Il Parco del Gran Sasso non deve smagrire

Il Parco del Gran Sasso non deve smagrire
da Fringetrek, facebook 7 settembre 2015

Una volta di più stiamo assistendo al penoso spettacolo che la politica abruzzese offre di se stessa, alla sua miopia, alla sua cronica incapacità di sollevarsi al di sopra delle beghe di bassa corte, sempre in testa per demagogia, populismo e mancanza di idee e programmi di un certo respiro.

Il versante meridionale del Gran Sasso. Foto: Claudio de Grazia
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È di questi giorni la trovata del lancio di un “referendum consultivo sul Gran Sasso” per ottenere la modifica, e cioè la riduzione, dei confini del Parco Nazionale e dei siti di interesse comunitario (SIC e ZPS), cioè dell’area di importanza naturalistica tutelata appunto a livello europeo per i suoi grandi pregi ambientali, che include la seggiovia delle Fontari, la zona dell’impianto sciistico di Montecristo ed altre zone, in comune di L’Aquila.

A questo scopo è stato costituito un Comitato promotore del referendum, guidato da Luigi Faccia, sempre in mezzo alla politica aquilana. Ed appare assai grave che il sindaco di L’Aquila sia alla testa di questa campagna che tende a presentare una presunta eccessiva tutela naturalistica come causa dei problemi economici ed occupazionali del comprensorio aquilano. Questa crociata porta indietro di decenni il dibattito nella nostra Regione e fa perdere tempo prezioso che andrebbe utilizzato per la elaborazione e l’attuazione di una seria strategia di effettivo rilancio del turismo.

Il motivo è chiaramente quello di eliminare i vincoli naturalistici che sono di ostacolo sopratutto alla realizzazione della nuova seggiovia delle Fontari. Si tratta infatti di nuova seggiovia che non segue il tracciato di quella esistente e che per giunta è lunga praticamente il doppio. Si continua invece da parte del sindaco Cialente, e non solo, contro ogni evidenza, a sostenere che si tratti di un semplice rifacimento di quella esistente. E questo perché il Decreto istitutivo del Parco Nazionale consente la manutenzione degli impianti esistenti ma non la realizzazione di nuovi, fino a quando non sarà stato approvato il Piano del Parco.

L’attuale e obsoleta seggiovia delle Fontari
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È evidente quindi che la realizzazione di quella che a tutti gli effetti è una nuova seggiovia non può essere autorizzata se non si segue da un lato una determinata procedura a livello comunitario (infatti la presenza di un habitat prioritario, proprio lungo il tracciato ipotizzato, rende necessario il parere favorevole, obbligatorio e vincolante, della Commissione Europea) e dall’altro se non viene approvato definitivamente il Piano del Parco. Aggiungiamo poi che un referendum di questo genere, nel caso che prevalessero i SI’ tra la maggioranza aquilana votante, non potrebbe comunque avere alcun peso giuridico, sia a livello nazionale che europeo.

Consiglieremmo quindi ai promotori del referendum di spendere le proprie energie per qualcosa di più produttivo e più socialmente utile. Di fatto questa iniziativa servirà solo a fare un po’ di propaganda e a dare un po’ di visibilità ai suoi promotori. Assai più utile sarebbe invece l’adozione di misure serie e intelligenti per lo sviluppo di un sano turismo escursionistico e naturalistico a livello europeo. E al Gran Sasso le potenzialità in questo senso non mancano certo. Questa è la strada per la vera valorizzazione del Gran Sasso a livello anche internazionale.

Luciano Di Tizio (WWF Abruzzo)
Stefano Allavena (LIPU Abruzzo)
Elio Torlontano (Touring Club Abruzzo)
Mario Marano Viola (Mountain Wilderness Abruzzo)
Stefano Orlandini (Salviamo l’Orso)
Pierlisa Di Felice (Pro Natura Abruzzo)

 

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Il Parco del Gran Sasso non deve smagrire ultima modifica: 2015-10-07T05:58:16+02:00 da GognaBlog

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6 pensieri su “Il Parco del Gran Sasso non deve smagrire”

  1. Il 3 dicembre 2015 la Commissione VIA ha bocciato il nuovo progetto delle Fontari, prescrivendo che si torni – come avevano chiesto gli ambientalisti – al progetto del 2013, con la realizzazione dell’impianto in sovrapposizione fedele all’attuale tracciato, così che l’intervento possa davvero prefigurarsi come una sostituzione. La Commissione ha prescritto, tra l’altro, la rimozione delle vecchie strutture, in elevazione e fondazione, e intimato che il progetto esecutivo, una volta approvato, venga sottoposto di nuovo a valutazione.
    Intanto, però, il parere positivo al ‘vecchio’ progetto consentirà di procedere, nei prossimi giorni, all’apertura delle buste pervenute a seguito della gara europea indetta per la realizzazione dei lavori che, dunque, verranno affidati in tempi brevi all’impresa che risulterà vincitrice.
    L’accordo politico e tecnico raggiunto nelle ultime settimane, insomma, permetterà di non perdere i finanziamenti faticosamente ottenuti e di ammodernare le Fontari senza impatti gravosi per l’ambiente.

  2. Perfettamente in sintonia con te. Abbiamo speranza sull’ECOCIDIO DEL PIANETA? Io sono pessimista!

  3. Caro Luciano, probabilmente le cose sono anche un po’ peggio: temo che non ci sia sotto un sistema finanziario, ma un sistema di “truffa” legalizzata (o quasi), comune in tutta Italia. Un articolo apparso sul Manifesto di ieri riporta le dichiarazioni di due consiglieri comunali dell’opposizione i quali affermano che il progetto per andare in parità prevede una media di 15000 biglietti al giorno in inverno e 10000 in estate. Sono numeri questi evidentemente assurdi, che rendono però ben chiaro che l’idea di un bilancio anche solo in pareggio non è importante per nessuno. L’importante è costruire adesso, qualunque cosa e a qualunque costo, con il maggior finanziamento pubblico possibile, in modo da garantirsi visibilità e benemerenze davanti al pubblico e soddisfare chi conta. Eppoi ovviamente c’è la sempre possibilità che qualcosa rimanga attaccato alle mani di qualcuno! Temo che sia la declinazione montana dell’economia delle grandi opere

  4. Purtroppo il sistema finanziario non va d’accordo con l’ambiente. Si è convinti che investendo sugli impianti di risalita si risolvono i debiti. L’inquinamento, il rumore, il disboscamento, il cemento, non interessa a nessuno.
    Nella Fossa di Paganica, a Campo Imperatore, dagli anni sessanta, fa bella mostra, un “bel paesaggio” rappresentato dagli edifici abbandonati che deturpano l’ambiente, mai utilizzati.
    Si doveva realizzare in questo luogo il complesso alberghiero di Campo Nevada, alcuni impianti di risalita e skilift, mai aperti perché, per l’esposizione a Sud, la neve è quasi sempre assente. La soluzione sarebbe stata quella di abbattere tutto e ricreare l’habitat naturale. Invece si fanno referendum per snatura lizzare un ambiente protetto. La speranza è che le leggi europee bocciano questa presunzione.

  5. 40 milioni di euro per uno SPRECO INUTILE PER LO SCI E DANNOSO PER L’AMBIENTE. Inutile per lo sci, a Montecristo è rarissimo poter sciare, nevica raramente ed essendo esposto a sud, quando nevica, la neve scioglie subito. Dannoso per l’ambiente in quanto all’interno di uno dei parchi naturali più estesi e preziosi d’Europa e il luogo è già interessato da una strada che arriva a 2.100 e da un funivia che arriva allo stesso punto. La funivia, costosissima, in quanto riesce a portare in un’unica campata (con più di 1.000 mt di dsl) 100 persone in 7 minuti. Li porta però a usufruire di tre sole piste sciistiche. Pertanto si tratta di un impianto assolutamente e in perpetua perdita, con ormai, decine di milioni di debiti. Il tutto, naturalmente, a carico dei contribuenti.
    Salviamo i Siti di Interesse Comunitario e le Zone di Protezione Speciale del Gran Sasso d’Italia.
    I Siti di Interesse Comunitario (SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) del Gran Sasso d’Italia sono oggetto di una proposta di ri-perimetrazione al fine di costruire…
    Giampiero Di Federico, da facebook 6 ottobre 2015

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