Israele e il tradimento della memoria di Auschwitz

In questa guerra si è dispiegato qualcosa che va oltre la persona di Netanyahu: gli autori dei crimini sono l’indifferenza della società israeliana e l’abbrutimento dei soldati. 

Israele e il tradimento della memoria di Auschwitz
di Moshe Zuckermann
(pubblicato su ilmanifesto.it l’8 gennaio 2025. Pubblicato in origine su Overton Magazin. Traduzione a cura di Sveva Haertter e Helena Janeczek)

Il pubblicista Gideon Levy mi ha preceduto. In un recente editoriale dal titolo Auschwitz. Haag. Netanyahu sul quotidiano Haaretz ha affrontato un tema al quale anch’io volevo fare riferimento nel mio editoriale. Quindi inizierò citando Levy.

«Il primo ministro Benjamin Netanyahu – scrive – non si recherà in Polonia il mese prossimo per la cerimonia principale dell’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, per il timore di essere arrestato sulla base del mandato emesso nei suoi confronti dalla Corte penale internazionale de L’Aia. Questa amara e non troppo sottile ironia della storia fornisce un intreccio surreale che era quasi inimmaginabile prima d’ora: basta immaginare il primo ministro che atterra a Cracovia, arriva all’ingresso principale di Auschwitz e viene arrestato dalla polizia polacca al cancello, sotto la scritta Arbeit macht frei».

Benjamin Netanyahu

Prosegue: «Il fatto che tra tutti i luoghi del mondo Auschwitz sia il primo in cui Netanyahu teme di andare grida simbolismo oltre che giustizia storica». Levy fa notare plasticamente: «Una cerimonia di commemorazione dell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz, i leader mondiali marciano in silenzio, gli ultimi sopravvissuti in vita marciano al loro fianco e il posto del primo ministro dello Stato sorto dalle ceneri dell’Olocausto è vuoto. È vuoto perché il suo Stato è diventato un paria e perché è ricercato dal più rispettato tribunale che giudica i criminali di guerra». Levy conclude: «Netanyahu non sarà ad Auschwitz perché è ricercato per crimini di guerra».

Questo “evento” in effetti è paradigmatico. Ma a prescindere dal fatto che circa la metà della popolazione israeliana si augura il tramonto politico di Netanyahu, che molti sperano anche che alla conclusione del processo finisca in carcere, e che pur avendo commesso così tanti crimini (anche all’interno di Israele) si capisce l’odio nei suoi confronti (e della sua famiglia), Netanyahu stesso è solo un personaggio secondario in ciò di cui parla Gideon Levy.

Spesso a persone di basso rango viene cinicamente attribuita la responsabilità di errori e reati che sono stati causati o iniziati «in alto» nel rispettivo ordine gerarchico. Con sarcastico riferimento alla gerarchia militare, in Israele ha preso piede lo slogan della colpa della «guardia davanti all’ingresso dell’accampamento militare».

Ma la situazione è diversa quando viene condannata una prassi sociale o politica per la quale tuttavia non si può penalizzare un’intera collettività (come è diventato possibile ed è stato compiuto per accordo internazionale con il boicottaggio dello Stato di apartheid sudafricano). In questo caso il rispettivo capo di stato o altri funzionari di alto rango vengono chiamati a rispondere in rappresentanza simbolica dell’intera collettività. Condannando Netanyahu è stato condannato Israele.

Questo va messo in rilievo perché la responsabilità ministeriale per crimini di guerra è delle istituzioni dominanti, ma ha in genere un carattere più astratto. La barbarie (fisica) del crimine si compie invece «sul campo». In quanto governante, Netanyahu ha la responsabilità della politica da lui delineata e disposta e quindi degli orientamenti militari che ne derivano nell’attuale guerra.

Anche se rifiuta costantemente di assumersi qualsiasi responsabilità, soprattutto per il disastro del 7 ottobre 2023, non sono però necessariamente sue le istruzioni che hanno generato i crimini di guerra concreti. Qui va considerato qualcos’altro. Perché ciò che si è visto nelle operazioni dell’Idf nella Striscia di Gaza nell’ultimo anno è un estremo abbrutimento delle truppe di combattimento in azione, i cui crimini di guerra si sono accumulati/si accumulano in una misura tale che ben presto si è iniziato a parlare di un genocidio nei confronti della popolazione civile della Striscia di Gaza.

Il dibattito se si tratti effettivamente di un genocidio sia lasciato ad altra sede; la disputa divampata non fa che distrarre dalla sostanza – dal vistoso imbarbarimento dell’esercito israeliano e della sua attività bellica. È sufficiente focalizzarsi sull’accumulo di crimini di guerra per comprendere che in questa guerra si è dispiegato qualcosa che va ben oltre la persona di Netanyahu. È diventata norma una pratica di combattimento che ha reso «una cosa ovvia» un numero inconcepibile di civili morti e feriti, tra loro soprattutto donne, bambini e persone anziane, e una mostruosa devastazione delle infrastrutture e distruzione di strutture civili vitali.

Di recente in un articolo sulla ricerca del dottor Lee Mordechai della Hebrew University di Gerusalemme ho scritto che l’accusa di aver commesso crimini di guerra è provata da tempo e che nessuno in seguito potrà affermare di non averlo saputo. Che i media mainstream nascondano alla popolazione del Paese i rapporti sulla barbarie praticata in suo nome, che praticamente la mascherino, non può essere accettato come spiegazione per il pubblico silenzio sui crimini – chi vuole sapere può venire a conoscenza di tutto. Naturalmente bisogna voler sapere.

Anche la «giustificazione» dei crimini di guerra nei confronti di ebrei israeliani commessi con il pogrom del 7 ottobre, non ha una base accettabile se si rifiuta che sia legittimo mettere l’esercito al servizio di pulsioni collettive di vendetta e rappresaglia. L’uccisione di bambini da parte di un esercito (come «danno collaterale») non può essere «riparazione» per un torto subito. Meno che mai se i suoi effetti crescono fino a una sproporzione così eclatante.

Ciò che risalta più di ogni cosa è il gusto, il sadismo e il malvagio piacere del danno altrui da parte di soldati, per una strage che stenta a volersi concludere. Il 7 ottobre è stato degradato a licenza per una distruzione eccessiva e per la cancellazione di vite umane senza alcuna remora. In nessuna guerra i soldati sul campo sono stati apostoli di umanità. Già Brecht nell’Opera dei Tre soldi faceva cantare che «i soldati abitano sui cannoni» e solitamente trasformano i loro nemici in una «bella tartare».

Gaza

Per la popolazione civile nemica diventa particolarmente terribile quando vengono impiegati in modo massiccio bombardieri moderni. Ma ciò che sul campo di battaglia può essere spiegato a partire dalla logica interna di ciò che la guerra nella sua essenza è sempre stata – la legittimità concessa alla completa disinibizione nell’uccidere e devastare le condizioni di vita materiali – fa rabbrividire se emerge che un’intera collettività sostiene i crimini del proprio esercito nazionale.

Quel poco che la popolazione israeliana ha saputo dell’orrore della realtà di Gaza è stato (e viene tutt’oggi) rigettato con spaventosa indifferenza come non vero, come esagerazione, come perfida propaganda dell’altra parte o razionalizzata a cuor leggero attribuendo le colpe per i crimini di guerra agli stessi abitanti di Gaza («hanno iniziato loro»), oppure si dichiara apertamente di non essere in grado di provare compassione per loro.

Sia l’abbrutimento dei soldati sia l’indifferenza della popolazione civile israeliana derivano da una disumanizzazione dei palestinesi che da tempo si dispiega incessantemente. 57 anni di barbarie dell’occupazione e la persistente cancellazione del conflitto israelo-palestinese dall’agenda politica di Israele e del mondo (come portata avanti intenzionalmente soprattutto da Netanyahu) hanno mostrato il loro inevitabile effetto. La vita umana palestinese per la maggior parte degli ebrei israeliani non vale molto, meno che mai dopo il 7 ottobre e meno ancora quando si tratta degli abitanti di Gaza che dall’attuale governo israeliano vengono definiti nella loro quasi totalità come terroristi di Hamas.

Un’equiparazione della catastrofe di Gaza con Auschwitz non è sostenibile – la rigetta anche Gideon Levy nel suo editoriale. Ma non è questo il punto. Per troppo tempo la politica israeliana ha strumentalizzato la singolarità di Auschwitz per scopi politici eteronomi. Dalla Shoah non si può trarre insegnamento, neanche quello del postulato ideologico di quanto fosse necessario creare un «rifugio per il popolo ebraico», come ora dovrebbe essere diventato evidente.

Semmai, dalla Shoah, si potrebbe far derivare come messaggio astratto unicamente il principio guida di una società impegnata a minimizzare se non a rendere impossibile che degli esseri umani continuino a produrre vittime umane. Questo potrebbe essere ciò che Walter Benjamin intendeva con il «debole potere messianico» che viene attribuito a ogni generazione presente in relazione a generazioni passate.

E proprio in questo si manifesta l’orrendo tradimento che Israele (non solo adesso, ma ora con una smisuratezza di sua scelta) ha commesso nei confronti della memoria di Auschwitz. E in questo, esattamente in questo, sta la spaventosità del simbolo che il primo ministro israeliano non parteciperà alla cerimonia di commemorazione dell’80° anniversario della liberazione di Auschwitz perché deve temere di essere arrestato come quel criminale di guerra che in quanto rappresentante di Israele è.

5
Israele e il tradimento della memoria di Auschwitz ultima modifica: 2025-01-27T04:18:00+01:00 da GognaBlog

Scopri di più da GognaBlog

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

58 pensieri su “Israele e il tradimento della memoria di Auschwitz”

  1. La tregua è arrivata adesso perché Trump si è insediato dieci gg fa… Biden non sarebbe stato capace di ottenere la tregua, anche perché NON la voleva per i vs stessi principi ideologici. Quindi la coincidenza con i gg della Memoria è del tutto casuale.
    L’attuale tregua, a mio parere, durerà giusto il tempo per ottenere la restituzione di quanti più ostaggi (“vivi”) possibile, poi riprenderanno i bombardamenti, perché Israele “vuole” Gaza libera dai palestinesi. Certo che Hamas non allenterà la presa, ma la guerra ad Hamas, lo dico a voi che non siete capaci di “leggere” gli eventi, è solo la scusa di facciata per i bombardamenti su Gaza. In effetti c’è anche l’obiettivo di uccidere quanti più miliziani possibile (così come, a Nord, verso il Libano, quello di sgominare di Hezbollah), ma la volontà su Gaza NON è sgominare Hamas e basta. Israele VUOLE il territorio di gaza per sè e lo vuole libero da palestinesi, che siano miliziani o meno. E non si fermerà finchè non arriverà a tale obiettivo oppure in un contesto in cui avrà contropartite tali da “accettare” una gaza con palestinesi, almeno parzialmente). Tale contesto non potrà che emergere dagli Accordi di Adamo, ma la contropartita deve essere davvero molto allettante per convincere Israele a interrompere i bombardamenti su Gaza e sulle altre regioni. E’ un’ipotesi che teoricamente sta sul tavolo, ma (conoscendo da vicino come ragionano gli ebrei) io ci credo poco…

  2. Crovella ; un mio compagnuccio di banco qui all’asilo mi chiede di chiederle(lei che sa tutto)se è un caso che la tregua in atto sia cascata guarda che coincidenza proprio nei giorni della memoria ,vale a dire in totale dall inizio 480 gg.?
    Un altro invece (che sagoma!) dice ;
    Ok li vuole assieme a Trump spostare fuori Gaza , ma secondo loro Hamas abbassa le armi cosi?
    Ma se alla base del conflitto che dura dall ex protettorato britannico ci sono le spartizioni dei territori perché sfollare ora?Un po arbitrario dice l amichetto sfogliando  il vocabolarietto.
    La  saluto che lo scivolo ci aspetta e anche il muretto dei primi appigli.
    Saluta anche la maestrina…che è proprio carina …roba da Climbprn!
     
     
     

  3. I poveri di intelletto, non potendo neppure capire le vere affermazioni più congrue, continuano a denigrarle dicendo che sono farneticazioni ecc. Ma non vi rendete conto che se Israele va avanti da 15 mesi in questo modo, significa che TUTTI (governi e singoli cittadini, da USA a Europa), tranne voi quattro poveri di intelletto, hanno piacere che si vada avanti così. La situazione NON cambierà, perché così va bene a tutti…

  4. Bertoncino, proprio tu che censuri il povero Placido ma fai passare tre dicasi tre sbrodolate del patetico Crovella strapiene di insulti gratuiti parli di ideologia?
    Hai presente il bue e l’asino?

  5. Oscar Wilde (attribuita a): “Mai discutere con un imbecille. Ti trascina al suo livello e poi ti batte con l’esperienza”. 
     
    Fabio Bertoncelli: “Mai discutere con chi ha la mente ottenebrata dall’ideologia. È tempo perso”. 

  6. 49. E dove sarebbero l’insulto e la farneticazioni? Ti hanno toccato il santino che hai incorniciato e piazzato sul comò? 

  7. Ul fato del giorno, anche in tale contesto dimopstrate che NON CAPITE MAI UN FICO SECCO della realtà che vi circonda. Non è che il libico viene considerato una persona perbene: lo sanno tutti che è un bastardo tagliagole e andrebbe non solo incarcerato, ma addirittura appeso a un lampione. Ma in questo frangente ci sono interessi nazionali che imponevano, in un’ottica di realpolitik, la sua restituzione alla Libira, stante il ruolo nominale che costui ricopre (mi pare generale o colonnello e soprattutto capo della polizia penitenziaria libica): Le esigenza sono quelle di proteggere l’italia da tre possibili ritorsioni libiche: 1) abbiamo molti interessi economici (sia pubblici che di aziende private) in Libia; 2) In quello stato ci sono al momento MOLTISSIMI nostri connazionali (anche epr il punto 1); 3) è evidente che avrebbbero alzato le gabbie e saremmo stati invati da vagonate di afro-islamici. Non escluso che sia arrivata una telefonata libica che ha “sensibilizzato” il nostro governo sui tre punti. Per cui, fra i due si è lucidamente scelto il male minore. Governare significa compere azioni di questo tipo, lo avrebbe fatto anche un Governo di sinistra. La realpolitik domina su ogni altra considerazione, non solo sul caso di specie, e chi lo nega, ipotizzando che i governi occidentali debbano perseguire sempre e solo ciò che è GIUSTO, è un balengo fatto e finito. Per fortuna che l’Europa sta virando a destra e ragionamenti come i vostri saranno sempre più di infima minoranza, stritolati dalle enorme richieste della grande pancia elettorale che vuole l’opposto di ciò che piace a voi. Ci penserà l’attualità a stritolarvi, non mi bevo neppure sporcare le mani io…

  8. In più: perché vi accalorate tanto con la “persecuzione” dei palestinesi e invece non vi sbracciate altrettanto per i Rohingya perseguitati e uccisi in Birmani o gli Uguri perseguitati e uccisi nella Cina nordoccidentale? E perché non scendete in piazza contro la guerra che proprio in questi giorni è scoppiata in Congo, con migliaia di morti civili e fra essi tantissimi bambini? se la vostra fosse la ricerca del “giusto” dovreste combattere ogni forma di ingiustizia e di abominio. invece vi concentrate solo sull’abominio commesso dagli ebrei (meglio: dagli israeliani, ma per estensione da tutti gli ebrei, visto che TUTTE le comunica ebraiche in tutti gli stati occidentali, sono a fianco di Israele): Perché vi scaldate tanto solo per i palestinesi? NON per i palestinesi in quanto tali, ma perché gli israeliani e quindi gli ebrei per estensione) vi stanno sul culo. Non sono scandalizzato da ciò, dico solo che non dovete tanto fare i fighi pensando che voi “cercate il giusto”. Voi combattere una guerra di opinione (nello specifico contro gli israeliani e per estensione contro gli ebrei) né più né meno come me, che invece combatto una guerra di opinione contro gli afro-islamici perché a me stanno sul culo questi ultimi. Quindi è falsa la vs credenza che voi siate “nobili e immacolati” e io bastardo e schifoso: siamo entrambi bastardi e schifosi solo che i popoli che ci stanno sul culo soano antitetici. solo questa è la differenza fra di noi.
     

  9. Io NON critico Israele per la cosiddetta carneficina di Gaza, semplicemente perché non la considero una carneficina: è guerra, come è guerra quella in Ucraina dove sono morti centinaia di migliaia di civili. il mondo NON è fatto fi cose giuste o ingiuste, è fatto di “cose”, che io analizzo freddamente e lucidamente. Mi sento coinvoilto nei destini del grande popolo ebraico, di cui sono un sostenitore a prescindere e credo che sia comprensibile e giusto che le terre che richiedono siano a loro assegnate (Gaza, Cisgiordania di sicuro, anche sud del Libano e le alture del Golan). In più a me gli afro-islamici stanno sulle palle per cui se li bombardano non dico che gioisco, ma non mi strappo le vesti. La soluzione per evitare i palestinesi morti è SPOSTARLI: se lo avessero fatto 15 mesi fa (quando ho iniziato a dirlo pubblicamente e da allora non faccio che ripeterlo), oggi avremmo 50.000 morti in meno! Non li volete spostare, perché si tratta di “deportazione”? E allora VOI siete ideologicamente corresposabili dei 50.000 morti, pur “amandolo”, mentre io che li detesto, li avrei salvati dalla morte. e devo criticare Israele??????? IO CRITICO APERTAMENTE I BALENGHI CHE VIVONO ANCORA NELLETA’ DEI DIRITTI-DEL GIUSTO-DELLA FRATERNITA’ ECC ECC ECC., E CONTINUANDO A FARLI SRTARE LI’ LI CONDANNANO A MORTE CERTA. Cioè critico voi, o meglio quelli che fra di voi hanno quelle posizioni e vi dico senza peli sulla lingua che i corresponsabili ideologici dei 50.000 morti siete VOI e non io. CONT

  10. @ 48
    Qui non sei nella sede di Askatasuna, con licenza di insulto e farneticazione.
    Controllati. 

  11. Scusate l’OT: Regattin #45 e Benassi #46: e se non bastasse la figura meschina e da codardi, c’abbiamo anche il disastroso video della premier, dove cerca di rivoltare la faccenda a suo vantaggio, ma invece riesce solo a infilare uno strafalcione dietro l’altro.
    E tanto tutto si risolverà in una bolla di sapone.

  12. Scrive Crovella:

    Non ho MAI sostenuto che le azioni di Israele siano GIUSTE.

    Vorrei anche vedere.
    Però se non sbaglio (felice comunque di essere smentito) sulla carneficina di Gaza non hai mai detto mezza sillaba non dico di condanna (che sarebbe chiederti troppo), non dico di critica, nemmeno blanda, ma neppure di minimo dubbio.
    Anzi, se qualcuno si azzarda a dire “ba” contro le azioni di Israele, ecco che parti lancia in resta con la difesa a prescindere e le accuse di antisemitismo a sproposito.
    Affari tuoi.
    Concludo aggiungendo lapalissianamente che il punto NON è perseguire “ciò che porta vantaggio o cmq conviene”, cosa senza alcun dubbio sacrosanta e legittima, ma semmai i mezzi utilizzati per farlo, che non sono tutti giusti, o, se preferisci, leciti.

  13. 45# con tanto di aereo di stato. E ci mancherebbe altro,  per un grade uomo del genere,  mi sembra il minimo.

  14. 39. Interessante questo ragionamento!
    Applicandolo ad un’altra situazione, ora è chiaro perchè il governo italiano abbia accompagnato all’uscio di casa sua a nostre spese Almasri, semplicemente perchè lo ritengono una personcina perbene!

  15. Beh, Parmeggiani, se spostiamo la questione sulle motivazioni, anche Netanyahu avrà le sue e -volendo- anche Hamas.
     
    Se “bombardare il Donbass, ghettizzare gli abitanti di lingua russa” è una motivazione per te valida per giustificare Putin a “fare quello che ha fatto” (cioè dare il via a una guerra – ammesso e non concesso che a Putin interessi davvero qualcosa che non sia Putin), per quale motivo i fatti del 7 ottobre non dovrebbero altrettanto giustificare le azioni di Netanyahu?O perché l’oppressione (o ghettizzazione, per usare una tua parola) del popolo palestinese non dovrebbe giustificare l’attentato di Hamas?
     
    Non ti sembrano TUTTE queste, allo stesso modo, azioni atroci?
     
    Infine, pongo anche a te la stessa domanda che ho fatto a Matteo: uccidere 1200 palestinesi (invece di 50000) come reazione all’uccisione di 1200 ebrei, l’avresti considerata una risposta accettabile?
     
    P.S. Non capisco il tuo riferimento a Repubblica. Forse non leggere Repubblica aiuta a pensare? 🙂
    P.P.S. Expo, è la prima volta in vita mia che vengo definito “cavilloso“. Sono emozionato 🙂 🙂

  16. Beh, Parmeggiani, se parliamo di motivazioni, anche Netanyahu ha le sue e -volendo- anche Hamas le ha.
     
    Se “bombardare il Donbass, ghettizzare gli abitanti di lingua russa” è una motivazione per te valida per giustificare Putin a “fare quello che ha fatto” (ovvero dare il via a una guerra – ammesso e non concesso che a Putin interessino davvero le sorti di qualcuno che non sia Putin), perché i fatti del 7 ottobre non dovrebbero altrettanto giustificare le azioni di Netanyahu?
    O perché l’oppressione (o ghettizzazione, per usare una tua parola) del popolo palestinese non dovrebbe giustificare l’attentato di Hamas?
    Non ti sembrano TUTTE, allo stesso modo, azioni atroci?
     
    Infine, pongo anche a te la stessa domanda che ho fatto a Matteo: uccidere 1200 palestinesi (invece di 50000) come reazione all’uccisione di 1200 ebrei, l’avresti considerata una risposta accettabile?
     
    P.S. Non capisco il tuo riferimento a Repubblica. Forse non leggere Repubblica aiuta a pensare? 🙂

  17. Nè distinguerei troppo fra civili e militari: con o senza divisa indosso, un morto è un morto.

     
    Giuseppe, aspettavo questo commento
    Se consideri che tutto quello che è successo in Ucraina e soprattutto in Donbass dal 2014 all’inizio della guerra, che è stato fatto il possibile per provocare una reazione di Putin, tra cui bombardare il Donbass, ghettizzare gli abitanti di lingua russa, etc. etc… penso che Putin possa avere avuto qualche motivazione per fare quello che ha fatto.Ma questo forse lo penso perchè ho smesso di leggere Repubblica da tempo… 
     

  18. “Matteo, tu per caso tu sei uno di quelli che condanna Netanyahu e ritiene che Putin invece abbia ragione ?”
    No
     
    “Il tuo esempio, a mio parere, non calza: stai confrontando azioni (e conseguenze) qualitativamente diverse, non semplicemente reazioni di diversa entità (numerica).”
    Non è vero, in particolare ho paragonato un’aggressione verbale a una reazione di aggressione fisica, omicidio preterintenzionale, intenzionale e premeditato (più o meno Ginesi mi perdonerà) per dimostrare che azioni e reazioni sono da misurare anche sul piano numerico/quantitativo.
     
    “Inoltre introduci un concetto di proporzionalità tra provocazione e risposta che sarebbe utile tu chiarissi meglio.
    Fino a che punto ritieni che una reazione è proporzionata?”
    Non lo introduco io, la proporzionalità è nella giurisprudenza almeno da 3700 anni (codice di Hamurabi)
     
    Criteri soggettivi e piano morale ce li hai messi tu, non io
    “Tu troveresti adeguato uccidere 700 palestinesi come reazione all’uccisione di 700 ebrei ?”
    Io mica tanto, ma per esempio il Talmud si…per dire.
    Ma solo nelle parti migliori.

  19. Il Governo di Israele fa ciò che ritiene meglio per gli israeliani (=toglersi dalla pelle i palestinesi e avere spazi per i propri concittadini), la cittadinanza israeliana condivide questo obiettivo, le comunità ebraiche pure e tutti i governi occidentali

    Anche i nazisti quando hanno sterminato 6 milioni di ebrei , facevano il bene della Germania e del popolo tedesco.
    Quindi perchè  processarli a Norimberga.?!?! In fondo faceno solo il loro dovere di governanti…

  20. Se i paesi occidentali, allineati all’ideale del “giusto”, ritenessero che le azioni di Israele siano indiscutibilmente un genocidio, potrebbero interromperle semplicemente non inviando più né armi né denaro a Israele. Se viceversa i governi occidentali continuano a inviare armi e anche soldi a Israele, significa che o gli occidentali non ritengono che quelle “guerre” (Gaza ecc) siano classificabili come “genocidio” oppure che, genocidio o non genocidio, non ce ne sbatte un fico secco di quel tema e l’obiettivo è consolidare il controllo 2occidentale” sull’area e soprattutto marginalizzare e rendere innocuo l’Iran.
     
    Per cui è noioso e stantio continuare a fare arzigogoli sul genocidio o meno in M.O.: a nessuno gliene frega un fico secco.

  21. Non ho MAI sostenuto che le azioni di Israele siano GIUSTE.
    Fare le cose “giuste” è una delle pippe mentali dei seguaci dell’ideologia “diritto-woke-volemosebene-non restituiami Almasri alla Libia” ecc ecc ecc.
     
    Chiunque, da che mondo è mondo, non fa ciò che è “giusto”, ma ciò che gli porta vantaggio o che cmq gli conviene. Il Governo di Israele fa ciò che ritiene meglio per gli israeliani (=toglersi dalla pelle i palestinesi e avere spazi per i propri concittadini), la cittadinanza israeliana condivide questo obiettivo, le comunità ebraiche pure e tutti i governi occidentali sostengono tale politica israeliana per un motivo molto semplice: perché all’Occidente conviene che Israele si stanzi con forza in M.O. e combatta/renda inerti gli islamici che l’Iran cercava di racimolare sotto la sua influenza. E’ l’Iran il vero nemico di tutti e tutti collaborano in quella direzione, senza minimamente porsi il problema se le azioni che compiono siano “giuste” o meno. A me personalmente, poi, di questo risvolto non me n’è mai importato un fico secco. ma non solo negli ultimi 15 mesi, proprio da sempre.

  22. @ Balsamo

    Cavilloso ma interessante.

    Secondo me le guerre rispondono ad una percezione di minaccia più soggettiva che oggettiva , ed è difficile farle sottostare a parametri oggettivi da sottoporre ad un arbitrato.

    Se qualcuno mi dicesse se desidero un intervento radicale che estirpi il 100% del mio cancro al polmone , oppure, visto che per ora sono sopravvissuto, che ne lasci il 50% perché anche i cancri hanno il diritto di vivere , non avrei dubbi.

  23. Matteo, tu per caso tu sei uno di quelli che condanna Netanyahu e ritiene che Putin invece abbia ragione ?  🙂
     
     
    Il tuo esempio, a mio parere, non calza: stai confrontando azioni (e conseguenze) qualitativamente diverse, non semplicemente reazioni di diversa entità (numerica).
     
    Inoltre introduci un concetto di proporzionalità tra provocazione e risposta che sarebbe utile tu chiarissi meglio.
    Fino a che punto ritieni che una reazione è proporzionata?
    Esiste un criterio oggettivo o è sempre soggettivo?
    Tu troveresti adeguato uccidere 700 palestinesi come reazione all’uccisione di 700 ebrei ?
     
    Ti propongo, infine, un’altra riflessione: uno stupratore di bambini è meno abominevole se ha colpito una sola vittima invece di cento?
    O la gravità dell’azione, sul piano morale, resta invariata nella sua essenza?

  24. “Se un’azione (o reazione) è abominevole, lo è indipendentemente dai numeri: il fatto che coinvolga più o meno persone non la rende più o meno abominevole, giusto?”
     
    beh, insomma, direi proprio di no.
    Se tu mi dai del figlio di puttana e io ti dico piantala di rompere i coglioni, non sarò proprio civile ma la reazione è commisurata alla provocazione.
    Se però ti tiro un cazzotto e ti stendo, la reazione è censurabile perché trascende l’azione.
    Se a causa del cazzotto cadi, sbatti la testa e muori la gravità è maggiore.
    Se invece cadi e mentre sei stordito ti prendo a calci nelle palle, sulla testa e poi ti salto a piedi uniti sul collo, benché la conclusione sia sempre la tua morte la mia azione è decisamente peggiore.
    Se, infine, dopo che mi hai insultato io non dico nulla ma ti seguo, vedo dove abiti e alle due di notte vengo a trovarti, magari con un paio di amici, magari armato e ammazzo te, tua moglie, i tuoi figli, la suocera e per andare sul sicuro anche un paio di vicini…
     
    Giusto come esempio, tanto per dire che la gravità dipende altroché dai numeri e non solo dal tipo di azione!

  25. @26 “Vogliamo paragonare il rapporto tra il numero […]”
     
    Parmeggiani, non farei una questione di rapporti numerici.
    Se un’azione (o reazione) è abominevole, lo è indipendentemente dai numeri: il fatto che coinvolga più o meno persone non la rende più o meno abominevole, giusto?
    Nè distinguerei troppo fra civili e militari: con o senza divisa indosso, un morto è un morto.
     
    Quello che mi chiedo è come si possa conciliare, nello stesso modo di ragionare (il tuo), la condanna delle azioni di Netanyahu con l’approvazione (o anche solo l’accondiscendenza) verso quelle di Putin.
    Ti ricordo, tra l’altro, che entrambi sono accusati di crimini di guerra dalla Corte Penale Internazionale.
    Con la differenza che Netanyahu ha subito un attacco terroristico -totalmente condannabile- sul proprio territorio (senza che questo renda meno abominevole la sua reazione). Putin, nemmeno quello.

  26. Scrive (di nuovo) Crovella:

    Per questo affermo che Israele NON si fermerà finché Gaza (e a questo punto anche Cisgiordania e poi il sud del Libano e le alture del Golan siriano) non saranno terre esclusivamente a disposizione degli israeliani. Intendo: senza palestinesi e altri arabi fra i piedi.

    Ti sembrerà strano, ma le intenzioni del governo di Israele sono palesi non solo ai sedicenti Nostradamus de noantri, ma anche ai cretini qualunque come il sottoscritto.
    Israele ha il potere di fare ciò che vuole, ma rimane il fatto che non è per niente scontato che le sue azioni siano sempre automaticamente giuste.
     
    A proposito poi delle, fondate o meno, accuse di genocidio, visto che scrivi che:

    Sul concetto di “genocidio”, tutto è relativo e muta con il cambiar dei punti di vista

    mi sono permesso di farti notare che non sono io, né tu, né, con tutto il rispetto, il rabbino capo di Torino a poter dire cosa sia un genocidio, in quanto la sua definizione è inclusa in una convenzione ratificata da numerosi Stati, fra cui anche Israele, e quindi non ci sono “punti di vista” che tengano.
     
    Tutto questo non lo scrivo per te, ché sarebbe inutile, ma per non lasciare questo spazio soltanto a chi si schiera sempre, comunque, acriticamente dalla parte del più forte.

  27. L’equazione è tutt’altro che4 svagliata. almeno sul piano logico. potà non piascer ai soliti benpensanti woke-diritti per tutti, ma è così.
     
    1) la politica del Governo Nertanyahu è condivisa dalla stragrande maggioranza degli israeliani, comprtesi quelli di sinistra. Se non fosse così il governo sarebbe caduto, stante il sistema democratico, e invece si è addirittura rafforzato in 15 mesi. certo, esistono frange marginali di disenso anche fra i cittadini israeliani, ma sono statisticamente ridicole. Gli israelieni, parlo dei cittadini residenti, vogliono due cose: 1) torglersi definitivamente il problema dei terrosristi e 2) disporre dei terruitorio (Caza, Cisgiordania, _sude del libano e Golan) solo per loro.
     
    2) Gli ebrei in giro per il mondo sostengono la politica israeliana. anche qui qualche dissenso è fisiologico, qulache balengo che, seppur ebreo, si disocia, come Gad lerner, c’è, ma sono numericamente ridicoli. Gli ebrei nel mondo stanno esplicitamente dalla parte di israele. Spesso 8come nel caso di alcuni miei amici torinesi) hanno i figli che studiano/lavorano in Israele per cui il “pensiero” degli ebrei in Europa/USA coincide perfettamente con quello degli ebrei residenti in M.O.
     
    3) Il sostengo politico di tutti i governi occidentali, sia USA che europei, è apertamente a favore di Israele. ma per la correlazione con i precedenti punti, l’occidente sta dalla parte degli ebrei, siano essi israeliani in senso stretto siano essi ebrei residenti nei vari paesi. Le dichiarazioni pubbliche sia dei governi che dei capi di stato (laddove non coincidono nella stessa persona) sono inequivocabilmente a sostegno degli ebrei. Mattarella esprime sostegno emotivo e solidarietà alla Se. Segre e NON a Gad Lerner
     
    4) in coclusione, mentre l’Olocausto di un secolo fa viene considerato un 2genocidio2 dai vari esponenti politici internazionali, le recenti azioni militari in M.O. (Gaza su tutte) NON sono minimamente considerate genocidio. Solo i piacchiati in testa che sguazzano nelle facezie a tavolino continuano a spaccare il capello in 8 per cercar di far rientrare la situazione di Gaza nella definizione di genocidio. anche se fosse, alla gente occidentale non interessa e infatti si continua a rifornire di armi e soldi Israele.
    5) La tregua in essere è una burla, utile solo per recuperare quanti più ostaggi israeliani possibile, poi si rifarà il punto e vedremo come si evolverà la situazione.

  28. “la grande maggioranza degli israeliani appoggi la guerra contro Hamas è un dato di fatto”
    Non c’è dubbio, ma questo non significa che quindi la guerra (che comunque assomiglia molto di più a una azione prolungata di pulizia etnica che a una guerra…) sia ineluttabile e tantomeno giusta.
    O che non si possa contrastare, checché pensino o vogliano il governo di Israele e finanche la maggioranza dei suoi cittadini.

  29. Secondo me l’invasione di aree palestinesi da parte di coloni israeliani è senza dubbio sbagliata ,  il fatto che dopo il 23/10/2023  la grande maggioranza degli israeliani appoggi la guerra contro Hamas è un dato di fatto , non può certo essere  certo messo in discussione facendo interviste “orientate” a Gideon Levy o a Gad Lerner.-Anche perchè sarebbe come elaborare una masturbazione mentale secondo cui gli americani avrebbero eletto Trump senza in buona parte condividere le sue istanze.

  30. “L’Italia sta al fianco degli ebrei”
    Al massimo l’Italia sta a fianco del governo di Israele contro Gaza, non certo degli ebrei, stante la palese falsità delle equazioni Israele=ebrei e Governo=paese.
    Tu, ben indottrinato da precise influenze ideologiche, continui a usare impropriamente le parole.
     
    E siccome sempliciotto non sei, vuol dire che sei un mistificatore.
     
     
    Comunque, riproporre posizioni che tu ritieni obsolete e anacronistiche sul piano ideologico, non è affatto fare “figure da sempliciotti”, ma ribadire una visione morale.
     
    Il fatto poi che questa visione appaia in questo momento minoritaria o financo perdente, non ne sminuisce affatto il valore e di certo non significa condanna a rimanere tale per sempre.

  31. Ciò significa due cose semplicissime, ma importantissime: 1) E’ ovvio che la stragrande maggioranza degli ebrei si riconosca in Liliana Segre e NON in Gad Lerner, altrimenti avrebbero fischiato la Segre, denigrando il suo invito nel palco reale, anziché applaudirla. 2) L’Italia sta al fianco degli ebrei che, a loro volta, si riconoscono nelle posizioni della Senatrice Segre e NON nelle posizioni alternative, alla Lerner. Altrimenti le istituzioni italiane avrebbero invitato Gad Lerner nel palco reale della Scala
    Quindi continuate pure a blaterare su scemenze in stile “genocidio sì-genocidio no” (riferito a Gaza), intanto sia Israele che le comunità ebraiche in giro per il mondo che i vari governanti degli stati occidentali (con Trump in prima fila) portano avanti la politica belligerante (quella di Netanyahu, per capirci).
    Ergo: di fronte alla realtà così ben definita (e analizzabile anche da un bambino dell’asilo), con il riproporre le vs posizioni, obsolete e anacronistiche sul piano ideologico, collezionate solo una serie infinita di “figure da sempliciotti”, per non usar altri termini meno eleganti…

  32. Alcuni commentatori (che poi sono sempre i “soliti”…) hanno davvero la memoria corta. Nonostante le continue smentite alle vs tesi provenienti da avvenimenti oggettivi o da esplicite prese di posizioni pubbliche.
    Non più tardi del 5 dicembre 2024, su questo stesso spazio web (T&T), è stato pubblicato il seguente articolo:
    Liliana Segre: «Perché non si può parlare di genocidio a Gaza»
    Non iniziate a menarcela con il solito ritornello, infarcito con toni da piagnisteo, del tipo: Liliana Segre non rappresenta tutti gli ebrei, ci sono anche quelli dissidenti, stile Gad Lerner. Certo che ci sono alcuni (ma non numerosissimi) Gad Lerner, ma questi sono ridicoli in ciò che dicono e soprattutto sono talmente pochi che statisticamente non rilevano un fico secco. Una semplice annotazione: alla prima delle Scala, seduta nella poltrona centrale del palco reale c’era Liliana Segre e NON Gad Lerner. L’Italia ha scelte molto chiaramente da che parte sta. CONT

  33. @Balsamo
    discorso trito e ritrito.
    Vogliamo paragonare il rapporto tra il numero di civili morti in un anno di bombardamenti da parte di Israele, rispetto al numero di civili presenti a Gaza? Il numero di edifici civili distrutti in rapporto all’esistente?Il numero di ospedali bombardati? I giornalisti uccisi?A me sembra che qualcuno per quanto riguarda la situazione in Palestina abbia parlato con ragione o torto di genocidio qui, non in Ucraina.

  34. @22
    Interessante, Parmeggiani.
    Sono d’accordo.

    Ma questo concetto di “opportunità” (o -se vogliamo – di “adeguatezza” nella risposta) si applica anche alle “operazioni militari speciali” ?
    E se no, perché ?

  35. Lo dico da 15 mesi,
    mettetevelo nella zucca ,tipo spot. 
    NostroCrovellaDamus
     

  36. @Andrea Parmeggiani .Ed hai ragione , le questioni “di principio” sono un problema che ho.., non per nulla nella lotta alla mafia a me piaceva molto Cesare Mori , che non ci andava troppo per il sottile e che costrinse fuggire negli Usa buona parte dei mafiosi siciliani. .Ovviamente il mio mondo ideale non è un mondo in cui i palestinesi vengono cacciati dalla loro terra e non è un posto in cui miliziani e civili incolpevoli vengono ammazzati assieme.

    Io dubito fortemente che esista un interesse militare nel bombardare i civili inermi , però  non ho risposte facili a problemi difficili.-Quando un commando di terroristi ceceni armati fino ai denti prese in ostaggio duecento civili a Beslan e ad ucciderli un po’ per volta , la Russia decise per un malaugurato blitz degli spetnaz che si risolse in un bagno di sangue.-L’azione è stata pensata male , ma anche assecondare le richieste dei terroristi non porta a soluzioni migliori , anzi..

  37. @16
    Expo, di solito mi trovo d’accordo con te. Non su questo argomento.

    Dopo l’attentato che costo’ la vita a Falcone e alla sua scorta, forse lo stato italiano per combattere la mafia avrebbe dovuto radere al suolo Palermo e Mazara del Vallo… o forse non sarebbe stato opportuno?

    Dopo gli attentati bombaroli in Alto Adige negli anni 70, l’esercito italiano avrebbe dovuto radere al suolo Bolzano e Merano… o forse non sarebbe stato opportuno?

  38. Come al solito, accecati dai vostri paraocchi ideologici stampo sessantottino (diritti ecc ecc ecc), pretendete di spaccare il capello in otto, non solo in quattro, e invece prendete farfalle alla grandissima: con ciò dimostrate la vs superficialità di analisi e quindi la vs stupidità, perché perdete il senso profondo delle situazioni oggettivi. E’ ovvio che le parole specifiche sono state pronunciate dal rabbino capo di Torino, ma sono sensibilmente condivise dalla folta rappresentanza di ebrei torinesi. D’altra parte se la posizione singola del rabbino fosse “isolata e non condivisa” dagli altri ebrei, molti se ne sarebbero andati dalla commemorazione (come manifestazione di dissenso) e soprattutto avrebbero preso pubbliche posizioni di dissenso verso il loro rabbino: e tutto ciò invece NON risulta esser successo. In più io, che ho significativi contatti, anche a livello di profonde amicizie pluriennali, con alcuni ebrei torinesi, “so” che quel tipo di ragionamento è particolarmente condiviso dalla comunità ebraica. E gli stessi miei amici (ebrei torinesi) mi dicono che le posizioni complessivamente a sostegno di Israele, e quindi “anti palestinesi”, sono ormai dominanti, se non addirittura esclusive, nelle varie comunità ebraiche sia italiane che europee (francesi, tedesche, ecc) ed anche statunitensi.
     
    La questione delle “accuse” di genocidio o meno è una faccenda puramente scolastica, analizzata a tavolino: agli ebrei e ai loro sostenitori, come il sottoscritto, non interessano minimamente questi ragionamenti a tavolino. Lo confermano anche le specifiche prese di posizioni della Senatrice Segre proprio sul tema “genocidio a Gaza”. Gli israeliani e, a seguire, le comunità ebraiche “vogliono” starsene tranquilli a casa loro (M.O.) senza coinquilini fastidiosi e pericolosi (coacervo di terrorismo). Per questo affermo che Israele NON si fermerà finché Gaza (e a questo punto anche Cisgiordania e poi il sud del Libano e le alture del Golan siriano) non saranno terre esclusivamente a disposizione degli israeliani. Intendo: senza palestinesi e altri arabi fra i piedi. Ribadisco quello che sto dicendo da 15 mesi (dall’ottobre 2023): chi ha a cuore il destino dei palestinesi dovrebbe attivarsi per spostarli. Se li lasciate lì dove stanno ora, Israele continuerà a bombardarli e a guerreggiare contro di loro… E gli ebrei appartenenti alle comunità residenti in Europa e negli USA condividono e appoggiano questa politica. Voler contrastare, con arzigogolismi ideologici (tipo se i recenti bombardamenti di Gaza siano o meno genocidio…), questa posizioni, è da stupidi: tanto gli ebrei raggiungono sempre gli obiettivi che si prefiggono e le recentissime posizioni di Trump (sullo spostamento dei palestinesi) lo dimostra, considerato che la comunità ebraica statunitense è la più potente del mondo e evidentemente 2influenza” il presidente USA.

  39. In Italia nel 1948 eravamo in 40 milioni , e oggi siamo circa 58 : siamo aumentati solo del 45% , mentre i palestinesi , stando a quanto disponibile in rete , sono passati da 0,7 milioni a 5,4 milioni di persone ,  + 700 %.

    Non e’ che il genocidio l’abbiamo avuto nel Belpaese ?

  40. ” stasera spiego queste cose ad un piccione”
     
    Chissà perché non mi stupisce affatto che tu possa pensare di parlare a un piccione…

  41. Crovella, se riporti una notizia astieniti dall’aggiungere tue speculazioni: la busiarda parla delle

    parole pronunciate dal rabbino capo di Torino, Ariel Finzi

    che è ben diverso dallo scrivere, come fai tu:

    Gli ebrei torinesi sostengono

     
    Inoltre, la tua affermazione per cui

    Sul concetto di “genocidio”, tutto è relativo e muta con il cambiar dei punti di vista

    è palesemente falsa: le accuse di genocidio sono state formulate in base alla Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio, che è stata ratificata anche da Israele (che quindi tra l’altro avrebbe l’obbligo di osservarla).
    Ovviamente “accusa” non significa automaticamente “condanna”, ma il fatto che le accuse di genocidio e/o crimini di guerra siano state appunto formulate
    1) sulla base di trattati internazionali riconosciuti
    2) non da un cretino qualunque come il sottoscritto, non da Hamas o altre organizzazioni terroristiche, o (neo)naziste, o antisemite, ma da credibili organismi internazionali 
    dovrebbe essere credo sufficiente quanto meno a non liquidarle in due parole.
     
    Quanto alle affermazioni del rabbino capo di Torino, riportate al link che hai messo, lascio che ognuno le giudichi per proprio conto.
     

  42. Sul concetto di “genocidio”, tutto è relativo e muta con il cambiar dei punti di vista. Gli ebrei torinesi sostengono che i palestinesi sono passati da 700.000 individui nel 1948 agli attuali 12 milioni complessivi… per cui è impossibile parlare di “genocidio” dei palestinesi…
     
    https://www.lastampa.it/torino/2025/01/27/news/rabbino_torino_ariel_finzi_palestina_genocidio_giorno_della_memoria_polemiche-14965939/?ref=LSHA-SN-P2-S2-T1
     
    Cmq per sottrarre i palestinesi (Tanto quelli di Gaza come quelli della Cisgiordania) ai bombardamenti israeliani, basta spostarli. Lo dico da 15 mesi, ora lo vuole fare Trump, Egitto e Giordania per ora si oppongono  ma vedrete che Trump saprà trovare gli argomenti giusti per convincere i due paese ad accogliere i palestinesi.
     

  43. Yawnnn
    .
     
    Il problema è sempre il medesimo : se tu non capisci la differenza fra un’aggressione unilaterale, in cui subisci un agguato a freddo , e gli esiti di una guerra, in cui una parte non cessa di spararti fino a che non l’hai neutralizzata , non posso certo ri-spiegartelo io .
     
    .
    Se stasera spiego queste cose ad un piccione , domattina te le può spiegare lui…
    .
     
    I 10 italiani per un tedesco erano infatti una sanzione calcolata davanti ad un plotone di esecuzione, mica uno stordito che fa’ a posteriori il rapporto fra morti ebrei e palestinesi mentre entrambi continuano la guerra….

    Veniamo a Patu ( mio complice ….., minchia ma prendile ‘ste medicine , non ridurti cosi ! )
    .
    Patu sei un ignorante se confondi Primo Levi (scrittore italiano) con Gideon Levy (giornalista israeliano).-
     

    Il tuo stato paranoico è tecnico : prima, gratuitamente, fai dire ad uno cose che non ha mai detto ( Primo Levi # Gydeon Levy , te lo può spiegare il piccione ) , poi gli dai dell’ignorante per delle cose allucinate che non hai capito tu.

    E tempo che tu capisca una frase , il piccione si è laureato in ingegneria aeronautica.

  44. “un conto è uccidere dieci italiani per ogni tedesco , tutt’altro discorso è scambiare 50 terroristi per ogni civile che i bastardi ti hanno unilateralmente rapito”
    Espo, non scrivo per te che comunque quando ti si chiude la vena fai fatica a capire dove ti trovi, ma perché rimanga traccia. Diciamo con funzione antipropaganda.
     
    Il rapporto di (almeno) 50 a 1 vale per i morti 50000 palestinesi e 1200 israeliani. Per una valutazione seria, andrebbe anche considerato che il 70% dei morti palestinesi sono donne e bambini, cioé di sicuro non soldati, mentre circa 700 degli isreliani erano in divisa.
    Quindi io parlavo a ragion veduta dei 10 italiani per un tedesco.
     
    Lo stato allucinatorio è tutto tuo che parli di poveri civili rapiti il giorno successivo al rilascio di quattro soldatesse e non sei nemmeno capace di leggere quello che scrivono gli altri (intendo il tuo complice Patu)

  45. Patu sei un ignorante se confondi Primo Levi (scrittore italiano) con Gideon Levy (giornalista israeliano).-
    Stati di allucinazione progressiva…

  46. SE ISRAELE AVESSE BOMBARDATO I TRENI PER AUSCHWITZ VI SARESTE SCHIERATI CON HITLER.Ed è una similitudine che per molti versi calza bene alla mentalità della sinistra italiana : sono gli stessi che dopo che due delinquenti si sono schiantati mentre fuggivano dalla polizia , senza timore del ridicolo ci hanno spiegato che se uno scappa ad un posto di blocco , i carabinieri devono farlo scappare , perchè se no và a finire che è colpa loro..@ Matteo .
    Ti vedo confuso : un conto è uccidere dieci italiani per ogni tedesco , tutt’altro discorso è scambiare 50 terroristi per ogni civile che i bastardi ti hanno unilateralmente rapito…
    .
    Comunque il teatrino continua , e purtroppo questa tregua non durerà , perchè i patti non saranno rispettati.

  47. Scrive il (confuso) patu al #8:

    Ipocrisia e antisemitismo sono le vostre bandiere

    Chissà a chi si rivolge.

  48. Patu sei un ignorante se confondi Primo Levi (scrittore italiano) con Gideon Levy (giornalista israeliano).
    Mentre semplicemente menti spudoratamente quando attribuisci al giornalista israeliano che vive e lavora in Israele antisemitismo e odio contro Israele  semplicemente perché ha opinioni differenti dal razzismo, suprematismo e colonialismo tuo e di Netanyahu.

  49. Tu vedi quello che vuoi vedere e attribuisci le qualifiche secondo la tua personale visione ideologica.
    Fino a ieri, scommetto, Al Fatah era un’organizzazione terroristica, siccome è in conflitto con Hamas, che oggi sono i terroristi, allora non lo è più. Prima ancora i terroristi erano quelli dell’OLP ecc.
    Mai però che tu veda (o ricordi) che l’Haganah, da cui nasque Tsahal, era una organizzazione terroristica.
     
    “vogliono mescolare il più possibile militanti e civili palestinesi”
    “ai fanatici delle vittime collaterali civili non frega nulla”
    Certo, vogliono…trova qui i fanatici, i kamikaze e i terroristi (5%? 10%?):
    https://www.youtube.com/watch?v=UtdK9ZffJuM
     
    “i palestinesi danno alla vita dei loro e’ lo stesso che negoziano negoziano  negli scambi di prigionieri: 50 a 1”
    Mentre gli israeliani (e tu con loro) invece ritengono che 1200 mortri ne giustifichino pienamente 50 o 60 mila.
     
    Nel giorno della Memoria è utile ricordare che già c’è stato nella storia chi ha considerato corretto il rapporto di 5 a 1, 10 a 1 o anche più. Il medesimo che considerava la vita degli ebrei senza valore se non come pezzi (Stücke) di materia prima.

  50. Al di là della veridicità dei numeri sulle morti di civili gazawi, diventati il Verbo per molti, ma che è di una entità terrorista che non nasconde il suo fanatismo e che non ha certo usato i suoi tunnel per salvaguardare la sua popolazione, citare Gideon Levy significa dare voce a un antisemita, odiatore di Israele, da lui ritienuto essere uno Stato illegittimo, da cancellare per far posto ad un unico Stato palestinese. E lo scrive un giorno sì e l’altro pure sulle pagine di Haaretz. Ipocrisia e antisemitismo sono le vostre bandiere e qui voglio fare mio quel che ha scritto un Anonimo di Roma: SE ISRAELE AVESSE BOMBARDATO I TRENI PER AUSCHWITZ VI SARESTE SCHIERATI CON HITLER. Buona Giornata della memoria. 

  51. La frase di P. Levi,l Olocausto è una pagina della storia umana da cui non dovremmo mai togliere il segnalibro casca a pennello,non credo Israele  abbia bisogno del segnalibro. Certo che simbolicamente la buca di Bibi non è da poco.
    Per i nomi della vicenda triste e sanguinosa in corso a Gaza:
    Genocidio no,crimini di guerra no,pulizia etnica no …ma la spianata creata a colpi di missili e droni ipocritamente chiamata guerra al terrorismo sulle teste dei civili ,gran parte vecchi donne e bimbi io personalmente la definirei barbarie…questa parola è corretta?
    Golia e Davide al contrario!

  52. Per qualcuno i palestinesi saranno sempre solo:”Compagni che sbagliano” , io vedo i festeggiamenti per il ritorno dei kanicaze detenuti da Israele , vedo il fanatismo che veste da vittoria anche una pesantissima sconfitta, vedo che Al Fatah già e’ entrata in conflitto con i terroristi di Hamas , che ancora vogliono mescolare il più possibile militanti e civili palestinesi.
    .
    Credo che questa tregua non durerà molto, perche’ ai fanatici delle vittime collaterali civili non frega nulla , l’importante è celebrare una finta vittoria militare dopo che gli hanno spaccato il culo…
    .
    Alla fine il valore che i palestinesi danno alla vita dei loro e’ lo stesso che negoziano negoziano  negli scambi di prigionieri: 50 a 1.

  53. “Non basta vietare ovviamente ai militari di uccidere i civili, ma è necessario anche l’inverso: i civili non possono uccidere i militari.”
    Egregio signor Telleschi, con questa frase lei ha toccato il fondo dell’imbecillità ideologica.
    Siccome qui si parla di Auschwitz, esemplificherò l’abisso della sua idiozia chiedendole: lei dunque nega la liceità della rivolta del ghetto di Varsavia? Erano tutti civili contro militari!
     
    Ad Alex dico solo che se non ci fosse stato il 7 ottobre i palestinesi avrebbero continuato a morire a decine al mese come nei precedenti 15 anni, il 7 ottobre sono morti un migliaio di israeliani (di cui più di 700 in divisa, ricordiamolo) e dal 7 ottobre sono morti 50000 palestinesi (e probabilmente di più), di cui il 70% donne e bambini.
    Io credo che il 7 ottobre sia stata una follia, ma non sono nato e vissuto in prigione e sotto occupazione; non posso, non riesco a immaginare come si veda il mondo e come si possano valutare le cose.
    Quello che so è che comunque noi siamo complici e corresponsabili, esattamente come i nostri padri e nonni furono corresponsabili di Auschwitz
     
    La giornata del 27 gennaio serve a ricordare, ma cosa?
    Che quello che è avvenuto non ci è estraneo, che non è stato compiuto da alieni, fanatici o pazzi, ma da persone come noi e con la complicità e l’acquiescenza di altre persone come noi che hanno girato la testa.
    Le persone che non guardavano, che guidavano i treni, che tessevano capelli e compravano lavoratori sono le stesse persone che dicono che a Gaza non è un crimine o un genocidio, che chiama terroristi i palestinesi e non gli israeliani, chi teorizza e vuole l’apartheid, il noi contro loro.
    Sono causa e complici come lo furono allora.  

  54. Ho già ripetuto milioni di volte che, negli anni della pandemia, in Occidente c’è stato un irreversibile passaggio dello spartiacque fra un “mondo ideologico” e un altro “mondo ideologico”. Il fenomeno, che si sta esprimendo in modo progressivo, coinvolge tutto l’Occidente (quindi anche USA ed Europa), Occidente di cui Israele è chiara espressione, sia diretta che indiretta per i suoi stretti collegamenti con le tante comunità ebraiche diffuse nei vari paesi occidentali. Dei due “mondi”, il primo, durato circa 50 anni, va dal ’68 al 2020 (pandemia) ed è stato imperniato su nobili ideali (fratellanza, giustizia, diritti…), mentre il mondo che è in essere da circa 5 anni (e che io prevedo che durerà alcuni decenni) si incentra sull’esigenza di sicurezze (al plurale) e sulla conseguenza “chiusura” dell’Occidente. Sono due mondi diametralmente opposti che si alternano per quello che gli americani chiamano l’effetto altalena, cioè l’oscillazione da un estremo (diritti per tutti, anche per i non occidentali) all’altro (teniamoci i nostri diritti per noi e respingiamo gli altri). Basta guardare fuori dalla finestra di casa e il mondo di oggi è proprio come lo descrivo. Chi non si riconosce nell’attuale predominanza ideologica non necessariamente deve abiurare i suoi nobili ideali del passato, ma deve avere l’intelligenza realistica di accettare che la realtà occidentale di oggi (e anche di domani e dopodomani…) non è più quella dei “diritti per tutti”. Da questo punto di vista l’indifferenza della società israeliana (che è, salvo rarissime eccezione del tutto irrilevanti in termini numerici, compatta a sostegno della politica di guerra) non è altro che una delle tante espressioni dell’indifferenza dell’Occidente, che, appunto, si è chiuso in se stesso e si chiuderà sempre di più, emarginando tutto il resto del mondo. slavo le citate eccezioni numeriche, nessun ebreo (né cittadino israeliano né cittadino di un paese) ritiene che Israele stia commettendo crimini di guerra né che l’attuale politica governativa costituisca un genocidio.

  55. E ti pareva se questo articolo non arrivava dal Manifesto….il che si commenta da solo.
    Pur ammettendo un dispiegamento di forze forse (forse) eccessivo, si continua a scordare che, se non ci fosse stato il 7 ottobre, tutto questo si sarebbe evitato.
    Hamas è lungi dall’essere sconfitto, ahinoi, e si è visto durante quella vergognosa parata per il rilascio delle 4 soldatesse israeliane….ma non erano tutti morti? Ma non erano tutti a piangere il genocidio???
    Nessuna simpatia per Bibi, ma ancora meno per i terroristi palestiNAZI…
    Cham Israel Chai, soprattutto oggi.
    Se ci fosse stato Israele, 80 anni fa, non avrebbero dovuto aprire le porte di Auschwitz….perché non sarebbe mai esistito!
    Onore ai ragazzi di Tsahal.

  56. Il significato della giornata odierna è universalmente racchiuso in due parole: MAI PIÙ! È indifferenza universale che si unisce a quella del popolo israeliano non poter dire la stessa per ciò che sta succedendo a Gaza, ma anche in Cisgiordania e dintorni. Non si assolve la nostra coscienza rappresentando la sproporzione tra i fatti di oggi e quelli ricordati in questa giornata.

  57. Per parlare poi di crimini di guerra bisogna stabilire prima le regole della guerra. Non basta vietare ovviamente ai militari di uccidere i civili, ma è necessario anche l’inverso: i civili non possono uccidere i militari. In un paese democratico dove la violenza è monopolio dello stato, che delega allo scopo la polizia e l’esercito, non può essere tollerata la presenza di gruppi armati privati come succede in Medio Oriente, hezbollah hamas houthi eccetera. Tutti gruppi illegittimi che devono essere sciolti per procedere alla pacificazione Palestina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.