Il terremoto dopo le elezioni del 30 maggio 2022. Il neo eletto Antonio Montani, 50 anni, respinge le accuse: «In corso un cambio generazionale». Il pm ha chiesto l’archiviazione, ma la vittima (un’associata del club alpino) ha fatto opposizione e il fascicolo è ancora aperto. Il rischio commissariamento.
Il terremoto nel CAI
di Andrea Pasqualetto
(pubblicato su corriere.it il 10 giugno 2022)
Sono giorni difficili per il CAI, la più grande e antica associazione italiana di appassionati di montagna con più di 300 mila iscritti e alle spalle un secolo e mezzo di storia. Non si placa, infatti, polemica dopo l’elezione del nuovo presidente Antonio Montani, 50 anni, architetto e alpinista di Verbania, che è stato per sei anni vicepresidente generale e che molti escursionisti e molti soci conoscono per l’impegno sul Sentiero Italia CAI.
Una vittoria, la sua, arrivata per una manciata di voti (452 contro i 445 del contendente, Francesco Carrer, rappresentante dell’anima nordestina del movimento) e che sta lasciando una coda velenosa (bisogna tenere conto anche del fatto che ora dispone dei fondi del Pnrr e che il mandato è quello che porterà alle Olimpiadi invernali di Milano-Cortina del 2026, appuntamento che interesserà tutto il mondo della montagna). Il giorno dell’elezione, lo scorso 30 maggio, si sono dimessi infatti i due vicepresidenti: Lorella Franceschini e lo stesso Francesco Carrer, lo sconfitto.
In un quadro complesso di scontro, nel quale si inserisce anche un diverso approccio rispetto alle attività del futuro su cui puntare, si viene a sapere che i due hanno contestato a Montani anche il fatto di essere sottoposto a un’indagine per una vicenda di molestie. Si tratta di un procedimento aperto dalla procura di Venezia che vede come denunciante una collaboratrice del CAI. La vicenda risalirebbe allo scorso settembre e c’è già stata una richiesta di archiviazione, alla quale la ragazza si è però fermamente opposta lasciando così il fascicolo aperto.
Franceschini e Carrer non nascondono la loro posizione. «Di fronte a una situazione del genere, considerando il fatto che la fiducia reciproca e l’etica sono valori fondanti della nostra associazione, non potevo che dimettermi», spiega Franceschini, che conosce bene la ragazza. Sulla stessa linea Carrer: «Episodi e pendenze ancora irrisolte gravano sulla figura del neoeletto presidente generale e rendono per me insostenibile il percorso. Rassegno le dimissioni».
Il diretto interessato, però, non ci sta: «Non so cosa dire, se non che, se fossero vere le accuse, i due vicepresidenti hanno fatto bene a dimettersi. Per questa denuncia sono stato molto male, ho vissuto mesi in cui mi è sembrato che il mondo mi crollasse addosso, vista anche la candidatura alla presidenza. Poi ho riflettuto e ho detto: ma io sono stato calunniato e non è giusto che rinunci per qualcosa che non ho fatto… ma non mi sembra nemmeno corretto parlarne fino a che non verrà messa la parola fine».
Montani respinge dunque ogni accusa e non vuole dire molto. Ci tiene però a sottolineare un fatto: «Sono forse il presidente più giovane della storia del CAI… un cambio generazionale che genera discontinuità». Intende forse dire che la denuncia è stata strumentale? «Non rispondo, non ora almeno. Lo farò quando la magistratura avrà messo un punto definitivo».
Le dimissioni dei due vice rendono però di fatto ingovernabile l’associazione, che è un ente pubblico non economico dipendente dal Ministero del Turismo. E quindi cosa succederà? Non si esclude il commissariamento, in attesa che l’Avvocatura dello Stato dirima la questione. Nel frattempo, il giudice lagunare deciderà se archiviare o meno l’indagine per molestie. «Speravo che tutto si risolvesse senza clamori, anche per il bene del CAI che io amo profondamente. Una denuncia come questa è molto grave. Penso che la ragazza sia sì vittima, ma non del sottoscritto. E comunque ha fatto una sciocchezza enorme», conclude Montani, con molta fatica.
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Il marcio Sta nell’impostazione del CAI Centrale. Se la torta è quella descritta qualche intervento fa (6 milioni per ciascun anno del triennio, pari a 18 milioni totali) e ovvio che ci si avvengano sopra solo affamati e spietati che della montagna non hanno neppure più l’idea. È altrettanto ovvio che la competizione e spietata e piena di colpi bassi. Tutti contro tutti. Io sono contrario a tutti e tre i candidati (considero anche la Franceschini, mi è nota la sua vicenda). Non c’è differenza fra loro. Solo soldi da spartire con i propri supporter. Non si va molto in la’ con una visione del genere.
…le poltrone fanno gola!
Eppure se stai in poltrona di alpinismo ne fai poco o nulla.
Purtroppo, caro Crovella, MONTANI aveva comunicato che, di fronte alle voci sulla sua persona, avrebbe ritirato la sua candidatura, ma non l’ha fatto. Tutte le tue ipotesi non servono. Poi, LA FRANCESCHINI… che non conosceva (o spacciava di non conoscere) le norme statutarie è un falso. Ti invierò il link al più presto. ciao
Che nel CAI ci sia un fermento decisamente negativo, sia a livello Sede Centrale che (purtroppo!) anche nella mia amata Sezione di Torino, è indubbio. Io credo (e spero) che sia figlio dei tempi che viviamo, completamente sregolati, dove si procede a tentoni e senza una bussola come, invece, si faceva “una volta”. Speriamo che la parentesi dell’ ” uno vale uno” si stia concludendo per tutti, vale per la Franceschini che non conosceva (o spacciava di non conoscere) le norme statutarie, vale per i candidati alla Presidenza Generale, che certo non sono più individui integerrimi alla Chabod, vale per le semplici Sezioni. Io sono fiducioso sul CAI come Sodalizio perché vedo che, nel Sodalizio, sopravvive ed è molto diffuso lo spirito originario. Vedo un sacco di gente che si “dona” al CAI, cioè investe tempo (e denaro proprio, anziché prenderne…) come istruttore, come componente della commissione rifugi, come redattore del bollettino sezionale, come accompagnatore dei ragazzi, come bibliotecario, come organizzatore di serate ed eventi ecc ecc ecc. L’ideale del CAI non è morto e, anzi, rifulge ancor di più in tempi grami come questi. Tuttavia va coltivato con amore, va coccolato, va tenuto come una cristalleria di Boemia. Per questo sono inflessibile verso chi sgarra, a tutti i livelli. Ma l’accusa personale a Montani NON c’entra con le beghe del CAI: se mi dimostrate che tale individuo ha rubato soldi dalla cassa del CAI, oppure che ha fatto assumere (dal CAI) parenti e amici, oppure che ha pagato dei delegati perché lo votassero e altre cose del genere, allora sarebbero colpe gravissime, ma una denuncia archiviata e tenuta aperta solo per il ricorso della denunciante è roba che non c’entra con il CAI. Procediamo oltre. Si spera che il Commissario rimetta ordine nel gran casino e dia nuovamente l’impulso giusto per il futuro.
Fare un passo indietro è faticoso, preferisco avere la vittoria anche se con 7 voti. C’è malessere nel CAI, vedrò di migliorare e recuperare, c’è una segnalazione di una SOCIA sulla mia persona, ma è la magistratura che deve esprimersi. Anche se avevo detto che, di fronte alle voci sulla mia persona, avrei ritirato la mia candidatura, ma non l’ho fatto. Vado avanti, anche per la ragione di un nuovo eletto, che ancora con una maggioranza risicata, evita il commissariamento.
Caro Crovella, – mio commento 5 – riconosco che sei una persona preparata su tutti gli argomenti, specialmente sulla montagna. Sei molto legato al CAI, per questo motivo ti ho chiesto cosa pensi, come hai reagito, sulla lettera di minacce ricevuta da alcuni soci del Cai Torino, VEDI FOTO. https://mountcity.it/2022/06/46329/minacce-dimissioni-tensioni-nel-club-fondato-da-quintino/ Minacce, dimissioni, tensioni nel club fondato da Quintino 05/06/2022 (Ser). Il tuo commento 11, sulla Franceschini, nel quale non sono per niente d’accordo con te, evito di spiegare meglio l’episodio. ciao
Oddio il terremoto 🥴🤒🥴🤪😱
@ 4, 5 e 9.
“IL PROTOCOLLO TRA IL MINISTERO DEL TURISMO E IL CAI
Il 17 giugno 2021 è stato sottoscritto in Roma il nuovo Protocollo, fortemente voluto dal Ministro Massimo Garavaglia, anche su indicazione di Manuela Di Centa, che ha sostituito quello precedentemente in essere con il MIBACT. Si è trattato di un passaggio che, di lì a pochi mesi, si è rilevato determinante nelle potenzialità e prospettive del Club Alpino Italiano per il triennio 2022-2024, per effetto dell’incremento degli stanziamenti a favore del Sodalizio, portati da un milione a sei milioni di euro, per ciascuna annualità del triennio.”
Se coirrisponde a verità (e non stento a crederlo) il contenuto di 68, ancor più importante fare piazza pulita con un Commissario dotato di machete che estirpi tutto il marco che c’è nel CAI Centrale, a prescindere dalla bagatella della denuncia archiviata.
Il CAI è un “sodalizio”. Forse è a partire da questo bellissimo concetto, quello di sodalizio, che questa parapiglia appare poco elegante.
Però il CAI è anche un’avventura umana, e noi caiani sappiamo come alla fine ogni “avventura” porti a valle il suo strascico di miserie.
Insomma, guardiamo la luna lasciando stare se il dito che ce la indica ha le unghie poco curate.
66 ma che c entra l elezione di una donna con il cambiamento?? Basta con queste ipocrisie da Declino dell’Occidente. Siamo arrivati al punto che non dobbiamo mettere al comando un uomo, solo perché è uomo. Pazzesco. Una donna è giusto che diventi presidente del CAI o di qualunque altra associazione, ente, partito, etc. se lo merita e, soprattutto, se ha la maggioranza dei voti! Credo che tutte le donne intelligenti pensino questo.
E così, il Comitato direttivo centrale del CAI, ha estratto dal cappello a cilindri, non IL CONIGLIO, ma Angelo Schena, eletto componente aggiunto del Comitato direttivo centrale, che così è pienamente in carica e operativo. Invece di fare un passo indietro e, riconquistare CREDIBILITA’, CON IL COMMISSARIO. Anzi, il 10 luglio a Cortina d’Ampezzo, un appuntamento per un confronto sugli impatti ambientali, legati alla realizzazione delle infrastrutture per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. EVVIVA, SENZA VERGOGNA! Ancora più convinto per non AVER RINNOVATO IL BOLLINO.
Umberto di certo non una donna che rilascia dichiarazioni come quelle che abbiamo visto negli ultimi tempi, solo per sparare nel mucchio. E per di più mettendo alla berlina un’altra donna che probabilmente è psicologicamente in difficoltà.
…Montani afferma di essere un “cambiamento generazionale che genera discontinuità”,…un “cambiamento” ci sarebbe stato, avessero eletto una donna, un segno di evoluzione anche per il CAI…
Comunque Pasini, mi puoi dare anche del tu se no mi fai sembrare più vecchio di quello che già, purtroppo, sono.
La vicenda di presunte molestie è al vaglio degli organi competenti che prima o poi indicheranno eventuali responsabilità, se esistono, oppure l’inconsistenza della denuncia, inopportuno ed inutile esprimersi su questo.
Io però non credo che questa profonda voragine dipenda solo dai comportamenti individuali, ancorchè importanti, per ricoprire cariche pubbliche o semi-pubbliche nel nostro caso ( parlo del Presidente e dei Vice )il quadro odierno è solo la parte finale di questa rappresentazione, i motivi veri del dissenso sono senz’altro più datati e profondi, questa omertà da parte dei vertici è imbarazzante ed irrispettosa verso i soci e tutti i volontari. Serve coraggio onestà intellettuale e trasparenza per sciogliere in nodi che inevitabilmente si formano, soprattutto in questo tempo vorticosamente affannato e smettere una volta per tutte di nascondere la polvere sotto il tappeto, in parole povere serve partecipazione vera.
Tu quoque, CAI?
Come le vecchie correnti della DC? Come i dorotei e i morotei? Come Letta e Salvini? Come Berlusconi e D’Alema?
… … …
Anche al CAI di Modena avvenne qualche “discussione” una trentina di anni fa. Motivo: il potere sezionale.
Non ci furono morti; solo rancori, odio, censure, discriminazioni. Insomma, guelfi e ghibellini, fascisti e comunisti, cristiani e mussulmani.
Cosí va il mondo, in saecula saeculorum.
Commissario Crovella! Autoblindo, grinpas, mascherine, caianismo estremo, bulldozer, tuttologia sabauda e chi più ne ha sentite ne metta. Il nuovo Cai è alle porte. Si salvi chi può.
Meglio andare in montagna.
Barbolini. Due vicepresidenti che si dimettono pubblicamente tra urla, strepiti, applausi, pugni sul tavolo denununciando un clima di sopraffazione e di coercizione, una controversa storia di denuncia per molestie di una collabatrice …..beh definire questo puro pettegolezzo richiede una elevata dose di ottimismo che invidio. È vero che ormai siamo abituati a tutto, però ci sono forse ancora dei limiti e dei confini per la capacità di digestione dell’indecenza. Almeno io ho questo limite personale, anche se le assicuro che, come lei, ne ho viste di cotte e di crude sul lavoro e nella vita politica e pure nella vita privata. Non penso sia una buona idea stare a vedere che “passi la nottata” .
su Altorilievo a suo tempo era uscito questo:
https://fb.watch/dkVHj1IlEM/
L’elegantisssimo pugno al tavolo e dito puntato urlando…Penso di aver capito la rozza e ignorante decadenza dopo 47 anni e di aver fatto bene a non essere più tesserato da 4.
Caro Betto,
definizione di gossip: pettegolezzo, chiacchiera indiscreta o mondana, spec. nel gergo giornalistico. Quasi tutti i commenti che ho letto sono intrisi di tutto questo. Io non sono a conoscenza dei fatti quindi mi astengo da un qualsivoglia giudizio in proposito. Sono 52 anni che sono socio CAI ed anche all’interno delle singole sezioni ne ho viste a decine di vicende che posso definire gossip. Per ora sto alla finestra come un/a pettegololo/a
In più, di solito sono poco attenti alla comunicazione (cosa in cui Marchionne ad esempio eccelleva a partire dal suo abbigliamento e dai suoi modi). E qui dopo il fattaccio la comunicazione interna ed esterna è cruciale.
Crovella. Il commissario potrebbe essere sicuramente una soluzione. Un po’ traumatica ma rapida. Ho però visto che i commissari di queste organizzazioni, di solito di nomina ministeriale, sono spesso dei burocrati che si limitano a restaurare il rispetto delle regole formali. Raramente intervengono sulle questioni strategiche e sulle politiche. Di solito evitano di modificare gli equilibri. Non sono paragonabili ai “ristruttori aziendali” alla Marchionne per capirci o alla Profumo prima maniera.
Non mi è Piaciuta solo una Cosa di quel Video ! alle Elezioni” quella Risposta ! del neo Presidente “aggressiva alla Signora che Parlava..! Solo questo mi permetto di dire..!! Grazie…!
Troppe cose complicate. Meglio un Commissario che entri in carica a stretto giro e con pieni poteri. Obiettivo rimettere ordine e chiarezza in una Sede Centrale che, anno dopo anno, è giunta fino ad un clima velenoso che rende il tutto ingovernabile. Ribadisco che la vicenda collaterale non è il problema del CAI Centrale. Però il Commissario, essendo terzo anche nei confronti di questa vicenda, permette al CAI di farsi da parte fre le due persone e contemporaneamente al sistema giudiziario di far chiarezza sui fatti, obiettivo che i PM devono perseguire a prescindere dal fatto che tale vicenda si intersechi con la vita del CAI.
Per fortuna che il grande corpo del CAI (quello sul territorio) non ha niente a che fare con il “niido di vipere” che dà idea di esser diventata la Sede Centeale. È quello il vero e grande problema e se non lo si risolve, anche a colpi di machete (se del caso), un Presidente vale l’altro…
L’intervento di Bragantini mi ha stimolato ad articolare meglio un’idea di azione per gestire la situazione critica che si è venuta a creare e le sue possibili sgradevoli conseguenze, vista l’esposizione pubblica del CAI e la sua natura di libera associazione. Non conosco la struttura organizzativa del Cai e lo statuto e non saprei chi potrebbe essere l’interlocutore ( in un’azienda tipicamente il CdA) ma io suggerirei un’ipotesi di questo tipo:
Chiedere ad un esperto di diritto societario/amministrativo come gestire una fase temporanea di “congelamento” del vertice senza invalidare il risultato della votazione assembleare.
Istituire un gruppo di lavoro/commissione con a capo una figura esterna femminile di assoluta reputazione e con al suo interno qualche figura rappresentativa dei soci, anche qui, di assoluta autonomia e credibilità. Obiettivo del gruppo di lavoro dovrebbe essere quello, non di analizzare il “caso” Montani, ma di verificare che le condizioni e il clima di lavoro nella sede centrale siano allineati ai valori del sodalizio, con particolare riferimento al rispetto della dignità delle persone e delle diversità di genere. Il gruppo di lavoro dovra’ operare con assoluta discrezione, rigore professionale, tutela delle persone e consegnare i risultati del suo lavoro a…..
Comunicare ai soci e all’esterno le decisioni con un discorso di questo genere “ Nel corso dell’assemblea dei soci tenutasi….sono emerse considerazioni critiche sul clima di lavoro della sede centrale. È stato affermato che tale clima non sarebbe allineato ai valori dell’organizzazione, con particolare riferimento al rispetto della dignità dei collaboratori e delle differenze di genere. Alcuni organi di stampa le hanno riportate con clamore facendo riferimento anche a vicende personali tuttora in corso che coinvolgono il vertice del sodalizio. Tali notizie hanno creato sconcerto tra i soci e danni di immagine alla nostra organizzazione. Per fugare ogni dubbio è stato dunque deciso di congelare temporaneamente i risultati dell’assemblea e di istituire un comitato indipendente che entro …dovrà fornire le sue valutazioni e considerazioni, volte a fugare ogni dubbio ed eventualmente ad adottare le correzioni necessarie. Siamo certi che la nostra organizzazione saprà utilizzare questa spiacevole situazione per diventare ancora più forte e solida come punto di riferimento per le migliaia di persone che amano la montagna e le terre alte”
Convincere il nuovo presidente che questo stop temporaneo sarebbe un bene sia per lui che per il sodalizio e che il suo attivo e pubblico sostegno all’iniziativa sarebbe utile e gradito come segno di assoluta onesta’ di intenti e sicurezza nella correttezza del proprio operato prima e durante le elezioni.
Terminato il processo e prese le nessarie deliberazioni, affidare a professionisti della comunicazione una campagna di informazione esterna ed interna volta a valorizzare il “marchio”, la sua storia, i suoi valori e le direttrici di cambiamento nel solco della sua grande tradizione.
Sostengo l’idea di Pasini @41. In Italia aspettiamo sempre i risultati dei procedimenti giudiziari e va bene così. Questa è la nostra imperfetta certo, emendabile pure ma sì, amata, costituzione (Crovella). ma appurare i fatti è la necessaria premessa di un procedimento penale che poi dovrà stabilire se quei fatti configurino un reato, e quale sia la pena, se del caso, per quel reato, con aggravanti e attenuanti varie.
Un’indagine come quella auspicata da Pasini potrebbe intanto appurare i fatti, e farlo in tempi brevi. La persona, o le persone, incaricate di questa indagine esporranno poi i fatti alle due parti interessate in via riservata prima, eventualmente pubblica poi. Altra cosa sarebbe se non si riuscisse proprio ad appurare i fatti. Aspettare l’esito dei processi è stolto se i fatti sono già identificabili. Ma chi potrebbe proporre qualcosa del genere, essendo il presidente parte in causa, e i due vice dimissionari?
Alla fine della fiera, ribadisco quello che ho detto nell’intervento 18 completamente frainteso dal Crovella, cosa che mi rafforza nel ritenere “che l’unico atto decente siano state le dimissioni dei vicepresidenti.”
E che un presidente del CAI dovrebbe essere come la moglie di Cesare, “di sopra di ogni sospetto”.
Se qualcuno teme che così non si troverebbe mai un presidente del CAI (o del suo condominio), beh francamente, non è questo il CAI che voglio, meglio commissariato (e gli consiglierei pure di cambiare condominio!)
Federica. Può essere che tu abbia ragione. L’intervento dei due dopo la votazione è stato decisamente inopportuno e sbagliato nelle forme e dei tempi. Ma ormai è fatta. Bisogna adesso che l’organizzazione difenda la sua reputazione anche a costo di sacrifici. Forse sono diventato a causa delle mie esperienze lavorative un po’ pessimista e un po’ “poliziotto” ma ho sempre visto che gli “scandali” anche quelli gonfiati, sotto sotto portano alla luce anche qualche frammento di informazione nascosta sotto il tappeto. È un’informazione, poi sta a chi ha responsabilità gestirla nel modo più opportuno. E anche in questo caso, come per l’andare in montagna, la classe non è acqua e si chiama leadership.
Luigi, visto la tua sicumera ho chiamato un’amica avvocata e non è come dici tu. Dipende dal tipo di reato e da come si intende procedere, ogni caso è a sé. Ora, o tu conosci esattamente come stanno le cose, oppure sarebbe bene sospendere il giudizio e non parlare di procedimenti che saranno risolti nelle sedi adeguate. A me interessa, spero si sia capito, cosa intende fare il Cai ora, perché il problema è bello grosso e riguarda migliaia di soci che, oltre a offrire il loro tempo prezioso, pagano anche una tessera. Per me sarebbe bene affidare la dirigenza a uomini/donne super partes, perché questo clima tossico e di sospetto fa male a tutti.
Roberto, il problema che invece ti espongo io è che mi sembra che il clima tossico sia alimentato anche da queste persone. Perché un conto è denunciare un clima tossico, un conto è raccontare di un’indagine che dovrebbe essere sottoposta a segreto. Soprattuto quando dici che conosci bene quella persona.
Ti sembrano giuste le dichiarazioni rilasciate dalla VPG?
A me, come donna no. Non esporrei mai qualcuno, già fragile a questa gogna mediatica. Soprattutto se la cosa viene legata a questioni politiche
Federica. Aggiungo anche che i due VP hanno denunciato un clima tossico della sede centrale più che il caso Montani. A torto o a ragione il tema è stato portato in pubblico. Bisogna rimediare dimostrando che si hanno le porte aperte, non si hanno timori e si vuol fare luce e fugare ogni sospetto. Per questo ho fatto la mia proposta, allineata a quello che si fa di solito in questi casi. Persino la Chiesa cattolica italiana ci sta arrivando. Una decisione che in USA è costata anche un mare di soldi.
Federica. Purtroppo il mondo funziona così. Le voci circolano anche illegalmente e le cose si sanno. Per questo molte donne tacciano oppure non hanno il coraggio di andare fino in fondo e ad un certo punto si tirano indietro. È un dramma che ho vissuto anche personalmente su un caso di violenza fisica dove insieme ad un ispettore di polizia (donna) e ad un mio amico avvocato abbiamo aiutato una donna che per aver fatto denuncia ha subito un mobbing pesante nel suo ambiente dove la voce era girata non si sa bene come ma ha avuto il coraggio di andare fino in fondo. È stata dura ma è arrivata la condanna. L’ispettore mi ha raccontato storie penosissime in proposito, sia sul versante violenza che mobbing. Non accadono solo nelle fiction. E se il soggetto è una persona fragile che magari ha frainteso o esagerato, vuol dire che è comunque l’organizzazione che ha fallito nel suo compito di conttrollo, ascolto, prevenzione e sostegno.
Michele, quando si chiudono le indagini (che dovrebbero essere segrete) ti arriva un avviso di garanzia che attesta che sei indagato. Se viene richiesta l’archiviazione questo avviso non ti arriva, perché non hai nessuna accusa da parte del PM che ha fatto le indagini. In questo caso si è sparsa la voce perché venivano convocate persone legate alla sede centrale per essere sentite. Quindi si sapeva per sentito dire. Non sono arrivati i carabinieri a casa a dire “Ei Pinco pallino ti ha denunciato per questo e quest’altro”.
Quando è stata chiesta l’archiviazione la denunciante avrà ricevuto una notifica ufficiale. Quando lei si è opposta, se si è opposta, l’avrà ricevuta lui. La richiesta di archiviazione, per esserci stata un’opposizione risale a mesi fa. Quindi lui al massimo poteva sapere che non era intenzione del PM procedere.
PS. Aggiungo che sarebbe fortemente raccomandabile che la responsabilità di guidare l’esame ( in aziendalese si direbbe l’Audit) fosse affidata ad una donna con un suo gruppo, riconosciuta per la sua competenza, equilibrio e indipendenza di giudizio. Sarebbe importante anche come messaggio per l’interno e l’esterno.
Prescindendo dal caso specifico, che non voglio commentare, io detesto i molestatori sessuali. Allo stesso modo, però, non sopporto chi denuncia falsi abusi sessuali: con le calunnie si rovina una persona.
Perdonami Luigi, non ho fatto giurisprudenza ma so leggere: non mi pare che il neo eletto fosse allo scuro di tutto, basta prendere le dichiarazioni nei vari articoli di stampa. Quindi la possibilità di farsi da parte c’era e c’è ancora, così da accertare i fatti e nel caso tornare a candidarsi più forte di prima. Torno a dire, il presidente del Cai non è scelto per elezione divina, né ci sono individui insostituibili a ricoprire quel ruolo, se c’è qualcosa che non va (e qui c’è molto che non va) si rifà tutto e si trovano altri. Altrimenti finiamo per essere ultras di una o dell’altra parte e il Cai non è uno stadio.
Roberto quindi io dovrei mettere in conto che se denuncio uno, torto o a ragione i miei vicini di casa lo sappiano? Che il web faccia un processo sommario?
Devo mettere in conto che magari devo pagare 300mila euro di danni perché l’accusa viene archiviata e l’accusato ha perso clienti e un ruolo per via delle accuse finite sui giornali? O che 300 mila persone nel cai lo sappiano?
Se io denuncio qualcuno lo faccio andando dai carabinieri, non facendo dichiarazioni pubbliche. Allo stesso tempo per salvaguardare le prove o altro non si racconta in giro delle indagini. E mi sembra assurdo che qualcuno che tiene a me rilasci dichiarazioni pubbliche, soprattutto con una richiesta di archiviazione, che mi mette in situazione di difficoltà.
Ma scherzi o fai sul serio?
A questo punto la frittata è fatta e la situazione non può essere gestitata da uno dei coinvolti in prima persona, facendo finta di niente e aspettando che passi la nottata. Io penso ci vorrebbe un terzo, a prova di bomba, che faccesse un approfondito esame della situazione della sede centrale e proponesse le sue conclusioni ai rappresentanti degli “azionisti” che reggono l’associazione (i soci). Così si farebbe in un’organizzazione “normale”. Nel frattempo un esperto di quella che si chiama “corporate governance” potrebbe indicare come risolvere temporaneamente le questioni formali.,
Michele il rappresentate è irreprensibile se il fatto viene archiviato, perché non ha nemmeno ricevuto l’avviso di essere indagato. In tutto questo Montani, avrebbe anche potuto non sapere nulla fino all’archiviazione essendo le indagini preliminari segrete. Invece lo sa il mondo.
Mi dispiace ma il processo lo stai facendo ugualmente.
Non è irreprensibile chi divulga fatti coperti dal segreto d’ufficio. Soprattutto prima che la giustizia abbia fatto il suo corso.
Se e quando andrà a processo o verrà condannato si dimetterà, altrimenti parliamo di cose che non esistono.
I Presidenti di Sezione è delegato di diritto della Sez. che presiede, nelle Assemblee generali di Sezione vengono eletti ulteriori delegati ( uno ogni 500 soci o porzione non inferiore ai 250 ) es. Sez. con 750 soci n. 2 delegati, al di sotto solo uno.
L’art. 12 dello Statuto del CAI definisce l’Assemblea dei delegati come ” l’organo sovrano del Club Alpino Italiano “.
Ho fatto questa noiosa premessa per esprimere quanto segue: a Bormio durante l’Assemblea non è mai emerso nulla di quanto poi avvenuto, anzi i programmi presentati dai candidati se non simili, non erano comunque in contrasto marcato , sembrava la festa del ” volemose bene”. Il delegato che arrivava dalla Sez. di “Canicattì”, (semplice modo di dire nessuno me ne voglia), non ha minimamente percepito cosa in realtà bollisse in pentola ed ha espresso il suo voto sulle poche informazioni di partenza ed alle suggestioni provate al momento. Ad oggi solo pochi sono a conoscenza delle reali motivazioni di quanto avvenuto. In pratica molti dei delegati sono stati considerati degli “utili idioti”. Tutto ciò non è accettabile ed è lesivo del diritto degli stessi ad essere informati con trasparenza nel pubblico dibattito, quindi in contrasto a quanto stabilito dall’art. 12 dello Statuto. Pertanto il risultato di questa Assemblea deve secondo me essere annullato aldilà delle vicende personali dei protagonisti per le quali si esprimeranno gli organi competenti.
Per favore, facciamo fare alla giustizia il suo corso e non avventuriamoci in ricostruzioni da esperti e fini penalisti (che non siamo). Terrei però ben presente la questione morale di fondo, su quella possiamo discutere. Il presidente del Cai è una figura volontaria ed altamente simbolica, dal momento che rappresenta presso le istituzioni le varie sezioni. Ecco, io vorrei un rappresentante irreprensibile. Chiedo troppo? Nel resto del mondo ci si dimette per molto meno. In questo caso non esistono né persone necessarie né elezioni irrevocabili, la cosa fondamentale è il bene (e il rispetto) dell’associazione. Forse fare un passo indietro non sarebbe male. A mio avviso non si doveva arrivare a questo punto, ma ci siamo e ora serve correttezza verso i soci.
Federica. Se una donna fa una denuncia sa bene che il suo nome uscirà fuori e che tutto verrà spiattellato in pubblico e magari anche usato nelle lotte intestine tra maschi e femmine alfa. Sa anche che in un paese con una cultura patriarcale come il nostro avra’ più da perderci che da guadagnarci. Per questo, nella mia esperienza, non lo fa mai a cuor leggero e senza prima aver lanciato dei segnali che non sono stati raccolti. Se lo fa è perché si sente in un angolo, senza scampo ed ha accumulata una tale tensione e frustrazione da correre il rischio. Questo è per me un segnale che non si è fatto un adeguato lavoro di controllo prima. E non ditemi che i vertici dell’organizzazione non sapessero niente perché ho smesso presto di credere alla favola di Cappuccetto Rosso, figurarsi dopo decenni di onorato (spero) servizio. Le cose si sanno e come si sanno, anche il “lato” oscuro e pure il lato “chiaruscoro”, statene pur certi. Poi si può decidere, per diversi motivi, di fare come le famose tre scimmiette e di correre il rischio, con tutte le conseguenze connesse. Solo che notoriamente è difficile rimettere il dentifricio nel tubetto.
Roberto sono perfettamente d’accordo con te.
Il problema qui è che la gestione che tu giustamente citi è in mano a più o meno le stesse persone che ambivano a fare il Presidente generale, quindi una buona gestione o una cattiva gestione può essere un caso oppure no.
Il fatto che da ottobre/novembre le notizia circolasse sottobanco con nomi e cognomi associata al non votare il candidato denota che qualcosa deve essere sfuggito di mano. Per lo meno nella divulgazione di atti d’ufficio riservati.
Lo stesso vale per queste dichiarazioni: se chi è ai vertici sa la cosa perché è venuto a saperla per via della propria posizione gestionale, divulgarla sui giornali o pubblicamente in assemblea non è propriamente un comportamento saggio. Anzi potrebbe addirittura essere una violazione del regolamento interno.
Mettiamoci anche nei panni di persone che hanno incarichi retribuiti e vedono il proprio nome sulla bocca di tutti, associato a pettegolezzi prima e a fatti penalmente rilevanti poi. Non bello, soprattutto psicologicamente provante per chiunque.
Non avrei mai votato per Montani e penso che i delegati abbiano fatto un gravissimo errore. Reputo l’accusa di molestie solo la ciliegina ( avvelenata) sulla torta. Ma se poi l’indagine porterà il neo presidente in tribunale il danno di immagine per il CAI sarà enorme e irreversibile, qualunque dovesse essere il verdetto. Montani sapendolo, avrebbe dovuto fare un passo indietro, anteponendo gli interessi del sodalizio alla sua ambizione. Carlo Alberto Pinelli
ps: Caro Barbolini, qui non si tratta di gossip.
Dico solo che se fossi la denunciante sarei particolarmente incazzata di essere finita su corriere della sera con tutti qui ad analizzare il problema perché un ex candidata che si dichiara mia amica rilascia dichiarazioni.
In più con la paura di vedere il mio nome apparire da un momento all’altro online o sulla bocca delle persone.
Non penso che faccia bene a nessuno questa spettacolarizzazione, soprattutto perché le chiacchiere non si possono fermare.
Giovanna. È un brutto casino che sta creando un danno reputazionale su un tema oggi scivolosissimo e pericoloso. Certamente si percepisce nel vertice un clima veramente avvelenato senza esclusione di colpi.,Come ho già detto il tema è gestionale non legale. In un’organizzazione “normale” dove gli organi di controllo fanno il loro lavoro, i rappresentanti degli azionisti intervengono e chiedono un passo indietro temporaneo a tutti. Idealmente non è giusto, innocenti possono andarci di mezzo, però così funziona il mondo e i rischi sono troppo elevati, come stiamo vedendo. Aggiungo anche che se si arriva a una denuncia o abbiamo a che fare con un/una mitomane che come Pollicino ha lasciato per strada gia’ molte tracce ed è noto come tale (visto anche questo anche sul tema Soldi) oppure qualcosa è andato storto e non si è intervenuti in tempo lasciando marcire una situazione e questo non va bene, perché ci sono modalità interne di verifica prima di arrivare al tribunale. Anzi quasi mai si arriva al tribunale. Sempre meglio prevenire che finire al pronto soccorso.
Roberto tutto vero quello che dici, se non che i vertici del cai sono formati da volontari. Quindi oltre che rischiare la reputazione nel Cai la rischi anche nel tuo lavoro se questa cosa esce sui giornali. Tu sapendo di avere minimamente torto andresti avanti ugualmente?
Tieni conto che la notizia è uscita post elezione, con una richiesta di archiviazione già pervenuta.
Prima (fino a Bormio) veniva solo sussurrata nei corridoi chiedendo di non votare il candidato e nessuno ha mai detto che c’era una richiesta di archiviazione.
La denuncia per diffamazione viene fatta con il fascicolo del tribunale in mano e tutte le prove rilevate dalle indagini. Non sappiamo cosa sanno o cosa fanno le parti. Abbiamo solo le dichiarazioni della Franceschini.
@27 Pasini. In dubio pro reo. E’ principio che affonda le radici nella da voi tanto amata Costituzione. Qui non siamo neppure in Tribunale, ma nell’anticamera della Procura… campa cavallo…
Proprio a tutale delle donne oggettivamente “offese”, dobbiamo seguire in generale un approccio molto diverso su questi temi. Sennò, per demolire anche solo la candidatura di un condomino a Consigliere condominiale, si troverà sempre una squinzia disposta a sostenere che il suddetto candidato le ha rivolto uno sguardo lubrico quando si sono incrociati sotto l’androne… oppure anche un uomo che sostenga lo stesso (non c’è da stupursi…) o più in generale qualcuno che faccia riferimenti diffamanti (tipo che ha ricevuto offerte in denaro o altro).
Lasciamo che la giustizia faccia il suo corso. I magistrati hanno tanti difetti, sono il primo a sostenerlo, ma sono gli unici autorizzati a fare “i giudici”.
Cara Giovanna, mi sono occupato di Risorse Umane per tutta la vita. Sulle tre S (Sesso, Soldi, Salute) si vede di tutto nelle organizzazioni. La verità legale appartiene spessso ad una dimensione diversa da quella della vita triviale di tutti i giorni, che però è quella che conta per le persone “comuni”. Io ho sempre suggerito un eccesso di prudenza come male minore rispetto ai possibili danni reputazionali. E non sono affatto un giustizialista, anzi. Ad un manager maturo gli parli, soffre ma lo capisce e si sacrifica. Certo se è il padrone è diverso. Esiste sempre comunque per difendersi con coraggio e determinazione la causa per diffamazione. Già questo è un segnale importante ad esempio. Montani ha denunciato la signora ? La sua dichiarazione che la signora è vittima, ma di altri, è comunque grave e inopportuna perché significa ammettere che c’è del marcio in Danimarca.
Roberto proprio per i motivi che dici tu, non succede quasi mai che per accuse del genere venga richiesta l’archiviazione. In aggiunta per questa fattispecie di reato la donna testimonia per sé e la testimonianza è valida come prova. È l’uomo che deve discolparsi, non la donna che deve provare di avere ragione.
Visto quanto sopra premesso, significa che il quadro che si è fatto il PM ha solide basi di prove concrete contro la testimonianza della denunciante. La richiesta di archiviazione è rarissima e denota la singolarità della situazione.
Crovella correggimi se sbaglio
Scusate, ma io sono un pistino e ci tengo alla precisione terminologica. “La forma è sostanza” dicono abitualmente i giuristi e, anche se io NON sono un avvocato di professione, condivido in pieno. La praticaccia professionale di quasi 4 decenni mi ha abituato a ragionare così.
Dunque, in questa faccenda il Tribunale non c’entra proprio, o quanto meno non c’entra ancora. I PM non fanno parte del Tribunale, ma della Procura. Sono la Pubblica accusa, non i Magistrati giudicanti. Li si identifica come “inquirenti”. Si arriverà in Tribunale solo se si aprirà davvero il processo. Qui siamo a livello in cui la Pubblica accusa ha, per ora, ritenuto che NON ci siano neppure le condizioni per andare a processo. Vedremo che responso daranno dopo aver rivisto i fatti su richiesta della sedicente parte lesa.
Occorre aver ben chiari diversi livelli delle vicende, altrimenti si rischia di dire cose “mescolate” o quanto meno si rischia che i lettori abbiano impressione che gli interventi siano confusi e imprecisi.
Crovella. In questa materia non ci sono quasi mai prove schiaccianti. Si tratta di chiaro scuri. Se si tratta di solo “ scuri” mitomani la cosa di solito è conclamata e finisce con una pesante causa per diffamazione verso l’accusatore. Quindi sarebbe stato meglio essere più cauti. Inoltre la sensibilità femminile è molto diversa su questo tema da quella maschile. Chiedi in giro e guarda gli interventi qui. Questo a prescindere dal comportamento della Francescini. E non è un problema secondario per un’organizzazione no-profit con una forte base valoriale e di volontariato. Cerea
@19 hai centrato il problema sul tema specifico “accusa”. Lo avevo già percepito nei giorni scorsi, ma me ne stavo zitto per inopportunità di entrare pubblicamente in questioni private altrui, tra l’altro così delicate. ora che hai rotto il velo, dico la mia. Certo la situazione è molto strana: facciamo uno più uno più uno e poi vediamo a che risultato arriviamo…
Dunque: 1) il procedimento (fascicolo dell’inchiesta) è stato aperto a Venezia (e non a Milano dove ha sede il CAI Centrale…): ci può stare, la denuncia si può fare ovunque…, ma lascia un po’ interdetti; 2) il candidato Carrer era appoggiato dai delegati dell’area Nord Est (Trentino, Veneto, Friuli) più l’Emilia Romagna; 3) guarda caso la parte che non era sostenitrice del candidato Montani si è messa a divulgare la notizia della denuncia a tutto il mondo…
mmmmmmmmmmmmmmmm…..
Non è necessario aver fatto il militare a Cuneo (come Totò), per esser uomo di mondo…
Ciò non toglie che: 1) la giustizia deve acclarare i fatti oltre ogni ragionevole dubbio; 2) resta intatta la mia contrarietà al candidato Montani (così come a Carrer) ma per i motivi già esposti, non per questa faccenda
Roberto l’unica cosa che sappiamo di questa storia è che nel bel mezzo di una querelle elettorale il candidato unico viene denunciato da una collaboratrice (non una dipendente)
Il tribunale ritiene che non ci siano fatti rilevanti per formulare un’accusa.
Il pettegolezzo viene fatto girare dicendo di non votare il candidato. Viene praticamente imposto al candidato di ritirarsi. Lui dice di non aver fatto niente e va avanti.
Un persona si candida senza titoli.
A questo punto si candida un’altra persona.
Il candidato viene eletto e il fatto finisce sui giornali (raccontato dai due che hanno perso) facendo scalpore con due ex candidati che vogliono le dimissioni del neo eletto.
Noi non sappiamo cosa rischiava la denunciate se avesse vinto qualcun altro. E nemmeno cosa rischia con Montani visto che lui dice che lei è vittima di altri, nell’articolo.
Aspetterei il fascicolo del tribunale prima di espormi.
Bravo Crovella concordo al 100%
Roberto, allora discredito l avversario solo per non farlo candidare? Per me si è innocenti fino a prova contraria. E queste molestie sono state addirittura archiviate!! Ormai basta guardare una ragazza negli occhi che ti accusano di molestie..fossi in montani, a vicenda conclusa, chiederei i danni di immagine.
Ps. Nel mio lavoro ho sempre considerato la gestione attenta e accorta della patta dei pantaloni un elemento importante della professionale della competenza manageriale maschile. Troppi casini da gestire per la Direzione del personale se un manager non sa governarsi con attenzione.,
@12 e 10. Guardate che avete le idee molto confuse, non solo sul CAI, ma proprio sul piano giuridico, anzi giudiziario.
La signora, sedicente parte lesa, NON si è “opposta al ritiro della denuncia” (“ritiro della denuncia” tra l’altro è un’azione che fa esclusivamente l’autore della denuncia, non i PM), ma ha semplicemente avanzato ricorso agli inquirenti per la revisione dell’inchiesta. Si tratta di una generica azione riconosciuta dal Diritto a tutti i cittadini, non significa nulla sulla fondatezza o meno delle accuse. In pratica la signora ha chiesto ai PM di rifare l’analisi dei fatti. Ma qui i nodi vengono al pettine: o nella seconda inchiesta saltano fuori elementi che nella prima non erano emersi, oppure la conclusione non potrà che essere la stessa della prima inchiesta (cioè archiviazione). Per cui se la signora, sedicente parte lesa, dispone di fatti probanti (a sostegno della sua accusa) dovrà quindi tirarli fuori. Ma la domanda è: se la signora dispone di tali prove “schiaccianti”, perché non le ha già utilizzati nella denuncia originaria? Certo potrebbero esserci in linea teorica, per esempio un testimone che si è finalmente convinto a testimoniare… Ma reputo difficile. A naso, è difficile che giungano novità rispetto alla “prima” inchiesta, per cui la conclusione sarà più o meno la stessa (archiviazione).
Inoltre (18): non è possibile “condannare” un cittadino solo sulla base di una denuncia. Questo per qualsiasi reato. Tra l’altro l’inchiesta dei PM non “condannerebbe”, ma si limiterebbe a rinviare a giudizio (cioè al processo). Neppure l’esito del processo di primo grado sarebbe definitivo, perché c’è l’Appello e poi la Cassazione. Per dettato della Costituzione (da voi tanto amata…), solo dopo la condanna anche in terzo grado un cittadino va considerato colpevole in via definitiva… Conoscendo i tempi dela giustizia italiana, l’eventuale condanna in Casdsazione avverrebbe se va bene fra 10 anni (magarti anche di più…). Se non ricordo male, il mandato da Presidente Generale del CAI è triennale, per cui Montani avrebbe tempo di svolgere tre teorici mandati da Presidente prima che la condanna “definitiva” glielo impedisca.
Ergo: ma che discorso del menga fate?
Il problema NON è questa scemenzina . Il problema del CAI Centrale sta nel… CAI Centrale stesso. Ci sono motivazioni storiche ben precise per cui il CAI Centrale si è così “sputtanato” nel coprso dei decenni (quindi NON è un problema dell’attualità, ma di parecchio tempo), ma oggi non ho tempo per descrivere l’analisi storica.
L’unica cosa che deve esser chiara a tutti è che l’ideale “adamantino” del CAI sopravvive eccome ed è molto diffuso nel CAI inteso come Sezioni, sottosezioni, Scuole, commissioni Rifugi, Gite sociali, Gruppi giovanili ecc ecc ecc.
Il CAI Centrale, che sia guidato da Tizio o da Caio o da Sempronio, è invece una congrega affaristico-burocratica, completamente slegata dal “vero” CAI. Tuttavia il CAI Centrale è purtroppo la testa decisionale del CAI, ecco il vero problema. Io spero che il Commissario entri nel CAI Centrale col machete e faccia piazza pulita del marcio. Dubito, perché il “marcio” sta nella mentalità che caratterizza (da decenni ) il CAI Centrale, ma una speranziella la tengo in vita…
Teo. Il problema non è di tipo legale ma di opportunità e prudenza organizzativa. In particolare su un tema come quello. Se una collaboratrice denuncia il capo per molestie sa bene a quali conseguenze pesanti va incontro se non ha evidenze a suo favore: non solo di reputazione, ma molto concrete: causa per diffamazione con impatto economico importante in caso di condanna e altamente probabile licenziamento. Questo è il motivo per cui molte donne tacciono, soffrono e non sporgono denuncia. Sono situazioni dunque da valutare attentamente a prescindere dagli esiti giudiziari. Spesso si tratta di situazioni di “crinale” dove la verità non è sempre chiarissima, ma c’è qualche errore da entrambe le parti. Il problema è che per il capo l’errore è più grave e getta qualche sospetto sulla sua maturità manageriale. Io personalmente sarei per una certa prudenza, soprattutto in organizzazioni esposte pubblicamente. Infatti ne vediamo le conseguenze. Basta leggere gli interventi qui o parlare con qualche socia Cai.,
Caro Matteo, Io nel dubbio crederei al tribunale che ritiene non ci siano nemmeno gli estremi per formulare un’accusa, nota bene non un giudizio.
Per quanto riguarda tutta la storia mi chiedo se la Franceschini ritiene di fare del bene raccontando ai giornali fatti personali di una persona che dice di conoscere bene (la donna). Voi se foste stati molestati, che sia un fatto vero o presunto, vorreste finire sulle pagine di tutti i giornali per questioni politiche?
A questo punto viene da chiedersi: la Franceschini lo fa per il bene di chi? Della denunciante che conosce bene e che, se l’accusa fosse falsa dovrà pagare tutti i danni per aver fatto finire il denunciato su corriere della sera? Per distruggere la reputazione di un uomo che magari non ha fatto niente e nel frattempo rimane bollato a vita? Per fare casino nel Cai di cui non vuole più fare parte?
Effettivamente sembra tutto molto slegato dal contesto politico…
Non seguo e quindi non conosco alcunché delle politiche e dei vertici del CAI, però contrariamente al mio omonimo Matteo Fumagalli, ritengo che l’unico atto decente siano state le dimissioni dei vicepresidenti.
Peraltro mi risulta che la Franceschini avesse detto pubblicamente prima delle votazioni che se fosse stato eletto Montani lei si sarebbe dimessa, posizione che trovo apprezzabile: se ritieni (a torto o a ragione) che con qualcuno non puoi lavorare, lo dici e eventualmente ti dimetti…l’esatto contrario del “governo purchessia” cui siamo assuefatti!
Quanto alle molestie, io preferirei molto che si desse credito alla donna a prescindere e che sempre valesse la massima della moglie di Cesare.
Magari qualche volta un innocente potrebbe veder frustrati i propri progetti, ma il mondo sarebbe sicuramente un posto migliore!
Stavolta do’ ragione a Crovella. Oltretutto, finché non si è condannati, si è innocenti. Invece in Italia chiunque abbia una denuncia o sia indagato, è colpevole. Abominevole.
Dimissioni; nient’altro da aggiungere!
Ieri si è tenuta l’assemblea elettiva della mia sottosezione, la SAT di Moena. Ho ritenuto un dovere morale non parteciparvi (presidente per sei anni e vice per altri sei) fino a soluzione del caso Montani, con le sue dimissioni. Non perchè sia colpevole, la decisione spetta solo a un tribunale. Ma per una assunzione di responsabilità dello stesso Montani verso tutto il corpo sociale del CAI che non c’è stata, Abbiamo solo assistito ad una sceneggiata e i pugni battuti sul tavolo. Tutto detto. del resto le perplessità verso il CAI aumentano sempre più. Non è un caso se il tavolo delle associazioni nazionali sulle olimpiadi sia bloccato proprio dall’inazione del rappresentante CAI (e non solo). Infatti questi dirigenti di associazioni, tutte, hanno cacciato dal Tavolo i rappresentanti dei territori.
Grazie mille a Luciano Pellegrini (5) e a Alfiociaba (9) per avermi risposto.
Premessa. Vita privata e ruoli manageriali. Ufficialmente si dice che le due cose vanno tenute distinte. In realtà tutte le organizzazioni, piaccia o non piaccia, tengono conto della dimensione privata nel decidere i ruoli di vertice. Se promuovono persone con vite private eticamente discutibili vuol dire che gli va bene così e questo è sempre un segnale della vera cultura dominante nell’organizzazione. Guarda i capi e capisci come funziona davvero la baracca.Nel caso specifico. Non conosco i termini della questione. In generale oggi se c’è di mezzo un tema delicato come le molestie si considera la situazione con grande attenzione, soprattutto nelle organizzazioni a forte componente femminile. Più distratte le organizzazioni con prevalente cultura maschile. Se la denunciante è una notoria mitomane, cosa possibile, e se è stata a sua volta denunciata per calunnie è un conto. Altrimenti, comunque, qualche imprudenza, non necessariamente scorrettezza è stata commessa da chi era in posizione di potere. In questo caso entrano in gioco sensibilità diverse e cautele finché la situazione non si chiarisce. Una denuncia è comunque sempre un segnale, a meno che, come ho detto, si tratti di un evidente caso di mitomania. Un po’ di prudenza comunque con guasta. In un altro paese il candidato sarebbe stato probabilmente messo in attesa. Questo non significa che sia giusto, ma che da noi avvenga meno frequentemente (vedi casi analoghi) è comunque indicatore di un clima. Quello che è successo alla fine dopo la votazione (urla, insulti, pugni sul tavolo) è un danno reputazionale molto grave. In ogni caso questa storiaccia ha messo in secondo piano i problemi davvero importanti. Nessuna intervista che ho visto finira ha davvero spinto il nuovo presidente a chiarire cosa intende fare sui temi caldi. Tutta fuffa da ufficio stampa. Speravo in questo blog ma Merlo mi ha già risposto sugli impegni della redazione. Ci spero ancora.
Luigi Bombardieri scrisse “ Il CAI è scuola di onestà e trasparenza ….” In questo frangente mi pare che non vi sia stato ne onesta’ ne trasparenza “ onesta’ in quanto il neo presidente avrebbe dovuto fare un passo indietro fino al chiarimento della sua posizione , se i due vice presidenti non si fossero dimessi siamo certi che il caso sarebbe uscito a conoscenza dei soci ( non dimentichiamo che sono i soci a mantenere viva l’associazione con oltre trecentomila iscrizioni) se questa ragazza ha denunciato e si è opposta al ritiro della denuncia presumo che la questione non sia proprio così lieve
@5 Sono perfettamente al corrente della situazione della Franceschini. Non è stata costretta a ritirarsi, ma non aveva i requisiti per presentarsi come candidata e glielo hanno fatto notare. Le regole sono uguali per tutti.
@8 Il termine giuridicamente corretto è archiviazione, ma se l’accusa non procede di fatto siamo gia’ a livello di assoluzione. Non ci sono gli estremi per rinviare a giudizio (=aprire il processo). Sta nel diritto che la signora interessata possa fare ricorso, mantenendo formalmente aperto il fascicolo fino a esame del ricorso, ma ciò non incide sul contenuto delle accuse. Col clima generale che c’è oggi su temi del genere, se le accuse fossero oggettivamente fondate, gli inquirenti non avrebbero archiviato. Pertanto o la signora tira fuori dal cilindro nuovi elementi probanti oppure la conclusione sarà la stessa (archiviazione).
Preciso ciò perché è assurdo mescolare le due cose. Una cosa è se il nuovo Presidente sia congruo e utile per i soci CAI, un’altra cosa è la sua vicenda personale, peraltro probabilmente destinata a estinguersi in una bolla di sapone.
Io NON sono un sostenitore del neo Presidente eletto, ma non per la vicenda giudiziaria, bensì perché reputo che il suo modo di vedere (la realtà del CAI) sia dannoso per gli interessi dei soci.
In verità cambia poco se Presidente Generale sia Tizio o Sempronio. Il marcio non sta nel singolo.individuo, ma nel CAI Centeale che, come ho già detto in precedenza, da decenni è un’entità staccata dal “vero” CAI e vive fondamentalmente sul “giro di dane'”.
A
Hanno voluto prendere i soldi dallo stato, ed ora come ente pubblico rischiamo il commissariamento….speriamo che il commissario tagli qualche testa a queste cariatidi.
Non conosco i fatti, ma sicuramente le dimissioni dei due VP sono comprensibili alla luce dei fatti esposti. Inoltre quando si parla di molestie sessuali anche dette violenze ad una donna, si deve portare semplicemente rispetto alla vittima, quindi mi asterrei da commenti. Peraltro il provvedimento giudiziario è ancora aperto e segue le procedure previste dalla legge. Inoltre la pubblicazione degli atti giudiziari non è un atto dovuto e segue i suoi tempi. Confermo che la sede centrale del CAI è un Ente pubblico non economico vigilato dal Ministero del Turismo e dalla Corte dei Conti (leggere lo Statuto del CAI). Certamente il CAI centrale come ente pubblico è molto diverso e distaccato dal CAI Sezioni, associazioni private, dove ci sono i soci, volontari e appassionati che fanno funzionare tutto. Forse un bello scrollone farebbe bene.
Mi chiedo perché la dirigenza del Cai non abbia fatto luce su questi eventi e preso provvedimenti prima della votazione del nuovo presidente. In alcuni commenti che ho letto si parla di archiviazione e assoluzione, un po’ a caso mi sa, in realtà in vari articoli online si legge che il fascicolo è ancora aperto. Non so voi, ma io un presidente lo vorrei integerrimo e al di sopra di ogni sospetto.
Io credetti e credo la lotta per la Presidenza utile come il lavoro, nobile come un’arte bella come una fede. Guido Riva
Al di là degli inevitabili quanto inutili dualismi tra i filo-Montani ed i partigiani del duo Carrer-Franceschini, quello che emerge da questa incresciosa vicenda è ancora una volta l’estremo e insanabile scollamento tra il mondo delle sezioni – un mondo fatto di passione, disinteresse, volontariato e vero amore per la montagna – ed il CAI centrale, che purtroppo si è dimostrato ancora una volta un mondo distaccato, autoreferenziale, luogo di politica (con la p minuscola) per cui queste situazioni gravi (CAI in serio e reale rischio di commissariamento) devono essere affrontate e decise solo all’interno della conventicola della dirigenza. E non parlo della mancata divulgazione del procedimento giudiziario a carico di Montani, un fatto personale che dovrebbe interessarci poco o niente per il fatto che si è risolto con l’assoluzione – anche se tenuto in vita da qualche cavillo da parte della presunta vittima – ma parlo della decisione preconfezionata e decisa a tavolino all’interno delle segrete stanze di dimettersi in caso di vittoria di quest’ultimo, fatto estremamente grave non per l’atto in sé, assolutamente legittimo anche se con conseguenze che possono essere disastrose per l’associazione, ma per il modo in cui è avvenuto, ovvero appunto deciso a tavolino prima delle elezioni ma tenuto nascosto ai delegati, cioè al mondo delle sezioni che, inutile ricordare, reggono con il loro peso economico degli iscritti tutta la struttura di cui sopra, ma sono considerate meno di zero. E le occasioni non sono mancate, tra dibattiti più o meno ingessati e assemblee regionali varie. Una farsa bella e buona, con centinaia di delegati chiamati a Bormio da ogni parte d’Italia a spese proprie o delle sezioni per votare il vertice del sodalizio ma tenuti ignari di ciò che stava succedendo nelle segrete stanze, in un presunto clima a loro dire terribile fatto di “comportamenti e atteggiamenti indegni” e di “tensioni, minacce, diffide, omertà, scorrettezze” (parole della Franceschini), tutto senza alcun cenno, nessuna parola, nessun coinvolgimento dei delegati prima delle elezioni! E scusate se non ce ne siamo accorti, sarà un po’ di rincoglionimento dovuto all’eccesso di Braulio che si consuma nelle sezioni.. Vi sembra una situazione sensata? A me no, e spero che il CAI centrale ne prenda atto e cambi registro, altrimenti gli entusiasmi per l’incremento delle iscrizioni tanto decantato in assemblea temo fra un po’ di anni saranno solo un ricordo.
Brutta storia, IO ho preferito abbandonare il CAI dopo 40anni. MI SENTIVO UN ESTRANEO. Veramente, caro CARLO, la Franceschini era inizialmente candidata, poi si è ritirata…? direi che E’ STATA COSTRETTA…! Con una risposta del Comitato Centrale di Indirizzo e di Controllo del CAI.
https://gognablog.sherpa-gate.com/vogliamo-lorella/
omissis… 86 soci hanno scritto e pubblicato questa lettera aperta allo scopo di manifestare disagio e disappunto per la non accettazione del candidato Lorella Franceschini alla carica di Presidente del CAI per il triennio 2022-2024
Poi, vorrei avere una risposta sulla lettera di minacce ricevuta da alcuni soci del Cai Torino, VEDI FOTO. https://mountcity.it/2022/06/46329/minacce-dimissioni-tensioni-nel-club-fondato-da-quintino/ Minacce, dimissioni, tensioni nel club fondato da Quintino 05/06/2022 (Ser)
Alla domanda di Stefano says: 11 Giugno 2022 alle 15:46
Il CAI è “dipendente dal Ministero del Turismo”? Siamo sicuri? Si, ha anche ricevuto tre mesi fa, 5 milioni di euro. https://travelnostop.com/news/turismo/dal-ministero-del-turismo-5-milioni-per-politiche-montagna_538436#:~:text=Al%20Cai%20arriveranno%205%20milioni,cittadini%20che%20frequentano%20la%20montagna.
«Tra l’altro Montani aveva detto più volte che di fronte alle voci sulla sua persona avrebbe ritirato la sua candidatura. E invece alla fine non l’ha fatto». https://www.lastampa.it/montagna/2022/05/31/news/cai_la_vicepresidente_dimissionaria_comportamenti_scorretti_e_poco_limpidi_non_posso_lavorare_con_montani_-5245423/
Io, con soli 7 voti di vantaggio, avrei fatto UN PASSO INDIETRO!
Il CAI è “dipendente dal Ministero del Turismo”? Siamo sicuri?
Opinabile ma legittimo che i due vicepresidenti si siano dimessi per questa motivazione (ricordiamo che è stato assolto però..) ma trovo altamente scorretto che lo abbiano fatto ad elezione avvenuta senza che ci sia stato alcun accenno prima a noi delegati.. per loro evidentemente non contiamo proprio nulla. E non mi si venga a parlare di privacy o quant’altro perché il procedimento a livello giudiziario era già chiuso.
Le dimissioni (e il conseguente rischio commissariamento) NON derivano dalla questione collaterale delle molestie. Ci sono innegabili motivi di contrasto manageriale fra i tre protagonisti: come si può pensare che il neo eletto presidente possa svolgere il suo mandato, facendosi affiancare dai suoi due competitor con i quali ha vissuto una campagna elettorale al vetriolo (anche la Franceschini era inizialmente candidata, poi si è ritirata, se n’è parlato anche qui sul Blog). Non sarebbe possibile una sana convivenza fra i tre e quindi è meglio così. Ma la faccenda delle molestie non c’entra nulla, come al solito è stata strumentalizzata. Inoltre è già stata archiviata, solo per un cavillo il fascicolo è ancora aperto, ma o emergono novità risolutive da parte della donna, o tutto finirà in una bolla di sapone.
Tutto sommato non vedo male l’ipotesi di commissariamento del CAI Centrale. Ho già detto che l’ideale del CAI sopravvive in moltissimi soci, sezioni, sottosezioni, scuole, commissioni gite sociali ecc ecc ecc, ma non più nel CAI Centrale che è diventato (non da ieri, ma da decenni) una plancia di comando completamente slegata dal resto della nave. Un Commissario dovrebbe, in linea teorica, entrate nel CAI Centrale col machete snudato e fare piazza pulita di tutto il marcio accumulato in decenni e decenni
Finalmente un po’di sano gossip