No all’ecomostro! Nasce al Breuil il comitato ‘No Stone’.
No alla dubaicizzazione di Cervinia
a cura della Redazione di laprimalinea.it
(pubblicato su laprimalinea.it il 21 febbraio 2023)
“Desideriamo portare alla Vostra attenzione un argomento che sta portando preoccupazione e sdegno non soltanto tra i residenti di Breuil Cervinia (albergatori e commercianti compresi), ma anche, e forse soprattutto, tra i villeggianti – turisti che hanno scelto di vivere il luogo e la sua cultura ‐ proprietari di seconde case“.
Inizia così una lunga lettera firmata da un gruppo di residenti della Valtournenche e indirizzata al sindaco, Jean-Antoine Maquignaz, alla Giunta e al Consiglio comunale del Breuil.
Il riferimento, “ovviamente” è “al progetto The Stone, lo smisurato edificio che si prevede a brevissimo in costruzione nell’area dell’attuale Hotel Fosson”.
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“Da quanto si è appreso – scrivono i cittadini lasciando intendere si stia componendo in questi giorni un ‘Comitato No Stone’ – esaminando le tavole di progetto, ottenute faticosamente dopo aver esperito tutte le formalità di richiesta di Accesso agli atti, protrattesi ben oltre il dovuto per un inspiegabile, reiterato diniego al rilascio degli Atti da parte degli enti e soggetti competenti ‐ si tratterebbe di un colosso incombente, e opprimente, calato in modo del tutto inappropriato nell’epicentro del paese (Cervinia, NdR). Si converrà che, alla luce del conseguente impatto urbanistico‐ambientale, assolutamente straordinario per via delle dimensioni, possano sorgere come leciti dubbi sulla legittimità giuridica di tutti gli atti e passaggi amministrativi che hanno portato al rilascio delle necessarie autorizzazioni e pareri favorevoli da parte di Regione Valle d’Aosta, Commissione Paesaggistica, Sovrintendenza alle Belle Arti e Commissione Edilizia comunale“.
Su tali aspetti, evidenzia la missiva, “sono in corso verifiche e valutazioni da parte di svariati studi legali, ma per sgombrare subito il campo da equivoci, è forse opportuno rammentare fin d’ora che i sopracitati pareri rivestono natura consultiva, e non prescrittiva, essendo lasciata al Suo ruolo di Sindaco la facoltà di concedere il titolo esecutivo definitivo, apponendo la firma autorizzativa finale a tale progetto. Ed è per tale ragione che oggi ci rivolgiamo alla Sua figura. Andiamo oltre anche alla pesante penalizzazione che subirà la quasi totalità (essendo posizionato perfettamente nel centro del paese) dei circostanti proprietari di appartamenti, non solo in termini di svalutazione economica degli alloggi, ma anche di privazione sostanziale di sole, luce, prospetti e… aria“.
Rivolgendosi direttamente a Maquignaz, gli scriventi si soffermano “sull’aspetto che dovrebbe starLe più a cuore, in qualità anche di rappresentante di una storica famiglia del Breuil che, nell’ambito delle proprie strutture alberghiere, ha partecipato anche allo sforzo profuso nell’ultimo ventennio da tanti proprietari di immobili, privati e albergatori, con l’obiettivo di abbellire e riqualificare il paese, per tentare di porre rimedio, per quanto possibile, allo scempio edilizio iniziale degli Anni ’60, puntando su un’estetica propriamente alpina, basata sull’utilizzo sapiente di legno e pietra, come la tradizione della Valle d’Aosta ci insegna e ci tramanda“.
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Poi il primo affondo: “Le argomentazioni commerciali e utilitaristiche addotte dallo Studio d’Architettura (lo studio Peluffo&Partners che ha progettato il ‘grattacielo’ da nove piani che sarà costruito nel centro di Breuil Cervinia dall’impresa valdostana VICO di Ezio Colliard, la cui società immobiliare ne sarà proprietaria, NdR) in un suo agghiacciante comunicato stampa, che parlano di sinestesia della metafora e di manufatto che parla lo stesso linguaggio materico della pietra del Cervino e si rivolge ad esso, colloquiando… ci creda non hanno affatto suscitato nella popolazione il sentimento atteso dal relatore… anzi! Anche perché riteniamo che l’essenza e l’anima del Cervino siano smisuratamente superiori e totalmente imparagonabili alla qualità del vile gres che rivestirà ciò che viene unanimemente considerato un vero ecomostro“.
Per gli agguerriti votornen “può sicuramente piacere o no ‐ è del tutto soggettivo ‐ lo stile e il taglio architettonico di un edificio, ma date le sue dimensioni (come sviluppo verticale, ma anche come distanza da altri edifici ben più bassi e a soli quattro od otto metri di distanza) ci si sarebbe aspettati maggiore riflessività e moderazione nel suo collocamento. Il contesto in cui andrebbe a posizionarsi è del tutto infelice e, ci scusi,… oltraggioso“.
E spiegano perché, secondo loro: “Cervinia si troverà nel prossimo futuro a dover competere sul mercato internazionale delle stazioni di sport invernali, che già oggi propone la sfida di una domanda crescente, non solo turistica, ma anche in termini di investimenti immobiliari. Essendo risultato da un’analisi professionale di settore (studio U.K.) che Cervinia, in termini di resilienza ai cambiamenti climatici, sarà tra le ultimissime località al mondo a ‘morire turisticamente’ per mancanza di neve naturale ed impossibilità di ricorrere all’innevamento artificiale, è evidente che nei prossimi anni risulterà sempre più attrattiva per i turisti, soprattutto stranieri, cui dovremo quindi garantire una piacevole armonia paesaggistica, o perlomeno un chiaro e coerente indirizzo architettonico‐urbanistico. Ma allora, a fronte di questa domanda crescente di ‘posti caldi’, perché autorizzare, con tanta urgenza e con tanti ‘in deroga’, l’edificazione di una simile struttura a beneficio, residenziale, di soli nove privati? oltretutto risultata subito a tutti tanto sgradita e impopolare?“.
“Non sarebbe più opportuno – si chiedono gli autori della lettera – uscire finalmente dall’immobilismo e piuttosto favorire al più presto la riqualificazione della Gran Baita, monumento al degrado e alla trascuratezza che da mezzo secolo fa vergognare i Cervinesi? Pensiamo anche agli albergatori delle nuove strutture a 4 e 5 stelle costruite con tanti sacrifici, e già pesantemente penalizzate dalla crisi Covid: non potranno permettersi di uscire perdenti dalla competizione turistica internazionale, a causa di sventurate scelte urbanistiche che degradano l’attrattività della località“.
E, “al contrario di quanto hanno voluto propinarci, le ‘orde di stranieri che caleranno da tutto il mondo a vedere la Torre della Dubai Alpina’, rappresentano solo una misera e spericolata argomentazione perdente“.
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E rivolgendosi agli amministratori del Breuil tutti: “Non stiamo neppure a parlarVi dell’ondata di sdegno e rabbia che pervaderebbe la popolazione, nel caso si desse seguito anche alla già anticipata demolizione dell’Hostellerie des Guides – a pochi metri di distanza da ‘The Stone’; quello sì un vero monumento nazionale, museo alpino che ha fatto la storia del Breuil, edificio voluto dal Cavalier Guido Monzino a celebrazione di imprese e spedizioni alpinistiche che all’epoca ebbero risonanza mondiale (conquiste di Everest 1971 e Polo Nord 1973), portando prestigio internazionale all’Italia, grazie all’apporto fondamentale delle guide del Breuil Mirko Minuzzo e Rinaldo Carrel. Raderla al suolo, pur in presenza di scellerate autorizzazioni in tal senso da parte di Regione e Belle Arti, costituirebbe uno sfregio inaccettabile ed insopportabile all’identità di Cervinia ed al suo orgoglio storico. La popolazione non lo tollererebbe“.
Ma “non ci si venga a tacciare di nostalgia retrograda che guarda solo al passato. La difesa e il rispetto delle proprie tradizioni e identità sono un valore universale, senza tempo, e trasversale alle generazioni. La modernità e l’innovazione sono pure un valore per l’umanità, ma devono essere sapientemente collocate nel giusto contesto e gestite col dovuto criterio, senza subordinazione acritica alle velleità degli Archistars; non esisteva l’idea di copiare il modello Zermatt? ‘The Stone’ potrebbe anche avere un senso in sé, pure azzardando stili estremi architettonico‐modernisti, ma collocato a Genova, Milano, o Torino, non certo nella conca del Breuil, o comunque in ambiente alpino“.
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Senza offendere nessuno, funivie, trenini vari a Zermatt non danno fastidio a nessuno, anzi. In più, il collegamento con il Piccolo Cervino è tutto in territorio svizzero (il confine è dentro la funivia che arriva da Cime Bianche… Per Fabio, a Cervinia dal fondovalle? Cioè da Chatillon? Ma dai… Chiudiamo anche l’autostrada e il Tunnel del Monte Bianco allora…
diciamo che a qualcuno gli fa fatica.
E per questo vuole trasportare le comodità, le sicurezza e le certezze, della città, in montagna.
Queste iniziative poi vengono chiamate VALORIZZAZIONE.
Sign Bosco, è ciò che avevo notato anche io. A sto punto nome e cognome dei magnifici 9, giusto per ricordarli nelle preghiere serali. Un serio giornalista in quel di Cervinia???
Caro Ratman,
1) noi vogliamo che si continui a salire sui monti,
2) però partendo dal fondovalle,
3) non dalla cima del Piccolo Cervino.
È cosí difficile capirlo?
Dobbiamo tornare a una Montagna (ma, più in generale, a una Natura) meno antropizzata, meno turisticizzata, meno fonte di business. Sennò la Natura muore e con lei, moriranno anche i Sapiens
Ma chi lo ha detto?
Avere un rapporto con la natura non mediato dal famigerato business – che se per caso siete un professionista ci siete dentro fino al collo nel sistema del business- significa ritornare ad un economia di sussistenza e morire ancora di polmonite.
Il millenarismo degli antispecisti, di coloro che prendono le distanze dai propri simili indicandoli con il nome della specie, e perciò odiando i propri simili non conformati alla loro becera ideologia, ha echi da assemblea liceale: un sottoprodotto del pensiero all’ammasso.
Poi, perché questi che sono scandalizzati dal peso antropico che grava sulle montagne non se ne stanno in città per ridurlo.
La prossima apertura del collegamento con il Piccolo Cervino aumenerà sicuramente la quantità di turismo d’assalto che arriverà a Cervinia sia in estate che in inverno, con l’obiettivo della salita in quota con tutte le comodità del caso (“ciabattoni & tacchi a spillo di tutto il mondo, unitevi”… ). Mi aspettavo, quindi, che si volesse ampliare la recettività alberghiera del paese per consentire ai tanti piccoli e simpatici turisti asiatici di soggiornare nella conca per poi balzare al mattino di funivia in funivia fino a “sfiorare il cielo” dei 3.883 mt. del “Piccolo”. Ma qui, se non ho capito male, si parla di realizzare un palazzaccio a beneficio di 9 (nove) condomini. È vero che Cervinia non è Cortina, ma è altrettanto vero che “non c’è mai limite al peggio”…
palazzoni ancora a Cervinia? Si dovrebbero radere al suolo quelli che hanno costruito! Cervinia dovrebbe essere tutta di baite!!!!!
Anche questa non è male
https://chng.it/5jCj6J5J
Purtroppo sta accadendo in tutte le aree urbanizzate: i vecchi quartieri, anche d’interesse storico, cedono il passo ad agghiaccianti palazzoni che emergono da distese di cemento.
L’articolo riporta informazioni SDI febbraio 2023…
IL sindaco NON DECE FIRMARE ALCUN DOCUMENTO, sarà eventualmente il Segretario Comunale a firmare, o meno, l’autorizzazione.
Si è aperta un’inchiesta giudiziaria sul proprietario costruttore…
La situazione è un po’ mutata…
Per quanto riguarda l’Hostellerie des Guides, non parrebbe che siano stati presentati progetti e richieste di apertura cantiere, a detta di stampa locale… Ed il Comune di Valtournenche, Cervinia (il Breuil) è “solo” una frazione, è proprietario del cinema, nel sottosuolo del edificio; quindi presumo che, tutelerà la sua proprietà….
Attendiamo notizie…
IL sindaco non è più Maquignaz, dal 21/5/23 è stata eletta Cicco.
Io, pur aborrendo il 90% di quello che gli architetti moderni -archistar o meno- progettano li esonererei da colpe ulteriori. Io architetto posso proporre quello che voglio, pure il condominio a forma di zucca, ma poi è il cliente che accetta… A prescindere, Cervinia fa ridere perché costruiscono il nuovo e non son capaci do 60 anni di abbattere il pezzo bruciato del palazzo delle funivie…
Dall’articolo mi par di capire che non sarebbe un condominio formicaio ma la residenza esclusiva di 9 facoltosi. Con l’andazzo climatico mi sa che Cervinia dovrà dubaizzarsi dei tutto fabbricando neve come nel deserto se vorrà essere l’ultima stazione sciistica italiana.
Ci vorrebbe un De Amicis di oggi per narrare le “nuove novità”, ne verrebbe un ritratto meno idilliaco e con meno speranze per i valligiani di quanto non avvenne con la costruzione del Giomein?????
Cervinia non ha bisogno di ulteriori condomini formicaio. Cento anni fa non esisteva e i valligiani risiedevano a Valtournenche. Già così ha tanti brutti caseggiati per nulla montani. Adesso bisogna preservare il fascino che ancora conserva la conca del Breuil, non deturparla con altre cementificazioni.
Il problema è che i sapiens sono convinti di essere talmente “sapienti” che tutto questo non li riguardi . Vedono solo il denaro in una travolgente orgia di avidità come tanti Re Mida.
Mi domando cosa c’ha a che fare un’architettura stile Dubai con Cervinia????
Come fanno architetti, funzionari, politici locali a proporre e volere certi obrobri, che nulla hanno a che vedere con la cultura e le tradizioni del luogo. Possibile che ci dobbiamo annullare completamente?
Che tristezza.
Il tema del DNA umano diffuso ovunque NON riguarda solo il DNA in senso stretto, ma tutte le “tracce” umane che deturpano l’ambiente. Un ecomostro è traccia umana disgustosa e produce un danno irreversibile, sia in quanto tale sia per l’incremento specifico di afflusso antropico che comporterà. E’ vero che Cerviania è la nostra Dubai, ma gli errori del passato (che oggi riconosciamo tali solo col senno di poi…), dovrebbero rimanere confinati nel passato. La prima cosa da fare (a Cervinia come altrove) è NON FARE ALTRI ERRORI AGGIUNTIVI: né nuovi impianti, né nuovi grattacieli, né nuovi rifugi, né nuove strade ecc ecc ecc. Iniziamo a metter una diga su questo fronte. Poi smantelleremo il pregresso. Dobbiamo tornare a una Montagna (ma, più in generale, a una Natura) meno antropizzata, meno turisticizzata, meno fonte di business. Sennò la Natura muore e con lei, moriranno anche i Sapiens.
Ormai ogni giorno ci si sveglia con qualche disgustosa notizia di come politici, tecnici e architetti di inqualificabile elevatura morale ed intellettuale stanno dando il colpo di grazia a questo povero mondo. Che si vergognino.
Enri mi ha tolto le parole di bocca… Ma Cervinia non è già “dubaicizzata”?
Proprio in questi giorni sto rileggendo nel regno del Cervino del De Amicis , in cui si plaude dell’ospitalità del Giomein di recente costruzione e, finalmente, l’arrivo della carrozza lungo la nuova strada che serpeggia nel vallone….110 anni fa!!!
In laguna veneta anni fa Pietro Cardin voleva un grattacielo per celebrarsi, gli architetti che qui parlano di “dialogo con la pietra” li parlavano di ” collegamento tra terra e laguna”. Li è intervenuta l’autorità aeroportuale a cassare il progetto ben visto dalle autorità locali. Qui non so come andrà a finire, certo che ‘sti architetti a vender fuffa non li batte nessuno !!!! A quanto ho capito “sta roba” favorirebbe 9 (nove) persone….nomi e cognomi da maledire nelle preci serali??
Speriamo che questo mostro non abbia vita. Detto questo, ma nessuno si è’ accorto che Cervinia si è’ dubaizzata da decenni? Tutti i mini ecomostri dal Giomein da anni in costruzione? Credo arrivino a 2200 metri circa di quota…
Il problema sta tutto nel fatto che Cervinia sarà’ l’ultima località’ a morire per quanto ad innevamento. E “giustamente” allora diamoci dentro a sfruttarla ancora di più…