Humus Sapiens
di Manuela Casalino
(pubblicato su camoscibianchi.wordpress.com il 27 gennaio 2023)
Vi ricordate da piccoli come era bello trovare una pozzanghera per saltarci dentro?
E non mi dite che non avete mai raccolto una pietra per aprire un pinolo, una noce o una nocciola!
Ed il profumo del mallo? Uno di quelli impossibili da dimenticare!
Di quei profumi ancora oggi mi nutro e li cerco nei boschi. Quei profumi che non saranno mai in vendita su nessun scaffale.
“Che belle foto che fai! E che posti bellissimi! Mi piacerebbe venire con te“…
A questi desideri rispondo sempre con un invito sincero, perché so bene che la montagna è terapia, guarisce, inonda di vitalità.
“Vado sabato, domenica, lunedì o un giorno che preferisci tu“…
“Lunedì ho l’appuntamento dall’estetista per la ceretta e mercoledì il parrucchiere. Quali altri giorni vai? Comunque dai, dovresti farlo anche tu, ti farebbe bene“…
Bene!? Aggrotto il sopracciglio e sorrido un po’.
La miglior estetista ce l’ho già, è la montagna. Avete idea che belle guancette rosee dopo aver camminato al freddo? E le gambe belle e leggere dopo aver camminato nella neve o con i ramponi? Ah, un massaggio linfodrenante davvero molto efficace! Ve lo garantisco. E la pioggia? Un’eccellente parrucchiera: dei ricciolini così perfetti mi crea!
Così sono IO, così sono le MIE necessità: camminare con me e i miei sensi, stupirmi ed emozionarmi, emozionarmi ed emozionarmi ancora nella Terra.
Più volte ho scontrato contro frasi ed affermazioni irragionevoli sul camminare in montagna.
A chi afferma: “Vado in palestra” sento risposte: “Brava, ti fa bene, rilassati“.
A me che affermo: “Vado a fare un giro per monti” spesso sento risposte: “Ma come, da sola? E’ pericoloso e con tutte le cose che puoi fare!“.
Sovente mi viene attribuito come tempo sbagliato, egoistico, tempo fuori tempo.
Camminare per me è il mio tempo, è il tempo che mi fa bella, che mi coccola, che piango e rido, che canto e ballo, che gioco con il fango, mi sporco le unghie, assaggio e assaporo gli alberi. Ah, dovreste vedermi! Una selvaggia senza false regole, che ritrova il suo istinto e lo segue, perché il nostro vero noi, sa sempre dove portarci per farci stare bene.
“Tu sei matta. Da soli non si va in montagna, soprattutto perché sei una donna!“.
Siete davvero sicuri che la matta dovrei sembrare io?
Io potrei pensare la stessa cosa di voi, nel vedervi affannati a correre tra smog e cemento per rinchiudervi in una stanza sempre di cemento, senza luce naturale, per provare a cercare di rendere esteticamente bella la vostra persona per piacere un po’ anche agli altri. È talmente contorto il vostro sistema che vi suggerisco di rileggere l’ultima frase.
A me un albero non mi ha mai detto se gli piace o no il mio aspetto. Quindi riesco a sentirmi in pace, libera e me stessa.
Grazie alberi miei per amarmi così tanto!
Quando vi capita di camminare per prati o boschi o vi improvvisate raccoglitori di castagne, quel giorno poi vi sentite meglio, dormite bene, l’appetito è più sano e lo sapete, e perché allora aspettate Pasquetta per riempirvi della felicità di un prato? Siete molto abili a trovare scuse per non mettervi in cammino. E forse per taluni è meglio così. Per rispettare un prato non ci vuole improvvisazione. Devi VOLERE rispettare un prato.
Tra i monti imparo a conoscere la vera me, le mie sfumature sottili, il cambiamento dell’età che mi appartiene. I boschi mi presentano anche la parte di me che non mi piace, ma ogni percorso, passo dopo passo dopo passo, serve a rendermi autentica.
Siamo fatti di scelte, terra, aria, libertà.
Questa è come esprimo la mia. Ho bisogno della libertà di respirare e anche della paura di un sentiero nella notte che si libera con la rinascita di me nell’alba.
Quando mi chiedono se non penso ai miei affetti, che potrebbe succedermi qualcosa senza che nessuno sappia dove sono, che “così non si fa”, beh un attimo mi fermo a pensare…
A pensare che tra la folla non ho né braccia, né casa così grandi e forti da volerci morire dentro, come quelle che trovo tra gli alberi. Il bosco è la mia casa, la mia verità. Il mio pensiero è desiderio di eterna fusione, origine, essere vita, divenire humus e poi fiore, che un giorno camminando qualcuno possa dire: “Guarda che bello!”.
Quel giorno fate silenzio, guardatemi e per favore non raccoglietemi, perché lì avrò costruito le radici della mia casa.
Questo scritto è dedicato alle persone che ne sentono il sentimento e soprattutto a I Camosci Bianchi che con il loro vero amore incondizionato per la montagna pura, mi hanno accolto, insegnato e ospitato negli spazi del loro blog, dandomi la possibilità di poter fare incontri e progetti con Enti Parchi del mio territorio.
A Beppe, che ascolterei all’infinito perché contagia di vera passione, giustizia e fede per la montagna in ogni parola e in ogni suo articolo; che sa entusiasmarsi ed emozionarsi sinceramente per i sogni e la forza di noi donne sui sentieri. Grazie!
E a Serpillo, che la sua leggera e onesta presenza segue e rassicura, e con attenta libertà e unicità di donna onora la Terra posando il suo animo e lo sguardo nell’infinito dell’orizzonte. Grazie!
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La miglior risposta a chi lancia accuse che la comunità degli appassionati di montagna sia caratterizzata da mentalità maschilista/sessista. Quando una donna “VUOLE” andare in montagna, sa farlo molto bene e con cipiglio da protagonista, non ha bisogno di esser portata da uomini e non si perde in inutili discussioni. Complimenri!