Claude Claudio Barbier – 1 (1-2)
(alcune lettere)
Lettura: spessore-weight(1), impegno-effort(1), disimpegno-entertainment(2)
Milano, 22 marzo1974
Caro Claudio, è tanto tempo che non ci sentiamo e spero che tu stia bene. Se l’anno 1972 (ti ricordi che ci eravamo incontrati in Calanques?) mi è stato favorevole e ho potuto fare alcune belle prime, l’anno 1973 è stato una vera e propria catastrofe e all’Annapurna ho perso due miei carissimi amici, Leo Cerruti e Miller Rava e solo ora comincio a riprendermi moralmente.
Claudio Barbier, a Parigi, febbraio 1977
Ti scrivo per due ragioni.
A. Sto scrivendo per un editore italiano un libro sulle solitarie (alpine, europee, americane, himalayane, ecc.). Vuole essere una cosa completa, esatta, storica e critica. Tu naturalmente sei uno dei personaggi più importanti, ed avrei bisogno da te di alcune notizie. In particolare vorrei un elenco COMPLETO delle tue solitarie, con specificato se sono prime, seconde o… seste, ecc. Nel caso che non siano prime dovresti dirmi chi è passato prima di te. Naturalmente mi servono anche le date, il più possibile precise. Inoltre mi servirebbe anche qualche nota riguardante la tua attività alpinistica non solitaria, le prime ascensioni per esempio.
In ultimo, vorrei da te due brevi racconti, che facessero capire qual è il tuo pensiero sull’attività solitaria, per esempio il primo racconto potrebbe essere sulla tua impresa più bella e importante (solitaria, a tuo giudizio), il secondo sulla tua più drammatica avventura solitaria. I racconti non devono essere assolutamente lunghi, una pagina, massimo una e mezza. Mandameli pure in francese. Ce la fai a farmi tutto questo entro due mesi? Potresti unirmi una o due fotografie in B&N tue mentre arrampichi, il più possibile belle? Dovresti farmi questo lavoro entro due mesi, ma sarebbe opportuno che tu mi rispondessi subito per dirmi se me lo farai.
B. Quali sono i tuoi programmi per questa primavera ed estate? Verresti in Pale di S. Lucano questa primavera con me? Di passaggio a Milano puoi stare a casa mia. Ti ringrazio molto e ti invio i più cordiali saluti. Alessandro
5 aprile 1974
Caro Alessandro, ho ricevuto la tua lettera otto giorni fa, poi sono partito con i miei, che non sanno guidare, per la Francia. Adesso li lascio alcuni giorni a Perpignan, vado a Montserrat, sperando nel bel tempo. Ti scrivo a 14 km (ultimo paese) prima del confine, in viaggio è molto difficile scrivere!
Sono contento di sapere che tutto vada bene per te. Adesso, un principio di risposta che comporta alcune domande. Io torno a casa il 21 aprile.
A. Libro
(1). “Opera completa, esatta, ecc”. Speriamo… Editore Zanichelli, Baldini&Castoldi?
(2). Faccio ben il lavoro entro due mesi (cioè entro maggio). Ma tu non fai il libro in tutta fretta, spero! Intendo: sarà possibile inserire nel tuo manoscritto i dati importanti della prossima stagione estiva? E’ così bello un libro che esca in primavera, aggiornato all’ultima stagione estiva. Forse avrò qualcosa, In šāʾ Allāh.
(3). Ricevuta la tua lettera, al mio ritorno del 21 aprile scrivo i dati richiesti, con tutta la serietà richiesta.
(4). Due racconti. Non prometto niente, vedremo. “La mia più drammatica” ascensione solitaria? Ma non ne ho neppure una! E spero che continui così.
(5). Foto in bianco-nero. Ahimé! Grande povertà. Cercherò di farne. Ci sono cinque settimane di primavera a disposizione.
(6). Considererai 1a solitaria quella effettuata da uno che ha già scalato l’itinerario (esempio il Pilone Centrale del Frêney) oppure quella avvenuta in seguito ma effettuata da uno che NON ha scalato l’itinerario, avendo solo l’abituale relazione?
(7). Considererai 1a solitaria quella di un alpinista slegato ma seguito da una cordata, anche non richiesta, comunque in grado di fornire soccorso immediato oppure quella di un alpinista completamente solo? Il 6. e il 7. sono due quiz. Avrò una delusione o dovrò dire “bravo il Sandro”?
Estate e San Lucano
San Lucano, no, grazie. Ho fatto metà parete nel 1961, lì non vado più neanche morto.
Estate. L’anno scorso ero a terra. Lenta ripresa, nel settembre la Demuth sulla Ovest di Lavaredo da solo. Adesso mi sento abbastanza bene. Se lui non cambia idea, in giugno vado 15 giorni a fare del ghiaccio con uno che va molt bene su questo terreno. E’ una bella occasione per me.
Non essendo sicuro di essere in ottima condizione, sarebbe un po’ disonesto impegnarmi con te. Comunque possiamo stare in contatto. Se andrà bene per me potremo fare qualcosa nella seconda parte dell’estate. Io ci tengo moltissimo ad appuntamenti seri.
Adesso sono stanco e devo andare. Spero di trovare la tua lettera il 21 aprile. Cordialissimi saluti, Claudio.
Festival di Trento 1966 (?). Da sin. 1a fila, Claude Barbier, Gaston Rébuffat, x, Marino Stenico, Michel Vaucher; 2a fila, Cesare Maestri, Georges Livanos, x, Riccardo Cassin, Walter Bonatti, x, Bepi De Francesh, Pierre Mazeaud; 3a fila: Gigi Alippi, x, Romano Perego, Roberto Sorgato, Luigino Airoldi, x, Yvette Attinger Vaucher, x, x, x, x (che nasconde una donna), x, x, x, x; 4a fila: donna, x, John Harlin.
Milano, 29 aprile 1974
Caro Claudio, mi dispiace molto di poterti rispondere solo adesso, ma ho ricevuto la tua lettera solo ieri. La colpa è delle poste italiane che, giustamente, sono sempre in sciopero.
A. Libro
(1). L’editore sarà Castello, di Milano.
(2). Sta tranquillo. Non faccio il libro in tutta fretta, anzi. Il limite dei due mesi è solo per poter compilare l’elenco preliminare. Solo dopo farò il libro. Vi entreranno di sicuro anche le salite solitarie del 1974.
4). Se non hai avuto salite drammatiche, scrivimi qualcosa, ti prego, sulla tua salita più significativa.
(6-7). Quanto ai quiz, a parte che non ho ben capito cosa significhi “bravo il Sandro”, ti posso assicurare che alla prima e alla seconda domanda non solo darò una risposta, ma cercherò di sviscerare in pieno l’argomento, mai trattato da alcuno finora. Non ci si può limitare all’arida elencazione, 1a, 2a, 3a, ecc. Bisogna ricostruire, valutare, ricreare un ordine non tanto cronologico quanto storico.
Non avere problemi per appuntamenti seri o meno seri. Se ci mettiamo d’accordo per la seconda parte dell’estate, vuole dire che ci vedremo sicuramente.
Ti ringrazio del tuo aiuto. Gradirei anche, se hai tempo, un piccolo elenco di tuoi giudizi su quelle che ritieni le più importanti salite solitarie, dal 1945 in poi. Ciao, Alessandro
Bruxelles, 18 giugno 1974
Caro Sandro, presto (in quanto finalmente riceverò una serie di foto in bianco-nero) ti spedirò l’elenco delle salite, quasi pronto. Tutte le solitarie, le vie nuove, una parte delle salite in cordata. E’ incredibile quanto tempo per le foto, ma è un amico che lavora bene. Cari saluti, Claudio.
(continua)
7Scopri di più da GognaBlog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
A me piaceva molto e da qualche anno parecchio di più, perché ho scoperto che molti alpinisti belgi lo considerano ancora come un loro esempio intoccabile, pur essendo ora molto più forti di lui: anche loro si mettono sulle vie più difficili odierne e inventano come salirci.
io non so se “la via del drago” traccia una biografia fedele di Claudio Barbier, ma in quel libro si percepiva la grandezza dell’alpinista e la difficoltà del vivere quotidiano dell’uomo Claudio Barbier. comunque un libro da leggere.
Fabio perchè giudicare Barbier?
Prendi quello che ci ha lasciato: tante belle e innovative avventure.
Anche i suoi genitori forse hanno giudicato. Ma l’abito non fa mai il monaco e oramai era troppo tardi. Forse hanno avuto di che pentirsene perdendo un’occasione.
Chi era Claude Barbier? Amante del nostro Paese, preferiva che lo si chiamasse Claudio.
Alpinista di altissimo livello, ma forse un po’ spericolato. Perlomeno, accettava un tasso di rischio che pochi avrebbero giustificato. Di animo sensibile, amava l’alpinismo non solo per le imprese ma anche per l’atmosfera romantica. Però non aveva un lavoro e non volle mai averne. Di famiglia ricca, si manteneva con un tenore di vita teso al massimo risparmio e con l’aiuto di qualche contributo in denaro dei suoi genitori, che lo giudicavano un fallito. Ai suoi funerali, però, partecipò un rappresentante della casa reale: allora i suoi incominciarono a sospettare di essersi sbagliati e infine conobbero quel lato del figlio che avevano voluto sempre ignorare quando era in vita.
Ma, in definitiva, chi era davvero Barbier? Io ancora non l’ho capito.
Con i loro pregi e difetti, gli esseri umani spesso sono estremamente complessi. E difficili da giudicare.
Significative le date delle lettere….testimoniano il ritmo “umano” delle comunicazioni via posta….altri tempi, rispetto all’attuale frenesia dei messaggi Whatsapp…
Un’ affermazione “simile” Barbier la disse anche dopo la prima ripetizione del Diedro Philipp-Flamm. Delle cui difficoltà rimase evidentemente impressionato.