Blindatura delle Tre Cime di Lavaredo

Con accessi limitati e prezzi più elevati, Pusteria e Auronzo vogliono blindare le Tre Cime di Lavaredo. Accordo fatto e prime delibere tra i cinque Comuni altoatesini e le relative associazioni turistiche. «Con 14 mila presenze al giorno d’estate è a forte rischio lo status di patrimonio Unesco».

Blindatura delle Tre Cime di Lavaredo

Del tutto ignorati, già cinque e più anni fa gli studi di Eurac, prima, e di Ca’ Foscari poi, indicavano la potenzialità ricettiva del territorio e l’assai prevedibile attuale disastro.

Il 31 luglio 2024 su Change.org è stata lanciata la petizione Proteggiamo le Tre Cime di Lavaredo: Un Appello per la Chiusura del Traffico eccessivo, che ad oggi (28 gennaio 2025) ha raccolto 35871 firme, con il prossimo obiettivo di 50.000.

Il 25 gennaio 2025 corrieredellealpi.it dà notizia che le associazioni turistiche operanti sul territorio, in collaborazione con le amministrazioni comunali di San Candido, Dobbiaco, Sesto Pusteria, Villabassa e Braies hanno redatto un accordo che mira a ridurre “il sovraccarico e lo stress sotto le Tre Cime”, con focus sul flusso di auto che quotidianamente, durante l’estate, sale da Misurina fino ai 2333 metri del rifugio Auronzo.

Come da prassi, l’accordo appena stipulato passerà all’esame delle giunte comunali e delle associazioni turistiche pusteresi.

Turisti sul lato altoatesino delle Tre Cime di Lavaredo

«La natura alpina, altamente sensibile, è sopraffatta dall’attuale afflusso di visitatori», si legge nella delibera della giunta comunale di San Candido che sancisce l’adesione all’intesa. «L’esperienza dei visitatori è compromessa da sentieri sovraffollati e situazioni caotiche. Il pericolo, oltre che avvertito sul territorio, potrebbe avere un risvolto politico e di immagine. Esiste il serio rischio che lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco ne risenta a lungo termine o, nel peggiore dei casi, venga addirittura revocato».

Il sindaco di Dobbiaco Martin Rienzner annuncia in contemporanea: «Individueremo una persona del nostro territorio che ci rappresenterà nel momento in cui bisognerà andare a parlare con gli interlocutori bellunesi, Auronzo in primis […] Il territorio delle Tre Cime è compromesso da decenni di flussi eccessivi di turisti. Servono soluzioni per limitare gli accessi. Nella situazione attuale ci rimettiamo tutti. Ci rimettono gli stessi visitatori, che arrivano da tutto il mondo in un luogo simbolico e restano delusi nel vivere un’esperienza caotica».

Le indagini fatte dalla Pusteria ci dicono infatti che nell’area delle Tre Cime, in una qualsiasi giornata d’estate, tra le 10.30 del mattino e le 15, si affollano fino a 13-14mila persone. e non importa che molte di queste raggiungano il sito solo per scattare una foto.

Va detto subito che l’accordo prevede una durata triennale, con l’obiettivo di arrivare all’adozione di un piano estivo con accessi registrati e limitati (come avviene già da qualche anno nella valle di Braies).

«Si potrebbe optare per un aumento delle tariffe d’accesso» ha sottolineato Rienzner «un ticket più caro indurrebbe i visitatori a fermarsi più a lungo in quota. Inoltre garantirebbe lo stesso gettito di entrate a fronte di una riduzione degli accessi».

Altro tema fondamentale è il potenziamento dei trasporti pubblici. E il primo passo dovrebbe essere l’introduzione della procedura di prenotazione del posto sul bus.

A motivare l’accordo, secondo Rienzner, è anche un altro particolare che sta emergendo, preoccupante e insistente: «Esiste un crescente sentimento di avversione nei confronti del turismo da parte della popolazione locale. Anche questo è un fenomeno che richiede di essere preso in considerazione».

Ancora Rienzner chiama in causa i colleghi amministratori della vicina Auronzo:
«La strada a pedaggio delle Tre Cime rappresenta per Auronzo un’entrata cruciale del bilancio comunale, i ragionamenti più importanti dovremo farli assieme a loro». Non a torto, perché, in effetti, a rimetterci maggiormente in caso di limitazioni d’accesso alle Tre Cime, dal punto di vista economico, sarebbe proprio il Comune di Auronzo.

La risposta di Auronzo non si fa attendere, perché non intende stare alla finestra. Francesco Dal Mas, sul Corriere delle Alpi del 26 gennaio 2025, ci riferisce che il Comune ha già allo studio un sistema di prenotazione del parcheggio ai piedi delle Tre Cime, che si è impegnato ad attivare dalla prossima stagione estiva.

Non solo: intende contingentare anche il numero di chi sale con i pullman e le navette. Ma con qualche sospetto riceve dai sindaci della Val Pusteria la sollecitazione ad aumentare il pedaggio per ridurre il numero delle auto che salgono. E ad Auronzo, piuttosto che a Misurina, si sospetta che si stia riesumando l’antico progetto di collegare con un impianto il Lago di Landro quanto meno con Rin Bianco, località oggi unite da un sentiero. Rin Bianco è ai piedi dei tornanti stradali per le Tre Cime”.

Ancora, il Comune di Auronzo, ritenendo che il vero problema da sciogliere sia quello di Misurina, intasata da migliaia di auto e camper, non esclude la possibilità di numero chiuso per l’accesso alla stessa Misurina, quindi con prenotazione del posto macchina. Un’operazione di certo difficile da concretizzare per la prossima stagione. Nel frattempo potrebbe scattare il semplice divieto di parcheggio lungo le strade, magari rafforzato da impedimenti fisici (come barriere in legno, ad esempio). Con ciò seguendo l’esempio delle Regole di Ampezzo nel cercare di impedire l’intasamento al Passo Tre Croci, limitando di fatto l’accesso al turchino Lago del Sorapìs.

L’assalto alle Tre Cime di Lavaredo. Foto: Lucio Borsato.

«Siamo puntualmente consapevoli dello stress, se così vogliamo chiamarlo, in quota e a valle, cioè a Misurina», spiega Daniela Larese Filon, vice-sindaco di Auronzo «Infatti abbiamo mantenuto il numero chiuso al parcheggio, non più di 700-800 posti; si sale quando si liberano posti. Il problema è quello della coda che si forma dal casello d’ingresso fino a Misurina. Per eliminarla non resta che prevedere le prenotazioni. È un’operazione che stiamo studiando da tempo e che siamo impegnati a definire entro la prossima stagione estiva».

Larese Filon sottolinea però che non c’è solo il problema delle auto: «Quanti pullman salgono dalla Pusteria e da Cortina, oltre che da Calalzo e Auronzo? Non dovremmo forse contingentare anche questi numeri?».

Il problema è acuito dal fatto che Misurina è, alla fine dei conti, un passo. Questo, come tale, non può per la legge di libero transito essere soggetto al numero chiuso. Ma, in ogni caso, per chi si ferma, bisognerà arrivare alla prenotazione dei parcheggi. Soprattutto perché «I 380 posti previsti nei park interrati, secondo il Piano concordato dalla precedente Amministrazione con la regione, poi ridotti a 280, difficilmente saranno realizzabili, quindi occorre studiare delle alternative».

Turisti sotto il Monte Paterno, di fronte alle Tre Cime di Lavaredo

Il 27 gennaio 2025 dice la sua anche il CAI Veneto, nella persona del presidente Renato Frigo, che afferma:
«La prenotazione dell’accesso in auto alle Tre Cime di Lavaredo non è solo urgente applicarla a Misurina, ma progressivamente a tutti gli altri passi dolomitici perché col richiamo delle Olimpiadi la situazione è destinata ad esplodere»;

«È dal 2018 che, proprio per le Tre Cime, si ipotizza la prenotazione del posto macchina, in modo da evitare le code all’ingresso della strada, magari fino a Misurina. Ma, attenzione: analogo provvedimento è indispensabile anche per gli altri valichi, dal Giau al Pordoi per primi».

«E’ incomprensibile che i sindaci della Val Pusteria protestino per l’assalto alle Tre Cime, quando loro inviano navette cariche di turisti ogni quarto d’ora. Come è poco saggio chiedere sacrifici ai vicini, quando la loro provincia può permettersi un mese di novembre con aumenti del 19% di presenze rispetto allo stesso mese del 2023. Vogliamo porci dei limiti?».

La situazione al rifugio Auronzo in un normale giorno di luglio 1991

«Mentre si invita Cortina a prepararsi all’assalto turistico, o quanto meno a quello di classe, continuano le aperture di alberghi, con l’aumento di migliaia di posti letto. Dovremmo forse pretendere che questi turisti restino fermi a Cortina e non vadano a vedersi Misurina o le Tre Cime? Evidentemente no. Da qui la necessità di una pianificazione e, di conseguenza, di un sistema di prenotazione».

Invece, quanto poi all’ipotesi avanzata dai sindaci pusteresi che l’Unesco tolga la protezione alle creste, dove oggi si ferma, perché le valli sono invase dall’overtourism, il presidente CAI la definisce “una panzana”: «L’Unesco avrebbe già dovuto declassarci quando ha visto taluni sventramenti in corso per le Olimpiadi, ma siccome la sua attenzione non scende più giù delle creste, il pericolo “non esiste”. In verità, noi avremmo voluto che la sua tutela fosse ben più ampia, ma la proposta è stata stoppata dagli amministratori dei territori».

Luigi Casanova

Ancora il 27 gennaio 2025 è la volta di Luigi Casanova, presidente di Mountain Wilderness Italia, che rilascia questo comunicato:
«Fin dagli anni Ottanta Mountain Wilderness è stata protagonista sul tema dell’overtourism sulle Tre Cime di Lavaredo. Le proteste si sono ripetute, anche arrivando a presidi negli arrivi di tappe del Giro d’Italia, a seguire con iniziative contro l’uso turistico delle motoslitte, cercando ripetuti momenti di dialogo con il susseguirsi delle amministrazioni comunali di Auronzo e nella Fondazione Dolomiti Unesco. Le diverse modalità di azione non hanno sortito effetto, solo infastidito gli interlocutori. Nel concreto: in nessuna sede si doveva discutere di limitare l’accesso alle Tre Cime di Lavaredo.

Oggi si prende atto dell’iniziativa dei cinque comuni della Val Pusteria che chiedono con fermezza l’imposizione di limitazioni. Ma a quanto sembra non si sentono spinti da alcuna urgenza: al facilitatore del dialogo con Auronzo verrebbero concessi ben tre anni di tempo. Da quanto si legge i sindaci, più che dei temi legati alla difesa di paesaggio e ambiente, hanno solo il timore di perdere il riconoscimento Unesco. Sul tema stiano pure sereni: Unesco a Parigi accantona ogni emergenza, il team Unesco Italia coltiva il suo eterno letargo.

Eppure la situazione è grave, da decenni. Una minuscola area alpina subisce in estate l’assalto di oltre 13 mila persone giornaliere, l’arrivo in quota di centinaia di auto nei piazzali sempre più ampi scavati nei ghiaioni a spese del paesaggio, una feroce incontrollata erosione per fare posto alle auto affamate di territorio, un disturbo antropico che ha allontanato la fauna selvatica e che giorno dopo giorno consuma sentieri e strade, ci viene offerto il rifugio Auronzo ridotto a caotica mensa, altri rifugisti del territorio stanno operando solo nel nome del massimo profitto con aperture ridotte nei tempi.

Ben venga, finalmente, l’iniziativa dei Comuni altoatesini. Ma il metodo attivato ci sembra inadeguato alle emergenze presenti. Dal 2009 le Dolomiti sono state marchiate da Unesco. Da allora delle Tre Cime di Lavaredo alla Fondazione Dolomiti Unesco non interessa nulla.

A nostro avviso è compito della Fondazione (Consiglio di amministrazione, Comitato scientifico) portare attorno a un tavolo serio di confronto il comune di Auronzo con quelli altoatesini. Arricchire quel tavolo con i delegati delle associazioni ambientaliste, il CAI e Alpenverein. Discutere per poi decidere, con urgenza, imponendo il numero chiuso, imponendo sulla strada versante bellunese transiti con mezzi pubblici o servizi navetta autorizzati, regolando in modo severo gli accessi fin dal lago di Misurina, altro luogo ormai depauperato e privato di significato. Nel periodo invernale va superata l’oscenità del servizio trasporto con motoslitte. Si deve chiedere ai proprietari dei rifugi una riqualificazione degli edifici, anche attingendo a risorse pubbliche. Sui sentieri in quota va assolutamente vietato, specie nel bellunese, il transito delle biciclette.

Se il parco altoatesino delle Tre Cime in Südtirol ha un senso è più che mai doveroso costruire un piano attuativo partecipato dell’accessibilità alle Tre Cime di Lavaredo anche dal versante bellunese. Ogni altra iniziativa, partendo dai pedaggi e da divieti locali, non ha senso. Se chi si è mosso oggi ha veramente a cuore la tutela del paesaggio e delle alte quote deve agire diversamente, non certo in modo localistico visto che il patrimonio da tutelare è dichiarato valore universale. E come tale va gestito».

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Blindatura delle Tre Cime di Lavaredo ultima modifica: 2025-02-04T05:59:00+01:00 da GognaBlog

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91 pensieri su “Blindatura delle Tre Cime di Lavaredo”

  1. Il rifugio auronzo cerca nuovi gestori (quelli di prima han finito il posto dove mettere i soldi)…… Perché non lo prende in gestione il Gogna Blog e metta in pratica le belle o brutte idee che si leggono qui?????

  2. Questa è la dimostrazione di quanto a questi enti locali NON gli frega nulla della salvaguardia del loro ambiente, ma di come invece mirino al massimo sfruttamento economico e propaganda elettorale per la poltrona.
    Tutto il resto e fumo negli occhi alla gente.

  3. 84#Matteo più che giusto!
    Aggiungo all obbrobrio Sorapiss le scale metalliche ,se non ci fossero altro che foto degli influencer.
    Per l articolo sul CdA assurdo , si mantiene il parcheggio in quota ma razionalizzato cioè sempre strapieno ,se ne aggiungono altri in basso e si mette in progetto una nuova funicolare!
    Con un occhio di riguardo al bordo lago Misurina.
    Altro che togliere! Togliere!cit.

  4. pensavate che io scherzassi…..
     
    e invece eccomi qui, consulente per il progetto di valorizzazione del territorio delle tre zinnen
    Domani mi incontro co Michelle Comi per i dettagli della funivia, che stiamo pensando di organizzare o a Stube o a Jacuzzi. 
     

  5. Edoardo Vicentini, definire la passeggiata al lago Sorapiss come difficile e impegnativa mi pare francamente un po’ eccessivo, sopratutto dopo che qualche anno fa hanno allargato il sentiero facendolo diventare praticamente una stradina sterrata…il che la dice lunga sulla propensione degli amministratori locali verso il sovraffollamento e sul loro concetto di intervento efficace!
     
    Terrificante invece l’ipotesi contenuta nell’articolo del Corriere delle Alpi proposto da Regattin.
    E anche in questa proposta è chiara la ratio. Se come da articolo:
    “I punti di partenza per salire alle Tre Cime diventeranno tre: Auronzo, Dobbiaco e Cortina, con trasferimento in navetta a Misurina e successivamente accesso in quota tramite cabinovia»
    non si riesce a capire il bisogno di una funivia, visto che le suddette navette potrebbero semplicemente arrivare fino al parcheggio dell’Auronzo (come in realtà già fanno adesso)
     

  6. Tre Cime ed idem Sorapis.
    se le prime sono accessibili anche con l’auto, il secondo è dí difficile ed impegnativo approccio ma la coda per salire persiste da diversi anni.
    serve non solo contingentare ma anche controllare. gente in espadrillas,nessuno che multa i dronisti, nessuno che vieta i cani liberi e o peggio punisce i padroni che lasciano i sacchetti con le feci a bordo sentiero. qualcuno addirittura sale in ebike alle tre cime e chi li blocca? mai visto guardie.
    la concentrazione di masse in alcuni siti preserva la naturalezza di altri. Quindi bene overtourism tre cime, Braies, seceda. Ma con controlli per la salvaguardia e l’educazione.
     

  7. Limitazioni, divieti e soprattutto aumento dei pedaggi o altra forma di “selezione” sulla base della capacità di spesa. Meno turisti o magari distribuiti in tempi diversi ( numero chiuso a pagamento). E l’ambiente si può salvaguardare guadagnando. Il denaro comanda. 

  8. Ma come?la pubblicità non era l anima del commercio, ora non più?
    Mi vendi ste 3 cime in tutte le salse e anche nel latte,ci fai di tutto sotto sopra e di fianco poi mi vieni a dire che non  c’e prodotto per tutti?Maddai.
    Es. arrivo da Sidney…25 h di volo e trovo le tre signore piene di gente come me e non mi ci fai salire per il mio sfigato nr.12.501?ritenta sarai più fortunato ma con sovrapprezzo.
    Perché nelle agenzie non mettono le foto qui sopra ? Sarebbe un primo deterrente e resterei forse a casa.
    Le soluzioni all’affollamento possono essere svariate ,ma nemmeno una porta gli abituali introiti alle casse comunali, allora gattopardianamente si attua il piano (molto piano)del titolo che non cambia assolutamente una cippa al problema.
     

  9. Ahaha grazie per la paternale seba, ora sono molto più consapevole di prima in fatto di discussioni ecc, meno male che ci sei tu a saperlo evitavo l’esame di retorica alla SNS. Comunque qua non leggo mai opinioni forti tranquillo, per quelle serve il Gelido giusto o qualche altro compagno nei giorni buoni 🤭 per il resto i soliti quattro che se le cantano da quando è nato il blog, in ogni caso di nuovo grazie per la spiegazione…

  10. @ 76
    .
    E’ tutto sui giornali, e ci sono anche i video ; per dire che un turista inquina come un’altro bisognerebbe prima avere letto un giornale e avere fatto delle considerazioni fra l’educazione di un turista giapponese e l’educazione dei Casamonica.
    .
    Se non ti documenti, parliamo del nulla.

  11. Expo: ignoro cos’abbiano detto gli “influencers napoletani”, il sindaco di Roccaraso, Francesco Borrelli, e non potrebbe fregarmene di meno.
    Quello che ho da dire l’ho scritto.
    Se vuoi discutere con me, fallo su qualcosa che ho scritto io, non altri.

  12. Adesso protestano, però quando riempiono i prati di gente con i concerti in quota per “Suoni delle Dolomiti”, con volumi assordanti che basterebbero da soli a far franare un costone, allora va tutto bene, eh? Ipocriti 

  13. @ 72
    .
    .
     
    Ti conosco mascherina !
    .
    .
    Quindi hanno ragione gli influencers napoletani: il sindaco di Roccaraso e il loro concittadino e parlamentare Francesco Borrelli sono dei maledetti razzisti e classisti , perché i due si sono accorti della differenza che c’è fra la crema e la merda ?

  14. Expo: ribadisco e sottoscrivo la mia frase che citi (e che riporto di seguito):

    Rigetto totalmente la logica secondo la quale sono benvenuti soltanto coloro che generano un indotto, logica che è alla radice di tutto il problema.

    Detto questo, cosa vuoi?
    Condanno chiunque inzozzi qualunque prato, ma non me ne frega niente, e oltretutto è irrilevante, che abbia speso pochi € per un viaggio in giornata e si sia portato il panino da casa, oppure stia in un albergo a 10 stelle, che provenga dal sottoproletariato, oppure dalla “società bene”.
    Chi fa questi distinguo fa un discorso classista.
    L’educazione non è qualcosa con cui si nasce, scrivi correttamente, e nemmeno qualcosa che si compra, né si eredita per censo, aggiungo, se mi è permesso.
    Il problema del numero di presenze è un altro capitolo, diverso anche se collegato: spero sia inutile ribadirlo ulteriormente.

  15. @70
    Esattamente quello che ho detto : disagiati , delinquenti e clandestini sono i nuovi “Proletari” , oggetto di protezione aprioristica da parte dei sinistrelli.

    E’ solo di ieri la dichiarazione della nostra deputata europea occupacase , che dice che “dobbiamo eliminare le carceri”…
    .
    Sarebbe anche simpatica se dicesse dove mettere i delinquenti…

  16. “se sei povero o migrante tu puoi sporcare , trasgredire divieti, e fare il cazzo che vuoi e troverai sempre una legione di sinistrelli come avvocati d’ufficio
    ma prima di fare battaglie ideologiche come quella sui migranti che hanno sempre ragione”
    Expo ma con chi ce l’hai ora? Chi cazzo difende i napoletani a Roccaraso? Cosa c’entrano con i migranti e con le Tre Cime di Lavaredo?
    Aripijate, và!

  17. 44) Enrico non fa ridere, si chiama comunicare, discutere. Se poi non ti piace leggere opinioni forti, diverse dalle tue o altro puoi sempre non leggere i commenti e rimanere sull’informazione dell’articolo. Comunicare fa bene, certo però che ci vorrebbe piú rispetto! Non sentirti superiore, anche perché se tu lo fossi stato non ti saresti immischiato a noi! Discussioni inutili, di poco conto, insulti ecc… fanno parte del gioco e della vita.
     

  18. @ 65

    Rigetto totalmente la logica secondo la quale sono benvenuti soltanto coloro che generano un indotto, logica che è alla radice di tutto il problema.

    Gli zozzoni che hanno dato 30 euro al pulmettaro napoletano e si sono portati il cibo da casa lasciando uno tsunami di rifiuti nei prati di Roccaraso hanno insozzato peggio dei notai con il suv , pero’ , prevedibilmente, se sei povero o migrante tu puoi sporcare , trasgredire divieti, e fare il cazzo che vuoi e troverai sempre una legione di sinistrelli come avvocati d’ufficio, vero ?


    Mi viene da ridere perché sul thread dedicato ai diecimila cannibali a Roccaraso, c’era pure uno scienziato che con lo stesso atteggio ideologico – pauperista , mi diceva che a Roccaraso inquinano più i notai col suv.

    Ora , prima che qualche coglione si monti la testa, non sono notaio e non ho simpatia per i suv , ma prima di fare battaglie ideologiche come quella sui migranti che hanno sempre ragione , sarebbe bello assicurarsi che tutti abbiano capito la differenza fra 10.000 giapponesi e 10.000 figli del sottoproletariato urbano.

    L’educazione civica  , purtroppo, non è qualcosa con cui si nasce.

  19. i divieti servono solo a far spendere più soldi, perché non sono MAI dettati da motivi “etici”. Quindi i divieti servono solo a selezionare il pubblico delle montagne in base al reddito. Come i calciatori che parcheggiano sul marciapiede davanti ai locali. O i “riccastri” che portano lo yacht nelle cale più belle del mediterraneo. O i miliardari che si mettono in coda per l’Everest. Tanto per loro il problema non sono i soldi, e non saranno la causa di una loro miglior educazione e rispetto.
    Tanto pagano e risolvono.
    Ciò detto la selezione del pubblico sarà sempre più cafona e arrogante
    e torniamo al mio post di prima. 
    Michelle Comi a capo del comitato di riordino delle Dolomiti

  20. I divieti una volta messi non si tolgono più.
    Non vedo perchè dovrei essere contingentato, mentre gli enti locali continuano imperterriti a costruire infrastrutture.
    Chi lo fa il danno maggiore all’ambiente?  I turisti che vanno e vengono, o le infrastrutture che rimangono e per farle bisogna tagliare, sbancare, minare, costruire ??

  21. Expo:

    Metti un numero sufficiente di questi “principini” in qualsiasi contesto naturalistico , e forse ti accorgerai che il problema non sono esattamente i 30 euro

    Ma infatti i 30€ li hai tirati in ballo tu, mica io.
    Non sporcare/inquinare è imperativo per tutti, per chi spende 30€ per un viaggio in bus come per chi ne spende dieci e più volte tanto per una notte in albergo con tutti i comfort (e annesso personale sottopagato in nero).
    Il numero di presenze, oltre una certa soglia, diventa un problema in ogni caso, indipendentemente dalla capacità di spesa delle persone, questo è più che ovvio, e ti ho già scritto che non ho soluzioni: mi piacerebbe tanto averne, ma purtroppo faccio un altro mestiere.

  22. Per la salute delle montagne, meglio un divieto in più, magari immotivato, che uno in meno. per intanto diamo loro un po’ di respiro, poi andiamo a ragionare. la speranza è che, di divieto in divieto, i cannibali si scoccino e si dedichino ad altro. Così quando toglieremo i divieti, ci sarà meno afflusso di oggi perché una bella fetta di cannibali nel frattempo si sono dedicati ad altro.

  23. @ 59-

    Chi e va e torna, anche con meno di 30€, con borse frigo e barbecue, e lascia i prati (e il resto) puliti non è un problema.-
    Se non ci fosse il problema , allora non servirebbe una soluzione ; -Se mio nonno aveva tre palle , allora era un biliardo !–Metti un numero sufficiente di questi “principini” in qualsiasi contesto naturalistico , e forse ti  accorgerai che il problema non sono esattamente i 30 euro…… https://www.facebook.com/reel/1035190928306573

  24. Expo:

    Questi che vanno e tornano con 30 euro le loro borse frigo e barbecue , lasciando i prati come da video non sono un problema ?

    Chi e va e torna, anche con meno di 30€, con borse frigo e barbecue, e lascia i prati (e il resto) puliti non è un problema.
    Se vuoi sapere come arginare il numero di turisti (che comprendono anche i paria che “non generano indotto”), spiacente ma non ho soluzioni: faccio un altro mestiere.

  25. @ 52 Questi che vanno e tornano con 30 euro le loro borse frigo e barbecue , lasciando i prati come da video non sono un problema ?-Che cos’è , razzismo all’incontrario , contro corrente alla cieca come i salmoni ?E cosa succede se il giorno dopo ne arrivano altrettanti ?Che “Tanto è colpa del governo , del capitalismo e del fascismo ?”-

    https://www.youtube.com/watch?v=2tW2eS2SIUg

  26. ti sei offeso cucciolo? ti facevo più tenace dalle foto e dagli scritti eroici che pubblichi, ma come tutti gli egomani sei particolarmente suscettibile vedo…

  27. grazie Benassi per aver esemplificato come meglio non potevi i problemi e l’atteggiamento che sottolineavo pocanzi. Non c’è altro da aggiungere…

  28. Per fortuna siamo vecchi e certi posti di merda li abbiamo goduti prima del delirio.E non mi si dica che li abbiamo sfruttati, perché porco cane, un minimo di indotto lo abbiamo sempre portato. Peccato che adesso non basti più per essere considerati.

    Drugo, sono contento di essere vecchio, alla faccia di chi mi vorrebbe fuori dalle palle, perchè posso dire di avere VISSUTO una montagna che oggi  manco se la sognano. Una montagna, un ambiente che hanno ridotto, come giustamente dici te,  al delirio.
    Però io a queste limitazioni mi RIBELLO, non le accetto. Non sono stato io a volere la montagna ridotta così. Nel mio piccolo l’ho dato anche io il mio contributo economico, e adesso mi si dice, devi stare fuori per proteggere un ambiente. Ma quale ambiente?  Quello che avete spremuto a vostro piacimento trasformandolo in un luna park ?!?!?!?

  29. E se il posteggio venisse messo moolto più in basso , e da Cortina in su si gira solo con navette del comune e niente mezzi e camper privati, come a Zermatt ?

  30. La salvaguardia dell’ambiente non interessa a nessuno: l’affollamento diventa un problema soltanto quando potrebbe causare una diminuzione degli introiti dei vari interessati.
    Rigetto totalmente la logica secondo la quale sono benvenuti soltanto coloro che generano un indotto, logica che è alla radice di tutto il problema.

  31. Benassi, col tuo commento 3) hai detto tutto quanto ci sia da dire; oltre vi sono solo (s)piacevoli recriminazioni tra vecchi (alcuni più fuori che dentro, per troppi più dentro che fuori).
    Quanto dia veramente la misura di quanto dici è dato dal fatto che oramai per chi vive/disciplina le attività turistiche in montagna, non vi sia da tempo alcuna considerazione per il turista tradizionale (dal fungaiolo all’arrampicatore in solitaria).
    Vengono considerate solo le opportunità, in primis la propensione allo spendere, date dal turista generalista al quale fino a ieri non fregava una pippa dell’alpe.
    Pertanto o si permette tutto o si vieta tutto, fregandosene di una minoranza infima che vorrebbe salire presto e tornare tardi per fare qualcosa in giornata senza usufruire di un rifugio da prenotare in anticipo e a prescindere dalle più recenti previsioni meteo.
    Tanto per ribadire quanto dici, ormai nelle valli ladine il giornaliero non lo vogliono più vedere a prescindere dal fatto che faccia un picnic o una vietta sulle Mesules.
    Per fortuna siamo vecchi e certi posti di merda li abbiamo goduti prima del delirio.
    E non mi si dica che li abbiamo sfruttati, perché porco cane, un minimo di indotto lo abbiamo sempre portato. Peccato che adesso non basti più per essere considerati.

  32. riky sono ben conscio che se presenti un piano come quello che hai descritto sarebbe preso in considerazione.
    Purtroppo.
     

  33. Nota a margine per la redazione: la foto del luglio 91 va vista allo specchio, il monte Piana non può essere a sud-est. Fine OT.

  34. @matteo, credi che io stia scherzando? Lascia stare i professionisti del cazzeggio, rimani concentrato sul punto!

  35. Luca Tosi, l’unico sovraffollamento realmente fastidioso è quello delle sinapsi cerebrali di chi non riesce a seguire più di frasi assieme.
     
    Lucio Virzì al #21 ha scritto: “Dal mio canto sogno, un giorno, di poter salire dalla Val Campodidentro, magari una mattina alle 5.00 in autunno, in totale solitudine, ed arrivare al Rifugio Locatelli al cospetto delle Tre Cime” e io gli ho detto che non è necessario aspettare l’autunno, perché Campodidentro non so, ma in valle della Rienza o la val Longeres alle 5 del mattino di luglio non c’è nessuno, perché quelle ho percorso.
    Mi piacerebbe capire da dove evinci che sia un comportamento consumistico o a scapito di chi o di che cosa (di solito non lascio rifiuti e se cago copro con un sasso e brucio la carta, per intenderci).
     
    Che io sia un teorico del sovraffollamento è tutta una tua invenzione, che quella qui riportata sia una bega tra comuni a cui non frega niente del sovraffollamento, ma solo dei soldi mi pare evidente. 
    Risolvere il sovraffollamento alle Tre Cime come il problema dei passi dolomitici non mi pare poi così difficile: basterebbe chiudere la strada ai mezzi privati dalle 9 alle 16, per esempio.
    Sperare che lo facciano questi comuni (e Auronzo in particolare) mi pare illusorio, perché interessati solo agli incassi, del sovraffollamento non gliene frega nulla.

  36. ciao Placidus tu a parte commentare sui soprannomi hai altro da dire? La tua sterile telecronaca non ci interessa. Comunque fate ridere siete gli stessi quattro che commentano e si rispondono da un decennio, talvolta pure insultandosi, però fate gruppo – contro Nessuno – quando qualcuno si inserisce nel dibattito. Bulletti da blog!

  37. Ma basta, siete vecchi dentro. Ascoltate uno che la sa lunga: imballare ancora di più le 3 cime per salvare il resto. È la soluzione finale (!) non c’è alternativa. Quindi: liberalizzare quasi totalmente l’accesso, parcheggio selvaggio, bollicine gratis a chi viene con motore V8 euro0, elicottero per foto di vetta e sull’anello sotto mettiamoci anche un mercatino di natale permanente. Con Speck rumeno e orpelli natalizi Made in China, tanto quello che conta è il selfie. Proseguendo: Tapis Roulant che fa il giro delle pareti. Perché anche il ciccione obeso ha diritto, giusto? O la gran figa coi tacchi. Bisogna essere inclusivi! Poi: schiodare le pericolose e non omologate vie d’arrampicata che portano solo pezzenti e fare ferrate a nastro con autobelay o guide alpine per i più avventurosi. Chiaramente chiedere l’ISEE all’ingresso, che appunto, di pezzenti non ne vogliamo. Reddito minimo 80K. Gli unici esentati dalla presentazione di documenti sono tassisti e altri cavalieri del nero assoluto. Ma una strizzata d’occhio al controllore e l’Audi rs6 già bastano. massimo due per auto, meglio se da soli. Auto elettriche vietatissime! Tutti i rifugi devono mettere reggeton e musica da apres ski obbligatoriamente dalle 10 del mattino. Ovviamente devono offrire menù di polenta e cervo, ma anche avere branzini e gamberi e ottime bollicine. Jacuzzi e escort (o toy boy per il gentil sesso) per finire, ma questo non dovevo neanche specificarlo.
    Madrina della nuova gestione: Michelle Comi.
    Per l’inaugurazione mega concerto di David Guetta da un palco sospeso sulla Nord della cima grande che apre le danze spiegando che verranno piantati 7 pini in Ucraina perché siamo green, ecofriendly e dobbiamo offrire ai giovani un pianeta più bello. Render del progetto e subito dopo musica e mdma per tutti, che non siamo qui a romperci le balle!
    (scommettiamo che se proponessi questo progetto alle amministrazioni locali lo valuterebbero con estrema attenzione e richiesta di approfondimenti sui dettagli tecnici?)

  38. Lucio hai ragione e condivido: negare l’innegabile o, peggio, criticare ogni manifestazione di pensiero che inviti alla riflessione etichettandola come interesse locale credo sia di un relativismo etico-morale sconcertante, che a mio avviso è figlio di un certo modus generazionale di intendere la società. Per quanto riguarda il negare l’accesso – soluzione emergenziale – o, meglio, puntare a uno sviluppo che non faccia del turismo il dogma che è diventato credo sia un passaggio molto complicato: purtroppo il mondo che abbiamo ereditato dai nostri padri fa del interesse privatistico il cardine stesso della società, e sarà dunque molto arduo subordinare questi molti singoli che oggi pretendono le vacanze di cui stiamo discutendo a ciò che resta di una comunità, in questo caso cadorina (ma si potrebbe estendere a qualsiasi altro luogo). Purtroppo ovunque si sente parlare di valorizzazione dei territori, qualunque cosa questo voglia dire, e pare un fenomeno inarrestabile anche grazie ai teorici del sovraffollamento e del relativismo morale, che qui come altrove si prodigano a difendere lo status quo (per almeno altri 20-25 anni, data presunta del loro trapasso). Pensa che arrivano all’abominio di sperare che i giovani muoiano prima di loro pur di continuare a vivere nel benessere sfrenato a cui sono abituati.

  39. Si diverte con poco: gli basta un nuovo nick cui far ripetere sempre le stesse cose.

  40. Luca, io non dico che la soluzione sia il numero chiuso o lo smantellamento di ogni via di accesso facile, solo che non è veramente possibile negare il sovraffollamento. Nessuno ha la soluzione, e io per primo dico che, avendo usufruito di un ambiente più sano, solitario e pionieristico, non mi sentirei di negare l’accesso a chi non ha avuto la mia fortuna.

  41. Lucio: Matteo è un teorico del sovraffollamento sostenibile, per lui è tutta una bega di quartiere l’importante è scalare e fare la propria via e portare a casa la giornata, non importa a scapito di chi o che cosa. Imbevuto di cultura consumistica occidentale. Poi qui e sui social, in perfetto stile salottiero, lui come altri si prodigano in analisi e soluzioni varie, ma nella realtà ciò che conta è non rovinare il giocattolino turistico quindi se provi a insinuare che ciò che dicono non è vero negano di fronte all’evidenza. D’altronde: vuoi che rinneghino decenni su decenni di acritiche vacanze e settimane bianche?

  42. Matteo, la “statale delle tre cime” è la 101, dal “rifugio” auronzo al lavaredo. Fai il buono te, dai.
    Che fortuna che hai avuto, in genere alle 7 di mattina il bivio di misurina è già presidiato da un vigile che blocca il transito. incredibilmente fortunato tu!

  43. Dai Virzì, fa il bravo: alle 5 di mattina? E cos’è la statale delle Tre Cime?
     
    A ogni buon conto a luglio scorso fino alle 9 il parcheggio è semivuoto, sui sentieri quasi nessuno e in parete pure.
    E pure dalle 17 in avanti.

  44. Come le formichine di Vettori …
    solo più a colori e decisamente più fumanti!

  45. Virzì, ho letto che hai scritto :

    (purchè, ribadisco, riporti a valle i suoi rifiuti!)

    Ma ho ribadito, visto che non mi pare abbiano molto rispetto, visto il pattume abbandonato.
    Forse sono abituati così a casa loro, a buttare rifiuti per terra. Lo so è sbagliato avere dei pregiudizi, ma che forse certi pregiudizi nascono da fatti e comportamenti?

  46. Matteo: insomma, mi è capitato di andare presto in agosto, e c’erano già mamme con i passeggini sulla provinciale delle tre cime ahahah
    Alberto Benassi, non dico tanto, ma almeno leggere quello che quoti. 🙂

    E questo discorso si estende anche a Roccaraso; chi siamo noi (chi sono io) per decidere che il napoletano che vede la neve una volta l’anno non possa prendere un pullman dalla città e fare un picnic vicino agli impianti? (purchè, ribadisco, riporti a valle i suoi rifiuti!)

    E che diritto hanno i napoletani di riepiere di rifiuti Roccaraso???Forse loro sono abituati così, ma non è così che deve funzionare.

  47. Alberto. Il problema esiste e sta scoppiando in vari luoghi. Su questo tutti siamo d’accordo. Sulle politiche da adottare io ho un approccio laico: proviamo diversi pacchetti di interventi e vediamo l’effetto che fa. Valutiamo con rigore i risultati, analizziamo i fallimenti senza indulgenza e raccogliamo i casi di successo. Il 9 manifestazioni in tutt’Italia e anche  sulle Apuane come probabilmente sai. Se riesco ci vengo. Ciao

  48. E questo discorso si estende anche a Roccaraso; chi siamo noi (chi sono io) per decidere che il napoletano che vede la neve una volta l’anno non possa prendere un pullman dalla città e fare un picnic vicino agli impianti? (purchè, ribadisco, riporti a valle i suoi rifiuti!)

    E che diritto hanno i napoletani di riepiere di rifiuti Roccaraso???
    Forse loro sono abituati così, ma non è così che deve funzionare.

  49.  abbiamo dato un esempio di disciplina e di adesione attiva anche da parte dei fumatori che ha nettamente battuto persino gli svizzeri. Un caso di successo da studiare per un decisore pubblico.

    Roberto, scusami ma da boomers mi riesce meglio darti del tu.
    Sul divieto di fumo imposto nei luoghi pubblici, mi trova d’accordo. Fosse per me metterei una pena severrissima a chi butta rifiuti in giro, minimo 10 anni di carcere.
    Ma qui non sono d’accordo.  Dobbiamo fare un passo indietro per l’ambiente? Bene, facciamolo tutti. Lo stato e gli enti locali per primi a dare l’esempio. Per educare si deve dare l’esempio.
    Se l’esempio è lo scempio  costruito al passo Santner, cosa vuoi educare???
    Quindi meno infrastrutture e scarpinare a piedi. Vedrai che i numeri intorno alle Tre Cime calano in modo naturale e senza divieti.

  50. Cla. La strategia darwiniana del collasso cercato e della autoregolazione per sopravvivenza delle masse turistiche può anche essere perseguita però bisogna sapere a cosa si va incontro e ai danni collaterali da gestire, esattamente come la strategia opposta delle imposizioni dure e pure. Poi bisogna valutare i risultati. 

  51. concordo in totto con Cla viva le riserve di turismo di massa grazie ai teorici del sovraffollamento teo&co e boomerologi molto presenti qui sul blug così noi scarsi con poco tempo e meno voglia di faticare ci possiamo divertire abbasso elitisti e etici rompiscatole gelido for-freedom

  52. Le riserve non vanno fatte per proteggere l’ambiente ma per attirare e concentrare il maggior numero di turismo di massa, così fuori dalla riserva la situazione e più tranquilla.
    In pratica dei campi di concentramento per turisti.
    È l’unica soluzione!

  53. Ma perché togliere 14mila macchine/giorno che stanno lì tranquille in coda per ore sulla  strada delle tre cime? E pagano pure per questo divertimento!
    Se le togli da lì poi vanno a impestare un altro posto!

  54. Benassi. Il tema del consenso e dell’accettazione positiva e non passiva  è importante anche se possono esserci delle forzature iniziali. Il caso del divieto di fumo nei luoghi pubblici è stato un caso di cui ha parlato tutto il mondo: abbiamo dato un esempio di disciplina e di adesione attiva anche da parte dei fumatori che ha nettamente battuto persino gli svizzeri. Un caso di successo da studiare per un decisore pubblico. 

  55. Lucio, se parti alle 5 del mattino arrivi al Locatelli senza incontrare nessuno anche ad agosto

    Mauro non ti illudere, gli altoatesini non hanno alcun merito della situazione (semmai solo invidia): la strada fino a forcella Lavaredo l’hanno fatta gli Alpini nel ’15 e il comune di Auronzo se l’è trovata lì.

  56. 19  Roberto Pasini, classico atteggiamento da italiani che chinano sempre la testa di fronte ai provvedimenti dell’autorità, anche quando sono palesemente sbagliati o ingiusti.
    Vuoi limitare gli accessi?  Inizia a smontare le infrastrutture che li facilitano. Fai in modo che alle Tre Cime ci si possa andare solo a piedi.
    E’ molto semplice.

  57. Per come la vedo io non c’è proprio paragone nella gestione del territorio a cavallo delle due regioni Veneto e Alto Adige che le Tre Cime di Lavaredo dividono esattamente a metà: da un lato, quello altoatesino, non ci si può arrivare neppure in bicicletta e il parcheggio accessibile normalmente in macchina dista minimo 8 km a piedi, con quasi mille metri di dislivello, dall’altro si arriva sotto le Tre Cime in macchina pagando un cospicuo pedaggio (mascherato da tariffa per il parcheggio). Non vedo cosa dovrebbero fare più di così i comuni altoatesini interessati da questo articolo, se mai si dovrebbe prendere esempio da quello che hanno già fatto: istituire un  territorio protetto e mantenerlo tale.
    Ovviamente questo passa attraverso limitazioni nell’accesso al rifugio Auronzo con mezzi propri che non siano biciclette o e-bike, non vedo alternative. 

  58. Roccaraso invasa, il sindaco blocca i pullman. Le tre cime di lavaredo invase, e i comuni limitrofi (ma non quello principalmente impattato) studiano il numero chiuso. Chi ha vissuto quelle montagne quando non erano ancora una meta turistica è ormai morto da tempo, perchè la zona delle tre cime è meta di turismo di massa da oltre un secolo. Certo, è con la motorizzazione e con la creazione della strada a pedaggio (“la faremo pagare solo fino a quando raggiungeremo il pareggio con le spese!” me le ricordo ancora queste parole…) che il tutto ha raggiunto vette di insostenibilità.Da una parte concordo che è triste vedere commercializzata l’esperienza delle tre cime come se si trattasse di un villaggio vacanze, ma devo anche ammettere che noi siamo stati fortunati ad aver vissuto un epoca in cui si poteva ancora arrivare al Locatelli in solitudine, e che non è giusto per questo impedire alle generazioni che sono arrivate dopo, di vivere la loro esperienza, così come gli è concesso di farlo.
    Trovo profondamente ingiusto ridurre la pressione antropica a suon di decreti e numeri chiusi (fermo restando che devono essere rispettati divieti e vincoli ambientali e, soprattutto, l’immondizia va riportata a valle…); i sognatori, gli alpinisti, gli avventurieri, hanno ancora, per fortuna, la possibilità di godere di natura incontaminata, non serve neppure allontanarsi troppo dalle tre cime, basta percorrere un po’ di km verso est…
    E questo discorso si estende anche a Roccaraso; chi siamo noi (chi sono io) per decidere che il napoletano che vede la neve una volta l’anno non possa prendere un pullman dalla città e fare un picnic vicino agli impianti? (purchè, ribadisco, riporti a valle i suoi rifiuti!)
    Insomma, che la difesa del territorio, e dei siti Unesco, non si trasformi in difesa delle proprie personali voglie di avventura incontaminata. Per la vera Avventura c’è ancora spazio, per chi sa cercare.
    Dal mio canto sogno, un giorno, di poter salire dalla Val Campodidentro, magari una mattina alle 5.00 in autunno, in totale solitudine, ed arrivare al Rifugio Locatelli al cospetto delle Tre Cime, ormai anziano, e ricordare quando salivamo con mia nonna, incontrando rari escursionisti (quasi sempre tedeschi) alla fine degli anni ’70.

  59. Benissimo ne prendo atto e mi comporto di conseguenza. Il problema di soffocare è vostro.

  60. Con riferimento anche alla discussione fatta altrove sul divieto di accesso per gli arrampicatori ad un’area di Parco vorrei precisare che quando si fanno “valutazioni di impatto a priori o a posteriori” dell’azione pubblica tra i vari criteri che si utilizzano c’è anche quello dell’accettazione e del contenimento delle violazioni. Questo non significa che tutti devono essere d’accordo ma che la gran parte delle persone devono accettare certi provvedimenti in modo pro-attivo percependone i vantaggi per la comunità anche a fronte di limitazioni individuali, magari dopo una fase di resistenza iniziale e di aumento delle sanzioni: vedi divieto di fumo nei luoghi pubblici o uso dei caschi e delle cinture. 

  61. I cloni continuano a divertirsi, alzano e abbassano il livello, mentre i tardi annaspano. Benaxxi della tua educazione non sappiamo che farcene: non la pretendiamo a differenza tua, e non abbiamo nessun rispetto per i boomers, vera feccia del XXI secolo

  62. ma contemporaneamente per la stessa organizzazione si possano realizzare scempi come quello del rifugio Santner,

    Infatti, non vedo perchè dovrei rispettare divieti, limitazioni, ect. dal momento che vengono permessi e realizzati scempi ambientali del genere.
    Iniziamo a chiudere la strada delle Tre Cime che porta al rifugio Auronzo. Poi se ne parla.

  63. ma nel frattempo ben vengano anche i divieti, i numeri chiusi, le prenotazioni obbligatorie…

    E noi ci preoccuperemo, di NON rispettarli.

  64. Trovo che si stia abbassando in maniera preoccupante il livello degli interventi dei cloni…

  65. BRIGANTUCCIO, se devo mollare l’osso per farlo spolpare a gentuccia come te, stai SERENO  che non lo mollo.
    Quando imparerai un pò di educazione e rispetto nel rivolgerti agli altri, allora lo farò anche io con te.
    Per adesso puoi anche andare a caaaareee

  66. # piùmontagnaperpochi. Io auspico che si ottenga ciò facendo tornare la montagna  spartana e severa (=NO ogni manifestazione di consumismo), determinando quindi una scrematura cioè selezione naturale in chi continuerà ad andare in montagna, ma nel frattempo ben vengano anche i divieti, i numeri chiusi, le prenotazioni obbligatorie…

  67. Quando ci si trova di fronte ad un problema di sovraffollamento non sostenibile di uno specifico luogo la gamma dei possibili interventi non è infinita. Le azioni si collocano lungo un asse che va dall’estremo della chiusura totale permanente o temporanea all’estremo del liberi tutti in modo da provocare un collasso che generi un rigetto spontaneo e un crollo dell’interesse. Tra i due estremi ci sono vari “pacchetti” che combinano diverse leve: prezzi, contingentamenti, comunicazione, eliminazione delle facilitazioni…Il problema è prevalentemente pratico più che valoriale. Si tratta di capire quale soluzione e’piu’ efficace nel tempo rispetto agli obiettivi che ci si e’ posti. Purtroppo la pratica delle “studi di impatto” dell’azione pubblica è da noi poco sviluppata. Si leggono molti resoconti di annunci con la connessa tendenza al conflitto e alla diatriba sui principi ma pochi resoconti su come e’ andata a finire, sui successi e sui fallimenti. Una raccolta delle “pratiche migliori” sarebbe utilissima per chi deve prendere decisioni. I media potrebbero fare un lavoro importante di informazione a questo proposito anche se attira di più un pezzo sugli annunci e sulle crisi  che non un pezzo sui risultati. 

  68. Fa un po’ ridere che l’afflusso di turisti possa rappresentare un problema per il carrozzone Unesco, ma contemporaneamente per la stessa organizzazione si possano realizzare scempi come quello del rifugio Santner, dove probabilmente i delegati saranno anche andati per una deliziosa cena gourmet.

  69. Benaxxi da un caiota non mi aspettavo certo che capisse, torna a giocare con i corsi CAI e lascia stare noi giovani: dovresti solo augurarti che quelli come te si facessero da parte, si chiama corso naturale delle cose ma voi opulenti non mollate l’osso, siete stati troppo bene in questo mondo e prolungate così la nostra agonia nel sopportarvi auspicando addirittura un mondo di boomers. Pensa te a quale stortura il benessere economico ci ha portati: vecchi che sperano nella morte dei giovani!

  70. Enrico Brighante, puoi sempre sperare in una bella guerra. I boomers per motivi di età non ci andranno al fronte, ma i giovani come te si, ed in molti,  si toglieranno dalle palle.
    Se sarai fortunato tornerai vivo, così, potrai vivere in un mondo meno sovraffollato.

  71. @Roberto quello che indichi mi pare l’atteggiamento tipico del boomer-individualista cresciuto nell’opulenza e nel benessere dei consumi. Finché non ce ne liberiamo, nel mondo del lavoro così come nella società, per noi giovani le cose non cambieranno mai. Sono anni che sostengo che il vero problema sono sti 50-60-70enni buoni a nulla che tuttavia non si tolgono dalle palle e ci soffocano. Questo problema del sovraffollamento, così come molti altri, lo dobbiamo alla grande visione di futuro che hanno saputo sviluppare dagli anni 60 ad oggi…

  72. Anche il levare di scudi dei sindaci di S.Candido e Dobbiaco sembra in effetti una bega locale. E in effetti il sindaco di Auronzo non vuole certo le montagne tutte per se: si accontenta di mungere lui la vacca…
     
    Per fortuna c’è il confusissimo Gelido che oltre a non dire nulla di intelligente riesce a cambiare idea due volte nella stessa frase.
     
    Io per conto mio l’anno scorso sono andato ad arrampicare in Lavaredo due volte partendo dal lago di Landro e da quello di Antorno: e tu Gelido?

  73. Evvai Gelindo del chiticaca d’Orbetello tutta arroganza e poooo cervello. Si vede il marsupioooo? Il marsupio si, si, si!
    Fossi in te mi farei portavoce, presso gli enti locali,  per costruire un ascensore interno alla Cima Grande di Lavaredo, così da vomitare in vetta, con tanto di terrazza panoramica le migliaia di turisti. E da li un vertiginoso ponte tibetano mozza fiato che li porta sulla Cima Ovest e un altro sulla Cima Piccola. Sai che business!!

  74. Il problema a me pare la visione limitata: facile allora gridare alla valorizzazione, facile oggi rifarsi alla protezione, sono entrambe visioni miopi. Chi ci vede lungo denuncia in tempi non sospetti e indica il problema prima ancora che si manifesti, gli altri pecoroni prima sostengono che non ci sono problemi, che son solo problemucci di quartiere, per poi anni dopo magari ricredersi o indignarsi facendo finta di essere sempre stati dall’altra parte, indicando che “questi sì sono i veri problemi, non il luogo x y dove c’è un turismo tutto sommato ridotto e gestibile, niente a che vedere con questa zona z in cui invece i problemi sono reali”. Questo è il vero problema secondo me: l’assenza di perspicacia, di visione critica, di proiezione nel futuro…

  75. Questi luoghi sono diventati oggetti da spremere. Gli enti locali li usano a loro piacimento , a loro uso e consumo. Prima li hanno fatti invadere, costruendo infrastrutture per facilitare al massimo l’accesso, in modo da arraffare soldi a più non posso. Ora vogliono creare il turismo di elite, limitando la libertà di accesso, con la scusa della protezione ambientale, di cui non gli frega una minchia,  perchè se gliene fosse fregato, non saremmo arrivati a questo punto.

  76. Concordo appieno spero che i nostri intellettuali delle beghe locali Matteo Essspooo ecc intervengano a favore del sovraffollamento come loro solito fare abbiamo bisogno di banalizzazione del problema come solo loro sanno fare loro sì che ne sanno e anno grandi argomenti contro questi elitisti e beghe locali infatti come dicono altri grandi pensatori saranno i soliti 4 cadorini che vogliono tutte le montagne per loro ma che diritto anno sulla loro terra secondo me nessuno vive la libertée e turismo di massa anche per chi vuole sciampagne in cuota grazie matteo esspooo ecc veri intellettuali del overturismo abbiamo bisogno di voi per favore intervenite a favore delle 15000 auto al giorno 

  77. La leggerezza con cui ambientalisti e indigeni parlano di limitazioni e addirittura di numero chiuso è sconcertante. Non ci sono soluzioni facili, ma senza libertà non c’è alcuna soluzione.

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