Big Pharma: i vaccini sono un affare, i farmaci salvavita ancora di più
Di Giuseppe Colombo
(pubblicato su Huffingtonpost.it il 17 marzo 2021)
Gli utili di Pfizer, Moderna & Co. quest’anno a 55 miliardi di dollari. Ma il cuore del business è quello tradizionale.
Quanto è grande e conveniente l’affare dei vaccini anti Covid per le Big Pharma? Prima ancora: è davvero un affare se si considera l’intero mercato farmaceutico che tiene dentro produzioni molto remunerative come quella dei farmaci antitumorali? L’incrocio dei dati macroeconomici delle case farmaceutiche che oggi hanno in mano il grosso della produzione e della commercializzazione dei vaccini contro il coronavirus (Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson&Johnson) tira fuori un numero. Quello dei ricavi. Quest’anno saranno pari a circa 55 miliardi di dollari. Una cifra importante. Per J&J, ad esempio, significherà passare in un anno da 14,5 a 22,2 miliardi di dollari di utili, cioè 7,7 miliardi in più. Ma è scendendo dentro l’analisi di questi dati che emergono altri elementi. Dicono anche un’altra cosa e che l’affare è sì consistente, ma non tale da fare cambiare idea a quelle Big Pharma, come Novartis, che si sono sfilate dai vaccini qualche anno fa.
Gli utili delle Big Pharma
I profitti si ricavano incrociando più elementi macroeconomici dei piani delle Big Pharma, a iniziare dal prezzo delle fiale e dal numero delle dosi che hanno deciso di mettere in commercio. Secondo una stima elaborata dal Sole 24 ore su dati di S&P Market Intelligence, oltre a +7,7 miliardi di dollari Johnson&Johnson, dentro la torta degli utili ci sono anche i 5,3 miliardi di dollari in più che andranno a Pfizer, che passerà da 9,6 miliardi di profitti del 2020 a 14,9 miliardi di dollari quest’anno. E poi ancora quelli di AstraZeneca (+1,5 miliardi di dollari, da 3,1 miliardi di dollari a 4,7 miliardi di dollari). BioNTech, che collabora con Pfizer, passerà addirittura dal segno meno al segno più: da -465 milioni a un utile di 4,5 miliardi. Così come Moderna, che da -747 milioni vedrà un utile 2021 a 8,9 miliardi. Il totale fa circa 55 miliardi di dollari. Con le piccole e quasi sconosciute BioNTech e Moderna che faranno un evidente balzo in avanti rispetto alla stagione pre Covid.
È davvero un business?
Nell’analisi di quello che si muove dietro questi numeri, Huffpost ha scelto di farsi accompagnare dal professore universitario in Economia sanitaria Fabrizio Gianfrate, tra i massimi esperti in Italia di farmacoeconomia. Partiamo dalla domanda base: produrre vaccini anti Covid è un business irrinunciabile per le Big Pharma? “Sì e no. Da una parte è conveniente perché ci vaccineremo tutti, in ogni angolo del mondo, e ripetutamente dato che non è ancora chiara la copertura del vaccino. Probabilmente dovremo vaccinarci una volta all’anno come si fa contro l’influenza. I consumi saranno ripetuti e quindi il business ha una sua redditività forte”. Ma i vaccini hanno anche un costo. E qui subentrano i fattori che controbilanciano il senso dell’affare. “Sui vaccini – spiega ancora Gianfrate – non si fanno profitti elevatissimi perché i vaccini costano, non è come produrre un farmaco normale. Ci sono i costi legati alla produzione e i costi legati ai rischi del vaccino in sé, cioè all’estrema labilità delle materie prime”. La bilancia pende più dalla parte della convenienza? “Sì, perché se anche la redditività è limitata, le quantità di dosi necessarie sul mercato fanno comunque la differenza”. Insomma, se vendere vaccini in sé non è un business così irrinunciabile (il vaccino Pfizer costa in media 16 euro, quello di AstraZeneca 2,80 euro), il fatto che ci sia bisogno di miliardi di dosi nel mondo spinge le Big Pharma a insistere su questo mercato. Ad alimentare questa spinta c’è cioè la necessità sociale di coprire l’urgenza sanitaria. Lo spiega sempre Gianfrate: “Le quantità suppliscono alla profittabilità della singola unità di vaccino, che per altri farmaci è invece maggiore”.
Il posizionamento delle Big Pharma
Tre approcci differenti. C’è chi, come Pfizer e AstraZeneca, ha precorso i tempi: ha deciso cioè di esserci da subito. Poi c’è chi è rimasto alla finestra, ma non fuori. Un esempio è GlaxoSmithKline, che produrrà sì il vaccino anti Covid insieme a CureVac, ma non subito. In questo caso la logica di business punta sul fatto che il vaccino è ripetibile, sarà cioè prodotto ancora e quindi l’ingresso del mercato potrà comunque avvenire in un secondo momento. Infine c’è chi ha deciso di tenersi fuori dalla produzione autonoma. Come Novartis, che nel 2015 ha detto stop ai vaccini, vendendo la sua divisione a Glaxo e comprando, da Glaxo stessa, la divisione oncologica. Il suo business è rimasto ancorato ai farmaci antitumorali.
Covid rischia di lasciare indietro business redditizi?
Proprio la scelta di Novartis introduce un altro elemento. Qui il fenomeno ha più sfaccettature. Novartis non è tornata a produrre vaccini in modo autonomo perché – dice ancora Gianfrate – “le grandi aziende fanno fatica a cambiare strategia in tempi brevi” e perché altri business restano più redditizi. Dall’altra parte chi come Pfizer si è subito immessa nel nuovo mercato dei vaccini anti Covid l’ha fatto “con equilibrio, non riducendo in modo così rilevante gli investimenti nelle altre aree, quantomeno non in misura da rendere l’operazione Covid poco profittevole”.
Quale delle due strategie sarà la più premiata a livello di utili? Per rispondere a questo quesito il professore di Economia sanitaria illustra le prospettive del mercato dei vaccini anti Covid. “Ovviamente si andrà a plafonare. Tra due anni ci sarà una distribuzione precisa delle quote di mercato perché sapremo chi si è vaccinato, chi no, chi si vaccinerà nuovamente”. Due anni, insomma, per capire come sarà il mercato a regime. Pfizer dalla sua potrà contare su una strategia che punta allo sviluppo della piattaforma, quindi non il singolo vaccino, ma anche vaccini per le eventuali nuove varianti del coronavirus e in generale vaccini che rientrano nella stessa categoria a cui appartiene lo stesso coronavirus. La competizione sul medio-lungo periodo sarà quindi sulla piattaforma.
La quota dei vaccini anti Covid nel mercato farmaceutico (molto più grande)
Gli utili in crescita delle Big Pharma, insieme a quelli delle aziende biotech che produrranno gli anticorpi monoclonali, spingono il giro d’affari a circa 257,9 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 185 miliardi di dollari di fine 2020. Ma il mercato farmaceutico è decisamente più ampio: tiene dentro circa 1.300 miliardi di dollari. “Quella dei vaccini contro il Covid – prosegue l’analisi di Gianfrate – è una quota crescente sì, ma ancora minimale rispetto all’intero business farmaceutico”. Le grandi aree degli affari legati alla farmaceutica restano quelle legate alle malattie che hanno il tasso di mortalità più alto: tumori, le malattie cardio-vascolari, quelle respiratorie e quelle croniche come il diabete. “Queste categorie hanno mantenuto un primato schiacciante: la loro quota di mercato sì è ridotta, anche perché molte prestazioni sono state rimandate per via del Covid, ma è una contrazione temporanea. Covid è invasivo perché ha riempito le nostre vite, ma la componente economica diretta sui farmaci, inclusi i vaccini, è minimale rispetto all’intera torta del business della farmaceutica”.
Oltre alle Big Pharma concentrate sulla produzione dei vaccini ci sono le aziende farmaceutiche che sono orientate a sviluppare le terapie. A produrre cioè farmaci di cura, non di prevenzione. Come Glaxo, che sta sviluppando gli anticorpi monoclonali. Ci sono cento farmaci in sviluppo per le terapie legate al Covid. Un business che corre parallelo a quello dei vaccini e che è in crescita. Un nuovo elemento in un mercato della farmaceutica che sta subendo un riequilibrio. Quanto sarà forte e duraturo lo diranno i prossimi anni. Ma il processo è già iniziato.
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Chi sta fuori dal muro ha sempre qualcosa da dirci.
Aggiungo che purtroppo per Cominetti il Green Pass non resterà il ricordo di Draghi ma dei governi di gran parte dell’Europa.
Quindi Cominetti non ci vede lungo e ciò mi fa sperare che sarà costretto a sopportare Draghi per qualche anno. cosa che penso gli farà benissimo. In effetti potrà sperare che la pioggia lavi le sue di lacrime.
E che se tutto sommato si considera che con 30€ più, voglio sprecarmi 20 € di costi di gestione, sono le spese per un vaccino, e right here right now 30K€ le spese di una degenza… mi chiedo se i 29.950 che piangono per via di chi non si vuole vaccinare debbono essere prelevati anche dalle mie tasse o solo da quelle di chi non si vuole vaccinare.
Non si potrebbe fare così? I vaccinati pagano i vaccini e i non vaccinati le cure. Così siamo tutti più contenti? Il bilancio potrebbe essere meno pesante che a prima vista: Si sono vaccinate 45.000.000 di persone… quindi mettiamo 2 miliardi e 250 milioni di spese. Le degenze in media sono costate 30.000 € e sono state, voglio essere anche qui generoso 10 volte i decessi, 1.300.000. Che sono costate quindi ai contribuenti 36 miliardi.
Si ammalano anche i vaccinati?
Ah sì? Allora voglio essere generosissimo. Metà. 18 miliardi.
Allora facciamo che il 10% della popolazione italiota no vax si paga i 18 miliardi e il 90% della popolazione vaccinata i 2,25 miliardi.
Volevo far presente che il conto extra per i non vaccinati sta attorno ai 3.600 euro e quello per i vaccinati 55 euro.
Quando cominciamo?
Albert esatto. Diventare un franchisee di Taffo potrebbe essere un buon investimento visto la circolazione di cazzate odierna.
Debbo ammettere che trovare “consapevolezza” in un post di Merlo per me è esilarante.
La consapevolezza è sapere chi si è, cosa si sta facendo, dove si è e dove si sta andando.
Fa già ridere così.
L’alternativa al business Big Pharma e’ il business Big funeral( big bare ..fiori, auto, ecc) o anche big evolution malthusiana-darwiniana ,c’e’ anche il big small fire arms.Poi esistono antinomie e conflitti tra diritti costituzionali contrastanti: vale di piu’il diritto alla vita e salute o quello di lavoro e movimento e assembramento?? C’e’chi sceglie l’uno e chi l’altro non solo individualmente ma come governo di una nazione… i conti dei morti ed invalidi per una pandemia non si fanno entro uno o due anni…e bisogna anche guardarsi attorno, quali provvedimenti abbiano preso i vari governi e con quale efficacia a breve termine.In Italia noto un certo gusto per l’ appesantimento burocratico, per le scartoffie anche elettroniche che accertano e controllano lo stesso adempimento ( 2 coniugi = due pratiche di prenotazione x due dosi, indispensabilel pc con web e posta elettronica e stampante, poi in tutto 4 certificati di vaccinazione rilasciati dai medici somministratori del centro dicui pero’ un governo centrale non si fida inquanto ci sono i falsificatori, , 4 fogli a testa per anamnesi pre 1 vaccinazione e aggiornamento eventuali reazioni avverse alla seconda, poi doppia procedura per 2 per avere la greenpass, con doppia scelta..cartacea o stampabile+spesa fogli e cartuccedi inchiostriOPPURE e q-code su immancabile obbligatorio smarthpone, quindi parecchio business Big Phone ePC). Alcune case di hardware hanno fornito a pagamento rilevatori e archiviatori di qcode software .Insomma tutto fa business e peggio per chi non potra’piu’ partecipare al gran giro dopo l’esborso a carico dei sopravvissuti per l’ultimo bisiness funerario( c’e’ il low cost ecogreensostenibile e invece il gran dispendio di onori, compresi petali di rosa lanciati da elicottero).Ultimi scandali: business mascherine e pure ambulanze per trasporto infetti.
Eh no Marcello: periodo di prova non qualche mese, ma venti anni. Altrimenti “periodo di prova qualche mese” dovrebbe valere anche per i vaccini….
Trump è stato curato con le monoclonali sperimentali…
Ippocrateorg è quello le cui cui cure ha seguito il tizio ricoverato d’urgenza e poi morto pochi giorni fa? Complimenti!
In parte già ora ma, a breve, si giocherà a carte scoperte?
Le crescenti consapevolezze di come, quando e perché gira il fumo porteranno in superficie le menzogne del potere, finora bestia di oscure profondità.
Ci sono dunque da prevedere proegressivi giri di vite antidemocratici.
Basterà ancora urlare al fascista o simil diversivo per nascondere che big pharma è un’industria il cui scopo è il profitto, quindi il mantenimento se non la creazione di patologie?
L’etica delle comunità non esiste più, disciolta nel mantra che il business is business. Mantra al quale siamo stati educati e con il quale abbiamo guidato le nostre vite. Chi lo desidera è invitato a scendere dalla giostra del consumismo. Forse, per quanto mortificati e allontanati da se s tessi, gli uomini non potranno mai veder morire lo spirito di bellezza con il quale sono venuti al mondo.
E’ tutto un businness , stanno sperimentando e a breve uscirà un farmaco che usato all’inizio della malattia covid ti impedirà l’aggravamento, certo avrà il suo bravo brevetto e soddisferà i parametri della UE, Con la clorochina sono stati curati 2 loschi personaggi come Bolsonaro e Tramp ( certo in unione ad altri farmaci vedi IppocrateOrg ) ma hanno fatto studi truccati per dire che non era efficace, persino i medici che dovevano avallarli non hanno firmato. L’efficacia non è certo assoluta, ma la clorochina ha un difetto, il brevetto se c’è mai stato è scaduto da tempo. Se la UE fosse retta da persone che hanno a cuore l’interesse dei cittadini si premunirebbe di produrre all’interno dell’unione tutti i prodotti che vengono consumati, altro che crisi dei microchip.
La scienza è uno specchietto per le allodole ed il cittadino-consumatore ne diventa il protagonista, delle applicazioni tecniche come sulle auto sono coperte da brevetto, non si usano le batterie al Sodio, che non danneggia l’ambiente, e le lasciamo usare agli svizzeri perchè i nostri prodotti utilizzano il Litio che ce ne è poco e si devastano gli ambienti, ecc.ecc.ecc………….
Ho citato Blade Runner per comodità ma senza pretesa di immensità né relatività.
Sai com’è…
Caro Marcello, usare l’espressione “come lacrime nella pioggia” in relazione al lasciapassare di Draghi è come accostare la sublime poesia di Giacomo Leopardi allo sterco del diavolo.
Ammetti l’errore e io ti perdonerò ben volentieri. ???
Notizie confortanti. Ottimismo!
Se per le aziende farmaceutiche è più remunerativo produrre farmaci curativi rispetto ai vaccini, chi non vuole vaccinarsi può sperare dell’immissione sul mercato di questi ultimi. Visto che sono già al lavoro, dovrebbe trattarsi di qualche mese, periodo di prova e approvazione inclusi.
Mi auguro che succeda che per spostarsi nel mondo, tanto come per andare al cinema o al ristorante, non serva essere vaccinati come oggi succede per l’influenza e che però la possibilità di vaccinarsi contro il Covid19 resti in campo per soddisfare quel grande numero di provax che comunque è sempre esistito e sempre esisterà.
E il greenpass resterà in ricordo di un banchiere italiano che governava un paese come fosse una banca ma si dissolverà come lacrime nella pioggia.