Obbligo di Artva, pala e sonda

Una formulazione non chiara, che crea contenziosi interpretativi“, evidenzia Gian Paolo Boscariol del CAI nazionale. Cerchiamo di capire qualcosa in più su questa norma insieme a Paolo Salsotto, ex funzionario del Corpo Forestale dello Stato e presidente CAI Cuneo.

Obbligo di Artva, pala e sonda
a cura della redazione di targatocn.it
(pubblicato su targatocn.it il 28 novembre 2021)

Dal 1° gennaio 2022 si applicano le nuove norme sulla sicurezza nelle discipline sportive invernali, previste dal decreto legislativo 28 febbraio 2021, numero 40. 

Il decreto è entrato in vigore il 3 aprile 2021, ma l’articolo 43-bis, introdotto dal decreto legge 40 del 22 marzo 2021 ne aveva fissata l’applicazione a partire dal 31 dicembre 2023, termine poi ridotto al 1° gennaio 2022 dal decreto legge 25 maggio 2021, numero 73. 

Chi pratica attività fuori pista dovrà attenersi alla disposizione contenuta al secondo comma dell’articolo 26 sul pericolo di valanghe nelle attività al di fuori delle aree sciabili attrezzate, che precisa: “i soggetti che praticano lo sci-alpinismo o lo sci fuoripista o le attività escursionistiche in particolari ambienti innevati, anche mediante le racchette da neve, laddove, per le condizioni nivometeorologiche, sussistano rischi di valanghe, devono munirsi di appositi sistemi elettronici di segnalazione e ricerca, pala e sonda da neve, per garantire un idoneo intervento di soccorso”.

La precedente normativa contenuta all’articolo 17 della legge numero 363 del 2003 stabiliva che “i soggetti che praticano lo sci-alpinismo devono munirsi, laddove, per le condizioni climatiche e della neve, sussistano evidenti rischi di valanghe, di appositi sistemi elettronici per garantire un idoneo intervento di soccorso”. 

Si tratta di una formulazione non chiara – sottolinea Gian Paolo Boscariol del comitato direttivo centrale Cai –, peraltro una regressione rispetto al testo della legge 363 del 2003, che, all’art. 17, faceva riferimento a quei territori laddove, per le condizioni climatiche e della neve, sussistano evidenti rischi di valanghe”.

Se fino ad ora il pericolo di valanghe era comunemente considerato al grado/livello 3 della scala delle valanghe (quindi pericolo marcato), ora la formulazione potrebbe estendere l’applicazione dell’obbligo anche al livello 2 (moderato), in quanto il pericolo esiste comunque. In caso di infrazione, è prevista una sanzione fino a 150 euro.

Visto le sanzioni e considerando anche l’estensione della norma agli escursionisti semplici e ai ciaspolatori si vedranno delle probabili controversie interpretative con le autorità di polizia.

Cosa cambia quindi per gli sci alpinisti, per gli sciatori fuori pista ed escursionisti con racchette da neve ai piedi e per tutte le attività escursionistiche, compreso anche lo sci escursionismo?

Abbiamo cercato di capire qualcosa in più insieme a Paolo Salsotto, già istruttore regionale di scialpinismo e funzionario del Corpo Forestale dello Stato, ora presidente Cai Cuneo.

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Obbligo di Artva, pala e sonda ultima modifica: 2021-12-20T05:46:00+01:00 da GognaBlog

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42 pensieri su “Obbligo di Artva, pala e sonda”

  1. Si parla di prevenzione ma il kit artva non ha nulla a che fare con la prevenzione considerando che si utilizza ad incidente avvenuto! Ma possibile che nessuno comprenda questo assurdo?? La prevenzione è tutt’altra cosa e si fa a partire da casa ed è la sola che davvero serve ad evitare gli incidenti e le vite! La prevenzione non sta nel portarsi a spasso un kit che “potrebbe” salvarci la pelle in caso di sepellimento ma nel saper evitare le circostanze che potrebbero causarlo!
     
     

  2. Ovviamente nessuno giudica negativamente l’obbligo di ARTVA in certe condizioni… io ce l’ho da decenni. Quello che disturba é la consueta nebulositá dei testi di legge, scritti da chi non ci capisce nulla dell’ergomento, e che lasciano spazio a mille intrepretazioni e contenziosi.

  3. Quando comprai il primo si chiamava A.R.V.A. Apparecchio Ricerca Valanghe. Ora si chiama A.R.T.V.A. Apparecchio Ricerca Travolto da Valanga ……meglio il mio vecchio che mi dice dove cade la valanga piuttosto che i nuovi che intervengono a valanga caduta !!!!😃😁😃😁

  4. Una formulazione non chiara, che crea contenziosi interpretativi“ Questo è il vero problema della moltitudine di leggi, normative e circolari esplicative che vengono emesse a getto continuo apparentemente per normare i più svariati ambiti del vivere. 

  5. Ma quanto costa il complesso ARTVA + sonda + pala? Io mi sono sempre affidato a mezzi di fortuna e di costo minimo, anche perché vado sovente da solo e, in questo caso, frequento luoghi in cui la valanga si stacca con l’esplosivo. Sono 60 anni che mi trascino soddisfacentemente tra le nevi e non sono stato fortunatamente coinvolto in alcun fattaccio. Ti é andata bene dirà qualcuno

  6. Flavio vai tranquillo. Sul San primo non c’è neve quindi il problema non si pone. Un anno fa c’era e tanta e sarebbe stato opportuno avere il kit. Io nelle 4 o 5 salite al San primo nelle vacanze natalizie lo avevo.

  7. Ormai, la libertà di scelta individuale è un vago ricordo e se ne parli sei tacciato di individualismo fascistoide dai capi ovini.
    Dovrebbe bastare una memoria in cui si sgrava la collettività da ogni impegno di soccorso e ricerca, fosse pure del cadavere.
    E non rompete il cazzo.

  8.  Eventuali controlli a campione..hanno maglie piu’ o meno larghe..si va contro la probabilita’ .Se poi accade un incidente a persona o sopporta a suo carico  tutte le conseguenze o, se assicurata, verra’ rivoltata e pesata in ogni dettaglio prima di avere un risarcimento.

  9. oltre alla paletta , porterei anche rastello e secchiello.
    Del resto al mare lo si fa da bimbetti.

  10. @ Marco Lanzavecchia, dato che sei un conoscitore delle zone, mi interesserebbe un tuo parere. Il primo dell’anno ho l’usanza di salire al SPrimo.
    Devo portarmi tutto l’armamentario? Se si può valere anche una sonda ad uncino per i cadaveri, un cercametalli e una vanga.
    Non vorrei trovare al parcheggio i vigili che oltre al ticket mi controllano la dotazione.
    Sarcasticamente questi sono i miei dubbi.
     
     

  11. In Lombardia il kit è obbligatorio da ‘mo. E nessuno starnazza facendo il no quest equel… 

  12. Ammesso e non concesso che gli sciatori  non ancora dotati di tali dispositivi  di sicurezza accorrano in massa all’acquisto per forza di legge…ce ne saranno abbastanza nei magazzini dei negozi??C’e’ carenza  di componentistica elettronica in molti settori, mentre per comporre testi  di legge basta un computer e diffonderli  via web… e’ un attimo,poi l’economia materiale se viene viene.., non reagisce ad uno schiocco di dita degli amministratori o politici.COME PER ECOBONUS che ha ingolfato il settore e scatenato appetiti speculativi , incentivi nuove auto che  non arrivano al concessionario,, elettrodomestici…mancano materiali e manodopera…e la nuova fase  covid rallenta l’economia produttiva.

  13. Anch’io giudico l’obbligo inutile. Inutile quanto avere il kit di autosoccorso  e non sapere come usarlo. Come già qualcuno segnalava il ritrovamento del sepolto è più o meno un terzo del soccorso. Lo scavo, se non si sa come farlo, richiede più tempo della ricerca e una volta dissepolto, si rischia di fare molti danni. L’unica speranza è che una volta acquistato il kit, sorga la curiosità di conoscere di più e di apprendere e esercitarsi sull’intero procedimento. Il solo acquisto rischia di dare false sicurezze.

  14. Al di là di tutto -io l’artva ce l’ho ma sono contrario all’obbligo- mi chiederei cosa è previsto negli altri paesi. Ho il fastidioso sospetto che siamo solo noi italiani a imporre questi obblighi ridicoli e grottescamente autoritari. Chi sa rispondere?

  15. @Matteo, perché li conoscevo di vista. A valle avevo avvisato che sarei andato lassù e ho intuito che sarebbero poi passati a dare un’occhiata anche da lontano. Il senso del mio commento era legato al fatto che la chiacchiera con loro avesse subito toccato il tema legge e valanghe. Non hanno per nulla pensato ad un uso per scopi diversi, invece per me essenziali date le carattarestiche fisiche del luogo e le condizioni meteo invernali. È stato interessante osservare questo.

  16. Ecco Paolo, questo “intuendo, li ho raggiunti io fino alla strada”, francamente non ho capito bene perché l’hai fatto…

  17. Il commento  18 evidenzia che l’artva e’necessario ma non sufficiente..se poi nella concitazione  di un evento reale  si perde tempo prezioso..o le batterie sono scariche. Qundi perche’ rinunciare ad altri dispositivi vintage  tipo cordini…sguinzagliati preventivamente e trascinati?   forse con scarso spessore di seppellimento  si vedrebbero subito e si comincerebbe prima a scavare.   Si vedono anche dispositivi air bag o cordini o palloni azionabili a strappo http://www.scialp.it/notizie/varie/varie/flash.htm o  fai da tehttps://www.instructables.com/Emergency-Avalanche-Beacon/o web”avalanche  ball”.La dipendenza elettronica   a volte e ‘  poco pratica,alle casse o al bar…si vedono persone bancomat-dipendenti che cincischiano parecchi minuti col Pos  quando con un plebeo  contante si risolverebbe in..secondi.Il navigatore Gps in auto…non esclude che si leggano pure i  cartelli segnaletici di vile metallo e pigmenti…o   un compagno con carta stradale.Inquietante se non fosse   umoristica la relazione 20…chi controlla i controllori ? almeno   provengono scuole  alpine dopo un periodo di addestramento? L’ artva se lo devono comprare di tasca loro?
     
     

  18. Be’ a me l’Artva lo hanno chiesto i Carabinieri a Campo Imperatore. Prima dell’emergenza Covid, febbraio 2018.
    Mentre mi facevo il caffè fuori dalla tenda, inglobata in una sorta di igloo, mi guardavano con il binocolo, hanno aspettato e, intuendo, li ho raggiunti io fino alla strada.
    Sfortunatamente per loro ero munito di tutta l’attrezzatura. Il fatto che comunque rimostrassi sul rischio valanghe su quell’altopiano li ha innervositi. Ironizzavano sul perché allora avessi il materiale, convinti che le leggi rintuzzavano gli ardimentosi della domenica. Mentre offrivo loro, dal termos che avevo riempito, il mio caffè, ho spiegato che non era per paura della legge o delle valanghe, ma per le bufere. E che avrebbero avuto meno di un’ora per andarsene alla svelta con la loro jeeppetta, dal momento che l’Artva, loro, non lo avevano. E il vento cominciava a soffiare.
    Dalla tenda, sotto il mio improvvisato igloo, è stato divertente osservarli sbrigarsi, mentre correvano giù per la vallata.

  19. Ho letto un sacco di commenti, e mi sorprende come quasi tutti siano di una parzialità mostruosa. Se vado a fare il Tibert in sci alpinismo, ancorchè itinerario di quelli considerati “sicuri”, il kit è d’obbligo. Se faccio passeggiata a Tamone o sul Monte Ribè, la valanga la posso staccare se mi porto dietro il tritolo. La legge così come scritta, non ha senso. Anche perchè l’unico riferimento possibile sarà il bollettino valanghe, che parla di Alpi Cozie Meridionali. Di situazione localizzata non se ne parla proprio.

  20. Tutto questo non solo per loro cultura ma anche per mia sicurezza in quanto, se io fossi finito sotto, ero certo che sarebbero riusciti ad intervenire efficacemente.
    Vorrei, inoltre, fare notare che l’uso dell’artva e della sonda sono piuttosto semplici da apprendere, visto che gli artva moderni hanno praticamente risolto il problema dei falsi massimi e dei seppellimenti multipli, mentre quello che viene sottovalutato è lo scavo.
    Provate a mettere un gruppetto di persone non formate ad estrarre un sepolto, anche poco profondo (bastano 50 centimetri di profondità) e vedrete come l’operazione di scavo allungherà i tempi ben oltre i fatidici 20 minuti di probabilità del 90% di sopravvivenza.
    Concludendo, mi preme ancora far notare che uso la dotazione di sicurezza sempre, indipendentemente dal grado di pericolo desunto dal bollettino valanghe (da 1 a 5) perché il bollettino stesso ha valore regionale (e non locale) e, soprattutto, perché il rischio zero non esiste.
    Grazie pe l’attenzione e buone gite a tutti.
     
     
     

  21. Buongiorno a tutti.
    Ogni tanto sento il bisogno di intervenire (raramente), come questa volta, reduce da un sabato di istruzione artva, pala e sonda, vorrei dire la mia sull’argomento.
    Per prima cosa ritengo che l’avere artva, pala e sonda debba essere sentito come una necessità e, quindi, il possesso di tale attrezzatura e magari di uno zaino airbag e di un Avalung, deve essere una normalità (come è normale che in un impianto elettrico domestico ci sia l’interruttore differenziale, più comunemente chiamato salvavita), come dovrebbe esserlo anche la perfetta padronanza dell’uso di queste attrezzature.
    Il fatto che sia reso obbligatorio da una legge (formulata, oltretutto, in maniera sibillina che lascia ampia discrezionalità interpretativa) non mi tocca minimamente perché uso queste dotazioni di sicurezza da quando ho cominciato a muovermi in ambiente innevato nella seconda metà degli anni 70 del secolo scorso.
    Da quando accompagno persone professionalmente in ambiente innevato, ho sempre dedicato ampio spazio all’istruzione all’uso delle dotazioni di sicurezza e all’auto soccorso, per far sì che i miei compagni di gita fossero in grado di operare efficacemente nei famosi 20 minuti considerati il tempo limite di sopravvivenza nel malaugurato caso di seppellimento in valanga.
    (segue)

  22. Solo un cajota come l’intervistato poteva riferirsi in quel modo ai gradi di rischio. I bollettini servono per avere indicazioni di massima ma un’attenta e competente valutazione sul posto restano insostituibili. Le false certezze propinate da “pataccati vari” agli incompetenti o principianti, sono la principale causa di disgrazie.

  23. A proposito della video intervista. Non capisco come mai l’assenza della parola “evidenti” davanti a “rischi di valanga” porti a un’interpretazione più restrittiva della legge, passando dal grado tre al grado due di pericolo come soglia per stabilire la necessità di artva. Mi pare arbitrario. Se il legislatore avesse voluto fare riferimento alla scala di pericolo lo avrebbe fatto. Diversamente lo spazio interpretativo c’era prima e ci sarà anche con la legge

  24. Se fino ad ora il pericolo di valanghe era comunemente considerato al grado/livello 3 della scala delle valanghe (quindi pericolo marcato), ora la formulazione potrebbe estendere l’applicazione dell’obbligo anche al livello 2 (moderato), in quanto il pericolo esiste comunque
    sono meravigliato da questa affermazione. Il pericolo sussiste anche con grado 1 come le statistiche dimostrano.

  25. P.s. Faccio prove Artva, tranne quest’anno. Mi hanno messo talmente tante viti, piastre e bulloni nella schiena che gli amici ora mi chiamano Ikea. Fino a fine marzo di sci non si parla…   🙁

  26. Sono d’accordo con Cominetti. Pratico scialpinismo dal 1976, quando avevo 14 anni e penso di aver accumulato un bel po’ di esperienza sul campo. Nonostante questo una volta all’anno partecipo a una prova sul campo di manovre Artva. E chiunque abbia fatto anche solo una prova si è reso conto che dal “possedere” a “saper usare” Artva, pala e sonda c’è il mare di mezzo. Quando poi lo devi usare sul serio per necessità, l’ansia, l’adrenalina e lo spavento rendono il tutto ancora più complicato.
    Per quel che riguarda l’obbligo per i ciaspolatori e la presunta inutilità basterebbe chiedere a Roberto Beaulard gestore del rifugio Jervis in Val Pellice i rischi che si corrono a percorrere anche solo la strada poderale in inverno in un percorso che in molti punti scarica spesso e e volentieri in un ambiente che “sembra” tranquillo.
    P.s. Cominetti però un Artva decoroso si reperisce facilmente anche a meno di 200 euro e in termini di prestazioni e precisione spesso non sono per nulla inferiori a modelli più quotati e costosi. Provati personalmente.

  27. Non capisco, vado a camminare in un posto innevato ma assolutamente sicuro,  magari già con una bella traccia fatta bene, devo portarmi l’armamentario? Chi decide e con che titoli mi multa. sicuro

    lo decide lo stato Confucio.

  28. Non capisco, vado a camminare in un posto innevato ma assolutamente sicuro,  magari già con una bella traccia fatta bene, devo portarmi l’armamentario? Chi decide e con che titoli mi multa.
     
    sicuro

  29. Resta come consolazione il fatto che se uno indossa l’artva e lo ha acceso (!) Potrà essere localizzato e magari soccorso, oltre che da suoi eventuali compagni, anche da una squadra di soccorso. Quindi la mia raccomandazione è quella di dotarsi di questa minima dotazione pensando anche che se imparerete a usare il VOSTRO artva, lo conoscerete e saprete interpretarne i suoi suoni e le immagini, perché l’artva è un po’ come una chitarra o un piano. Ognuno suona a suo modo anche quando marca e modello sono gli stessi. Oggi numerose ditte propongono dei pacchetti a prezzo interessante di artva,pala e sonda e anche i più economici funzionano molto bene. Fatevi o fate un regalo di Natale così se andate in montagna d’inverno e siate fifoni se volete riportare la pelle a casa. Auguri.

  30. Purtroppo sono pochissimi, anche tra i freeriders e gli scialpinisti, quelli che dedicano (almeno) una mezza giornata a stagione per prepararsi all’uso di APS. Normalmente alla partenza di una gita è difficile fare un minicorso all’uopo perché il tempo stringe e i più non sono interessati, quando non si spaventano e ti dicono con gli occhi sbarrati: ma allora andiamo dove cadono le valanghe?!
    Non mi piacerebbe arrivare all’obbligo di un patentino come auspicato da molti, anche se le guide ci guadagnerebbero tenendo i corsi, ma invoco sempre, e purtroppo a vanvera, il dio buonsenso, troppo spesso assente. 
    Ne ho avuto conferma ieri sera quando un amico mi invitava al suo compleanno a casa sua con la condizione: ammesso solo con grinpas. Lui l’ha scritto in inglese ma io non ci riesco. Se il problema fosse stato realmente quello (lecito) del contagio da covid, avrebbe chiesto agli eventuali convenuti di farsi un tampone prima. Tantopiù che abita di fronte alla farmacia. 
    Avere con sé per obbligo APS convincerà qualcuno a credersi immune dal pericolo di restare sotto a una valanga e lo autorizzerà a sentirsi sicuro laddove la sicurezza non può essere garantita per legge.
    È anche per questo che le valanghe continueranno a cadere e il covid a diffondersi.

  31. Non sapevo che le guide alpine hanno artva per tutti. Spiego come funziona, o almeno ci provo. Richiedere la donazione artva-pala-sonda ai partecipanti dimostra alla guida preventivamente con chi si avrà a che fare. Il “freerider” che ti dice essere un ottimo sciatore che ha fatto questo e quello… e che poi scopri che non ha neppure lo zaino, la dice lunga sulla sua attitudine, per esempio. Il ciaspolatore in genere non pensa assolutamente alle valanghe e va senza niente. I moderni Artva, oltre a costare un botto, sono soggetti a calo di prestazioni nel tempo che vanno verificati con manutenzioni periodiche, aggiornamento software e controlli vari. Quindi darli (o noleggiarli, visto che non li regalano) di default a chi si accompagna è una grande responsabilità. Personalmente ne ho una mezza dozzina da prestare a chi ne fosse sprovvisto ma tendenzialmente preferisco che uno se lo noleggi presso un negozio apposito quando già non lo possiede. Pala e sonda sono meno impegnativi perché non hanno meccanismi elettronici, batterie cariche-meno cariche (infatti ne ho sempre nello zaino una scorta). Il tasto più dolente è però l’addestramento che uno deve fare spesso per sapere usare la dotazione APS o ASP (=artva, pala, sonda). A differenza di un casco o le cinture dell’auto, che sono dei DPI di efficacia immediata, ovvero non serve un training specifico per saperli usare, l’artva per essere utile e funzionare, prevede un opportuno addestramento che non è neppure così semplice. Segue.

  32. Se il libero cittadino vuole andare per i fatti suoi senza artva, è libero di farlo e si assume il rischio anche di incorrere in sanzioni penali. Fatti suoi.
    Discorso diverso per gli accompagnatori CAI e le Guide (ma le Guide hanno artva per tutti): se porti in giro gente senza artva  e succede qualcosa? Chi risponde? Il CAI?
    Mi riferisco alle gite con le ciaspole  molto in voga ultimamente e fatte da gente spesso con poca cognizione di causa. La soluzione è  comprare ‘sto benedetto aggeggio e stop. Ovviamente imparando a usarlo . Tutti poveri se si tratta di acquistare un salvavita? Poi hanno in casa televisori grandi come il mio bagno….

  33. La legge  prevede l’uso del casco in moto  e delle cinture di sicurezza in auto, nessuno ebbe niente da dire  Non credo sia un azzardo accostare gli argomenti. Il padre\madre\padrone norma\cataloga \restringe \punisce In nome della generale sicurezza si limita la liberta’ d’azione individuale e nessuno ha niente da dire , anzi chi si oppone sara’ un disadattato,un originale, adesso  un  No-Artv. Mi chiedo come non abbiano ancora normato le scalate , ma ci arriveranno e nessuno avra’ niente da dire. 

  34. Partito con discipline sportive invernali o simile. Vorrà dire non vivere la cultura della montagna ma pensare alla propria attività. Vuol dire procedere a normare in modo sempre più preciso, come nei millesimi dello sport.
    La cosa pare buona, ma significa invece sostenere la dimensione sportiva delle attività in natura, ridurre la montagna a campo sportivo.
    Disastro aereo.

  35. Altro tassello utile ad alimentare un eventuale grinpas in versione montana.
    Vedrete che in primavera si inizierà a parlare di corsi di nuoto e voga per andare alla spiaggia. I nostri legislatori hanno molto a cuore la nostra sicurezza. 
    E dire che l’unica patente che ho sempre sperato venisse richiesta è quella per fare i figli…

  36. Un  movimento NO-electronic puo’sempre adottare  cordini da valanga a ventaglio…o un bel pallone gonfiato ad elio con filo abbastanza lungo o palloni detti avalanche Ball..o un canotto da mare per bambini  gia’  gonfiato attorno allo zaino.Meglio anche compagni di gita svegli , distanziati, ed ingrado di intervenire subito con pala e sonda , piuttosto che cincischiare col telefonino in attesa soccorsi senza darsi da fare sul posto…il tempo e’essenziale. Se c’e’pure un aggeggio elettronico a testa , meglio .

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