Evaso dallo Scrigno

Evaso dallo Scrigno
di Giuseppe Peppe Obinu

L’8 luglio 2024 mi trovo a Surtana (Dorgali, NU) per andare a ripetere una via trad. Sono in cima al VII pilastro quando mi giro per osservare il versante opposto (quello nord) e subito immagino una possibile linea nuova. Purtroppo non sono certo sia inviolata, ma comunque scelgo di scattare qualche foto.

Dovrò aspettare il ritorno a casa per consultare alcune guide per un riscontro più accurato. Il giorno seguente sono seduto sul tavolo di casa che consulto relazioni e mi riguardo le foto scattate. Non trovo nulla, la roccia sembra ancora inviolata, così chiamo il mio amico Luciano e gli parlo di questa mia intenzione. Siamo entrambi molto entusiasti, ma passeranno un po’ di giorni prima di riuscire a dare ormai sfogo al nostro desiderio.

I giorni seguenti non facciamo altro che pensarci e documentarci, vogliamo essere certi e fiduciosi che quella linea sia ancora inviolata. È il 21 luglio 2024 quando finalmente ci ritroviamo al cospetto di questa meravigliosa placconata, che dura e imponente si impenna sopra le nostre teste.

Ci siamo, penso, con un abbraccio saluto il mio amico dicendogli “ci vediamo in sosta” senza sapere ancora cosa sarebbe stato per noi questo viaggio.

Perché Evaso dallo Scrigno?
La via non è una direttissima, anzi, possiamo chiamarla una linea ricercata, che grazie soprattutto all’esplorazione ci ha regalato un’arrampicata di stampo alpinistico. Così abbiamo dato libertà all’intuizione, regalando la possibilità al nostro istinto di evadere ed esprimersi.

“Evaso dallo scrigno” vorremmo che fosse di libera interpretazione a tutto ciò che ognuno di noi sente nel proprio intimo. Un viaggio, una fuga, un’evasione che ci aliena dalla quotidianità infondendo in noi grande energia.

Impressioni
Via caratterizzata nell’insieme da ottima roccia. Abbiamo tralasciato volutamente i passaggi che avrebbero banalizzato la via, decidendo così di onorare il famoso motto degli Shadok “Pourquoi faire simple quand on peut faire compliqué?”

Prima ascensione: Giuseppe Peppe Obinu e Luciano Muroni, 21 luglio 2024
Località: Surtana (Falesia Nord)
Punto d’appoggio: rifugio Gorropu
Parcheggio: Monte Oddeu
Sviluppo arrampicata: 160 m circa
Tempo salita stimato: 2 ore circa
Discesa: risalire per circa una cinquantina di metri sulla destra ricercando un cordone blu su clessidra, (1ªcalata) 25m. Si raggiunge così un’ampia terrazza boscata dalla quale ci si cala su albero (cordone arancione), 37m.

Accesso
Raggiungere il parcheggio Monte Oddeu. Attraverso “Iscala de Surtana” proseguire sul sentiero 481 fino all’altezza del VII pilastro della Falesia Sud. Ingresso sulla sinistra segnalato da un ometto con scritta (Evaso dallo Scrigno). Risalire per circa 50 m fino a raggiungere il ghiaione. Si individua l’attacco della via grazie alla scritta, più ometti. Circa 30′.

Relazione
1º tiro: risalire verticalmente la placca fino a raggiungere un’evidente nicchia gialla che si aggira a sinistra con passaggio delicato per poi vincerla verticalmente (passo chiave VII-). Proseguire dritti lasciando l’evidente strapiombino sulla sinistra risalendo un bel diedro aperto con alberi, al termine del quale si sosta. 2 cordoni, ometto sulla sosta, 37 m, VI con passo di VII-;

2º tiro: dalla sosta spostarsi per circa 5/6m sulla destra raggiungendo una grande nicchia aperta con vegetazione (ometto). Risalire l’invitante fessura per circa 4 m, per poi spostarsi ulteriormente a sinistra tralasciando la parete appoggiata di destra. Si punta così un’evidente pancia su roccia che si vince con deciso passo atletico, proseguendo fino a raggiungere un muro verticale che si risale sulla destra. Vincerlo per poi raggiungere una cengia dove si sosta su secolare ginepro. 30 m, V+;

3º tiro: dalla sosta traversare decisamente sulla destra con passaggi delicati facendo molta attenzione alla parte finale, raggiungendo così un invitante spigolo. Risalirlo verticalmente fino alla sua sommità dove si sosta su un grande roccione. 20 m, VI, 1 chiodo sul traverso;

4º tiro: tiro di trasferimento. Dalla sosta si risale per circa 10 m per poi spostarsi a sinistra percorrendo l’evidente cengia verso destra fino al suo termine sotto un bellissimo spigolo. Circa 50 m, II, 1 chiodo con cordone alla base del 5º tiro;

5º tiro: risalire verticalmente l’entusiasmante spigolo con passaggi delicati fino a raggiungere la sommità con terrazza e vegetazione dove si sosta. Tiro di notevole bellezza che conclude degnamente la via. V+, 25 m.

Evaso dallo Scrigno ultima modifica: 2024-08-22T05:15:00+02:00 da GognaBlog

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8 pensieri su “Evaso dallo Scrigno”

  1. Saluto con gioia Roberto B.,  conosciuto a Pedra Longa durante una scalata, con la speranza di  rincontrarlo presto in una analoga situazione!  Per rispondere al dubbio sollevato a proposito di un vetusto albero che abbiamo utilizzato come sosta. Eravamo pressoché certi si trattasse di un antico esemplare di ginepro, ma per fugare ogni dubbio, ed avere il conforto di un parere più autorevole del nostro,  abbiamo pensato di consultare alcuni amici del Corpo Forestale della Sardegna, che hanno entrambi categoricamente escluso  potesse trattarsi di una tuia, pianta importata dal nord America, non diffusa nel nostro supramonte!!! 

  2. Non posso dirlo con certezza, ma credo proprio di essere stato il primo a arrampicare a Surtana, quasi mezzo secolo fa. E allora avevo proposto di non dire nulla, niente relazioni di vie, per mantenere intatta la magia del luogo e la possibilità di ripetere un’esperienza come la nostra. Naturalmente, è andata diversamente, e però, meno naturalmente e contrariamente alle aspettative, la magia del luogo è rimasta quasi del tutto intatta, nonostante gli spit e la proliferazione di informazioni. Forse una frequentazione civile e discreta di certi luoghi non è necessariamente una utopia impossibile.

  3. C è da dire però che la maggior parte di coloro che arriva a S’Abba Avrà si dirige verso la gola di gorropu oppure va’ verso l ovile di Angelo per una mangiata, pochi si avventurano fino a Tiscali e comunque nel vallone del Doloverre non ho mai trovato rifiuti,e meno male, sono luoghi di una bellezza unica.
    Luciano lo avevo conosciuto a Pedra Longa durante una scalata.
    ps. Direi che albero quasi secco nella foto non è un ginepro ma una Tuia, in tanti confondono ..

  4. 3) Cominetti, grande dilemma. Se arriva il turismo intenso, consumistico, chiassoso, sporcaccione, addio l’anima vera che ti ha fatto innamorare di qei luoghi…

  5. Dai tempi di Trans Surtana Express ne è passato del tempo….
    Posti meravigliosi di cui non so mai se essere felice, o no, del fatto che dal totale oblio di qualche decennio fa, siano oggi, a volte anche troppo frequentati.

  6. Ciao Grazia. Si! L’ambiente è qualcosa di veramente magico e selvaggio. Hai visto bene, i ginepri abitano questo posto stupendo! 

  7. L’ambientazione della via è stupenda, con la vegetazione così rigogliosa a valle e gli alberi contorti (ginepro?).

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