Come padroneggiare i runout su placche lisce e l’aderenza senza appigli
di Hazel Findlay e Julie Ellison
Il presente post è la traduzione di un articolo apparso sulla rivista americana Climbing (n. 325) www.climbing.com.
Slabtastic! di Julie Ellison
A volte, le placche di aderenza sono come le fessure larghe: odiatele quanto volete, ma non potete scalare sulle vie classiche senza prima o poi averci a che fare. E’ normale trovare sezioni a placca prima o dopo fessure perfette, per esempio in posti come Yosemite o Lumpy Ridge (Colorado). Sono caratterizzate da una modesta inclinazione (all’incirca tra i 65° e gli 80°) e scarsità di prese, magari solo micro-svasi, bitorzoli, micro-liste, scaglie, cristalli). Non c’è nulla su cui tirare, così occorre adottare un insieme di tecniche adeguate.
Giuseppe Miotti sul Giardino delle Bambine Leucemiche, Val di Mello. 5 giugno 1982
Respira profondo. Muoviti con decisione e continuità.
Sta in fuori. Questo fa porre il peso sui piedi, aumentando perciò la loro pressione sulla roccia (e quindi l’attrito). Questo ti fa sentire più sicuro.
Fidati dei piedi. Credici e mettici più peso. Questo rende usabile anche l’appoggio invisibile.
Non tirare nulla verso il basso. Tieni le braccia morbide, gomiti leggermente piegati, dita rivolte ai lati e pollici all’insu, i polpastrelli a premere sulla roccia.
Non fate gesti di scatto. Non allungatevi a gradini, non fate ristabilimenti e niente che ti distragga dal tenere il peso sui piedi.
Spalma. A tacco basso e punte piegate in alto, appiccica più suola possibile alla superficie. Non cercare l’appoggio di bordo laterale, perché diminuisce appunto la superficie d’appoggio della gomma, quindi si ha meno aderenza.
I pericoli più grossi e come evitarli di Julie Ellison
Caviglie affaticate. Le gambe sono l’unico motore che ti spinge in alto, quindi si stancano prima delle braccia. Abbassa ancora di più il tacco per riposare. Questo allunga il muscolo sovraffaticato e aumenta la superficie di contatto. Se un singolo appoggio è buono, alterna su di esso un piede dopo l’altro.
Protezioni limitate. Benvenuto al paese del runout: senza fessure vuole dire non proteggersi e a volte gli spit sono ben lontani. Preparati mentalmente e metti giù qualcosa appena possibile. Se c’è un traverso, metti una protezione per cambiare la direzione alla tua caduta.
Voli odiosi. E’ da qui che arriva il termine “grattugia”. Se cadi, mantieni la tua posizione, scivola giù cercando di frenare con i piedi. Se ci riesci dà un colpetto alla roccia con le mani per restare dritto, ma non tenere le mani a contatto con la roccia.
Perdere l’attimo. Il segreto è di muoversi sempre. Questo ti aiuta a non assumere posizioni dalle quali poi non sei più capace di muoverti, e ti tiene calmo e concentrato.
Hazel Findlay sale Rainbow of Recalcitrance (E6). Non aderenza pura.
Fa pratica mentale sulle placche di Hazel Findlay
Dialogo positivo con noi stessi. Prima d’iniziare a scalare mi dico che sono brava sulle placche e che in genere non mi piace cadere. Poi mi dico che sono molto esperta nella caduta sulle placche, quindi dovesse succedermi non sarebbe grave. Dopo aver iniziato mi dico che le mie scarpette sono molto buone e che quindi non scivolerò. Me lo ripeto alla nausea: starò su… starò su.
Non pensare, sali soltanto. Provo con molta convinzione a non rimuginare su quello che sto facendo. Una delle cose belle dell’arrampicata d’aderenza è la fluidità del movimento; si ha normalmente successo se si sta rilassati invece di analizzare ogni movimento che si fa. Se ti blocchi in una particolare posizione, prima o poi devi uscirne. Accettalo, decidi cosa fare e muoviti fiducioso verso la nuova posizione. Non avere dubbi su te stesso o retropensieri.
Le scarpette fanno la differenza. Due cose importanti sono la posizione del corpo (si pone il peso sul piede nel giusto modo) e la confidenza (sul piede è posto abbastanza peso). Se hai fiducia che il piede “ci stia”, per lo più lo farà. E anche l’opposto è vero. Probabilmente la cosa più importante dell’arrampicare su placca sono le scarpette da roccia che indossi e come queste siano efficaci. Sono da preferire quelle piatte, flessibili e comode.
Acquistare confidenza con l’esperienza. Se non sei un esperto di arrampicata su placca e la via è pericolosa, non cercare neppure di tentarla. Fatti esperienza su un terreno più sicuro; potrebbe essere comunque un po’ pauroso, ma alla fine rischi di meno. La confidenza è parte integrale dell’arrampicata d’aderenza e se non ce l’hai allora è un grosso problema. Acquista confidenza con l’esperienza, vedrai che ti piaceranno anche le placche più lisce.
http://hazelfindlayclimbing.com/
Hazel Findlay sale Rainbow of Recalcitrance (E6)
http://youtu.be/jxJ8YChiQxE
postato il 2 luglio 2014
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Stai su, stai su… me lo ripeto fino alla nausea. Ma spesso non funziona 🙁
non so se avete notato la distanza dalle protezioni. E che tipo di protezioni…..non certo degli spittoni.
Nel filmato mi sembra che si va ben oltre a dei semplici suggerimenti.
Lo stile e l’etica di scalata è ben lontano da quello adottato qui da noi.
Ottimi suggerimenti per l’arrampicata su placca che è fuori moda ma che fa parte del bagaglio fondamentale dello scalatore