Inutili suoni nel silenzio
Dopo le presentazioni del settembre 2016, il progetto a2410 è stato presentato il 26 maggio 2017 presso il punto vendita DF-Sport Specialist di Milano. Durante l’evento i musicisti Plasman e Martino Nencioni hanno proposto un’esibizione live all’interno di una cupola geodetica fornita da Ferrino S.p.a., su due differenti sonorizzazioni elettroniche e su due diversi canali con un sistema di cuffie wireless gentilmente fornite da Lem-International. L’evento è stato visibile con una diretta streaming a 360° sul canale youtube di a2410 e su tutti i personal device. Non mancava un ricco buffet, inserito in alcune proiezioni video inedite.
Purtroppo però, a2410 non si limita a essere spazio per esibizioni metropolitane. Questa cupola geodetica dotata di una tecnologia audio-video d’avanguardia si vanta d’essere mobile, temporanea e sostenibile. Questo “bivacco culturale”, aperto agli appassionati della contaminazione tra il mondo naturale e la tecnologia informatica, è stato messo a punto e creato per adattarsi alle condizioni in quota, tanto da ospitare nella stagione estiva 2017 una serie di installazioni, performance e interventi artistici creati e prodotti in situ da artisti e musicisti internazionali e un ricco programma di eventi legati alla montagna e all’alpinismo. I progettisti intendono “creare un significato che vada oltre la realtà percepita e quella immaginata, contenendole entrambe”.
Ma le definizioni di questo cupolone di plastica vanno ancora oltre: “spazio di cultura ‘casmofitico’ (fisiologicamente adattabile, come l’omonima tipologia di vegetazione “off limits”), concepito per produrre un’esperienza immersiva e compatibile con l’ecologia montana”.
A2410, un bivacco culturale in cima alla Grigna Settentrionale (rifugio Brioschi)
Questo risultato “di una ricerca specifica sulle strutture abitative minime” è capace di ospitare al suo interno un pubblico di 30 persone e la sua tecnologia permette di captare e registrare ciò che avviene al suo interno ed amplificarlo a distanza tramite il web. E’ così che questo “gioiello” è “un luogo in cui le idee prendono corpo, un corpo dotato d’inerzia e di poesia, di un coefficiente d’attrito e di un potenziale aerodinamico. Idee portate a spalle fin su a prender aria e a farsi scompigliare ai quattro venti. Idee che probabilmente sfuggiranno al controllo e al conforto”. Maggiori dettagli su: https://www.thepillmagazine.com/2017/01/13/a2410-spazio-di-cultura-casmofitica/
Dove, tutto ciò?
Dal 17 al 23 luglio 2017 il progetto (vedi www.a2410.it) attiverà una tappa al rifugio Brioschi 2410 m, cioè un “momento di presidio artistico e di sperimentazione” grazie agli artisti Franco Ariaudo, Francesco Fonassi e Maxime Bichon.
La settimana di progettazione ed eventi si concluderà sabato 22 luglio con uno “sleeping concert”: durante tutta la notte gli ospiti potranno ascoltare musica in cuffia e dormire nella tenda Ferrino Colle Sud Maxi ascoltando nel silenzio della montagna una performance musicale, in un contesto unico. L’evento del 22 luglio sarà a sottoscrizione e su prenotazione con pernottamento, mezza pensione e benefits.
Tra gli appassionati, l’iniziativa ha suscitato un vespaio di polemiche: per ciò che riguarda il nostro parere, abbiamo scelto di riportare la graffiante satira di www.nandozanchetta.com, sempre attento a cogliere le sfumature di assurdo nell’attualità.
Rocco Siffredi in vetta al Bianco
di Nando Zanchetta
(già pubblicato con https://nandozanchetta.com/2017/05/30/rocco-siffredi-in-vetta-al-bianco/ il 30 maggio 2017)
Il sito di intrattenimento e gossip legato all’alpinismo, Montagna.tv, ci informa (qui) che grazie ad un accordo tra il Rifugio Brioschi del CAI di Milano e Ferrino, la nota ditta produttrice di zainetti per la scuola, sarà realizzato in cima alla Grigna Settentrionale il progetto a2410 definito come “uno spazio mobile e temporaneo pensato per esistere nelle condizioni ambientali più estreme. Uno spazio di cultura ‘casmofitico’, concepito per produrre un’esperienza immersiva e compatibile con l’ecologia montana”.
Grazie alle dotazioni tecnologiche e all’impianto audovisivo all’avanguardia installato in quota, sarà possibile vedere online il video live a 360 gradi di tutto quello che succederà dentro la cella, come succede al Grande Fratello, e attraverso la rete wireless si potrà persino ascoltare della musica in vetta al monte con cuffiette messe a disposizione dagli organizzatori.
Iniziativa lodevole destinata a tutti coloro che, non avendo l’impianto stereo a casa, avendo la radio rotta sia a casa che in macchina, non possedendo un televisore, non disponendo di un computer per accedere a youtube, avendo finito i GB di traffico incluso nell’abbonamento mensile del telefonino, avendo finito la batteria del player mp3 con le cuffiette, non frequentando H&M o Zara nei centri commerciali, non prendendo ascensori d’albergo e non potendosi permettere il biglietto per un concerto, possono finalmente andare sulla cima della Grigna per avere il privilegio di ascoltare in po’ di musica.
La vetta della Grigna Settentrionale e il rifugio Brioschi
Il presidente della sezione CAI di Milano, proprietaria del rifugio Brioschi, che promuove l’iniziativa, ci spiega quale è il senso di questo happening. “La frequentazione della montagna è in calo soprattutto tra i teenager che preferiscono rimanere in città a casa sul divano a chattare, a postare selfie su Istagram e ad ascoltate le loro playlist. Con il progetto a2410 cerchiamo di invogliare questa categoria di potenziali frequentatori a recarsi in montagna. Abbiamo già preparato diverse playlist con Fedez, J AX, Ariana Grande, Shakira e altri idoli dei giovani”.
L’iniziativa è piaciuta al mondo del web, al punto che la branch italiana del sito Youporn ha immediatamente annunciato la realizzazione, in collaborazione con il MAI (Magyar Alpin Club), Sezione di Budapest, del progetto GS4810, ovvero la Grande Sorella al Monte Bianco. Il progetto prevede l’installazione di un set cinematografico per film hard all’interno di una struttura a forma di glande cuore rosso, montata sul tetto d’Europa.
I temerari alpinisti giunti in vetta, che potranno godere di letti ad acqua, idromassaggio e di una selezione di divertenti sexy toys a forma di Grand Capucin e di Campanile Basso, potranno essi stessi diventare i protagonisti delle video performance che saranno distribuite anche in diretta web.
Rocco Siffredi e il Monte Bianco
Rocco Siffredi, che avrà il ruolo di MC e Stage Director, metterà a disposizione tutta la sua esperienza a favore degli alpinisti, ponendo l’accento sulla valenza cul-turale e sportiva dell’evento. “La compenetrazione dei corpi delle nostre bellissime attrici con quelli degli alpinisti lassù tra i ghiacci, sullo sfondo di un tramonto in quota, così come nelle bianche giornate di fitta nebbia o durante le bufere invernali, è un’esperienza che arricchisce non solo chi la fa, ma anche chi la guarda. Ma attenzione: fottere a quasi 5000 metri non è per tutti” e chiude con una raccomandazione: “I cardiopatici ci vadano piano con il viagra e soprattutto, per i sadomaso, non usino piccozza e ramponi!”
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IdeaHappening :cena con fagioli e cipolla cruda e diventera’un rifugio o bivacco gasmefitico
portare giovani in montagna per sentire Fedez , poi lamentarsi dei morti in montagna per mancanza di esperienza o trovare scritte tipo Rosy & Mauro ( mi pare ) in vernice rossa ovunque … non siete molto coerenti
Bah.. sta cosa che la montagna è sempre meno frequentata a me non torna. Magari mi sbaglio, ma rispetto a 20 anni, fa per dire, io vedo molti più ragazzi su e giù per i monti, e soprattutto un botto di belle ragazze sulle vette che una volta te le sognavi, cupola o non cupola! Peace and love comunque eh
Progetto molto interessante!
Valerio, probabilmente ti hanno invitato gli amici del bar.
” I rifugi sono lunghi che appartengono alle montagne più di quanto lo siate voi per il web.”
” sempre che siate capaci di vivere e sopravvivere in montagna – non avete idee, ect. ect.”
Certo che a sentenziare sugli altri (che per altro non conosci) sei bravo.
Che ne sai te se gli altri sono o non sono capaci di sopravvivere.
A proposito di rifugi e bivacchi ti faccio un esempio: il nuovo bivacco Gervasutti al cospetto della est delle Jorasses ti sembra che appartenga alla montagna? A me no!! Quello vecchio sarà anche stato fatiscente ma le sue VECCHIE tavole di legno trasudavano di storia e di umanità. Quello di adesso, avrà anche tutti i confort della modernità, ma a me sembra i macchinario per fare la TAC.
Qualcuno mi ha invitato ad intervenire su questa polemica: se avete il coraggio e la fantasia e soprattutto le capacità, di spazi selvaggi sulle alpi e nel mondo ne troverete molti.Spazi anche di arrampicata. Non dovete nemmeno andare troppo distanti dalla civiltá. Ad esempio sulle stesse Grigne trovate spazi selvaggi nonostante i mille rifugi e le mille turisti (val mala, ma anche nello stesso canale Porta si possono aprire ancora nuovi ininerari e si stanno aprendo).Ma voi piace seguire le polemiche sterili di Gogna, (al quale piace farsi vedere nel web e avere un ruolo che nessuno gli ha dato e che agisce da auto referenziato). Proposte quindi? Nessuna! Non avete idee – allora ve ne do una io – volete le Grigne senza nessuno? Deserte? Abbattete i rifugi e togliete i fittoni dalle vie, da tutte le vie – cancellate i bolli rossi dalla seganta – togliete scalette e cavi – se non lo fate allora tacetevi – se non lo fate allora evitate i luoghi civilizzati delle montagne e andatevi a cercare i “vostri” spazi – sempre che siate capaci di vivere e sopravvivere in montagna così come siete abili polemici sul web! Altrimenti, appunto tacetevi e imparate a godere dei rifugi, della compagnia delle persone e soprattutto imparate a comunicare dal vivo con gli altri. I rifugi sono lunghi che appartengono alle montagne più di quanto lo siate voi per il web. O li amate e frequentate e ricettate il lavoro dei rifugiati o lottate per abbatterli! Il resto sono chiacchiere inutili. Ciao
Il post di Stefano Piccin del 7 giugno andrebbe stampato sulla tessera del CAI. SEcondo me é la perfetta versione odierna del “Credo e credetti…..la lotta con l’Alpe nobile…ecc, ecc” Ai tempi di Rey il sodalizio non era un’azienda, c’era davvero purezza. E Stefano ne ha da vendere!
Stefano, illuminato quanto basta. Questo intendevo.
Sono ormai una diversamente giovane guida di montagna e ti assicuro che non ho mai spinto nessuno (anche e spesso contro il mio interesse) ad andare in montagna se non ne morisse dalla voglia. Convincere infatti la massa a farlo provoca tutti quegli effetti negativi che a noi, che la montagna piace e la amiamo, non piacciono affatto, come: gli elicotteri, i rifugi gourmet, le motoslitte, i rumori e le comodità superflue, insomma…
Siamo un paese cattolico (io no) e siamo abituati al proselitismo religioso e lo giustifichiamo perché fa parte del nostro dna, e vogliamo fare proseliti anche sui sentieri, sui ghiacciai, sulle pareti.
Secondo me la colpa è di questo.
Alberto, le poltrone vanno fatte saltare. Certe esagerate, pure con le bombe.
Peace and love
Bella raga (faccio un po’ il giovane, va), aggiungo un paio di cose.
In realtà mi farebbe molto piacere che un maggior numero di miei coetanei frequentasse la montagna, anche perché credo che una relazione vissuta anche attraverso la montagna acquisisca un rilievo e un’importanza particolare. Detto questo, sarebbe inutile convincerli a frequentarla trasportando eventi appetibili a un pubblico “cittadino” in montagna, parrebbe di certo una forzatura. Sia chiaro che non mi oppongo a qualsiasi tipo di iniziativa che divulghi e introduca al mondo e alla cultura della montagna, ma solo a questo tentativo di portare “la città” in montagna.
Apprezzo il complimento, ma illuminato mi sembra troppo.
Ciao!
certo che Stefano ha ragione. Ma se dessero retta a lui cadrebbero molte poltrone.
bella lì, Stefano!
Ragazzi! STefano Piccin ha colpito nel segno. HA ragione lui. HA 20 anni e sembra illuminato. Perché il Cai non chiede a quelli come lui?
Non mi esprimo sull’evento e sui commenti ad esso, non ne so abbastanza e sinceramente mi interessa anche poco.
Una cosa, implicita in questo tipo di eventi e esplicitata in questo, mi preme discutere: che bisogno c’è di portare la gente in montagna?
Si è detto che le nuove generazioni non frequentano abbastanza la montagna, si studiano eventi e iniziative per avvicinarli. Ma a chi serve che succeda ciò? Di certo non alla montagna, intesa come ambiente naturale.
Io faccio parte della nuova generazione, ho 20 anni. Vivo la montagna come necessità, sia sportiva sia spirituale, se così si può dire. Il mio ragionamento può essere accusato di egoismo o elitarismo, ma se si smettesse di cercare di rendere la montagna appetibile a “tutti”, cosa che accade in vari modi (vie ferrate sdoganate, chiodatura indiscriminata di tutti gli affioramenti rocciosi papabili sono i due che mi stanno più a cuore), se si lasciasse la montagna a chi vuole davvero frequentarla, non vedrei svantaggi per nessuno. Probabilmente solo per chi ha intenzione di lucrarci sopra.
Giusto quello che leggo nell’ultimo post, condivido, però nella fattispecie in questione qualcosa da ridire ci sta. Ok i giovani, ok le nuove idee, ma in certi casi ” i giovani” non hanno salvato rifugi da sicuro abbandono, ma sono stati (pardon, saranno) allontanati i “vecchi” rifugisti per far spazio a loro e alle loro idee innovative sulla montagna. Il nostro è un ribadire che preferiamo il rifugio tradizionale, con le sue funzioni tradizionali, perchè la montagna ha bisogno di quello, non di ambienti sovraffollati alla moda solo “per portare gente in montagna”.
Francamente prima di giudicare vorrei effettivamente vedere come prenderà forma questo progetto perchè ora come ora non ho le idee molto chiare e oscillo tra il considerarlo comunque una iniziativa interessante e un qualcosa che stona con lo spirito della montagna. prima di tutto sarei proprio curioso di vedere con i miei occhi.
Quello però che mi dà fastidio è che le posizioni contrastanti ed a volte estremiste che sono riportate in alcuni post di entrambe le fazioni poi alla fin fine gettano ombre su tutti quei ragazzi che con impegno cercano di portare avanti con serietà e passione molti di quei lavori legati alla montagna che fino a un decennio fa stavano per scomparire.
La crisi economica e soprattutto sociale ha avuto forse come unico effetto positivo quello di riportare molte persone, specialmente giovani, alla natura, ai suoi valori, a mettere in discussione quel mondo bacato e contraddittorio che i loro padri e nonni hanno involontariamente e in buona fede contribuito a costruire e che ha allontanato gradualmente proprio da una vita più consona ai ritmi della natura.
Conosco molti giovani rifugisti, così come ragazzi che sono tornati a fare professioni ormai abbandonate (pastori, agricoltori, ecc) e sono tutti grandissimi ragazzi animati dalle migliori intenzioni e che cercano comunque di utilizzare gli strumenti anche tecnologici con cui sono cresciuti per portare una sana ventata di novità in un ambiente stagnante e morente, ma sempre nel rispetto della natura.
Giusto, se esagerano o sembrano deviare da valori fondamentali per la montagna è un dovere farglielo notare ma basta porsi sempre in contrasto e in lotta con tutto ciò che è nuovo solo per il fatto di esserlo.
Io non ne posso più di questa errata antropizzazione della montagna. Non mi riferisco a fenomeni quali l’affollamento nei rifugi del Rosa (in estate tre turni per cenare!) o il Cervino ridotto a una latrina, non parlo delle centinaia di persone sugli stessi itinerari, né dell’inquinamento acustico per i concerti in quota. O meglio: non parlo solo di questi risvolti, ma dell’insieme. Le iniziative “moderne”, “innovative” e “tecnologiche” accentuano l’artificialità delle montagne. Mi riesce sempre più difficile, in montagna, trovare spazi in cui mi sento a mia agio. Non che io punti a realizzare vie estreme, anzi… Desidero valloni solitari e silenziosi, dove sdraiarmi nell’erba e seguire con lo sguardo il profilo delle vette. Pochi decenni fa era ancora così, quasi ovunque. Oggi si tratta di posti sempre più rari, occorre cercarli con il lanternino. Mi sono accorto che, negli ultimi 5 anni , si sta riducendo la mia propensione a trascorrere giornate in montagna: mi sembra sempre più di essere nel pieno di una metropoli, con centri commerciali e negozi di telefonini… a quando i semafori sui sentieri?
caro Claudio Melchiorri il fatto di essere o non essere un MONTANARO che frequenta la montagna, non dipende dal luogo dove sei nato, ma da come la vivi.
Non credo che si possa andare in montagna con lo stesso stile o spirito di come si va in via Monte Napoleone.
ciao,
UN VECCHIO !!
Sarò un vecchio barbogio ma tutta ‘sta sbobba basata sugli eventi ha veramente stufato.
Da facebook, 6 giugno 2017
Ma chi lo dice che la montagna deve essere iper-frequentata? allora per frequentarla il più possibile tu sei d’accordo con motocross, quad, elisky, 4×4 sui sentieri? così vedrai come sarà frequentata la montagna! La frequentazione della montagna non deve basarsi sulla quantità, ma sulla qualità dei frequentatori. Attenzione: non sto dicendo che la montagna non deve essere per tutti, anzi, tutti possono andare in montagna, ma secondo le SUE regole e le sue peculiarità ambientali, non le nostre, e sopratutto non le vostre di cittadini con manifestazioni ludiche a tutti i costi per portare gente il più possibile solo per avere gente il più possibile (per cosa poi?). altrimenti ti deve andare bene anche il turista in infradito tra i crepacci del Monte Bianco (vedi cronaca di quest’estate).
Non intendevo dire in maniera dispregiativa” vecchi” ….essendo io già entrato nella categoria, ma idee che sono cmq “vecchie”! Piaccia o no la montagna è sempre meno frequentata ed è un peccato! Quindi ben vengano iniziative innovative…magari che non porteranno a nulla, ma si è provato almeno!! Vorrei anche fare notare che le montagne vengono maggiormente frequentate dai cittadini che dai montanari!!
Eh sì, sono vecchio, ma quella roba lì mi ricorda la Corazzata Potionkin, non proprio l’originale, bensì nella versione di Fantozzi.
Che tristezza leggere questi ultimi commenti.. Alessandro Gogna esprime ciò che la maggior parte degli amanti della montagna pensa, e la cosa che proprio non si vuole capire è che la montagna non ha bisogno di essere popolata da cittadini con le loro idee imprenditoriali di cittadini che nulla hanno a che vedere con l’ambiente montano… e poi chi ce l’ha con il CAI? al limite si criticano (spero si possano ancora esprimere opinioni) iniziative che poco hanno a che vedere con quello che NOI riteniamo essere la vera essenza della montagna. Caro amico che fai trail, tu dici “vecchi” pensando di insultare, ma credi che la montagna abbia bisogno di questa “giovinezza” (termine che uso non a caso..) per rivitalizzarsi?
Gogna sei un servo dei servi! Lasciatelo dire: se hai qualcosa contro il CAI Milano prendi il telefono e chiama il suo presidente Minotti e falla fuori di persona – smettila di usare il rifugio Brioschi – lascia lavorare i ragazzi che sono in gamba, di sicuro sono più “veri” di te che ti nascondi dietro mille post condivisi, inutili e futili!
Ho più di 50 anni e da sempre vado in montagna in particolar modo proprio sulle Grigne dove mi alleno per le gare di trail e Skyrunner, altrettanto osteggiate da parecchi benpensanti della montagna e vorrei anche aggiungere “vecchi”! Mi sembra sotto gli occhi di chiunque l’assoluto abbandono delle montagne da parte delle nuove generazioni, quindi ben vengano ogni tipo di manifestazione che possa in qualche modo ” sollecitare” l’ arrivo fra i monti dei giovani! Vorrei cmq far notare per esperienza diretta com negli ultimi 5 anni il ” movimento” agonistico Trail abbia portato moltissime persone fra i monti cosa che non mi sembra sia riuscita al Cai o tutte quelle associazioni di settore!!
Che tristezza Gogna. Questa volta da paladino della massima espressione della libertà in montagna (ho sempre sostenuto buona parte delle tue prese di posizione) cadi su un tema che evidentemente non conosci per compiacere evidentemente chi attacca questi eventi culturali nascondendo il vero motivo di tante critiche. Senza accorgerti fra l’altro che eventi del genere se ne organizzano in altri rifugi in tutte le Alpi. Compreso il rifugio Brioschi che l’anno scorso ha realizzato una programmazione simile con grande attenzione sia sulla stampa che fra gli addetti ai lavori. (vedi performance artistica di Simone Pedeferri accompagnato dalla musica proprio in quella cupola che tanto critichi). Se qualcuno deve attaccare il Cai che lo faccia direttamente, non coinvolgendo il lavoro di tanti che si danno da fare proprio affinchè le cose cambino un pochino rispetto al passato. Anche perchè così rischi di passare per il solito anziano “che era meglio prima”.
Ed ecco come anche la cima della Grigna, un “luogo” sicuramente denso di storia e cultura e dotato di un’identità forte e definita, diventa un “non luogo” artificiale. Non sono contrario a priori ad iniziative roboanti come questa, proporre soluzioni accattivanti e “al passo coi tempi” può essere l’unica soluzione per vincere delle barriere che, inutile negarlo, si sono create. Però in questo caso percepisco un totale scollamento tra l’iniziativa in sé e il luogo dove viene realizzata.
Non trovo alcun nesso tra i due elementi. Il progetto potrebbe essere spostato in piazza Duomo a Milano senza venire snaturato, anzi, forse troverebbe un contesto più adatto rispetto al pubblico cui questa iniziativa è probabilmente rivolto. La montagna appare solamente come cornice, d’effetto e suggestiva, ma non viene instaurato alcun dialogo con essa. Magari nel corso della stagione verranno proposti incontri e spunti interessanti, ma al momento il progetto si riduce ad una bellissima scatola vuota sistemata in cima al Grignone.
Ma potrei essere io che non sono riuscito a comprendere il fine ultimo dell’evento. In questo caso gli organizzatori dovrebbero porre più attenzione ai contenuti mentre si districano tra un’immagine da drone e l’altra. Davvero non capisco come il creare un’iperconnessione temporanea tra un luogo (relativamente) remoto e lo sconfinato mondo virtuale, possa di per sé definirsi evento. Forse lo è dal punto di vista tecnologico, ma da quello culturale vedo qualche limite.
Che i ghiacciai non siano gli unici a scomparire dalle montagne?Anche la cultura è destinata a una sorte simile?
Dagli giù duro Gogna…e usa ogni mezzo per farla pagare al CAI Milano. Grande!
Non oso pensare cosa diventeranno fra un po’ le Grigne, con queste “ventate di novità” che assaliranno altri rifugi in loco già assegnati a queste “nuove leve” del CAI Milano. E’ così difficile capire che escursionisti, alpinisti, semplici amanti della Montagna in questi ambienti cercano solamente pace e natura? Che bisogno c’è di trasferire Via Monte Napoleone in vetta ai nostri Monti? Oh quanto aveva ragione la buona Mirella Tenderini qualche settimana fa quando ha scatenato un giusto polverone…
” e si corre allegramente sopra molti altri ben più gravi scempi culturali e ambientali messi in atto un po’ ovunque sulle Alpi, ”
Trovare sempre altrui responsabilità per giustificare le proprie , non mi sembra un bel modo di fare.
Comunque su questo blog non mi sembra che si lasci correre e si sorvoli sugli scempi.
Luca, della cultura casmefitica non intendo parlare, anche perché guardando in giro non si capisce proprio quale “autentico dialogo culturale tra espressioni artistiche e spazio montano” si intenda proporre.
Non so cosa intendi dire o a cosa ti vuoi riferire, ma chi “corre allegramente sopra molti altri ben più gravi scempi culturali e ambientali messi in atto un po’ ovunque sulle Alpi” non mi pare proprio i Gognablog, anzi.
Infine la sostenibilità ambientale la lascerei proprio stare, considerando le ore di elicottero spese per i video promo che sono in rete
Dei commenti di Zanchetta francamente mi interessa ben poco, però trovo l’iniziativa del Brioschi francamente deprimente…
l’ultima cosa che mi viene in mente arrivando in cima a una montagna è infilarmi in una specie di palla da golf ipertrofica con altri 29 deficienti per sentire un-za-za-unz in una cuffia!
Se questo è l’esempio di gestione rinnovata dei rifugi e del tipo di eventi che il CAI Milano intende promuovere siamo rovinati.
Peccato. Già, è veramente un peccato constatare come questa volta il prestigioso GognaBlog cada nella trappola tanto diffusa oggi del parlare di “cose” senza conoscerle veramente, basandosi su opinioni altrui.
Peccato, e tanta tristezza, perché si attacca uno dei rarissimi progetti culturali – ovvero di autentico dialogo culturale tra espressioni artistiche e spazio montano – che veramente rispettano la montagna e ne valorizzano la cultura in un modo finalmente nuovo o quanto meno diverso dal solito, per di più con altrettanto autentica sostenibilità ambientale – e chi sostiene il contrario veramente non sa di cosa stia parlando.
Peccato, e parecchia irritazione, perché si attacca “a2410”, nonostante quanto sopra (e nonostante il tutto duri UNA settimana, su una vetta già abbondantemente antropizzata – o si vuole pure abbattere il Rifugio Brioschi?), e si corre allegramente sopra molti altri ben più gravi scempi culturali e ambientali messi in atto un po’ ovunque sulle Alpi, a volte pure con il contributo del CAI e dei suoi rifugi (conniventi o costretti).
Peccato, e notevole sconcerto, perché riguardo i temi della montagna e della sua preziosa, vitale cultura, il fangoso contagio dell’informazione contemporanea (o di ciò che ci viene presentata come tale – dacché quella di Nando Zanchetta, pur piuttosto becera, è pura ironia, del tutto rispettabile perché in fondo più onesta di tanti blablabla privi di fondamento) sarebbe meglio ne restasse il più lontano possibile.
Invece a me è proprio piaciuto Nando Zanchetta, giusto rispondere così a un’assurdità come questa iniziativa.
Nando Zanchetta è forte e simpatico; i suoi commenti sono capolavori di umorismo.. Questa volta però non fa ridere, anzi fa tristezza.. Si nota troppo lo sforzo, in tutti i sensi, per cercare qualcosa da dire di divertente, finendo sul boccaccesco più triviale. Dai Nando puoi fare e dare di più.