Con il CAI intero a Cortina!
Il CAI ha aderito alla manifestazione Pista da bob – ultima chiamata in programma domenica 24 settembre 2023 a Cortina d’Ampezzo, dove la comunità ampezzana ha chiamato a raccolta associazioni e cittadini per dimostrare l’esistenza di una ampia contrarietà alla pista di bob progettata per le Olimpiadi invernali 2026.
Anche GognaBlog si unisce alle diversi voci che contestano la realizzazione dell’opera per chiedere un atto di buonsenso al Governo ed alla Regione Veneto rinunciando alla realizzazione dell’opera, per la quale si vogliono investire oltre 120 milioni di euro ed a cui si aggiungeranno i futuri enormi costi di gestione dell’impianto. Si parla di un accantonamento di 400mila euro all’anno da parte della Regione Veneto per coprire le perdite già certe, ma anche il Trentino e l’Alto Adige, attraverso il “Fondo Comuni di confine”, si sono già impegnate a coprire parte dei futuri costi di gestione e i deficit previsti per almeno 15 anni.
“A meno di tre anni dall’inizio dei giochi ed a lavori di costruzione dell’impianto ancora da iniziare, sorprende l’ostinazione delle istituzioni nel voler dotare a tutti i costi la città di Cortina di una infrastruttura come questa, – ha dichiarato Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto – poggiata su di un salasso economico che danneggerà il bilancio regionale per anni e portata avanti con pratiche ordinarie che bypassano la partecipazione dei cittadini e le valutazioni ambientali strategiche e di impatto ambientale. Difficile di conseguenza attestare che la sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle opere e dei giochi olimpici invernali sia rispettata, come invece si era dichiarato di voler fare nel dossier di candidatura”.
La scelta di costruire la pista a Cortina resterà un segno nel territorio in chiara discordanza con le raccomandazioni contenute nell’Agenda 2020+5 del CIO nonché con quanto dichiarato nel dossier di candidatura.
E’ ampiamente noto che le gare di bob avrebbero potuto essere ospitate a Innsbruck, ma da parte di Milano Cortina e dell’Italia non è mai stata formalizzata una richiesta ufficiale: anzi, nessuna delle alternative disponibili è stata presa in considerazione preferendo sponsorizzazioni e investimenti basati proprio sulla realizzazione della pista da bob. Da questo meccanismo, ormai ben più che solo avviato, la Fondazione MiCo2026 ha poche possibilità di svincolarsi.
Comunicato del CAI Veneto
di Renato Frigo (presidente)
Venezia, 16 settembre 2023
In data 13 settembre 2023 dopo un ennesimo non positivo incontro tra le associazioni di protezione ambientale, tra cui il Club Alpino Italiano con la Fondazione Milano Cortina 2026 e con la Società Infrastrutture Milano Cortina, è stato abbandonato il tavolo concertativo ritenendo che:
– la sostenibilità delle opere non è in alcun modo rispettata, sia per gli interventi programmati sia per una serie di opere accessorie;
– la VAS è in fase di elaborazione ed è focalizzata solo ed esclusivamente sugli eventi dei Giochi, senza avere una visione globale dei vari siti.
I costi preventivati sono progressivamente aumentati, senza considerare i costi di gestione delle opere post Olimpiadi: soluzioni alternative alla costruzione ex novo neppure prese in considerazione.
Opere pensate per un evento e non per dare valore aggiunto al territorio e alla popolazione locale.
Ulteriore aspetto disatteso: la partecipazione ai tavoli di confronto dei portatori di interesse, che sono stati esclusi.
Il Club Alpino Italiano, attraverso il Gruppo Regionale Veneto e la Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Veneto Friuli Venezia Giulia, aderisce alla manifestazione Pista da bob – ultima chiamatadi domenica 24 settembre 2023, ore 10.30, in piazza Dibona a Cortina d’Ampezzo, ritenendo questo un momento di forte sensibilizzazione dei cittadini di Cortina che subiranno un “devastante” cambiamento dell’ambiente e del paesaggio, ma anche della qualità di vita, che provocherà un aumento della fuga da questo territorio (basti pensare che dal 2017 al 2022 la popolazione di Cortina è diminuita di 223 abitanti passando da 5850 a 5627).
Momento di sensibilizzazione anche di tutte quelle persone, amanti della montagna, affinché prendano coscienza che un giusto sviluppo dell’economia montana non debba svolgersi tramite la distruzione del nostro patrimonio naturale e la trasformazione della montagna in un luna park.
Comunicato del Club Alpino Italiano
Milano, 14 settembre 2023
«Non abbiamo ad oggi elementi, a poco più di tre anni dai Giochi olimpici 2026 e dopo un confronto avviato e voluto da Fondazione Milano Cortina 2026 sin dal 2021, per potere attestare la sostenibilità ambientale delle opere e dei giochi olimpici invernali, dichiarata nel dossier di candidatura». Questa la chiara posizione espressa dalle associazioni di protezione ambientale Club Alpino Italiano, Federazione Pro Natura, Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mountain Wilderness, TCI e WWF che hanno partecipato, il 13 settembre 2023, a un confronto con la Fondazione Milano Cortina 2026 e con la Società Infrastrutture Milano Cortina (S.I.Mi.Co.) sullo stato di avanzamento degli interventi in vista dei giochi olimpici invernali del 2026. L’organizzazione delle Olimpiadi è stata affidata alla Fondazione per tutto quello che riguarda lo svolgimento dei giochi e alla società S.I.Mi.Co. per le infrastrutture (villaggi olimpici, impianti sportivi tra cui pista da bob di Cortina, varianti e bretelle stradali, ecc.).
Al momento, osservano le associazioni, mentre è in corso una procedura di Valutazione Ambientale Strategica preliminare, voluta dalla Fondazione e focalizzata solo ed esclusivamente sul programma delle tre settimane dei Giochi, S.I.Mi.Co. sinora non ha fornito il quadro dettagliato – completo dei vari stadi di progettazione/valutazione/autorizzazione – degli interventi (infrastrutture lineari), connessi e di contesto, inseriti nel piano, che pure è stato trasmesso al Ministero dell’Ambiente sin dall’aprile 2022. In particolare, per quanto riguarda la pista da bob di Cortina, malgrado il lievitare incontrollato dei costi (che dai 50 milioni di euro si stima siano già arrivati a 120) e l’alternativa di possibile utilizzo della pista Innsbruck (12 milioni di euro), a impatto zero per il nostro Paese, né la Fondazione, né S.I.Mi.Co. si dichiarano disponibili a considerare l’alternativa ambientalmente ed economicamente più sostenibile.
Di fatto, osservano le associazioni, non rendendo disponibili tutte le informazioni (anche sulle opere connesse e di contesto,) si è persa un’occasione storica di confronto durante la fase partecipativa, prevista nelle procedure di valutazione ambientale, che avrebbe potuto portare al miglioramento dei progetti e del loro inserimento ambientale, naturalistico e paesaggistico. Le associazioni infine riscontrano che le proposte di collaborazione nei loro confronti inizialmente formulate nel gennaio 2021 dalla Fondazione Milano Cortina, come ad esempio la raccolta di suggerimenti e spunti, la condivisione della progettualità, anche su recupero/compensazione e gli incontri di aggiornamento periodici, sono state improduttive.
Per questi motivi le associazioni ritengono che, con queste modalità di coinvolgimento, non sia più proficua la loro partecipazione al tavolo di confronto voluto dalla Fondazione Milano-Cortina 2026 alla luce di quanto sinora è avvenuto. Le associazioni continueranno comunque a svolgere il proprio ruolo per monitorare, contrastare i progetti sbagliati e impattanti e a proporre alternative laddove possibile, instaurando un confronto produttivo con gli interlocutori istituzionali.
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Aggiornamento (23 settembre 2023)
di Francesco Dal Mas
(pubblicato corrierealpi.gelocal.it il 22 settembre 2023)
Andate in bianco gara e procedura negoziale, si profilano tempi lunghi per assegnare i lavori di costruzione della pista da bob? No, si assicura da Cortina e da Venezia. È atteso infatti per oggi, al più tardi per domani l’affidamento diretto del cantiere per la costruzione della discussa pista di bob, skeleton e slittino di Cortina, da parte della società Infrastrutture Milano Cortina. Le imprese in campo, che hanno formalizzato la “manifestazione d’interesse” ma non le offerte previste dal bando di gara, restano la Webuild e la Pizzarotti, le due più grandi del Paese.
Dopo la scadenza dei termini che era fissata per il 20 settembre, non verrà dunque rifatta la gara; sarebbe la terza. Non ci sono i tempi e non ci sono nemmeno le disponibilità finanziarie per andare oltre gli 81, 6 milioni di euro del bando precedente.
Secondo indiscrezioni, infatti, Webuild e Pizzarotti non avrebbero presentato le offerte, pur dichiarandosi disponibili a realizzare il progetto, ritenendo troppo bassa la base d’asta e troppo stretti i tempi del cronoprogramma. Perché, dunque, accetterebbero comunque l’incarico che l’ad di Simico, Luigi Valerio Sant’Andrea, tra l’altro commissario, affiderebbe loro? O, quanto meno, a una delle due?
Perché il vertice di Simico, confermando gli 81 milioni e gli 800 giorni per la consegna della pista, consentirebbe delle economie su alcune delle opere da costruire che vanno a comporre l’impianto. Economie almeno per qualche milione di euro. Cinque? Dieci? Si vedrà al momento dell’assegnazione. Economie, peraltro, che non intaccherebbero assolutamente la qualità, anzi l’eccellenza del complesso.
Le due imprese hanno molto insistito sulla ristrettezza della disponibilità finanziaria, chiedendo un supplemento di risorse per mettersi in gioco, considerati anche i maggiori costi dell’eventuale lavoro notturno per rispettare i tempi. La risposta ricevuta, cortese ma ferma, è stata negativa. Anche per evitare eventuali rimostranze da parte di altre aziende che si sono affacciate al bando ma non hanno fatto un passo avanti considerato il vincolo delle cifre.
Simico, richiesta ieri e l’altro ieri di fare il punto della situazione, si è chiusa nel più stretto riserbo, considerando la delicatezza del momento, con la trattativa in corso per concludere l’affidamento. Quella di ieri è stata una giornata di puntuale e al tempo stesso febbrile confronto fra le parti. Con la ditta Pizzarotti a dimostrare maggiore vivacità nell’interlocuzione; evidentemente farsi carico dell’opera olimpica più iconica è una bandiera da issare su altre competizioni infrastrutturali.
Esperienza maturata dalla ex Salini, appunto la Webuild, con la costruzione del nuovo ponte Morandi. E se la Webuild si è guadagnata il ponte sullo stretto di Messina, l’impresa antagonista (ma fino a un certo punto) è davvero intenzionata a strappare la pista di bob. Ci riuscirà? Ancora poche ore, o pochi giorni, e lo verificheremo. A meno che non maturi la sorpresa di un affidamento bipartisan, magari col corollario di imprese bellunesi negli appalti.
È la speranza manifestata anche dal presidente dell’Ance Dolomiti, Paolo De Cian. I contatti ci sono già stati. L’unica preoccupazione, manifestata ieri sia dal sindaco Gianluca Lorenzi e sia dal presidente della Regione Luca Zaia, è che non si perda altro tempo. Il cantiere deve assolutamente iniziare entro un mese per arrivare con la pista completata, almeno nella parte essenziale (quella più difficile è la refrigerazione), entro il mese di dicembre 2024 o al più tardi nel successivo mese di gennaio; perché i primi test dovranno essere compiuti nel febbraio 2025.
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Purtroppo, il buon senso in questo nostro travagliato Paese non esiste più da lungo, lunghissimo tempo. Ci ritroveremo con una ulteriore inutile struttura che finirà per marcire come le due precedenti. Si vergognino tutti coloro che sostengono questo ulteriore spreco di soldi pubblici frutto di pura stupidità. Che tristezza!
Lo sviluppo del settore turistico futuro non può più passare per infrastrutture del genere, dove la sensibilità ecologica viene sacrificata per far divertire il cittadino in vacanza. Cortina non ha bisogno di queste opere. Io sarò io piazza, almeno non mi sentirò complice di questo scempio.
Il Club Alpino Italiano, attraverso il Gruppo Regionale Veneto e la Commissione Interregionale Tutela Ambiente Montano Veneto Friuli Venezia Giulia, aderisce alla manifestazione Pista da bob – ultima chiamata… OMISSIS… Non penso che è IL CAI INTERO! IL PRESIDENTE CENTRALE ed altri responsabili, RESTERANNO A MILANO?
Il territorio nel quale viviamo non è separato da noi: se lo manomettiamo, riduciamo la nostra sopravvivenza.
Come già espresso in altre sedi era ora che i cortinesi si svegliassero!!! In occasione della pri.a manifestazione di piazza 3 anni fa ve ne erano molto pochi! Forse però sarà tardi. I giochi politico-economici secondo me sono già fatti e sarà difficile che le lobby con i loro interessi milionari recedNo per “amore” del territorio. Io ci sarò!
Certi sfregi restano tali anche se proviamo a dargli nomi diversi…speriamo in una piazza bella piena!
Claudine 5 Verissimo, dipende dalle situazioni, dai momenti storici, ma ci sono situazioni e momenti in cui una posizione, un sentimento ragionato, è incontrovertibile. La pista da bob, con costi spropositati in assoluto e in relazione al numero degli atleti utilizzatori, ed essendoci alternative, è uno di questi.
E concordo con 4, preservare la natura è buon senso e il precetto inglese è “legge”.
Très difficile de s’entendre ;
Le “bon sens” n’est pas le même pour tout le monde !!!
Preservare la natura è buon senso. E in un discorso logico di buon senso la natura dovrebbe essere una istanza che viene prima di tutte le altre, soldi pubblici e disagi compresi, poichè noi ci viviamo ed abitiamo nella natura, compresi quelli che stanno a Melegnano.
Come diceva quell’adagio inglese (lo riporto nella lingua della perfida Albione, così non altero la sensibilità dei bigotti), “don’t shit where you eat” è un precetto di assoluto buon senso.
Non si tratta di preservare la Natura, in questo caso, ma di evitare uno spreco di soldi pubblici e di creare disagi enormi agli abitanti di un paese. In soldoni: di avere del buon senso.
Spreco di territorio e di denaro, debiti a non finire che andranno a gravare sulle tasche dei cittadini onesti, per un bob club che muore.
Una manifestazione sacrosanta alla quale parteciperò. Il proliferare di infrastrutture che seguono logiche di spregio per l’ambiente e amore per il denaro va ostacolato in tutti i modi possibili. Abbiamo pochi lembi di territorio nei quali possiamo entrare in contatto con la bellezza che altrove abbiamo distrutto, bisogna difenderli dall’ottusitá e dalla logica unica e aberrante del vantaggio economico di pochi.