre 10 volte è ancora oggi profondamente rispettato. Per questo la seconda domenica dopo il Corpus Domini sulle montagne si accendono centinaia di fuochi che illuminano la notte un po’ ovunque. Gli alpinisti si recano su cime, selle, grandi pendii per disegnare con il fuoco croci, cuori, catene luminose.
L’Assunzione della Vergine è considerata festa regionale in tutto il Tirolo. L’Hoher Frauentag, chiamato anche è legato alla storia tirolese. Nel momento del bisogno più grande durante le guerre contro i bavaresi ed i francesi, Andreas Hofer aveva affidato il Tirolo alla Madonna. Nel 1959 la regione Tirolo rinnovò il voto. Per questo motivo ancora oggi, il giorno dell’Assunzione della Vergine, è occasione di grande festa in tutto il paese e un po’ ovunque si tengono grandi processioni con gli Schützen e le bande musicali. D’autunno, seguendo antiche usanze, il bestiame che torna dagli alpeggi viene riccamente ornato e con grande frastuono di campanelli gli animali con i loro addobbi variopinti scendono a valle, attesi dalla gente per festeggiare.
Uno spettacolo unico è l’antica transumanza alla quale si assiste ogni anno nella valle dell’Ötz. I contadini del Sud Tirolo portano ogni anno 2000/3000 pecore dalla Val Senales a Vent, dove dal 1415 hanno ancora oggi il diritto di pascolo. Il ritorno avviene in settembre a seconda del tempo che fa. Un’altra usanza contadina autunnale è la Schafschoad. Le pecore dell’intero paese, unite negli alpeggi, a valle sono divise per singolo proprietario (geschieden = divisi, in dialetto schoad). Questo è occasione per grandi feste. Mentre suona la musica, pastori, visitatori e locali possono gustare vari prodotti tipici offerti su bancarelle, si tosano le pecore e di solito molte cambiano anche proprietario. Le sagre dei paesi e le feste di ringraziamento per il raccolto vengono spesso festeggiate assieme.
Sono famosi in tutta la regione i Kirchtagskrapfen (krapfen della sagra), con ripieni diversi a seconda delle usanze locali. Il Tucknfreitag è un vigilia della sagra del tutto particolare a Bruck nella Zillertal. È d’uso che quel giorno gli oggetti che non sono in qualche modo ancorati alla casa vengano fatti sparire o nascosti. Infatti il nome deriva da una antica espressione dialettale tirolese che significa giocare un tiro mancino. La Cantata di Zachäus nella località di Zirl era nata in origine per fare penitenza. Il secondo sabato del mese di ottobre prima della sagra del paese, viene organizzata una grande festa da ballo. Alle tre del mattino suonano le campane della chiesa, subito dopo i suonatori dei fiati della banda musicale intonano la melodia di Zachäus, seguita dal coro ed il ciclo si ripete altre due volte, mentre ci si scalda con la grappa e si fa allegria.
Il Carnevale in Tirolo comincia il 6 gennaio con la festa dei Re Magi. Per la gente di montagna l’inverno e il periodo d’inizio primavera non erano tempi di divertimento ma di preoccupazione perché la natura invernale, con le sue forze incontrollabili, metteva a dura prova gli uomini che l’immaginavano animata da spiriti buoni e da forze malvage. Nelle manifestazioni carnevalesche tirolesi i «belli» scacciano i «brutti» e simboleggiano la lotta eterna tra il bene e il male, tra la primavera luminosa e colorata e l’inverno vecchio, brutto e ostile; con grande frastuono di campanacci, a volte tetri a volte gioiosi, grandi sfilate, allegre mascherate ed intrattenimenti in comunità caratterizzano per settimane la regione, piste da sci comprese. I demoni profani sono diventati diavoli, orsi e streghe e nel tempo si sono aggiunti anche turchi, zingari, dottori magici, angeli e fate.
Da sempre la fabbricazione delle maschere è stato un compito importante per gli intagliatori ed ha contribuito notevolmente allo sviluppo dell’arte dell’intaglio nel Tirolo. In alcune località montane si indossano enormi maschere carnevalesche. I pezzi più antichi e più belli ancora esistenti risalgono al XVII e XVIII secolo e sono conservati nel Museo d’Arte Popolare a Innsbruck o nel museo di Imst. Con le maschere per lo più vengono portati vivaci e maestosi copricapi, pesanti fino a 12 chili e alti anche più di un metro, semicircolari o più sovente ovali, con grande fantasia ornati di specchietti, piume, paglia, fiori e persino pane. Da essi pendono ciuffi di nastri multicolori. Nelle manifestazioni solo gli uomini possono partecipare alle sfilate e raffigurano con rigida gestualità la «cacciata dell’inverno». La collaborazione delle donne è limitata alla preparazione dei vestiti.
Per ciò che riguarda invece il Natale, durante la prima domenica dell’Avvento nelle case tirolesi si preparano corone d’abete (Adventkranz) con quattro candele da accendere una ogni domenica d’avvento per scandire le settimane che preparano al Natale. Molte famiglie si riuniscono ogni sera attorno all’Adventkranz cantando e pregando. In alcune località le corone sono portate anche in chiesa per la benedizione. Tutti i bambini ricevono uno speciale calendario di 24 caselle, contenenti ognuna o immagini o piccoli doni, che li aiuta a contare i giorni che separano la data corrente dalla festa di Natale: quest’usanza si va diffondendo anche in Italia. La musica fa parte dell’atmosfera prenatalizia ed è molto radicata nella tradizione tirolese.
Le famose Cantate Tirolesi dell’Avvento (Tiroler Adventsingen) si eseguono in moltissime località, particolarmente famose quelle che si tengono ogni anno a Innsbruck e Igls. Nessuna canzone natalizia è diffusa in tutto il mondo quantoStille Nacht. Il testo della canzone, composta da Franz Xaver Gruber, è del vicario Joseph Mohr di Oberndorf, nel Salisburghese, che la fece eseguire per la prima volta nel 1818 nella sua chiesa, accompagnata dalla chitarra perché l’organo era rotto. Il costruttore d’organo Mauracher di Fügen (Zillertal), chiamato ad aggiustare l’organo l’anno successivo, apprezzò la canzone, la copiò e la offrì alla nota famiglia di cantori Rainer. I Rainer la cantarono davanti all’imperatore d’Austria e allo zar di Russia, e nel 1839 la cantarono in America raccogliendo un vero trionfo. Oltre ad essere cantata in chiese e case, oggi Stille Nacht viene eseguita in molte località tirolesi all’aperto, dopo la messa di mezzanotte, da piccoli gruppi che si accompagnano con strumenti a fiato.
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Ricordo a Moena la tradizione dell’arrivo di SanNicolo’, 6 dicembre, in slitta trainata da cavalli, proveniente dal bosco, nella frazione di Sorte. Quasi sempre con ambiente innevato..altrimenti la mega slitta aveva ruote al posto dei pattinoni. Con accompagnamento di angeli e diavoli e noto campione di Sci fondo, Renzo Chiocchetti, impersonante il Santo, ben calato nella parte come attore.Tanti bimbi in attesa di cui stranamente (il segreto non sara’mai rivelato ), il Vescovo conosceva marachelle e piccoli segreti..alla fine con perdono , promesse dei pargoli, e doni puntualmente consegnati.
Si spera che qualcuno raccolga il testimone del vecchio-attore Santo, andato putroppo avanti quest’anno.
In molte altre zone si ripete la stessa cerimonia, a volte un po’ troppo pompataad uso e consumo di turisti ,con mascheroni e costumi eccessivamente caricaturali, forse di silicone dipinto e non piu’ di legno scolpito
La montagna è anche questo e non solo nel Tirolo, anche nelle altre regioni. Questa è la cultura dei popoli, ce ne vorrebbero di più di articoli come questi.
Chi è l’autore dell’articolo? Non lo trovo
Soprattutto sono tradizioni sentite e non mantenute in vita per meso uso turistico. Sono abitanti di montagn con tutte le loro tradizioni
sono personalmente molto interessato alle culture locali, in particolare se di montagna (ma non solo), e quindi apprezzo moltissimo articoli come questo. Ciao!
Non è soltanto un interessante elenco di tradizioni folkloristiche montanare, si intravede la cultura di un popolo e la passione per la qualità delle proprie tradizioni intrecciata strettamente al senso religioso della vita. Si intravede sacro e magia e la civiltà di una solidarietà diffusa.