Le Apuane di Maurizio Papucci
(presentazione al libro Apuane, di Maurizio Papucci, Eclettica Edizioni, Massa, 2017, www.ecletticaedizioni.com)
Lettura: spessore-weight**, impegno-effort*, disimpegno-entertainment***
La pubblicazione di una magnifica raccolta di immagini in bianco e nero dell’intera catena delle Alpi Apuane non è solo la realizzazione di una pregevole opera d’arte. E’ pure un atto di coraggio selettivo, dell’autore e dell’editore.
Coraggio selettivo è, per cominciare, l’esclusione del colore. E’ l’affermazione che il fotografo non vuole copiare i naturali e più o meno intensi colori della natura montana: vuole invece, con un colpo di scure deciso, recidere il legame ottico che tutti accomuna e appiattisce per affermare la sua interpretazione, vuole rendere pubblica e visibile la sua visione, vuole in definitiva rendere partecipe il pubblico del suo personale colloquio con la montagna, quel dialogo che così spesso è difficile da intavolare. Per parlare con la montagna spesso non basta neppure la chiave dell’umiltà e a volte una comprovata bravura tecnica può essere perfino d’ostacolo.
Coraggio selettivo è l’assenza delle pareti. Altri fotografi, magari più spiccatamente alpinisti, avrebbero scelto le pareti famose delle Apuane come soggetti, avrebbero indugiato sulla grandiosità verticale, sul potere fascinoso che un qualunque appicco esercita su un essere umano che ne è al piede. Guardandone le pareti noi dividiamo in due la montagna, in qualche modo ne sottovalutiamo l’interezza. Nelle immagini di Papucci troviamo creste, panorami in ogni stagione, perfino qualche veduta aerea: sembra quasi che l’obiettivo cerchi di comprendere in toto quella o quelle montagne, indipendentemente dal versante geografico della ripresa. Il corpo umano, come le montagne, può essere fotografato dal davanti, dal dietro e dai lati. Però sono solo le montagne ad avere più volti, un’infinità di volti. E qui lo sforzo dell’autore è quello di cogliere i più volti di una montagna, se non tutti. Prendere una foto per lui è prendere la montagna stessa.
Coraggio selettivo è ricordare con dieci disegni sapientemente intervallati alle foto che la cosa più importante dell’andare in montagna o di sfogliare un album è l’emozione che se ne recepisce (e qui l’autore ci aiuta con brevi impressioni di testo a commento).
Coraggio selettivo è stato lo stare sempre al di sopra dei meravigliosi paesi che costellano le valli apuane, un po’ vivi e un po’ in abbandono. In attesa di diversa politica. Non ci sono i paesi non perché ce ne stiamo dimenticando, ma perché il tema richiede uno svolgimento preciso. Qui la commistione sarebbe stata sviante.
Coraggio selettivo perché nelle immagini l’uomo non figura mai, solo qualche volta c’è un omino lontano, più che altro a indicare la grandiosità della montagna, come a ricordare che anche chi guarda la fotografia potrebbe, se volesse, vedere le cose che vede quel fortunato omino. E così non ci sono alberi, e neppure animali, per gli stessi motivi. Tutti fuori tema.
Coraggio selettivo infine perché nelle 110 fotografie solo due volte siamo messi a contatto, quasi casualmente, con le cave di marmo, la tragica realtà ritenuta necessaria fino a che le amministrazioni non cambieranno rotta. E con questa scelta autore ed editore hanno definitivamente siglato un patto, nell’idea comune di non cavalcare neppure il facile cavallino dell’attualità della distruzione: probabilmente per il rispetto di problematiche e culture che nulla hanno a che fare con la poesia.
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Libro.Fotogr.. sicuramente da acquistare , per la Bellezza di quelle Montagne..!