Reazioni al servizio della trasmissione di Italia1 “Le Iene“, andato in onda martedì 12 dicembre 2023 e intitolato “Il Paese dei veleni”.
La colossale “presa in giro” sanitaria piemontese
a cura di Rete Ambientalista
(pubblicato su rete-ambientalista.it il 17 dicembre 2023)
Perfino i giornali, che non sono mai stati lì ad azzannare Solvay, stanno evidenziando la farsa che si sta consumando sulla pelle della popolazione di Alessandria. In presenza di indagini epidemiologiche (otto) che evidenziano mortalità e morbilità fuori limiti, in presenza di indagini ambientali (ripetute) che evidenziano il superamento dei dati oltre ogni limite, ebbene, al sindaco – massima autorità sanitaria locale – viene chiesto di sottoporre lavoratori e cittadini alle analisi del sangue tramite Asl.

Il sindaco dice che non tocca a lui, bensì alla Regione, anzi glie l’ha chiesto… da anni. La Regione risponde (alle Iene) che tocca all’assessore alla sanità. L’assessore alla sanità passa la palla al dirigente responsabile del settore sanità pubblica veterinaria. Il veterinario la passa infine al Comitato Etico. Organismo che nessuno ha mai sentito nominare, peraltro nominato dalla Regione (che a sua volta è… dominata da Solvay… pensiamo che autonomia!). Il fantomatico Comitato indipendente (da chi?), composto da una decina di enti territoriali ed extra regionali (ma a prescindere dal Veneto, dove sanno già tutto da anni), valuterà il da farsi nel futuro.
In questo osceno balletto di responsabilità viene da concludere che chi decide in realtà è Solvay. Allora ritorniamo dal sindaco Giorgio Abonante. Lei, che è la massima autorità sanitaria locale, perché, nel frattempo della “taranta” (il ballo che non finisce mai), lei, per il vincolato principio di precauzione, perché nel frattempo non ha fermato le produzioni inquinanti, a salvaguardia della salute pubblica?
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Dopo il servizio de “Le Iene”, con una lunga nota l’azienda Solvay ha fatto alcune precisazioni.
“Solvay prende molto sul serio il tema dei PFAS: nulla è più importante della salute e della sicurezza dei nostri colleghi e delle nostre comunità locali. Siamo fermamente impegnati per un futuro più sostenibile e l’eliminazione graduale dei fluorotensioattivi nella nostra produzione ne è un’ulteriore prova. Solvay si è impegnata a eliminare volontariamente l’uso dei fluorotensioattivi globalmente entro il 2026 e continua a introdurre tecnologie all’avanguardia con l’obiettivo di eliminare le emissioni di tali sostanze dalla sua produzione. Oggi siamo in grado di garantire una rimozione del 99,95 % delle emissioni di fluorotensioattivi”.
“Oggi Solvay produce un solo fluorotensioattivo di nuova generazione, il C6O4, che non è bioaccumulabile e non è biopersistente. Solvay non ha mai prodotto il PFOA e ne ha eliminato completamente l’uso nel 2013, con largo anticipo rispetto alle indicazioni definite a livello internazionale. Solvay monitora costantemente la salute dei suoi lavoratori. La pluriennale, continua e costante sorveglianza medica dei dipendenti non indica, sulla base dei dati individuali, alcuna correlazione con effetti patologici associati all’esposizione professionale ai Pfas”.
“Gli studi epidemiologici citati nella trasmissione analizzano un periodo storico che comprende anche alcuni anni precedenti l’arrivo di Solvay a Spinetta Marengo. Hanno una valenza puramente descrittiva e non possono identificare nessi causali di potenziali malattie con la presenza dell’impianto. Riguardo all’eventuale proseguimento dell’indagine epidemiologica annunciato dalle autorità locali, Solvay è per una collaborazione costruttiva”.
“Relativamente alla condanna passata in giudicato per “disastro innominato colposo” (cioè non intenzionale) la Corte di Cassazione ha accertato definitivamente la storicità della contaminazione, avvenuta ad opera di altri molto prima che Solvay acquisisse il sito di Spinetta Marengo nel 2002. La Corte di Cassazione ha anche definitivamente stabilito che l’acqua potabile a Spinetta Marengo è sempre stata sicura e conforme ai limiti delle leggi sulla potabilità. Per quanto riguarda il procedimento giudiziario in corso, le residue ipotesi d’accusa riguardano una responsabilità colposa (cioè non intenzionale) relativa a una presunta alterazione dell’ambiente. Solvay è certa che tutti i propri manager hanno sempre operato con correttezza e nell’osservanza delle normative ambientali e conferma la propria fiducia nella giustizia e nell’operato dei magistrati”.
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Chissà se alla Solvay sono sabaudi…
Quale potrebbe essere il commento giusto a fatti come questo? Come poter dormire tranquilli?
A Rosignano grazie alla solvay abbiamo le spiagge bianche Caraibiche.. con 10euro di benzina ti par d’essere alle maldive