L’arte del sogno
di Alessandro Zeni
(pubblicato su grivel.com il 9 ottobre 2019)
Foto: Alessandro Zeni
La verità è che siamo tutti sognatori nati, siamo spinti verso nuove esperienze, nuovi obiettivi da raggiungere, nella continua ricerca di noi stessi.
Alla nascita abbiamo tutti questa forza interiore. Qualcuno dimentica di averla e la lascia indebolire nella monotonia di giorni che sono sempre gli stessi, mentre per altri è una sete insaziabile, un desiderio profondo che accompagna ogni minuto e ogni momento della propria esistenza.
Sono nato nelle Dolomiti ai piedi delle Pale di San Martino da padre scultore e madre pittrice. Fin da piccolo, immaginavo di poter essere anche un artista… I miei occhi da bambino rimasero totalmente incantati nel vedere le gesta e le abilità di mio padre che modellavano il legno con lo scalpello creando figure sempre più nuove. Un capriolo, un’aquila, un piccolo gnomo, una madonna, un alpinista… Arte.
Questa è sempre stata la parola d’ordine nella nostra famiglia, una sorta di mantra che mi ha spinto a sognare e pensare che nella vita volevo creare qualcosa di nuovo, qualcosa di mio, una scultura così bella da stupire e regalare emozioni a chi guardava a esso.
Ma come spesso accade, ho presto capito che il dono innato per la scultura, quella chiamata profonda, non mi apparteneva.
Pertanto, i miei occhi caddero sulla terra, sconfitti, cercando di capire come fosse possibile che non ci fosse quella scintilla in me; eppure una fiamma continuava a bruciare dentro di me, la sentivo, ne ero certo.
Passarono i giorni e poi anni seguirono un percorso che mi avrebbe visto diventare un futuro geometra. No, non sono stato io, non era quello che volevo fare. Ho amato troppa natura e vita all’aria aperta… Un giorno ho guardato in alto e ho visto le montagne. Enormi vette che salivano sopra la mia testa, pietre semplici per alcuni, ma agli occhi di mio figlio apparivano come enormi dipinti da dipingere. Ho scoperto l’arrampicata.
Tutto è iniziato quando, un giorno, io e mio padre siamo andati al negozio di articoli sportivi di uno dei suoi cugini, dove sono riuscito a procurarmi un paio di vecchie scarpe da arrampicata Mariacher che erano ormai inutili. Per me quelle scarpe erano lo scalpello perfetto per iniziare a scolpire il mio lavoro, erano diventate il mio intero mondo e anche quando erano completamente logore e il pollice sporgeva dalla punta, continuavo a salire con loro. Ho passato anni a perfezionarmi, alla ricerca del gesto perfetto ogni giorno.
Ero consapevole che non avrei mai potuto creare la mia scultura più bella senza aver prima perfezionato la mia tecnica e imparato quell’arte che sembrava quasi una danza verticale. Tutto mi è venuto in modo naturale, ho adorato quel girovagare nell’aria, sentire il vuoto sotto di me, mentre ascoltavo le sensazioni del mio corpo. Ho scoperto di possedere una sorta di talento e quasi senza accorgermene sono migliorato molto rapidamente.
Così in breve tempo la mia piccola valle divenne troppo stretta, conobbi Riccardo Scarian e con lui iniziai a viaggiare. Trascorrere giorni con lui sul muro è stato come trovarmi in Val Gardena in un’officina di un maestro scultore per imparare quell’arte elegante di arrampicarsi verso l’alto. Il suo consiglio ha affinato le mie imprese e i nuovi stimoli di poter arrampicarmi su muri mai visti prima mi hanno permesso di migliorarmi e di conoscermi sempre meglio. Da lui ho imparato la bellezza dell’arrampicata su lastre, un lento avanzamento, una ricerca interiore che ha richiesto forza, pazienza, equilibrio e sensibilità delle dita. Sono stato subito intrappolato ed è diventato il mio parco giochi preferito.
Pensando all’arte, forse potresti confrontare l’arrampicata in lastre al realismo, in cui ogni tratto, ogni singolo colore viene scelto con cura. In un quadro realistico non ci sono sbavature, ogni dettaglio è stato pensato e rifinito con pazienza e per quel tipo di arrampicata tanto impegnativa quanto armoniosa.
Passarono gli anni e il mio insegnante divenne un grande amico. I viaggi si susseguirono e l’arrampicata divenne per me una fonte di vita.
Nell’arrampicata ho trovato la mia arte, quel viaggio continuo ha cambiato i miei occhi e il mio modo di vedere attraverso la roccia. Così è arrivato il giorno che stavo aspettando, il giorno in cui avrei potuto finalmente creare la mia scultura… Poi più che mai ho sentito il bisogno di mettere tutto ciò che avevo imparato a usare. Per trovare la mia linea perfetta, inchiodarla e poi un giorno liberarla. Ma per fare questo avevo bisogno di una tela su cui dipingere questo sogno.
No, la difficoltà non sarebbe stata sufficiente, doveva essere in un bel posto, un posto speciale per me. Vicino a casa e questo, nonostante le difficoltà, mi ha fatto venire voglia di tornare ogni volta.
Dopo aver scalato pareti alte centinaia di metri nel corso degli anni, la mia tela è stata trovata solo in una parete remota della Val Canali, alta poco più di 20 metri. Sì, la mia scultura non sarebbe stata enorme o su una parete molto famosa, ma su una piccola nascosta in un posto bellissimo, lontano e solitario, che mi ha fatto sentire a casa.
Così ho chiodato il percorso e l’ho chiamato Energia cosmica. In questa linea ho trovato tutto quello che cercavo e quando, in una bella giornata autunnale, l’ho scalata e ho realizzato che dentro quella pietra c’erano anni di sogni, speranze, viaggi e nuove amicizie. Dodici anni di arrampicata concentrati in 52 movimenti, la mia scultura, la lastra perfetta nel posto perfetto.
Credo che ci sia una forma d’arte in ognuno di noi. A volte pensiamo di non averlo, che alla nascita non ci è stato dato alcun talento ma forse stiamo solo guardando nella direzione sbagliata. Guardiamo in alto, guardiamo altrove, forse si nasconde solo in altre forme. Non si tratta di scolpire l’opera più bella, né di arrampicarsi sul muro più difficile del mondo; è semplicemente l’arte di sognare.
Alessandro Zeni, nato nel 1991 a Feltre (BL), fa parte del team Grivel da 5 anni. Pratica alpinismo, arrampicata e arrampicata sportiva fino al 9a+, chiodando nuove vie in falesia, bouldering.
Prodotti preferiti di Grivel: zaino Zen 35, imbracatura Trend, casco Stealth.
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Ma il sedicente “Filippo Elli”, che poi avete chiamato “Fabio”, non sarà mica il Fabio che fino a qualche tempo fa frequentava spesso il blog e ora è un po’ che non vedo piu’? Ovvero Fabio B?
Perth. Le mie capacità intuitive sono un po’ arrugginite ma qualcosa mi dice, anche se posso sbagliare, che tu sei una persona reale non una finzione per gioco. Sento anche un po’ di sofferenza e mi dispiace perché, come si è detto, il dolore unisce e la prestazione divide. Se potessi metterei non parole ma una vignetta di un grande filosofo contemporaneo, un piccolo bracchetto che non vive nella botte ma nella sua cuccia da cui guarda il mondo e scrive. Charlie Brown contempla l’orizzonte, sempre un po’ pessimista, come suo solito:” Tanto un giorno dovremo morire”. Il grande saggio Snoopy lo guarda e risponde: “E’vero Charlie ma gli altri giorni no”. Auguri anche a te.
Egr.Sig.Pasini la ringrazio, come a dire guardare in alto tenendo caro ciò di apprezzabile vi è in basso, alpinisticamente può essere una linea di condotta, poi nel quotidiano non sempre applicabile, ma dato che è al vuoto a cui arrivare, anche a Lei auguro, buone cose
Albert. “Moderare” sistematicamente un blog comporta un sacco di lavoro se si vuole essere tempestivi. Ci vuole una risorsa dedicata e questo costa. Non dimentichiamoci che questo è un “quotidiano” gratuito che non ha pubblicità. Un altro blog di tipo economico gratuito che leggo “modera” gli interventi dei lettori ma i commenti vengo pubblicati molte ore dopo, quando i gestori, professori e ricercatori, hanno tempo. Più abbordabile è limare solo gli estremi come fa ogni tanto Gogna. Certo il rischio della dispersione è del degrado rimane ma ogni scelta,volontaria o condizionata, ha il suo prezzo da pagare. Comunque i “biricchini” si sgamano subito. O si ignorano o si sta al gioco per divertirsi un po’ e mantenere viva la dimensione “leggera” della scrittura, cosa che fa anche bene alla salute, a differenza dell’offendersi o del farsi coinvolgere emotivamente.
#81 Condivido pienamente quanto affermato in merito al fatto che i commenti non dovrebbero mai scadere nell’insulto o nel gratuito dileggio per un apostrofo erroneo…mi chiedo pero’ perche’ dopo un’uscita in montagna non si possa parlare di quello che si e’ fatto, per me e’ argomento interessante e stimolante!
Albert, intendiamoci, se tu puoi permetterti di descrivere i discorsi altrui come essenza del grande espressionista (cioé discorsi del cazzo), io mi sento perfettamente titolato a dire che scrive con l’organo oggetto delle di lui attenzioni (cioé che lei scrive col culo).
Anche se mi dolgo con lei dei suoi disturbi visivi, questi non sono scusa sufficiente a mio avviso per scrivere a “caso” con oscuro ermetismo: stettare il video con caratteri grandi e una buona tastiera dovrebbero essere sufficienti a risolvere il problema.
Io non ho capito affatto di cosa accusa il titolare del blog e di quali orrendi crimini accusa gli impugnatori della blog “rivoltella”
Così come non colgo affatto il riferimento alla IX Legione Corazzata…
E il mio riferimento a quell’idiota di Del Mastro voleva essere solo una battuta, di certo non un insulto e nemmeno grave
Sig.Matteo,sull italiano cigolante può starci,errori dovuti ad un campo visivo non più ottimale,sulla diffamazione,non ha colto l’essenza del concetto,la rivoltella è il blog…ok? e i fruitori commentatori sono coloro che la usano,la rivoltella ha un proprietario..chiaro? che lascia a disposizione di chiunque l ‘utilizzo..i danni eventuali mica li può regalare solo ai fruitori..giusto? Data la mia età posso anche permettermi un chicca…solo per lei ex IX Legione Corazzata….chiarito tutto…una cortesia vi è modo e modo d’interagire ma eviti certi insulti o giochini un po grevi come l ultimo sul nick..diciamo facciamoci il regalo natalizio.Poi potrebbe essere anche l ‘ultima volta che appaio dato i contorni Auguri ancora
“se lasci una rivoltella sul tavolo, e poi qualcuno la usa per varii motivi,mica si può dire io non sono parte in causa, poichè la responsabilità è di chi la usata.”
A parte l’italiano cigolante, questa è un chiaro riferimento tendente alla diffamazione di un noto politico di governo e alle sue vicissitudini peraltro già perfettamente spiegate nelle apposite sedi…
sarai mica un anarco-insurrezionalista collegato ai centri sociali antagonisti?
Prima che appaiano i titoli di coda,una piccola riflessione,se lasci una rivoltella sul tavolo,e poi qualcuno la usa per varii motivi,anche un infante,mica si può dire io non sono parte in causa,poichè la responsabilità è di chi la usata.Questo non si chiama libertà di pensiero o di agire ha ben altre definizioni.Poi si può dire era un test per fare altre valutazioni,e si va in un ulteriore campo con ulteriori definizioni
@Berck DeMarzo
Ma chi ti dice che io sia Renzo Zeni????
Mai firmato in questo modo i miei post.
Qui si aggiunge diffamazione alla diffamazione della diffamazione….
E avanti così…
Mi sembra di capire che tra questo post e quello sulla schiodatura in val d’Adige, riferendomi alla più parte dei commenti, si sia toccato il più basso livello del Gognablog.
Arrampico anch’io, e non da poco, e l’arrampicata continua a essere una delle mie passioni più forti, ma a condizione che, finito di scalare, non si parli MAI di arrampicata.
Suddetta condizione si verifica senza forzature con i miei usuali compagni d’arrampicata e, a parte la noia dell’argomento, quando ci troviamo in presenza di qualcuno che vuole parlarne, o ce ne andiamo o lo emarginiamo bonariamente (perché ci fa anche un po’ di pena) aumentando l’intensità di altri argomenti.
deduzione interessante Renzo Zeni: se qualcuno, grazie all’intervento di Gonade, ora ci stesse ascoltando (FBI, CIA,?!!?), beh ha una pista da seguire. Ma se fosse anche questa errata? si aggiungerebbe diffamazione alla diffamazione…che dilemma, sicuramente il nostro Gonade avrà pensato a una soluzione per tutelarsi 😀
Il guaio non è che si scredita uno strumento perchè vi è più o meno malcelata antipatia,ma quando le argomentazioni nello stesso scadono per pochezza e pedante portineria dei soggetti..e poi vi sono gli insultatori seriali..giusto Sig. Matteo..e questi stanno al poco autocontrollo o ad una proiezione di rivalsa che un blog aiuta molto,anche se si firmano per esteso con copia c.d.i..resta nell imprint.Sarebbe invece utile che l argomentare si orientasse su pilastri portanti dell alpestre pensiero,Buzzati può starci,Paleari,perchè no e/o del grande alpinismo,delle grandi imprese? nsomma dei grandi temi,il Sig.Crovella,a molti inviso,tocca argomenti utili a tal fine,ma anche in molti short teller emergono elementi,interessanti,Ma se gli argomenti che tengono banco per la maggiore,sono tiritere alla supercazzola del perchè si chioda o schioda,se il plutoturbocapitalismo,tuttoattacato,ci sta rubando il futuro o se l ‘aita del pianeta,straziato nel suo clima dal perfido homo sapiens,ci porta ad una fine prossima .Beh…allora vuol dire che in questi spazi è anche questo che si cerca.Ma qui si nuota in pochissima acqua e se l acqua è poca,significa che è uno stagno,e dove vi è uno stagno vi è anche molto fango,,Auguri a tutti per la grande imminente manciata di feste,comunque la pensiate
Ora torna tutto a suo posto….
Che il gran signor F.Elli fosse un certo Fabio mi era venuto il sospetto quando ho letto la risposta (al punto 11) “ma mi sono taciuto” Un ulteriore risposta(13) mi dava quasi la certezza che fosse proprio lui. Ecco il perché del mio commento (34) Questa persona, nutre un livore osceno nei confronti di Alessandro (e Sky…) Da anni. Non perde l’occasione per cercare di screditarli (e visto che non può più farlo sul piano atletico, cerca altre vie)
Fabio….bello….Eternit è ancora lì che ti aspetta sai…..
PS. Comunque F.sta cambiando il suo modo di scrivere e, effettivamente, è più difficile sgamarlo….
Perth, davvero esilarante in effetti l’evoluzione finale di questo post rispetto a presunte segnalazioni o violazioni di qualche norma (violazioni che di fatto non sussistono, lo dico da giurista). Ci vuole ben altro per quello, (peraltro i fake Elli non hanno neppure tutti i torti rispetto alla diffamazione, quindi…). Dai torniamo a parlare di scrittura e alpinismo che interessa davvero a tutti noi, sperando che non ci siano più intrusioni di disturbatori vari ma solo un piacevole dibattito tra persone reali.
Caro Troll, toglimi dal numero che la prima cosa che ti ho detto è scrivi proprio come quello che deve essere il tuo riferimento professionale, Oronzo Canà (anche se Lino Banfi è un buon attore e decisamente più intelligente di te)
Comunque riesci a scrivere meglio di Albertoaperto, che per farlo credo usi quell’organo dove almeno due volte ogni film finiva lo strumento principe del grande espressionista Siffredi. E forse il suo nick da questo prende spunto!
E qui a parte l esilarante svilupparsi del tema e molti dei spassosissimi soggetti qualcuno volontario,i più,loro malgrado, emerge l autoreferenzialità di chi mastica verbo pinistico,volutamente e volutuosamente,definito così,e si passa a memorie legali,interventi sul filo del pinistico forense,mai successo,nemmeno a fronte di insulti,minacce e vai con il trend,avvenuto in tenzoni onomatopeicamente pseudo ambiental-pinistiche.E si Signora mia,a volte si tende ad alte vette,ma puntualmente la via ripetuta è unica,a vista,molto ripetuta,la palestra della supercazzola.Auguri nel perseverare
Chiedo cortesemente al gestore del blog di non cancellare niente: deve rimanere tutto online. Grazie
Ciao Grullo, ti spiego: mi sono firmato così perché è un nome totalmente casuale che mi piace (ho preso spunto da Angelo Elli, e Filippo è il nome che avrei sempre voluto da piccolo); i miei ragazzi e ragazze sono i miei allievi e allieve della scuola calcio dove insegno; il libro, come ti ho detto, è una lettura che mi è piaciuta e che consiglio. Io non ho mai detto di essere un insegnante, questo l’avete fatto voi. Quindi sarò ben felice di segnalarti, tu e i tuoi amici. Hai visto come sei tutelato? l’avevo detto, boomers da quattro soldi che pensano pure di essere intelligenti, questo siete…ciao Grullone, alla prossima ciulata 😉
Al 71 leggasi “firmato”, non “formato”
Fabio (la prendo per buona), SE chi si è formato Filippo E. sei tu, SE chi ha postato il link ad una raccolta curata da Filippo E. sei tu, SE chi ha postato il commento nr. 54 sei tu, allora possiamo chiuderla qui. Io ho appena fatto il dovuto (per tutelarmi). Ciao
Hai fatto benissimo. Grazie da parte di mio fratello, grullo 🙂 Vi ricordo che la storia del professore l’avete tirata fuori voi, con annesse critiche e giudizi sul suo lavoro senza essere sicuri che fosse davvero lui (quindi a casa mia questa si chiama diffamazione). Sei proprio un genio della lampada, come del resto avevi già ampiamente dimostrato…
Ciao troll, ho scritto una mail all’istituto dove lavora il vero FE, per segnalarti. Buona giornata
ma quale reato @Gonoide: io mica sapevo esistesse questo prof, ne ero totalmente ignaro e vi ho soltanto consigliato un libro che mi è piaciuto leggere. Tutto qui 😉 Guarda meno serie legal. Comunque non è la prima volta che ci cascate, e nemmeno l’ultima che ci cascherete: è bello vedere le vostre reazioni e giocare a stimolarle. Ciao!
Pasini, io c’ero cascato… nel senso che usare l’identità di un’altra persona (il vero prof FE) è… un reato? sbaglio? Ma comunque è roba da pazzi! metti che lo sgamano gli studenti dell’istituto di Milano dove insegna il vero FE, che succede?
Caro Felipe, credi davvero che qualcuno abbia creduto che tu fossi ‘vero’? Chi ha usato chi per un passatempo divertente come fanno le vecchie beline di professione con frizzi, lazzi e c…zzi prendendo il the in un giorno di riposo? Fatti una domanda. Saluti con affetto. Oggi si va. Al prossimo giro di canasta.
Il 9a+ richiede dedizione.
Assorbimento totale.
Quando vai a mangiare la pizza con gli amici (se ci vai) parli solo di appigli.
Credi che arrampicare sia l’unica possibilità che hanno il tuo corpo e la tua mente e quasi ci resti male che non sia così.
Cerchi giustificazioni morali per darti pace non c’è nulla di male.
Genoria, ti ringrazio per avere scomodato addirittura Paleari e De Luca per poi parlare i me, caccola secca dello scrivere, se lontanamente paragonato a loro.
Pensa ce li conosco entrambi di persona e ne ho enorme stima. Di Paleari uso Il giorno dell’Astragalo come regalo seriale a chi voglio fare del bene assieme a The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd. Di Erri ho letto e riletto Il peso della Farfalla ma il mio preferito resta In alto a Sinistra. Devo provare il Porno Star abbinato alla Parete che c’è. Ciao.
Boh…perth…a volte fatico a capire. Comunque faccio l”esegesi del mio scherzuccio di dozzina per evitare equivoci. Certamente sull’andare per monti ogni tanto qualcuno se lo mena un po’ troppo con il sogno et similia però abbiamo bisogno di sognare per sopportare il male di vivere e quindi gratitudine a chi ci fa sognare. Certo poi magari qualcuno più che un sogno ci procura un sonnellino ma le intenzioni erano buone e bisogna esercitare un po’ la pazienza e la tolleranza. In fondo a volte è difficile prender sonno. Se non sarà sogno anche se sonnellino va bene. Buona notte.
di tutto quanto emerso nel profondo dibattimento espresso in vari modi e concetti la sintesi e il contenuto del contendere non sta tanto nell’estensione descrittiva e atletica con relativa trasposizione delle motivazioni,estetiche,etiche ed oniriche del climber ma bensì in un commento che gli articolati, intesi non come vettori trasporto conto terzi,hanno espresso,Mi riferisco al Sig.Pasini che ne ha sublimamente colto l essenza utilizzando il grande espressionista,R.Siffredi.Poichè dato il richiamo evidente appare l’analogia che è un dibattere dello strumento principe del grande plastico espressionista,con la differenza che la palestra si riduce in cm anzichè metri,perseverate perseverate
Ciao Govi, hai ragione: ho esagerato. Adesso mi è venuto in mente un documentario, The Sanctity of Space, i cui protagonisti sono tre alpinisti americani (Ozturk, Freddie Wilkinson, Zach Smith). Alla fine Zach Smith è costretto a mollare l’alpinismo professionale perché non sapeva scrivere, non sapeva fare foto, sapeva solo arrampicare (meglio degli altri due!). Forse quelli di Grivel potevano assisterlo di più, il loro testimonial.
Pasini, torno ancora a Cominetti: nelle cose che scrive Cominetti conta il vissuto, quello che tu descrivi come “zuppa di base insaporita dalla vita”. Questo non te lo dà l’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale ti dà un’astrazione, e fa bene la tua amica, secondo me, a valutare come gli studenti ne facciano uso, come riescano a calare le risposte dell’intelligenza artificiale dentro il racconto del proprio vissuto, o dentro l’esposizione di un proprio punto di vista. Ho scritto risposte perché, secondo me, per avere dall’intelligenza artificiale risposte adeguate bisogna saperle fare le domande giuste. Gli americani ormai usano chatgpt per qualsiasi cosa – per es. si rivolgono a chatgpt per sapere qual è il posto giusto per comprare prosecco – e forse stanno raffinando l’arte di fare le domande giuste. Però anche lì, se non parti da basi culturali buone, non vai molto lontano. Perché quello che chiede dove comprare prosecco, magari non sa che il prosecco è un vino italiano, e magari non sa neanche che è un vino: sa solo che lo bevono tutti (in America oggi il prosecco va forte).
“Compitino”,”Livello da verifiche”… eddai, state seguendo un “professur” in una qualche crisi personale, sfociata in interventi da hater seriale, che ha arrestato solo quando Genoria gli ha ricordato chi era.
In effetti, l’unico lato positivo di questa inesistente polemica e’ che ha attirato l’attenzione di Genoria: ben ritrovato. Ma credo che i suggerimenti pubblici a Zeni ( a cui io confermo tutta la mia ammirazione), abbiano piu’ il sapore della rottura di marroni aggiuntiva, dopo gli insulti del Prof…
Genoria. Una mia amica che insegna in una nota università milanese e’ disperata per i compitini (che loro chiamano ovviamente paper 😀) scritti con l’AI. Visto che non riesce a contenere il fenomeno e che non può perdere un sacco di tempo a identificare le fonti e’ arrivata ad un compromesso: ditemi la parte nella quale vi siete fatti aiutare dall’Ai così valuto quanto avete saputo usarla in modo intelligente (che è comunque una competenza importante, come a suo tempo noi alle medie usavamo le enciclopedie) e quanto avete scritto voi “rischiando”. Mi dicono che anche in USA hanno lo stesso problema. Gli studenti diventano sempre più bravi e i professori cercano di correre ai ripari. Presto dovremo farlo per gli articoli che leggiamo, gli stagisti a 10 € al pezzo sono dei maghi, spinti dal bisogno di lincenziare pezzi a cottimo per sopravvivere. O tempora…..
Ciao Pasini e ben ritrovato: “compitino” è la definizione perfetta. Non è un caso che questo testo abbia richiamato l’attenzione di un prof delle superiori: il livello è quello delle verifiche che il prof si trova, nello svolgersi della sua (frustrante?) quotidianità, a correggere. E per di più è un compitino che vorrebbe essere, come scrivi, “promozionale”…
Io comunque non ho suggerito, all’autore del compitino qui sopra, la lettura di Erri de Luca o Paleari. Quelli hanno standard alti. Più concretamente, ho suggerito la lettura di un Cominetti “a ruota libera”, giusto per farsi un’idea di come si tiene desta l’attenzione del lettore. Altro che sogni e musica new age. L’imperativo per tutti e tutte è (for your reading pleasure over the weekend): leggere Cominetti, col sottofondo di questa roba qui:
https://www.youtube.com/watch?v=qGog0U5vObs
Genoria. Anche tu però non puoi confrontare un diligente compitino promozionale new age di un giovane climber che non ha neppure una maglietta da indossare per fare la foto di accompagnamento con tre personaggi selvatici e maturi, ricoperti di pelli e di cicatrici, che appartengono ad altre epoche geologiche: un montanaro ossolano di confine, l’ex responsabile del servizio d’ordine di Lotta continua o uno che ha avuto il coraggio di abbandonare il pesto e il sole del golfo per rintanarsi nei boschi oscuri e umidi dell’est europeo, popolati di bestie selvatiche e di selvaggi che parlano strane lingue, per non parlare dei motociclisti con le corna😀 altre storie, altri personaggi, non hanno bisogno di metterci un condimento, raffinato, e’ già la zuppa di base che è insaporita dalla vita. Quindi ci vuole un po’ di tolleranza nell’uso della matita rossa e blu. Bisogna lasciare che il vento faccia il suo giro, nel frattempo si può fare un pisolino. La musica new age aiuta. Saluti
Infatti al punto 6) gli ho risposto così:
e lui mi ha risposto così:
Impegnati di più? Mica sono un bimbotto della sua scuola.
Ciao Matteo, sì, Erri de Luca! Il contrario di uno: solo il titolo basta a “parlare di scalata in un modo nuovo”. Ed io francamente tra quelli che scrivono bene di alpinismo ci metto anche Cominetti: mi permetto di suggerire al prof. Elli questa lettura: https://gognablog.sherpa-gate.com/la-parete-che-ce/, uno scritto “a ruota libera” da cui vengono fuori sia il vissuto che la cultura di Cominetti. Lo stesso Alessandro Zeni farebbe bene a leggere Cominetti: non gli mancano di certo, a Zeni, né il vissuto – è un arrampicatore fenomenale – né la cultura – non si arriva per caso a quello spessore atletico e alpinistico – ma gli manca la spontaneità, comunica secondo un modello precotto (che non piace giustamente al prof. Elli).
Chiedo scusa a tutti per il mio intervento fuori luogo e vi ringrazio per aver chiarito molte cose che non avevo capito. Lavorerò su tutto ciò che mi avete detto anche per trasmettere meglio ai miei ragazzi e ragazze le poche cose che so e posso fare per loro. Grazie
E poi diciamola tutta….caro Filippo e’ bene essere tolleranti sul sogno, anche se magari chi te lo racconta si allarga un po’. Anche Rocco Sifredi ha sempre detto che la vera motivazione del suo lavoro era stimolare un sogno in chi, uomo o donna dí più modeste aspirazioni e capacità, osservava con ammirazione le sue scalate. Sognare e far sognare: che meraviglioso antidoto contro la noia e la sofferenza della vita quotidiana e che bel lavoro per chi lo fa come professione. Quanta invidia positiva mista a profonda stima. Come non potremmo dunque essere grati dunque al grande Rocco e a tanti altri scalatori più o meno performanti che ci hanno resi partecipi delle loro imprese e dei loro sogni, proprio noi boomer che siamo vissuti e ancora sopravviviamo grazie ai sogni e che abbiamo bisogno di esempi e modelli a cui ispirarci in quel che resta del giorno. Vedi come siamo diventati empatici, tolleranti e compassionevoli dopo una gioventù all’insegna del rigore talebano. Quindi caro amico, abbi compassione di noi e lasciaci sognare, anche se effettivamente qualcuno a volte più che sogni ci propone delle tisane che fanno dormire, però si sa di Rocco non è che ce ne sono tanti in giro. Ad Maiora.
Spezzo una lancia a favore del buon Filippo che a quanto pare si è eclissato (avrà un consiglio di classe?): lui comunque è l’unico che ha sollevato un punto degno di nota in questa trafila di messaggi, ossia la pochezza del teso di Zeni, mentre prima erano state spese solo parole positive per un articolo/post/messaggio che davvero ha niente di nuovo da dirci. Mi chiedo dunque: l’arroganza che molti di voi evidenziano non potrebbe anche essere ravvisata in chi, sopravvalutando le proprie capacità, continua a commentare in questo blog, pur non utilizzando i toni maleducati del nostro, che comunque, ripeto, è stato il primo a porre una questione degna di nota? Scusatemi, sono provocatorio a fin di bene, non intendo aizzare polemiche ma una piacevole discussione. Grazie
#49 Renzo: “chi sogna pur tenendo i piedi a terra.” se tieni i piedi per terra però scali pochissssimo! 🙂
Alberto Benassi Credo sia l’obolo da pagare….D’altronde, la vecchia scuola di Manolo insegna…..(vedi Sector..) E se non è considerato “filosofo” lui…
47) lo so, lo so, mi ricordo bene.
Filippo, prima di tutto io mi chiamo Alberto e non Alby, non credo che ci conosciamo, quindi certe confidenze non sono ammesse; secondo telecomadato dillo trenino che ti regaleranno per Natale; terzo ti ho solo invitato a scrivere qualcosa di tuo visto che sembra tu abbia tanto da dire e molto da insegnare.
Quanto all’arroganza, lasciala da parte, non serve a dimostrare nulla. Non ne hai bisogno.
Per i boomers rincoglioniti che inviti a levarsi dai coglioni, sicuramente avverrà, è solo questione di tempo, abbi pazienza. Ma ricordati che la vita è una ruota che gira.
Alberto Benassi
Credo sia l’obolo da pagare….
D’altronde, la vecchia scuola di Manolo insegna…..(vedi Sector..) E se non è considerato “filosofo” lui…
Io rilancerei con Erri de Luca, anche.
O quel borgataro coatto del Dibba che ha scritto una gran bella autobiografia
Comunque è curioso che un insegnante di Italiano delle superiori se ne vada in giro per internet a insultare gente che neppure conosce. Non si stupisca, poi, se i suoi allievi sono poco coinvolti dal suo insegnamento: tra loro potrebbe esserci un fenomeno dell’arrampicata del futuro, tutto preso dai suoi sogni ma incapace di esternarli. Ma se, come insegnante, parti dall’idea che sono tutti “troppo inferiori”, cosa vuoi riuscire a trasmettergli. Se potessero, ti metterebbero le mani addosso.
Io al mio insegnante di Italiano del liceo ho voluto un gran bene, e lo ringrazio ancora per tutte le cose che mi ha insegnato. E sono certo che non ha mai usato la parola “cerebroleso” per insultare nessuno. Ciao Filippo, meglio che ti eclissi, sì, e alla velocità della luce.
Grazie Renzo Zeni, ottimo spunto sulle qualità intrinseche del sogno! C’è chi sostiene l’inutilità dello studio, che soffocherebbe l’immaginazione, per essere dei veri sognatori. Concordo in pieno
Renzo, io l’avrei evitato. PUNTO!
Inutile parlare di sogni e fare della filosovia, se poi si cade nella pubblicità
Filippo Elli “qui non si sta parlando di grammatica ma di profondità di pensiero”
Arturo Schnitzer scriveva sulla profondità di pensiero: quando è chiaro, forte e genuino, cioè quando è circonfuso dal soffio dell’esperienza vissuta…..
Spesso i pensieri profondi appartengono a chi sogna in grande, oppure chi sogna pur tenendo i piedi a terra.
https://www.torinofc.it/prima-squadra/2024-2025/portiere/paleari-alberto
Filippo elle-apostrofo-arrogante, dai che alziamo un po’ il livello della discussione, non eclissarti.
Comincio col dire che l’obiezione di Renzo non mi sembra pertinente: qui non si vuole togliere niente alla bravura di Alessandro Zeni, o alle sue buone intenzioni. Qui stiamo parlando di comunicazione, in particolare del fatto che “serve parlare di scalata in un modo nuovo”, come ha scritto Filippo elle-apostrofo-arrogante al 5.
Il problema con Filippo elle-apostrofo-arrogante, a parte la maleducazione – e a parte, per l’appunto, l’arroganza che è il suo tratto distintivo (“siete troppo inferiori”) – è che si sottrae al merito del dibattito da lui stesso propiziato. Se, come dice, “serve parlare di scalata in un modo nuovo”, ci dia allora dei riferimenti, ma a qualcuno che “cumula più di una specialità”, come suggerisce Pasini al 36, non a filosofi o a (im)modesti curatori di raccolte epistolari che non legge nessuno.
Ci provo io, a suggerire il nome di uno che scrive e scala, e che sa scrivere bene di scalata: Alberto Paleari.
Alberto Benassi
“Qui si fa della pubblicità altro che sogni.”
Se sei sponsorizzato Grivel, e l’articolo è su un blog di Grivel, mi sembra il minimo…
https://www.interlinea.com/scheda-libro/giacomo-leopardi/scrivimi-se-mi-vuoi-bene-9788868570446-433616.html
“O sbaglio anche qua?”
A mio avviso si sbagli.
Sbagli a pretendere che un atleta, un arrampicatore debba dire le cose che dice un saggista che parla dei boschi altrimenti è un cretino.
Sbagli a criticare come scrive per sminuira quello che dice, peraltro non scrivendo tu meglio.
Sbagli a insultare gratuitamente chi esprime idee che non ti sconfinferano e anche chi dice qualcosa di simile a quello che intendevi tu (ma che hai fatto fatica ad esprimere) perché ha osato dire che sei stato inutilmente maleducato.
Continuo?
Elli. Però così non vale. Non puoi confrontare uno scrittore e un filosofo di professione con un bravo ragazzo che arrampica e che cerca di darsi un certo tono in linea con alcuni temi oggi alla moda. Sicuramente il vecchio adagio del pasticcere che dovrebbe fare il suo mestiere è sempre valido, nei due sensi ovviamente; alpinisti di professione da un lato, “intellettuali”di professione dall’altro. Sai però com’è oggi, tutti tendono ad allargarsi come dicono a Roma. Sara’ forse la noia di limitarsi a fare bene il proprio mestiere o il desiderio di aggiungere un po’ di fascino alla propria immagine. Tu cerchi la sintesi e l’uomo a 360^ ma temo che la tua ricerca sia destinata a non avere grande successo. Siamo individui specializzati. Qualcuno, ma raramente, cumula più di una specialità. C’era una finta pubblicità di Angela Finocchiaro. “Sono dirigente, intellettuale, mamma, sportiva, cuoca, dea del sesso, militante politica….” “Ma come fa signora?” “Ma sniffo no! Censurata.
Renzo Zeni, qui non si sta parlando di grammatica ma di profondità di pensiero. Ci interesserebbe eccome, ma non comunicato in questo modo. Vabbè mi eclisso, ciao a tutti
Il fatto che si debba cercare il pelo nell’uovo di come uno scrive (visto che noi tutti siamo laureati in letteratura e/o lingue moderne 🙈) mi fa pensare ad un vecchio o nuovo modo della politica nostrana. Se non puoi sminuire ciò che un professionista fa, perché ti è antipatico o semplicemente perché vorresti avere le sue capacità atletiche (ma non le hai) cerca di screditarlo in altri modi (in questo caso, “come scrive”). Non ci interessa nulla di una nuova via di placca, di dove si trova, o il percorso fatto per raggiungere certi obiettivi….Siamo davvero caduti in basso.
@Gonoide prevengo il tuo commento: non deve essere necessariamente fatta da alpinisti – ritengo che di cose fatte a questo livello nel mondo alpinistico non ce ne siano. Perciò è necessario spostare lo sguardo fuori, su temi affini, tangenti e trasversali, così da avere gli strumenti per ragionare anche di alpinismo in questi termini. O sbaglio anche qua?
Ci rinuncio @Gonoide, siete troppo inferiori. Tanto per fare un esempio: riflessioni sulla natura selvaggia come quelle di https://www.sherpa-gate.com/altrispazi/intervista-a-david-quammen/, magari leggendo pure i libri e non fermandosi all’intervista. Oppure leggere “Estetica della Natura” di D’Angelo: se lo Zeni l’avesse fatto ci saremmo risparmiati la marea di stronzate che ci propugna sui parallelismi fra arte e scalata. Vado avanti? Dai su, ce la potete fare anche da soli.
Filippo elle-apostrofo-arrogante, io il concetto di relativismo lo applicherei ad altre cose, di certo non ad una discussione di questo tipo, ma posto che sulla sostanza dello scritto qui sopra hai ragione, perché allora non ci dai l’esempio di una cosa che ritieni invece ben fatta, sempre ovviamente nel campo dell’alpinismo e fatta da alpinisti, ma fatta bene secondo i tuoi standard. mettici un link a una cosa così, vai
Ti do ragione @Expo e ti chiedo scusa. Diciamo che se le persone evitassero di fare i soliti commenti inutili “dai dacci tu la soluzione” non sarebbe male, ma ormai ci ho perso la speranza. Sono sempre gli stessi da anni, sembrano telecomandati. In ogni caso ti chiedo scusa, ti sei sorbito una sfilza di commenti inutili, hai ragione.
Io in parte condivido la sostanza di quello che ha detto Elli , anche se non essendo un genio dell’arrampicata , mi tengo del margine xche ci sono tante cose che non so e che magari il giovane Zeni ha capito da subito come un passo ostico per me e facile per lui.
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Mi disturbano un po’ da parte di tutti i commenti che si allontanano dal tema in discussione e scadono in inutili duelli verbali ed ad personam sulle virgole , sulla capacita’ alpinistica , i nomi e i cognomi , o su altri dettagli estranei alla discussione.
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Ne farei a meno perche’ non servono.
@Gonoide, non ci sono opinioni sulla nullità dello scritto di Zeni: è un dato oggettivo. Che tu come altri continui ad ostinarti a far passare il messaggio che ogni cosa sia opinabile e frutto di un sentire del tutto soggettivo: beh, sei parte del problema. Invece di pensare al mio linguaggio e al mio piedistallo, pensa a uscire dal tuo deleterio relativismo. Ciao
Filippo elle-apostrofo-arrogante (sul significato di arroganza ti rimando al vocabolario), delle tue frequentazioni romane mi interessa zero, niente, della riflessione che hai fatto sullo scritto di Zeni ti ho già detto che sono d’accordo (il che non significa che il punto di vista che condividiamo sia la verità assoluta: c’è anche gente che ha apprezzato), sono anche d’accordo con te che l’assiduità di certe grazie a ribadire il proprio credo (o le proprie allucinazioni) sia mortale per questo forum… però credimi, anche la tua maleducazione è parte del problema: ripulisciti il linguaggio e scendi da quel piedistallo. ciao
@Matteo chiederò a Renzo come mai ti frequenta e rivedrò criticamente i mei modi. Tu invece cerca di iniziare a cogliere gli spunti intelligenti e rispondere di conseguenza, ci stai? magari così si alza un minimo il livello qua…
@Claudio Gonoide grazie per le lezioni di bon ton e le solite predicuzze da quattro soldi, fatto sta che ho ragione sui contenuti dello Zeni e nessuno si è soffermato su questo, invece i nostri scienziati si sono messi subito a fare il solito sarcasmo. Ti consiglio di concentrarti su questo invece che sui miei toni, che sono esasperati dalle risposte demenziali di quelli che tu stimi. P.S. tanto per dirti, i fratelli Bragantini li conosco bene e ci ho piacevolmente discusso di letteratura e tanto altro in amichevoli serate romane. Occhio a crederti superiore solo perché giudichi il mio lessico, con me caschi malissimo…
Sono tornato a dare un’occhiata da queste parti, e guarda che ci trovo: scambi di insulti. Il commento nr. 18 postato dal sig. Filippo Elli fa venire il vomito.
A Matteo, che da sempre (o almeno, da quando leggo il Gognablog) ha tutta la mia stima, mi viene da dire però una cosa: l’articolo qui sopra effettivamente è scritto male, e credo proprio che la versione originale sia quella scritta in Italiano: del resto, il problema di questo testo non è tanto la forma, quanto proprio l’organizzazione dei pensieri, il contenuto. Non tutti nascono bravi comunicatori.
Su questo punto il sig. Filippo Elli avrebbe anche fatto, secondo me, un’osservazione corretta, ma l’ha macchiata di maleducazione (e anche di ignoranza, nel senso che sì, magari lo scritto del povero Zeni non è un granché, ma di roba interessante in giro, e anche qui sul blog, ce ne sarebbe eccome). Ed io quelli che intervengono in maniera così aggressiva, usando peraltro termini che non si possono sentire (“cerebroleso”: le lesioni cerebrali sono cose serie, Filippo, occorre dirtelo? hai dieci anni?), li accomoderei alla porta all’istante, se questa fosse casa mia. Ma siccome casa mia non è, amen.
Peccato però che un forum frequentato da gente come Salvatore Bragantini, Luca Visentini, Umberto Pellegrini (i primi tre che mi sono venuti in mente), debba essersi ridotto a questo. Ma Gogna lo diceva, tempo fa, di voler essere attento anche a quello che scorre nelle fogne: contento lui, contenti (quasi) tutti.
Canotta non condotta.
Beh sarà che io sono un boomer e noi andiamo a dormire presto la sera come De Niro nel film ma dopo dieci righe di sto’ Zeri mi sono appisolato. Poi ho pensato: ma poverino deve pur campare anche lui, non ha neppure i soldi per comprarsi una condotta da indossare per la fotina bonattiana a petto nudo e pettorali scolpiti. Si sa, noi boomer ci commuoviamo e siamo diventati tutto lacrime, buoni sentimenti ed empatia. Credo che ormai questi pezzi li fanno comunque scrivere con m’Ai a qualche stagista plurilaureato con due master che pagano 10€ al pezzo. Che tempi, signora mia…Ps. Per Matteo. Quando criticarono Reagan per la sua età rispose che lui aveva invece molta simpatia per la sincera inesperienza del suo interlocutore. Ma perché ci caschi amico mio?
@Elli ‘sta deriva democratica purtroppo ha dato parola a tutti i coglioni di ‘sto mondo. Una volta li avresti visti all’ultimo banco della classe con lo sguardo vacuo a non capire un cazzo o poco più. Ora invece……
Ciao Alby, non le ho, proponevo solo una riflessione. Ma evidentemente voi prendete tutto sul personale, avete la coda di paglia per caso? dai DB, svegliatevi o state zitti…
15) ciao Filippo, se hai idee nuove, esperienze da raccontare, se sai approfondire, se hai emozioni contagiose e, sopratutto, se sai raccontarle tenendo il lettore incollato, se come dici sei “stufo” e “vuoi di più” , perchè non ci provi te?
Sei proprio un cerebroleso @Matteo, d’altronde leggendoti anche in altri post del Gogna avevo avuto la stessa impressione (e non solo io se non ricordo male…). Fatti una domanda, anche due, ma sarai il classico boomer rincoglionito, per voi non c’è speranza. Quando vi toglierete dai coglioni il mondo ricomincerà a girare come si deve
Filippo Elli l’illuminato , il letterato e l’accademico della Crusca!
La volta che scriverò come scrivi tu smetterò anche di scrivere l’indirizzo di casa per ottenere un rimborso.
E per citare mia nonna “te mandi minga a daà via el cu perché te foò ‘n piaseé”
Ti va bene come risposta @Matteo? Smettila di intervenire a vanvera e impara almeno scrivere come me prima di parlare…
Siamo stufi di questi filosofi improvvisati, vogliamo di più. Per chi è stato al convegno CAAI di qualche settimana fa, sa di cosa sto parlando. Tutti pensatori improvvisati che traggono la loro autorità da un’esperienza alpinistica che però dà poco o niente all’aspetto intellettuale della disciplina. Servirebbe qualcuno di in grado di coniugare i due aspetti, quello alpinistico o arrampicatorio a buon-ottimo livello, e quello intellettuale a un livello ancora più alto. Allora sì sentiremmo qualcosa di nuovo, e non questi testi sconclusionati e impressionistici, che vogliono suscitare emozioni con concetti buttati là, detti e non detti, nulla di approfondito. Ormai siamo agri di questi luoghi comuni, gli stessi da trecento anni…
Certo che è pubblicità Benassi, è tratto dal sito della Petzl e siccome tradotto dall’inglese con Google Translator anche abbastanza illeggibile.
Anche se i propugnatori dell’inspiegato “modo nuovo di scalata” hanno difficoltà a capirlo…
Per caso sei il papà di Alessandro? Renzo Zeni? Niente comunque rimandalo a scola…
Qui si fa della pubblicità altro che sogni.
ciao renzo, ritardato mio <3
Filippo Elli
Però non hai risposto alla domanda di Alberto Benassi….
Ti prego, rendici edotti su come si scrive di scalate …
E son duroooo…poi impegnarmi,…mmmm, non fa per me.
Ho bisogno di spiegazioni semplici. Come diceva la mi nonna: te lo devo spiegà in candela?
Elli, abbi pazienza, sono limitato, di più non riesco.
Ciao @Benassi, mi aspettavo questo commentone…dai per favore, impegnati di più!
5) e quale sarebbe, questo modo nuovo?
Ma perché scrivete bello? Pazienza Caminetti StellAlpina che lo conosciamo e vabbè, ma gli altri…è un testo che non vuol dire niente, impressionistico ed emozionale, naif e sconclusionato. Serve parlare di scalata in un modo nuovo, basta con queste barzellette del superamento del sogno della conoscenza di sé e le solite menate…
Bello e “difficile” , leggere di persone dotate che possiedono un talento che non ho mai avuto..
Per me arrampicare è stato un amore difficile , più spesso capocciate con la roccia piuttosto che danza verticale.
Bello scritto, e belle motivazioni.
Bravo Alessandro
Bello e coinvolgente,
A parte il fastidio di leggere la traduzione dall’inglese di GoogleTranslator…
Per fortuna che in molti lasciano indebolire i sogni nella monotonia di giorni tutti uguali. Sennò in montagna ci sarebbe più casino di quello che già c’è.