Chi comanda nel mondo? – 3 (3-3)
di Roberto Pecchioli
Nelle precedenti parti di questo elaborato abbiamo cercato di delineare una mappa dei detentori del potere nel mondo, o meglio in Occidente e nella parte del pianeta ad esso legato. Detto dell’alleanza strategica tra i signori del denaro (finanza) e i padroni delle tecnologie relative alle nuove scienze, abbiamo affrontato il tema degli strumenti di cui si servono per affermare e perpetuare il loro potere. L’orizzonte è quello della privatizzazione di tutto, l’estromissione della dimensione pubblica e comunitaria e i governi ridotti a gendarmi di servizio. Il finanzcapitalismo (Luciano Gallino) è diventato biocrazia senza alternativa (l’acronimo TINA, there is no alternative) in sinergia con la tecnocrazia informatica ed elettronica.
Lo strumento più antico di perpetuazione del potere – attraverso la cooptazione degli elementi ritenuti più affidabili – è la massoneria. Fondata nel 1717, circondata da un alone di segretezza, ha avuto nel tempo tra i suoi membri e dirigenti larga parte delle élite europee e occidentali. Al di là del giudizio sulle idee che propugna e della banalizzazione complottista che ritiene il Grande Oriente la sentina di ogni male, le logge massoniche – con la loro struttura sovranazionale il cui centro è l’anglosfera – esercitano un forte potere di influenza, ma innanzitutto sono un luogo privilegiato di incontro e decisione. Restano una delle sedi privilegiate per dibattere, disegnare scenari, assumere decisioni, il bacino in cui selezionare personalità destinate a ricoprire ruoli dirigenti in campo politico, culturale, economico, finanziario, istituzionale, militare.
Tuttavia, anche la massoneria è un potere derivato, che non potrebbe esercitare il ruolo che ha se non entro la cornice del sistema che abbiamo descritto. In termini marxisti, essa è un elemento della “sovrastruttura” (Ueberbau), l’insieme dei fenomeni ideologici, culturali e spirituali che corrispondono alla base materiale ed economica della vita sociale. Di questa base o struttura, la sovrastruttura è un riflesso, ma non semplicemente un prodotto. La struttura (struktur) è l’economia, cioè le forze produttive (uomini, mezzi, modi) e, insieme, i rapporti giuridici di proprietà. Marx non seppe però analizzare compiutamente il ruolo sovraordinato della finanza, che rivestì poi un ruolo centrale nella rivoluzione bolscevica e controllò a lungo la banca centrale sovietica.
Abbiamo rammentato che i signori del mondo poco potrebbero se non avessero al loro servizio l’apparato militare, di sorveglianza e di informazioni degli Stati in cui esercitano il dominio. Ciò è ancora più vero da quando la privatizzazione generale ha investito le grandi organizzazioni internazionali. La piovra finanziaria, infatti, non è solo dominus e dante causa di soggetti come la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (prodotti del sistema di potere uscito dalla seconda guerra mondiale) ma si è impadronita, di fatto, delle organizzazioni transnazionali.
Tocca ribadirlo: la mano che dà è superiore a quella che riceve. Perfino l’ONU – ossia il luogo di incontro degli Stati teoricamente sovrani – è infiltrata, attraverso i finanziamenti e la burocrazia dirigente, da potentati privati. Un soggetto come l’Unesco, il ramo delle Nazioni Unite che si occupa di educazione, scienza e cultura, è controllato da uomini dell’oligarchia. Primo presidente e ideologo dell’Unesco fu Julian Huxley, eugenetista, nipote di Thomas, detto il mastino di Darwin, e fratello di Aldous, autore di romanzi distopici come Il Mondo Nuovo, tutti membri di un’influentissima famiglia aristocratica britannica.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) conta su cospicui finanziamenti privati, tra i quali spiccano la Fondazione di Bill Gates e GAVI. Quest’ultima è un’organizzazione di cui “fanno parte paesi e settore privato, come la Fondazione Bill & Melinda Gates, produttori di vaccini sia dei paesi sviluppati che in via di sviluppo, istituti specializzati di ricerca, società civile e organizzazioni internazionali come OMS, UNICEF e Banca Mondiale (fonte: Rappresentanza permanente d’Italia all’ONU)”. Un circolo vizioso: le filiali del Dominio si appartengono e si incrociano, come i loro dirigenti. Il triennio che si sta (forse) chiudendo, quello della pandemia, ha dimostrato l’immenso potere dell’OMS e degli “istituti specializzati di ricerca”, definizione pudibonda di Big Pharma, le multinazionali che hanno in mano, attraverso i farmaci e i vaccini, salute e vita di miliardi di persone. La gestione pandemica ha rivelato altresì l’esistenza di laboratori scientifici riservati in cui si trattano virus e batteri, rafforzandoli (“guadagno di funzione”) allo scopo – dicono – di combatterli.
Il potere dispone di un fiorente settore chimico che ha trasformato l’intera filiera agricola in un protettorato dipendente da prodotti industriali: pesticidi, diserbanti e sementi geneticamente modificati (OGM) senza i quali crollerebbe la produzione. E’ il regno di Bayer-Monsanto, Dreyfus, Basf, Corteva, Syngenta, protetto da ferrei brevetti. La proprietà di questi colossi è in capo al solito grumo di giganti multinazionali.
Un altro tassello del potere sono le grandi ONG (organizzazioni non governative, cioè private), una sorta di pronto intervento con maschera filantropica al servizio del Dominio. Tra esse, Médecin Sans Frontières, Oxfam, Amnesty International e varie altre, un vero e proprio parterre des rois del Nuovo Ordine Mondiale. La caratteristica comune di queste associazioni – di cui vanno riconosciuti comunque i meriti umanitari – è di condividere l’ideologia liberalprogressista delle élite occidentali e di essere finanziate da un’altra architrave del sistema transnazionale, le Fondazioni private.
Favorite da un regime fiscale che le rende quasi immuni da imposte, sono il salvadanaio di grandi famiglie e di miliardari, specie americani. Le più note sono l’OSF (Open Society Foundation) di George Soros, il finanziere ungaro americano di origine ebraica (che nella prima giovinezza lavorò per chi confiscava beni ai suoi correligionari!) e la Fondazione Bill e Melinda Gates. Non meno ricche sono le fondazioni legate alle famiglie Ford, Rockefeller, Carnegie e altre più appartate. Movimentano miliardi di dollari ogni anno a favore di varie cause, e vengono considerate dalla narrativa ufficiale bastioni della filantropia.
La sola OSF – a cui Soros ha conferito nel tempo almeno trenta miliardi di dollari – distribuisce ogni anno più di un miliardo a ONG, associazioni, partiti, gruppi, individui, università che condividono l’ideologia oligarchica dominante, il coacervo di liberismo economico, libertarismo sociale, materialismo e consumismo. In Italia spiccano tra i beneficiari il vecchio partito radicale, Più Europa e le associazioni collegate, con al centro Emma Bonino, dirigente dell’OSF.
Il Dominio, per riprodurre il consenso, ha bisogno di controllare – cioè possedere e finanziare – un immenso apparato di informazione, propaganda, comunicazione, intrattenimento, spettacolo e cultura. Guy Debord spiegò che la nostra è una “società dello spettacolo”, inteso come “rapporto sociale fra individui mediato dalle immagini, una visione del mondo che si è oggettivata. Lo spettacolo è sia il mezzo, sia il fine del modo di produzione vigente”. La stragrande maggioranza di noi non è che un soggetto passivo davanti allo schermo della TV, del cinema, degli smartphone e dei computer, diventati parte integrante della nostra personalità e persino fisicità.
Le grandi agenzie di stampa che diffondono – o celano – le notizie che ci raggiungono in tempo reale sono quattro o cinque in tutto, possedute dai padroni universali. L’oligopolio degli onnipotenti. Crediamo ancora al mito del libero cittadino che si forma delle opinioni? Il sistema dello spettacolo e dell’intrattenimento è nella disponibilità di pochi soggetti – anch’essi in gran parte con sede in America o nell’anglosfera – che fabbricano e impongono la visione del mondo, i valori di riferimento, i miti, le opinioni.
Proponiamo un gioco: osserviamo per qualche minuto un film di trenta-quarant’anni fa e uno di produzione recente. La differenza di contenuti, principi, linguaggi, iconografia, idee e condotte mostrate in negativo o positivo, è abissale. Uguale è l’esito di una ricognizione diacronica della pubblicità. Eppure i padroni sono gli stessi: tutti conosciamo Walt Disney, Warner, le “majors” dell’industria musicale. Vinta la guerra con le altre ideologie della modernità, adesso possono dispiegare a beneficio del neocapitalismo globalista tutto il potenziale di costruzione del cittadino unisex a taglia unica, nomade, schiavo del consumo e dei desideri, l’individuo vuoto cui sono sottratte tutte le radici morali, spirituali, comunitarie, familiari.
Da un secolo le scienze cognitive – psicologia, neurologia, psicanalisi – sono utilizzate per orientare gusti, determinare scelte, veicolare idee, ossia per “persuadere”. Uno dei precursori fu Edward Bernays, nipote di Freud, teorico della propaganda, inventore delle tecniche di manipolazione dell’opinione pubblica. Dobbiamo a Bernays l’affermazione secondo cui “la consapevole e intelligente manipolazione dei costumi e delle opinioni delle masse è un aspetto importante della società democratica. Tale manipolazione rappresenta un efficace strumento attraverso il quale uomini intelligenti possono combattere per finalità produttive e contribuire a metter ordine in mezzo al caos”. Ossia controllare le coscienze sotto la copertura della finzione democratica.
Vance Packard parlò di “persuasori occulti”: altri tempi. Oggi il potere non ha più bisogno di nascondersi e mostra, ostenta se stesso, come nelle riunioni del Forum Economico Mondiale. Naturalmente, la vetrina non è il negozio: l’officina delle decisioni resta nel retroscena, la regia in cima alla piramide – l’apparato finanziario-tecnologico – e, un piano più sotto, gli organismi riservati, i “pensatoi” delle élite (think tank), sodalizi come il Bilderberg, la Round Table, i vertici della massoneria e di associazioni elitiste il cui modello sono le britanniche Royal Society, Chatham House, Fabian Society.
L’importanza assunta dalle reti sociali con miliardi di utenti è il perfetto successo di un sistema che ha convinto i più di essere libero e aperto, ma che al contrario – oltre a compravendere i dati di tutti e di ciascuno – ha organizzato un’inedita censura privatizzata. Nel passato, la censura era prerogativa dei sovrani e degli Stati, oggi è appaltata ai social media. E diventa autocensura, per paura e conformismo.
Il successo di tale azione di riconfigurazione cognitiva, linguistica e comportamentale è essenziale. A tale scopo, è stata organizzata una delle più gigantesche operazioni di lavaggio del cervello della storia, un’autentica guerra il cui obiettivo è la nostra mente. Si sta modificando la mappa cognitiva di centinaia di milioni di persone, attraverso la creazione, diffusione e imposizione di una neolingua “politicamente corretta”, che obbedisce cioè a canoni indotti dall’alto, “corretti” in quanto modificati per corrispondere al criterio di bene e di male, di giusto o sbagliato, voluto dal potere.
Chi determina non solo che cosa è giusto pensare, ma perfino con quali parole esprimerlo, proibendo termini e concetti e imponendone altri, è padrone del nostro foro interiore. Bertrand Russell, intellettuale e aristocratico britannico, pronosticò che l’uso appropriato (dal punto di vista dell’élite) delle discipline psicologiche avrebbe convinto la gente che “la neve è nera”. L’università americana di Stanford ha elaborato un glossario del linguaggio “dannoso” e dei corretti termini da usare, contravvenire i quali diventa “discorso di odio”, lo sconcertante psicoreato postmoderno.
La guerra delle parole, cioè dei significati, è stata vinta anche con l’ausilio di sistemi giuridici che rendono legali o illegali parole, concetti e pensieri e negano l’esistenza di una legge naturale. Noi stessi, mentre scriviamo, ci stiamo sottomettendo alla neolingua. Le tappe successive del progetto sono il rovesciamento delle abitudini alimentari umane (un capovolgimento antropologico e biologico) e l’abolizione della proprietà privata diffusa. L’attacco neofeudale alla casa e all’automobile rappresentano l’insidioso annullamento di oltre due millenni di civiltà giuridica romanistica.
Tutto deve essere di loro proprietà, compresi gli esseri umani. Cancellazione: della civiltà, dei diritti, delle parole, della libertà, dell’umanità L’esito è un neo schiavismo in cui i diritti della persona – vanto della nostra civiltà – vengono obliterati a vantaggio di un’oligarchia che atterrisce per metodi, scopi, malvagità, odio per la creatura umana. Di loro non si può dire male: Madamina, il catalogo è questo, disse il servo Leporello alla povera Donna Elvira, elencando le “conquiste” di Don Giovanni.
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Perfettamente d’accordo, non potevi esporlo meglio di quello, che è, anche perchè abbiano una sinistra massonica satanista e trafficanti di esseri umani, occultata.